parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Federico Roncoroni, Sillabario della memoria, 2010

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
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2010
e che avesse a che fare con i baci
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solativus, derivato di solatus, ‘che ha ricevuto un colpo
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prodotto da più persone che parlano tutte insieme, schiamazzo
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insieme, schiamazzo di bambini che gridano giocando. Alcuni dizionari
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un ‘parapiglia’ o quello che più comunemente chiamiamo un
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redarguiti da un tale che, in una delle più
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insieme con altre cose che è inopportuno registrare, «Basta
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e, nel Novecento, nientedimeno che Luigi Pirandello. Insospettata e
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il mio Signore’, formula che, ripetuta nelle preghiere collettive
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in romanesco, secondo Ritella, che è nata a Siena
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a differenza di “pirla” che era, per ragioni che
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che era, per ragioni che allora ignoravo, proibitissimo. “Bamba
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stupido”, ma suonava meglio. Che derivasse dall’accorciamento di
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e quindi avesse a che fare con la parola
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non aveva niente a che fare con i bambini
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i bambini, tanto più che noi tutti eravamo bambini
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esserlo e sapevamo benissimo che tra noi bambini ci
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essere un bamba ma che non tutti i bamba
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quello schiocco di labbra che comportava in virtù della
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musicali nati dal suono che producono. Così, se non
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amore e il violoncello che se uno non li
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li conosce non sa che cosa sono e che
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che cosa sono e che suono danno. ¶ barbellare (verbo
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Secondo la nonna Pina, che la usava spesso, deriva
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spesso, deriva da barbèl, che significa ‘mento’ o meglio
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mento appuntito e prominente che si chiama più propriamente
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Spiegava infatti la nonna che la prima cosa che
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che la prima cosa che si vede tremare in
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tremare in una persona che ha freddo o paura
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barbèl, il mento, e che uno, prima di piangere
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barbiera (sostantivo femminile) Donna che di mestiere taglia capelli
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di Lucca: una donna che ti pela e scortica
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in miseria, una, insomma, che ti faceva barba e
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per la sua bellezza, che si era abilmente inserita
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impiegando i soli mezzi che aveva, cioè mani, labbra
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Tra i tanti nomi che anche allora si potevano
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appunti sul giudizio più che favorevole che il costituzionalista
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giudizio più che favorevole che il costituzionalista aveva espresso
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figurato di una parola che, nel senso proprio di
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Varese, ed entrambi concludemmo che avremmo potuto arrivarci anche
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aveva usata Rossi ma che non ci avevamo mai
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ci confermò, per altro, che era parola nobilissima, santificata
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quelli vi son stati che la mercatantia e ’l
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natura di queste barbiere, che senza rasoio radono fin
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delle belle “brutte parole” che, come un buon discepolo
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precisazione della prima volta che l’avevo incontrata, alla
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della nonna, semplicemente “barlafùs”, che valeva sia per il
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biglie e ai francobolli che lasciavo sempre in giro
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via dicendo. La nonna, che non faceva alcuna distinzione
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La suorina del catechismo, che peraltro alludeva a queste
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azzerbinabile (aggettivo) Di persona che dà l’impressione di
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a una giovane donna che, in fila davanti a
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il momento, neanche “azzerbinare”, che vuol dire ‘ridurre qualcuno
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della parola, una volta che vi entrerà, è molto
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un tipo azzerbinabile”; “Guarda che non mi puoi azzerbinare
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l’ha talmente azzerbinata che non la riconosco più
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Tonto, semplicione, sciocco; persona che si fa raggirare facilmente
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questo, le rare volte che viene usato, alquanto duro
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sopportava il biscugino Pasquale, che pure era un babbeo
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di vaglia, al punto che in famiglia si alludeva
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nemmeno il turista giapponese che, in Piazza della Signoria
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per fotografare tutto ciò che poteva, gli cascò addosso
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un tono più divertito che risentito, l’ometto reagì
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assumendo, sui due piedi che aveva più lunghi delle
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mi viene da pensare che, escludendo che il samurai
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da pensare che, escludendo che il samurai potesse conoscere
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sé il suono oppure che in giapponese babb significhi
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definivano βάρβαρoι , ‘balbettanti’, coloro che a causa delle difficoltà
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a causa delle difficoltà che incontravano nell’esprimersi in
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sono i nostri dialetti che sui suoni bab/beb
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bar hanno costruito parole che indicano appunto chi è
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e il veneto babalàn, che è arrivato, non so
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adolescenti e i giovani che, per lo più in
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fossimo circondati da gente che parlava di “papà” o
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pà l’à dì che...») e solo “pà” e
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Carloni, toscaneggiavamo: come Dante («ché non è impresa da
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universo, / né da lingua che chiami mamma o babbo
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a Firenze: può essere che sia stato colpito da
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colpito da qualche bimbo che in Piazza della Signoria
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babbi. Fatto si è che, quando siamo nati, ci
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cominciato a ripetere, oltre che “ma ma ma”, “ba
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meridionale e settentrionale “papà”, che ancora nella seconda metà
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come francesismo: «Babbo. Nome che al padre dánno in
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un gesto di adulazione che implica un ossequio riverente
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indica anche la persona che si umilia producendosi in
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meno l’atteggiamento mentale che l’atto rivela, esiste
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parola è scomparsa, oltre che dall’uso, dalla maggior
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caricato nei secoli ciò che indica, è “baciamano”, che
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che indica, è “baciamano”, che definisce un gesto non
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pelle di una mano che nel migliore dei casi
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troppo unta e quello che un’altra persona prova
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ributtanti. ¶ Madame du Barry, che notoriamente preferiva, non in
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una pezzuola di lino che portava sempre appresso quando
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o alle feste: precauzioni che non usava mai quando
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piaciuto a lungo pensare che derivasse dal verbo “baciare
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dal verbo “baciare” e che avesse a che fare
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a scuola lo vedevo che mi guardava da dietro
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saluto, come per dire che presto sarebbe tornato in
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calzoni corti color marrone — che gli avevano comprato per
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Comunione e la Cresima che non avrebbe fatto mai
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della miseria e sembrava che si fosse preso anche
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esperienza diretta di ciò che indicano. È il caso
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il caso, per quello che mi riguarda, di talune
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parole della medicina, parole che magari ho letto o
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farci troppo caso e che, invece, mi hanno colpito
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tristemente mie quando ciò che indicano ha cominciato a
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linfoma” o “mieloma” (→ oma), che sono veramente entrate a
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sono, pare, più malattie che persone. E ognuna, oltre
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di complementi di specificazione che la individuano e la
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2010
e decine di parole che fino a quel momento
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proprio parole come queste, che sono pure brutte, diventano
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Poi, qualche anno dopo che il mio lessico privato
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2010
non dovuto ad altro che al caso o al
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serie di parole sconosciute che in breve tempo sono
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via dicendo. La parola che ho sentito e sento
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serie è la penultima che ho citato: “angioplastica”. Mi
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medici pochi attimi prima che mi sottoponessero d’urgenza
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giorno di un anno che (il giorno non l
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dimenticherò mai, all’intervento che la parola indica: un
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indica: un’angioplastica appunto. Che è poi un elegante
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monitoraggio videoscopico. Una parola che forse avevo già sentito
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2010
perché poi ho scoperto che molti amici e conoscenti
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più stent (altra parola che ora fa parte del
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del mio corpo), ma che non mi aveva mai
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2010
di più di quello che etimologicamente significa: rimodellamento (‘plastica
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rimodellare’: la stessa parola che indica l’operazione di
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2010
degli uomini, si dice che si spazientiscono, si irritano
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ma la maestra Lina, che in Seconda elementare cercava
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2010
essere aumentato e arricchito che migliorato. La condanna magistrale
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in bestia”, un’espressione che, come diceva la maestra
131
2010
ho usato anche “imbufalirsi”, che mi è sempre piaciuto
132
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cugino grande e grosso che quando “perdeva le staffe
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2010
di un toro infuriato, che era per me l
134
2010
e “far incazzare”, voci che non erano neanche previste
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2010
è registrata la definizione che Piero Chiara ne ha
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2010
donne, secondo la definizione che ne dà Palmiro Premoli
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2010
donna”. Una volta chiarito che l’onanismo (come ho
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2010
parola sul dizionario, dopo che l’insegnante di Religione
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2010
la masturbazione, possiamo dire che l’aselgotripsia altro non
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2010
aselgotripsia altro non è che quella cosa lì, fatta
141
2010
sei o sette termini che non è il caso
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2010
è questa parola, “aselgotripsia”, che vale un Perù, sia
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2010
in nessuno dei dizionari che ho consultato — sia perché
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2010
esplicita nel significare ciò che indica, esplicita, ovviamente, come
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2010
ne l’aere dolce che dal sol s’allegra
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2010
dalle bollicine d’aria che esalano — ma non sono
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2010
maestro, Brunetto Latini, leggeva che da «accidia nasce malizia
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2010
secolo): come il peccato che non solo allontana gli
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2010
il declassamento del peccato che vige ai giorni nostri
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2010
passa sul piano intellettuale che, come si sa, è
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basso, verso il lassismo che tutto comprende, tutto giustifica
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certo tipo di indole che alla coscienza morale: diventa
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noia e indifferenza, “vizi” che hanno in sé qualcosa
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Tommaseo, da quel tipaccio che era, è ancora abbastanza
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anche i danni sociali che il peccato comporta: «L
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2010
mancanza di quella cura che al bene dobbiamo: mancanza
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2010
tristezza e tepidezza noiosa che rende l’uomo men
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2010
entrambi vengono considerati più che altro una sorta di
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2010
di malattia, un tarlo che indebolisce le forze intellettuali
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2010
accidioso” veicola addirittura significati che possono essere accostati, da
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2010
stanchezza e di noia, che si traduceva in sfumature
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2010
me, il vecchio prete che, insieme a una dolcissima
163
2010
volta i vizi mortali che aspettavano al varco me
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2010
invidia, l’avarizia, peccati che evidentemente riteneva per noi
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2010
velo pietoso sopra vizi che sapeva terribili. La nonna
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2010
essere in buona compagnia, che sono cresciuti ignorando a
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2010
peccati capitali. La Chiesa, che per altro dovrebbe aggiornare
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2010
sette peccati capitali, visto che ormai sono diventati più
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2010
comunicandi e cresimandi, di che tipo di pigrizia si
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2010
buon fedele può pensare che il peccato di pigrizia
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2010
piccolo esempio di parole che vengono meno ma si
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2010
e vegeta la cosa che indicano. ¶ accoglitrice (sostantivo femminile
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2010
Volete mettere: “accoglitrice”, ‘colei che ti accoglie’, invece di
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2010
invece di “levatrice”, ‘colei che ti leva fuori’, “raccoglitrice
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2010
leva fuori’, “raccoglitrice”, ‘colei che ti raccoglie’ o, peggio
176
2010
o, peggio, “ostetrica”, ‘colei che sta davanti alla puerpera
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2010
ben più complesso viaggio che vi aspetta: un’accoglitrice
178
2010
di vento ¶ il mare che lento s’imbianca ¶ e
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2010
a lido ¶ come allor che fa il nido ¶ nel
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2010
dal numero di volte che la modula, in verso
181
2010
c’è altro rumore che la cantilena lieve delle
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2010
informati, in Seconda elementare, che il nostro compagno Peppino
183
2010
vaga, come di qualcosa che doveva fare molto male
184
2010
la mamma, cui raccontai che cosa avesse il Peppino
185
2010
cosa avesse il Peppino, che poi era il figlio
186
2010
mi bastò per capire che si trattava di una
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2010
pernicioso” era un aggettivo che indicava cose, specialmente malattie
188
2010
Peppino aveva una malattia che lo indeboliva sempre più
189
2010
indeboliva sempre più e che prima o poi se
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2010
rigonfiamento dietro le orecchie, che ogni tanto mi mostrava
191
2010
orgoglio, come una cosa che lui aveva e io
192
2010
i minuti per vedere che faccia avessi e mi
193
2010
l’aspetto questa persona che non mi fa e
194
2010
mi farà paura e che verrà nel buio della
195
2010
tace, per fare quello che i vincoli d’affetto
196
2010
facili amori. Niccolò Tommaseo, che nel suo Dizionario sigla
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2010
nome di quei cornutacci che fanno venire in Italia
198
2010
olivastri, gialli e simili — che poi infestano il «suo
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2010
cioè “lisciarda”, ‘donna vanitosa, che si agghinda e si
200
2010
non trova quindi giusto che la parola sia usata
201
2010
donne: «Meglio accattamòri» dice «che accattapàni [= ‘uno che va
202
2010
dice «che accattapàni [= ‘uno che va accattando il pane
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2010
registrano più; lo Zingarelli, che ce l’aveva, se
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2010
la nobilissima materassabile (→ materassabile). Che riposino tutte in pace
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2010
verbo) Da bambino credevo che la parola “acchiappare” significasse
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2010
per via del fatto che c’era di mezzo
207
2010
brutta era l’azione che indicava, non l’ho
208
2010
La mia interpretazione lessicale, che poi del tutto sbagliata
209
2010
del resto sull’esperienza che, come si sa, è
210
2010
scienza. E l’esperienza che mai non falla mi
211
2010
con i miei occhi che, quando lo acchiappava, gliele
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2010
proprio lì sulle chiappe, che nei dialetti delle mie
213
2010
quale, precisamente? E in che cosa consiste? Fate in
214
2010
la domanda e vedrete che sconcerta tutti. Sconcertava già
215
2010
una mia candida amica che, nonostante il nome maschile
216
2010
alluci dei piedi, e che l’ha trovata una
217
2010
conoscerla. Ora, non è che io vada interrogando le
218
2010
più o meno difficili che ci capita di incontrare
219
2010
incontrare o sui peccati che commettiamo, ma quel pomeriggio
220
2010
atteggiamento languido e malinconico, che nella sua magrezza sembrava
221
2010
con la consueta grazia. «Che cos’è, se mai
222
2010
pari ardore. Resa edotta che fu del significato della
223
2010
e quindi del vizio che indica, si volle definire
224
2010
mi fu difficile convincerla che se proprio voleva definirsi
225
2010
alle sue abitudini, più che accidiosa doveva dirsi lussuriosa
226
2010
lussuria ). Andrea a parte, che non fa testo, perché
227
2010
perfino molti cattolici praticanti, che, se poni loro il
228
2010
è un peccato mortale che non so neanche in
229
2010
in cuor loro, sperano che, se è vero che
230
2010
che, se è vero che per peccare bisogna almeno
231
2010
bisogna almeno essere consapevoli che quello che si è
232
2010
essere consapevoli che quello che si è commesso è
233
2010
per forza anche vero che, se non si sa
234
2010
di accidia non sapere che cos’è l’accidia
235
2010
bene operare, il sapere che cosa è giusto fare
236
2010
a preti e fedeli che non sanno più né
237
2010
si stupirebbe di apprendere che la pigrizia sia un
238
2010
così san Gregorio Magno, che poneva l’accidia nella
239
2010
lista dei sette peccati che gridano vendetta agli occhi
240
2010
pensava così neppure Dante, che sbatte gli accidiosi nella
241
2010
attacco del rozzo verbaccio che spinge la sua invasività
242
2010
fregatura per eccellenza, visto che significa anche ‘possedere sessualmente
243
2010
imperdibile “infinocchiare”, parola saporosa che propriamente, scrive Niccolò Tommaseo
244
2010
zucchero, o dal rendere che a taluni e’ fa
245
2010
e ‘fino’ in senso che accenna ad astuzia e
246
2010
parola del linguaggio familiare che condividiamo tra il Nord
247
2010
Pina (→ nonne) per dire che era stata costretta a
248
2010
sopportare senza reagire quello che sentiva come un torto
249
2010
la mia amica Barbara, che è di Roma, anzi
250
2010
te la prenne. Abbozza. Che te frega, poi». Sta
251
2010
poi». Sta di fatto che per me “abbozzare” ha
252
2010
quello, e di persone che “abbozzavano” ne ho conosciute
253
2010
un’etimologia della parola che mi piaceva molto: “abbozzare
254
2010
come fanno certi insetti che si chiudono nel bozzolo
255
2010
e Carlo Emilio Gadda, che sono tra i pochi
256
2010
e Barbarella. Questo “abbozzare” che oscilla tra la rinuncia
257
2010
stessi, è il primo che ho incontrato. Solo al
258
2010
noto e diffuso, quello che significa ‘dare una prima
259
2010
Un terzo “abbozzare”, quello che significa ‘bloccare, legare le
260
2010
fa da Antonio Consolandi, che oltre a essere l
261
2010
del linguaggio relativo. Credo che non mi capiterà mai
262
2010
risentimento in cui supponevo che si chiudessero i coniugi
263
2010
e chi c’è che si blocca più di
264
2010
subito di dare qualcosa’ che questo verbo tricipite ha
265
2010
di cibo. È parola che mio padre detestava. L
266
2010
insieme a tante altre che gli piacevano ancora meno
267
2010
il lungo servizio militare che aveva prestato tra Alessandria
268
2010
tutta la penisola. ¶ Sarà che mi suona male, sarà
269
2010
mi suona male, sarà che veicola l’immagine di
270
2010
a me. Del resto, che ci siano parole che
271
2010
che ci siano parole che non piacciono e provocano
272
2010
Tiziano Rossi, una persona che ha per natura il
273
2010
balbettante? Per l’oggetto che richiama? Per l’idea
274
2010
l’idea di sciatteria che produce? Per un qualche
275
2010
editoriale, non piace, oltre che il colore viola, bandito
276
2010
sopporta l’aggettivo “sfizioso”, che, dice, ha imparato durante
277
2010
al suo derivato “abbuffata”, che gli suggerivano l’idea
278
2010
veri ma da truppa che saccheggia la dispensa e
279
2010
parole proibitissima in famiglia, che spaziava da quelle attinenti
280
2010
gran parte delle altre, che, invece, stimolavano non poco
281
2010
Paola Capriolo, un’altra che le parole le lavora
282
2010
La mia amica Martine, che è francese e fa
283
2010
femminile) In sardo, colei che finisce: la donna che
284
2010
che finisce: la donna che, su richiesta di un
285
2010
finire’, rimane il nome che più si conviene a
286
2010
il momento, ben sicuro che farebbe quello che deve
287
2010
sicuro che farebbe quello che deve fare. Comunque sia
288
2010
una siringa tanto sottile che si vede appena -, io
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laurea, scrisse un giorno che la mattina appena alzato
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notte. Noi altri bambini, che alla mattina avevamo l
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possibile, non capimmo bene che cazzo facesse Duccio. La
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facesse Duccio. La maestra, che ci aveva inflitto l
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non voleva far sapere che ne ignorava il significato
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ciascuno per suo conto, che Duccio facesse su le
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dell’esibizione del sapientino, che ci rimase male, perché
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o qualche domanda, cose che mai ci sarebbero passate
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il Sergio, a dimostrazione che non era del tutto
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tra sé e sé, che forse la mattina il
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nel letto: le palle che aveva perso durante la
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o non sapevamo tutti che il Duccio bagnava ancora
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spiegava altrimenti il fatto che arrivava ogni giorno tutto
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sia, trionfò l’idea che “abballinare” volesse dire ‘cercarsi
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cercarsi le palle’, gesto che d’altronde Duccio faceva
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davanti proprio lì, e che evidentemente faceva anche di
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a significare anche dopo che Duccio se ne fu
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in Toscana. Come dire che le persone se ne
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loro parole restano, secondo che recita un corollario della
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la maestra le domandò che mestiere facesse suo padre
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accettammo di buon grado che suo padre facesse l
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autista. Mestieri normali, insomma. Che lavoro svolgesse esattamente il
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pochi giorni, infatti, capimmo che, come diceva la parola
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maestra, la quale, vuoi che sapesse cosa era un
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era un abbiente vuoi che si sentisse trascurata dagli
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trascurata dagli altri genitori che non si facevano vedere
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persone della mia vita che proprio non mi è
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decimo compleanno, vedemmo bene che, con la villa che
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che, con la villa che si ritrovava, con tutte
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belle ragazze in divisa che gli giravano intorno con
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papà ne aveva tante che non gli restava tempo
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normale! A pensarla oggi che suo padre abbiente non
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colpa, pare, dei cinesi che con la loro cattiva
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ben presto essere quella che probabilmente era già: una
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della sua fondamentale vacuità che, alla domanda della maestra
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a scuola, rispose quello che rispose, rivelando, glielo devo
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se anche avessimo saputo che tipo di professione facesse
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gli abbienti, cioè quelli che ‘hanno’, i benestanti, gli
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non abbienti”, cioè quelli che non hanno nulla o
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un senso del pudore che non saprei se fa
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un modo così delizioso che la rese a tutti
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tra noi, scherzando: «Guarda che ti abbindolo »; «Abbindolami, che
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che ti abbindolo »; «Abbindolami, che ti sparo!». Qualche anno
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sul dizionario, ma vidi che non era adatta al
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era adatta al contesto che avevo in mente: né
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il filo sul bindolo’, che è uno strumento che
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che è uno strumento che svolge il suo compito
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frego io» e simili) che livella, con la sua
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mi sono reso conto che se volevo tentare di
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memoria. Di fatto, vedendo che, giorno dopo giorno, mia
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nome con l’oggetto che indicava o un verbo
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azione o lo stato che esprimeva, ho provato il
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il senso di angoscia che deve provare chi, essendo
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alla perdita della memoria che aveva colpito il loro
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peste dell’insonnia e che li aveva portati, proprio
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memoria: — «un dizionario girevole che un individuo situato al
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una manovella, in modo che in poche ore passassero
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grazie a un beverone che aveva riportato la luce
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mia madre, ho pensato che l’unica cosa da
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parole: non tutte quelle che conoscevo, ma, e sono
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stesso numerose, tutte quelle che reputavo essere state più
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sentimentale e sessuale, quelle che parevano coinvolgere più persone
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persone e ricordi o che, semplicemente, mi piacevano di
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stata anche l’idea che nella mia testa, come
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su scritto la parola che li identifica e che
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che li identifica e che in virtù del medesimo
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schede; foto e filmini che ne illustrano il significato
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significato. ¶ Sta di fatto che, in un paio d
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alcuno. Molte sono parole che non esistono più: descrivono
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più: descrivono un mondo che non c’è più
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nel novero di quelle che un tempo, quando il
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cosiddette ‘brutte parole’, parole che, da bambino, i miei
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religiosi, il babbo, più che altro, per motivi estetici
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numero negli anni: parole che i dizionari, quando le
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ipotesi, pop.(olari), ma che proprio nei dizionari andavo
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a cercare per sapere che cosa volevano dire, e
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andavo in caccia, oltre che del significato, dell’origine
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origine. Molte sono parole che mi hanno sorpreso e
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di personaggi famosi, e che mi hanno regalato, e
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qualsiasi. Tutte sono parole che mi hanno fatto e
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e dalle altre donne, che amano o odiano altre
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mente. Però almeno so che, scrivendole, ho costruito un
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bisogno. Perché son convinto che le parole, se non
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senz’altro la vita che hai mentre sei vivo
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sei vivo: la vita che hai vissuto e che
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che hai vissuto e che ami, la vita dei
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la vita dei ricordi che hai coltivato con tanta
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con tanta passione. E che a partire da un
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vera. ¶ Di queste parole, che un tempo definivo ‘private
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private’, troverete, nelle pagine che seguono, una scelta. Di
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scelta. Di ciascuna, oltre che il significato, ho voluto
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nomi di autori famosi che le hanno usate. Spesso
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quale ogni persona nuova che conosci ti fa conoscere
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e squasimodeo (→ squasimodeo ) saputello che ci sia mai stato
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e di buona educazione che, arrivato in classe ai
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gentilbambino (→ Duccio). Fu lui che, in un “pensierino” lungo
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e rara in quello che dopotutto è solo un
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si scompone in e, che può andare a chiudere
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congiunzione, e in pa, che può fare da iniziale
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latrare’, per il verso che emette). ¶ Così è: l
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parole. Il nonno Salvatore, che parlava quasi soltanto il
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ila” e tante altre che adesso non ricordo. Gliele
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un patito di rebus che, insieme alla passione, gli
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dall’ufficiale un rebus che amava molto e che
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che amava molto e che mi propose, appena ritenne
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fondava, mi piacque tanto che non l’ho più
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così oscura e divertente che l’ho fatta mia
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mia e devo confessare che in qualche occasione l
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momento non ho capito che cosa volesse dire; poi
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sostantivo maschile) Fannullone, persona che non sa fare niente
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fanagutùn”, “fanagòtt” e “faniguttùn” che indicano con estrema precisione
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era il signor Severino, che abitava a piano terreno
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via Carloni. Si diceva che non avesse mai lavorato
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padre di una famiglia che campava con i soldi
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considerava un dritto, uno che aveva trovato il modo
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suo far niente. Chissà che direbbe se gli giungesse
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se gli giungesse notizia che l’epiteto che gli
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notizia che l’epiteto che gli toccò in vita
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professionisti della politica, quelli che, si racconta, non hanno
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Ottanta. Ho sempre creduto che l’avesse coniato di
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si è dichiarato convinto che i fancazzisti e il
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Romanò, la fiera virago che soccorse in Quinta elementare
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uso famigliare» ma riconosce che, avendo un’ampia serie
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di una certa inventiva che la bugia non ha
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non ha. Senza dire che una bugia «può essere
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bellissima, pressoché scomparsa, “fanfaluca”, che indica qualcosa «di più
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l’etimologia, a meno che la si voglia far
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ipotetico aggettivo latino *fandus, ‘che si può dire’, «forse
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etimologia degna della parola che è: attestata fin dal
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d’aria’. Di fatto che cos’è una fanfaluca
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una bolla d’aria che vola leggera tra la
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differente tipo di disponibilità che una donna esprime a
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donna esprime a seconda che usi l’una o
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moralità, è del parere che in effetti, una differenza
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sul campo, posso confermare che ha ragione, ma con
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serietà e dell’impegno che due mettono nell’amoreggiare
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ho maturato la convinzione che, per quanto nel parlare
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ogni età e condizione che tengono alle forme, distinguono
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nel parlare di quello che fanno o vorrebbero fare
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sempre per queste persone che amano le sottigliezze, vorrebbe
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e, come dice Marcello che ha fatto di tutto
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farsi impiccare», è una che fa “all’amore”, non
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non “l’amore”. Invece, che so, la mia amica
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la mia amica Fabiana, che da quando ha l
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era, invece, la domanda che tutti ci ponevamo. ¶ Ripensando
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in nessuno dei tanti che ho consultato. Era, dunque
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far capire al medico che non volevamo affrontare alcuna
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emergenza, senza la medicina che non ci avrebbe fatto
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a Como un bambino che di nome faceva Duccio
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di parlare: di uno che appena apriva bocca si
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apriva bocca si capiva che mangiava anche le mele
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e il coltello; uno che si sceglieva le parole
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uno, tanto per intenderci, che diceva “Còmo” anziché “Cómo
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capisce, se non fosse che della sua bravura faceva
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casa, con la mamma che era maestra, e la
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teneva in grande considerazione. Che lo temesse, perché si
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di più facile, visto che quello era il tipo
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quello era il tipo che andava a casa a
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contrario di noi altri che alla domanda «Cosa hai
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domanda, anche a quelle che la maestra faceva senza
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nei pensierini. Le domeniche che passava lui non le
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a giudicare dai pensierini che scriveva il lunedì mattina
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soprattutto, diversamente da quello che succedeva a me e
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lo meno io pensai, che fosse morto, soffocato dal
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o strozzato da qualcuno che non ne poteva più
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Derossi: ci faceva sapere che stava bène e che
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che stava bène e che era contènto di essere
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nome, Duccio De Bellis, che era lì, scritto per
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Avevo conosciuto diversi ragazzi che si chiamavano Dante, Francesco
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o Giacomo Leopardi. Possibile che oltre al mio ci
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C’era stato. E che cosa poteva essere se
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un poeta petrarchista? Più che un pertrarchista, in verità
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epigono della Scuola stilnovista, che aveva fatto in tempo
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e presente nel manoscritto che stavo consultando con un
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della gloria, senza immaginare che a sette anni sarebbe
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stupidello diafano e petulante che era. ¶ Mi venne il
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Mi venne il dubbio che il mio Duccio discendesse
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da quello antico e che fosse il tipo che
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che fosse il tipo che mi era parso perché
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illustri lombi. Tanto più che a pensarci bene, qualcosa
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qualcosa di poetico. Ma che farci, ormai? Come ritrovarlo
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suona e per ciò che significa. Tra l’altro
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uno di quegli scherzi che la selezione mentale delle
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alla parola greca hēdoné, che significa ‘piacere, voluttà’ (pensate
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edonismo” ed “edonista”) e che pure mi è molto
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per rievocare la bellezza che convoglia attraverso le sue
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rovinarmelo neanche i coglioni che la pronunciano iden all
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della categoria di quelli che, non a Londra ma
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e leggono plas quello che nei loro “folder” è
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o senza neanche sapere, che è una parola latina
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è una parola latina che significa ‘più, di più
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ventre ma un’epa, che è poi sempre la
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il patrimonio di parole che poi ti ritrovi ti
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non certo per spiegare che cosa cazzo ti fa
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sue coetanee: «Diamine! Possibile che non capisci?»; «Ti pare
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sono mica così vecchia!», «Che diamine succede?». Chissà se
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se avrà mai saputo che la parola che pronunciava
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saputo che la parola che pronunciava così spesso, lei
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o signore’. La parola, che oggi non si sente
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secolo prima, è “Diàncine!”, che è anch’essa una
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particolare, per esempio quella che, volta a volta, sola
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la sua polivalenza semantica che è il presupposto della
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e si manifesta colei che lo porta. Perciò mi
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Cristo, l’unica donna che trae il suo fascino
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più mi piace “belladonna”, che fa grandi e languidi
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la sua presunta stupidità, che è poi una forma
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Mi piace il danno che accompagna, si dice, la
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suo etimo latino domina che sa di casa (domus
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nome tra le parole che mi sono più care
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insieme al nome “uomo”, che però non inserisco in
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sentendo nulla di ciò che riguarda l’uomo a
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caso — non faccio altro che rendere omaggio a una