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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «dalla»

nautoretestoannoconcordanza
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1956
quel movimento le scivolò dalla bisaccia l’altro bambino
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1956
e tanto fu presa dalla sua bellezza e dalle
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1956
l’aria e sparì dalla sua vista. Ciccillo allora
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1956
come posso fare? ¶ E dalla tomba sua madre le
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1956
e tu t’alzerai dalla tua sedia e ti
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1956
il figlio e torniamo dalla madre. Vicino a quel
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1956
aiuto. ¶ Il ragazzo tornò dalla madre con una bottiglia
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1956
il giovane rispose. ¶ Entrato dalla Principessa, lei gli disse
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1956
stava più in piedi dalla fame. Si buttò in
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1956
La madre a chiamarlo dalla riva: – Cola! Cola! Vieni
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non ne poteva più dalla curiosità, disse: – Gettati dalla
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1956
dalla curiosità, disse: – Gettati dalla cima della Torre del
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1956
che ogni mattina chiamasse dalla strada la figlia più
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1956
sorelle la videro uscir dalla bocca del pozzo col
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1956
un pezzo d’oro dalla testa ai piedi, si
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1956
Sfortuna volò a casa dalla Gnà Francisca e aprì
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1956
figlia le mosse incontro dalla sua parte. S’incontrarono
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1956
era venuta con Baldellone dalla Francia, quando vide Pippina
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1956
questa invidiosa si consumava dalla rabbia, pensando che s
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1956
nera che serpeggiava via dalla tomba del generale impiccato
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1956
Afferrate questa scellerata, gettatela dalla finestra e poi subito
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1956
bugiarda fu sdirupata giù dalla finestra e bruciata ai
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1956
potrà togliersi questo pensiero dalla testa. ¶ – L’idea mi
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1956
come non poteva tornare dalla fidanzata, avendo scoperto di
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1956
ridiventò uomo e scese dalla montagna. Appena vide che
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1956
testa contro il muro dalla disperazione. Finì per mettersi
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1956
me, che l’accompagno dalla moglie del mio padrone
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1956
a Don Pidduzzu giù dalla finestra. ¶ L’indomani il
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1956
rogna. Ne era carico dalla testa ai piedi e
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1956
basta che mi guarisci dalla rogna –. Don Pidduzzu non
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1956
stava più in sé dalla gioia. Il Re gli
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1956
questi peluzzi e apprese dalla vecchia la descrizione di
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1956
più nei suoi panni dalla contentezza. Ricompensò la vecchia
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1956
sfinita dallo spavento e dalla corsa, ci si buttò
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1956
E lo Speziale andò dalla madre della giovane. – Signora
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andate? – domandò la sentinella. ¶ – Dalla Reginella: ho da vendere
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Milord: – Ho da tornare dalla Reginella: ma come, così
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1956
lo mandarono a chiamare dalla Segreteria reale. Il giovane
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1956
coperte, guardò la giovane dalla testa ai piedi. Sopra
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1956
star più nella pelle dalla voglia di vedere anche
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1956
s’era ormai ritirata dalla finestra. Il Re non
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1956
Signora. ¶ – E che volete dalla mia Signora? ¶ – Le ho
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1956
Rosmarina mia, non uscire dalla tua pianta fin quando
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1956
cavò fuori il sangue dalla strozza del Mammo-drago
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1956
caldo. ¶ Torna il Re dalla guerra, e per prima
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1956
figlia, divennero come pazzi dalla contentezza. Si misero subito
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1956
a ballarle la gola dalla voglia d’averne uno
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1956
sentire neanche l’odore! ¶ Dalla bocca della Reginetta uscì
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1956
a letto malata. Entra dalla finestra. ¶ – Non ci arrivo
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1956
Non ci arrivo. ¶ – Entra dalla gattaiola. ¶ – Non ci passo
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1956
e la tirò su dalla finestra. La stanza era
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1956
l’Orca, tutta intera dalla testa ai piedi, tranne
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1956
su una mano. Tornò dalla mamma. – Mamma, trovatemi un
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1956
in una mano. Tornò dalla madre: – Mamma, trovatemi un
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1956
portarmi via un castrato dalla mandria, ti do cento
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1956
cos’ho portato via dalla chiesa. ¶ L’Arciprete aperse
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1956
fece incontro un signore dalla lunga barba, e gli
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1956
di nuovo quel signore dalla lunga barba. – So della
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1956
sera lo appese fuor dalla finestra perché stesse al
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1956
l’avrebbe sposata. Giunse dalla matrigna e invece di
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1956
no e si separò dalla sua figlia gallina. ¶ Il
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1956
s’avvicinò al letto, dalla parte dov’era coricata
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1956
giù legnate da disossarlo dalla testa ai piedi. ¶ La
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1956
cominciarono a essere accecati dalla polvere, poi fortissimo: pfuuu
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1956
a casa facendo capriole dalla contentezza. Quando sua madre
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1956
e se ne andò dalla mamma. – Apri, mamma mia
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1956
e la buttò fuori dalla porta. Figuratevi quella povera
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1956
sotto i piedi. ¶ Arrivò dalla mamma. Bussò. – Che c
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1956
al cavallo e via dalla fiera come il vento
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1956
e corse giù, giallo dalla rabbia. – Uomo sono e
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1956
la Reginella quasi morì dalla paura, ma poi la
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1956
letto e Nanna-Orca dalla parte dei piedi ci
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1956
proprio a un passo dalla grotta dov’erano nascosti
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1956
primo signore della provincia, dalla parte d’Otranto. Avevano
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1956
gli uomini che rientravano dalla fatica, si sedeva ogni
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1956
anni e un mese dalla scomparsa della povera massara
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1956
non capiva più niente dalla meraviglia. – Schiuma! Vieni con
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1956
e indirizzarono il Re dalla terza sorella, ma prima
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1956
fratello della sua benefattrice. Dalla finestra della casa della
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1956
gettar fuoco dagli occhi, dalla bocca, dal naso e
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1956
bene, non lasciarti ingannare dalla finta serpe –. E detto
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1956
d’oro, fu colto dalla tempesta e riparò nella
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1956
Tu m’hai salvata dalla morte e io farò
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1956
Come fosse stata tirata dalla calamita, Filomena si trovò
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1956
Ma la madre moriva dalla curiosità di vedere questo
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1956
La vecchia, che moriva dalla voglia di vedere com
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1956
manda giù il fuso dalla finestra fino a terra
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1956
lo scatolino, divenne verde dalla rabbia. E le disse
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1956
una caverna. Una caverna, dalla terra al soffitto, piena
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1956
che i briganti uscissero dalla quercia, ma non li
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1956
la vecchia fu vista dalla figlia del Re. Tutta
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1956
il giovane si struggeva dalla curiosità di vedere cosa
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1956
molto. Non potendone più dalla malinconia, prese un cavallo
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1956
la candela e andò dalla tacchina. Vide la fossa
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1956
grida, diedero l’allarme. Dalla folla cresceva un gran
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1956
bere. Mentre si chinava, dalla bisaccia le cascò giù
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1956
venuto a prenderla; e dalla paura svenne. Entrarono la
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1956
sposa sul terrazzo e dalla folla si levò un
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1956
fuoco si spense e dalla pentola, come ceci che
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1956
stalla della pecora, Cecino dalla sua pancia ricominciò a
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1956
suo spasso era guardare dalla finestra la campagna, cantarellare
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1956
d’animo e ognuno dalla parte sua, continuavano le
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1956
lettera dal Perù, corse dalla sorella e le mostrò
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1956
via, lasciandola mezza tramortita dalla paura. Maria tornò a
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1956
s’erano ancora riavute dalla meraviglia, quando videro il
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1956
incatenata che buttava fuoco dalla bocca, dagli orecchi e
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1956
di caffè. ¶ – Volentieri –. Bevve dalla tazza avvelenata e cadde
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1956
uovo e saltò fuori dalla cesta. – Signor fabbro ferraio
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1956
però adattarti a passare dalla finestra. La tavola apparecchiata
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1956
del ritorno delle oche dalla Maremma. «Fossero le mie
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1956
di ferro, al sicuro dalla volpe. ¶ (Siena) ¶ 95 ¶ L’acqua
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1956
condiscendente, la bella uscì dalla botte e ci entrò
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1956
lupo e l’ammazzano. Dalla pancia saltano fuori sani
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1956
gli fece il ragazzo dalla barca, – ci vuoi venire
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1956
Il Re che guardava dalla sua loggia, grida: – Lesti
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1956
mangiare il polverone sollevato dalla barca, e restò a
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1956
solo lo vedevi morivi dalla tremarella! Basta: non vogliamo
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1956
poco a poco, tirata dalla catena che finiva nel
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1956
il modo di liberarla dalla balena che la teneva
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1956
fate finta di bere dalla tazza che vostra moglie
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1956
sbarrata. Fanno per buttarsi dalla finestra, ma vedono il
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1956
lui restò sveglio, liberato dalla fattura. ¶ I parenti corsero
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1956
corsero ad abbracciarlo pazzi dalla contentezza. – Quella ragazza! Voglio
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1956
cane. ¶ Al quarto giorno, dalla quarta finestra, rispose ai
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1956
la figlia. Maria corse dalla balia tutta in lagrime
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1956
acqua e ognuna tirava dalla sua parte, e svolazzando
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1956
ridente se ne scappò dalla festa. Il figlio del
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1956
bella sconosciuta che usciva dalla scorza di legno e
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1956
tre gobbetti suonatori salirono dalla Regina e ne fecero
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1956
mentr’era alla Messa, dalla melagrana usciva la ragazza
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1956
porta. La ragazza uscì dalla melagrana, e cominciò a
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1956
da dove viene. ¶ – Viene dalla melagrana che voi mi
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1956
anche questo rimase fuor dalla porta, mentre la ragazza
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1956
sera andò a mangiare dalla Bella Venezia. ¶ – Da dove
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1956
restò solo, fu preso dalla curiosità d’aprire la
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1956
giovane uscì zitto zitto dalla capanna e andò a
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1956
il tignoso che usciva dalla capanna e dal cancello
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1956
buttato là, mezzo morto dalla fatica. ¶ La figlia del
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1956
per non risvegliarlo, uscì dalla capanna e corse da
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1956
Il Re selvatico tornando dalla caccia, la vide triste
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1956
cieche e le riportò dalla mamma nella grotta. ¶ Un
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1956
fronte levò il macigno dalla bocca della caverna, e
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1956
Fratino camuffato e uscì dalla caverna per inseguirlo. Andò
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1956
Mandò la sua bambina dalla nonna, perché le prestasse
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1956
veniva Giuseppe mezzo allocchito dalla paura, e poi il
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1956
sicuro d’uscir vivo dalla caverna, ma non voleva
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1956
le nuove provviste portate dalla donna, e aspettarono la
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1956
Quando furono entrambi fuori dalla caverna con la roba
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1956
padre la fece uscire dalla torre, pensando che il
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1956
nozze, gli Ambasciatori tornarono dalla figlia del Sole a
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1956
che le veniva fuori dalla testa, come fosse aggomitolata
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1956
combinato il matrimonio, va dalla cavallina e le dice
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1956
il seguito fuggirono via dalla carrozza ribaltata, se no
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1956
ma il Gigante uscì dalla stanza e gli disse
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1956
palmo di lingua fuor dalla bocca, e gli era
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1956
le fiamme si buttò dalla finestra e scappò nel
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1956
tutte le Damigelle e dalla terza tutti i Paggi
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1956
cavallina, che aspettava fuori dalla chiesa. – Devi sapere, – gli
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1956
quella non si stacca dalla tomba. Fatti dire dalle
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1956
Fioravante andò a bussare dalla Badessa e le domandò
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1956
cavallina gli disse: – Va’ dalla Badessa e chiedile dov
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1956
lei: – Libera l’uccello dalla gabbia d’oro. ¶ L
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1956
più stupiti rimasero, quando dalla voce della cavallina intesero
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1956
le nozze, Fioravante andò dalla cavallina. – Sai? – le disse
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1956
marito della bella Isolina dalla treccia bionda. ¶ (Pisa) ¶ 80 ¶ Lo
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1956
obbedirle. La ragazza uscì dalla porta e si trovò
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1956
moglie del contadino), – andate dalla Regina di questo paese
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1956
Re. – Cacciate quell’uccello dalla torre, – ordinò il Re
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1956
la sera, risentirono venire dalla torre suoni e canti
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1956
mentre io ero via dalla Corte. Sarà il tuo
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1956
moglie e un mulo. Dalla campagna in cui zappava
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1956
Lo faremo uscire noi dalla vigna! – gridarono e ripresero
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1956
aspettiamo qui. ¶ Campriano corse dalla moglie e le disse
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1956
finta di tirarla fuori dalla credenza mentre bolle. Hai
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1956
e sua moglie uscì dalla stalla, facendo finta di
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1956
Vento Tramontano fu preso dalla carità del cuore per
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1956
per la seconda volta dalla carità del cuore: tira
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1956
non ne poté più dalla fame, aperse la scatola
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1956
scatola e disse: – Provvedi. ¶ Dalla scatola salta fuori un
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1956
stava più in sé dalla voglia. – Geppone, dàlla a
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1956
sé dalla voglia. – Geppone, dàlla a me, e io
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1956
bambina. A molte miglia dalla città il Re aveva
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1956
Dove vai, bel giovane? ¶ – Dalla Maga, a tagliarle la
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1956
non vederla più. Ma dalla testa erano cascate due
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1956
insieme. ¶ Il servitore tornò dalla mela e le posò
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1956
comandano? ¶ – Domattina devi andare dalla Fata Morgana e le
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1956
le chiese: – Dove vai? ¶ – Dalla Fata Morgana, a prendere
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1956
seppero dell’invito, corsero dalla vecchia cui avevano dato
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1956
fuoco, alla vecchia giù dalla finestra. ¶ Così fu fatto
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1956
sorelle la calarono giù dalla finestra. ¶ La ragazza, che
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1956
al palazzo reale. Entrò dalla porta della cucina; le
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1956
padre d’esser tolta dalla soffitta, ma il Re
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1956
Fido, corri su, va’ dalla figlia del Re, falle
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1956
far scacciare il cane dalla sala. Ecco che mettono
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1956
si mise a ridere dalla contentezza, ma il carbonaio
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1956
che la prova riusciva, dalla rabbia scaraventava via di
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1956
altra. E la mattina dalla finestra vide la selva
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1956
sua moglie, fu preso dalla rabbia della gelosia, sfoderò
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1956
miseria, quasi diventavano pazze dalla gioia. Il mercante disse
200
1956
minore al suo capezzale, dalla contentezza cominciò a star
201
1956
fuori monete d’oro dalla borsa. Così facevano comprare
202
1956
dell’organino venir su dalla prigione, saltarono tutti in
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1956
del letto, ben discosto dalla Principessa. Poi disse: – Sposa
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1956
egli era stato accolto dalla bella dama che era
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1956
in una macchia fuor dalla città. Ma Andreino trovò
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1956
se qualcuno non va dalla Regina per chiarirla. Andrò
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1956
offerse d’andare lui dalla Regina Marmotta. Andò all
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1956
dame! – disse Giovanni. – Noi dalla Regina Marmotta non ci
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1956
ne avvide fu ripreso dalla speranza. – Suvvia, ditemi la
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1956
e mandare mio figlio dalla Principessa», e decise d
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1956
e coi musi lunghi dalla fame. – Cos’hai, con
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1956
sano e salvo. ¶ Scendendo dalla Montagna del Fiore, Menichino
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1956
bacchetta e la buttò dalla finestra che dava sul
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1956
Menichino passò sull’istante dalla disperazione a una gran
215
1956
e tutti stavano sbigottiti dalla meraviglia a vedere il
216
1956
L’Assunta corse subito dalla madre: – Mamma, domani la
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1956
di notte, mi spara dalla finestra! ¶ Era proprio quello
218
1956
camera della Principessa, entrò dalla finestra e si posò
219
1956
piccolo aveva già tolto dalla bambagia i tre chicchi
220
1956
il libro e guardava dalla finestra il giardino e
221
1956
leggere e a pensare. Dalla sua camera non usciva
222
1956
piano, prese l’anello dalla fronte di Fiordinando e
223
1956
Intanto l’eremita uscì dalla grotta, prese il fazzoletto
224
1956
Regina lo riconobbe e dalla contentezza si rovesciò sulla
225
1956
muso all’aria mugolando dalla gioia, e disse: – Ci
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1956
con una fune giù dalla soffitta e corse nel
227
1956
qui. Tieni questa nocciola, dàlla al figlio del Re
228
1956
trovava. Un giorno, tornando dalla caccia, Pietro vede, sulla
229
1956
della notte, mezzo morti dalla paura e dal correre
230
1956
di là e scomparve dalla vista. ¶ Era un muraglione
231
1956
gli tralucevano gli occhi dalla rabbia: lo voleva morto
232
1956
figlia del Governatore tornò dalla campagna, Pietro si fece
233
1956
fu tenuta a balia dalla moglie del contadino che
234
1956
d’animo per questo. Dalla cameriera si fece comprare
235
1956
verdeggiava un bel giardino. Dalla cresta del muraglione sporgevano
236
1956
lasciò cader lo schioppo dalla meraviglia, e prima che
237
1956
giorno un corriere partiva dalla Corte con una lettera
238
1956
la rabbia diventò bianca dalla paura. Ma l’Uliva
239
1956
sei stato a consiglio dalla Regina. ¶ Il contadino non
240
1956
affogò. Giuseppe saltato via dalla nave che affondava si
241
1956
la giovane ricomparve fuori dalla peschiera, e lo ringraziò
242
1956
la portano in prigione. Dalla cella la giovane vede
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1956
fare a me. ¶ Andò dalla schiava e le disse
244
1956
biscione abbia da entrare dalla finestra, e questo sia
245
1956
dormirà col suo sposo, dalla finestra entrerà un biscione
246
1956
E tacque, di marmo dalla testa ai piedi. ¶ – Cos
247
1956
è diventato di marmo dalla testa ai piedi. ¶ E
248
1956
e un giorno, passando dalla strada della strega, questa
249
1956
gli diceva la balia, – dàlla al tuo papà, – e
250
1956
morire! ¶ Il giovane andò dalla ragazza e le disse
251
1956
non la terra, e dalla terra le arrivavano suoni
252
1956
d’acqua fu portato dalla damigella di prima. Il
253
1956
fece Pierino Pierone su dalla cappa del camino. ¶ – Come
254
1956
stava a lingua fuori dalla sete che aveva. ¶ – Figliolo
255
1956
stava più nella pelle dalla contentezza, corse a cercare
256
1956
quassù. Bisogna che torni dalla sposa che sarà in
257
1956
sparì. ¶ Il vivo uscì dalla tomba, e non riconosceva
258
1956
La donna li squadrò dalla testa ai piedi e
259
1956
di tela, che usciva dalla porta, dalle finestre, arrivava
260
1956
si morse le dita dalla rabbia, e chiese: – Ma
261
1956
alloggio; ma andate pure dalla mia comare Giacoma, in
262
1956
tanto per provare. Uscì dalla città e il cane
263
1956
vedere se poteva scendere dalla montagna, ma le porte
264
1956
riuscirono a calar giù dalla montagna. Nella pianura c
265
1956
profondo. Entrarono pian pianino dalla gattaiola del portone; e
266
1956
il cane si rodeva dalla gelosia, perché era stato
267
1956
batté il dodicesimo rintocco, dalla cappa si sentirono di
268
1956
grancasse. ¶ Il giovanotto scese dalla montagna col corteo della
269
1956
Alcina restava di marmo dalla testa ai piedi. ¶ Beniamino
270
1956
era fuor di sé dalla gioia. Fece inginocchiare il
271
1956
di tornare a casa dalla sorella non ebbe il
272
1956
sbranarono. ¶ Il ragazzo tornò dalla sorella e disse: – Basta
273
1956
guardare la salma, uno dalla parte destra, uno dalla
274
1956
dalla parte destra, uno dalla parte sinistra e uno
275
1956
parte sinistra e uno dalla parte della testa. ¶ Quando
276
1956
sua statua, fu preso dalla disperazione, ma saltò fuori
277
1956
la donna tirò fuori dalla cenere il gobbo Tabagnino
278
1956
presero a buttar giù dalla finestra frumento, frumentone e
279
1956
le fece capire che dalla sua risposta dipendeva la
280
1956
mi riconosci? ¶ La Zosa dalla gioia non capiva più
281
1956
storie. Lui che scoppiava dalla voglia di dirgliene di
282
1956
cominciò a tirar fuori dalla sporta la pignatta col
283
1956
stava per saltar su dalla rabbia, ma pensò ai
284
1956
non riesco a uscire dalla barca. ¶ – Glielo dirò. ¶ Sbarcò
285
1956
Non capite più niente dalla fame. Mettetevi a mangiare
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1956
non riesce a uscire dalla barca. ¶ – Anche questo è
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1956
non poté più uscire dalla barca. ¶ (Garfagnana Estense) ¶ 58 ¶ Il
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1956
sulla Principessa, fischiando tutto dalla gioia perché aveva visto
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1956
pacco di stracci giù dalla grondaia, e ne venne
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un casolare per ripararmi dalla pioggia. Entro e cosa
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1956
inchinò, le radici uscirono dalla terra e s’abbatté
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1956
Ma appena fu lontano dalla loro vista si fermò
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bosco; ucciso il leone, dalla sua pancia uscirà un
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1956
coi suoi passettini uscì dalla fessura, e tornò sul
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1956
rimasti senza cavalli tornarono dalla vecchia, e lei mandò
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1956
una delle tre mele dalla gabbia e la tagliò
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1956
le resche le buttarono dalla finestra. Dove caddero le
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resche di pesce buttate dalla finestra, da resche di
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soldo, ma era furbo dalla nascita. Sua madre, appena
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in pianura venivano rubati dalla Maschera2 Micillina. ¶ La Maschera
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1956
Micillina ¶ Ruba i buoi dalla cascina, ¶ Guarda con l
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lasciate qua e là dalla Maschera Micillina. ¶ Andò avanti
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1956
la ragazza nel solaio. ¶ Dalla finestra del solaio, la
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1956
del contadino e cascarono dalla scala a gambe all
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1956
prese il miglior mulo dalla stalla, lo caricò di
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1956
d’oro anch’essi dalla parrucca agli stivali, e
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1956
maggiori corsero tutti ansiosi dalla fornaia e dalla tessitrice
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1956
ansiosi dalla fornaia e dalla tessitrice a ritirare la
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1956
La ragazza allora andò dalla Regina e le disse
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1956
portò via il cuore dalla caldaia, lo fece mangiare
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1956
che entravano due streghe dalla finestra, gli toglievano una
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1956
di Croc quando vide dalla finestra il cadavere del
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1956
m’ha lasciato imprigionare dalla mia matrigna, – e puntò
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1956
della figlia, fu preso dalla commozione per lei e
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1956
andata –. Ma poi, presa dalla compassione, la nascose, e
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1956
arrabbiò e si ritirò dalla terrazza, e subito pensò
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1956
tira la vesta! ¶ E dalla terrazza al balcone, quel
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1956
che uscisse la gente dalla Messa, e domandava ai
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1956
altro vecchio che usciva dalla Messa, che gli insegnò
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1956
domenica, e all’uscita dalla Messa domandò a un
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1956
un muoversi di gente. Dalla siepe uscì una scarica
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1956
ostia, e poi ritornando dalla chiesa, la buttò qui
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1956
e gettò le bucce dalla finestra. Alle nove venne
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1956
era fuori di sé dalla stizza, ma disse: – Fa
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1956
mostrò le bucce fuor dalla finestra. ¶ Il lupo tra
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1956
casa sua, sgusciò fuori dalla zucca, chiuse la finestra
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1956
m’è andata giù dalla carreggiata. ¶ – Ho fretta, non
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1956
fuori il finto dito dalla toppa. Il giovane vide
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1956
e la fece volar dalla finestra. ¶ Sotto la finestra
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1956
i suoi affari, corse dalla sposa e le chiese
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1956
non s’allontanava mai dalla peschiera. Aveva imparato tutto
332
1956
imbandita. Il vagabondo uscì dalla vasca e si nascose
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1956
la sua bacchetta, e dalla scorza del granchio uscì
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1956
per il canale sotterraneo, dalla peschiera arrivarono alla sala
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1956
batte la bacchetta e dalla scorza del granchio esce
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1956
peschiera e lasciò uscire dalla scorza la figlia del
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1956
restituito alle nostre letture dalla versione di Benedetto Croce
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1956
di cui alcuni tolti dalla tradizione orale;1 e dal
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1956
montagna di narrazioni tratte dalla bocca del popolo nei
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1956
stupiti dal sole e dalla luna, fondavano l’evoluzione
341
1956
in maniera imprevista, catturato dalla natura tentacolare, aracnoidea dell
342
1956
poco mi pareva che dalla scatola magica che avevo
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1956
un destino: la giovinezza, dalla nascita che sovente porta
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1956
una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per
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1956
di trascrizione delle fiabe «dalla bocca del popolo», prese
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1956
di raccogliere le fiabe dalla bocca del popolo ci
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1956
a pubblicare era nutrita dalla passione «comparatistica» propria della
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e Sicilia.13 ¶ Ed è dalla Toscana e dalla Sicilia
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1956
è dalla Toscana e dalla Sicilia che ci vengono
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1956
studi di folklore, e dalla vasta équipe di raccoglitori
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1956
cunti» del Pitrè vengono dalla sua bocca, e la
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1956
che le aveva apprese dalla madre e questa, anche
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1956
io ho potuto raccogliere dalla sua bocca le molte
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1956
della fiabistica mediterranea sin dalla sua più antica testimonianza
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1956
di casi di «discesa» dalla letteratura al folklore in
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1956
Paolino da Perugia raccontato dalla Luisa vedova Ginanni, che
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1956
il saper riscuotere fiducia dalla gente; una virtù da
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1956
sicurezza che gli veniva dalla perfetta conoscenza,21 reso il
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1956
linguistici locali: lavorato, insomma, dalla penna d’uno scrittore
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1956
è quella che viene dalla Francia, che l’influenza
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1956
più recente spolveratura originata dalla fortuna anche popolare d
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1956
attraversano: il cantare trae dalla fiaba i suoi motivi
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1956
la diversità dei dialetti, dalla masca piemontese alla mamma
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1956
prendeva paludamenti ed onomastica dalla mitologia classica) s’informò
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1956
appinninu, e abbruciata» (gettata dalla finestra e poi bruciata
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1956
cera della candela accesa dalla curiosità ributta in preda
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1956
Il racconto nasce appunto dalla crisi di quest’istituzione
368
1956
vieta. Perciò poté conservarsi dalla preistoria ad oggi, senza
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1956
re, che si guardano dalla finestra e si vanno
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1956
dei Grimm furono raccolte dalla bocca del popolo (essi
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1956
di più questo divario. ¶ 11. Dalla prefazione all’Indice delle
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1956
raccolte dal Comparetti stesso, «dalla bocca di una vecchia
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1956
cioè con testi trascritti dalla voce dei paesani nei
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1956
dialetti (purtroppo resa ostica dalla grafia fonetica), testi molto
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1956
nel momento di trapasso dalla società dei clan, basata
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1956
seduto a tavola, quando dalla cappa del camino sentì
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1956
era levato a volo dalla rete, e la triglia
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1956
della figlia del Re. Dalla nave li videro e
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1956
coperto d’alghe verdi dalla testa ai piedi, con
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1956
Il Tignoso era verde dalla bile. – Cosa c’è
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1956
poté toglier le braccia dalla pasta e continuò a
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1956
ben vestito, e vide dalla finestra la madre che
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1956
che sentì cadere qualcosa dalla cappa del camino e
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1956
capitano e chiese fin dalla strada: – L’hai filata
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1956
fui preso anch’io dalla mano del Gigante e
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1956
Vediamo», e mi tolse dalla gabbia. Presi la chitarra
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1956
e subito fui fuori dalla casa. Mi misi a
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1956
di ieri notte buttiamolo dalla finestra». Sotto la finestra
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1956
il picciotto saltò fuori dalla pelle. – Buttami giù le
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1956
uscire! ¶ Prima d’andarsene dalla montagna, s’era riempito
391
1956
che strappi tre peli dalla criniera a ciascuno. ¶ Il
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1956
afflitto, digiuno, mezzonudo, malato dalla testa ai piedi. – O
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1956
teneva proprio. Così mandò dalla Signora la figliola seguente
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1956
casa di corsa, spaventate dalla codaccia nera e pelosa
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1956
piace tanto, andate voi dalla Draga. ¶ Il padre non
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andare lui a servizio dalla Signora. Il servizio, tanto
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1956
parte vuoi ti mangi, ¶ Dalla testa oppur dai piedi
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1956
madre, e partirono, seguiti dalla truppa. Dopo aver marciato
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1956
sposa. Sollevava i morti dalla catasta e li metteva
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1956
non poteva mai uscire dalla caverna perché era perfino
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1956
come si può uscire dalla tua caverna e confida
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1956
disse. – Che ero uscita dalla caverna. ¶ – Eh, ci vuol
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1956
profumo che veniva fuor dalla casseruola, diceva: ¶ Maramao, maramio
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1956
ma i due compari, dalla rabbia che avevano l
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1956
se la faceva addosso dalla paura, e si nascose
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per togliervi la spina dalla zampa, e per soprasaluto
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figlia del Re ballava dalla gioia, i facchini scaricavano
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1956
Lasciamo loro e andiamo dalla Regina. S’affaccia una
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1956
dice: – Signora Regina, sapeste! Dalla forestiera stanno succedendo cose
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1956
tavola, e tutta rossa dalla rabbia andò a chiudersi
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1956
ad aspettare un bambino. Dalla rabbia e dalla vergogna
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1956
bambino. Dalla rabbia e dalla vergogna non sapeva più
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1956
cui non era vista dalla Regina, la giovane si
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1956
mentr’era a lavorare dalla Regina, le vennero le
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1956
Narbone! ¶ Tornò il Reuzzo dalla guerra, si chiuse nel
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1956
Il corpo buttatelo fuori dalla grotta! – e riprese a
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1956
in un altro feudo, dalla parte opposta. I bambini
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1956
donna si sentì divorare dalla rabbia, ma disse: – O
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1956
e la buttò fuori dalla finestra che dava a
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1956
la cassa. Alla sera, dalla cassa saltò fuori il
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1956
piccino era stato seppellito, dalla terra venne su una
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1956
fece seppellire, lasciando fuori dalla terra solo un’orecchia
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1956
tempo, non resisteva più dalla voglia di mangiarsela e
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1956
e la fece uscire dalla stia. – Ah, sì che
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1956
e quasi restò morta dalla puzza che le usciva
426
1956
paese del Re, accompagnata dalla zia Marchesa, come parente
427
1956
il Re vide uscir dalla carrozza la cugina brutta
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1956
Conte Pero. – Ma buttiamola dalla finestra! – e la prese
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1956
sabato, Massaro Verità scendeva dalla montagna, si presentava al
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1956
manzo è caduto giù dalla montagna! ¶ – No, questo non
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1956
Reuzzo, e grondava sangue dalla testa ai piedi, perché
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1956
trovato coperto di ferite dalla testa ai piedi, e
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1956
un bicchiere e buttarglielo dalla testa ai piedi: ritornerebbe
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1956
invece di farlo prendere dalla cameriera. Lo versò nel
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1956
foresta. Allora furono presi dalla paura, chiamarono tutti i
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1956
chiacchierone non gliela dare: dàlla a qualcuno di poche
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1956
qua! ¶ Il capitano dice: – Dalla riva ci fan segno
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1956
la mamma di Peppino, dalla gente della strada, venne
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1956
lei dallo spavento cadde dalla scala e batté il
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1956
materassi e li buttano dalla finestra, prendono le lenzuola
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1956
non ci vedevano più dalla fame. – Allora, – si dicono
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1956
mangiando, il Guardiano uscì dalla botte, e bussò alla
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1956
per una, per calarle dalla finestra. Si fece alla
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1956
caviglie e lo buttò dalla finestra a capofitto. ¶ Poi
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1956
quando m’hai buttato dalla finestra e m’hai
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1956
giunto a poca distanza dalla porta, sentì venire dalla
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1956
dalla porta, sentì venire dalla chiesa canti e risa
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1956
quel momento si staccò dalla schiera, e gli venne
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1956
in vita, vi salverò dalla morte. Entrate pure a
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1956
aver liberato l’uomo dalla morte del piombo, e
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1956
voglio riscaldare! ¶ I diavoli, dalla porta, videro subito che
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1956
che era rimasto fuori dalla porta: – Quel tuo porco
453
1956
i ladroni furono presi dalla paura e in fretta
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1956
fa un macello! Fuggite! ¶ Dalla valle cominciò un fuggi
455
1956
Fata di quel posto, dalla cima d’un albero
456
1956
si torceva le mani dalla disperazione. ¶ – Be’, giovanotto, di
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1956
Tribord-amure, Mentone, raccontata dalla vedova Lavigna (pubblicata in
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1956
Péntema (Torriglia, Genova), raccontata dalla contadina Maria Banchero (in
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1956
cannibalico: cfr. la nostra 142 (dalla calabrese DIFR. 27) e altre
460
1956
della versione piemontese, traendolo dalla senese Isabelluccia del GRADI
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1956
attraverso i Greci, sia dalla tradizione orientale, il racconto
462
1956
essere giunta sul Garda dalla Germania (nel finale è
463
1956
Bistrega sono miei, mutuati dalla Margarite Margariton dei versetti
464
1956
sono diverse, a cominciare dalla Pietra del gallo di
465
1956
curiosi: il protagonista oppresso dalla bellezza, in fuga dalle
466
1956
Fabbriche (Garfagnana Estense), raccontata dalla Rosina Casini. ¶ Come ci
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1956
fiabe generose, quasi indipendentemente dalla vicenda che raccontano, per
468
1956
teste, Montale Pistoiese, raccontata dalla ragazza Elena Becherini. ¶ Una
469
1956
Bellindia, Montale Pistoiese, raccontata dalla Luisa vedova Ginanni. ¶ Per
470
1956
Pecoraio, Montale Pistoiese, raccontata dalla ragazza Elena Becherini. ¶ La
471
1956
s’assista al trapasso dalla fiaba alla novella di
472
1956
riscontrano talora anche separate dalla fiaba, nelle tradizioni degli
473
1956
serpe, Montale Pistoiese, raccontata dalla Luisa vedova Ginanni. ¶ La
474
1956
eseguire compiti impossibili imposti dalla matrigna è diffuso anche
475
1956
Tappeti, Montale Pistoiese, raccontato dalla Luisa vedova Ginanni. ¶ Una
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1956
invisibile perduto e riconquistato dalla sposa. La suggestione di
477
1956
Bufala, Montale Pistoiese, raccontata dalla Luisa vedova Ginanni. ¶ Una
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1956
intreccio sostanzialmente identico, fin dalla versione narrata nel Pentamerone
479
1956
reale (DEN. 60). La separazione dalla sposa per inseguire l
480
1956
bella, Montale Pistoiese, raccontata dalla Luisa vedova Ginanni. ¶ Se
481
1956
Marci, Montale Pistoiese, raccontata dalla Luisa vedova Ginanni. ¶ L
482
1956
bella ragazza che esce dalla pelle di vecchia (già
483
1956
Uliva, Montale Pistoiese, raccontata dalla Luisa vedova Ginanni. ¶ Il
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1956
ed edito dal DONI – dalla storia latina del FAZIO
485
1956
Griselda, Montale Pistoiese, raccontate dalla Luisa vedova Ginanni e
486
1956
Il drago, Pisa, raccontata dalla stessa vecchia della precedente
487
1956
il motivo della nascita dalla mela e dalla scorza
488
1956
nascita dalla mela e dalla scorza (cfr. la nostra
489
1956
Il Fiorentino, Pisa, raccontata dalla stessa vecchia della precedente
490
1956
regina sfortunata, Pisa, raccontata dalla stessa vecchia della precedente
491
1956
d’oro, Pisa, raccontata dalla stessa vecchia della precedente
492
1956
senza paura, Firenze, raccontata «dalla Paolina Sarti, che l
493
1956
T. 1, La maga, «raccontata dalla Beppa Pierazzoli, di Pratovecchio
494
1956
centun figli sono sostituiti dalla suocera con cento rospi
495
1956
DEN. 47), Sicilia (GONZ. 10, PITRÈ 21, 22). Dalla PITRÈ 21 ho tratto la
496
1956
du’ gobbi, Firenze, raccontata «dalla Raffaella Dreini, che l
497
1956
Sanremo). Mi sono distaccato dalla versione fiorentina solo nell
498
1956
in quella siciliana pubblicata dalla GONZENBACH in dialetto (GONZ
499
1956
ochine, Siena (inedita, raccolta dalla signora OLGA COCCHI che
500
1956
L’eroe non ha dalla sua alcun aiuto soprannaturale