Lorenzo Marone, Un ragazzo normale, 2018

il re alle prese con il suo giullare di

signora, infatti, lo salutò con tono freddo ed espressione

andava sempre in giro con le unghie lunghe sotto

vetrinetta posta al centro, con all’interno un set

mi fece un cenno con la mano prima di

lei. ¶ Rimasi di nuovo con i due invasati, intenti

pulii gli occhiali appannati con la maglietta, mi asciugai

mi asciugai la fronte con il braccio e mi

di giocattoli della zona, con la staccionata in legno

fronte che mi guardava con fare cattivo: mi portai

il cane mi guardava con odio sempre maggiore, quasi

accontentò della resa e con un balzo si attaccò

spalle. Strattonai il braccio con forza e Shelly partì

perché pensai di avere con me la chiave giusta

fui costretto a spiegare con un sorriso. Credevo di

Credevo di fare colpo con le mie conoscenze, invece

e una felpa scura con il cappuccio. ¶ “Non vorrei

nero ti dona, contrasta con la tua pelle lattiginosa

e scoppiò a ridere con la mano davanti alla

la lista delle canzoni con soddisfazione. ¶ “Avevi detto che

avendo a che fare con l’amore, l’ho

recuperato dopo un po’, con lo scorrere del tempo

i capelli della donna con la quale stanno parlando

trovavo davanti a Viola. Con il tedesco, un po

po’ come mi capitava con Giancarlo, sentivo di poter

che avevo a comunicare con gli altri (che proprio

di entrare in sintonia con Viola e con le

sintonia con Viola e con le persone grazie allo

sigaretta, poi mi interrompeva con un rutto, chiedeva una

me ne stavo lì, con le idee confuse, a

leggere.” ¶ “Non sono bravo con le persone...” avevo sussurrato

Ma non voglio annoiarti con storie tristi, tu sei

incalzò: “Fai sempre così con le ragazze?”. ¶ “No, scusa

dopo se ne uscì con questa frase: “Qual è

sembravano mani di bambina, con dita piccolissime e unghie

giorni ¶ Tornai a casa con un’eccitazione che non

la verità,” replicò lei con un sorriso beffardo. ¶ “Ah

a ballare in motocicletta con Mauro”. ¶ Mamma, che in

esclamò mia sorella guardandomi con espressione feroce. ¶ “Ué, e

di Zoccola da portare con me. ¶ “Pare che tien

doveva essere sfuggita, anche con una florida situazione finanziaria

impreparata, senza trucco o con le pantofole ai piedi

ultimi ritocchi) a chiacchierare con Sasà di motori, accelerazione

organizzando per l’estate con gli amici. Parlava con

con gli amici. Parlava con un tale entusiasmo che

sembrava di dover partire con lui, in giro fra

dell’Olanda. ¶ “Bea viene con te?” ¶ “No, siamo tutti

senza avere argomentazioni valide con le quali controbattere. La

te la faccio ascoltare”. ¶ “Con te? Dove? Non so

la Mehari si mosse con un leggero brontolio che

di tenerle il gioco con i nostri genitori e

di uscire da sola con il fantomatico Mauro, il

un tipo allegro e con la battuta pronta, molto

molto sicuro di sé, con indosso un giubbino di

sarebbe innamorato di lui, con la sua moto potente

ad arruffarsi i capelli con il phon e adesso

e masticava una gomma con la bocca spalancata. Mai

iniziò un lungo amoreggiamento con il suo volto nello

copertina spiccava Lino Banfi con la mano in fronte

come prima...” ¶ “Sono impegnato con lo studio,” risposi timidamente

restai tutto il tempo con lo sguardo basso per

e presi via Suarez, con l’intenzione di vagare

l’ora dell’appuntamento con Bea davanti al benzinaio

a osservare i passanti con la lingua di fuori

fronte un uomo sdentato, con i capelli bianchi arruffati

sedeva su un cartone con le gambe incrociate e

vecchio ma, a guardarlo con più attenzione, doveva avere

Beethoven? Sì, certo,” risposi con una certa fierezza, “ma

suono della melodia, mentre con la mano raggrinzita e

la stretta. ¶ L’amicizia con Matthias e Beethoveen fu

mi fermavo a chiacchierare con loro, e Beethoven sembrava

la verità! Dovresti fartela con i vincenti, non con

con i vincenti, non con i perdenti.” ¶ “Chiacchieriamo solamente

che te la fai con un barbone e il

sia il problema,” risposi con aria di sfida. ¶ Lei

che sei un ragazzo con la testa sulle spalle

io trascorro il tempo con Beethoven”. ¶ “Beethoven?” ¶ “Un esemplare

e ci piace stare con i barboni!”. ¶ “Mi vedo

si apostrofa un uomo con tale termine volgare e

grazie a Sasà. ¶ Ero con lui per strada, subito

si chiamava Patrizio Dobberman, con due b. Anche Sasà

arrotolati di diecimila lire? Con il petrolio si fanne

Sai che farei io con tutte quelle banconote?” ¶ “Che

fai, Mimì, mamma mia! Con i soldi si può

proprio non ti capisco con ’sta storia dello spazio

gruoss’, ancora perdi tempo con queste stronzate? Dovresti pensare

andava in giro sempre con un’aria spavalda e

felpa Americanino, jeans Turquoise con sotto le famose calze

si mise a giocare con noi, anche se si

palleggiavamo. ¶ Feci di no con la testa e a

dubbioso. ¶ “Mimì è fissato con la lingua, i libri

viso iniziava a soffiare con veemenza. Fabio sollevò lo

e se ne uscì con una frase che mi

genere? ¶ Prima di salire con loro all’ultimo piano

accogliente, senza piante e con un arredo moderno dove

in quella casa e con quella tuta addosso, fatto

innaffiare, se ne restava con la sigaretta in bocca

e ci appariva ovattata, con le auto grandi quanto

sole riusciva a colpire con precisione quella grande foglia

un bel salone doppio con le finestre che danno

lo ascolto. ¶ Un giorno con noi venne pure Sasà

che se ne restò con la testa infilata nel

sugo nel piatto e, con ancora uno spruzzo di

corso portando di nuovo con me Sasà, eppure non

e avevo trovato Sasà con le guance tonde e

Perché?” avevo chiesto poi con espressione delusa. ¶ Lui, vedendo

stesse evitando di proposito, con la scusa che ero

nonna mi stava chiamando con una bella ciotola di

di provare il test con la mia famiglia, la

ultima volta era accaduto con la nonna, che mi

da sottoporre all’esperimento. Con papà era impensabile parlare

e i motori, intendendo con questo le autovetture degli

battuto contro l’azienda con un duro sciopero, un

e infilarsi una calzatura con grazia. Me lo aveva

telegiornale, se ne usciva con la solita frase: “Io

a papà che esco con Mauro...” ¶ “Chi sarebbe Mauro

mio fidanzato.” ¶ “Il ragazzo con la moto?” ¶ “Sì, ma

è grande...” aggiunse poi con un sorriso tronfio. ¶ “Non

da fidanzata al cinema con te. Lo capisci, vero

rompo a fare questioni con quel fascio!” ¶ “Papà non

funzione?” ¶ “Fingere di venire con me.” ¶ “Invece?” ¶ “Invece usciamo

me.” ¶ “Invece?” ¶ “Invece usciamo con la moto di Mauro

Non ti puoi vedere con Sasà?” ¶ “Sasà non sta

troppo complesse, dovevo allenarmi con cose semplici, alla portata

Simon Le Bon incorniciate con tanti cuoricini. Non avevo

me, e mi osservava con aria incredula e inferocita

e non sono bravo con le mani, però, dopo

ero messo a sbirciare con la coda dell’occhio

fate pace!” aveva proseguito, con gli occhi lucidi e

un bacio!” aveva pronunciato con fermezza. ¶ “Mi ha rubato

Dai, monta,” fece segno con la mano. ¶ Lo guardai

Mehari?” ¶ Feci di no con la testa. ¶ “Sono una

lo si fa solo con gli amici, no?” ¶ “Sì

chiederti se mi aiuti con quell’esperimento...” ¶ “Quale esperimento

Il potere telepatico.” ¶ “Ancora con i superpoteri?”, e girò

Troisi?”. ¶ Feci di no con la testa. ¶ “Devi vederlo

poter spostare gli oggetti con la sola forza del

cose le devi fare con i ragazzi della tua

nulla! Io penso che con una persona speciale come

mangiare una pizza, uscire con gli amici, andare al

idea vincente. Potrei affascinarla con le mie teorie e

le mie teorie e con gli esperimenti. Potrebbe essere

e prenderesti due piccioni con una fava, come si

e disse: “Se vieni con me, te la faccio

di W le donne, con Amanda Lear. No, nessuna

papà fissava lo schermo con più attenzione del solito

il mio viso sudato, con la pelle dello stesso

parrucchiere di mamma fissato con l’estetica che ad

al giorno sul balcone con uno di quei pannelli

un piattino di carta con i resti del pranzo

te!”. ¶ Mamma era fissata con i gatti e, soprattutto

i gatti e, soprattutto, con Bagheera, e la sera

lei si voltava sempre con la stessa espressione dubbiosa

gatto domestico.” ¶ “Uuh, Mimì, con me devi parlare in

il pensiero dall’abito con il quale sarei stato

il vestito del personaggio con l’idea di riprodurlo

di scuola che sfilavano con mantelle e maschere di

di un cavaliere medioevale con tanto di mantello, elmo

il Napoli non vestiva con i pantaloncini neri, lui

vita strana e difficile, con una madre malata e

dovevo arrangiare, un Popeye con gli occhiali non si

la sua prima tripletta con la maglia azzurra. Non

Mimì, Maradò ha segnato con un pallonetto da metà

si appoggiava alla tavola con il “Corriere dello Sport

cominciava il solito teatrino, con papà che voleva ascoltare

sarei tornato a casa con tante pietre da analizzare

ricordata di quel “quattrocchi” con la parlata strana che

mondo aveva appena firmato con il Napoli, nessuno osava

era iniziata la trattativa con il Barcellona; papà, invece

era venuto da me con il bicchiere ancora pieno

madre dietro di lui, con le mani sui fianchi

e assistere ai festeggiamenti. Con noi era venuta tutta

nonno si era lanciato con il busto fuori dal

avesse firmato. Provai anche con Sasà, ma rispose che

erano cose da femmine. Con il mio amico il

preso una brutta fissa con il wrestling, che era

mi cingeva il collo con il braccio fingendo di

a mantenere gli occhiali con una mano altrimenti sarebbero

rovinati per terra, mentre con la voce imitava la

ero tornato a smanettare con la radio nel tentativo

inizio andò giù pesante con Lady Ciccone, sostenendo che

canzone dei primi anni con papà. ¶ A volte sostavo

vecchia auto targata Na, con il sole che tagliava

mentre si abbracciavano guardandosi con occhi carichi di amore

elefante e una camicia con il colletto smisurato, e

che ha accanto. ¶ Studiavo con attenzione i dettagli dell

le piante (il terrazzo con affaccio diretto sulla piazza

di potermi recare lassù, con un’agitazione dipinta sul

riuscivo a camuffare e con il fiatone nemmeno fossimo

eravamo saliti in macchina con destinazione Ariston, su a

sebbene si fosse innervosito con Bea che non era

andava avanti e indietro con il sorriso sulle labbra

eppure era rimasto immobile, con il pallone fra le

e si era allontanato con un ruggito. ¶ A ogni

cercava di tenere botta con gli esigui titoli scampati

di fronte all’altro, con gli occhi chiusi. Provammo

il mio amico rispose con il gesto dell’ombrello

a prenderci a scuola con la sua centoventotto Coupé

centoventotto Coupé verde anno 1972 con gli interni di pelle

curiosità. ¶ Feci di no con la testa. ¶ “Rudi Krol

del mondo, un uomo con i capelli ricci e

in casa, li seguivo con passo felpato, avvicinavo l

risucchio che fece mamma con la bocca quando papà

quello di sempre. Almeno con me, almeno nei primi

c’è?”. ¶ Sasà rispose con un breve inchino e

dal quale tirò fuori, con non poca fatica, la

si metteva a giocherellare con il tagliere, perciò mi

solita posa da scemunito, con la testa incassata nelle

mentre Sasà si affaccendava con il tagliere alla stregua

si intromise nella discussione con una frase a effetto

capa spustata. È fissato con la giustizia e gli

guardare il mio amico con espressione inebetita. ¶ “Oh...” ¶ “Eh

vero che sei fissato con i supereroi?” ¶ “Sono sempre

occhiataccia al figlio e con modi bruschi gli ordinò

Mimì a essere fissato con ’ste storie...” ¶ “Tutti noi

nostro palazzo e che con le sue parole combatte

Ma che c’entra con gli eroi? È il

No, ti sbagli,” ruggì con una smorfia, “sul letto

che conosco Vasco Rossi, con chi crede di avere

quella?” replicò lui indicando con il pollice il punto

Di Fabio Iacobelli, quello con la sala giochi in

soccorso. Ero nella portineria con mio padre, il quale

sbucò dall’ascensore salutandomi con un cenno prima di

sarei riuscito a parlare con lui e a rivelargli

una scritta rossa fatta con una bomboletta spray recitava

dietro all’auto reggendo con la mano sinistra gli

spericolata, e rimasi folgorato. Con Viola, dopo l’incontro

era registrare un’audiocassetta con le sue canzoni migliori

sirena...” ¶ Feci di sì con la testa e aggiunsi

coinvolgente e sereno che con lui quasi ti sentivi

ho fatto una cassetta con le mie canzoni preferite

piedi davanti a lui, con la t-shirt rossa

userei per farmi assumere con un contratto definitivo dal

furono ricoperte dal clang con il quale l’ascensore

sperato che mi ascoltasse con più attenzione, che quasi

nei superpoteri. Dovresti parlarne con Sasà, con i ragazzi

Dovresti parlarne con Sasà, con i ragazzi della tua

A cosa?” ¶ “Ad aiutarmi con l’esperimento...” ¶ “Mi scusi

simile al bel sorriso con il quale lui andava

e che io detestavo con tutto me stesso. Odiavo

dopo tornai a scuola con il gesso e la

seduti su un muretto con due compagne, in attesa

occhio. ¶ Di conseguenza rincasai con il morale sotto i

di quando ero uscito, con il gesso bianco che

com’era dalla discussione con nostro padre che l

in casa, si sedette con un sorrisetto marpione al

della cucina e sussurrò con enfasi: “Un porno”. ¶ Strabuzzai

si sedette a tavola con noi in attesa che

e se ne uscì con questa frase: “Don Gennà

incenerii il mio amico con lo sguardo. Mi domandavo

abita qui, il giornalista con quella macchina strana che

grande. Un bravo giovane, con gli occhiali, abitano nella

il fiato e guardai con la coda dell’occhio

sullo schermo apparve Superman, con la tuta e il

nonno e la nonna, con l’espressione più arcigna

ultimo sorso di caffè con un risucchio e disse

che sarei rimasto fuori con gli amici; mamma rispose

ci costringesse a indugiare con il viso affondato per

lo scomma di mazzate con la cinghia,” proseguì lui

Viola tornare a casa con un ragazzo più grande

ragazzo più grande, uno con il ciuffo alla Nick

copertine, sfogliavo le pagine con l’unica mano funzionante

dal rosso fuoco tatuato con lo stemma del ragno

di soprassalto. ¶ “Sei fissato con l’Uomo Ragno, no

della cappa, a consumare con avidità ogni singolo riquadro

come me: la telepatia. Con il solo potere della

a entrare in contatto con le persone. Fu una

mi fermai a riflettere, con la bocca aperta, lo

piedi scalzi a contatto con le piastrelle gelate, su

Mi infilai nel letto con i piedi ghiacciati e

Il segreto per dormire con lui nella stessa stanza

alla tv, il sabato con i soliti varietà e

battute di Nino Frassica, con i nonni che dormivano

fu costretta a dormire con papà e noi, invece

di imparare a convivere con il russare del marito

o il ruminare rumoroso con il quale Bea masticava

avrei voluto subito parlare con Giancarlo, l’unico, a

se n’era uscito con una frase del tipo

raccogliere l’acqua piovana con una bacinella. Avevamo sistemato

avevamo trovato la bacinella con un basso strato di

il fondo della bacinella con un ago; sulla punta

e mi aveva guardato con aria sbalordita. ¶ “Mimì, ma

stata la mia risposta, “con l’aiuto di un

Napoli? Wow,” avevo ribattuto con il solito piglio, anche

ammazzerei subito...” aveva risposto con espressione seria. ¶ Non ho

ne andava in giro con il giubbino di pelle

un incontro di Sasà con una Harley quando un

Harley quando un tizio con il pizzetto lunghissimo e

nondimeno trascorrevo ogni pomeriggio con Sasà per strada dietro

valeva passare il tempo con Sasà. ¶ Prima che diventassimo

Da lì all’amicizia con Sasà il passo era

e l’uguale presente, con pochi spiccioli nelle tasche

un paninaro doc, sempre con grossi felponi addosso e

Ogni tanto si intratteneva con noi giù al palazzo

aveva preso la fissa con Dirceu, uno che tirava

che tornai a casa con la maglietta insozzata di

paio di occhiali rossi con i quali avrei fatto

ad andare a braccetto con le bugie. ¶ Perciò quel

ne andai in giro con l’occhio gonfio, ma

ogni giorno alla velocità con cui ci spuntavano i

bisogna imparare a camminare con le proprie gambe...”, ma

facevano finta di ascoltare con aria annoiata. La pregavo

magro da far spavento, con quegli occhiali neri e

che dopo l’incidente con Sasà si tenevano in

mani sproporzionate e, soprattutto, con il mio modo bizzarro

discorso termini tipo “zuzzurellone”, con il quale un giorno

si pensa di essere con quell’atteggiamento snob”, diceva

mamma pulire un polpo con le mani infilate nel

il mio pauroso sentimento con partecipazione, come meritava, io

perché tra l’altro con me c’era Sasà

plastica, si scassa!” esclamò con un sorriso il giornalista

se tu tiri solo con la punta...”. ¶ Mi posizionai

palla, la quale superò con un balzo il tettuccio

verde e si infranse con un tonfo contro la

aveva risolto la questione con una delle sue massime

Man in mio possesso, con loro facevo colazione, ripassando

quell’inverno), e camminava con passo felpato, quasi fosse

mattina a scuola arrivava con l’andatura aggraziata, i

richiamare la sua attenzione con qualcosa di più macho

e stavo per partire con “Quindici uomini sulla cassa

volgarità della vecchia contrabbandiera con altre più moderne, mentre

stata quella maledetta catenella con la quale il signor

in faccia. E poi con il gesso sembravo ancora

toccare da lei, perciò con la spugna non le

e tentavo di lavarmi con la sinistra, anche se

andava sempre in giro con magliette scollate che mettevano

mi ritrovavo per strada con lei mi rendevo conto

al polso. Era fissata con il film Il tempo

sue amiche. La differenza con loro era nei dettagli

seconda qualità. Loro giravano con jeans tappezzati con marchi

giravano con jeans tappezzati con marchi famosi, lei, al

lo fossi io, che con i miei mille pensieri

il tuo prezioso tempo con queste letture superficiali?” chiesi

chiesi. ¶ Masticava la gomma con la bocca aperta ed

fa, tutte quelle cose con le quali ti credi

qualche chance in più con Viola...” aggiunse mentre scriveva

ne andava in giro con una strana auto decappottabile

un supereroe. E forse, con il senno di poi

affisso un annuncio funebre con tanto di soprannome del

ma vorrei vederlo oggi, con un ingombrante Suv, come

Il meccanico, un uomo con i baffi e la

cabina si è fermata con un clang. Sì, proprio

di sigarette che litigava con qualche automobilista proprio davanti

distrattamente i miei, papà con un occhio nell’obiettivo

di Natale, e mamma con la bocca aperta e

seguente ero per strada con lui, un ragazzino strambo

che si era diplomata con scarso successo al Mazzini

Vivevamo in un bilocale con cucina abitabile al pianterreno

io dormivo nella stanza con i miei, in una

davvero soffrirne, anche perché con il tempo i nostri

al bagno erano regolati con ordine certosino dalle donne

ogni mattina alle otto con la sua Ape per

una chiacchierata sul Napoli con il nonno, una delle

perenni motivi di litigio con mamma, la quale a

ne fregava e rientrava con un regalo per me

estate si era presentata con un gran sorriso e

un gran sorriso e con in mano un paio

se alla fine sempre con la palla fra i

letto, dopo ripetute insistenze con i miei, soprattutto con

con i miei, soprattutto con papà, che nemmeno sapeva

fiero. ¶ “Pensa a stare con i piedi per terra

per terra piuttosto che con la testa sulle nuvole

era rimasto a lungo con le braccia intrecciate dietro

faceva capolino nelle discussioni con le signore del vicinato

signore del vicinato o con qualche vecchia zia. “Mi

padre un giorno, “ancora con questi libri? Nun ce

di quelle sere passate con gli occhi infilati nelle

Insomma, ero in fissa con i romanzi, con i

fissa con i romanzi, con i superpoteri e gli

di Karate Kid, che con grande sforzo e impegno

quel giovane era “uno con le palle”, testuali parole

la criminalità?” avevo chiesto con occhi luccicanti. ¶ “Così dice

era tornato a palleggiare con il Super Santos non

più in stile cartoon, con il tettuccio removibile di

di Rosario, giusto?” rispose con un bel sorriso mentre

Spiegati. Ora,” ribadì papà con lo sguardo severo che

lo scollo dal muro con una spugnetta e una

commentò Bea senza guardarci, con un piede appoggiato al

i morti?” domandò mamma con tono più morbido. ¶ “Non

letto, dalla quale tornai con gli annunci ben ripiegati

che spesso recitava sottovoce con una nenia che in

uno dopo l’altro con un sorriso compiaciuto. I

cucina. Appoggiata al lavello, con gli occhi di fuori

prepotente si conciliava bene con la mia pacatezza e

umidità della notte e, con un po’ di attenzione

fase bifasica del sonno con una polifasica. In sostanza

dedicare alle sue attività con soli centoventi minuti di

centoventi minuti di riposo. Con quel trucco avrei potuto

anche realizzato uno schema con gli orari dei vari

sogno appena interrotto. Ero con Sasà, in un luogo

i pesci sul fondo con una maschera; quando lo

sgusciava fuori e diceva con quella voce meccanica che

di arginare i problemi con una semplice alzata di

lo sai. Posso portare con me un libro e

a casa.” ¶ Papà portò con sé la sua cassetta

specie di ammezzato ricavato con una controsoffittatura in cartongesso

perciò rimase a parlare con lui per un po

allestiva la canna, armeggiando con una specie di esca

una specie di esca con tre ami, “il galleggiante

è il pasturatore?” chiese con aria fiera e mi

baffi. ¶ Feci di no con la testa. ¶ “È un

volta avesse voluto portarmi con sé più che per

tutto il tempo, lui con lo sguardo fisso al

galleggiante, io a giochicchiare con un bastoncino di legno

la mia attenzione,” risposi con lo sguardo alla sabbia

mi piace il contatto con la natura, guarda che

smorfia e tirò su con il naso, quindi mosse

di unico...” ¶ “Dovresti camminare con in piedi per terra

stiamo parlando.” ¶ Tornai indietro, con la rabbia che sembrava

una parola. “Mimì,” cominciò con voce greve, “del tuo

realtà ti ho portato con me perché ti dovevo

canna. “Mimì,” disse poi con un tono di voce

era ancora sulla battigia, con la canna da pesca

passi in avanti, fermandosi con i piedi nell’acqua

supplicai un’altra volta con un sussurro. ¶ Papà inspirò

si dava da fare con il mulinello, “la pesca

pesce si stava battendo con tutte le sue forze

dalla sua preda e, con la voce rotta dallo

diede un ultimo colpo con il polso e un

e non lo trovavo con la sigaretta in bocca

Sembrava parecchio debilitato. Restai con lui tutto il pomeriggio

qui sotto, prendi Beethoven con te. Prenditi cura di

neanche da dove iniziare con lui. ¶ Cinque mesi dopo

in là, un’ambulanza con la sirena spenta. Mi

stavano parlando alla radiotrasmittente, con lo zaino che mi

seguito. Matthias fu coperto con un lenzuolo e portato

vero, allora Matthias morirà con me. ¶ Ma dovevo pensare

canile municipale e che con ogni probabilità sarebbe stato

Beethoven,” ripetei all’infinito, con le lacrime che mi

lei. ¶ “O faccio ritorno con lui o non torno

amico?”. ¶ Annuii. ¶ “Vuoi portarlo con noi?” ¶ Annuii. ¶ “Te ne

stretto ben altri patti con il marito, “foss’ asciut

e uscii senza salutare, con il viso rabbuiato. ¶ Percorsi

coppia che si baciava con foga contro il muro

Giancarlo,” dissi, “devo parlargli con una certa urgenza. Per

Lei fece di no con la testa e allora

e liquidò la questione con questa frase: “Mimì, tu

Mauro si allontanò rombando con la sua moto verso

Giancarlo piombò nel viale con la Batmobile. Nel silenzio

non rispose. Allora proseguii con il mio repertorio migliore

e feci di no con la testa. ¶ “Già. Potresti

famosa parola ama. ¶ Risposi con una smorfia che non

scortava i nostri movimenti con gli occhi, ma Giancarlo

a osservarlo mentre attendevo con lui; aveva una leggera

così me ne uscii con tutt’altro. ¶ “Sto scrivendo

si arrestò al piano con il solito clang. ¶ “Di

anziché perdere del tempo con la telepatia. ¶ I Quindici

seduto sulla sua moto con accanto Bea in piedi

che se ne stava con le braccia incrociate sul

seria. “Mi sono lasciata con Mauro,” esclamò. ¶ Non risposi

le spalle, poi esclamò con slancio: “Mimì, non ti

lei non rispose. ¶ “E con ogni probabilità avrai anche

poi scoppiò a ridere, con il volto ancora imbrattato

sarò sempre,” dissi allora con voce austera, per darmi

fatto comodo...”, e restò con la guancia sulla mia

spalla, a tirare su con il naso e a

Ma di che parli con quel ragazzo?” aveva chiesto

risposto orgoglioso. ¶ “Mimì, stai con Sasà, con Fabio, ragazzi

Mimì, stai con Sasà, con Fabio, ragazzi della tua

fatto uno strano risucchio con la bocca prima di

dovresti giocare a pallone con Sasà e non pensare

più a mio agio con Sasà, non abbiamo gli

di scrivere. La chiacchierata con Giancarlo mi aveva fatto

di come, in realtà, con il passare del tempo

e grazie all’incontro con lui, mi fossi reso

presentò davanti all’auto con l’intero guardaroba. ¶ “Rosà

se l’essersi lasciata con Mauro l’avesse portata

girovagare fra gli scaffali, con papà che blaterava perché

Mannoia e lui, Vasco, con la sua Cosa succede

ormai imparato a memoria, con malcelata sorpresa di mia

nu’ mumento,” rispose lui, con un occhio infilato nell

gli strappò la macchina con un gesto fulmineo e

fulmineo e lo incenerì con lo sguardo. “Chiudi. Adesso

porta un signore attempato, con solo pochi capelli attorcigliati

una folta corona, vestito con un abito grigio smorto

giorno qualcosa di nuovo, con il quale costruire le

nella zona degli elefanti, con i loro corpi maestosi

grosso pachiderma si girò con espressione tutt’altro che

Nonostante c’entrassero poco con il cartone della Warner

vissuta. ¶ Al ritorno portammo con noi ricordi, fotografie, sorrisi

Bagheera, o nella portineria con papà, o su da

su da Morla, che con il gran caldo ormai

tempo su una poltrona con un ago nel braccio

le nuvole in casa con un semplice barattolo, del

a passare l’estate con dei vecchi dentro a

gelata sfrigolava al contatto con le mattonelle ancora calde

Io mi ero presentato con la mia storia da

storia da leggerle, lei con il pesce che sguazzava

boccia. Mi aveva guardato con occhi supplichevoli e aveva

la sarei dovuta vedere con una vagonata di domande

matematico?” ¶ “Baciarti?” avevo domandato con la bocca felpata. ¶ “Già

felpata. ¶ “Già,” aveva replicato con una risolutezza mai vista

un’eternità. Ero rimasto con la bocca aperta e

di pulirmi le labbra con il dorso della mano

suo amichetto quattrocchi fissato con gli esperimenti e le

dire e avevo proseguito con il mio mutismo. ¶ “Mimì

d’estate che porterai con te. Io amo Samuel

te. Io amo Samuel con tutta me stessa, anche

era sollevata a sedere con un balzo. “Invece chi

romagnolo del cazzo sta con gli amici e qualche