Vittorio Alfieri, La congiura de' Pazzi, 1789

e onor sperasti ¶ cor da tal nodo; e infamia

Ma, se pur nato da null'altro io fossi

noi vie più sempre, da che a lor congiunti

d'uopo un giorno, ¶ da te imparar, come ferir

in bando ¶ irne dovrem da questo ostel, già sacro

ho men cari assai, da che li veggo ¶ a

ti leggo in volto da fera tempesta ¶ sbattuto il

assoluti imperator di schiavi, ¶ da lor svenati caddero vilmente

di mal fido padre, ¶ da temersi è Raimondo... ¶ Lorenzo

rubello. ¶ Ma ingiuriato, e, da chi 'l può, non

Lorenzo ¶ Tali siam noi da te sprezzare in somma

Io non pretendo ¶ amor da voi; mal fingereste; e

ch'altro chiegg'io? ¶ Da lui ne aspetto ad

nol merta, i mezzi ¶ da noi si adopran; credilo

invan: tale è Raimondo, ¶ da potersi pria spegner che

il suo veleno! Egli da noi ribella ¶ te nostra

allacciaste; in cui già da molti anni ¶ inseparabil vivo

sa? più lieve ¶ forse da lui... Che forse? esser

a più inoltrarsi, aspetta ¶ da noi di sangue il

il mio braccio è da gran tempo: ed altri

attende, e spera; or, da funesto lampo ¶ all'alma

v'invitai. Stupore avrà da pria ¶ nel vederti: l

uscirne. Ai servi pare ¶ da natura il servir; più

figlio, se omai dessi ¶ da medìcei signori attender altro

che basti ¶ contr'essa, da noi lungi or non

sei de' tiranni; e da lor vilipeso ¶ più assai

nutrirli. — ¶ Util consiglio, se da me nol sdegni, ¶ fia

l'audacia nasce ¶ certo da forza;... e da accattata

certo da forza;... e da accattata forza. — ¶ Or sì

detti lusinghieri all'esca ¶ da me potrassi. Or, che

tuo ¶ tolto a scherno da noi, com'egli ha

oprar, soltanto al mio. ¶ Da temersi è chi tace

Oh, fosse ¶ pur ei da tanto! ma, di vizi

a un punto vuolsi ¶ da noi ferire, ed occupar

noi ferire, ed occupar da lui ¶ il maggior foro

che nel tempio assai; da cui scagliarci ¶ fuori vogliam

primo, è tal Lorenzo, ¶ da non lasciar, che tu

ti vogl'io seguir, da lungi almeno... ¶ Raimondo ¶ Ma

sorgente, ¶ diversa, oh quanto, da tutt'altre notti ¶ era

schiave cervici ignudo pende ¶ da lieve filo un ferro

e omai ¶ troppo lontan da' miei corrotti tempi. ¶ Piangi

ho in me forza da tanto? Il vorrei forse

ch'io sol veggia da mortal periglio ¶ e in

Ah! pria ¶ svenami tu: da me in null'altra

il ferro io cingo ¶ da tanti anni deposto. ¶ Bianca

qui non ti si dà: custodi ¶ hai molt'uomini

Ma, ei n'ebbe ¶ da me molti altri. ¶ Lorenzo

aveva raccolto, appena gittatogli da Raimondo. — O ferro, ¶ trucidator