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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Pantaleo Carabellese, Il problema teologico come filosofia, 1931

concordanze di «coscienza»

nautoretestoannoconcordanza
1
1931
nient'affatto dataci dalla coscienza comune, dell'io, che
2
1931
io, che, perchè sono coscienza, non sono, e della
3
1931
è, non appartiene alla coscienza. L'una e l
4
1931
sono schiettamente respinte dalla coscienza comune quando sia schiettamente
5
1931
non è pensiero. ¶ Nella coscienza concreta non ci sono
6
1931
molteplice correlatività reciproca della coscienza; oggetto nella unità di
7
1931
entrambe nell'ambito della coscienza. ¶ Chi ancora testè vedeva
8
1931
tra soggetto che è coscienza ed oggetto che non
9
1931
oggetto che non è coscienza. Opposizione tra soggetto ed
10
1931
risulta affatto alla comune coscienza concreta. Ed è naturale
11
1931
dell'oggetto come non coscienza, e quindi della cosa
12
1931
campo di chi ha coscienza, e così reciprocamente, nasce
13
1931
termini (soggetti-oggetto) della coscienza ed è poi determinato
14
1931
che è esigenza della coscienza comune, è che la
15
1931
comune, è che la coscienza razionale non richiede soltanto
16
1931
cioè assoluta unicità di coscienza), della quale chi dice
17
1931
afferma l'appartenenza alla coscienza anche sua. ¶ La coscienza
18
1931
coscienza anche sua. ¶ La coscienza importa non soltanto l
19
1931
preciso atto concreto di coscienza. Cosa in sè, quindi
20
1931
io, che certo è coscienza razionale, nella sua purezza
21
1931
oggetto di quella stessa coscienza di cui l'io
22
1931
quella che veramente la coscienza comune richiede, e avrete
23
1931
è dato sempre dalla coscienza razionale nella sua concretezza
24
1931
quella che ho detto coscienza comune, e che, se
25
1931
riveda sè costantemente nella coscienza comune: la filosofia, che
26
1931
profondamente quella esigenza della coscienza comune alla quale il
27
1931
soddisfare: l'oggettività della coscienza. ¶ 35. Il pregiudizio del relativismo
28
1931
nell'oggetto puro di coscienza, è il pluralismo relativistico
29
1931
nella sua appartenenza alla coscienza del soggetto, ed essere
30
1931
di estraneità a tale coscienza torneranno a distinguersi». ¶ Non
31
1931
nega senz'altro la coscienza, della quale, se vuol
32
1931
un atto. Nega la coscienza, perchè coscienza, come risulta
33
1931
Nega la coscienza, perchè coscienza, come risulta da quanto
34
1931
anche dall'oggetto di coscienza. Ha accomunato nella negazione
35
1931
che è essenziale alla coscienza e ne costituisce l
36
1931
assoluto di là dalla coscienza relativa che afferma quel
37
1931
di là, deve essere coscienza. E se, da una
38
1931
vera la unicità della coscienza, questa correlativa coscienza affermante
39
1931
della coscienza, questa correlativa coscienza affermante non è più
40
1931
affermante non è più coscienza: la vera e propria
41
1931
la vera e propria coscienza è quel di là
42
1931
affermazione, se la correlativa coscienza affermante non è coscienza
43
1931
coscienza affermante non è coscienza. ¶ Se, adunque, perchè sia
44
1931
perchè sia valida, la coscienza deve essere anche unicità
45
1931
anche unicità, o la coscienza, in quanto affermante nella
46
1931
Assoluto vien ritenuto assoluta coscienza, e allora quella correlativa
47
1931
e allora quella correlativa coscienza affermante pone implicitamente sè
48
1931
implicitamente sè come falsa coscienza anche in questa affermazione
49
1931
del realismo (soggetto come coscienza; oggetto come non coscienza
50
1931
coscienza; oggetto come non coscienza), perchè se ne sono
51
1931
se ne scopra, nella coscienza comune, l'esigenza da
52
1931
la scoprirà nella stessa coscienza comune al più alto
53
1931
filosofica. Dall'altra, della coscienza razionale si scoprirà più
54
1931
di pura e semplice coscienza. ¶ Non presupponiamo, dunque, quello
55
1931
dei due termini della coscienza, l'uno, il soggetto
56
1931
uno, il soggetto, sia coscienza, cioè affermazione di coscienza
57
1931
coscienza, cioè affermazione di coscienza, l'altro, l'oggetto
58
1931
l'oggetto, sia non coscienza, cioè negazione di coscienza
59
1931
coscienza, cioè negazione di coscienza. ¶ Presupponiamo soltanto ciò che
60
1931
che ci risulta, la coscienza razionale: il soggetto che
61
1931
distinzione con cui la coscienza filosofica par che abbia
62
1931
semplice coralità che la coscienza comune afferma? ¶ Che c
63
1931
riducibile alla cosa della coscienza del soggetto? ¶ A chi
64
1931
alla interpretazione realistica della coscienza, anch'egli che di
65
1931
separazione dell'oggetto di coscienza dalla cosa lanciata fuori
66
1931
cosa lanciata fuori della coscienza stessa – lancio che è
67
1931
puro, come termine della coscienza, nella sua distinzione da
68
1931
concetto di cosa, la coscienza filosofica ha tentata. ¶ E
69
1931
sè, l'oggetto di coscienza proprio nella sua purezza
70
1931
come legge intima della coscienza, e così, proprio con
71
1931
noumenicità: esigenza suprema della coscienza, Universale sommo e quindi
72
1931
solo l'oggetto di coscienza, in quanto tale, era
73
1931
noi ed oggetto di coscienza come cosa in noi
74
1931
l'esigenza somma della coscienza, ineffabile e quindi non
75
1931
aposteriori. ¶ Entrambi risultanti alla coscienza comune, la cui esigenza
76
1931
lavorio, esplicata. Esigenza della coscienza comune che ha la
77
1931
si rientra così nella coscienza comune, che, abbiam visto
78
1931
e cosa fuori della coscienza. Ma se non sa
79
1931
in cui, vedemmo, la coscienza comune ripone la cosalità
80
1931
unificante, in cui la coscienza comune pone la cosalità
81
1931
indagine filosofica esplica dalla coscienza comune e le fa
82
1931
alla stessa oggettività di coscienza, anzi alla assoluta purezza
83
1931
nelle implicite ammissioni della coscienza comune, che come costitutivo
84
1931
non è, per la coscienza comune, opposto al conoscere
85
1931
errore per illuminare alla coscienza comune la cosa in
86
1931
l'ammissione implicita della coscienza comune che la cosa
87
1931
l'Unicità di quella coscienza in cui e per
88
1931
essere abbandonata. Abbandonata, la coscienza comune torna ad essere
89
1931
illuminata da essa; la coscienza filosofica torna ad essere
90
1931
intima e vitale della coscienza comune e non sovrapposizione
91
1931
a insanabile infermità della coscienza comune. ¶ 34. Il pregiudizio dogmatico
92
1931
stesso Oggetto puro della coscienza sono stati finora ostacolo
93
1931
è impossibile la stessa coscienza, in nome della quale
94
1931
essere una esigenza della coscienza, la rende impossibile, la
95
1931
sè, non deve la coscienza personale cercar di uscir
96
1931
uscir di sè come coscienza, ma deve invece penetrare
97
1931
sì di questa non-coscienza che è la cosa
98
1931
cosa in sè, nella coscienza razionale non solo non
99
1931
dovrebbe essere positivo, nella coscienza non può essere che
100
1931
essere che negativo. La coscienza, dunque, non è affetta
101
1931
della contraddizione dalla stessa coscienza. Così il punto di
102
1931
si impone alla stessa coscienza che pretende conoscerla. E
103
1931
così fanno uno. La coscienza ha dovuto riconoscere in
104
1931
era messa scoprendo essa, coscienza, la cosa in sè
105
1931
è così annullata la coscienza, ridotta soltanto ad un
106
1931
di partenza (limite) della coscienza, ma in sè positivo
107
1931
e pura negazione della coscienza in quanto tale, e
108
1931
una cosa fuori della coscienza, che quella morta filosofia
109
1931
filosofia che è la coscienza volgare, nella eterna parodia
110
1931
non c'è nella coscienza comune; a ricrearlo si
111
1931
cosa che non sia coscienza in quanto è in
112
1931
distinta da quella della coscienza e quindi ineffabilmente fuori
113
1931
come logica di quella coscienza comune nella quale si
114
1931
che è quella della coscienza comune, è una logica
115
1931
astratta, erronea, irrazionale, quella coscienza comune ingenua che della
116
1931
morta. E diventa così coscienza volgare: coscienza in cui
117
1931
diventa così coscienza volgare: coscienza in cui si vive
118
1931
errore di questa. ¶ La coscienza comune non può giustificare
119
1931
sua storia, e la coscienza comune dall'altra non
120
1931
progredire; nell'altro la coscienza comune finisce di essere
121
1931
elevare a filosofia: diventa coscienza volgare11. ¶ Non possiamo, dunque
122
1931
pretesa difesa che la coscienza comune faccia della cosa
123
1931
in sè fuori della coscienza e quella pretesa condanna
124
1931
cosa in sè. ¶ La coscienza comune non parla a
125
1931
parla è soltanto la coscienza volgare: un tessuto di
126
1931
morte posizioni filosofiche. La coscienza comune protesterà soltanto dinanzi
127
1931
in sede filosofica: la coscienza comune, ripeto, non sa
128
1931
di cose fuori della coscienza. ¶ Donde, dunque, dipende quell
129
1931
di essere, per la coscienza comune, e quindi anche
130
1931
erronea per natura, la coscienza comune. ¶ E si è
131
1931
cosa come fuori della coscienza, perchè opposto al soggetto
132
1931
soggetto-io che è coscienza. Abbiamo visto (cap. II
133
1931
sè che non è coscienza, concetto il quale ci
134
1931
oggetto alla luce della coscienza comune, pur tenendo conto
135
1931
ed ingenua cosa della coscienza comune, e quindi abbandonare
136
1931
oggetto che è nella coscienza del soggetto e cosa
137
1931
distinzione tra la soggettiva coscienza e l'oggettivo essere
138
1931
persuasi che non la coscienza comune sia per natura
139
1931
essere, pretesa interprete della coscienza comune, interprete erronea perchè
140
1931
proprio da esigenze della coscienza comune, e annullarla quindi
141
1931
rientrare oggi nella ingenua coscienza comune che non sa
142
1931
dell'essenza intima della coscienza, il contraddirsi. L'antinomia
143
1931
scoperta da Kant nella coscienza razionale umana quasi a
144
1931
è la legge della coscienza: è solo la condizione
145
1931
verità ci è nella coscienza comune, quando questa pensa
146
1931
cosa, giacchè la ingenua coscienza comune, di questa distinzione
147
1931
vedere quando per la coscienza comune si ha quel
148
1931
esigenza in cui la coscienza comune è nell'affermazione
149
1931
dobbiamo nella ingenuità della coscienza comune, dal richiedere se
150
1931
vero che per la coscienza comune tutto che in
151
1931
Quando, dunque, per la coscienza comune si ha quel
152
1931
delle cose, per la coscienza comune si ha «cosa
153
1931
caso sempre, per la coscienza comune, la cosa importa
154
1931
proprietà. Questa ammissione della coscienza comune sussiste, anche se
155
1931
è dunque, per la coscienza comune, costituita nè dalla
156
1931
Cosa è, per la coscienza comune, questa attuale organicità
157
1931
ecc., che pone la coscienza nella necessità di dire
158
1931
unificante, che per la coscienza comune è la cosalità
159
1931
esigenza da cui la coscienza comune è costretta ad
160
1931
essere un pregiudizio della coscienza comune, non risulta a
161
1931
queste pretese cose della coscienza comune sono le cose
162
1931
le cose della volgare coscienza empirica, che, esaminate al
163
1931
non dobbiamo fidarci della coscienza comune. ¶ E certo queste
164
1931
scopre e addita alla coscienza comune, saran forse, e
165
1931
come tale ha nella coscienza comune, e cioè il
166
1931
indagine scientifica alla ingenua coscienza, c'è come un
167
1931
implicito, appunto perchè la coscienza esplicita è impegnata in
168
1931
C'è soltanto nella coscienza scientifica come un primo
169
1931
cosa. Ma, come alla coscienza comune, così neppure a
170
1931
di occuparsi. Nè la coscienza comune nè quella scientifica
171
1931
sè, sia fuori della coscienza. Di tal problema non
172
1931
estranea a loro come coscienza. ¶ 30. Cosa e concetto: il
173
1931
il concetto che la coscienza comune ha della cosa
174
1931
cosa-essere e cosa-coscienza. ¶ La filosofia crede di
175
1931
cosa. L'oggetto di coscienza di un soggetto senziente
176
1931
e cioè fuori della coscienza, questi è proprio il
177
1931
il filosofo. Nè la coscienza comune, nè la scienza
178
1931
cosa come oggetto di coscienza del soggetto conoscente e
179
1931
universale, supera questa soggettiva coscienza, si può dire che
180
1931
che è nella nostra coscienza razionale, non mai un
181
1931
di là dalla nostra coscienza che l'afferma. Per
182
1931
esser fuori della nostra coscienza, deve esserci dentro; e
183
1931
come atto della nostra coscienza; quand'anche si faccia
184
1931
un fatto nostro di coscienza, dal quale soltanto risulta
185
1931
assoluto «più» della nostra coscienza stessa: la cosa in
186
1931
cosa in sè dalla coscienza, essa nega se stessa
187
1931
deve essere riduzione a coscienza razionale di ciò che
188
1931
di ciò che a coscienza razionale è irriducibile. La
189
1931
con ogni forma della coscienza razionale; nel momento stesso
190
1931
distinto dall'oggetto di coscienza. Quel «più» dunque richiede
191
1931
richiede e nega la coscienza razionale: la richiede per
192
1931
negativo, cioè la non-coscienza. Il sì di questa
193
1931
che, per la nostra coscienza concreta, io, in quanto
194
1931
realtà non appartenente alla coscienza del realismo o il
195
1931
v. § 48), essa caratterizza la coscienza, ma non caratterizza l
196
1931
darcene il concetto. Senza coscienza non v'ha io
197
1931
è l'io nella coscienza. Identificarli, abbiam visto, presuppone
198
1931
di oggetto come non coscienza. ¶ È quindi realistico e
199
1931
come soggetto che è coscienza la quale è contrapposta
200
1931
è essere contrapposto alla coscienza, viene ad essere escluso
201
1931
ad essere escluso dalla coscienza. Togliete la concezione realistica
202
1931
e il concetto della coscienza, implicando in sè anche
203
1931
costringerà a porre nella coscienza accanto al problema dell
204
1931
simpliciter identificabile con la coscienza. E qui trattasi di
205
1931
e non quello della coscienza. ¶ Ora, contro l'opinione
206
1931
opinione di Fichte, nella coscienza comune chi dice io
207
1931
voler afferrare una generica coscienza, vuole proprio affermare la
208
1931
di sè nella propria coscienza dalle altre persone. Io
209
1931
ad indicare proprio nella coscienza l'attività reciproca, e
210
1931
egoità ad alterità di coscienza. ¶ E questa essenza dell
211
1931
e semplice negazione di coscienza. ¶ Non l'ha visto
212
1931
quale presuppone che sia coscienza così il soggetto che
213
1931
che l'oggetto della coscienza stessa. ¶ L'id, l
214
1931
non è la non-coscienza: solo quando ciò si
215
1931
id che non è coscienza: è l'essere realistico
216
1931
pretesa erroneità connaturale alla coscienza comune. ¶ Una metafisica critica
217
1931
tolga dal campo della coscienza la soggettività, che, nella
218
1931
a tenersi a quella coscienza comune che tutti ci
219
1931
a tenersi a detta coscienza, quelle cose fuori di
220
1931
et simpliciter, da quella coscienza, e noi non lo
221
1931
umana nè razionale: la coscienza comune ci impone le
222
1931
dicesse veramente con la coscienza comune, Schelling avrebbe ragione
223
1931
filosofeggia anche lui: la coscienza comune è fuori causa
224
1931
distinzione tra la cosiddetta coscienza dell'uomo comune e
225
1931
uomo comune e la coscienza speculativa del filosofo, tra
226
1931
filosofo, che dispone della coscienza comune, è un motivo
227
1931
che vorrebbe contrassegnare la coscienza comune e così distinguerla
228
1931
e così distinguerla dalla coscienza speculativa, ha, nell'idealismo
229
1931
acritici ed anticritici come coscienza comune e dall'altra
230
1931
acuire il dissidio tra coscienza comune e coscienza speculativa
231
1931
tra coscienza comune e coscienza speculativa, quando, in forza
232
1931
la stessa dialettica della coscienza comune. ¶ È vero, il
233
1931
perchè la sua ingenua coscienza sia, in concreto, irrimediabilmente
234
1931
della concretezza della propria coscienza non si è reso
235
1931
renderglielo. ¶ Liberata così la coscienza comune da questa accusa
236
1931
è vero che la coscienza comune come tale ammetta
237
1931
risulterà che la stessa coscienza comune ci libera dal
238
1931
in quanto apprese dalla coscienza. Il saper le cose
239
1931
e quindi fuori della coscienza che è appunto questo
240
1931
ragionamento si attribuisce alla coscienza comune, quando si dice
241
1931
cioè troviamo nella stessa coscienza come positiva l'alterità
242
1931
cioè la nullità di coscienza. Kant stesso era ben
243
1931
positiva esigenza della stessa coscienza, l'alterità come soggettività
244
1931
semplicemente quella negazione di coscienza a cui è stata
245
1931
oggettività, ma anche di coscienza. ¶ Questo carattere di negatività
246
1931
carattere di negatività di coscienza è sempre più esplicitamente
247
1931
soggettività in cui la coscienza è soltanto negata; a
248
1931
sottintendere una duplicità di coscienza, una empirica e l
249
1931
carattere di negatività di coscienza è bene subito mettere
250
1931
si vedrà richiedere nella coscienza condizioni che essa appunto
251
1931
si vedrà richiedere nella coscienza la molteplicità proprio come
252
1931
stesso pulviscolo insussistente della coscienza che sarebbero quelle rappresentazioni
253
1931
empirica oggettività, negazione di coscienza. Non soddisfa quindi quella
254
1931
di alterità affermata dalla coscienza. ¶ Se gli altri, come
255
1931
empirica quella negazione di coscienza, a cui abbiam ridotto
256
1931
come momento essenziale della coscienza, l'altro quindi, di
257
1931
può essere spogliata la coscienza, è la stessa egoità
258
1931
in quanto moltiplicazione di coscienza. Le difficoltà che questa
259
1931
resti saldo questo che coscienza, nella sua concretezza, importa
260
1931
in sè» cioè la coscienza dell'oggetto, ma importa
261
1931
il soggetto, che ha coscienza dell'oggetto, trovi di
262
1931
esigenza della soggettività nella coscienza; soggettività, che abbiamo scoperta
263
1931
quella fondamentale esigenza della coscienza dalla quale tutte le
264
1931
estraneo nè eterogeneo alla coscienza dell'io; non è
265
1931
non è negazione di coscienza; ne è invece attuazione
266
1931
la positiva molteplicità della coscienza. ¶ E quindi esso, come
267
1931
unità sintetica appercettiva della coscienza; quantunque, a mio avviso
268
1931
ha data di tale coscienza in generale, che non
269
1931
presenza od assenza di coscienza morale. ¶ Fichte infatti, dopo
270
1931
la stessa unicità di coscienza senza numero, o è
271
1931
critica della molteplicità di coscienza. ¶ Fichte non ha dimostrato
272
1931
nel campo stesso della coscienza. L'oggetto è per
273
1931
urto originario, che nella coscienza dell'io diventa negazione
274
1931
io richiede molteplicità di coscienza, ad un'oggettiva unità
275
1931
oggettiva unità sarebbe non coscienza; e questa, per individuarsi
276
1931
faccia, non sarà mai coscienza. ¶ Fichte, non avendo penetrata
277
1931
tale, cioè individualità nella coscienza concreta, esige la singolarità
278
1931
esige la singolarità nella coscienza, e appunto tale singolarità
279
1931
Fichte stesso, perchè è coscienza anch'esso e non
280
1931
e non negazione di coscienza: è la coscienza nell
281
1931
di coscienza: è la coscienza nell'assoluta sua unicità
282
1931
quanto esigenza della stessa coscienza, in cui l'esperienza
283
1931
luogo. ¶ La concretezza è coscienza, e la coscienza è
284
1931
è coscienza, e la coscienza è consapevolezza che i
285
1931
relativo dell'Assoluto. ¶ Questa coscienza risultò impossibile alla Critica
286
1931
se stesso. Io significa coscienza presentata come opposizione soggetto
287
1931
pensante si nega. La coscienza è presentata puramente e
288
1931
a concepire come non coscienza. ¶ Quella che per F
289
1931
realistico (l'escluso dalla coscienza), non è l'altro
290
1931
idealistico (il non nella coscienza): è invece, abbiam visto
291
1931
l'essere presente nella coscienza. ¶ Ripartendo dunque, pur con
292
1931
critica, da quella comune coscienza concreta, che la Critica
293
1931
concepito come oggetto di coscienza, a negazione trova il
294
1931
la deduzione: b1 dalla coscienza in generale (dalla unità
295
1931
appercettiva come ragione, cioè coscienza incondizionata, è chiaro che
296
1931
deduzione dell'oggetto dalla coscienza in generale vale proprio
297
1931
metafisico) è dedotto dalla coscienza in generale, così come
298
1931
a pura negazione di coscienza, nonostante l'affermata e
299
1931
unità sintetica appercettiva, dalla coscienza in generale. Cioè si
300
1931
ma quella metafisica dalla coscienza in generale. ¶ Ora, ravvicinando
301
1931
valore metafisico, dedotto dalla coscienza in generale come ragione
302
1931
anche la deduzione dalla coscienza in generale. ¶ Quando poi
303
1931
anche la deduzione dalla coscienza in generale (b1) insieme
304
1931
positiva di questo dalla coscienza in universale. E viceversa
305
1931
tutta, a negatività. ¶ Dalla coscienza in generale Kant non
306
1931
quella suprema necessità della coscienza che è la ragione
307
1931
come tale alla stessa coscienza in generale, la forma
308
1931
et simpliciter nella stessa coscienza pensante. ¶ «La categoria auto
309
1931
dal contenuto empirico della coscienza debbano essere eccettuati alcuni
310
1931
alla ragione della comune coscienza, potremo con lui avvicinarci
311
1931
di quel che tale coscienza comune ci dice e
312
1931
l'essere presente nella coscienza. Presenza nella coscienza, che
313
1931
nella coscienza. Presenza nella coscienza, che la Critica di
314
1931
al soggetto che ha coscienza, e una Critica più
315
1931
e più ampia della coscienza stessa comincia a mostrare
316
1931
nel soggetto stesso. ¶ La coscienza, nella sua fondamentale e
317
1931
reciprocità, che presuppone nella coscienza la detta essenza e
318
1931
loro, che è anche coscienza (cfr. cap. V) solo
319
1931
quella semplicissima natura della coscienza è stata perduta di
320
1931
di vista; e della coscienza è divenuto costitutivo proprio
321
1931
come tali, nella loro coscienza, sono rimasti senza oggetto
322
1931
di là di ogni coscienza; è naturale che si
323
1931
in sè, è non coscienza; la coscienza, in quanto
324
1931
è non coscienza; la coscienza, in quanto conosce, non
325
1931
filosofico abbia dato alla coscienza volgare. ¶ Quando ci si
326
1931
fa assoluta eterogeneità dalla coscienza, fuori della quale nulla
327
1931
rendere così impossibile la coscienza, che in concreto richiede
328
1931
noi spogliamo la nostra coscienza del pregiudizio realistico (§ 10), quando
329
1931
risulta moltiplicazione di quella coscienza che il soggetto come
330
1931
cioè quella moltiplicazione della coscienza, che si ha con
331
1931
quanto si voglia) nella coscienza del soggetto: è una
332
1931
che porre nella stessa coscienza l'esigenza della molteplicità
333
1931
non come negazione della coscienza e quindi pura empiricità
334
1931
affermazione anch'essa della coscienza che solo con essa
335
1931
Tolto il numero dalla coscienza, questa si annulla. ¶ Mediante
336
1931
il concreto vivere della coscienza, con questa moltiplicità troviamo
337
1931
l'analisi critica della coscienza, mostrando l'irriducibilità di
338
1931
di trascendenza oggettiva della coscienza stessa: tal principio è
339
1931
è la concretezza della coscienza3. ¶ Avendo allora data la
340
1931
che dell'Oggetto di coscienza i soggetti fanno, e
341
1931
un radicato errore della coscienza volgare, giacchè, come esplicitamente
342
1931
negativo nega anche la coscienza, che è innegabile. ¶ Per
343
1931
con la sua residua coscienza dogmatica, sentì l'imbarazzo
344
1931
Hegel la sua piena coscienza. Egli ebbe, sì, sempre
345
1931
è l'oggetto della coscienza. Dimostrazione che par nulla
346
1931
e non della stessa coscienza nella sua integrità, richiedeva
347
1931
esteriorità dell'essere alla coscienza) fosse vero, sarebbe vero
348
1931
delle sue forme di coscienza. ¶ L'essere in sè
349
1931
proprio vissuto nella concreta coscienza: lo si potrà e
350
1931
in sè nella concreta coscienza; la sua inconoscibilità non
351
1931
deve diventare critica della coscienza, cioè critica della concreta
352
1931
cioè essere che è coscienza, ha trovata, volendo risolvere
353
1931
atto con cui la coscienza del soggetto si realizza
354
1931
come è possibile la coscienza nella sua concretezza, cioè
355
1931
il problema integrale della coscienza, di quella coscienza che
356
1931
della coscienza, di quella coscienza che era presupposta solo
357
1931
diviene problema della stessa coscienza. ¶ Il dubbio di Hume
358
1931
soluzione critica integrale della coscienza come essere concreto. ¶ Da
359
1931
Posta la concretezza nella coscienza, come è possibile l
360
1931
l'affermarsi, entro la coscienza concreta, di quella forma
361
1931
di quella forma di coscienza che, volendo cogliere l
362
1931
che hanno luogo nella coscienza concreta, e senza dei
363
1931
filosofo pur nel dargli coscienza di questo suo dissolversi
364
1931
ha e deve avere coscienza esplicita. Senza questa non
365
1931
nella sua esistenza, dalla coscienza che se ne ha
366
1931
è assolutamente «l'uno» (coscienza in genere) di fronte
367
1931
oggetto-da-conoscere la coscienza stessa conoscente. Se oggetto
368
1931
inteso come sopra, la coscienza conoscente non potrà mai
369
1931
e lasciare soltanto la coscienza conoscente che è soggetto
370
1931
di alterità. ¶ Per la coscienza comune (e intendo coscienza
371
1931
coscienza comune (e intendo coscienza non nella sua incoerenza
372
1931
sua incoerenza volgare, ma coscienza nella massima sua coerenza
373
1931
importerebbe schietta negazione nella coscienza, giacchè affermerebbe sempre l
374
1931
sempre l'omogeneità della coscienza. Senza accorgercene, senza volerlo
375
1931
cosa dal soggetto come coscienza, finiamo col negare anche
376
1931
oggetto (essere presente nella coscienza) non è alterità. ¶ Ma
377
1931
l'intima esigenza della coscienza. ¶ Se anche qui ricorriamo
378
1931
anche qui ricorriamo alla coscienza comune, troviamo che comunque
379
1931
è tanto essenziale alla coscienza che senza di esso
380
1931
che è presente nella coscienza. ¶ Pare, questa, l'oggettività
381
1931
scaltrito idealismo. ¶ «Presenza nella coscienza», e quindi interiorità non
382
1931
della oggettività pura. Nella coscienza l'oggetto non è
383
1931
escluso dal soggetto come coscienza (§ 10), richiamerà anche questo soggetto
384
1931
una cosa esclusa dalla coscienza. ¶ L'oggetto, dunque, non
385
1931
quando avremo sgombrata la coscienza di questi due pregiudizi
386
1931
come essere presente nella coscienza (oggetto), appunto perciò è
387
1931
quid unificante che la coscienza ci attesta essere l
388
1931
oggetto si manifesti alla coscienza come universalità: si manifesta
389
1931
quell'essere unico di coscienza che già ci risultava
390
1931
superata. Come vuole la coscienza comune, l'essere è
391
1931
all'oggetto puro della coscienza, all'oggetto che di
392
1931
scoprendola come esigenza della coscienza comune. ¶ La distinzione filosofica
393
1931
regalate, non soddisfa la coscienza comune, perchè questa ha
394
1931
della cosa indipendente dalla coscienza. Senza tale cosa infatti
395
1931
che ci dà la coscienza, è indubbiamente richiesta come
396
1931
fonte della conoscenza dalla coscienza comune. Una teoria della
397
1931
comune. Una teoria della coscienza che non dia conto
398
1931
come esigenza ineliminabile della coscienza, allo stesso realismo che
399
1931
come specifica forma di coscienza, sia ineliminabile esigenza di
400
1931
esperienza, come esigenza della coscienza, ma puramente e semplicemente
401
1931
specifica della esperienza nella coscienza. ¶ 37. Opposti concetti di conoscenza
402
1931
come esigenza specifica della coscienza debba esser travolta anch
403
1931
realtà naturalistica indipendente dalla coscienza, ma un contesto psichico
404
1931
il principio che dalla coscienza uscire non si può
405
1931
di là di ogni coscienza, è oggi solo un
406
1931
questa assoluta unità della coscienza. ¶ L'una e l
407
1931
ammesso realismo, ripetono dalla coscienza comune è quella della
408
1931
una cosa estranea alla coscienza. ¶ Concludendo, la cosiddetta esperienza
409
1931
sè ad essere della coscienza, nonchè risolverlo, non lo
410
1931
specificità, è esigenza della coscienza: finchè essa non sarà
411
1931
che vogliamo chiuderci nella coscienza, non sapremo far altro
412
1931
genuina esigenza che la coscienza ci dà in quel
413
1931
mente, un soggetto di coscienza, che qualcosa già sa
414
1931
reale, è estranea alla coscienza con cui la mente
415
1931
della mente è, nella coscienza che dicesi esperienza, provocata
416
1931
esperienza, di là dalla coscienza con cui se ne
417
1931
nella sua estraneità alla coscienza, uno stato di coscienza
418
1931
coscienza, uno stato di coscienza, e la coscienza stessa
419
1931
di coscienza, e la coscienza stessa nella sua integrità
420
1931
quanto posto tra la coscienza spirituale della mente e
421
1931
attività del soggetto, non coscienza. Ecco l'esperienza: questa
422
1931
esigenza specifica che la coscienza ha in quel che
423
1931
di questo; e la coscienza d'altra parte (§ 40) ci
424
1931
il soggetto stesso della coscienza. Il concetto di esperienza
425
1931
che non è nella coscienza. Insieme con questa cosa
426
1931
dir conoscenza invece di coscienza), che si diceva già
427
1931
come specifica esigenza della coscienza con la concreta conoscenza
428
1931
come esigenza specifica della coscienza. La negazione di quel
429
1931
una esigenza specifica della coscienza, che possa e debba
430
1931
esigenza che invece la coscienza comune presenta quando dice
431
1931
rapporto tra soggetto di coscienza impressionato e cosa impressionante
432
1931
essenziale il soggetto di coscienza, non v'è chi
433
1931
atto speciale della nostra coscienza: nell'esperienza io ho
434
1931
nell'esperienza io ho coscienza di non porre da
435
1931
è imposto: io ho coscienza, chiara direbbe Cartesio, di
436
1931
del mio atto di coscienza da altro. Anzi questo
437
1931
Anzi questo atto di coscienza sta proprio in questo
438
1931
che di esso ha coscienza (§ 42). ¶ Eliminabile soltanto è quella
439
1931
principio della determinazione di coscienza del soggetto che ha
440
1931
è rapporto, cioè è coscienza nella sua relatività. E
441
1931
altro (§ 47, 48). ¶ L'esigenza della coscienza comune nella esperienza è
442
1931
la stessa concretezza della coscienza, che è l'implicita
443
1931
è oggettività assoluta di coscienza, che può dirsi, se
444
1931
entrambe queste faccie della coscienza, ma solo perchè sono
445
1931
è rendere inesplicabile la coscienza concreta, e porre questa
446
1931
questa, nell'esperienza, la coscienza afferma soltanto la propria
447
1931
oggettività. ¶ Alterità non dalla coscienza in generale, che non
448
1931
è la determinazione della coscienza del soggetto da parte
449
1931
cosa, ma determinazione della coscienza nella alterità. ¶ 41. L'esperienza
450
1931
principio dell'atto di coscienza che dicesi esperienza è
451
1931
pur un modo di coscienza. ¶ Tutti questi ultimi, in
452
1931
più imperiose esigenze della coscienza. ¶ All'idealismo post-kantiano
453
1931
infatti il principio di coscienza in altro dal soggetto
454
1931
soggetto che sperimenta: la coscienza in quest'ultimo pare
455
1931
la pura soggettività di coscienza nella sua singolarità. E
456
1931
dell'unico Oggetto di coscienza. E quindi il soggetto
457
1931
il principio della sua coscienza nella esperienza. In breve
458
1931
ma nella reciprocità di coscienza. ¶ Per intendere il concetto
459
1931
nella forma che la coscienza assume nel soggetto che
460
1931
non essendo suscettibile di coscienza produca uno stato di
461
1931
di fuori» di ogni coscienza, perchè al di fuori
462
1931
fronte a sè nella coscienza. E pone quindi quella
463
1931
una realtà fuori della coscienza: non significa l'impossibile
464
1931
nella esperienza, non passiva coscienza dello spirito, ma reciproca
465
1931
dico che la mia coscienza è determinata in un
466
1931
corpo mio, comune, come coscienza singolare (soggetto) a tanti
467
1931
tale, debba essere nella coscienza dei soggetti; sempre, anche
468
1931
inizio del rapporto di coscienza, in cui essa consiste
469
1931
che di esso ha coscienza» (§ 40), il «non» non riguarda
470
1931
non è chiusa nella coscienza singolare di un singolo
471
1931
esperienza come tale alla coscienza. Questo, per l'idealismo
472
1931
post-kantiano, vuol dire coscienza empirica: un mondo di
473
1931
perchè appartenenti soltanto alla coscienza di un soggetto nella
474
1931
sperimentate, come stati di coscienza, non possono, non devono
475
1931
non sono, stati di coscienza assolutamente chiusi nella solitudine
476
1931
dunque un errore: la coscienza comune non lo commette
477
1931
dunque questa comunità di coscienza reciproca, per essere nella
478
1931
a quello che la coscienza ci impone, non è
479
1931
necessità pura che la coscienza esige, ma è di
480
1931
essere aveva importata nella coscienza. Ma la contraddizione è
481
1931
del realismo, non della coscienza. Il dialettismo contraddittorio è
482
1931
che si credono della coscienza comune e sono invece
483
1931
il soggetto che è coscienza, alla oggettività dell'essere
484
1931
essere che non è coscienza. Conservare il concetto di
485
1931
del soggetto, che, perchè coscienza, si oppone all'oggetto
486
1931
esigenza della alterità nella coscienza comune, ci mette in
487
1931
esplicare la forma di coscienza che dicesi esperienza. ¶ Il
488
1931
è l'esigenza nella coscienza di esperienza. Altro, che
489
1931
mente che ne ha coscienza. Si spogli questo stesso
490
1931
questo essere altro dalla coscienza (identificata col soggetto) e
491
1931
fatta sinonimo di non coscienza, materia, e come tale
492
1931
ridursi a stati di coscienza di un determinato soggetto
493
1931
è l'esigenza nella coscienza da soddisfarsi proprio con
494
1931
della esigenza che la coscienza comune ci presenta nella
495
1931
ma oggetto puro della coscienza; la cosa conosciuta (oggetto
496
1931
non pura oggettività di coscienza ma realtà. ¶ Così intendiamo
497
1931
realtà senza uscire dalla coscienza; e si possa parlare
498
1931
si possa parlare di coscienza pur affermando l'oggettività
499
1931
cosa che troviamo nella coscienza comune. Essa infatti ci
500
1931
falsificata: rifattasi ingenua nella coscienza comune, la filosofia corregge