Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

in una corsa precìpite. Ci ha detersi la carità

nel suo cammino, accade ci lasci alcun testimonio dell

l’impolvera: egli non ci fa caso. Gli animi

predominanti del cuore: talchè ci può attendere un parisesso

le inquietudini d’amore ci strappano alla lettura de

uno un po’ furbo ci avrebbe divinato «tendenze reumatiche

o Girolami, «di cui ci si poteva pienamente fidare

Sicchè vecchie in brillanti ci fantasticavano su tutta notte

precisamente per quello, che ci hai nella testa un

fosse, non era cieco, ci vedeva anzi magnificamente: ma

posterga). Quello proprio che ci voleva. ¶ Poi un primo

brumisti, le più volte, ci aveva litigato; ai ragazzi

e per questo, forse, ci si immusoniva gli interi

e bisogna riconoscere che ci riuscì: il rubinetto di

mese, quando la Maria ci andò a guarire, Elsa

alberguccio, alle acque: e ci stava ora in badalucchi

lo zelo del padre ci avrebbe potuto forse azzeccare

i tendoni della domenica: ci si insinuavano con risa

protettore». No, Freud non ci ha che vedere. Il

pitturate, la signora I. ci aveva aggiunto i gusci

il calcestruzzo a chi ci ha dedicato la vita

notizia di trigonometria, ma ci pensa il cervello stesso

la intoppasse quando meno ci pensava nel gradino maledetto

mancanza di riguardo, se ci riflettete, a così provvidenziale

che il calcolo combinatorio ci attesta realizzabili dopo le

un meraviglioso lavoro che ci aveva perduto gli occhi

verzicare dei colli». Noi ci contenteremo, dato che le

vengo subito....». «Bene, io ci dico buongiorno....», fece il

le mani di tasca. ¶ «Ci siamo!», pensò il buon

tutti i signori veri ci andavano in carrozza, dal

che le digrignano.... e ci mandan di fuora sto

intimidito nessuno, da tanto ci sono abituati. Solo qualche

dalla Compañia de Destribucion, ci fosse denaro per gli

lui e la mamma ci fosse qualcosa di irreparabile

bestemmiando sottovoce, alla bolognese, ci intoppavano ogni volta le

ora di quella fatica ci aveva lasciato, manco a

quelli che tanta pena ci destano, dal volto e

son stravakàa col triciclo?... Ci pensa già Lui a

Guerra pedagno. Quel che ci voleva per i novecentomila

di scandolo che gli ci vuole, giusto, per potersi

lauti, coscienziosi barborigmi, quasi ci avessero dentro un purgante

col lilipuziano breviario, forse ci stava di casa anche

bisogno di tanti ammicchi), ci stava la onesta matrice

madonna bona! dove diavolo ci toccherà di arrivare. «Omnes

indaffarato e cuci-camicie ci avrà guidati a indossare

nomi (africani, cinesi, russi) ci rimbalzano come dei sontuosi

voeur, ghe voeur»: icchè ci vòe, ci vòe: quel

voeur»: icchè ci vòe, ci vòe: quel che ci

ci vòe: quel che ci vuole, bisogna mettercelo. Modo

per portafogli: «te tu ci ha’ voto illasagno». ¶ 49 «Laghetto

in fin de’ conti, ci ha da essere anche

alle sette in punto.... ci siate..., non andrò a

tra persone di giudizio.... ci si intende sempre.... E

quel bernoccolo romanzatore che ci ossiede, (e anche ai

suo volere e potere, ci aveva interpolato anche quell

Un cornuto in famiglia ci voleva pure, un giorno

i carabinieri perchè non ci sono?...». ¶ «Mamma, quando i

lucide: mentre le calzettine ci ricadevan sopra tutte guaste

uscir di casa, quando ci occorre....», tentò scherzare Elsa

del portone che subito ci avevo due o tre

secolo, ma in realtà ci aveva in mente altro

altre!... Dio, Dio! se ci penso!... Credi: non ho

Gérard (Francesco Pasquale Simone, 1770-1837) ci presenta d’un polputo

dove pareva invece che ci dormicchiassero: e lui dietro

suo retino, bravo! come ci fosse probabilità di raggiungerli

l’aria di significare: «ci siamo e ci resteremo

significare: «ci siamo e ci resteremo: soprattutto ci resteremo

e ci resteremo: soprattutto ci resteremo». Elsa pareva turbata

E poi, nelle scatole, ci metteva un vetro di

i piedi: e lui ci andava apposta: si appostava

sicurezza perfetta, come se ci vedesse dal pigidio. Ogni

la sua brava carogna, ci banchettano dentro, felici....». (Era

ruota del furgone: dove ci si leggeva sul fianco

spiare.... ma che cosa ci dev’essere mai da

delle lezioni di canto. Ci vollero dei bei denari

a dire il vero, ci montavamo e volevamo montarci

dove a bollire, viceversa, ci fossero stati buttati degli

i pilastrini a cui ci aggrappavamo, le panche stesse

di minacce. Che poi ci lasciò la pelle per

credo, ove miglior cornucopia ci sovvenisse. Dopo le solite

gomitoli di fili infiniti ci si addormentò, povero ragazzo

E il brav’uomo ci andava, con le sue

viceversa parer languidi, e ci riuscivano a stento. Con

del tutto e non ci furono che dei meravigliosi

tutte le volte che ci convitò «al me quart

anche passare. ¶ Per lei ci fu un anno, il

millesimi in aristoteloide unità – ci fu un’estate bruciata

la macchina calcolatrice che ci stava a pigione per

penna sotto i calcagni, ci avesse avuto le scarpe

ecc. ¶ «Ai miei figli ci penso già io, e

padre delle sue creature. Ci andava qualche volta coi

intende. Di borotalco non ci fu bisogno, come per

dito nel naso; e ci stava lavorando. «E lor

che Clio pascola, e ci razzola Erato. Sono quelli