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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «come»

nautoretestoannoconcordanza
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1956
su tutte le furie. – Come il sale! Come il
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1956
furie. – Come il sale! Come il sale! Ah sciagurata
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che gli voleva bene come il sale, e gli
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a piangere, a domandarle come mai era là, e
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essere onesti e lavorare come ho sempre fatto io
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dunque a cercar lavoro come ci ha detto nostro
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anche questa! – disse Sandrino. – Come può essere che m
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e lui non sapeva come fare. Si tagliò un
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figli attorno al letto. – Come vedete, figli, son vicino
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manderò io da mangiare. ¶ – Come volete, signor Arciprete, – rispose
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e cominciò a vangare come gli aveva detto l
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era lei e imprecava come un turco. ¶ Quando fu
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1956
casa affamato e disperato come un ladro. ¶ Pìrolo, che
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1956
serva. – Quello è allegro come una pasqua. ¶ – Sta’ tranquilla
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1956
tranne una scrofa grossa come una mucca; ma prima
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e viva, che gridava come fosse indemoniata. ¶ L’Arciprete
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Alla sera, Pìrolo domandò, come al solito: – E domani
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1956
saltare tutte in aria come se fossero state chiamate
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1956
L’Arciprete era rosso come un tacchino, ma riuscì
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1956
ti do buona licenza. ¶ – Come? – disse Pìrolo. – Lo sa
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poi gli può domandare come mai è tanti anni
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volta sbarcati, gli spiegarono come doveva fare. ¶ Giunto alla
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La moglie volle sapere come gli era andata, da
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L’oste gli disse: – Come? Non sapete che c
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tutto pieno di incantesimi. Come vuoi fare ad ammazzarlo
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correre questo rischio, e come sarà sarà. ¶ Avevano appena
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le teste nel sacco come prova. Il Re, visto
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neanche ascolto, stettero dure come massi; finché non apparve
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inganno e farsi riconoscere come l’uccisore del Drago
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Fido, corri e fa’ come ieri –. A rivedere il
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1956
giovani tali e quali come me? ¶ E la gente
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1956
ricevuto con gran festa, come un morto risuscitato, e
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1956
io ho da offrirvi come cenar meglio: del sale
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1956
piedi risanati e vispi come se nulla fosse stato
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1956
piangere era diventata secca come una lucertola e che
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a lavorare la terra come un contadino. Figuratevi le
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1956
sta bene! Così impareranno come si sta al mondo
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1956
con lei, quella villana, come la chiamavano, che s
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solo a guardarlo. Esclamò: – Come ti permetti, dopo che
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1956
con me, e starà come una regina. Ma se
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ultimo bacio alla figlia, come avesse avuto cento spine
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Stette un po’ zitto, come sovrappensiero, poi chiese: – È
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dico di no, chissà come la prende!» Poi si
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non era più limpida come prima; e allora volle
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riso pendevano tutte giù come fossero secche. – Che c
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era spento e buio, come fosse disabitato da cent
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1956
in prigione e domanda come va questa storia. Il
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e due lampadari accesi. ¶ – Come vuole. ¶ Allora il Re
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se vengono due lupi come ti salvi? ¶ E il
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E il ragazzo acconsentì. ¶ – Come si chiama? ¶ – Schiantacatene. ¶ Quando
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tutto, andò a legarli come lei diceva. Poi lei
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dei tuoi fedelissimi cani! ¶ – Come? – esclamò lui. – Spezzaferro, Schiantacatene
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esser grati a te, come tu devi esser grato
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rincantucciò nel letto, tremando come una foglia. ¶ – Adesso ti
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stata tanto bene. ¶ – Ma come possiamo fare per farla
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1956
Giricoccola tornò a vivere come prima, e promise che
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disse che, non capiva come mai, la ragazza era
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1956
subito dai genitori presentandola come la sua sposa. Le
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1956
ciabattino che non sapeva come fare a tirare avanti
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1956
coperto di cenere tremava come una foglia, ma si
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1956
gobbo, che era furbo come il diavolo, cominciò a
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1956
pollaio, e che discorre come noialtri. ¶ – Ne avete di
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1956
mai vista, che corre come il vento. ¶ Dopo cena
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1956
della tua testa. ¶ – Ma come vuole che faccia? – disse
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1956
poi gli disse: – Tabagnino, come sei stato bravo di
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il bel tempo. ¶ – Ma come volete che faccia, Sacra
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1956
che sono nel comò. ¶ – Come faccio a darveli? – disse
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la cavalla che correva come il vento. – Come faccio
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correva come il vento. – Come faccio? La stalla è
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poco, l’Uomo Selvatico come al solito si svegliò
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disse il gobbo. ¶ – E come? – fece il Re, – c
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mestiere, – le disse, – bella come siete? Venite con me
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1956
signora. ¶ Stellina diventò rossa come un mascherone e non
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e la carrozza partì come il vento. Corsero per
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vestita, pettinata, insomma servita come una principessa. ¶ Più tardi
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morta che viva. – E come possiamo fare per scappare
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1956
padre, che la riceverà come merita, insieme alla sua
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e fuggiremo. ¶ – E io come faccio a passare la
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a dormire. Alla mattina come il solito venne il
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1956
Stellina gli rispose gentilmente come tutte le mattine, facendo
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1956
disse la colonna. ¶ – Ma come posso fare? – chiese ancora
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1956
unghie poi erano lunghe come pettini per cardare la
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1956
piedi doveva portare sandali come quelli dei frati perché
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1956
figlie voglia un muso come questo! ¶ Ma, tanto per
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1956
occhiata, lo buttò lontano come avesse preso in mano
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1956
le raccontò le cose come stavano. ¶ – Ah, sì? – disse
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1956
anelli con brillanti grossi come nocciole. Dispose tutto su
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1956
il barbiere, lo tosò come una pecora, poi lo
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1956
capiva più niente. – Ma come mai ti eri ridotto
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1956
della sua. ¶ (Bologna) ¶ 54 ¶ Bene come il sale ¶ C’era
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1956
le voglio bene. ¶ – Bene come? ¶ – Come il pane. ¶ Il
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1956
voglio bene. ¶ – Bene come? ¶ – Come il pane. ¶ Il Re
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voglio così bene… ¶ – Bene come? ¶ – Come il vino. ¶ Il
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1956
così bene… ¶ – Bene come? ¶ – Come il vino. ¶ Il Re
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1956
le voglio bene. ¶ – Bene come? ¶ – Come il sale! ¶ A
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1956
voglio bene. ¶ – Bene come? ¶ – Come il sale! ¶ A sentire
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e gli voleva bene come alla luce dei suoi
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1956
dovendosi sposare, non sapeva come fare, e chiese consiglio
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mia sposa… ¶ – Ma sì, come vuoi! ¶ Lo sposo diede
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1956
sei morto: di là, come si sta? ¶ – Io non
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1956
angeli, allegri e dolci come innamorati. – Ora ti porto
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1956
meglio che vada. ¶ – Bene, come vuoi, – e il morto
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1956
s’è sposato nessuno! ¶ – Come? Io, mi son sposato
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1956
il giovane diventò giallo come la morte e cadde
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1956
Pietro in Friuli ¶ I. Come fu che San Pietro
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non ne abbiamo. ¶ – E come faccio ad andare a
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Non posso, Signore, ho come un groppo qui. Adesso
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balli e di feste come ce n’è sempre
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la voce del Re. ¶ «Come faccio? – dice Pietro. – Come
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1956
Come faccio? – dice Pietro. – Come faccio?» ¶ Punf! Buttano giù
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1956
del Re è sana come un pesce. ¶ I soldati
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che solleva il sacco come una piuma, se lo
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1956
soldi che li dividiamo come al solito. ¶ Pietro posa
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1956
in faccia. ¶ Pietro, permaloso come al solito, lanciò un
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1956
un’occhiata al Signore come a dirgli che sapeva
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le gambe. ¶ – Ma! Sia come Dio vuole! Fermatevi pure
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E cosa mi succede! Come mai non finisco più
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1956
tutta invelenita, col bastone. – Come, ancora a dormire, siete
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spighe, bello e pulito come fosse già spulato e
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1956
il grano ardeva scoppiettando come frittelle in padella. ¶ La
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1956
ci stava già lui come ci avesse sempre abitato
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1956
a dire: – Ma di’, come mai il tuo palazzo
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1956
tutt’a un tratto come un fungo? ¶ Lui era
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1956
là! – Il palazzo scomparve come non fosse mai esistito
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1956
Hai dei piccoli? ¶ – E come no? Ne ho sette
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1956
qui. ¶ Tutto avvenne proprio come il gatto aveva detto
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1956
animali non tornarono amici come prima. ¶ Andò con loro
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1956
lei dentro che gridava come un’aquila. ¶ Il giovane
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1956
morta di fame, secca come un chiodo. Fu una
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1956
il tavolo. Lasciò tutto come stava, andò in cucina
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1956
si piegavano per aria come braccia di polpi e
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1956
col braccio di morto, come facesse la scherma. Toccò
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1956
voglio un po’ vedere come si comporta», e si
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1956
se ne stava fermo come un morto, a occhi
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1956
Poi, di nuovo fermo come un ciocco, ad aspettare
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1956
Quei meschini non sapevano come trovare da mangiare. ¶ – Come
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1956
come trovare da mangiare. ¶ – Come faremo? – si chiedeva lui
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1956
il vecchio. ¶ – Buon vecchio, come vorrei venire a pescare
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1956
lungo e per largo come aveva perso la corona
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1956
che girando il mondo come lei faceva, aveva visto
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1956
delle due Regine. ¶ – Ma come potrò entrare nel palazzo
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1956
giardiniere. ¶ – E col giardiniere come faccio? ¶ – Non ci pensare
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e riportale qui. ¶ Ma come si fa a riacchiappare
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prese un cane. Chiese come si chiamava e l
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la virtù di andare come il vento, ma ricordati
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1956
in sella, e via come il vento. Passa nel
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1956
era una pianura piatta come un biliardo. ¶ – Altro che
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1956
e gli altri Santi, come se per lui non
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ho fatto! – Non sapeva come fare a tirarla su
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E questa bellissima giovane, come niente fosse, le disse
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1956
che lei è secca come un asse, ma se
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1956
a pensare, voi. ¶ – E come: non ci penso? E
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1956
le zampe del granchio come al solito, la trasportava
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mare? Sei matta? – ma come al solito la accontentò
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1956
venne su la Fata. – Come suona bene! – le disse
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1956
svegliò e le chiese come mai era nel bosco
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1956
e raccontano al Re come essa è stata muta
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1956
camera sua a dormire, come al solito. ¶ E il
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1956
a tavola, tutta lagrimosa come al solito. ¶ Finito il
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1956
era successo un caso come il suo, d’un
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1956
un po’, – gli dice, – come posso fare ad avere
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1956
fantesca bianco e rosso come una buccia di mela
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1956
della padrona bianco bianco come una polpa di mela
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1956
tenne tutti e due come suoi figli, li fece
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1956
grandi, si volevano bene come fratelli. Un giorno, andando
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1956
un Mago, bella, bella come il sole: ma che
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1956
di carne ed ossa come prima. ¶ Così, invece d
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1956
lasciò. ¶ Un giorno, andando come al solito a pescare
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1956
niente, – dice la ragazza. ¶ – Come? Non ne sai niente
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1956
Re. – Io non so come sia… io non le
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1956
giovane e le chiede come può fare a parlarle
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non tornare indietro! Adesso come faccio, che ho detto
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1956
figlio e gli disse: – Come pensi che un Re
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1956
a vederla così bella, come prima e ancora più
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1956
avrebbe sentito nominare. ¶ – E come possiamo fare per impedirlo
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1956
diventar sempre più bella, come era stato predetto dagli
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1956
quanto vuole, ma bella come il figlio del Re
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1956
troverà una sposa bella come lui. ¶ La figlia del
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1956
a trovarla suo padre come al solito, e lei
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1956
agli ambasciatori: – È bella come me? ¶ E gli ambasciatori
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1956
secondo velo: – È bella come me? ¶ – Sacra Maestà, sì
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1956
ultimo chiese: – È bella come me? ¶ Gli ambasciatori chinarono
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1956
e chiese: – È bella come me? ¶ – Sacra Maestà, no
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1956
Ahimè Pierino Pierone ¶ Pesi come un pietrone! ¶ disse, e
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1956
Che saltare e guaire come un cane. ¶ Arrivò alla
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1956
questo tagliere. ¶ E lui: ¶ Come? Fammi un po’ vedere
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1956
dalla cappa del camino. ¶ – Come hai fatto a salire
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1956
aveva una figlia, bella come la luce del sole
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figlia andarsene in spiga come un vecchio cespo di
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1956
Re quella mattina era come al solito sul poggiolo
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1956
Principessa scoppiò a ridere come una matta, poi chiamò
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1956
rattoppato, e non sapeva come fare. – Bravo giovane, – gli
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1956
a portare alla Regina. ¶ – Come faccio a trovare dei
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1956
e tornò a vederci come prima. ¶ Poi, la Regina
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1956
mai potesse trovare pesche come aveva trovato fichi. Alla
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1956
catasta di legna alta come una torre. Lo stesso
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1956
e si fece prendere come servitore. ¶ – Noi rubiamo, – dissero
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1956
teste verso il ragazzo come volesse porgergli le rose
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1956
una giovinotta bella soffice come una focaccia, il mezzano
200
1956
mezzano una pallidina, fina come un filo, e il
201
1956
era una ragazza bella come il sole con un
202
1956
quanto lei, col viso come lei, vestita come lei
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1956
viso come lei, vestita come lei. Dappertutto dove andava
204
1956
la Regina lo diede come sposo alla ragazza che
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1956
mattino, stralunava e straparlava come un dannato. Arrivò la
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1956
l’ora di sapere come finiva il racconto e
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1956
ragazza non volle restare come medico di Corte e
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1956
pappagallo non sapeva più come continuare la storia. – Aspetta
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1956
l’agnello che belava come un disperato. L’agnello
210
1956
rimasto un povero meschino come prima. ¶ (Monferrato) ¶ 17 ¶ Cric e
211
1956
Ma le dico io come fare a prenderli. Faccia
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1956
vado per le case come un mendicante. Chi mi
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1956
moglie: – E nostra figlia, come sta? Che fa di
214
1956
quarto giorno era lì come sempre, quando da dietro
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1956
starsene tanto lontani! ¶ – Sapessi come fare a raggiungerla, nonnina
216
1956
farlo tornare un giovane come prima. Riprese il libro
217
1956
alla finestra e piombò come una freccia sul cuscino
218
1956
fare, perché peggio di come sta è impossibile. Fate
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1956
sposa: – Figlia mia! – esclamò. ¶ – Come? – disse il Re padron
220
1956
solito era molto educato, come si conviene a un
221
1956
La sera delle nozze, come al solito, Re Crin
222
1956
partì con una nocciola come regalo della madre del
223
1956
il suo sposo. Ma come fare a mandare a
224
1956
monte quel matrimonio? E come fare a entrare nel
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1956
fuori Stella Diana, sana come un pesce. – Eccomi qua
226
1956
palazzo senza porta. ¶ – E come si fa a entrare
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1956
padre lo guardò stupito. – Come vuoi sapere cosa dicono
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1956
servitori. ¶ I servitori trasalirono: – Come lo sapete? – chiesero. ¶ – Me
229
1956
volta il cervello. – Ma come lo sapete? Chi ve
230
1956
guarì. Bobo non sapevano come compensarlo, ma lui non
231
1956
Roma, – disse Bobo. ¶ – E come lo sapete? – chiesero quei
232
1956
era caduto a terra come morto. Accorse il nuovo
233
1956
e mi vorresti mangiare come mia sorella. ¶ Il lupo
234
1956
sei il lupo e come hai mangiato le mie
235
1956
uscio era di ferro come tutta la casa e
236
1956
contadino, – dovresti sapermi dire come si chiamano questi che
237
1956
lenzuola, e le disse: ¶ – Come sei diventata nera, mamma
238
1956
bambina, – disse il lupo. ¶ – Come t’è venuta la
239
1956
bisognerà che muoia? ¶ – E come vuoi fare? Quanti anni
240
1956
in testa, t’insegnerò come devi fare. Va’ in
241
1956
fu assegnato alle scuderie, come mozzo di stalla. Ma
242
1956
partire e non sapeva come raggiungere l’isola della
243
1956
basse basse, un muoversi come di nascosto, e finalmente
244
1956
il ferro si ruppe. «Come faccio a scavare?», si
245
1956
in una sala alta come una chiesa c’era
246
1956
e mentre si domandava come avrebbe mai potuto un
247
1956
del mondo, di notte come uomo e di giorno
248
1956
uomo e di giorno come tartaruga; se tornato dal
249
1956
fuoco, gonfio in faccia come un otre, fino alla
250
1956
finito, la ragazza disse: – Come posso fare per ricompensarvi
251
1956
sposerai col capitano. ¶ – E come farò ad invitarti? ¶ – Basta
252
1956
ti sposerò. ¶ La ragazza, come prima, passò il tempo
253
1956
le nozze. ¶ Stavolta, quando, come al solito, la ragazza
254
1956
con la fronte corrugata come se volesse concentrarsi in
255
1956
a Columbina: – Ma ditemi, come mai avete le ciglia
256
1956
disse Columbina. ¶ – E voi, come mai avete le labbra
257
1956
disse Columbara. ¶ – E voi, come mai avete i denti
258
1956
ora era domato, ubbidiente come un agnellino; ma non
259
1956
si misero a pensare come potevano sbarazzarsi di lui
260
1956
fai dire dal Mago come si fa per ammazzarlo
261
1956
Re tutta contenta. ¶ – Ma come hai fatto? – gli disse
262
1956
in camera dal Mago. – Come stai? ¶ – Ahi, povero me
263
1956
volta un Principe ricco come il mare. Gli venne
264
1956
Principe, pallido e mogio come uno straccio, s’era
265
1956
Maestà, – rispose il Principe. ¶ – Come? Vuoi dire che le
266
1956
la figlia, chiamata, disse come il Principe era nell
267
1956
e disse: – Chi sei? Come hai fatto a entrare
268
1956
vide un gran chiarore come d’un incendio. – Cosa
269
1956
Inferno. ¶ L’indomani, vestito come al solito da gran
270
1956
per bene; poi pensò come poteva salvare le sorelle
271
1956
lavare e vuol sapere come state… ¶ Appena rimasta sola
272
1956
Proprio la sua voce come fosse qui! È una
273
1956
Pocapagliesi non erano addormentati come si diceva, e che
274
1956
ferro di cavallo rosso come il fuoco. Così Masino
275
1956
storto, ¶ E ti stende come morto. ¶ I contadini la
276
1956
li coglieva, diventavano grossi come ombrelli. ¶ A rubare negli
277
1956
senza voglia di litigare come a Pocapaglia non c
278
1956
sera, mentre erano raccolti come al solito attorno al
279
1956
e chi è grosso come una scaglia, ho visto
280
1956
hanno paura, ma mai come a Pocapaglia. ¶ I contadini
281
1956
per terra tutto rannicchiato come una mosca che ha
282
1956
fuori dai cespugli. ¶ – E come mai ci tramortiva con
283
1956
la barba sulla testa, come i capelli delle donne
284
1956
portarne quattro. Non sapendo come riempire la quarta corba
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nacque una grande simpatia. ¶ Come la ragazza cresceva, cresceva
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sangue e non sapeva come attraversarlo. Ma la vecchina
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a casa, Perina, curiosa come tutte le ragazzine, volle
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del Re non capiva come mai fosse tanto imbruttita
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opera d’autore che come volume di raccoglitore comparatista
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facilità verbale. ¶ Ho detto come il mio lavoro di
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Toscana22 e Sicilia sono – come dicevo – le due regioni
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moralismo patriottico e religioso, come la Percoto nei suoi
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Pentamerone di Basile fu – come dice il Croce – «una
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ambienti un po’ allucinata, come in sogno, che s
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vena di poesia sospirosa, come un sogno d’Aligi
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per quel tessuto stilistico (come il bellissimo I cinque
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e per me era come per chi, girando il
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per tutti i cammini come un polverio disperso sulle
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in tutto il mondo, come vogliono i fautori della
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ogni fiaba ha avuto, come puro racconto di passatempo
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sui risultati (pur spesso, come già dicevo, molto vaghi
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sedimentata maggiormente nel Sud (come prova la diffusione di
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poi degli esseri soprannaturali come orchi o streghe attingono
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dovrà dunque necessariamente indagare come uno dei momenti più
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marinare da me riportate come all’arbitraria geografia della
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amore delle tre melarance (come in Gozzi), o dei
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o dei tre cedri (come in Basile), o delle
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o delle tre melagrane (come nella mia versione):51 una
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e una ligure (la 8), come variante curiosa; però devo
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dell’ingiustizia anche disumana, come elemento con cui si
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da nessuno; quindi è come fosse un solo giovane
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leggi religiose, e di come una donna si ribelli
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anche oggi), dove viveva come costume di tradizione orale
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infantile esiste sì, ma come genere a sé, trascurato
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moralismo prudenziale e praticistico come pare suggerire la storia
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uno sopra l’altro come i mattoni d’un
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ragioni d’esperienza storica (come allo scrittore borghese e
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si dice «quel re» come si direbbe «quel signore
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vanno a far visita come due buoni borghesi paesani
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riferite da persone colte, come ricordavano d’averle sentite
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è nel racconto popolare come elemento della vita sociale
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raccolte provinciali o vernacole, come quelle dell’Imbriani e
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toscana delle più importanti come quantità e qualità – le
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da stampare. ¶ 23. (Per questi come per gli altri testi
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Abruzzo. ¶ 30. Altre raccolte pugliesi come quelle del Gigli e
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dialettale e traduzione; ricche come contenuto, povere come stesura
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ricche come contenuto, povere come stesura) è reperibile al
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di apologhi o favole (come quelle da me scelte
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io, mentre di solito, come dicevo, su questo tipo
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generi letterari italiani» Vallardi. ¶ 47. Come quelli delle mie 128 e
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ragioni nei riti preistorici, come quello dell’eroe che
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Stith Thompson che citavo come la fonte fondamentale delle
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l’uomo la sollevò come fosse stata una pietruzza
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Tribordo che era conosciuto come un vagabondo e un
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bordo un fa-niente come lui. Il capitano decise
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la figlia del Re. – Come avete fatto a trovarmi
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Benedetto Croce) che è come il sogno d’un
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nella letteratura romantica tedesca, come anonima creazione del Volksgeist
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illirici; ma le «novelline» (come nell’Ottocento da noi
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mai abbastanza lodati «demopsicologi» (come per un certo tempo
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per l’infanzia; ricorderemo, come eccezionale riuscita poetica, il
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un salto a freddo, come tuffarmi da un trampolino
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più tornare a riva, come il Cola Pesce della
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in fondo dominato coscientemente come quello della pigra e
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poco a poco preso come da una smania, una
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mio occhio si faceva – come nei maniaci – d’una
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narrativa, ma anche proprio come generali qualità di grazia
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incantati, col problema di come meglio vedere in viso
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di serpenti s’aprivano come ruscelli di latte, re
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poi maturo, per confermarsi come essere umano. E in
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e il suo riscatto come termini d’una dialettica
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e poi subito sofferto come bene perduto; la comune
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liberarsi e autodeterminarsi inteso come un dovere elementare, insieme
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la purezza di cuore come virtù basilari che portano
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al trionfo; la bellezza come segno di grazia, ma
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spoglie d’umile bruttezza come un corpo di rana
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narratore orale. Proprio «scientifici» come oggi s’intende i
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il lavoro mio, paragonabile come tipo d’intervento alla
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riuscito a realizzare. ¶ Dunque, come le note in fondo
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e i propri pensieri, come han fatto due cari
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un’opera completamente mia, come nella tradizione dei nostri
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nostri novellieri classici, o come le fiabe letterarie settecentesche
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settecentesche o romantiche, o come l’Andersen. ¶ Non sarò
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pari (certe cose pugliesi come I cinque scapestrati o
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cinque scapestrati o siciliane come Sperso per il mondo
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invece mi si presentava come un mero punto di
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ho «montato» la narrazione come pareva a me, su
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di mettermi anch’io come un anello dell’anonima
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del contado pistoiese, presentato come testo di lingua e
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a tutti i diritti, come gli ultimi nostri grandi
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rifarsi alle loro parole. Come non comparare il catalogo
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ponga a registrare, quasi come un folklorista, i modi
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dal n. 148 al 158). Ecco come il Pitrè nella prefazione
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del Borgo, rione o, come dice il popolo, quartiere
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allora la Messia è come in casa sua; né
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casa e al Signore, come esse dicono, i suoi
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novella e la ballata, come quel sospiro di malinconica
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linguistica) e non aveva come gli altri la manìa
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dell’Imbriani si vede come per le montalesi vengano
380
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fiabe oscuri e preistorici come Testa di Bufala, che
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stranamente «inventata» e moderna come La novellina delle scimmie
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Nerucci ci si presenta come un libro molto unitario
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libro si presenta perciò – come dicevo – più come opera
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perciò – come dicevo – più come opera d’autore che
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tenerlo in mano, era come tenere una lanterna. La
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senza saper neanche lui come, si ritrovò in mezzo
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non far cerimonie: fa’ come fossi in casa tua
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alla madre: – Hai visto come ha fatto le parti
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perché io sono bella come un angelo del paradiso
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diventò una gallina grossa come non se n’erano
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tante fate, la vestirono come una regina e le
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caccia per quei posti, come la vide se ne
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anni ed era bella come il sole, e il
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Se mi volete bene come dite, padre mio, – gli
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gli buttò in faccia come al solito il suo
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ci si buttò dentro come fosse a casa sua
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petto la salita e, come fosse a casa sua
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un fiume. La cavallina, come fosse a casa sua
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buttò in acqua correndo come sulla via battuta. Quando
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siete? Mi sembrate forestiero. Come siete giunto fin qua
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è donna, vi dico. Come posso fare per saperlo
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bastonate, le tenne dietro come poteva. ¶ Arrivati in cima
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buscarne ancora! ¶ – Scappare? E come faccio, che mi sono
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mio, – gemeva la volpe, – come faccio con questa zampa
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a menare una vita come questa. Qui c’è
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disse, – che fai lì? Come ti chiami? ¶ – Folgore, – disse
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un altro. – E tu come ti chiami? ¶ – Ciecadritto, – rispose
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più d’un mulo come niente fosse. ¶ – Che bellezza
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quei tre, – glielo domandiamo come si chiama? ¶ – Come ti
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domandiamo come si chiama? ¶ – Come ti chiami? – chiese il
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in una cantina, mangiarono come porci, e vino quanto
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lì a faccia sotto? Come ti chiami? ¶ – Orecchialepre, – rispose
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il sole alto. ¶ – E come fate, poveri cristiani, a
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lavorare a quest’ora? ¶ – Come facciamo? Abbiamo chi ci
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che soffiava: pfuh! pfuuuh! ¶ – Come ti chiami? – gli chiesero
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La Reginella si lanciò come una lepre. Ma Folgore
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tornò con un becco come un pappagallo. Disse il
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si mise a terra come faceva lui. – Ce l
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con le gambe fuori come una saltimbanca, e s
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e lui reggeva tutto. ¶ – Come ti senti? – gli chiedevano
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ci abbiano lasciati nudi come vermi, che non possiamo
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li istruisce nella dottrina come tanti passerotti. Maestro Refolo
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figlio entrò. – Mamma mia, come stai? ¶ – Stracca di fatica
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lo videro: – Ah, Ntoni, come stai? ¶ – Bene. Che c
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vedere a portarmelo via come il ciuco! Guardate dove
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era buona più che come straccio. La madre gli
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a rovescio e girava come un tornio. ¶ Lassù d
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nuovo qui, Ntoni? E come stai, bello mio? Cosa
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la sua famiglia, girando come un arcolaio. – Aiuto! Aiuto
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un po’ in silenzio, come sovrappensiero, e quand’ebbe
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qui non luce luna, come cammini tu, anima sola
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cima alla montagna fecero come aveva detto l’eremita
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delle tre melagrane ¶ (Bianca-come-il-latte-rossa-come
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come-il-latte-rossa-come-il-sangue) ¶ Un figlio
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vorrei una donna bianca come il latte e rossa
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il latte e rossa come il sangue. ¶ – Eh, figlio
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Cerco una donna bianca come il latte e rossa
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il latte e rossa come il sangue. ¶ E il
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una bellissima ragazza bianca come il latte e rossa
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il latte e rossa come il sangue, che subito
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lei visse. ¶ Era ignuda come l’aveva fatta sua
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la padrona: – Brutta Saracina! Come ti permetti di tornare
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con la carrozza, e come la vide, disse: – Eri
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vide, disse: – Eri bianca come il latte e rossa
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il latte e rossa come il sangue; come mai
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rossa come il sangue; come mai sei diventata così
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figlio del Re: – Ma come mai hai cambiato voce
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s’installò a Palazzo, come sposa del figlio del
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la vestì da contadina come era vestita anche lei
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ragazza era sempre nuda come mamma l’aveva fatta
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e chiese alla giovane: – Come mai eravate dentro una
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sulle acque del mare come si cammina per terra
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la locandiera stava chiedendo come al solito a un
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pietra bianca s’aperse come un uscio e dentro
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dentro c’era illuminato come un gran palazzo. I
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sei, stacci. Ti tratteremo come una sorellina. ¶ Così la
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l’aria di mostrarle come le stava bene uno
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faceva prove di destrezza come quella di gettare per
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esercizi. «Chi può essere? Come è potuto entrare nel
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alla guerra. Ma prima, come al solito, passò dal
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il cavaliere era scomparso, come le altre sere. ¶ La
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s’era potuto cambiare come le altre sere e
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e riportarla al Re come prova. ¶ La ragazza restò
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s’affezionò a lei come a una figlia. ¶ La
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dove una ragazza bella come mai ne aveva viste
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aveva una figlia bella come il sole, chiamata Belfiore
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più fare e disfare come prima. Così disse a
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disse il Re. – E come t’è venuta? ¶ – Ma
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sua testa diventò aguzza come un chiodo. C’era
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e il pensiero di come scampare lui alla stessa
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Occhio-in-fronte grufolare come un maiale, prese lo
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me! Tieni quest’anello, come segno che m’hai
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Franceschiello: – Faccia a terra come? ¶ E quelli: – Faccia a
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Franceschiello: – Fatemi vedere voi come mi devo mettere. ¶ Il
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pastori e i cani, come vuoi che faccia? Mah
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derubati. – E ora, – dissero, – come andremo a dirlo al
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aveva sentito tutto, svelto come un gatto, si cacciò
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figli e non sapeva come campare, lui e sua
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nel bosco l’indomani come prima. ¶ La sera dopo
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la tavola ben imbandita. – Come hai fatto a comprare
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che mangiava le bufale come fossero tordi. Mangia e
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che l’avrebbe schiacciato come una frittata, ma il
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paese: ¶ Chi si presenterà come salvatore di mia figlia
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pretendere la sua mano come legittimo salvatore. – Come va
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mano come legittimo salvatore. – Come va questa faccenda? – si
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i tre soldati, affamati come lupi. Passano, cantando come
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come lupi. Passano, cantando come facevano sempre anche se
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bocca aperta. – Ma, di’, come ti sei mascherato? ¶ – Ne
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disse lui. ¶ – E allora come va questa storia? ¶ – Vi
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storia? ¶ – Vi dirò io come va, – disse il Re
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morire, continuò a tenerlo come paggio nel palazzo, anzi
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cascarono le braccia: – Ma come? È questa, mia sorella
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sorella con gli occhi come stelle? Mia sorella con
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sorella con la bocca come un fiore? ¶ – Ah, figlio
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questa la giovane bella come il sole? Mi pare
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sue disgrazie, a Belsole come se la ricordava e
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se la ricordava e come non era riuscito più
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che mai. ¶ – Sorella mia, come mai sei qui? ¶ – Sono
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gettava oro e perle come becchime per le papere
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Belsole è bella, bella come il sole, ¶ E l