Vittorio Alfieri, Rosmunda, 1783

l'empio Alboìn, disperditor de' miei, ¶ depredator del mio

Alboìno. In cambio darti ¶ de' pattuiti aiuti, che a

e scherno ¶ le insepolte de' morti ossa insultasse? — ¶ Nol

balena, ¶ con non molti de' suoi, s'apre Ildovaldo

dice ¶ anco ucciso. Seguir de' fuggitivi ¶ l'orme non

a veder la fronte ¶ de' nimici son io: ma

valor favilla ¶ in cor de' suoi, tosto si spense

ardisco ¶ chiederne a te de' nuovi? ¶ Ildovaldo ¶ Ah! sì

d'Alboìn; molti ho de' miei ¶ nel campo in

forza ¶ trar vi ti de'. Preghi e ragion, da

Io, no, non sorgo ¶ de' piedi tuoi, se pria

del pari: aver certezza ¶ de' tradimenti vostri, a me

ciel; vieni, Ildovaldo, ¶ vendicator de' torti miei: ministro ¶ di

quel fellon dovea: ma, de' miei doni ¶ far giuro

la non sanabil piaga ¶ de' funesti rimorsi, ognor più

in trono poscia, allor de' tuoi ¶ sudditi farmi il

i dimessi. — O tu, de' forti ¶ donna, qui vieni

me faresti: a ognun de' tuoi ¶ oppor de' miei

ognun de' tuoi ¶ oppor de' miei poss'io ben