parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Marco Missiroli, Senza coda, 2005

concordanze di «che»

nautoretestoannoconcordanza
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2005
volavano. Non avevano vene che le sporcavano, erano gambe
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gambe di velluto bianco che danzavano tra le pieghe
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La figlia della sarta che è amica della madre
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madre mi ha detto che è uno dei più
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quello, è un miracolo che è uscito così…” fece
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diventò più energico ora che spolverava la scrivania. ¶ Sopra
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si mosse piano, lasciando che Pietro sfilasse il braccio
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Pietro sfilasse il braccio che era rimasto incastrato dietro
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affannosi e poi calmi, che morivano ogni volta che
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che morivano ogni volta che qualcuno si avvicinava al
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viso, due piccole lacrime che Pietro si asciugò sulle
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ora, non era altro che orecchie attente e impaurite
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mamma fa più forte che con me. Lei dopo
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il dottore dice sempre che è caduta da cavallo
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per niente. ¶ Gesù, fa’ che papà è sempre buono
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lei come le volte che le dà i bacetti
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pure dei gioielli bellissimi che lei si guardava sempre
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casa. ¶ Gesù Bambino, fa’ che mamma ride. Mamma è
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solo. La prima lucertola che era riuscito a bloccare
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davanti a quel fondoschiena che usciva un po’ dagli
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le parole più sporche che avesse mai sentito. Poi
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Passamelo subito!” ¶ “No!” ¶ “Guarda che se non me lo
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ridendo. ¶ “Appunto! Vorrà dire che invece della coda ti
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taglio le orecchie, visto che le hai belle grandi
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rialzò in piedi, lasciando che la lucertola sgattaiolasse via
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sistemò nel barattolo rosso che aveva tirato fuori dal
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collo ruvido, stando attento che la barba non gli
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capito? Soprattutto la sera, che è sempre sola.” ¶ “Io
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la sera. Papà vuole che guardo la televisione con
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altra parte…” ¶ “Papà vuole che lo guardo!” ¶ Nino bestemmiò
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Ascolta, Pietro… il sangue che vedi è anche di
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Sì, di uomini buoni che non hanno colpe.” ¶ Nino
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fiato, guardando Nino accovacciato che raccoglieva i rami tagliati
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terra, le foglie, Nino che si rialzava goffamente in
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cartella con i libri, che leggiamo qualcosa insieme.” Disse
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occhiali da vista rotondi che pendevano dal collo di
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sono pericolose, non voglio che le usi più. E
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più. E non voglio che passi tutto il tuo
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labbra di suo padre, che si era portato le
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Ce n’è una che ho tagliato che è
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una che ho tagliato che è grossa come tre
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tagliata Luigi ha detto che è la più grossa
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è la più grossa che ha visto mai!”. ¶ “Allora
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rideva. ¶ “E il coltello che ti ho regalato funziona
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Sì! Luigi ha detto che ne vuole anche lui
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padre aprì l’orologio che pendeva dal taschino della
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e guardò suo padre che intanto si era alzato
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la mia preferita. Senti che profumo, è ancora tiepida
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l’arancia fare qualcosa che ogni volta gli riusciva
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un colpo secco, deciso, che scollò la chiusura della
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il respiro e sperò che suo padre avesse scritto
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busta dell’altra volta che aveva fatto tanto arrabbiare
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tuo padre. E digli che le cose stanno bene
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stanno bene così. E che tutto andrà a posto
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erba. La prima lucertola che era riuscita a tenersi
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dietro.” ¶ “Ti ho detto che non c’è!” ¶ “L
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è!” ¶ “L’ho vista che se ne andava proprio
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è vero, sei tu che quasi mi tagliavi un
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se tutte le volte che ce l’hai in
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l’asse di legno che Nino gli aveva restituito
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quella mattina. ¶ “Dai, facciamo che la colpa è di
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di nessuno. Anzi, facciamo che è di nessuno!” disse
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Va bene, io dico che la stringevo male se
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se tu però dici che tremavi con il coltello
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poi mi ha detto che i rami secchi…” ¶ “Di
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di ieri?” ¶ “Sì.” ¶ “E che ti ha detto?” ¶ Pietro
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guardò fisso in terra. “Che non è giusto che
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Che non è giusto che ci vado io.” ¶ “E
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vado io.” ¶ “E poi che ti ha detto?” ¶ “Che
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che ti ha detto?” ¶ “Che a Carmine gli devo
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non ha ragione e che deve andarci un altro
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io gli ho detto che papà vuole solo me
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la tavola di legno che stava cadendo dalle mani
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equilibrio con la nuca che raschiava contro il muro
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le punte dei piedi che spingevano verso l’alto
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sedia da terra più che poté. ¶ “Io sono il
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fece Pietro. ¶ “E io che ho detto! Ora noi
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una promessa, una promessa che non si rompe mai
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intrecciarono. Pietro guardò Luigi che sorrideva e subito dopo
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alto e i raggi che scendevano illuminavano ancora metà
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via,” disse lui, sperando che quella bugia si avverasse
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spiraglio sottile, un fascio che andava a colpire il
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con i fianchi larghi che camminava tenendosi stretto in
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ogni cosa. Le volte che suo padre lo aveva
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lampada dal cappello chiaro che invitava il telefono nero
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nero a ballare e che giocava con la vecchia
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della macchina da scrivere che era la preferita di
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di suo padre e che veniva da Roma. ¶ Rimasero
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inchiostro, ma non quello che voleva. ¶ Luigi si accovacciò
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la sedia a ruote che finiva sotto la scrivania
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due pile di cassetti che sostenevano il piano. ¶ Si
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Aderita, comincia dalla libreria che io intanto faccio il
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un foro abbastanza grande che se ci guardavi dentro
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Era una piccola crepa che si era creata tra
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davanti della scrivania e che si ingrandiva tutte le
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ingrandiva tutte le volte che un piede di suo
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Passaggi corti e veloci che tagliavano l’asfalto bagnato
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avevano dei lenzuoli bianchi che svolazzavano come bandiere giganti
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e basta. ¶ “Stai tranquillo, che oggi non succede!” Luigi
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Ripensò all’ultima volta che era stato da Carmine
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disse: “Come lo sai che non succede?”. Poi scese
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palazzo verde. ¶ Il silenzio che li accolse non li
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era un fischio infinito che strideva nelle loro orecchie
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fetore aspro e fresco che si appoggiava sugli occhi
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e lance di cavalieri che si scontravano in battaglia
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al chiodo di ferro che sporgeva dal muro. La
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un tubo più grosso che si infilava nel soffitto
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dalla finestra le nuvole che viaggiavano veloci nel cielo
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gli occhi di fuoco che teneva in una mano
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appesa una piccola Madonna che l’ultima volta non
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e azzurra come quella che suo padre teneva nel
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d’argento. ¶ “Ogni volta che lo vedo, suo padre
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tuo padre lo faccio. Che è un bravo cristiano
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vecchio ferro da stiro che iniziò a far strisciare
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mattine, con sua madre che guidava e insieme cantavano
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della giacchetta frusciò. ¶ “…Una che fa tutto. Che quando
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Una che fa tutto. Che quando dici ‘ho fame
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dopo ti porta quello che vuoi. Capisci?” ¶ Pietro rimase
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ce l’hai!? Credevo che ti avevano mangiato la
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sì… Sempre ‘sì’ dici? Che c’hai, un disco
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hai, un disco? Scommetto che quando tuo padre ti
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la vuoi una donna che ti fa tutto a
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guidare?” ¶ “Sì.” ¶ “Cos’è che vuoi guidare?” ¶ “La Bianca
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tuo padre. Sono quelli che non si fanno gli
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fanno gli affari loro. Che parlano parlano… Non so
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lì con voi. Vabbè che lo ha visto crescere
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si alzò, il viso che gli bruciava per la
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lavandino la grande pancia che gli usciva dalla camicia
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filo era una lingua che si contorceva e si
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lui, come tuo padre, che fa finta di parlare
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Come tuo padre. Uno che li rispetta gli amici
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rispetta gli amici. Uno che non parla. Capisci?”. ¶ “Sì
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sguardo basso, sulla cartella che gli toccava appena il
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frutto fu spogliato senza che il coltello si staccasse
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per tutto il tempo che Carmine masticava. Lisce. Pulite
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attratto dalla prima volta che le aveva viste da
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un’altra persona. Pareva che qualcuno gli avesse staccato
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mani pelose e rovinate che si meritava e gliene
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ringrazia il buon Dio che ce l’hai a
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più. Forse era qualcosa che Carmine gli avrebbe dato
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accese un’altra sigaretta che tirò fuori assieme ai
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con le mani qualcosa che faticò a estrarre. La
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fruscio regolare e crescente che culminò in un piccolo
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Poi vide la busta che spaccava il libro a
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occhi così all’improvviso che gli fu difficile capire
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squarciate da quella voce che gli fracassava i timpani
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padre era così vicino che avrebbe potuto mangiarselo in
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e sottili erano lì che lo inchiodavano. ¶ “È così
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lo inchiodavano. ¶ “È così che si impara. Più che
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che si impara. Più che a scuola. Lo capisci
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annuì così tante volte che si accorse solo in
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quel momento della saliva che gli colava lungo il
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signore steso a terra che aveva anche perso una
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madre gli aveva spiegato che l’indiano era un
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gli aveva anche detto che quello era un indiano
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era un indiano speciale che proteggeva tutti i bambini
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far scomparire il sangue che prima era dappertutto. Ce
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l’indice le gocce che scendevano lente sul finestrino
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mano e la pioggia che colava. ¶ Il rumore della
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la punta del naso che toccava la condensa guardò
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la sirena sul tetto che partiva avanti. L’altra
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capelli di sua madre che sbucavano dal poggiatesta. Odoravano
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città si avvicinava. ¶ “È che davanti vanno veloci,” continuò
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Intanto la seconda automobile che li aveva accompagnati in
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per tutto il sentiero che portava al cortile interno
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secchi e insetti giganti che giravano intorno ai rami
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le zanzare più grosse che aveva mai visto. Avevano
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Luigi gli aveva detto che erano zanzare timide e
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dal branco di gatti che sceglievano il cibo tra
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una mano la cartella che ballava sulla schiena. Superò
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e arrivò al cortile che chiamavano giardino. Ma non
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peggio del letame rinsecchito che Nino stendeva in terra
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e sentì parlare: “Ma che fine avevi fatto?”. ¶ Un
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il viso appuntito. Magro che quasi ci affogava in
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un cappello da cucina che gli cadeva ogni volta
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gli cadeva ogni volta che si piegava. Aveva sempre
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le sue mani veloci che gli toglievano la cartella
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braccia dai due lacci che la reggevano alle spalle
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con foga. “Avevo paura che si era bagnata!” disse
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capito?” raccomandò al figlio che stava scendendo gli ultimi
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loro. Toni era avanti, che si trascinava appoggiandosi al
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strozzato da un nodo che pendeva a lato. Erano
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come quelli dei pagliacci che aveva visto sui libri
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città. Pantaloni da pagliaccio che si fermavano alla caviglia
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fermavano alla caviglia e che lasciavano scoperti gli zoccoli
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una porticina di legno che si aprì subito. Il
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fronte. Sia a destra che a sinistra rivide quelle
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tutta rattoppata di fili che finivano in una grande
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più leggera. Era Luigi che la stava sollevando per
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il mazzo di chiavi che stava scrollando tra le
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guardava il pasticcere parlare che si accompa­gnava con
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i pantaloni da pagliaccio che si chinava e puntava
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avrebbe ucciso quel pianto che cercava di uscire e
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cercava di uscire e che serrava dentro. ¶ Corse e
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ombra con la ghiaia che gli scricchiolava sotto i
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come un lago bianco che si infrangeva sull’erba
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con tutta la forza che aveva. Il telo si
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E succedeva ogni volta che toglieva il nero della
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di ferro più bello che si potesse immaginare. Ferro
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ascoltando solo il sedile che cedeva per il suo
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unico pilota dell’automobile che tutti invidiavano a suo
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suo padre. ¶ Gli piaceva che non avesse il tetto
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non avesse il tetto. Che potesse portare tre persone
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persone al massimo e che quando correva facesse vibrare
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sfiorare i tre pedali che a malapena riusciva a
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dei pantaloni il coltello che gli premeva contro la
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acclamato da una folla che lo salutava dalle scalinate
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niente. ¶ Accelerò così forte che la schiena del vecchio
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immise sgommando nella stradina che conduceva all’uscita del
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alle sue marmitte scoppiettanti che lanciavano quasi fuoco. Poi
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una nuvola di polvere che salì in cielo. E
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specchietto laterale li vide che lo stavano ancora salutando
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sì. Mi ha detto che se ci vede che
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che se ci vede che parliamo mi manda via
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gli sono simpatici quelli che parlano molto, ancora meno
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molto, ancora meno quelli che non lo ascoltano.” ¶ Pietro
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è già al mare che ci aspetta!” ¶ I sedili
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mento: “Luigi lo sa che ci devi tornare da
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No.” ¶ “Allora vorrà dire che ti darà qualcosa stasera
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Nino con uno sforzo che gli rovinava il sorriso
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montagna. ¶ Poi entrambi capirono che non ci sarebbero state
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aveva i capelli neri che le coprivano il viso
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mano liscia e magra che sua madre gli porgeva
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a quelle dita sottili che lo stavano accompagnando dove
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allo sportello, l’altra che a fatica reggeva l
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lo dico a papà che Carmine è cattivo. Se
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ci sono le immagini che fanno paura lei mi
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parte”. Invece lui vuole che guardo tutto perché così
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ho paura e voglio che mamma è lì con
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lì con me. ¶ Fa’ che domani Carmine finisce presto
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Gesù Bambino, e fa’ che non sbaglio. Così papà
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sua. ¶ Ti prego, fa’ che non sbaglio per niente
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pilota. ¶ Pietro si accorse che stava scivolando sullo schienale
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sullo schermo. ¶ “Guarda! Quello che si agita sulla poltrona
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decidere. Si vede, guarda che faccia ha. Guarda! Le
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Altissimi, con gli occhi che si vedevano a malapena
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mano, rifletteva la luce che pulsava davanti a loro
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a loro. Un bagliore che andava e veniva. Che
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che andava e veniva. Che mostrava i sottili sorrisi
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voce fu l’ultima che udì. Dopo, più niente
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le mani di Pietro che la fissava, felice. ¶ Mentre
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sole. Stava molto attento che non scendesse troppo, perché
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poca luce vuol dire che è tardi. ¶ Dove stavano
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per fermare la luce che lo accecava. Guardò meglio
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già più in alto che lo fissava e sorrideva
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di poco, ogni muscolo che tremava. La corteccia sembrava
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C’era il respiro che sapeva di polvere. ¶ La
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e subito dopo vide che il braccio era bagnato
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più forte, la schiena che sussultava per il lungo
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Luigi al suo fianco che lo fissava. Allungò le
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padre mi ha detto che lo devi dire a
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fumare, davanti alle scalinate che salivano al portone di
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Pietro. Erano così chiusi che l’unghia dell’indice
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siepi di fiori bianchi che dividevano l’aia dal
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il telo di plastica che Nino stendeva sui gerani
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ascoltò il suo cuore che pompava impazzito. Girò attorno
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così buone? È tanto che non mangio un cannolo
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saluti e di’ loro che hanno un bravo figliolo
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hanno un bravo figliolo, che è anche un ottimo
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ghiaioso e quei mocassini che, all’improvviso, si mossero
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luce di quel sole che se ne stava andando
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Lunghi e stretti. Occhi che tagliavano. Diventavano piccoli e
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Sembravano quelli del mostro che trasforma le persone in
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mano di suo padre che lo lisciava. E ancora
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ha messo l’alcol che non brucia sul braccio
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la carta gialla bagnata che fa guarire la ferita
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mamma mi ha detto che sono un bambino coraggioso
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tutte le macchie nere che erano sulla sua schiena
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c’è il sole che devo guardare sempre. ¶ Tutti
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dormo perché mi dispiace che sei solo. ¶ Neanche gli
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loro macchine verdi. ¶ Fa’ che mamma non sta più
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più male. E fa’ che papà è buono con
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e con Nino. ¶ Fa’ che è così, Gesù Bambino
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2005
così, Gesù Bambino. ¶ 5. ¶ “E che potevo fare? Le ho
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2005
code erano scomparse. ¶ “Siediti che prepariamo le medicine, così
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2005
ante laccate. Si alzò che le mani traboccavano di
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2005
con l’acqua blu che traboccava fino all’orlo
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2005
attimo nell’acqua blu che cadeva, e Pietro la
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2005
odore secco e pungente che saliva gli entrò in
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2005
strinse, il vetro bagnato che gli strideva tra le
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2005
vide quel mare colorato che gli passava davanti agli
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2005
di calli. Mani ruvide che grattavano qualsiasi cosa toccassero
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2005
segnati da solchi spessi che il sapone riempiva e
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come l’acqua mossa che si attaccava alle pareti
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piccoli e poi grandi, che co­me onde si
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tuta verde. ¶ “È meglio che per un po’ non
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2005
i capelli. ¶ Gli pareva che il petto stesse per
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suo cuore, più voleva che esplodesse davvero. Così avrebbe
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buio dei quadri vecchi che lo fissavano dalle pareti
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catturato da una disperazione che lo fece guardare lontano
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li vide, ma sapeva che loro c’erano. E
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fu schiacciato dal pensiero che erano stati proprio gli
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2005
e non avevano visto che qualcuno era entrato e
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2005
improvviso, non si accorse che una macchia verde camminava
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per via del fiato che gli grattava contro la
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la folta barba grigia che sfiorava le foglie nate
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da quegli occhi arrossati che ora lo guardavano straniti
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arrabbiare.” ¶ “Non lo sapevo che era tardi,” rispose Pietro
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E apri quelle mani! Che ci tieni, le mosche
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mosche?” ¶ “Non lo sapevo che era tardi.” ¶ “Non lo
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poca luce vuol dire che è tardi e devi
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dormire, con il sole che si spegne, e tu
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fotografie di gente allegra che balla. ¶ Pietro sentì calore
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sentì calore, un tepore che dalle gambe gli saliva
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il regalo di Natale che la sua famiglia aveva
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vetro. Uguale a quello che Aderita usava per fare
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Lì scelse la sedia che ballava meno, quella nera
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mani alla fronte, sentì che scottava e grattò via
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petto e si accorse che una delle due fragole
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e bianca, un bianco che divenne subito scuro. Prima
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infine rosa. ¶ Il vino che Nino gli aveva versato
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di berlo ancor prima che il giardiniere rimettesse a
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mangi?” domandò il vecchio. “Che, hai perso la lingua
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ci sono delle volte che non mi fanno muovere
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occhi perché non vuole che guardo le cose cattive
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guardo le cose cattive che la signorina fa vedere
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non mi dice più che sono il bambino più
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niente ma papà vuole che ci vado lo stesso
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stare mamma e dice che sono il più grande
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il più grande cacciatore che esiste. Il più bravo
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bravo di tutti. ¶ Fa’ che non sbaglio da Carmine
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per tutto il tempo che erano stati compagni di
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dipendeva neanche dalle ore che passava sui libri, perché
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mattina cinque minuti prima che suonasse la campanella. ¶ Pietro
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in cui aveva capito che per Luigi le cose
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sotto il naso. ¶ Non che fosse spaventato, ma là
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di meno. Pietro attese che qualcosa di straordinario avvenisse
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dell’altro”. ¶ Il silenzio che seguì lo convinse di
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su, verso la Madonna che pendeva dalla collanina d
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un attimo il sole che filtrava. Si infilò in
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Erano piccoli soli colorati che si posavano sulla scrivania
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Là, nel bosco rado che portava alla piccola casa
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crepato nel suo calore che mangiava ogni cosa lì
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delle mani di Luigi che picchiavano contro la grondaia
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occhi vide la coda che dondolava tra le dita
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legno, poi guardò Luigi che puliva il coltello contro
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Ad Aurelio Vandi ¶ che, sono sicuro, ¶ esiste in
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capire a mia moglie che anche quando guardo fuori
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prego, più veloce. ¶ Fa’ che arrivo presto. Prestissimo. ¶ Aiutami
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si accorse di Nino che ancora le mani gli
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dai colpi di tosse che anticiparono di poco la
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gli sfiorò le spalle, che ritornò con gli occhi
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il vecchio, ma lasciò che da dietro sollevasse quell
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attrezzo al suo posto. Che toccasse la lucertola di
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lucertola di quel poco che serviva. Allora lei cadde
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nervoso sull’asse larga che proprio il vecchio gli
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fuggì oltre quelle dita che l’avevano resa incompleta
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là di quegli occhi che l’avevano fissata lucidi
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buio. Pensò alla lucertola che era diventata sua, a
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ancora, sentì delle gambe che lo pestavano sulla schiena
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paura, ma perché sapeva che non avrebbe mai più
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sicuro. ¶ È mia. Fa’ che la coda è solo
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rubano. ¶ Non lo sapevo che era tardi, non lo
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il rosa della pelle che va via e diventa
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Non ti preoccupare amore che passa. Basta che stai
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amore che passa. Basta che stai fermo e chiudi
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mi ha anche promesso che quando papà guarda la
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faccio arrabbiare, papà dice che sono cattivo e mi
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e tutte le volte che catturavo le code diceva
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catturavo le code diceva che io ero il più
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mi parla poco. ¶ Fa’ che nessuno ruba la mia
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le cose mie, fa’ che gli uomini del cancello
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prego, Gesù Bambino, fa’ che ci sono loro al
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sono loro al cancello che vedono tutto. ¶ 3. ¶ “Mangia!” ¶ Il
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riuscì un attimo prima che la forchetta gli scivolasse
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del piatto. ¶ Gli occhi che aveva di fronte si
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tutt’intera. Invece quello che fece fu aprirla un
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parte alta del guscio che rimase fermo, serrato come
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suo piatto. Schiacciò più che poté la punta della
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posata spaccò il guscio che rovesciò d’un fiato
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chiuse, mentre il mostro che aveva ingerito scivolava giù
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di mangiarlo. Vorrà dire che d’ora in poi
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mangerà granchio ogni volta che la sera prima avrà
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occhi azzurri e sottili che lo fissavano seri. E
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cosa fosse quella cosa che lo stava mordendo dentro
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mia. Io non volevo che si sporcava ma c
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c’era il granchio che si muoveva e che
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che si muoveva e che non ci voleva più
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E c’erano tutti che mi guardavano e mamma
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A me no, sembra che si muovono nel piatto
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tutta la saliva nera che esce dalla bocca. ¶ La
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spalle. Un rumore secco che lo separò da tutto
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cioccolatino con la menta che stava nella ciotola d
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pendolo di legno scuro che batteva regolare i suoi
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morso, con le briciole che cadevano sopra la scrivania
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ultimo pezzetto di crostata. ¶ “Che libri hai portato?” fece
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gioia leggiera. Nel giorno, che lampi! Che scoppi! Che
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Nel giorno, che lampi! Che scoppi! Che pace, la
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che lampi! Che scoppi! Che pace, la sera!”. ¶ “È
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Pietro lesse la poesia che aveva segnato con un
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e di una ragazza che si erano innamorati un
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bicicletta. Il ragazzo diceva che lei era come una
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la sua innamorata. Pensò che se si amavano davvero
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per sempre. Li vide che si sposavano, lei con
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un vestito tutto bianco che strisciava a terra e
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sottile di suo padre che sorrideva. Si sentì accarezzare
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di fermarsi e aspettare che lui andasse a vedere
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quelle minuscole stanze numerate che sfilavano a destra e
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faccia appuntita dell’uomo che quasi lo sfiorava. Lo
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a ogni parola. Sembrava che avesse gli occhi tutti
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era un buco nero che scopriva a tratti i
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e tuo.” ¶ “Carmine vede che la busta non è
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comprata con i soldi che sono rimasti dalla spesa
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spesa. Due giorni fa.” ¶ “Che cos’è?” chiese Pietro
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in un lamento teso che tacque solo quando la
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ripiano con un fazzoletto che prese dalla tasca dei
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tasche e trovò quel che cercava. Fece ruotare la
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via di quella mano che non voleva stare ferma
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piedi, con le dita che premevano sulle guance. ¶ “Fatto
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a guardare il foglietto che gli era rimasto in
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frase breve, ai margini: “Che Dio ci protegga e
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occhi fino in fondo: “Che Dio ci protegga e
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e disse: “Conosci qualcuno che si chiama Augusto Mitiello
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quel nome.” ¶ “Sono sicuro che i soldi sono per
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lui… è un regalo che papà fa ad Augusto
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Mitiello,” fece Luigi ripiegandoli. ¶ “Che ci compri con quattrocentomila
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un minuscolo alone scuro che andava via via schiarendosi
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soffiò sopra così tanto che diventò paonazzo. ¶ Poi tutto
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seduto con la cartella che pesava sulle gambe. Non
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c’era quel pomeriggio che Pietro stava passando seduto
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da Aderita uno straccio che nessuno usava più e
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acqua calda un secchio che Nino gli aveva prestato
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era accovacciato, col sedere che sfiorava le mattonelle un
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vederla meglio aveva capito che solo così la Bianca
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a fissare suo padre che si sfilava il panciotto
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si era sentito dire che quando fosse stato più
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Sei il migliore aiutante che c’è… quando sei
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E poi?” ¶ “La voglio che ride sempre. Tu ce
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sempre e mi diceva che guidavo malissimo perché ero
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bagnate in un panno che aveva preso dalla cassetta
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ci sono delle volte che vado così veloce che
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che vado così veloce che arrivo al mare in
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garage. ¶ “Non fare tardi, che poi ci guardiamo la
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gamba era indolenzita, evitando che la pelle scricchiolante della
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fissò, con la schiena che scivolava molle sulla poltrona
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e serie, frasi difficili che sfuggivano e scivolavano via
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regolamento di conti… ¶ …pistola che… ¶ …una Cinquecento gialla e
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glielo dico a Nino che è morto un amico
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camminato fino alla canzone che sua madre faceva suonare
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schizzato fuori, le scarpe che battevano sulla ghiaia accanto
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improvviso, quando aveva notato che tutto, alla piccola casa
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era diverso. ¶ “Nino!” gridò che i pugni picchiavano sulla
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tutta scura e nera che rimaneva sempre aperta e
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Pietro guardò la finestra che non c’era più
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del bagno e vide che era normale. Cominciò a
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piegò, con il respiro che gli raschiava la gola
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la grandine, si accorse che il rastrello e tutti
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uno dentro l’altro, che facevano una pila altissima
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ha detto a me che andava in vacanza? In
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una di quelle canzoni che sapeva di meno, ma
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sapeva di meno, ma che canticchiava anche senza conoscere
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i capelli pettinati alti che aveva visto qualche volta
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volta in televisione e che poteva cantare prima molto
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maggior parte del tempo che Pietro fu nella loro
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magrezza dava l’impressione che qualche osso, prima o
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passare una vecchia donna che faticava con due borse
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e silenziosi con Toni che controllava, ispezionava, ordinava. E
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ordinava. E loro due che eseguivano, non parlavano, aspettavano
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lasciò, Luigi si assicurò che suo padre fosse scomparso
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era bianco, di quelli che si usano a tavola
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niente quando ha visto che era morto,” fece Pietro
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Lo stringeva così tanto che il palmo e le
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Luigi erano così sicuri che non c’era bisogno
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guardare quel braccio fermo che guidava la lama tra
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quei millimetri di colla che restavano. ¶ “Fatto!” Luigi appoggiò
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riuscì a dir nulla che subito Luigi aveva tirato
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in tutto. “Giovanni Logiusto, Che Dio ci protegga e
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le quattrocentomila lire dopo che è morto…” disse Luigi
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tenute tutte Carmine. Sbrighiamoci che è tardi!” ¶ Le gambe
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si mossero così veloci che scivolarono sui gradini della
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arrabbia Carmine!” ¶ Il tempo che avevano perso era servito
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un dito l’orologio che non aveva al polso
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È da un po’ che non vi vedo, a
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non mi hai avvertito che andavi in vacanza?” sbuffò
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perché non lo sapevo che andavo in vacanza.” ¶ “Non
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hai fatto a sapere che oggi eravamo qui?” intervenne
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Pietro ripensò alle parole che suo padre gli ripeteva
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Non scesero. Le lacrime che aveva proprio là, sopra
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farsi vedere. Fu lui che ordinò loro di rimanere
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però.” ¶ “Mi sa proprio che devo venire a prenderne
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Muoviti Pietro, andiamo!”. ¶ “Andate che se no qualcuno s
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incantato alla barba bianca che quasi lo toccava. Poi
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e di giardino. Sentì che la cosa si era
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terrazzino del terzo piano che dava sulla strada. Lo
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stava fissando. ¶ Luigi dice che Carmine oggi ci ha
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oggi ci ha visto che io e lui parlavamo
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parlavamo con Nino. Dice che ci ha visti di
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Saluta papà e riferisci che l’erba è troppo
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zitto perché avevo paura che s’arrabbiava moltissimo. ¶ 17. ¶ La
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chiusa a chiave. Quello che era cambiato di giorno
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sulla Bianca ad aspettare che suo padre lo chiamasse
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e gli aveva sussurrato che era felice di avere
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figlio come lui e che era un grande aiutante
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bocca, gli aveva detto che dopo la signorina facevano
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cowboy alla televisione e che aveva il permesso di
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fine. ¶ Questa sera volevo che mamma era con me
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così vedeva anche lei che Giovanni Logiusto era sotto
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lenzuolo con il sangue che colava sulla strada. Giovanni
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fiato pesante e alcolico che gli strozzò il respiro
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storti, gli occhi bui che accompagnavano ogni movimento della