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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Tre operai, 1934

concordanze di «da»

nautoretestoannoconcordanza
1
1934
I ¶ Da una domenica all’altra
2
1934
vi sono due baracconi da fiera e un organetto
3
1934
di occhiate. Che vogliono da lui? Vogliono sapere se
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1934
suoi principali, tornati appena da un lungo viaggio; e
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1934
vapore che si sollevano da una vasca, pensa al
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1934
paio di scarpe nuove da mettere la domenica, e
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1934
Barrin è inesorabile, gli la sveglia col fischio
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1934
fischio; pare che venga da lontano, invece è fermo
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1934
la giornata di lavoro, dei brividi nella schiena
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1934
È una ragazza diversa da Anna. Dice, ad esempio
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1934
ragazze che fanno tutto da sé; perché son sole
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1934
io esco.» S’alza da tavola, getta sul letto
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1934
pensa pure: dovrei andare da Giossi o da Bondini
14
1934
andare da Giossi o da Bondini; a quest’ora
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1934
qualche cosa; andrò prima da Maria, poi di là
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1934
di là stesso passerò da Bondini: ma a che
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1934
quando avrò soldi, metterò da parte un tanto al
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1934
viale alberato e polveroso. Da queste parti vivono Anna
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1934
amarezza di sentirsi trascurato da lei per un uomo
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1934
vivo?» ¶ «Ho avuto molto da fare» risponde con troppa
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1934
con Maria farà passi da gigante, il suo interesse
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1934
giornata senza far niente: da Bondini non ci è
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1934
turbamento. Perciò si separa da lei sul portone senza
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1934
estende il Vasto, segnato da miseri alberi di cartapesta
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1934
quella sua maledetta faccia da bambino. Spegne la luce
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1934
all’affermazione, all’indipendenza. Da una famiglia di operai
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1934
E allora meglio starsene da solo. Da solo avrebbe
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1934
meglio starsene da solo. Da solo avrebbe potuto fare
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1934
che sentiva. Bisogna uscire da questa situazione, rendersi padrone
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1934
di sapersi disimpegnare meglio da solo: è necessario fuggire
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1934
quel tantino di mistero, da dover vivere. Io debbo
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1934
che uno sia scemo, da poter sopportare tutto. Ma
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1934
qualche cosa d’urgente da fare perché non si
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1934
sul molo, senza nulla da fare, senza il più
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1934
là la periferia solcata da innumerevoli tram affollati di
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1934
sa cosa fare. Ritornare da Giossi per farsi dire
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1934
Giossi per farsi dire da quell’antipatica cameriera che
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1934
gli appare come qualcosa da raggiungere, da conquistare. Anna
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1934
come qualcosa da raggiungere, da conquistare. Anna ha acquistato
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1934
aprire Maria in veste da camera, coi capelli che
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1934
Anna è andata via da molto: lei fila, fa
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1934
nella stanza che funge da cucina e da camera
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1934
funge da cucina e da camera da pranzo. Maria
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1934
cucina e da camera da pranzo. Maria va ad
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1934
sodi sfiorati dalla veste da camera leggera e attillata
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1934
che ella si dia da fare a sistemargli un
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1934
fatto è fatto; ma da ora in poi... Anche
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1934
cacciato gli vien quasi da piangere: in quel letto
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1934
ragazze erano talvolta assalite da ombre moleste di gelosia
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1934
con quella maledetta faccia da bambino, il massacro dei
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1934
Teodoro rimaneva in sala da pranzo, con i suoi
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1934
ad isolare la mente da tutte le moleste visioni
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1934
qualche amico. Spesso passava da un libro all’altro
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1934
un libro all’altro, da un opuscolo ad una
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1934
per potersi schierare coscientemente da una parte o dall
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1934
sempre quella testa sbalestrata da bambino, ma pensa che
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1934
battito di una macchina da cucire, egli vede in
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1934
quella sua maledetta faccia da bambino. Ora si sente
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1934
può più. Quella vita da sfruttatore, diciamola la parola
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1934
piazza sembra sollevarsi ora da un lato, ora dall
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1934
dir nulla. Ma è da vigliacchi. Bisogna lasciarsi d
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1934
Bisogna lasciarsi d’accordo, da amici. ¶ Teodoro butta giù
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1934
e cerca di allontanarsi da sé, fino a estraniarsi
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1934
assorbiti tutti e due da un’idea che s
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1934
accompagnare fino al portone da due uomini, e poco
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1934
sfortuna maledetta... Dovrebbe capirlo da sé Teodoro, che è
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1934
fuga e la liberazione da quella schiavitù che lo
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1934
non si staccherà più da lei. E lui intuendo
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1934
un odore di sapone da barba. Escono di casa
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1934
cortile è stato lavato da poco e il sole
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1934
sotto il portone vestiti da domenica. Parlano delle guerre
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1934
dopo l’ultima litigata. ¶ «Da oggi ognuno per suo
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1934
non troverò mai nulla da fare.» ¶ «Dici sempre lo
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1934
lavorare con tuo padre.» ¶ «Da capo? Dobbiamo ricominciare la
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1934
Napoli stessa, qualche cosa da fare...» ¶ «Già, come l
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1934
importa?» ¶ «Non so più da che lato prenderti, con
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1934
barca, come faceva sempre da ragazzo, lungo le coste
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1934
palazzo è silenzioso, laccato da grosse macchie di sole
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1934
che egli sia tornato da una breve passeggiata e
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1934
lascia solo, nella sala da pranzo, tenuta in penombra
81
1934
Quasi a riscuotersi allora da questi pensieri, egli s
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1934
pensieri, egli s’alza da tavola e le chiede
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1934
Malato?» domanda lui. «Cosa da poco?» ¶ «Chi sa!» risponde
84
1934
la porta della camera da letto, e vede, nella
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1934
ha la gola serrata da un singhiozzo che non
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1934
nello stomaco che gli l’affanno – ed ella
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1934
perdersi fra le luci: da quest’angolo può ancora
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1934
lui, “qui c’è da fare poche chiacchiere: vi
89
1934
cortile: “che c’è da fare?” domando ad uno
90
1934
che scaricavano. “C’è da fare la spalla di
91
1934
vedere io.” Mi accompagna da una parte, si accovaccia
92
1934
alzare con la spalla da un lato. Io, con
93
1934
e chi mi dava da mangiare? Meno male che
94
1934
partenza e il programma da espletare, una volta giunti
95
1934
ho preso tanta roba da stamattina!» ¶ Il liquido amarognolo
96
1934
avvenire? Chi sa dirlo? Da quando Teodoro l’ha
97
1934
e chissà che lontana da quei guai, da quelle
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1934
lontana da quei guai, da quelle preoccupazioni, da quella
99
1934
guai, da quelle preoccupazioni, da quella vita fatta di
100
1934
l’amore libero, sciocchezze da bambini. Si finiva sempre
101
1934
la stordiva, al punto da farle perdere di vista
102
1934
così buono quest’uomo, da darle perfino indicazioni e
103
1934
è di fastidio, tornate da me tra qualche tempo
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1934
quella soffiandosi il naso. ¶ «Da che te ne accorgi
105
1934
sonno possiamo andarci fin da adesso.» ¶ Quando escono piove
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1934
che invece di darsi da fare quanto più può
107
1934
grandine in tal copia da svellere i ciottoli delle
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1934
Abbiamo ancora tante cose da fare. Piuttosto se vuoi
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1934
due porticine degli stanzini da bagno, che sono smaltati
110
1934
bionda e grassa esce da uno sgabuzzino e si
111
1934
buon bagno, scusatemi, ho da fare. Ecco qualcuno che
112
1934
È il primo cliente da stamattina!» E scompare, lasciando
113
1934
perché. Intanto essa si da fare e non
114
1934
Intanto essa si dà da fare e non la
115
1934
e corre nello stanzino da bagno a regolare il
116
1934
ella si dia tanto da fare. Per fargli pagare
117
1934
la donna con insistenza. ¶ «Da quanto tempo state qui
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1934
qui?» gli domanda lei. ¶ «Da poco, da qualche ora
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1934
domanda lei. ¶ «Da poco, da qualche ora appena.» ¶ «E
120
1934
Corre nella cabina seguita da Teodoro. «È calda» dice
121
1934
è un’altra mentalità da noi! Siamo più liberi
122
1934
più liberi, più indipendenti. Da noi, per esempio, non
123
1934
del luogo, ma viene da lassù: da Torino? da
124
1934
ma viene da lassù: da Torino? da Milano?, dove
125
1934
da lassù: da Torino? da Milano?, dove gli operai
126
1934
fregato; debbo essere libero da impegni. Ma quel seno
127
1934
due stabilirono di tornare da Catello, l’uomo dalla
128
1934
come se le udisse da un altro quelle parole
129
1934
andare voi un momento da lui.» L’uomo considera
130
1934
che egli sarebbe tornato da un momento all’altro
131
1934
ha intontito al punto da fargli commettere l’imprudenza
132
1934
giungono le sue carte da Napoli. Dopo un breve
133
1934
invece devi stare tu da una parte ed io
134
1934
una parte ed io da un’altra come due
135
1934
giorno sola a piangere da una finestra all’altra
136
1934
posto che ora ti da vivere. Non mi
137
1934
che ora ti dà da vivere. Non mi dici
138
1934
sera, nella stazione deserta. Da una parte vengono grida
139
1934
il posto che ti da vivere.” Non voglio
140
1934
posto che ti dà da vivere.” Non voglio, non
141
1934
grande richiesta di lavoro da parte di quelli che
142
1934
fine. ¶ La maestranza venuta da altre città ad iniziare
143
1934
il congedo, Teodoro tornò da Catello, che lo raccomandò
144
1934
passati già dei mesi da quando ha scoperto di
145
1934
madre! ¶ E bisogna ricominciare da capo: scrivere ad Elisa
146
1934
sono capace di guadagnarmi da vivere tranquillo e a
147
1934
Non si era allontanata da Roma, dove aveva fatto
148
1934
di certo; una donnetta da nulla, come lei si
149
1934
sera la sua compagnia da casa sino al cinema
150
1934
portata ad agire così da un banale desiderio di
151
1934
sano. ¶ Giorgio si recava da lei ogni domenica, portando
152
1934
riabbottona il cappotto stinto, un bacio a Pippetto
153
1934
nuovo, per farsi confortare da lui, per mostrargli Pippetto
154
1934
brava persona se ti i soldi che tu
155
1934
non ho più niente da dirti e ti abbraccia
156
1934
nella busta le viene da piangere. Scriverebbe volentieri anche
157
1934
riprende a rassettare: camicie da lavare, calze da rammendare
158
1934
camicie da lavare, calze da rammendare e riporre; il
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1934
estate; una sedia ancora da cacciare in un angolo
160
1934
angolo, e più niente da fare. La stanchezza delle
161
1934
soldato che saluta sorridente da una locomotiva. Al di
162
1934
nella fotografia, fatta chissà da quanti anni, ridicolo, e
163
1934
si danno la voce da un capo all’altro
164
1934
pensiero viene subito sopraffatto da un altro; farlo entrare
165
1934
Ed io sola qua, da stamattina, con Pippetto digiuno
166
1934
Pippetto digiuno...» ¶ «Potevi dargli da mangiare!» ¶ «E i soldi
167
1934
cui s’accorse che da solo non ci sarebbe
168
1934
di ordinaria amministrazione: viene da sé, quando deve venire
169
1934
il quale non sa da che lato buttarsi. Lo
170
1934
sigaretta: la rivoluzione nasce da queste cose. Altri due
171
1934
di propaganda... (nuova interruzione da parte d’un giovanotto
172
1934
indossa una vecchia divisa da marinaio) bene, se volete
173
1934
ci tengo...» Nuova interruzione da parte del giovanotto vestito
174
1934
parte del giovanotto vestito da marinaio: «Non ci tieni
175
1934
non c’è niente da mangiare e le osterie
176
1934
mi secca farmi dire da lei che non sono
177
1934
lui: sarò buono; e da oggi in avanti la
178
1934
accarezza, finché non ottiene da lei un sorriso. E
179
1934
e il ragazzo vestito da marinaio, con un’àncora
180
1934
con la giubba stinta da marinaio; e poi le
181
1934
elettrici, che pendono ritorti da un grosso isolatore. Si
182
1934
lasciarli soli e andarsene da lei; e, con la
183
1934
Corona, il ragazzo vestito da marinaio, che con la
184
1934
la scusa di dividerli pugni finché Teodoro non
185
1934
Corona, il giovanotto vestito da marinaio, Teodoro ha sentito
186
1934
tratto, quasi se avesse da lungo tempo preparato il
187
1934
sospetterebbe; bisognerebbe farlo chiamare da lei; il ragazzo vestito
188
1934
lei; il ragazzo vestito da marinaio vola nell’aria
189
1934
è lui che fa da spalla a quei due
190
1934
in questo momento gli fastidio: gli pare che
191
1934
se potesse scappare, allontanarsi da lei, che con quelle
192
1934
e il dolore non segni di vita, e
193
1934
la sua faccia pallida, da bambino malato. ¶ Sale nel
194
1934
un fine, uno scopo da raggiungere. Teodoro invece ha
195
1934
Guardata male un po’ da tutti per quel bambino
196
1934
senza fine, solo segnato da una linea fosforescente sotto
197
1934
chitarra che si sollevava da un concertino nascosto tra
198
1934
era quasi tutto formato da operai con fazzoletti gialli
199
1934
e rossi al collo; da marinai e da facchini
200
1934
collo; da marinai e da facchini del porto, coi
201
1934
e non si alza da giorni. Lo hanno arrangiato
202
1934
capelli che gli fuggono da ogni lato. È tornato
203
1934
hanno visto in giro da molto tempo. Questi bambini
204
1934
spogliarsi. ¶ Il medico giunge da Pippetto, assieme a Marco
205
1934
faccia. Ogni tanto gli qualche colpetto sul ventre
206
1934
specie di salotto formato da un divano, da una
207
1934
formato da un divano, da una poltrona a fiori
208
1934
a fiori rossi e da uno specchio che ha
209
1934
qualche cosa tutta sua da pensare; socchiude le palpebre
210
1934
Anna forse che si da fare. Dal modo
211
1934
forse che si dà da fare. Dal modo sicuro
212
1934
dolori che son seguiti da quel disgraziato giorno della
213
1934
qualche anziano, in modo da rendervi conto di come
214
1934
voi avete lavorato; ma da noi, capite, ci si
215
1934
fianco: bisognava farsi aiutare da lui per nascondere agli
216
1934
di mezzogiorno poteva liberarlo da quel tormento. Ma tardava
217
1934
dolce delle conserve, veniva da altri reparti. Gli uomini
218
1934
ero accorto subito.» ¶ «E da che?» ¶ «Eh! si vede
219
1934
partito, il quale faceva da inquisitore contro i nuovi
220
1934
una toeletta per recarsi da Maria. Maria adesso convive
221
1934
va a fare. Torna da Maria, dopo tanti anni
222
1934
voga. E Teodoro torna da Maria dopo tanti anni
223
1934
più volte nell’interno da diverse voci: Teodoro? Teodoro
224
1934
Viene introdotto nella sala da pranzo e Maria che
225
1934
quella sua maledetta faccia da bambino, arrossisce, e portandosi
226
1934
quella sua maledetta faccia da bambino. Sospira, quindi, oppresso
227
1934
che non c’è da aver paura... E forse
228
1934
fa un anno; e da allora, Teodoro mio, non
229
1934
che aspetta la ricchezza da un’invenzione... Va sempre
230
1934
essere un mezzo spostato...» in un sospiro tutta
231
1934
Anna; ma come Teodoro, da operaia, fra quella gente
232
1934
di queste parole come da una sinfonia evocatrice, sorge
233
1934
Sicché quando viene lanciata da qualcuno la proposta di
234
1934
bambino malato» ripete, «e da sola non sarei riuscita
235
1934
ho detto, niente e da capo. Ora gira appresso
236
1934
partire, niente; gli riscrissi da Crotone, niente! Mi avesse
237
1934
è una bella vista da me. Dovrai venire però
238
1934
veramente un giorno capitasse da lui, come la tratterebbe
239
1934
Quel Marco ora gli proprio fastidio; bisogna sbarazzarsi
240
1934
bianche le pareti, e rilievo agli scarabocchi e
241
1934
vecchi compagni si guardino da nemici senza riflettere che
242
1934
te, per andare insieme da lui. Debbo dirti la
243
1934
strade appaiono deserte, perlustrate da carabinieri a cavallo; nelle
244
1934
gli venivano quei comandamenti, da quale punto preciso della
245
1934
della sua coscienza? Forse da un margine che collima
246
1934
sciopero degli alimentari proclamato da oggi, quattro giugno millenovecentoventuno
247
1934
e sessanta. Bisogna darsi da fare! Una coscienza operaia
248
1934
cintola in giù ricoperti da un semplice sacco tenuto
249
1934
volta è stato aiutato da lei, è un imperativo
250
1934
il muro della conceria da cui emana un grasso
251
1934
rione Cattori era formato da un gruppetto di palazzine
252
1934
il più lontano possibile da quella gente quasi per
253
1934
felicità, e sembravano provenire da una terra ignota, dove
254
1934
anche la spiaggia che, da quella parte, invece, appariva
255
1934
biancheria, dandosi la voce da una stanza all’altra
256
1934
e di rilassamento, si da fare con l
257
1934
di rilassamento, si dà da fare con l’energia
258
1934
Ferriera dell’Uva o da Cattori.» ¶ «Speriamo!» fa Anna
259
1934
o nera di carbone: da essa si diparte il
260
1934
Lunedì alle otto presentatevi da me.» ¶ «E le carte
261
1934
non accettare più niente da Teodoro, e nemmeno le
262
1934
influsso dell’ambiente e da un’agitazione all’altra
263
1934
luccicanti nei furgoncini: tremila da 2,25; mille da 5; quattromila da
264
1934
furgoncini: tremila da 2,25; mille da 5; quattromila da 3,50; operai dell
265
1934
da 2,25; mille da 5; quattromila da 3,50; operai dell’industria alimentare
266
1934
sente sempre più attratta da Teodoro, il silenzio e
267
1934
sia un prezioso bene da non sciuparsi in voce
268
1934
sciuparsi in voce, ma da custodire a labbra chiuse
269
1934
quello che ho passato da allora in poi. Io
270
1934
e la farà visitare da uno che è uno
271
1934
che è uno specialista, da una “cima”, da uno
272
1934
specialista, da una “cima”, da uno di quelli che
273
1934
capace di lui, si da fare; vuol dire
274
1934
di lui, si dà da fare; vuol dire che
275
1934
che la debolezza minaccia da vicino... La sua vita
276
1934
di casa viene fermato da un tramestio proveniente dalle
277
1934
così hanno sempre fatto da quando sono insieme, bestia
278
1934
non si trova niente da mangiare, e stamattina son
279
1934
e a Milano scioperi da far rizzare i capelli
280
1934
tornaconto.» Teodoro è irritato da quell’egoismo sfrontato. ¶ «A
281
1934
che stiano per azzuffarsi da un momento all’altro
282
1934
di soprassalto come scossa da un incubo, eppure non
283
1934
fitta, tagliata in due da un fiotto di luce
284
1934
e le imposte, le il saluto. Bisogna cacciarla
285
1934
Adesso può fare ancora da sola. Che le occorre
286
1934
nulla, grazie, posso far da me. ¶ Apre gli occhi
287
1934
questi giorni ha molto da fare. È appena finito
288
1934
accaduti fatti piuttosto gravi da mobilitare polizia ed esercito
289
1934
Si ferma un poco: una lustrata alle lenti
290
1934
il lavoro già preparato da altri. È quasi l
291
1934
piano, senza farsi sorprendere da nessuno. La presenza di
292
1934
il manovale che sbuca da un angolo nero. È
293
1934
e corre al rione da Anna. Bussa alla porta
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sordo alla spiaggia. ¶ Marco un ultimo colpo alla
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piedi non vogliono staccarsi da terra, ma intanto tutto
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avventa alle sue nari da dietro la spalliera del
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chiuso contro le labbra. Da sotto il cuscino, spunta
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il termometro che spunta da un vasetto; l’astuccio
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terra; anche quello comperato da Teodoro. ¶ Marco si passa
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guardano? che si aspettano da lui? Non sono soddisfatti
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si sia uccisa; e da qui comincia la “sua
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e dalle sofferenze altrui. Da qui vede gli operai
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il muro di cinta da cui esala puzzo di
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di rifornimento; c’è da mangiare, lo vedi? L
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che solitamente viene percorsa da chi si reca alla
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con una commissione inutile da espletare. O forse pericolosa
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silenziosa e deserta, seguito da uno squillo di campanello
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tra l’erba. ¶ Giunge da Teodoro nel pomeriggio. Si
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ballano nel mare, vinti da un senso di sfinita
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Teodoro. Si sente oppresso da quegli avvenimenti che egli
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un’aria troppo strana...» ¶ «... da una parte» l’interrompe
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si sia fatto vedere da due giorni.» ¶ I due
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chiamare il carabiniere, e da questo si fa accompagnare
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bambini del rione e da altra gente, che hanno
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si muove, non si da fare? Ma che
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muove, non si dà da fare? Ma che fare
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attorno ai forni: qualcuno calci ai pezzi di
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ad una tavola coperta da una tovaglia di tela
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più la sua faccia da bambino. Cerca del lavoro
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luce, diviso in quattro da una croce di ferro
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l’abitudine. ¶ Viene svegliato da rumori di passi e
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buttati a terra e da voci grosse che rintronano
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di sole si rincorrono da una banchina all’altra
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fantasticare. «Qui c’è da crepare, te lo dico
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giornale ripiegato più volte, da cui esce un garofano
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quel contatto una familiarità. Da quel punto vede in
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specchio la sua faccia da bambino. Moreau malediva quella
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malediva quella sua faccia da bambino. ¶ «Chi ti caccia
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rimasto, quel maledetto viso da bambino, tutto il resto
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muovono sempre; ed egli colpi sulle teste di