Carlo Emilio Gadda, L'Adalgisa, 1944

signoreschi paracarri fungenti ora da rompiflutto: due passi ancora

Giuseppe Verdi. Ecco sopravvenivano da destra, con soprabiti chiari

zia, altrimenti non troveremo da sederci....». La volizione del

Il Giuseppe Verdi, stuzzicato da un antipasto di nitriti

era un pissi pissi da non dire: un cicìp

più sopra, in modo da ferir le genti proprio

ogni ordine di posti»: da basso, di sopra. Giovani

Nonchè indignare, compiacere, inorgoglire. Da potersi congratulare l’un

propria apertura d’ali. Da poter fremere od allibire

secondo grossezza, trasecolare, sudare. Da protestare, zittire, grugnire, bofonchiare

sdegno, un colpo apoplettico. Da assaporare insomma tutta la

di lei, acuminate, lucide da dietro spesse lenti, le

Capelluti e brizzolati entrambi, da parer gemelli, con un

risputato verso el vintiquàter, da scoperchiati forzieri, l’Andromèda

distratti (ma ufficiosamente ghiotti) da zio Gnèkk saturato di

capriccio d’una farfallina), da un istituto o forma

spicciolata in sul palco, da una porticina di fondo

sulla seggiolerìa, certuni sfoderavano, da feltri bigi, la loro

del loro cigolante aggiustamento, da stirar budella a violini

Stangermann. Archetti pazzerelloni, elettrizzati da quel po’ di colofonia

un purgante. O risvegli da un tardo sonno. Così

gavbuglio di evve, cvesimati da San Cavlo Bovvomeo: entusiasti

primi premî skiatori fungevano da dèi consentes, troppo numerosi

tutto ragazze, dette allora, da noi, «signorine». Una ottantina

Una ottantina di ragazze da maritare, di cui quaranta

cui stare alle costole: da «lanciare», ossia, al concerto

amore quotidiano, legittimo, esente da tempeste e da imposte

esente da tempeste e da imposte, presenti se non

Non per anco manomesso da impudenti restauri, il divino

lor volto pareva circonfuso da un alone di telegrammi

amorosa cura e cautela da preservarle in vita e

di comandi, di contrordini, da impartire uno dopo l

quello che c’era da pagare. ¶ Non c’era

volta, dopo le bordate da 381 degli sternuti formidabili: con

belle, al fox-trott, da ingessature di ventidue settimane

di rincasare, queste, fin da prima che lo Stangermann

giorno: grane e gatte da pelare a bizzeffe, per

esser giusti, e rospi da inghiottire da non averne

e rospi da inghiottire da non averne un’idea

di notte. Una messa da ròccoli Lorla, «ona roba

Maurizio Rinaldoni, Maurizio Rinaldoni, da rimanerci inebetito il lattaio

il dottor Piva, «partendo» da.... per arrivare a.... Eh

vecchi struscioni della «Confidensa» da lustrare i parquets, un

detersione di sudore frontale da parte del Bartholdi stesso

penna di gallo cedrone da Sud-Sud-Est verso

pomeriggio, agì, senza volere, da Mosca Lamberti avanti il

giovani, le giovanette, come da una «lustratio» solenne, come

in un lieve trionfo. Da stupende giacche uno svolo

i carismi: carene insevate da stupidità. Più insulsi erano

prua dell’analfabeta: tanto da dare quel po’ di

Langobardòi di Cormanno, immigrati da Cormanno (Curtis Manni), a

usati, partite di cenci da cartiera, e mobilio eretico

piattello. Molti in abito da sera. Ognuno credeva, realmente

nella stagione rigida, cioè da Santa Brigida a San

ad una eleganza-flanella da Prince of Wales aggiungevano

aggiungevano catenelle d’oro, da polso, tenui, e un

un orologio d’oro, da polso: e, attaccati alle

venir meglio al soccorso, da cavarci fuora dalla peste

in un piattino slabbrato, da caffè, tornata poi nella

loro sicurezza giusta, illuminata da Dio? ¶ Camerieri neri, nei

quale mancava onninamente. ¶ Pervase da un sottile brivido, le

dell’appellativo di signora da simili ossequenti fracs. «Un

restaurants» delle stazioni, e da prender sul serio, ordinavano

non tanto sottovoce però da non arrivare a capir

a capir cosa fossero: da dietro pile di piatti

tutt’a un tratto, da improvvise trombe marine di

scaricare il fascino che da lunga pezza oramai, cioè

oggetto di stupefatta ammirazione da parte degli «altri tavoli

Turmag; in una voluttà da sibariti in trentaduesimo, che

con un andazzo trionfale, da parer canto e trionfo

e dei loro gemelli da polso. E della loro

quel polsino, quei gemelli da polso. Oh! sì, sì

appetiti dai vanitosi e da tutti quelli cui natura

umani funzionano per loro da specchio psichico: e, se

a fare un po’ da cavaliere a sua zia

de menà el triciclo», da distribuire il cioccolatto alla

padelle e di sogno, da parere l’avesse fatto

e sordastra Carolina, ingobbita da rassegnazione e fedeltà cronica

nella vecchia tafferìa nera, da lei denominata basletta; dopo

ogni due di riso, da perfezionare a colpi di

in via Mayerling hai da andare a passare, o

gibigiana,4 ghe disi mi.... da far diventar minchioni la

e se aveva ancora da dire....». ¶ «.... Bè....», interruppe seccato

ch’era un’allegria da non dire, un’unica

gambe, con quel bastone, da una sala all’altra

ch’egli raccontava cose da uomo, del mondo del

con battute e interiezioni da uomo. Seduta un po

a Valerio, quando furono da basso, nell’atrio di

di bipedi corso come da folate di vento: da

da folate di vento: da ventate di una sindrome

dentro vene ricche, potenziati da rimota lügànega,17 affluivano a

gli strepitanti Kimbri marmellati da Mario alla forcella ne

prima dose di gomitate da parte della società musogònica

si sta parlando del 24?: da parte di alcune potenti

politecnico, cugine recentemente impalmate da cognati degli zii. Elsa

a via della Passione, da quei gran tattici che

baccelli.... piselli....». ¶ Andava, preso da queste considerazioni.... «E poi

lunghissimi, come quattro spilloni da signora, due per parte

nel sugo stesso venutone da quegli stessi piccioni: farciti

coi bianchi secchi, limpidissimi, da ventidue e fino ventotto

tozzi e isbilenchi come da Manoel Torre, sfaccettati alla

quanto hidalgo fosse, che da nessun altro porcile in

dall’Europa, e precisamente da Darmstadt. ¶ Ridacchiò, il buon

in linea maschile diretta da Gonzalo Pirobutirro d’Eltino

cessato di vivere, stecchito, da tutti odiatissimo, il 14 aprile

allora denominata San Juan), da distendervi l’ossa; ch

Juan, del novembre ’88. Costui, da un incendio all’altro

Soprana Clemenza. ¶ Si riteneva da taluni, specie da un

riteneva da taluni, specie da un dotto genealogista di

avrebbe voluto una investitura da Dio, non a gestire

di sole esci stupido. ¶ 8 «Da ova sode». Esempî innumeri

il Museo Etrusco che da lui si denomina. Lasciamo

il racconto è pervaso da un’ossessione onomastica in

la storia dell’Adalgisa da un’ossessione onomastica in

C’è poi anche da dire che il su

pilastri del nòster Politèknik. ¶ Da adulto e da vecchio

Politèknik. ¶ Da adulto e da vecchio, poi, mi assicurano

ma ciò non dipende da cattiva inclinazione della Meneghina

medesima, checchè! Dipende solo da una certa penuria di

tutt’a un tratto da via Filangieri,3 magari, o

in generoso litraggio (date da bere.... agli assetati!) come

discriminare un endecasillabo allungato da un ottonario zoppo. Come

puerizia con la Fraülein, da loro denominata Fra?lein

sono impilati sui bancali da un due settimane a

nascita rese quel giorno da sedici neo-padri fra

di servire gli uni da testimoni agli altri: in

avviluppano il salone quadrato: da cui altre sale e

matroneo sono rappresentate, invece, da copia di poltrone d

sia salvaguardata, e venerata da una confraternita di citrulli

non ha intimidito nessuno, da tanto ci sono abituati

a un tratto, esagitato da indignazione baffosa: evocato di

dianzi, dell’integerrimo, decadevano, da sembrar un salice piangente

difetto di possibilità lessicali da parte dell’autore o

il quale funge anche da commesso di ricerca. ¶ 9 «Le

secondo il Gamillscheg: e da ultimo secondo il Bolelli

cibarie. ¶ 15 L’«Elettrotecnica» è da più decenni la rassegna

un po’ di fosforo». Da diversi anni anche, in

spagnolo almuerzo, ted. Frühstück: da noi più o meno

marmellate e butirri, e da taluni sostituito con thè

trasferimento del pane zuppo da scodella a cavità orale

di scelta musica. ¶ 17 «Massinellica», da Massinelli, noto personaggio ferravilliano

corbeilles trimestrali di iperspazi, da leccarsi i baffi: ma

Il suo rancore veniva da una lontananza più tetra

tegumentare d’un mistero da diez pesos (cinquantacinque di

conferiscono una temperatura deliziosa: da ova sode.8 ¶ Ma basti

ad ora ad ora, da lunghe rughe orizzontali, di

basso e lungo; tanto da far pensare a due

a culo indietro seguito da unificazione dei deretani. Dei

cioè in definitiva allontanandosi da terra, cosa da nemmen

allontanandosi da terra, cosa da nemmen crederci. Lì, sul

punta, – come fosse preso da un bieco furore, nell

colmigno10 e la grondaia, da cui traboccò in cantina

a un tal segno da rendere impensabile ogni configurazione

pianoforte sia strumento pericolosissimo, da carrucolar fuori in giardino

avevano potuto combinar nulla. Da alcuni anni il Vegliardo

e polluta Giuseppina, giusto da poter pagare le tasse

loro tesoro serruchonese. ¶ Poichè da un lato l’idolatria

si diceva avesse scritto da dugento mila dodecasillabi, e

gomma, e lo spazzolino da denti, e cioè prima

trigesimo: di certo involati da un qualche ammiratore e

il riprìstino dello spazzolino da denti nel pristino splendore

le terre e ville da Lukones al Prado, e

Giuseppina fosse hantée: dicevano da misteriose luminescenze, larve, o

scaramanzia e controcorni doppi, da rompere quel cumulo di

pozzo nero autonomo, abitabilissima da una distinta famigliuola, come

ciò fu aiutato, oltrechè da un diretto intervento del

gamba, «impararono a stimarsi». Da allora coltivarono il giardinetto

voce del popolo, tanto da poterne informare la signora

d’allegati medici che da allora in poi lo

cui ascoltava il racconto, da ognuno che glie lo

o quattro parolette secche da uomo di scienza, che

domenica, ma trascurata già da sei giorni, in quella

e queste però tali da far pensare alla battaglia

lieto di potersi esimere da quella rogna d’una

morire.... Ma se stava da papa!... (ridacchiò). Termometro e

appartato, e così lontano da tutti, a Lukones, che

otto, son già dietro da tre ore a sudare

in bocca; e affetta da gozzo. ¶ E poi non

scioperato, lo si sapeva da un pezzo. Adesso circolava

crudele: questo già fin da ragazzo: con le lucertole

spavento, a farli sollevar da terra e quasi volare

una irrevocabile tristezza, immalinconito da quell’oltraggio. Poichè ogni

crudele: e avarissimo: tanto da recarsi a piedi alla

carrozza, dal Batta o da Miguel Chico, o con

ai frati dell’Eremo, da dir la Messa: o

non beve vino è da mandarlo in galera.... Qualcuno

chi arriva su smorto da Pastrufazio, intossicato d’urbanità

e d’urbanesimo, e da quella raziocinante piattitudine che

per il gastrico.... ancora.... da dover eludere il giorno

suo cliente, così fuori da ogni standard, s’erano

più strane e correvano, da assai tempo, dicerie di

simile senza essere preso da disgusto. «Si mangia troppo

latrina e cucina fungeva da condensatore in stazione arrivo

Romualdo, invece, andava esente da ogni obbligo di recezione

affetto com’esso risultò da una grave forma di

po’ di latte, tanto da rompere il digiuno. ¶ Sicchè

urlo nuovo e recente da una caverna del cambrico

a filo di carbone da quattro candele: (come in

la piccola a frignar da sola nel crepuscolo, arrivava

lo devi aver su da un pezzo.... oramai....». ¶ Il

de’ Marpioni, affittante. Che da trentatrè anni, quest’ultima

la loro giovinezza esuberante» da una provincia all’altra

come ciclone in sala da pranzo, o anche solo

la gonnellina pareva fungere da paracadute, elata ad umbrello

lasciava cogliere, ogni volta, da un nuovo esemplare di

in tema di prole da destinare alla patria si

Bartesaghi!». Quell’ideogramma valeva da repentino sperone, la vis

dislocati, a quell’ora, da una scatola nell’altra

e in un arruffìo da non dire: poi ricercate

guardate lunghe, soavi guardate da una rosea facciona di

un bel fulminare occhiate da primo console a quei

non osava rifiatare. Lustrati da vincolo di parentela coi

un po’ di vita da arrivare a goder dello

avevano preso una direzione da romanzo: e anche loro

complicata di manìa suicida, da tanto che gli misurava

con una sicurezza assoluta, da far trasecolare gli incompetenti

toraci di due artiglieri da montagna conglobati insieme a

energiche», e abbastanza sottili da poterle consentire sui marciapiedi

macchina del destino – influenzata da una qualche stella nemica

riusciva a immaginarle irrorate da un piccolo bersagliere furibondo

frugolo, ma un diavolo! da far concorrenza alle sorelle

strillare, a strillare! ma da credere che lo spennassero

a un tal segno, da lasciar dubitare che il

conto loro, spiritati come da un centrifugante rivolgimento della

o forse anche solo da una turba, da un

solo da una turba, da un momentaneo scompiglio del

gli incespugliavano la fronte da parer le setole d

numero di «locali». ¶ 2 «Marognetta», da marogna: scoria. Mistura di

scorie infrante e calcinaccio, da sopporre alle mattonelle. ¶ 3 «Palazzo

autarchica e novecentesca. ¶ 19 «Montonavano» (da monte) è lomb. per

in sede massinelliana, funge da antonomastico, e direi eponimo

Vedi nota iniziale. ¶ 25 «Basello», da base. Lomb. per gradino

Fanfani, carichi a polvere, da spararli per allegrezza nelle

il recipiente di legno, da 50 litri, fatto con doghe

fogliame del banzavòis come da un bananeto delle Canarie

e occhi di bue da non dire, veri oblò

di Terepàttola). Coi cessi da non poterci capire se

o, una volta dentro, da non arrivar nemmeno al

signore, che aspiravano già da tanto tempo, per quanto

nel telaio dei cementi, da chiamar dentro la montagna

Lambri (il meridionale nasce da Milano): e, a valle

insorta) fu duramente malmenata da Radetzki, lorchè il maresciallo

impazzava per le vie»: da certa musa novelliera dell

demanio ecclesiastico, autonomie comunali) da permetterci di ritenerlo capace

liturgiche nel rito che da lui si denomina, ma

meno allungato all’indietro da Pasqua in giù, risale

cubetti di quasi-peptone da isdilinquire in un poco

la superficie piana definita da un arco di circonferenza

impianto a destino padronale da quello a destino servile

a destino servile. ¶ 29 «Bordegava», da bordegà: insudiciare, sporcare: (dial

vacca: e la munse da par suo. Le quotazioni

travolto il calligrafo. «Oromedonte»: da una arrotondata parafonia e

per gli umani. Gergale da «sgagnà» = addentare, sbranar co

dal franc. chiffonnière: stipetto da riporvi cenci. E noi

persona dedita al bere; da gaìna = gallina, gergale per

con destrezza. Biscella = ricciutello, da bisc = ricciuto, e, prima

salivante; in ital. moccioso, da moccio = muco nasale; dicesi

vita degli zii: e da quel giorno in poi

voce di Doralice, rispose da dentro. Ad aprirgli fu

godeva stima di giovane da senno, e anzi dimolto

ogni impaccio e mossi da una elegante facilità. Talchè

i più pensarono che da quell’invito la navigazione

sete, gli era impedita da una sorta d’inclemenza

autorità, o forse, chissà, da una sua interna amarezza

d’ambrosia politecnicale. ¶ Sembra, da quanto mi riferirono poi

quale io lo conosco da anni. E invece quella

e di pregio, almeno da noi. Fu conceduto invece

economia politica. Sarà meglio». ¶ Da allora Claudio si incontrò

misure, che c’è da ridere?... Mi pare che

fatto, e si regge da sè solo.... allora gli

più questa Signora qui, da’ retta, bambina mia, nel

Ti pare una cosa da nulla insegnare scienza delle

uno straordinario evento: forse, da diàfane altitudini, un volo

l’arte e mettila da parte). Quelli si attrupparono

acqua diaccia e zuccaro, da cavarti l’arsura. Vedi

di calcinacci e farinone da non averne un’idea

di Asnàgo: e ciò da «oltre un secolo». Dacchè

per tale lo conoscevano, da Brusuglio,4 sua patria; mentre

al punto di prima, da credere a una sorta

un diluvio di baciazzi da farla crepare soffocata: «Sei

giorno e ogni ora da lei stessa, Maria Giuseppa

sicchè a piene corna da quel capron fottuto d

volta, e in modo da imparare la vera pronuncia

blanche et rose, dicevano, da essere il ritratto stesso

una mamma, viceversa, che da «signorina» aveva ottenuto a

di polli e animali da cortile – all’Istituto Trivulzio

parliamone: era già ammutolito da un pezzo: più che

sempre, qualcuno di famiglia, da poter sovrintendere tutte le

passato. I figli, tornati da militari, lo rispettavano: le

di pertinace abbarbicamento fulcorino da parte dei Cavenaghi-discendenza

Elsa, ancora assai lontana da Musocco, gli aveva voluto

finestrone di sala, che da un certo giorno in

dallo stomaco forte – smontò da cima a fondo «l

che ce n’era da dar da mangiare a

n’era da dar da mangiare a un cavallo

due Cavenaghi esterrefatti. «Perchè da per lui», spiegò, «non

a trovànn». ¶ *** ¶ La Maria, da più che un paio

era spasmodicamente ghiotta, tanto da averne secrezioni salivari e

dei Cavenaghi. L’acquaio, da lei denominato «rubinetto», in

aveva scrivuto giù apposta da Lasnigo». ¶ «Bè, per dieci

romitaggi del monte: strappata da un rotolare di tuoni

e della Maria, seguita da una teoria generale dei

di significato. La guardò da sud-sud-est passando

stato d’animo nuovo: da non averglielo potuto sospettare

Nonostante i quattordici tavolini da notte, «domandi mì, quatòrdes

tre, quattro a quattro, da parere il Profeta in

in figura di lupo: da tanto il lupo le

circolante» che lo affliggeva da mesi. Erano costoro dei

non si liberavano omai da un sospetto di che

giovinetto, che si riscopre da sotto e da dietro

riscopre da sotto e da dietro a’ mobili quando

chiamavamo ragazzi Emilio Salgàri da Verona, autore diletto. ¶ 7 «Una

autore diletto. ¶ 7 «Una spera da ballo Amor». Due balletti

promessi sposi. ¶ 10 «Incomptis capillis»: da ORAZIO, Carmina, I, 12, v

bagni e delle vasche da bagno (bagnarole) imperiali romane

francesi), d’una brusquerie da caserma. A’ ricevimenti, (Saint

ecc.), che voleva fastosi, da sostenere nel fasto il

secolo già Barnaba Chiaramonti da Cesena, e Gregorio nell

la pigiò in capo da sè, prevenendo l’atto

posate. Sapeva ricevere: gente da ricevere non ne mancava

volpiccia cachettica, aveva annusato da tempo il bel salotto

lascia ch’io piglio: da parere il gioco della

quello che c’era da raspare). ¶ Verso la fine

borbottato codicillo, apposto così da ultimo alla sua immatricolazione

del Duomo: e forse da un più lauto accozzo

lombarda: messa su, pare, da Agilulfo re (salutato poi

Battista in Monza (commemorata da Paolo Warnefrido, De Gestis

per l’occasione (22 maggio) da robusti e volonterosi giovanotti

la pigiò in capo da sè. La frase del

poi, risaputa e ripetuta da tutti, fece dimolta impressione

superò l’Adda guardata da forti contingenti della retroguardia

nella raffineria dei petrolî): da «to crack» = spaccare, frantumare

la così denominata kimberlite, da Kimberley: nella già Colonia

resulta in buona parte da olivina, più o meno

acquifere nel sottosuolo. Già da secoli, per altro, la

e del Seveso, protezione da monte: e intorno i

erbe e ne aspirano da presso il malïoso profumo

smarrito, quasi puri fiori da bimbi. E così moviamo

comando de’ superiori. E da tutti era intesa, ma

intesa, ma non ascoltata da tutti. Alcuni indugiavano nella

tratti, lontanando sulla camionàbile. Da presso, le ville si

della notte, come rocca da guardare tutte le terre

in un chioccolìo loro, da sorta di montanine docce

pregevoli artefatti, in pietra da mola, morsi già dalla

ponte, in pietrame grigio da taglio, sorpassa la strada

mota la polvere. Quando, da vicine ville, i giovanetti

di madreperla, non piumaggi da riverenza lunga, nè lama

o guarnacca, o ciarpa, da figurare cose di Spagna

scrofolose: e sono affette da complicazioni riparatorie di spaghi

perdono lungo il cammino, da bucar gomme ai ciclisti

I meccànici hanno scarpini da ciclista, leggeri e svelti

come babbucce, ma tenute da certe stringhe di cuoio

e forti, quandochè presi da un’affezione subitanea o

convegno, e richiami altri da quelli predominanti del cuore

si accendeva di faville». Da Vicenza, nelle buie notti

dall’Alpe, chi venga da fuori, è colpito dalla

caduta de’ pioventi, come da nota che caratterizza il

invece si rivelavano animati da una bonarietà operosa e

batterie di pantofole snidate da sotto i letti, e

e de’ più duri, da poterne reggere l’incredibile

non di rado amareggiati da un vecchio dispiacere che

adorne di sardanapaleschi orecchini da 50.000 lire l’uno (detti

albicocca insomma, una spera da ballo «Amor».7 ¶ In quel

anime, una fune gittata da bordo a bordo, che

eventuale lacerazione del lobo – da una mano virilmente predatrice

crepuscolo di via Pelizza (da Volpedo, pittore) d’una

involto in quei pantaloni da struscio, ma già in

neanche darti pena nuotare: da un clima unto e

clima unto e fraterno, da una pègola vivificatrice. Come

Come feeders (barre alimentatrici) da cui ogni derivato circuito

e con l’osso da rosicolare, dentro, il giambone

gorgonzolante in rattoppati calzoni da ciclista. ¶ Oh, oh! il

il ticchio di sbucare da via Lauro, il serpente

venuti loro a mancare da qualche tempo – (l’epoca

ne avevano più notizie da un pezzo, sebbene fossero

rigonfiò le due gote, da parere Atena flautante, sulla

E riprese ad esporre. ¶ Da tempo il briccone andava

Ferrante Aporti, a metter da parte cinque biglietti da

da parte cinque biglietti da cento. «Laboravi fidenter». Sì

non voglio più dipendere da mio cognato!», «basta coi

fra lo sbalordimento generale, da un piccolo, trivialissimo aggeggio

forbiti: le «catenelle regolamentari da polso modello 1904» onde i

di Carnovale, andavano travestite da polli. Coriandoli, coriandoli: e

la Confidenza, dopo quindici da che aveva imbarcato la

una irrequietudine esclamativa motivata da chissà quale solletico interno

Rosina imbizzita. Altre, invece, da gole ricolme e cantative

il Bassano»: cioè Jacopo da Ponte detto il Bassano

Fatto» = dipinto: (Cellini, Leonardo da Vinci, Vasari). Fare è

maldestri. «Pilatón» = insulto lomb. da Pilato (Ponzio). «Narigiàtt» = moccioso

Pilato (Ponzio). «Narigiàtt» = moccioso: da narìcc = moccio, muco nasale

lomb.) = luminella, raggio riflesso da una superficie specchiante soggetta

rifless. stravacàss: con etimo da vacca, opima e ponderosa

dello sporto fungevano altresì da insegna di bottega: a

calami, in decrescere. ¶ 17 «Potenziati da rimota lügànega», cioè da

da rimota lügànega», cioè da una ricca nutrizione di

tra il 1902 e il 1906 da Luca Beltrami, la torre

sul corso d’acqua da una prossima cataratta: o

una prossima cataratta: o da una doccia in forte

anche borioso (chi si dà delle arie), in accez

o dalla provincia, o da Cerignola d’Apulia, e

brandeggiare). Termine dell’artiglieria da marina. Rotazione della torre

teste rotonde: è animata da un motivo macrocefàlico. ¶ 39 Gaetano

stesso, defunse. Oggi (1943) ricordato da monumento eneo ai Giardini

dalle opere buone, o da una buona esecuzione delle

di cavallo e dissimulate da una specie di pergola

pei fringuelli e tordi, da Colosseo senza leoni: con

castos». Non fu morte da cartolina, nè da «disegno

morte da cartolina, nè da «disegno di A. Beltrame

a baiocchi, si spostano da un ròccolo all’altro

mil. per borsellino, portamonete: da quaglia. Come il gergale

città è in proda (da Nord) alla cosiddetta «zona

risorgive» o «dei fontanili». Da cui copia d’acque

Antonio Averulino o Averlino da Firenze, detto il Filarete

grembiule annodate in vita, da dietro. ¶ Questo apparato le

e preoccupi di distrar da loro l’attenzione e

dentro uno sgabuzzino che dà sulle scale: imberrettato e

molli. (Co’ per capo, da caput, è anche in

padronale, rara avis, procedeva da «piazza» Castello verso il

faceva una corda molla da non dire, una catenaria

frenato per suo conto da quei quattro ineluttabili ferri

occhî: le froge dilatate: da un bel nulla. La

con voi....». ¶ Di certo da una quindicina di ore

de’ conti, ci ha da essere anche per voi

in Camporella....8 c’è da arrossire del toponimo.... Certi

Il medioevo è finito da un pezzo!... lo dice

a farle un po’ da cavaliere». La dama v

ad Elsa: determinata magari da nient’altro che dalle

come ne vien suggerita da quel bernoccolo romanzatore che

due destini è tale, da occludere in sè una

dei tre soggetti: tanto da non lasciar adito, in

serio, come la campagna da sole a ombra col

colpita il veder Elsa da sola, abbandonata dal «suo

della direttrice di anime. ¶ Da quell’incontro nacque dunque

vedüda ankamò al Parco, da sola, come se si

una bollicina di muco da un foro del nasuccio

all’abito), tenuta saldamente da una mano ferma, corta

nel prato.... nel terreno da vendere.... te lo abbiamo

maggiore. Piagnucolava. Recitò «terreno da vendere» come un pappagallo

infantile meccanizzata anche più da quel trauma. ¶ «È passato

inquisitrice benevola, un po’ da sarta, indugiando qua e

dell’iperbole. Quel riso da furba era perfettamente silenzioso

e del bianco: riducendoli, da fronzuti e tricolori che

màchine», moto, e carrozzelle da nolo, dette bàgheri, almeno

del gesto, aveva levato da un’altra tasca un

viale a pochi passi da loro, in un agevole

nel viso, emaciato, brutto, da crederlo sudicio. Quando fu

con meraviglia, come se da una parola all’altra

nessuno: se le allacciava da sè. ¶ Ma i dettagli

avvivarvi la chiarità serena da tutto l’essere, quella

non vi fosse confortato da una particolare indigenza, o

una particolare indigenza, o da un particolare Sacramento. ¶ La

Una allitterazione un po’ da sin verguenza, grata, comunque

cattiveria, dispiaceri.... ma dispiaceri da piangere!... da passar dei

ma dispiaceri da piangere!... da passar dei mesi nella

dei mesi nella bile.... Da quella brutta tartaruga, poi

fà vedè la faccia.... da tanto che è secca

secca.... Con quel cavallo da funerale.... Se penso.... a

m. metri 77, a 8 chilometri da Udine. Per essa carta

suoi sudditi, Sovrano desideratissimo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . da tutti quegli altri che

nel San Giorgio, gli dà, come farebbe un armaiuolo

di un cavallo araldico, da torneo». Al genio nonchè

coerenza spietata, ossessiva, nata da «una immaginazione che fiorisce

ne ripete l’origine «da quella brigata di disperati

lo Zoppo. Anch’egli dà un’interpretazione medievale, irrealistica

Donatello». ¶ «Che cosa sortisse da questo incontro di spiriti

della sua architettura che dà nell’assiro e nel

golfi e di seni da Lecco. Sparso, il borgo

un fioccolone d’oro da una parte, che ciondola

inflesso nell’aere, sgorga da una specie di vagina

ma tenere e lanose da non dire, tra di

roano pomellato, e balzano da tre. Che batte quasi

per l’elettrico disprigionato da’ crini, che li travolge

nell’omonimo «palazzo» (entrata da via Morone), colpisce il

s. m.), è sgabello: da noi è sgabello rotondo

democritismo il termine secondo (da fors) contraddice alla validità

in una Teodicea. ¶ 18 «Gratiroèula», (da gratà = grattare: dial. lomb

manca soltanto la pentola da far bollire i malefizî

fatte passare già fin da prima!... perchè cantavo! Sì

I ragazzi, laggiù, ipnotizzati da quella carabina. ¶ «E questi

col povero Carlo. ¶ «Hai da vendicarmi, Elsa mia!», disse

un «a parte» sottolineato da qualche calcio in tralice

Carlo, per quanto affetto da onestà cronica, utilizzava il

il Terraggio, passando anche da via San Giovanni sul

Muro. Questi droghieri, immersi da anni in un’atmosfera

più nostrane, svoltando fuori da corso Vercelli, giù, giù

E poi altre more, da mangiare, colte qua e

suburbane con delle scarpe da masnadiero, che facevano la

un «ingegner civile» reduce da misurazioni di terre. Per

stirandoli e filandoli come da una conocchia, con un

due occhi nerissimi, rotondi, da intimidire i bambini. ¶ Dei

lana» che veniva stanata da dietro i mobili, e

atra rüéra – ch’è, da noi, come la bocca

frequenti nei boschi, dissepolti da sotto mucchî di fogliame

acqua ferma un bacino da esperimenti, ogni specchio livido

specchio livido un mondo da perforare col pensiero: traverso

era venuta quella fronte? Da quale servitù ribelle il

tendini alla bestia distesa? Da quale macellaio o macelleria

del vivere? Quando, e da quale mente era stato

lo spillo più esile, da lato, per non guastare

Sacer è ben raro da noi:18 il mio, giusto