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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «dei»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
per vedere il fondo dei vulcani. Cola scese giù
2
1956
diede ordine a uno dei suoi servi che ogni
3
1956
Giovannina? ¶ – Un vestito color dei diamanti. ¶ – E tu, Ninetta
4
1956
cadde ammalato e nessuno dei medici del Regno ci
5
1956
scatolino piccolo come quelli dei cerini. ¶ Sfortuna volò a
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1956
frutta fuori tempo. Vuoi dei fichifiori? Te’! – e comparve
7
1956
Guarda! È d’uno dei miei parenti. Andiamogli incontro
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1956
che è la pupilla dei miei occhi. Ma da
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1956
si sa, camminano più dei grossi. ¶ A Napoli, Caterina
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1956
mio servitore ha chiesto dei magazzini da affittare? ¶ – Sissignore
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1956
si presenta alla padrona dei magazzini. La Signora, vedendo
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1956
che, concluso il contratto dei magazzini, dobbiamo passare a
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1956
panciotto. Andò a casa dei padroni dei magazzini, e
14
1956
a casa dei padroni dei magazzini, e quando ebbe
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1956
fece fare il giro dei quartieri: dappertutto c’erano
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1956
gioielli, e gli incartamenti dei feudi, e poi un
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1956
non era la stagione dei pescecani: – No, ché la
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1956
all’orizzonte le navi dei corsari turchi. Ci fu
19
1956
che usano nei palazzi dei principi: perfino il guardaportone
20
1956
bambina? Io le do dei maestri che le insegnino
21
1956
risposero: – Maestà, prendete qualcuno dei vostri Grandi di Corte
22
1956
fregata. La Reginella fece dei segnali, il Capitano della
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1956
e tagliare la chioma dei capelli. Bella com’era
24
1956
Maestà, aggiustiamo le cose dei vostri popoli, – e cominciò
25
1956
bene come alla pupilla dei suoi occhi. Aveva fatto
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1956
a passargli il vitto dei carcerieri. Ma a Don
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1956
che sono stato causa dei vostri dolori. ¶ (Palermo) ¶ 161 ¶ Rosmarina
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1956
sentite? ¶ Ma delle promesse dei diavoli è sempre meglio
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1956
Palermo) ¶ 163 ¶ I tre racconti dei tre figli dei tre
30
1956
racconti dei tre figli dei tre mercanti ¶ C’erano
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1956
quattro pezzi: e uno dei quarti l’appesi alle
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1956
stalla, ma aveva compassione dei cavalli e non sapeva
33
1956
tutti gli Apostoli ebbero dei grossi pani da mangiare
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1956
corsa del curatolo e dei garzoni che scappavano via
35
1956
ai poveri affamati meglio dei ricchi. ¶ – Benedetti i ladri
36
1956
testa da una biforcatura dei rami. Il locandiere quando
37
1956
col Re alla testa dei soldati, per andare a
38
1956
erano due compari. Uno dei due aveva un figlio
39
1956
impratichirsi del mare e dei negozi, e a pregare
40
1956
fece caricare un po’ dei suoi tesori, e gli
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1956
il figlio d’uno dei due compari s’è
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1956
tornare le vacche? ¶ Nessuno dei mandriani ci voleva andare
43
1956
e due ma nessuno dei due era ancora ferito
44
1956
mangiare nei piatti; ognuno dei commensali con lo scopino
45
1956
che annuvolò gli occhi dei soldati. Nessuno vedeva più
46
1956
e zitta! – e uno dei due trasse fuori un
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1956
al Reuzzo il Caporale dei ladri, – avete sentito come
48
1956
un po’ d’erba dei serpenti e gli disse
49
1956
si ritrovò nel palazzo dei tre figli di Re
50
1956
la porta alle spalle dei frati, tutti tremanti. ¶ – Io
51
1956
devo mettere. ¶ Il capo dei briganti pensò: «Questo è
52
1956
Ma il terzo giorno, dei torsoli di rapa non
53
1956
termine e il figlio dei Re si fermò in
54
1956
essere lui il capo dei suoi sudditi. ¶ Sentendo ciò
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1956
d’Uncino s’accorse dei loro segni, ma stette
56
1956
sette figlie femmine. Quello dei sette figli maschi, ogni
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1956
tratto, apparve il padre dei sette figli maschi e
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1956
trinciatore tra le aiole dei fiori. – Guarda che belle
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1956
si fanno al mondo: dei Re, dei ministri, degli
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1956
al mondo: dei Re, dei ministri, degli innamorati. ¶ E
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1956
giorni, tre giorni, e dei cento ducati si cominciava
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1956
sentiva già lo scalpitio dei cavalli. Appena furono a
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1956
raddoppiare. Ma a far dei negozi non mi fido
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1956
volta arrivati alla stanza dei piccioni, – Ora tocca a
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1956
d’Otranto) ¶ 129 ¶ La fiaba dei gatti ¶ Una donna aveva
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1956
tavola, sciacquò i piatti dei gatti, scopò la stanza
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1956
e m’hanno fatto dei regali, – e le raccontò
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1956
che rubare il mangiare dei gatti. Quando s’alzarono
69
1956
Invece il più piccolo dei sette bambini, che era
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1956
Nanna-Orca dalla parte dei piedi ci fece coricare
71
1956
Le Sirene, alla vista dei gioielli, s’allontaneranno dal
72
1956
e il più forte dei figli suoi. Gli mise
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1956
principi, e al posto dei loro stracci lasciati sulla
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1956
portandosi via la borsa dei cento ducati, percorreva valli
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1956
casa è la casa dei Venti, e io sono
76
1956
sono la Voria, madre dei Venti, e tra poco
77
1956
Così, tra gli sbuffi dei Venti che quasi non
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1956
via. Cammina cammina, incontrò dei ragazzacci che tormentavano una
79
1956
i mezzi per fare dei bei matrimoni. Ma io
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1956
questo vaso la cenere dei colombi e prendi anche
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1956
bisogna passare il Fiume dei Serpenti, il Fiume del
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1956
Quando sarai al Fiume dei Serpenti di’: «O che
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1956
giacca, poi le tasche dei calzoni, poi si strinse
84
1956
pianti della moglie e dei figli. Per non seppellirlo
85
1956
venuto a prenderla con dei magnifici regali, e avrebbe
86
1956
avvertì confusamente il suono dei campanellini e gli parve
87
1956
scritto che aveva fatto dei cagnolini?» ¶ E quando il
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1956
cicoria. ¶ (Calabria) ¶ 143 ¶ La Bella dei Sett’abiti ¶ Una volta
89
1956
dame, scese la Bella dei Sett’abiti e gli
90
1956
al palazzo della Bella dei Sett’abiti. Bussò al
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1956
fece mettere la Bella dei Sett’abiti da sola
92
1956
voleva sposare la Bella dei Sett’abiti era morto
93
1956
e il Governatore, spogliatosi dei vestiti d’uomo, comparì
94
1956
La Principessa aperse uno dei suoi sacchetti e lo
95
1956
due braccia e orba dei due occhi! – quando incontrò
96
1956
Re. Disse il Consiglio dei Ministri: – Facciamo così, diamo
97
1956
ancora io! – Era uno dei figliolini, che s’era
98
1956
giro per le case dei contadini per sentire se
99
1956
i denari rubati. Uno dei ladri cominciò: – Uno due
100
1956
il ladro a uno dei compagni. – Ora t’ammazzo
101
1956
denari. ¶ Cecino col sacco dei denari in testa se
102
1956
abbracciò. ¶ (Firenze) ¶ 92 ¶ Il Re dei Pavoni ¶ Un Re e
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1956
fargli festa, gli dette dei chicchi da beccare e
104
1956
non trovo il Re dei Pavoni non piglio marito
105
1956
non trovo il Re dei Pavoni non mi sposo
106
1956
Domanda domanda, del Re dei Pavoni nessuno ne aveva
107
1956
ci sia un Re dei Pavoni? ¶ – Esserci c’è
108
1956
allo Stato del Re dei Pavoni. ¶ – Mi sapreste dire
109
1956
altro che il Re dei Pavoni. ¶ – Ce l’avete
110
1956
Maestà. ¶ – No, dal Regno dei Pavoni chi ci è
111
1956
il ritratto del Re dei Pavoni. – Eccolo il mio
112
1956
addormentò sognando il Re dei Pavoni e le feste
113
1956
era apparso il Re dei Pavoni. I soldati alzarono
114
1956
vedrete che col Re dei Pavoni non si scherza
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1956
ciascuno –. E il Re dei Pavoni s’allontanò triste
116
1956
mai? – disse il Re dei Pavoni. ¶ – Guardate: questo è
117
1956
in prigione al posto dei due fratelli, armò tutti
118
1956
mise il più bello dei suoi vestiti di penne
119
1956
questo è il libro dei miei beni, col quale
120
1956
potrai rilevarli dalle mani dei fattori, che ora mi
121
1956
i beni dalle mani dei fattori e restarono padrone
122
1956
e andò al banco dei poponi per scegliersi il
123
1956
padre vedovo, e ognuno dei due aveva una figlia
124
1956
rimase solo Lucibello capo dei diavoli. ¶ – Come faccio a
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1956
la testa al posto dei piedi. Appena il Gigante
126
1956
la biancheria, le casse dei tesori e tutto quel
127
1956
e uno a ciascuno dei suoi compagni, e tutto
128
1956
di guardia io. ¶ Passarono dei giorni, e al paese
129
1956
moglie. Ma tu, paggio dei miei stivali, da quest
130
1956
casa, cominciarono a venire dei sospetti sulla moglie. Cominciò
131
1956
si tolse il primo dei suoi veli, e subito
132
1956
abito da fidanzamento color dei prati con sopra tutti
133
1956
cercare un vestito color dei prati, con sopra tutti
134
1956
i tre vestiti color dei prati, color dell’acqua
135
1956
che stava pescando con dei pescatori. Vide quella donna
136
1956
fuori il vestito color dei prati, con sopra tutti
137
1956
la cameriera prese uno dei gobbi e lo ficcò
138
1956
Restò il più piccolo dei ladroni, ma si mise
139
1956
orecchini. ¶ Il più piccolo dei ladroni amava vestirsi da
140
1956
sia in sapienza. Prima dei quindici anni aveva già
141
1956
tre giorni al compiersi dei quindici anni, il Re
142
1956
tignoso che le portasse dei fiori. Il tignoso fece
143
1956
farlo nascere ora! ¶ Passarono dei ladri e il padre
144
1956
erbe e radici quello dei bambini. Quando non ci
145
1956
a fermarsi sulle pagine dei libri e correva fuori
146
1956
secondo giorno colla ciocca dei capelli; vinse il terzo
147
1956
loro figlio ai piedi dei gradini. Ecco che vengono
148
1956
sventurati, e gli zoccoli dei cavalli. Impaurite, anche le
149
1956
per segno il racconto dei suoi casi. ¶ Disse il
150
1956
Pietro andò da uno dei bastimenti e domandò: – Capitano
151
1956
sarto si fecero fare dei vestiti da uomo, e
152
1956
a rifare la camera dei padroni, e lì, per
153
1956
e sulla pettorina ricamò dei fiorellini d’oro che
154
1956
l’incarico. – Io ho dei figlioli miei, – disse, – e
155
1956
da tutti. ¶ La famiglia dei contadini stava ormai contenta
156
1956
carità di strizzarmi uno dei tuoi panni bagnati giù
157
1956
modo. Ne avrà abbastanza dei suoi rimorsi. E poi
158
1956
Vorrei andare a mettere dei fiori sulla tomba, e
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1956
se dentro ci fossero dei pesci. Appare il Re
160
1956
Re. – Se muore uno dei coniugi bisogna che l
161
1956
le ricchezze della caverna dei morti aperse una bottega
162
1956
e siccome nell’elenco dei parenti, amici e familiari
163
1956
sarebbe sposato il giorno dei vent’anni, quando seppero
164
1956
rispose: – Mah, a me dei fiori me ne importa
165
1956
di partire diede tre dei suoi crini alla padrona
166
1956
figli, quando si ricordò dei tre crini della cavallina
167
1956
ma anche di raccontare dei suoi viaggi. E il
168
1956
mezzi e finalmente uno dei due propose: – Facciamo così
169
1956
palazzo reale. Ma uno dei congiurati si pentì e
170
1956
a vivere nella casa dei pastori, mentre a Napoli
171
1956
tutti i Paggi. Ultimo dei Paggi era un fanciullo
172
1956
e, fuggito dalle mani dei fratelli, s’era messo
173
1956
ricami. Figuratevi la contentezza dei due innamorati a ritrovarsi
174
1956
su, ma lui diffidava dei due compagni, che già
175
1956
fornaio s’era ricordato dei tre doni delle figlie
176
1956
vuol vedere il Regno dei Cieli, venga qui dentro
177
1956
colori del cielo e dei fiori, e ne restò
178
1956
Non so dire chi dei due fu più felice
179
1956
c’era la pentola dei fagioli che stava bollendo
180
1956
oro, e ci fa dei desinari già cucinati che
181
1956
festa con gran gioia dei due palazzi vicini. Mancava
182
1956
sera, sotto le finestre dei sudditi, a sentire cosa
183
1956
cominciarono ad aver paura dei loro delitti. ¶ Intanto, anche
184
1956
la vecchia. – Sei contenta dei consigli che ti ho
185
1956
suona, sellò il migliore dei loro cavalli, e partì
186
1956
passò sotto il naso dei fratelli impietriti, e i
187
1956
casa, lasciò alle ragazze dei quattrini e tutto il
188
1956
aveva un’idea precisa dei quattrini; ma le ragazze
189
1956
miele, e che abbia dei fili che le facciano
190
1956
casa sua, con parte dei gioielli dell’assassino. La
191
1956
vecchio vendette un po’ dei gioielli e comprò seta
192
1956
Una donna faceva cuocere dei ceci. Passò una povera
193
1956
io ti do uno dei miei cani. ¶ – E poi
194
1956
il terzo. ¶ Così due dei cani andarono via e
195
1956
che ti saresti dimenticato dei tuoi fedelissimi cani! ¶ – Come
196
1956
Selvatico, con un’accetta, dei cunei, e una mazza
197
1956
e gli fece fare dei vestiti che non si
198
1956
Vennero tutti i signori dei dintorni, misero la cassa
199
1956
lascio, perché devo occuparmi dei miei affari. Ci vedremo
200
1956
licenziarsi prima che succedessero dei guai. Il Re, che
201
1956
portare sandali come quelli dei frati perché non gli
202
1956
argento e mandò quattro dei suoi camerieri a presentare
203
1956
di bianco, e quelli dei nastri, e quelli delle
204
1956
a tutti i Re dei dintorni, anche al padre
205
1956
daremo una candela e dei fiammiferi, e così ci
206
1956
del locandiere, del barcaiolo, dei due signori, dei frati
207
1956
barcaiolo, dei due signori, dei frati, e delle loro
208
1956
trave in cucina. Avrete dei figlioli, ma quando a
209
1956
sotto il sedere uno dei sette cuscini, e quando
210
1956
e partì alla ricerca dei fratelli, col cavallo il
211
1956
unguento, unse le ferite dei fratelli morti ed ecco
212
1956
che rimase confusa perché dei tre non sapeva più
213
1956
in città. Graziaddio, abbiamo dei gran signori che vogliono
214
1956
premurosa. Lui diede uno dei vestiti ad Assunta, l
215
1956
di Bellinda. In ognuno dei begli abiti c’era
216
1956
di nulla per via dei regali del Mostro, tuttavia
217
1956
proprio sotto la sala dei conviti. Appena il ragazzotto
218
1956
borsa. Così facevano comprare dei gran pranzi all’osteria
219
1956
un rimedio, ma uno dei più vecchi disse: – Qui
220
1956
che sia il primo dei figli a pensare per
221
1956
andato lui alla ricerca dei fratelli e dell’acqua
222
1956
di vedere il ritorno dei tre figli tutti salvi
223
1956
Andreino capì che parlava dei suoi due fratelli e
224
1956
Re Massimiliano al ritorno dei suoi tre figli sani
225
1956
moglie e due figlioli. Dei due preferiva il maggiore
226
1956
tratto, dal bosco escono dei ladri armati e coi
227
1956
il fucile a uno dei ladri morti e mirò
228
1956
nel bottino d’uno dei ladri morti. Poi tornò
229
1956
camerieri, per non parlare dei quattrini. ¶ Regnava la contentezza
230
1956
sarà di voi e dei vostri averi? ¶ E la
231
1956
a rubare insieme a dei ladri di mestiere. Ai
232
1956
si sapeva bene chi dei due fosse nato per
233
1956
Re aprì gli scatolini dei regali. Aprì quello della
234
1956
del contadino, e invece dei raperonzoli trovò una rapa
235
1956
era successo nel campo dei raperonzoli. – Di tutto questo
236
1956
coi fratelli alla fine dei sei mesi. Gli altri
237
1956
aspettarono il più piccolo dei tre. ¶ Il più piccolo
238
1956
tre. ¶ Il più piccolo dei tre, fino al giorno
239
1956
giorno prima dello spirare dei sei mesi, non aveva
240
1956
palazzo incantato ¶ Un Re dei tempi antichi aveva un
241
1956
Come faccio a trovare dei fichi di quest’epoca
242
1956
quanto posso chiedere per dei fichi d’inverno? – disse
243
1956
argento e d’oro, dei giardini dei suoi castelli
244
1956
d’oro, dei giardini dei suoi castelli di cristallo
245
1956
e trovò la casa dei fratelli. In casa non
246
1956
ne era pieno. ¶ Uno dei dodici l’indomani stette
247
1956
testa nella gattaiola. Uno dei fratelli era pronto lì
248
1956
gomito, ecco che uno dei buoi tornava uomo, e
249
1956
ruba subito la borsa dei danari. Quando lo sconosciuto
250
1956
riconoscerlo né saper nulla dei complici. ¶ Portacalcina disse: – Un
251
1956
donna che ha rotto dei piatti, e l’uomo
252
1956
e giù il sentiero dei cacciatori. Su quel sentiero
253
1956
suoi cani. ¶ All’ululare dei cani sopraggiunsero gli altri
254
1956
camminare per il sentiero dei cacciatori. Ma tra il
255
1956
fitto e gli urli dei lupi, pensò che era
256
1956
ho visto il Sultano dei Turchi che s’è
257
1956
ho visto l’Imperatore dei Cinesi che s’è
258
1956
ho visto il Re dei Cannibali che s’è
259
1956
Re e le Regine dei dintorni. Venne anche il
260
1956
la noce. Ne uscirono dei bei vestiti, drappi di
261
1956
di nuovo alle calcagna dei due sposi, quando la
262
1956
Bobo fu svegliato, uno dei servi lo fece montare
263
1956
perdonò, e fu uno dei migliori papi che ebbe
264
1956
giorno, andò al campo dei ceci e ne raccolse
265
1956
niente e a farci dei segni con la penna
266
1956
sapeva scrivere, venivano fuori dei segni ben strani, e
267
1956
letto. Entrò il primo dei servi e non vide
268
1956
po’ cosa ne è dei miei parenti. ¶ – Ma che
269
1956
non incontri i figli dei figli dei miei parenti
270
1956
i figli dei figli dei miei parenti. ¶ – Se proprio
271
1956
più la strada. Domanda dei suoi, ma il suo
272
1956
Re aveva la passione dei pesci e se ne
273
1956
ma pensava alla condanna dei fratelli e si faceva
274
1956
perdonarlo. ¶ Arrivano a casa dei genitori di Pomo e
275
1956
Le disse la maledizione dei cagnolini, e diventò di
276
1956
nonostante tutte le richieste dei genitori, che le dicevano
277
1956
Re e le Regine dei dintorni, e venne anche
278
1956
tignoso le diede uno dei suoi tre pani, e
279
1956
bene come alla luce dei suoi occhi. Ma questo
280
1956
Dopo un po’, uno dei due amici muore. L
281
1956
su alla meglio, vede dei gran palazzi, e tranvai
282
1956
campo, dove ci sono dei bei torsi di verze
283
1956
perché prenda il sacco dei napoleoni. La figlia del
284
1956
ti do anche uno dei miei cani e uno
285
1956
miei cani e uno dei miei gatti che ti
286
1956
dell’anello e non dei due animali. Dapprincipio non
287
1956
il gatto disse: – Hai dei piccoli? ¶ – E come no
288
1956
da far paura e dei nasi lunghi lunghi che
289
1956
domina una notevole parte dei nostri racconti di meraviglie
290
1956
ho dovuto tener conto dei bambini che le leggeranno
291
1956
di meraviglie, piena espressione dei bisogni poetici di quello
292
1956
vittoria delle semplici virtù dei personaggi buoni e nel
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semplici e assolute perversità dei malvagi; quasi mai vi
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cercata non nella direzione dei contenuti ma nell’istituzione
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da schiacciare, la casa dei Venti dove si prendono
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che racconta, il colore dei suoi luoghi, delle sue
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Di solito la corte dei re delle fiabe popolari
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Di contro al mondo dei re, quello dei contadini
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mondo dei re, quello dei contadini. L’avvio «realistico
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e mi fece usufruire dei libri e dei manoscritti
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usufruire dei libri e dei manoscritti del Museo delle
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delle varie scuole folkloristiche, dei loro risultati, delle loro
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più suggestive interpretazioni etnologiche dei motivi delle fiabe, legga
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una parte delle fiabe dei Grimm furono raccolte dalla
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e i nomi francesi dei luoghi, o addirittura tedeschi
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FFC, Helsinki 1926) che tratta dei gruppi di vagabondi ex
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ci fosse sotto: aveva dei motivi uguali a un
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vernacolo e i nomi dei luoghi – non aveva nulla
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tecnica del Decamerone e dei suoi derivati classici, facilmente
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nel volume Fonti vive dei Veneto-Giuliani del Babudri
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da lui stesso. Uno dei più illustri studiosi viventi
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sapevano; naturalmente ne vengono dei riassuntini monchi, che possono
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invece, sono cinquanta e dei tipi più vari e
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dire de La novellina dei gatti nell’Umbria, una
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testi trascritti dalla voce dei paesani nei vari dialetti
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di raccontare, ma solo dei «tipi» raccontati. Ho trovato
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di trapasso dalla società dei clan, basata sulla caccia
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Bandello, Milano 1924) nella «Storia dei generi letterari italiani» Vallardi
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motivi ce ne sono dei diffusissimi (e con profonde
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e le storie morali dei nostri villani (Ragusa 1884), opera
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posata in terra. – Perché dei padroni di questo palazzo
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noi. ¶ Era l’Isola dei Topi, e tutti topi
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una lenticchia nel mucchio dei piselli, o un pisello
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Inghilterra. – Il più crudele dei miei nemici. Finalmente ha
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stanza, – le disse uno dei tre, – ti do mille
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di sì a quello dei duemila franchi, lo fece
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dopo, fece entrare quello dei mille franchi. – Io devo
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era il più grosso dei quattro e gli spettava
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il cane: – Ecco uno dei miei baffi, quando lo
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in testa se ho dei pidocchi. ¶ Il pastore ci
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Che me n’importa dei fatti vostri? – La sera
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raglia ¶ era una malignità dei paesi vicini, i quali
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era il più sveglio dei Pocapagliesi e il più
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notte presero ad accendere dei grandi falò perché la
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basso. ¶ Il più vecchio dei contadini si fece coraggio
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fiume, Perina vide uno dei palazzi più belli e
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atemporale medioevo, per opera dei fratelli Grimm. Il culto
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culto patriottico della poesia dei volghi si diffuse tra
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sotto il primo esempio dei tedeschi (Widter e Wolf
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che formarono la rete dei corrispondenti alle riviste di
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e dal D’Ancona – dei «Canti e racconti del
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D’Annunzio, nel momento dei suoi maggiori interessi per
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indianisti» erano le allegorie dei primi ariani, che stupiti
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sanguinosi riti d’iniziazione dei giovanetti delle tribù, uguali
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uomini, rubati all’oblio dei risvegli e fissati in
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si cela nel parlare dei paesani. ¶ Invece io m
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alle fiabistiche più celebrate dei paesi germanici e nordici
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e così nelle vite dei popoli, che ormai parevano
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si rivelavano crudi persecutori dei propri figli, regni incantati
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noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi
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tutto: la drastica divisione dei viventi in re e
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le mosse dall’opera dei fratelli Grimm e s
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a metà. Lo studio dei loro manoscritti conferma ciò
354
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che la semplice lettura dei Kinder- und Hausmärchen già
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in tutte queste raccolte dei folkloristi soprattutto dell’Ottocento
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se m’avrebbero dato dei risultati apprezzabili ai fini
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più impregnate dello spirito dei luoghi (spiegherò meglio più
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sviluppo, e i volumi dei loro raccoglitori – salvo pochissime
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dire che in molti dei primi folkloristi la spinta
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mia, come nella tradizione dei nostri novellieri classici, o
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Certo, cercar di tradurre dei canti popolari dialettali sarebbe
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raccolte consimili, la proporzione dei pezzi rimarchevoli, prodotti d
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fiaba atemporale col mondo dei suoi ascoltatori, con la
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Pitrè. Un gran numero dei più bei «cunti» del
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quale chiamo l’attenzione dei miei lettori. Se il
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ancorata al buon senso dei modi di dire e
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modi di dire e dei proverbi. E (caratteristica che
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dominante di gran parte dei «cunti» siciliani: lo struggimento
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state incluse nei libri dei colleghi: tra i più
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gli altri la manìa dei «riscontri». Ma già dalle
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anzi tutta l’area dei dialetti veneti. Il nome
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non annota i nomi dei narratori, né sappiamo quali
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insegnante) con testi dialettali dei vari paesi riportati con
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invece, presenta varianti curiose dei «tipi» diffusi sul Continente
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dove l’aggiornata conoscenza dei problemi s’accoppia all
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solo per la diversità dei dialetti, dalla masca piemontese
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necessariamente indagare come uno dei momenti più importanti della
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vestì i suoi motivi dei costumi delle varie società
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s’avvicinano quando trattano dei «tipi» più elaborati, quelli
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come in Gozzi), o dei tre cedri (come in
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informe schizzar di sangue dei crudeli Grimm; è raro
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boschi echeggiano anche qui dei pianti di tante mai
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pece» della trista tradizione dei roghi alle streghe, e
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Già parlavo, a proposito dei «cunti» siciliani, della fortuna
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a pensare su, uno dei fratelli l’afferrò, l
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loro fecero piazza pulita dei cavoli. Il gallo finì
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puzzolente fin nei piatti dei vicini, si tratteneva a
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il muso in quello dei vicini, sbottò: – Ma che
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e saltava al viso dei commensali mordendo le barbe
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fu vicino ai guardiani dei maiali e chiese a
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bocca del forno con dei rami, che non ci
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tutto il buco con dei rami. ¶ Poi si mise
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di Nostro Signore né dei Santi. Un giorno il
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Regina, – ne ho abbastanza dei miei guai. ¶ E la
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chiesto. ¶ Quando il venditore dei fichi intese il bando
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bando, andò all’albero dei fichi bianchi, e ne
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le mosche gli portassero dei soldi. Visto che non
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e nella chiesa entrarono dei ladri che dovevano spartirsi
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ladri rovesciano il sacco dei danari, tutto monete d
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tra noi, – dice uno dei ladri, – facciamo così: qui
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casa e per paura dei briganti, madre e figlio
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mi ci ha messo dei chiodi arrugginiti. ¶ – Monete d
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fece mandare nell’ospedale dei matti. ¶ (Sicilia) ¶ 191 ¶ Fra Ignazio
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che succhiava il sangue dei poveri. ¶ Un giorno, il
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suo, ma è sangue dei poveri che lui deruba
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consiglio: – Non ti impicciare dei fatti altrui. ¶ Il servitore
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preso perché si ricordasse dei consigli. ¶ (Campidano) ¶ 193 ¶ L’uomo
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sua. ¶ (Campidano) ¶ 194 ¶ L’erba dei leoni ¶ C’era un
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devi recitare l’uffizio dei morti presente il corpo
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recitava l’uffizio sente dei ruggiti e nella chiesa
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E con l’erba dei leoni fece ritornare in
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ancora di quell’erba dei leoni e quando lo
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maccheroni, era il convento dei frati. Quando tornarono e
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dobbiamo andare al convento dei frati. ¶ – E cosa ci
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buio. A sera, uno dei frati s’avvicina al
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sapeva cosa si dice dei tre fiori della felce
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dal piombo. Ma uno dei morti in quel momento
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chi entra nella schiera dei morti non potrà uscirne
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ora sei nella schiera dei morti e starai sempre
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che era il momento dei versi che gli aveva
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che sei lo spavento dei greggi, a chi credi
422
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far del male, Marzo dei miei stivali, puoi andartene
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mio fratello, ¶ Imprestami tre dei tuoi dì ¶ Per punire
424
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Balento come d’uno dei più fieri paladini del
425
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inchini dell’oste e dei suoi servitori. ¶ Ora, era
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che capitò al Paese dei Giganti. I Giganti, grossi
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Battista attraversò il Paese dei Giganti. E la sua
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il muoversi delle code dei cavalli e dei ventagli
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code dei cavalli e dei ventagli e il ronzare
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non saper più nulla dei suoi undici fratelli; ormai
431
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ai numeri d’ordine dei racconti nei vari volumi
432
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riflessioni sulla fiaba, notizia dei cambiamenti da me apportati
433
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in cerca della paura dei GRIMM (4; più vicina forse
434
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Tal quale è la 14 dei GRIMM; mentre alla 55 (Rumpelstilzchen
435
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persino diffidenza (è uno dei pochi che, appena ricevuto
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sposate a un capo dei ladri, la fiaba è
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per esempio con quella dei GRIMM (63), o anche con
438
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gruppi: quello della maledizione dei sette figli (come in
439
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nella nostra 178). La metamorfosi dei fratelli più consueta è
440
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aggiunge i curiosi nomi dei personaggi ed uno svelto
441
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della vasta tradizione novellistica dei ladri astuti, messi alla
442
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varie traduzioni del Libro dei sette savi, e altri
443
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Molte le versioni letterarie dei novellieri italiani, a cominciare
444
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richiama anche nei nomi dei personaggi la lunga e
445
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estremo di disumanizzazione della 127 dei GRIMM, che lo fa
446
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satanica e di scienza dei «bestiari». La scoperta dello
447
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del padre dal nitrito dei cavalli, e l’offerta
448
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È la notissima fiaba dei tre porcellini, che in
449
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costruiscono le casette, invece dei tre animali, ma serba
450
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di astio della gente dei campi verso la gente
451
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o «grillo». Nelle raccolte dei folkloristi italiani è rara
452
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è simile alla versione dei GRIMM anziché a quella
453
1956
uccide la madre e dei nervi fa la corda
454
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sulla più cruda versione dei GRIMM. Così, esattamente fedeli
455
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Il Corricolo e Storia dei Borboni di Napoli, la
456
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della principessa assorta osservatrice dei costumi dei pesci; delle
457
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assorta osservatrice dei costumi dei pesci; delle condutture subacquee
458
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la fiaba in uno dei tipi più universalmente diffusi
459
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diffusi, quello della maledizione dei sette o dodici figli
460
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veda la 9 e la 49 dei GRIMM, e le nostre
461
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Omo morto diventa uno dei muffiti e cadenti palazzi
462
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il Fedele Giovanni servitore, dei GRIMM (6). Tra fratello e
463
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autorizzato, data la rozzezza dei testi. I nomi Pierino
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mutuati dalla Margarite Margariton dei versetti friulani. Sull’avvio
465
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versetti friulani. Sull’avvio dei quali mi sono indotto
466
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grida e lo liberano dei ragazzi che giocavano a
467
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distacca molto da quella dei GRIMM (64), ma è più
468
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I, 2). Diventò poi uno dei famosi «racconti popolari lucchesi
469
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magico, con l’aiuto dei corvi). ¶ Le tradizioni popolari
470
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oggetto con l’aiuto dei topi. In Piemonte c
471
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apparenta quella degli apologhi dei desiderî esauditi magicamente che
472
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alla tradizione di canzonatura dei molli costumi del Levante
473
1956
il sole all’ombra dei fichi, quei cuscini, quella
474
1956
parte della tradizione narrativa dei nostri paesi di mare
475
1956
veda ad esempio la 165 dei GRIMM). ¶ 48. I tre cani
476
1956
quella a essa affine dei due fratelli (cfr. la
477
1956
X, 3) ma al posto dei cani vi sono un
478
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finale con la trasformazione dei cani in re è
479
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Sardegna (GUAR. 6). I nomi dei cani variano da regione
480
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nel Nord), questa fiaba dei furti successivi in casa
481
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si confronti l’analoga 29 dei GRIMM). ¶ Molto simile e
482
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a parte le derivazioni dei singoli motivi, come la
483
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meglio, direi, di quelle dei GRIMM, 60 e 85). Ho integrato
484
1956
distingue dalle altre fiabe dei tre oggetti magici (cfr
485
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nell’altro, come nella 57 dei GRIMM. ¶ 62. Il figlio del
486
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europea; si veda la 22 dei GRIMM) in molte regioni
487
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me seguita per parte dei versi dell’indovinello, perché
488
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LOR. 12). In una storia dei GRIMM analoga, ma meno
489
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Cenerentola, per l’incantesimo dei rospi, splende nella notte
490
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mi pare meno felice dei prodotti della tradizione orale
491
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già ben giocata nella 179 dei GRIMM) rende suggestiva questa
492
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il PITRÈ – «fa parte dei racconti popolari misti di
493
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Uliva (in Sacre rappresentazioni dei secoli XIV, XV e
494
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cadaveri. Alla gratuita toponomastica dei narratori di fiabe deve
495
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tradizione europea (vedi la 91 dei GRIMM) e anche italiana
496
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non si rende conto dei pericoli né delle cose
497
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confronti con l’analoga dei GRIMM 4). L’episodio del
498
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Europa e in Asia, dei doni magici, dispensatori di
499
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riconosce come unica ragione dei suoi stenti e anche
500
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pugnalata che perde sangue). Dei Re vicini di casa