Matilde Serao, Cristina, 1908

a salutare! Ha detto così: salutami la tua bella

si viene a pranzo, così, come un sudicione. ¶ Nella

nel muro divisorio e così non resterei tanto solo

non mi avete consigliato così, l'altra sera? ¶ — Grazie

questo stravagante che tornava così in mal punto? Come

Peppino: Cristina, per solito così calma, impallidì di collera

morto la guarderebbe sempre così, con quello sguardo concentrato

le si paralizzava lentamente. ¶ — Così si muore, forse — pensava

un'espressione di pena: così una lieve animazione ridava

volerla fino all'ultimo. Così, in questi periodi di

sè come una malattia. ¶ Così s'innamorò tardi, troppo

sconfitta. A questo urto così forte, in questo vortice

non si sa. ¶ E così, in Guido fu completa

lei ergeva la testa così altieramente, ma una severità

altieramente, ma una severità così orgogliosa era diffusa nella

che turbano, che tentano. Così ella era stata una

dolcezza e senza soavità. Così ella era stata una

e se ne innamorò, così d'un tratto solo

di ritorno, per sempre. ¶ Così il naufragio di Teresa

in quella scialba luce. Così, tacitamente, si lasciarono. ¶ Il

l'ultima sua sciagura. Così giunse il tempo in

spezzavano in quei ricordi così caldi, così vivaci. S

quei ricordi così caldi, così vivaci. S'interrompeva, talvolta

la volontà per soffrire. ¶ Così il rimedio fu cattivo

e non potevano nominare, così tacevano spesso. Più che