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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Roberto Alajmo, Repertorio dei pazzi della città di Palermo, 1993

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
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una e la mise da parte. Poi ne trovò
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e vuotare il vaso da notte. ¶ Quando morì, i
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i parenti scoprirono che da anni conservava i tappi
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specialmente di quelle antiche, da collezione. La sua vita
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fra l’altro: stelle da sceriffo di plastica e
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puzzolina e finte merde da carnevale; penne Carioca a
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bicchieri di plastica richiudibili da pic-nic; posate da
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da pic-nic; posate da pic-nic; rossetti; palline
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sottomarca del Pongo; gioielli da bambola; album da colorare
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gioielli da bambola; album da colorare; panettoni fuori stagione
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filo per cucire; pantofole da viaggio; grucce portacravatte; scacchi
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a seconda dell’angolazione da cui si guarda; teste
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scolpite non si sa da chi; cartine per sigarette
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scatole di compassi; guanti da neve con due dita
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Frescobaldi, era tirare fuori da sotto il banco una
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bere gran sorsate direttamente da lì. ¶ Uno aveva un
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mezzo, magari un filmetto da vedere il sabato sera
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calibrare perfettamente il taglio da dare al cavallo dei
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al cavallo dei pantaloni da uomo. Inoltre scoprì un
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nelle porte, in modo da riuscire a inquadrarne la
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ammazzarla con una lametta da barba. Scriveva lettere di
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si stancò di gridare da dietro la porta. Ettore
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era lui a chiedere da dentro: ¶ «Mamà, mi scippo
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nonna arrivava ogni giorno da Pallavicino per portargli da
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da Pallavicino per portargli da mangiare. Usciva solitamente di
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di essere stato derubato da un ufo. ¶ L’opera
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alla figlia una mano da tenere. Per tutto il
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erano impeccabili, perché veniva da una famiglia ricca. Teneva
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montgomery e un cappello da baseball blu. D’estate
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una grande cultura. Mangiava da solo, di solito al
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se stesso, in modo da essere svegliato dal postino
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licenziò, se ne andò da casa e da allora
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andò da casa e da allora visse sui marciapiedi
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infermieri che portarono Aceto da qualche parte da cui
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Aceto da qualche parte da cui non tornò più
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in strada per salutarlo da vicino. Ma il passante
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testa, raccolse una bottiglia da terra e la depositò
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Proprio in quel momento, da un angolo dove erano
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un numero civico inventato da lui. Quando quelli del
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veniva fuori tutto nero da una montagna di sacchetti
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sé su un carrello da supermarket quando si metteva
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non ci fu niente da fare. Passando da via
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niente da fare. Passando da via Marchese di Villabianca
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un foglio, ne raccoglieva da terra un pezzetto e
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che lei insultava. ¶ Uno, da giovane, venne ad abitare
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molto belli. Un costume da prete fatto da lei
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costume da prete fatto da lei non aveva mai
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finta fila di bottoni da aprire a strappo, ma
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asole e cento bottoni da abbottonare e sbottonare ogni
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era un piccolo uomo. Da giovane faceva compagnia assieme
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per prima cosa andò da un fabbro a farsi
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soldi che aveva messo da parte, e alla prova
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molto resistente, ma impossibile da suonare. ¶ Uno era il
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fra genio e delirio. Da allora in poi il
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di non avere nulla da lasciare ai parenti, come
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a fuggire di corsa da dovunque si fosse fermata
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di raggiungerlo fu atterrato da un infarto. ¶ Un’altra
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infarto. ¶ Un’altra volta, da un tavolino dell’Extrabar
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del Teatro Biondo. Delirio da cui solo Paternostro era
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prima che gli scoppiasse da ridere proclamò: ¶ «Suca, Caifa
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Carlo indossava un costume da Grande di Spagna, per
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di Spagna, per Rigoletto da cortigiano. Una volta sbagliò
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San Sebastiano si vestì da ussaro. ¶ Uno era il
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Real Casa de’ Matti da lui fondata. ¶ Poiché era
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Uno passò una volta da via Dante. Aveva una
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giovanile che indossava occhiali da sole e cravatte sgargianti
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alle liceali che uscivano da scuola. ¶ Una, una volta
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dover fare un investimento da mezzo miliardo. Sentendo la
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si era più mossa da lì. ¶ Il direttore andò
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più rapidamente che poteva da una gamba all’altra
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errore di arrabbiarsi e da allora il soprannome gli
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gli automobilisti ad andare da lui per pagare il
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ballava sotto il palco, da sola. Muoveva i capelli
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nel silenzio generale cantò da sola una specie di
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chiese ed era vestito da mendicante. Successivamente migliorò il
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Uno ogni tanto entrava da Ferrari, in via Libertà
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stradale. Ma lui aveva da fare e rispose: ¶ «Un
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avrebbe voluto essere psicanalista. Da un certo momento in
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certa zia claudicante fu da lui pubblicamente chiamata zoppa
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la soluzione fu trovata da un medico giovane, che
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soffrire di anoressia, tanto da essere ricoverato in ospedale
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Napoli, che si vedeva da Caflish a Valdesi, da
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da Caflish a Valdesi, da Sperlinga Vini, eccetera. Arrivava
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era andato a vivere da eremita perché a casa
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di quelle botte che da allora parlò un po
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fossero stati disegnati proprio da lui. ¶ Uno era un
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che la irritava molto. ¶ Da vecchia trovò una certa
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chiamava Giuseppe Gervasi. Viveva da solo in via Messina
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autobus. Alla fermata faceva da consulente ai passeggeri in
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anagrafe comunale venne distrutta da un incendio, ricostruirono la
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quando lui si metteva da solo a ballare in
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pancia, quindi spesso uscivano da casa con la patta
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del monumento equestre ideato da Leonardo da Vinci per
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equestre ideato da Leonardo da Vinci per Francesco Sforza
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e raffinatezza che durava da una vita intera. I
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dove c’era poco da incoraggiare e anzi gli
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aveva dato mille lire. Da allora in poi era
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Verdura, che venne investito da un taxi a Londra
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nera, altre volte bianca, da sposa. Se sull’ottocentosei
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Pochi giorni dopo, uscendo da casa vide un giovane
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vuole, la borsetta?». ¶ Uno da giovane faceva il metronotte
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una pallottola in testa. Da allora prese l’abitudine
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tenendo la faccia coperta da un giornale. Certe volte
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delle tasche interne cucite da lui alla meno peggio
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giorno. ¶ Arrivata la sera, da via Perez passava il
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spalle. ¶ Uno aveva occhiali da miope e correva a
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invece non conosceva nessuno. Da quando lo seppe, si
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tu». ¶ Uno venne fermato da alcuni funzionari regionali che
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signore che aveva fatto da guida ai funzionari regionali
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e non lo vedesse da molto tempo o cercasse
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Si parlava di aiuti da mandare alle missioni d
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maglia e a parlare da sola. ¶ Uno era Don
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finì con un’auto da corsa sul pilone di
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fare arrivare l’acqua da Gibilmanna e si vantava
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lui andò a installarsi da qualche altra parte, portandosi
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lui per non essere da meno del fratello creò
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dandosi alla politica e da vecchio viveva ospite in
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giro e si tolsero da lì, dove si riunivano
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Uno se ne andò da sindaco per fare l
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unico comune italiano retto da un monocolore di Rifondazione
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di almeno dieci metri da quella preesistente. A conti
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e senza misericordie, tanto da generare un risentimento che
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di bellissimi ma impossibili da guidare o anche solo
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guidare o anche solo da entrarci dentro. Firmava i
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portò delle fave secche da sgranocchiare. Quando se ne
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di giardinaggio nella vasca da bagno, dove faceva crescere
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esattamente sulla sua camera da letto, distruggendo tutto. Lui
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passeggiata. Non dovevano andare da nessuna parte, facevano solo
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Partinico ogni tanto usciva da casa in camicia da
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da casa in camicia da notte e andava a
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c’erano delle tasse da pagare e la Zizì
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raffinata. Una volta fuggì da un bombardamento e arrivò
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Una volta la sfrattarono da casa sua per un
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sfrattato dal suo appartamento. Da allora dormì in automobile
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casa lo cacciò e da allora lui dormì per
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non trovarono più roba da mangiare e cominciarono a
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resistettero, e chi passa da lì ancora oggi vede
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tagli se li faceva da sola. ¶ Due erano nati
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con gli amici fin da quando era piccolo. Vedeva
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di Sferracavallo dove viveva da solo e non riuscì
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barone Di Stefano, che da quando era giovane visse
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era una leggenda inventata da lui stesso per non
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giorno, senza preavviso, fuggì da casa. La moglie, con
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con cui era sposato da sei mesi, mobilitò la
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fosse la sua segretaria, da casa, a svegliarsi e
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volta la chiamò, sempre da Roma: ¶ «Per cortesia, chiami
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a una monaca campanara. Da tempo era ai ferri
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molti anni, se passando da via Sammartino si alzava
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Uno passava ogni tanto da via XX Settembre tirando
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tirando un carretto composto da un’infinità di spaghi
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c’era nessun aiuto da portare. Solo qualche passante
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a preoccuparsi. Ma rimaneva da solo a guardare gli
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della carreggiata, in modo da bloccare il traffico. Alle
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e alla fine uscì da un’altra porta. ¶ Uno
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tirò fuori due biglietti da mille, li consegnò al
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era sempre abbastanza elegante. Da ragazzo giocava coi bambini
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ragazzo giocava coi bambini, da bambino non giocava con
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Ogni tanto si travestiva da donna tanto per ridere
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muro di fronte e da lì riusciva ad inquadrare
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non si dava abbastanza da fare lui ci rimaneva
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della biglietteria e funzionava da ufficio informazioni. Domandava al
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ed extraterrestri in agguato. Da quel che si capiva
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dalla comunità scientifica composta da lui stesso e dal
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rapimento che aveva subito da parte di certi nani
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l’anno era formato da tredici mesi, e ogni
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che era dovuto emigrare da Polizzi in fretta e
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Australia. Un giorno andò da una maga e comprò
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famiglia era stata rovinata da un parente giocatore d
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lo salutò e ripartì da solo. Ritornò a casa
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messo assieme una cantina da centomila bottiglie per pura
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via le centomila bottiglie. Da allora non si seppe
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una volta era passata da lì, molti anni prima
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e lei tornò sola. Da allora visse all’ancora
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nella valigia che fungeva da negozio di famiglia. Ogni
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e la coppia scomparvero da piazza Castelnuovo. Solo diversi
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che gli faceva anche da deposito per la carrozzella
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oste Paolo gli offriva da bere e lui uscendo
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spalancata. ¶ Uno forse lavorava da muratore, perché era in
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si asciugasse. ¶ Una dava da mangiare ai piccioni nella
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mano una tabacchiera aperta da dove il pappagallo prendeva