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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Sandro Veronesi, Una giornata con Manlio Cancogni [introduzione a "Azorin e Mirò" di Manlio Cancogni], 1996

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
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la spiaggia, era amico del nonno, e ogni giorno
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già bianchi, era amico del babbo, e ci andava
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ala italiana nel gioco del calcio, un fantasista cinese
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bagno Stella il territorio del regno si estendeva lungo
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sul lungomare, a proposito del quale si favoleggiavano prezzi
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di sedermi sul divano del suo soggiorno (piccolo, fresco
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lungomare le province periferiche del mio regno – tanto che
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Io non posso farlo. ¶ *** ¶ Del resto, suo indirizzo a
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più importante racconto italiano del dopoguerra» (come Luigi Baldacci
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Cancogni come inconsapevole storpiatura del termine “subliminale”, allora praticamente
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un tema classico, questo del ritrovarsi prigionieri, all’interno
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ritrovarsi prigionieri, all’interno del grande mondo, di un
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di questa solitudine, ma del genio inavvertibile che la
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Mirò, con la poetica del sub-limine esso offre
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più grandi scrittori italiani del dopoguerra – più grande, e
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giovanile, anche la visione del mondo di Carlo Cassola
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risoluzione che ci sbarazza del problema-intervista, schiodandoci dal
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mostrarsi i primi segni del disastro: quello di giugno
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improvvisamente diventato cascata: quello del suo compagno ancora non
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in un breve giro del paese, anticipandomi a ogni
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alla fine dei vicoli. Del magone che certo gli
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niente è l’inventore del sub-limine, l’ex
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spalle, indorato dal sole del pomeriggio, spunta a sorpresa
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la preghiera di Jacopo del Cassero: «Ond’io, che
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stessimo salendo sul monte del Purgatorio», butto lì, «a
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da Montefeltro, col rovinio del suo corpo trasportato giù
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mi accorgo, a quello del ragazzo travolto dall’alluvione
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salire, per ridiscendere prima del tramonto dovremo andare di
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Fiumetto, riprendiamo a parlare del Purgatorio. Dobbiamo approfondire l
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e Mirò all’inizio del racconto. Il mio è
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far nulla ai piedi del monte tanti anni quanti
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chiamò così il protagonista del suo primo romanzo. Cancogni
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rispettiva reminiscenza dei tempi del mio regno: l’odore