Vittorio Alfieri, Filippo, 1783

sconviensi. Oh dura ¶ necessità!... d´ogni sventura mia ¶ cagion

tu! gli avvolgimenti infami ¶ d´empia corte non sai

che pensarli. Crudo, ¶ più d´ogni crudo che dintorno

servil sua turba; ei d´esser padre, ¶ se pure

sa, si adira. Io d´esser figlio ¶ già non

snaturato inaudito odio paterno; ¶ d´altro maggior mio danno

aprirti ¶ l´alma pria d´or, mai nol potea

avrai compagno ¶ inseparabil me d´ogni tuo pianto. ¶ Carlo

sia ¶ gloria, a dispetto d´ogni re, il serbarla

di pietà più che d´invidia degno, ¶ tra pompe

a lui tu senti ¶ d´esser... madrigna. ¶ Isabella ¶ Ah

Filippo il figlio ami d´amore... ¶ materno. ¶ Isabella ¶ ... A

Filippo ¶ M´odi. — ¶ Carlo d´ogni mia speme unico

altramente poi. — Già più d´un lustro, ¶ dell´oceàn

di re tradito, e d´infelice padre, ¶ qual sia

da generoso core? Ei d´alcun fallo ¶ reo ti

veggio. ¶ L´error tuo d´oggi, un giovanil trascorso

più sediziosa bolle ¶ empia d´error fucina, ivi non

cor, perfidia arreca, ¶ e d´impunito tradimento speme. ¶ Carlo

tuo bollor t´è d´uopo, ¶ e quella audace

a lei. ¶ Sperar frattanto d´oggi in poi mi

in lui foriera è d´ogni mal pietade. ¶ Terror

Filippo ¶ Nessuno, olà, qui d´inoltrarsi ardisca. — ¶ Pochi, ma

ei giunge al colmo ¶ d´ogni più fero eccesso

oggi ei mi dava ¶ d´inaudita empietà l´ultime

del giorno, ¶ lucido testimon d´ogni opra mia, ¶ gli

stanze tacito. La destra ¶ d´un parricida acciaro armarsi

voi chi il possa ¶ d´altro fallo accusar; se

di Navarra, Catalogna, e d´altre ¶ ricche provincie al

è giunto, in cui d´un solo ¶ folgoreggiante tuo

sagrilego piè quanto or d´incensi, ¶ e di voti

né il cielo, ¶ arbitri d´ogni cosa, arbitri sono

attenta anco ministra ¶ farla d´inganni orribili, e di

il prence, ¶ giovine ognor d´umano core e d

d´umano core e d´alti ¶ sensi mostrossi; all

non veggio. — ¶ Qui favellarmi d´Isabella in nome ¶ vuol

e colla immagin cara ¶ d´ogni beltà, d´ogni

cara ¶ d´ogni beltà, d´ogni virtù: mi è

in me il timor d´orror frammisto? è forse

io strinsi all´appressar d´armati ¶ audaci sgherri, al

usar, t´era egli d´uopo? e quali!... ¶ Ah

al più eminente grado? ¶ D´iniquità dove imparata hai

ignota sempre ¶ ti fu. D´aspra virtù gli alteri

core... Eppur, quegli occhi ¶ d´ira avvampanti, ed in

misero!) non è reo d´altro delitto, ¶ che d

d´altro delitto, ¶ che d´esser figlio di un

sì, il puoi; né d´uopo t´è perder

tornando, il generoso ardire ¶ d´uom, che sua gloria

che morte omai? Scevra d´infamia almeno ¶ l´avessi

dal crudel Filippo ¶ piena d´infamia attenderla. — Un sol

sol dubbio, ¶ e peggior d´ogni morte, il cor

tiranno ¶ noti i sospir d´amore?... A un cotal

in volto ¶ avvamperei, che d´ira. ¶ Isabella ¶ Ed ei

forza ¶ eri strappato: ei d´ira orrenda ardea: ¶ io

ch´ei ti tacciò d´insidiar fors´anco, ¶ oltre

più omai: lasciami; trammi ¶ d´angoscia mortalissima... Mi offende

tutta or m´è d´uopo ¶ la mia virtude

so: quella, che voi d´amore, ¶ me di furor

signor tuo, che tolto ¶ d´ogni altro amor ti

tua ¶ bocca ne uscì d´orrido amor parola; ¶ essa

che il nieghi) ardi d´orribil foco: ¶ ben mel

spirti... Il grave fallo ¶ d´esserti moglie, è al

fra noi stringevi ¶ nodi d´amore: io ti direi

ferro!... ¶ te caldo ancora d´innocente sangue, ¶ liberator te

scegli; ¶ men dolorosa fia... D´amor infausto ¶ quest´è