Pietro Gori, Le basi morali dell'anarchia, 1902

sede nei bisogni fisiologici, che mirano alla preservazione dell

secondo nei bisogni sessuali, che tendono, a traverso gli

fondamentali delle leggi biologiche che legano indissolubilmente la esistenza

è per l'una che l'uomo vive, per

vive, per l'altra che l'umanità rinasce e

adagia una morale positiva, che fondata su gli stessi

può essere solidalmente fondata che su questo reciproco riconoscimento

su questo reciproco riconoscimento, che ognuno ha diritto di

nel serbatoio delle ricchezze, che la natura madre e

nella espressa sanzione sociale, che riconosca in ogni uomo

l'aggregato di individui che si chiama società, deve

diametralmente opposto a quello che impera nelle leggi biologiche

specie umana – la rivoluzione che or si presenta fatale

storia, non può essere che un risorgimento profondo di

morali della società moderna, che dopo un secolo di

giorni, è giuocoforza convenire che la evoluzione procede dalle

senza tema di esagerare, che il primo stimolo all

non vedeva altra utilità, che quella di una sostanza

dominava tra gli uomini, che si trovavano ancora sulle

dopo le prime esperienze che l'istinto di conservazione

esistenza sociale. ¶ Così fu, che per un bisogno di

maggiore, di cotesto sentimento, che allaccia le forze e

ragionata simpatia di poi, che l'individuo cessò di

vinto – quando si accorse che avrebbe potuto ricavarne un

stadio della lotta intersociale, che nacque la schiavitù che

che nacque la schiavitù che era una forma addolcita

quando i vincitori riconobbero che era più utile rinunziare

Con la rivoluzione politica, che abolì i privilegi feudali

alle ricchezze naturali, trovò che bastava la semplice dipendenza

non può logicamente contrapporre che il principio della solidarietà

dei diritti dell'uomo, che aveva proclamato in astratto

cose, la sicurezza positiva che le ragioni di ciascuno

tra società e individuo: che anzi, con la sfrenata

così spaventose, come quelle che ora formano il contrasto

più salda e pronta che per gli sforzi di

e sociologica della libertà, che se trova nella mutua

sua guarentigia – per modo che invece d'essere sminuita

forze brute dell'ambiente che lo circonda, di quello

lo circonda, di quello che non sia l'uomo

sia l'uomo associato, che nell'appoggio del proprio

classe non ne sono che la conseguenza, per solidarietà

sviluppo della evoluzione progredita, che rimase apparentemente interrotta da

splendida ad un tempo, che fu il diciannovesimo secolo

individui e le classi, che rappresentò – sul terreno economico

salariato. Cosicchè può dirsi , che il colossale edificio della

chiesa contro la iniquità, che calpestando i più divide

man mano, creando, oltre che i legami materiali, che

che i legami materiali, che ormai allacciano indissolubilmente i

i sentimenti non sono che la immagine riflessa dei

questa coscienza del proletariato – che sorge dalla quotidiana esperienza

suoi compagni – non fa che fondere ognor più le

forma di schiavitù economica che prende il nome di

la struttura sociale tipica, che rappresenti l'oasi di

ciascuno non è possibile che nella libertà di tutti

cellula non può essere che nella salute dell'intero

un selvaggio della Papuasia, che ricorda innanzi ai trionfi

fede delle dottrine anarchiche, che l'anarchia non può

dell'essenza etico-sociale che la parola anarchia contiene

lo stolto pregiudizio. ¶ Certo che la morale della libertà

Papui, ricordata dal Ferrero. – Che cosa è il male

è il male, e che cosa è il bene

morale ortodossa ed ipocrita, che oggi impera, buona o

bene od il male che essa reca ad uno

utilità o del danno che ne risente l'individuo

individuo o la classe, che soggettivamente la giudica. ¶ Cosicchè

ed onorificenze a colui, che ha comandato ai fucilatori

in una società imprevidente, che a ben pochi assicura

delirio di un odio che non perdona – un potente

ma contro tutti coloro che professano le idee, che

che professano le idee, che esso dice di professare

si afferma dagli altri, che la morale anarchica proclama

ch'io provi matematicamente, che la morale anarchica è

diffusissimo da distruggere, pregiudizio che inganna i denigratori e

anarchica. Perchè qualche ribelle, che si dichiarò anarchico, lanciò

si arrivò a concludere, che la dottrina anarchica non

dottrina anarchica non era che una scuola di complotti

la propaganda. ¶ Dato anche che gli anarchici, per esasperazione

non sarebbe dimostrato affatto, che l'anarchia ha una

ognuno di cotesti perseguitati, che esplode il lungo dolore

delle migliaia e migliaia, che da anni ed anni

gentilezza semplice e leale. ¶ Che se nelle file dell

e con lo Strauss, che la maggior parte di

maggior parte di coloro, che seguivano Cristo nelle sue

come delinguenti comuni: il che non impedì, che da

il che non impedì, che da cotesta gente, in

uscisse la forza rivoluzionaria che rovesciò il mondo pagano

essendo sino ad oggi che una delle manifestazioni della

quel contagio dell'esempio, che dominano le azioni umane

di strumento a ciò che si crede il bene

il fatto di Giuditta, che con la frode e

commesso!... Eppure questo Romolo, che per una burla innocente

morale – realtà o leggenda che sieno – si insegnano come

reminiscenze feroci – e Bruto, che per la cinica ragion

e la educazione militare, che furono e sono purtroppo

politiche passate e presenti – che rappresentano, se non la

umane) quello schiacciante fortilizio, che è lo Stato. ¶ Lo

di glorificare quei violenti, che incarnano il principio che

che incarnano il principio che a lui dà vita

guerra leale. ¶ Questa monumentomania, che riproduce nei marmi e

storie ad usum delfini, che ciascuno Stato bolla col

divenne oggi gloria ciò che era delitto ieri. E

e l'altro, è: che questo si rivolta contro

forse gli stessi gazzettieri che oggi li cuoprono di

parte degli oppressi, senza che per questo diventasse il

di Roma, la violenza che essi ritorcevano per necessità

fine restava sempre quello che è palpito invincibile dell

rovesciarono le bufere rivoluzionarie che chiusero convulsivamente il secolo

certo coteste violenze permanenti, che come il mezzo spietato

sempre il dispotismo. ¶ Certamente che il 14 luglio e il

eloquenza muta delle cose, che annunziavano lo sfacelo di

da questo principio fondamentale, che forma tutta la sua

di sinistra, a quelli che non vogliono ed a

vogliono ed a quelli che non possono capirla – che

che non possono capirla – che la violenza è la

nemica della libertà – e che solo la violenza necessaria

in un modo piuttosto che in un altro, come

libertà di un altro. Che uno mi metta t

non è la veste che fa la tirannide; tirannide

tirannide è ogni atto che calpesta la libertà altrui

di ribellarmi alla oppressione, che è una libertà più

diritto di legittima difesa che rende necessaria la violenza

della parola, non è che il mezzo per farla

trionfare contro le resistenze che la comprimono. La violenza

non nel significato odioso che le danno le spie

qualsiasi altro accentramento autoritario, che si arroghi il diritto

il solo argomento persuasivo che l'autorità adopri verso

il tributo di sangue, che è la leva militare

le libertà non è che una fiaba secolare, smentita

forme. ¶ È quindi naturale che contro questo concetto, maturato

sull'indole dello Stato, che Bovio ben dice di

dello Stato, a significare che se questo accentra, comprime

pubblico – quella invece vuole che l'ordine ed il

bene pubblico non sieno che il risultato spontaneo di

di questa magnifica certezza: che il bene di ciascuno

ciascuno non potrà trovarsi che nel bene di tutti

naturali, vincenti gli ostacoli, che si frappongono alla eterna

e madreporici della Polinesia che la marea assidua rode

migliaia di anni, e che ad un tratto sprofondano

economia capitalistica, una volta che cessi la principale delle

principale delle sue funzioni, che è quella di fare

classe. ¶ Alla morale stataria, che corrisponde alla violenza di

nuove – la morale anarchica (che in queste epoche buie

Si vedrà allora, dopo che il meriggio dei fatti

gli errori del passato, che la scuola politica dell

vero apparirà invece quella che fu giudicata setta di

umana – tragedia di secoli che insanguinò il mondo – rinverdiranno

da Platone a Kropotkine – che il disordine sociale soltanto

trovano nello Stato-Governo; che quando alla lotta di

intorno all'astro centrale, che diffonde sopra essi la