Alberto Moravia, L'uomo che guarda, 1985

o meglio con una curiosità che, chissà perché, lui

di una certa quale curiosità profanatoria. Non è infatti

stessi sentimenti di ardente curiosità e di sfida profanatoria

e, in fondo, sacrilega curiosità, non possono esservi dubbi

differenza sostanziale tra la curiosità del voyeur e quella

una punta di fredda curiosità. Allora, a un tratto

compostezza e mancanza di curiosità, fingendo di esaminare la

nei suoi occhi la curiosità fredda e indiscreta che

della mia, diciamo così, curiosità. Allora è meglio non

dare a vedere una curiosità qualsiasi: “Cosa vuol dire

destare la sempre sveglia curiosità femminile. Abbasso gli occhi

cessato di leggere per curiosità e svago, si è

ti è venuta la curiosità.” ¶ Dico: “Io non ti

Non so come chiamarlo. Curiosità è troppo poco, indiscrezione

troppo. Diciamo pura, ardente curiosità.” ¶ “Perché ardente?” ¶ “Perché si

rettifica: “Tu parlavi di curiosità, ma quale curiosità?” ¶ “La

di curiosità, ma quale curiosità?” ¶ “La curiosità che sta

ma quale curiosità?” ¶ “La curiosità che sta all’origine

e domanda: “Perché chiamarla curiosità e non, per esempio

definire un genere di curiosità, come dire?, libidinosa.” ¶ Mio

soltanto dire che la curiosità, a un certo grado

che scoprire che la curiosità è madre della scienza

gli effetti della loro curiosità e furono presi di

cui sfoga la sua curiosità.” ¶ Mio padre, questa volta

fatto il discorso sulla curiosità, se io non mi

analisi, cioè della loro curiosità e provvedere in tempo

un tratto una improvvisa curiosità per un testo nel

San Giovanni. È una curiosità, in fondo, libresca, da

gambe spalancate. ¶ La prima curiosità è facilmente appagata dalla

provato finora, di crudele curiosità. Quella dunque era mia

tornato a guardarla senza curiosità né crudeltà, con l

prima volta. Esaurita la curiosità, che cosa resta?” Io

e rotonda, con una curiosità mischiata di non so

guarda pur sempre con curiosità: “Non sapevi ancora che