Pietro Aretino, Angelica, 1535

cosí lo stil mio, come uscisse da vena celeste

perché non solamente risplendete come rami de la sacra

et idol sei, ¶ sí come al mondo face alzar

spiegar penna d'ingegno, ¶ come a bearti il dí

parte e in quella ¶ come s'è fatta d

le bellezze sue ¶ inchinar come cosa del cielo alma

e di desiri, ¶ sonò come il felice e bel

gli amanti eletti, ¶ non come gli altri udí l

fisso tenendo, ¶ di gelosia come d'amor ardendo. ¶ 19 ¶ E

s'è fatta sposa, come il ciel dispose; ¶ e

divinità ritrare in carte. ¶ 31 ¶ Come Angelica egli è tener

vicino ¶ e nel veder come in su l'erba

loro et ispero anco, ¶ come per lor mercede io

può che un cavaliero ¶ come il sol chiaro adopri

ne l'alma ¶ sí come dici e dai colpa

le porti per gloria ¶ come vero trofeo de la

dice -, et ei sa come ¶ riverisco et adoro il

lor begli occhi entrò come a lui parve. ¶ Ogni

che, se ben ella come il suo signore ¶ non

quetò il saggio uom, come racqueta il mare ¶ estiva

core ¶ sua dolce vista, come piacque ' Amore. ¶ 27 ¶ Tosto ch

cieca mi fece Amor, come far sole ¶ desiosa alma

non si scemasse dramma. ¶ 32 ¶ Come a lui giunsi e

vostro sarà sempre sostegno ". ¶ 36 ¶ Come io li udi' " voi

mano: " O Folle ", disse, ¶ " come ti può l'alma

rio ¶ suo propio cuor come suo proprio figlio; ¶ ma

il nome suo e come disperata ¶ partí, morto il