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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Indro Montanelli, XX Battaglione Eritreo, 1936

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
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1936
donde appare cautamente Giusti che si ferma subito, sull
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1936
sta, Signor Maggiore? ¶ MAGGIORE (che non lo ha visto
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Meglio così. Si vede che è meno grave di
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pezzo… Chissà!? Può darsi che ti mandino anche in
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Oh, è una cosa che riguarda me, non te
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Già, credo anch’io che non ne valga la
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1936
è tutto il battaglione che spara. ¶ GHIZZONI: Il Maggiore
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1936
quella crisi d’ameba che lo perseguita da tre
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1936
contento della compagnia? ¶ GIUSTI: Che domande!… Eravamo tutti lassù
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1936
guardarvi… Eppoi, mi pare che te lo abbia detto
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1936
Povero ragazzo! (Giusti tace) Che fosse ferito lo sapevo
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1936
la pallottola… Tu sai che razza di proiettili micidiali
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1936
Senti, Ghizzoni: mi pare che il tuo stato non
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1936
d’occuparti d’altro che dei casi tuoi. Lascia
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1936
ardore della battaglia. Quello che stai facendo è veramente
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1936
il nostro orgoglio, voialtri che sulle vette impervie e
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Comincia a far buio. Che ore sono? (guarda) Le
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1936
grave, ma si vede che gli ha leso qualche
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1936
altra la sciabola… ¶ GHIZZONI (che non l’ha udito
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1936
udito): Scusa, dottore. Vedo che il Maggiore tarda e
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1936
restituirgliela). No, è meglio che tu gli dia anche
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1936
gli dia anche questa che me la tenga finché
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1936
discorso. Ora dalle voci che giungono di fuori si
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1936
di fuori si sente che il campo è rianimato
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1936
guai. ¶ MAGGIORE (a Ghizzoni): Che corvi, questi medici! Eh
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1936
hanno abbandonato le posizioni che sono state occupate dalla
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1936
stata dura. Inutile aggiungere che il battaglione deve questo
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1936
la medaglia. Son cose che hanno un’importanza relativa
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1936
impacciato): Le interessa sapere che l’ho proposta…? (Si
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1936
a quei discorsi buffi che Le ho tenuto stanotte
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1936
sotto una risatina) Altro che mettere le mani avanti
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1936
Pausa impacciatissima) Sa, piuttosto, che cosa ho pensato? ¶ GHIZZONI
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1936
Cosa? ¶ MAGGIORE: Ho pensato che… Fra un anno, fra
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1936
tono) Sono dieci anni che ci vivo, io, su
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1936
una delle poche terre che conosco: ci sono stato
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1936
GHIZZONI (con una voce che si spegne): Perché? ¶ MAGGIORE
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1936
cataplasma del mio stampo, che sarà sempre più cataplasma
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1936
difetti. Se li conosco! Che ne pensa? ¶ GHIZZONI (come
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1936
GHIZZONI (come sopra): Quel che ne penso è molto
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1936
molto chiaro nelle lettera che ho lasciato al dottore
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1936
Signor Maggiore… ¶ MAGGIORE (avvicinandosi): Che c’è? ¶ GHIZZONI: Non
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1936
di sì). ¶ MAGGIORE: Vuole che chiami il dottore? ¶ GHIZZONI
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1936
il dottore? ¶ GHIZZONI: Credo che sia inutile. ¶ MAGGIORE (fraintendendo
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1936
Ha ragione. È roba che passa senza dottore, questa
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1936
boschi, una biblioteca… Chissà che ne dirà la sua
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1936
intruso! (E guarda Ghizzoni che non tenta nemmeno di
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1936
di rispondere) Ma vedrà che faremo presto amicizia. I
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1936
e quei quattro soldi che mi son messo da
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1936
amici o come fratelli che come subalterni. Il sistema
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1936
i risultati son quello che sono (un tempo). Questo
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1936
da pentirsi del metodo che ha seguito verso quei
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1936
sicuro): Nossignore. ¶ MAGGIORE: Crede che domani, sotto il fuoco
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1936
di buona stoffa. (Vedendo che Ghizzoni s’è alzato
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1936
lo guarda): Bene. Vedo che condivide le mie idee
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1936
e adesso… (Vede Ghizzoni che ha un gesto d
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1936
imbarazzo) Ho l’impressione che Lei conosca il colpevole
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1936
ieri. Anzi… una lettera che mi ha un po
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1936
di un braccialetto indigeno che non le ho mai
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1936
braccialetto? Eh! Mi dice che tutte le sue amichette
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1936
parecchie bimbe in Italia, che mi scrivono. Mi scrivono
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1936
è naturale. L’unica che non dimenticò e non
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1936
stancò fu mia madre che, per l’età, era
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1936
Le dissi, quando partii, che era per un anno
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1936
ha continuato a credere che fosse per un anno
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1936
in città, dagli zii che la conducono al cinematografo
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1936
l’unico divertimento cittadino che si prende, povera piccola
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1936
po’): Già! È quello che avrei fatto anch’io
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1936
Sì, ma… mi sembra che questa serenità l’avrei
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1936
mia divisa, dal fatto che andavo a comandare tanti
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1936
comandare tanti soldati neri, che alla stazione ci fosse
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1936
preferito una vecchia donna che è in casa da
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1936
da quarant’anni e che l’ha vista nascere
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1936
È la guerra… (Vedendo che Ghizzoni non dice nulla
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1936
di tornare. Ammesso anche che scampi le pallottole – e
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1936
lasci per carità! Spero che Lei non mi consideri
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1936
Le ho già detto che sono sicuro… Ma il
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1936
Signor Maggiore. È meglio che questa roba almeno la
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1936
ma non è questo che dicevo. Questa roba sì
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1936
mi capisce… più simbolo che sostanza. Non credo, insomma
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1936
sostanza. Non credo, insomma, che sia questo il suo
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1936
sua bimba. Mi pare che questa sia l’unica
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1936
una cessione di paternità che Le propongo. È soltanto
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1936
cose si spiegano pensando che non ho più nessuno
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1936
ho più nessuno e che da dieci anni vivo
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1936
ci sono degli ascari che mi seguono da anni
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1936
Se ci fosse qualcuno che mi richiamasse… Non ho
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1936
Italia – creda a uno che non ci vive – non
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1936
non si guarisce. Quelli che ci stanno non se
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1936
dicevo, Ghizzoni… Vorrei tanto che ci fosse qualcuno a
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1936
po’ di tenerezza umana che un uomo come me
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1936
tornare fossi io… io che non ho nessuno… nessuno
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1936
ho nessuno… nessuno… Vuole che la sua bimba…? (Biascia
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1936
testa) È inutile aggiungere che qui non è il
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1936
non è il Superiore che Le parla, ma un
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1936
dire e non trova che un) Grazie. ¶ GHIZZONI (vedendo
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1936
del cobarò,* degli ascari che si preparano a partire
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1936
troppo grave. All’ascaro che marcia piace inventarla la
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1936
avere davanti a sé che il cavallo di Goitana
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1936
non ci volevan credere – che in dieci giorni i
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1936
dieci giorni i nazionali che operano alla nostra destra
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1936
indigeni, disorientati come formiche che non riconoscono il loro
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1936
Di miracoli non crede che a quelli celesti e
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1936
un miracolo, con quel che di eterno essa spira
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1936
aguzza del piccone italiano che, implacabile e monotono, lo
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1936
se ne fa. Pensa che i picconi si smussano
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1936
i picconi si smussano, che i muscoli s’afflosciano
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1936
i muscoli s’afflosciano, che i nervi si logorano
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1936
si logorano. Forse pensa che noi non si potrà
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1936
mia fragilità, e chiedevo che m’issassero sul groppone
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1936
s’accende di fuochi che lo punteggiano, come fossero
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1936
Han ragione gli ascari che nei loro canti se
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1936
partoriti direttamente dalla Terra che li concepì in un
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1936
anch’io a quel che si dice: che, sotto
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1936
quel che si dice: che, sotto la pelle dura
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1936
sangue ricco di ferro che ogni tanto spumeggia anche
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1936
al pensiero della ricchezza che ne prenderà domani. ¶ XX
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1936
la tenda del comando, che si prolunga, oltre il
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1936
nella tenda del comandante che entrerà e uscirà di
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1936
tavolo rudimentale di legno che è in mezzo. Il
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1936
S’incrociano con Giusti che viene frettolosamente dal fondo
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1936
là, a ogni modo, che di qua (fruga nella
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1936
Proprio ora! (A Giusti che si avvia verso il
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1936
verso il fondo) Digli che gli ufficiali della Prima
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1936
Esce.) ¶ GHIZZONI (a Spada che sonnecchia su una cassetta
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1936
cui diecimila morti… ¶ SPADA (che ha seguito tutto il
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1936
Tiro di preparazione! ¶ Fortuna che non ci son tegoli
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1936
febbre, paròn? ¶ GHIZZONI: Ma che febbre! ¶ FABRIZI: Eh, altro
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1936
febbre! ¶ FABRIZI: Eh, altro che! A me non la
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1936
c’è liquido): Là! Che ti dicevo io? (A
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1936
attenti). ¶ MAGGIORE (a Giusti che lo segue): Si accomodi
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1936
su se stesso: attitudine che manterrà sempre): Sieda, Ghizzoni
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1936
destra e sulla sinistra, che si debbono compiere con
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1936
Prima Compagnia, quella compagnia che non è prima solo
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1936
iniziativa. Non c’è che una direttiva-base da
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1936
sezioni di mitragliatrici pesanti che le manderò verso le
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1936
Fanno duecentocinquanta uomini circa che, per tenere sotto il
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1936
mi domando e credo che nessuno di loro si
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1936
i rinforzi. So soltanto che, quando questi rinforzi arriveranno
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1936
sue posizioni. Sono sicuro che gli ufficiali e gli
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1936
di imitarlo a Ghizzoni che esegue. Poi si prende
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1936
su con un sorriso che resta allo stato potenziale
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1936
dica bugie. So benissimo che Lei ha la febbre
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1936
informarmi della sua salute che Le faccio perdere del
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1936
diamo troppa importanza. Credo che anche Lei, come me
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1936
incandescente. Sembrava, a noi che si calava dal picco
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1936
fiamma. Ho l’impressione che nulla ci sia rimasto
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1936
deformata come un fiume che straripi e tutto convogli
148
1936
perdemmo lungo la via che mena a Digra: si
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1936
mano; rimase qualche ragazzo che gettò via il lungo
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1936
marciare con noi, mostrare che era agile e robusto
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1936
e il capopaese dice che s’è infoschito il
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1936
perché glieli guardi, giurandogli che sarà sebài, uomo, poi
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1936
la strada ad aspettare che passi il battaglione che
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1936
che passi il battaglione che ha il fiocco più
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1936
figli, di suo padre che ha combattuto in Cirenaica
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1936
Generale», di suo nonno che fu ad Adua. Se
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1936
sulle rocce del Guzai che il gran sole del
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1936
con le gambe incrociate, che lo fa somigliare a
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1936
Egli è un uomo che almeno da vent’anni
160
1936
anni serve il Governo, che ha una sciabola, un
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1936
un uomo molto serio, che non si arrabbia mai
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1936
non si arrabbia mai, che non grida, che dirime
163
1936
mai, che non grida, che dirime le interminabili controversie
164
1936
ammonendo giovani e vecchi che Goitana è il padre
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1936
suoi figli e figlie che gli debbono rispetto e
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1936
nelle notti così chiare che l’alba vi scivola
167
1936
il vegliardo della compagnia che, a sedere davanti alla
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1936
perché tutto donando. Credo che nella loro immaginazione Dio
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1936
in briglia questi diavoli che non conoscono altro passo
170
1936
non conoscono altro passo che quello di corsa e
171
1936
proposito di quel capretto che fu venduto cinque anni
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1936
tale Uolde Maryam Negussè che, morto poi improvvisamente, lasciò
173
1936
Guangùl, uomo «non buono» che, invece di versare al
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1936
sullodato suocero un giorno che, al mercato di Adì
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1936
soldati. L’importante era che si andava. Da Saganeiti
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1936
avvalla, nonostante le forre che lo solcano e le
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1936
solcano e le ambe che lo increspano: sta. Altri
178
1936
immemore dell’avventura umana che nel suo sfondo si
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1936
e al Signore bianco che lo rappresenta. Egli ci
180
1936
rappresenta. Egli ci disse che Seium si ritirava e
181
1936
tigrini; e, pure ora che la sua signoria volge
182
1936
ne paventa il ritorno che si lascerebbe dietro una
183
1936
Intanto, su questo Tigrai, che al primo entrarvi trovammo
184
1936
spoglie del Governo italiano, che lascia, nonostante la guerra
185
1936
pastore a un ascaro che tentava di rapirgli un
186
1936
minaccioso fissandomi, ad attendere che Goitana sanzionasse con una
187
1936
So di qualche stregone che, a donne e uomini
188
1936
della guerra: un’idea che non ha niente a
189
1936
non ha niente a che fare con questa realtà
190
1936
Qui, dietro al nemico che fugge, pascola il bestiame
191
1936
con quelli strani cosi che somigliano ad automobili, ma
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1936
somigliano ad automobili, ma che salgono su ogni picco
193
1936
racconti la storia singolare che sembra un frammento di
194
1936
e guerriera, dell’Italia, che fuori d’Italia ci
195
1936
andare in altro tukul che nel suo poiché Gaber
196
1936
distratto all’istruzione: sapeva che gli Sciumbasci delle altre
197
1936
Sciumbasci. Oggi tutti riconoscono che Gaber ha vinto: nessun
198
1936
la sottigliezza di pensare che Goitana, quando è bagnato
199
1936
cambia l’abito e che in genere approfitta dell
200
1936
nel quale crede ora che s’è fatto cristiano
201
1936
oppure: «Piove, diavolo ladro!» che poi son tutte, gira
202
1936
I graduati della compagnia, che mi si radunavano intorno
203
1936
linguaggio sommesso e incomprensibile che probabilmente voleva dir questo
204
1936
Goitana sono animali misteriosi che pretendono di comandare all
205
1936
giorno forse ci riusciranno. Che cosa non riesce ai
206
1936
un maestro di saggezza che tiene lezioni ai più
207
1936
Bene, perdio! Vuol dire che si smette di lavorare
208
1936
di lavorare, vuol dire che ci si rifugia nel
209
1936
colpi di calore. ¶ Ora che lo sanno, tutti i
210
1936
conoscono oramai Goitana: sanno che, quando piove, egli è
211
1936
ammassati intorno a Goitana, che marcerà in testa con
212
1936
gli altri Goitana italiani che han conosciuto: dal maggiore
213
1936
fichidindia massicci e immobili, che ti guardano diffidenti. E
214
1936
in Italia la risonanza che ha qui. Toselli non
215
1936
ora capopaese di Digsa, che «le cose che si
216
1936
Digsa, che «le cose che si sanno sono molto
217
1936
molto meno di quelle che non si sanno» e
218
1936
non si sanno» e che «il fatto è questo
219
1936
il fatto è questo: che il corpo del maggiore
220
1936
la battaglia». Su quello che ne sia avvenuto le
221
1936
discordi, ma nessuno crede che il maggiore sia morto
222
1936
sia morto. Alcuni dicono che gli abissini, rapitolo, lo
223
1936
di guerra; altri raccontano che un’aquila lo trasse
224
1936
levandolo nel cielo, e che ora egli vaga sui
225
1936
lui. ¶ Il vecchio Sciumbasci, che, per essere capopaese e
226
1936
il fatto è questo: che il corpo del maggiore
227
1936
paese e la gente che lo abita sono silenziosi
228
1936
anziana del villaggio, dice che il torrente Saganeiti è
229
1936
Saganeiti è così arrabbiato che mostra tutti i suoi
230
1936
Angerà la prima goccia che cadrà nella valle sarà
231
1936
è figlio di quello, che a sua volta è
232
1936
sparso per la valle – che lo risuona come un
233
1936
vecchia conoscenza pei coloniali che lo conobbero tenente In
234
1936
Qualche vecchio Sciumbasci rimpiange che il calendario l’abbia
235
1936
con malinconia i giovani che salgono verso il forte
236
1936
di settembre, così chiara che sembrava l’annuncio celeste
237
1936
all’idea di Dio che lo slontana nell’infinito
238
1936
eritrea. Un battaglione indigeno che parte è come un
239
1936
Le donne fanno elel, che è un grido altissimo
240
1936
di Saganeiti la bianca, che il sole pareva rendere
241
1936
truppa e di comando che avevamo accumulato nel servizio
242
1936
il nonno di settanta che il Governo accetta tutti
243
1936
accetta tutti quegli uomini che sian capaci di portare
244
1936
portare un fucile: non che si debba, ma ci
245
1936
tetti erbosi senza sospettare che sian tetti, e partire
246
1936
due categorie: gli armati che sono i forti, i
247
1936
i forti, i disarmati che sono i deboli. Al
248
1936
di fucile, il guerriero: che è tanto più importante
249
1936
po’ di crosta democratica, che anche in noi italiani
250
1936
cadere. Tu, ufficiale, ricordati che sei «Goitana» e impara
251
1936
è l’ascaro stesso che te lo insegna – che
252
1936
che te lo insegna – che questa parola racchiude un
253
1936
meno non è «signore» che nel senso più alto
254
1936
senso più alto, qualcosa che sta al disopra, il
255
1936
vuoto t’attira. Senti che la parte che reciti
256
1936
Senti che la parte che reciti è troppo pesante
257
1936
reciti è troppo pesante, che non reggerai, che il
258
1936
pesante, che non reggerai, che il momento, che l
259
1936
reggerai, che il momento, che l’occasione verranno in
260
1936
obbligano a corrispondere; senti che verrà un momento in
261
1936
hanno anche una mamma che li aspetta, una mamma
262
1936
mamma a cui dissero che era «per un anno
263
1936
proposito non son possibili che le ipotesi, perché gli
264
1936
lo Sciumbasci è colui che ha tre galloni, immensi
265
1936
immensi, sulla manica sinistra, che porta i sandali e
266
1936
machina della compagnia, colui che non fa nulla, ma
267
1936
può fare; è colui che sta accanto a Goitana
268
1936
sta accanto a Goitana, che ne ricevere gli ordini
269
1936
fa eseguire; è colui che ha trent’anni di
270
1936
concittadino illustre e potente che, tornando, avrà la pensione
271
1936
e del tenente Teruzzi «che marciava in testa agli
272
1936
Gaber è un uomo che sa tutto: non soltanto
273
1936
gli altri, un Goitana che sta a Roma. ¶ L
274
1936
un cielo denso: più che effetto di nuvole, sembra
275
1936
sole, esasperato dalla barriera che lo comprime, talvolta scatta
276
1936
sinfonia disordinata e violenta che le prime sere ti
277
1936
foglie tetragone dei fichidindia, che ha ritmato le mie
278
1936
perché Goitana sa cose che l’ascaro non sa
279
1936
fan la fantasia significa che non è un buon
280
1936
un buon Goitana, significa che è un Goitana che
281
1936
che è un Goitana che non «vede». E male
282
1936
dove sei: è inconcepibile che in qualche parte del
283
1936
gocce grosse e pese che s’infilano senza esitare
284
1936
Battono con tal forza che fanno un baccano lugubre
285
1936
giù, quelle pietre bianche che lo infiorano senza pause
286
1936
in rima alcuni progetti che riguardano da vicino gli
287
1936
quest’aria di paese che perdura nei nostri bivacchi
288
1936
e un giorno bisognerà che ne racconti la storia
289
1936
canto. ¶ Questo canto diceva che ora che Goitana Gonella
290
1936
canto diceva che ora che Goitana Gonella era tornato
291
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idillio è l’atmosfera che più ripugna al mio
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centimetro la distanza astronomica che conservava da noi, di
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uomini maturi e temprati che di lor lacrime, forse
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certe rivalità e discordie che serpeggiavano tra i quadri
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le file degli ascari che se lo ripetevano sussurrando
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riflette, naturalmente, a quel che dovettero essere la personalità
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farne quello strumento meraviglioso che quel tale giorno, in
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tale luogo, fece quello che fece. Si dice: Toselli
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Toselli e il IV – che sono, poi, tutt’uno
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da un gran comandante che lo formò a sua
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graduato, è un ascaro che viene dal IV». ¶ E
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del XX. ¶ È possibile che, finita la guerra, questo
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gloria; è possibile, anche, che a queste cronache non
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a un nemico fantomatico che ti sfugge; dove i
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Il frutto del lavoro che gli hai dedicato è
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così marcati e caratteristici che lo individui fra tutti
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questo è avvenuto, pensi che puoi anche, ora, scomparire
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scomparire: resta quell’opera che ti somiglia, che in
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opera che ti somiglia, che in te s’identifica
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una voluttà da artefice che i reparti bianchi non
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È una tenera pietra che puoi ridurre all’espressione
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puoi ridurre all’espressione che ti pare. Non è
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per trarne fuori qualcosa che viva, rinunziare a viver
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avvenuto al XX, senza che quasi ci ponessimo mente
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amorfi o diversamente formati, che ci vivono accanto e
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di una vita sommersa, che i pensieri di Babbo
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miei libri (di quelli che scrivo, non di quelli
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scrivo, non di quelli che compro), di Brita, di
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sull’orlo non vedrò che una voragine d’acqua
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scuola di esempi immediati, che invano avrei cercato fra
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riassuntiva di «uomo»: sembrandomi che questo – e non altro
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quale è fatta, voglio che sia fatta, non di
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aver superato gli esami che la tua scuola, maggiore
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così simile a coloro che lo formarono e lo
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formarono e lo comandarono che scrivere dell’uno è
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questo, pel maggiore Gonella. ¶ Che a lui sia dedicato
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naturale. È naturale, anche, che sia dedicato, con lui
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lui, agli altri camerati che ne compongono i quadri
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vorremmo fare qui, noialtri che ci apparteniamo, l’elogio
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volontari, senz’altro programma che quello di essere anche
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ritardatari, finalmente – su questa che è oggi la vena
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le autorità militari: credo che nessuno di noi lo
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lo rimpianga. ¶ Altra cosa che bisogna dire, a mo
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di prologo, è questa: che non c’è nulla
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di tutto cuore coloro che subiscono i trentotto gradi
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africano». E personalmente aggiungo che nessuna Montecatini avrebbe fatto
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fedeltà al mio mestiere, che poi vuol dire fedeltà
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età critica. I superiori che vengono dicono: “Questo bel
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è una diserzione ora che m’impongono di ritirarmi
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tutti voi, signori Ufficiali. Che dirvi? Il battaglione è
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come di un battaglione che si fa onore, penserò
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fa onore, penserò subito che è il mio battaglione
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è il mio battaglione che si fa onore. Io
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perfezione di quegl’ingranaggi che han bisogno, per funzionare
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funzionare, di una mano che stia sempre su di
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Perfetti sono quegli altri che, una volta in moto
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van da sé, senza che più ci si accorga
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fu una pausa prima che il capitano De Cadilhac
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l’attenti: ognuno aspettava che qualcuno dicesse qualcosa. Allora
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e la voce parve che, per venir fuori, avesse
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sua è una malattia che non perdona e lui
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nella coscienza dell’ascaro, che non ama questo mestiere
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non ama questo mestiere, che fare il conducente è
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conducente è un segno che il superiore ha stima
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il disordine sconvolgendo quello che è il principio-base
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Dar sempre la sensazione che si ha gli occhi
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largo nel baccish. Ricordarsi che l’ascaro riduce tutto
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mollare e non permettere che si molli. Appena arrivati
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non sian piazzate. ¶ 8) Ricordarsi che un battaglione indigeno non
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indigeno non deve contare che su se stesso. Ove
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Usi il linimento Sloan che gli ho mandato. Controllare
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gli ho mandato. Controllare che lo faccia. ¶ 3) Pei prelevamenti
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mandare i ruolini tascabili che mancavano. Ho pensato anche
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garantito ancora una volta che il cambio al battaglione
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dicevano anche, gli ascari che di tutto fanno favola
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la mensa taciturna, aspettavo che qualcuno passasse per dire
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così stretto, quel contatto, che ne scaturivano scintille d
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mesi non ho saputo che il nome: cosa facessero
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avrebbero fatto dopo, in che direzione si atteggiassero le
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oscuro. Arrivarono, nei giorni che seguirono, nuove reclute e
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per essi null’altro che un nome e un
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facce uguali e impenetrabili, che si pensa di non
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mondo, chiuso dal reticolato che circondava l’ultimo sussulto
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ma «il Maggiore», colui che tutto può. ¶ Lui, Gonella
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era stato alle bande: che sono, se possibile, anche
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a parlare di quelli che eran restati lassù come
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non per l’immagine, che può rimbalzarci contro, di
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al XX, questa gioia che Mussolini, solo, una volta
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un mulo (quel mulo che per lui è micidiale
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attesa. Quando, a noi che si scendeva dalle rocce
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Cuihà, arrivò la notizia che lui ci aspettava sulla
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avevano sempre detto, loro, che un giorno l’ombra
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per incanto, il battaglione che, in vista della mèta
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colpo come un vecchietto che si presenti a una
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amavano Sassahà e capivano che ora voleva per sempre
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loro padre e dicevano che ora, senza Sassahà, non
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faceva deviare le pallottole che fischiavano intorno. Nessuno era
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Sassahà rideva e diceva che Dio è con noi
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ritorno, sul crepuscolo, Terù, che era chiamato la lince
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qualcosa e non sapeva che. Qualcosa, qualcosa lontano… ¶ *** ¶ Nessuno
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ascari si era accorto che Goitana dottore era entrato
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vedere e udire quello che succedeva dentro la tenda
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si avvicinava piano, ora che era notte, e sentiva
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la voce di Sassahà che era debole, come venisse
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Ho capito da me che era finita, signor Maggiore
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ancora agli altri ufficiali che stavan lì a capo
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e a Goitana dottore che diceva: «È inutile… A
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trasportarlo non si farebbe che affrettare…». ¶ *** ¶ A notte alta
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dormire Sassahà. Il maggiore, che gira tutta la notte
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tutto questo?…), ecco Menghesti che si china a baciarlo
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baciarlo, ecco il biancospino che fiorisce… ¶ Terù apre gli
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non sa, ma sa che ora, che ora… ¶ *** ¶ Terù
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ma sa che ora, che ora… ¶ *** ¶ Terù sale sulla
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si risveglia, guarda Sassahà che fissa il cielo e
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soli come aquilotti dopo che mamma aquila è stata
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volle. Morto è Sassahà che venne, su una grande
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grande nave, dal mare, che sia bello e coraggioso
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Perché così fa Goitana che torna sempre quando torbido
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c’era, in pace, che il confine; in guerra
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guerra non c’è che il nemico. Andare avanti
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sette, otto, quindici morti. Che miseria! Per questi sette
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manda avanti una compagnia che li agganci, si tiran
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conclude. ¶ Non si guarda che avanti. La retrovia ci
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hanno invaso i campi che i fanti abbandonarono. Ma
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rosso bianco azzurro, motori che provano, motori che protestano
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motori che provano, motori che protestano, gente che ti
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motori che protestano, gente che ti urta, che ti
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gente che ti urta, che ti pesta, che ti
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urta, che ti pesta, che ti caccia via, e
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ma di un buffo che ti fa rabbia: una
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Vieni dalla linea, ebbe’? che vuoi? che se ne
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linea, ebbe’? che vuoi? che se ne vadano? che
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che se ne vadano? che ti bacino i piedi
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bacino i piedi (poveretti)? che ti chiamino “signor Generale
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ti chiamino “signor Generale”? Che vuoi?». ¶ Voglio, voglio… Non
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io, con precisione, quello che voglio. Anzitutto, voglio mangiare
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osteria con fanale giallo, che si chiama «La taverna
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carne. Di carne! E che carne! ¶ Ahimè, sento che
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che carne! ¶ Ahimè, sento che l’ultima resistenza, l
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affloscia. È la donna che catalizza. Altra cosa, il
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intorno tutti, quei pochi che hanno il turno di
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pagare da bere. Protesto che tocca a me, ma
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da Sassahà a raccontargli che sua figlia Masciò era
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dal giudice aveva ottenuto che Tesfài pagasse a Masciò
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signore fa come Sassahà che non risponde subito, ma
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chi sa leggervi – ciò che è buono e giusto
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la stessa voce, sia che faccia elogio sia che
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che faccia elogio sia che dia punizione. Dice Sassahà
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Governo, questo vogliamo io che stiamo tuo signore e
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stesso perché non comprendiamo che api possiamo fare molto
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Tu, rispetto a me che stiamo tuo padre e
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E se io diciamo che durante la marcia non
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Goitana e sappiamo cose che tu non sappiamo». ¶ *** ¶ Sassahà
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Sassahà sapeva veramente cose che gli altri non sapevano
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parlava agli altri Goitana che, tutti, lo stavano sempre
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Sassahà sapeva per esempio che cosa dicevano le allodole
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modulato, trillante e tremolante che gli ascari si fermavano
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notturne intorno ai fuochi, che in certe sere luminose
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lui, s’era avvisto che, una dopo l’altra
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triste il fanciullo Terù che camminava lento, con un
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sogno e sappiamo anche che cosa Dio vogliamo. E
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allora io, povero ascaro, che cosa gli possiamo dire
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bevuto tech, vuol dire che o diavolo stiamo entrato
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testa, o Dio volere che io parliamo a Goitana
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i tuoi occhi, Terù, che sono stasera più fondi
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Il fatto è questo: che càpitano cose, a volte
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càpitano cose, a volte, che non si capiscono bene
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insieme al Signore bianco che ha loro insegnato tante
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ti dà il bue che t’ha promesso, devi
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ti succeda, sai quel che devi fare. Perché questo
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grande vantaggio di coloro che posson viver vecchi: i
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quel bagaglio di sapienza che il vecchio padre e
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le sue sorprese, ecco che un bel giorno ti
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il quale ti mostra che la saggezza umana, anche
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vecchissimo nonno, non è che una cosa molto piccola
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al Cascì del paese che sempre ti ha ammonito
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sempre ti ha ammonito che soltanto Dio conta, che
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che soltanto Dio conta, che tu non sei niente
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non sei niente e che sempre devi rimetterti nelle
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vedeva Goitana e sapeva che Goitana (questo l’aveva
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e tutto? È lui che deve sapere, spiegare, aiutare
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per tutti gli ascari che sono suoi figli, ma
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per le giovani reclute, che sono appunto i suoi
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un’approvazione di Goitana che venne sotto forma di
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succedeva questo fatto curioso: che, siccome amava molto il
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gran vegliare e discorrere che si faceva intorno ai
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si ripeteva senza pausa – che Terù sognasse di Sassahà
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così lieve e leggero che pareva che da un
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e leggero che pareva che da un momento all
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alto guardava e pareva che la terra non lo
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in certi pensieri personali, che non avevan nulla a
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non avevan nulla a che fare con le ragioni
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in alto: un segnale che veniva dal cielo. Ai
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zaffate di polvere giallastra che poi, diradandosi, mostrava qualche
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il loro miagolio molesto che stride sui nervi e
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per sfottere quegli altri che su ogni tarbush affacciato
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una di queste manovre che Gheremedìn ci rimise una
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una pedata nello stomaco che lo ributtò di lato
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darsela buttandosi nel torrente che ne divenne, per un
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sacramenti definitivi a qualcuno che poteva essersi rintanato in
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ultima perfidia. ¶ Ma quello che ci premeva era ritrovare
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soddisfatti eran gli ascari che si rincorrevano e ruzzavano
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un giunco. Si sapeva che era arrivato e se
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all’ascaro del presidio che gli portava la cassetta
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con lui, vuol dire che sono amici, vuol dire
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sono amici, vuol dire che Sassahà è buono anche
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come Tuclà, vuol dire che tutto andrà bene: largo
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fantasia, molto il tech che berremo. E gli ascari
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sera. Anch’io voglio che la fantasia sia bella
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ascari e ti pare che, sul ritmo del negarit