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Bono Giamboni, Della miseria dell'uomo, 1292?

concordanze di «d»

nautoretestoannoconcordanza
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1292
gravato, sì s’infiammava d’ira e di mal
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1292
morte di figliuolo, nè d’amico caro, si contrista
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desto, e guarda’mi d’intorno, e non viddi
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abbiano via e modo d’umiliarsi e di convertirsi
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non dee lasciare perciò d’essere umile; però che
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1292
per lo primaio peccato d’Adamo e d’Eva
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1292
peccato d’Adamo e d’Eva; perchè, innanzi che
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cioè di terra e d’acqua mescolata, la quale
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1292
per lo primaio peccato d’Adamo e d’Eva
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1292
peccato d’Adamo e d’Eva, come t’hoe
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fatto, ha grandissima cagione d’umiliarsi, perchè la terra
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altre cose sono fatte d’alimento più nobile, perchè
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1292
i venti sono fatti d’aria; i pesci e
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gli uccelli sono fatti d’acqua; e gli uomini
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e le bestie sono d’una medesima condizione, e
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una medesima condizione, e d’uno medesimo fine. ¶ CAPITOLO
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die ottanta, dalla Chiesa d’Iddio si debbia astenere
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tempesta. Ma questo interviene d’amendue loro, che non
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molto hae grande cagione d’umiliarsi; e però disse
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odi di che vestimenta: d’una brutta e vile
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e di percosse, e d’altrettanti malori, che e
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antiche, e dispregia quelle d’ora. E per tutto
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ricorre non teme tempesta d’alcuna avversità, che gli
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pazienza, che quanto più d’avversitadi è percossa, tanto
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virtù del pacifico, se d’avversitade trova rintoppo, e
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via non passasse? Pensa d’Abel, che fue il
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che e’ ne merita d’avere gloria; e se
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Non sono degne nè d’agguagliare le passioni di
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grazia di Dio, se d’ingiurie è percosso, sanza
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è l’uomo, assaliselo d’ingiuria; perchè dice Santo
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uomo che s’infinge d’essere buono, l’ingiuria
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e’ non s’assalisce d’ingiuria? Imperò colui, che
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sopra tutti i figliuoli d’Adamo, dal die dell
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io potessi mi penerei d’imparare. Le altre tre
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Salamone: Colui si sforza d’essere savio, ch’ode
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vuole trovare la verità d’una cosa, fa bisogno
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1292
si mette a cercare d’Iddio, si è soprappreso
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opere e i fatti d’Iddio lo abbagliano. E
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uomo per divenire ricco d’avere. Appresso come le
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uomo per divenire ricco d’avere. ¶ Per ragunare ricchezze
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ricchezze e diventare ricco d’avere, gli uomini discorrono
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fatiche per diventare ricco d’avere s’alluogano male
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È falsa, perchè mostra d’aver corpo, e non
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li di tutte generazioni d’erbe e di piante
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ed afflizioni e cupiditade d’animo, e niuna cosa
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che vuol diventare ricco d’avere, sì si fa
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Coloro, che hanno volontà d’essere ricchi, caggiono in
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l’uomo è tentato d’ogni sozza cosa: e
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gli occhi, e guardasi d’intorno, e non trova
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1292
uomo; e colui che d’amore si congiugne con
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quale non resta mai d’ardere infino che trova
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non vuole essere tesauro d’avere, ma di virtudi
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nel mondo fa tesauro d’avere, si sta a
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a rischio della persona d’esserne morto, o preso
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colui ch’è povero d’avere, dice uno Poeta
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viandante che è scosso d’avere canterà sicuro, dinanzi
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molti, ¶ che, essendo ricchi d’avere, sono stati santi
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e tagliente in mano d’uno furioso. Ed è
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coloro, che sono ricchi, d’entrare nel regno del
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coloro, che sono poveri d’avere, di manicare, e
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bisogno di pensare pur d’averne; e sì ne
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si sforza l’uomo d’essere quello, che vuole
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che non abbia boce d’essere avaro, perchè le
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congiugnimento tra le persone d’amore, ed è quasi
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quasi come uno presame d’ammistade tra coloro, che
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Salamone disse: Meglio è d’andare alla casa, dove
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colui, che è povero d’avere, dee spendere come
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ricchezze sono ree, e d’incarico e fatica dell
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bisogno all’uomo ricco d’osservare l’ammonimento del
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di essere cortese, e d’usare cortesia. E perchè
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che non favelli cose d’inganno; onde dice il
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1292
parole. E che cose d’inganno non favelli, e
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che doppiamente favella, e d’ogni suo intendimento sarà
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tu medesimo di’ male d’altrui. E Cato disse
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1292
è ricco, ed acconcio d’essere tentato d’ogni
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acconcio d’essere tentato d’ogni sozzo peccato, per
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Coloro che hanno volontade d’essere ricchi si caggiono
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santo, le disiderò unque d’avere. ¶ CAPITOLO XIX. ¶ De
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contenti di pane e d’acqua,e di vili
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e de’ pesci e d’altre ferucole, ma con
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Salamone: Non sie disideroso d’ogni mangiare, e non
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infermare, e fallo mutare d’uno luogo in altro
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si legge nella Bibbia d’Amon, che amando Tamar
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colui, ch’è compreso d’amore, perchè non è
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E leggesi nella Bibbia d’una, ch’ebbe nome
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fatica, che si mostra d’essere molto umile ed
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piccola vita. E leggesi d’uno potente signore, che
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coloro che sono macolati d’uno vizio, s’amano
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cosa che e’ macolati d’uno vizio s’amino
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ragunamenti delle genti, e d’essere salutato e reverito
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reverito come Dio, e d’essere dalle genti chiamato
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da Lazzero una gocciola d’acqua. E dilettasi il
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e travagli, e niente d’utilitade, ma al da
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e mordaci, e frutti d’alberi, e d’erbe
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frutti d’alberi, e d’erbe, e d’altre
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e d’erbe, e d’altre cose che s
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e tuoni, e corruzione d’aria, laonde nascono le
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per lo primaio peccato d’Adamo e d’Eva
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peccato d’Adamo e d’Eva; laonde dice la
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lo indugio della morte; d’altro modo fue nella
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etade del mondo, e d’altro nella seconda, e
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altro nella seconda, e d’altro per ragione de
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disse Santo Paolo: Disidero d’essere sciolto, e abitare
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uomo e alla femmina d’umiliarsi, secondo che t
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de’ avere gran paura d’Iddio, e deesi guardare
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la Scrittura: La paura d’Iddio discaccia il peccato
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che genera il Figliuolo d’Iddio; e però è
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altra, che il Figliuolo d’Iddio ne fue generato
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detta virtude e spirito d’Iddio, è questa altra
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bontà e la virtude d’Iddio, sì si racchiudono
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sarà rinato di battesimo d’acqua, per lo quale
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non entrerrà nel regno d’Iddio. Per la Incarnazione
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si congiungono le genti d’amore con Cristo, perchè
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neente, che le comandamenta d’Iddio non osserva; avvegna
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E perchè delle comandamenta d’Iddio nascono tutti i
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niuno, se le comandamenta d’Iddio non fossero: e
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osservarle, merita l’uomo d’ avere pena, o gloria
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quai sono le comandamenta d’Iddio, acciò che le
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ed osservandole, ne meriti d’avere in questo mondo
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delle altre. ¶ Le comandamenta d’Iddio sono dieci, tra
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si adempie la legge d’Iddio, e tutti i
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comandamento primaio, sia tenuto d’amare Iddio in certo
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l’uomo è tenuto d’amare Iddio, ¶ e che
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la femmina è tenuto d’amare Iddio di puro
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Dio. Da’ largamente, se d’assai ti senti; e
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facessele osservare al popolo d’Israel. E nel tempo
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1292
diede Iddio al popolo d’Israel il Sabato per
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1292
e non ti sozzerai d’alcuna altra generazione di
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1292
nè in mala parte d’avere. E però dice
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1292
in sua podestade, ma d’Iddio, che ne diede
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1292
nè in mala parte d’avere. E di lussuria
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1292
sua, sì si pensi d’osservare tutte le comandamenta
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1292
volesse osservare, sanza pericolo d’anima e’ può lasciarle
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1292
suo proprio fatto meritasse d’avere gloria, o pene
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ed ogni altra ingenerazione d’infertà; e sonvi venti
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sempre affliggono le anime d’ogni ingenerazione di tormento
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a Lazzaro una gocciola d’acqua, con la quale
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che non resta mai d’ardere. E talotta pone
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le genti naturalmente disiderano d’aver bene, il quale
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anime dolenti, che disiderano d’avere bene, quando si
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si reca la doglia d’Esaù, figliuolo d’Isaac
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doglia d’Esaù, figliuolo d’Isaac, che si legge
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te essere, che pensare d’avere perduti tutti i
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patir pene mai sempre d’ogni ingenerazione di tormento
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allegrezza hae in cielo d'uno peccatore quando si
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berà della viva ira d’Iddio, e il fummo
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che per uno peccato d’Adamo e d’Eva
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peccato d’Adamo e d’Eva dannolli con tutti
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uno segnale della similitudine d’Iddio, pieno di sapienza
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lasciava andare il popolo d’Israel, soffogò lui in
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pene, ma per isperansa d’esser bene guiderdonati. Ed
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due via dieci migliaia d’anni, perchè provano i
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furono formate tre gerarchie d’Angioli, e in ciascheduna
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così sono nove ordini d’Angeli in tre gerarchie
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Ed anche gli Angeli d'uno ordine non sono
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ch’è nell’anima d’immaginare, non resta mai
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1292
l’uno è savio d’una cosa, e l
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l’altro è savio d’un’altra. E uno
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non si pena più d’apparare. E l’anima
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e non resta mai d’affaticarsi, perchè va caendo
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sempre mai si pena d’andare ad alti, perchè
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vedere, nè l'orecchiò d’udire, nè la lingua
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saporare, nè il naso d’odorare, nè le mani
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all’anima pane saporito d’ogni sapore. E se
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1292
le anime, e andando d’intorno servirà a tutte
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non vede, nè cuore d’uomo puote pensare quello
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e così paurosa come d'essere sentenziato di così
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giudicare i dodici tribi d'Israel. E sedendo Cristo
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alla parola oziosa, e d'ogni minima cosa. E
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che non resterà mai d'ardere nel secolo de