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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Giovanni Battista Casti, Poema tartaro, 1796

concordanze di «de»

nautoretestoannoconcordanza
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improbabili – ¶ nel gran giro de’ secoli il più strano
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Calif di Babilonia ¶ dodici de’ più giovani e più
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poi, ¶ nessun mai sospettò de’ fatti suoi. ¶ E con
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andar si tasta, ¶ omai de’ fatti suoi non ben
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e non la nobiltà de’ miei natali; ¶ non cercasti
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sua commission diè saggi ¶ de’ suoi talenti portentosi e
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tali ¶ che il capo de’ Cattolici dovea ¶ ricever sempre
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ancor Toleicona. ¶ Del Can de’ Naimani era sorella, ¶ laonde
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di sua spedizione: ¶ magnificò de’ suoi trofei la gloria
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cortesia, ¶ signor, la libertà de’ detti miei; ¶ ma se
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nome, e a te de’ casi miei ¶ la storia
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Egli, il dispoto ¶ dissipator de’ pubblici tesori, ¶ vigliacco in
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regno, ¶ e il destino de’ popoli frattanto ¶ resta in
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una cometa appunto, ¶ che de’ suoi precessor siegue il
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uno all’altro ciaschedun de’ due ¶ l’istoria fe
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intere ¶ stansi nelle anticamere de’ Grandi, ¶ confusi col lacché
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alme grandi e luminose ¶ de’ Scipion, de’ Metelli, ovunque
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e luminose ¶ de’ Scipion, de’ Metelli, ovunque siete, ¶ se
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ampia folla il numero de’ buoni ¶ è scarso sì
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ed atti ¶ che parti de’ lor studi esser tu
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fosse ¶ finché il numer de’ colpi era compito. ¶ A
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sortendo entraro in un de’ sacri ¶ templi, ove gli
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di giureconsulti, ¶ la natura de’ luoghi e la distanza
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né più le degnerà de’ sguardi suoi. ¶ Nubili poscia
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introduca in esso ¶ chi de’ ranghi mogolli il lustro
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degno, ¶ d’intendimento e de’ talenti loro ¶ parto non
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guisa tal si priva ¶ de’ nautici vantaggi e del
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negli infimi gradi ognor de’ Grandi ¶ il favor mendicò
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tutto quanto l’accompagnamento ¶ de’ Grandi suoi Catuna il
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pubbliche gazzette ¶ l’ambasciata de’ popoli coresi. ¶ Così il
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certa ciarlataneria: ¶ la ciarlataneria de’ letterati, ¶ di quei che
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voglion mercanzia, ¶ la ciarlataneria de’ preti e frati, ¶ de
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de’ preti e frati, ¶ de’ duci, de’ ministri; e
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e frati, ¶ de’ duci, de’ ministri; e v’è
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è talora ¶ la ciarlataneria de’ prenci ancora. ¶ Donne che
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protesto ¶ che non parlo de’ principi presenti: ¶ quei – grazie
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premiar chi degno ¶ parmi de’ premi miei, dell’amor
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nel sanguinoso piano ¶ caddi de’ Saracini in schiavitù ¶ e
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entro armadi che fur de’ più eccellenti ¶ artefici stranieri
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Catuna in queste ¶ occasion de’ doni suoi fu parca
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giovini e vecchi, ¶ niun de’ quai per l’avanti
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Babilonia. ¶ Spesso lo stuol de’ cavalier promossi ¶ – ma senza
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streghe. ¶ L’acutissimo sibilo de’ draghi, ¶ l’orrendo digrignar
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chiarezza del sangue e de’ natali, ¶ i gentilizi stemmi
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s’affollar del Can de’ Cani. ¶ Di questa rispettabile
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ed uno schiavo vil de’ suoi tiranni; ¶ e oppresso
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metta ¶ d’aver bisogno de’ soccorsi miei. ¶ Ma creder
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sì ristretta ¶ la sfera de’ talenti in me non
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il poter della marina. ¶ De’ ribelli alla testa il
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del torto e procurar de’ guai, ¶ che può in
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nuove tasse, ¶ e dispogliar de’ lor stentati acquisti ¶ la
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esattori, ¶ il frutto sepellir de’ lor sudori. ¶ Poiché qual
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molli ¶ spirti non può de’ cortigian mogolli. ¶ E se
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popolo l’attende, ¶ secondando de’ suoi l’ingorda brama
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quel ch’esser soglio, ¶ de’ tuoi il valor risveglierò
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Fin del sostegno ancor de’ duci miei ¶ più forti
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Ben sento il motteggiar de’ detti tuoi...» ¶ E forse
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con impostura ¶ si volesse de’ popoli l’affetto ¶ zelo
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costante ed immortal memoria, ¶ de’ Mogolli a improperio ed
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deserta e priva ¶ omai de’ suoi prodotti è la
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era sotto il domino de’ Gepani. ¶ A un tratto
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e quegli avanzi miseri de’ flutti ¶ poco mancò non
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fe’ a ciaschedun distribuir de’ premi ¶ come a guerrier
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Ma l’altera ignoranza de’ Mogolli, ¶ che apprezza il
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lette, ¶ e alla scienza de’ numeri e degli astri
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caratter di Toleicona ¶ e de’ prenci primari e più
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confalon, che non trabocchi. ¶ De’ più belli e leggiadri
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cantando vien le litanie de’ santi; ¶ e acciocché qualche
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vestimenti; ¶ ma posciacché cessò de’ riti strani ¶ la novità
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richiese ¶ dell’arti e de’ mestieri europei, ¶ de’ pubblici
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e de’ mestieri europei, ¶ de’ pubblici teatri e delle
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delle chiese, ¶ delle statue, de’ quadri e de’ camei
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statue, de’ quadri e de’ camei, ¶ delle mode alla
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greca e alla francese, ¶ de’ cavalier serventi e cicisbei
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Indi passò a parlar de’ cardinali: ¶ volle saper se
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e una legal deduzion de’ dritti ¶ dell’Impero mogol
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si vede ¶ in ciaschedun de’ due sentieri il piede
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Divulgatasi intanto la mania ¶ de’ tartari signori e del
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che nel mestiere ¶ prima de’ viaggi suoi gli fur
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numero e il mestier de’ favoriti. ¶ Egli pronto soddisfa
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i Grandi onora. ¶ Or de’ suoi drudi il merito
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mostrar qualche curanza, ¶ poiché de’ grandi affar lo stile
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gli avesse ¶ l’attività de’ nervi intorpidita ¶ e che
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empi ¶ l’infimo servo de’ servi di Dio ¶ ha
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quando il sacro mantel de’ Regolari ¶ copriva i regni
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tutti fra le man de’ secolari; ¶ or contro i
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al concilio lionese, ¶ incaricati de’ mogolli affari ¶ presso Innocenzo
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poi ¶ seminario ne fe’ de’ drudi suoi. ¶ Viene appresso
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colli. ¶ Ma in premio de’ lor canti e de
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de’ lor canti e de’ lor balli ¶ spesso avvien
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elette ¶ chiudonsi in ciaschedun de’ monasteri, ¶ di quell’immortal
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le verginelle ¶ per ottener de’ falli lor perdono, ¶ ma
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e ricevere i don de’ più divoti, ¶ che al
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e le grandi epoche de’ corvi. ¶ Poscia che d
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Ciò i fattor consolò de’ monasteri, ¶ cui mancar le
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errori ¶ la scempiezza brutal de’ traduttori. ¶ Perciò quantunque decantaro
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governatori infin d’allora ¶ de’ popoli futuri e i
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l’idee col variar de’ tempi: ¶ peran l’assurde
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a Turachina attribuir si de’ ¶ degna della mogolla Maestà
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Giorgia. ¶ Vennevi Renodin, Can de’ più prodi, ¶ fratello d
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sue galanterie dilette, ¶ e de’ suoi gran talenti militari
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Ei fu il sostenitor de’ formolari ¶ e stabilir volea
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e forti ¶ la maestà de’ prenci e delle corti
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per la vicina ¶ potenza de’ crociferi in Soria ¶ e
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mogolla approfittarsi ¶ e guadagnar de’ consiglier malvagi ¶ l’anime
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e della razza che de’ Rum s’appella ¶ entrambi
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che ognor baciava alcun de’ suoi ricordi ¶ e al
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la pubblica dipende ¶ condizion de’ miseri mortali ¶ e il
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altrui. ¶ Tosto la turba de’ comuni amici ¶ e le
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l’inezie a contemplar de’ successori, ¶ le puerili cure
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molli amori. ¶ Che direm de’ tornei, che dello Stato
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onde, malgrado il tren de’ senatori, ¶ Aiton non ebbe
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gradi ottenne ¶ e cadì de’ cadì alfin divenne. ¶ Tommaso
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malefici ¶ infra gli ambasciador de’ due Pontefici. ¶ Anzi impiegò
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ascende ¶ e par che de’ mortali, o molto o
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come saputasi la zuffa ¶ de’ lor padroni, di Carpin
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ministri, vergognosi ¶ e pentiti de’ lor folli trasporti, ¶ stetter
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rapporti ¶ ed alle dicerie de’ curiosi ¶ accidente novel nuov
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al misero sovvenne ¶ e de’ popoli suoi l’amor
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vi divide dal resto de’ mortali; ¶ voi, che se
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perché il debil suon de’ carmi miei ¶ l’ultima
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costanza; onde la folla ¶ de’ minor prenci, che per
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voleri ¶ e il sistema de’ regni e degli imperi
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offici e poi ¶ ringraziollo de’ servigi suoi. ¶ Bibrac, ministro
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se in liete assemblee de’ suoi la cura ¶ la
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quel momento ¶ che cadder de’ Mogolli in schiavitù ¶ e
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e richiamar l’idea de’ tempi prischi, ¶ che anche
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silenzio copre; ¶ ma non de’ meritati onor defrauda ¶ di
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poi ¶ nel racconto fedel de’ viaggi suoi. ¶ Par che
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dalla stirpe antica scende ¶ de’ prenci Ielù, che in
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Turachina ¶ circa la quantità de’ favoriti ¶ somigliava delle api
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degli eruditi ¶ una parte de’ sudditi destina ¶ a far
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cavaliero, ¶ forse la libertà de’ detti sui, ¶ forse il
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Più di qualunque eroe de’ tempi scorsi ¶ amava il
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a’ discoli e smargiassi, ¶ de’ quali sai che Caracora
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sostenni; ¶ e in premio de’ miei meriti da lui
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amiche ¶ e le mogli de’ Cani e le taiche
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ripeter questa cerimonia, ¶ né de’ favori suoi fa parsimonia
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in questa forma ¶ un de’ tratti miglior della riforma
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i putti ¶ dando loro de’ calci nel preterito, ¶ ridevan
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lui ¶ terminò il corso de’ suoi giorni indegni. ¶ E
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qual è la sorte ¶ de’ prigionier che Mogollia ti
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in boschi, alla balia de’ lupi. ¶ Se in vita
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insistenza e coll’aiuto ¶ de’ missionari suoi sparsi pel
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poter facean soverchi abusi, ¶ de’ popoli l’affetto e
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tali il volgo avvezzo. ¶ De’ corpi estinti sull’enorme
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bene. ¶ Così l’onda de’ fiumi o de’ ruscelli
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onda de’ fiumi o de’ ruscelli ¶ dalla sorgente sua
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scaldi e ricopra. ¶ Ma de’ singulti soffogati il rombo
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il presente ¶ che cadde de’ Mogolli in schiavitù. ¶ Poscia
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resto ivi a passar de’ giorni suoi ¶ quando Catuna
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si funesti ¶ colla memoria de’ passati guai. ¶ Pensiamo sol
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condutto ¶ e s’intuonò de’ morti il matutino; ¶ indi
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ei fu il model de’ favoriti; ¶ terzo, nelle disgrazie
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fondatore del vasto impero de’ Mogolli, ebbe per successore
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quasi tutti i nomi de’ personaggi in esso mentovati
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della storia orientale, dal De Guignes, Erbelot, Gaubil, De
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De Guignes, Erbelot, Gaubil, De La Croix, Kirker, Du
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Halde, della Storia generale de’ viaggi, della Storia universale
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universale e delle memorie de’ diversi viaggiatori e missionari
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persone e a fatti de’ tempi presenti e particolarmente
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nel secondo le allusioni de’ fatti riportati in ciaschedun