Domenico Starnone, Fare scene, 2010

si confondeva con quello del cibo sulle fornacelle e

spettatori dentro al buio del cinema con i raggi

voluttuosamente l’aria chiusa del cinema di terza visione

cui ero appena sfuggito, del legno usurato, delle scarpe

posti con l’aiuto del pizzicato, aveva fatto sedere

testa, faccio la figura del primogenito di gran signori

è nato nel gennaio del 1948 ed è senza alcun

educati in una maniera del tutto inventata. L’unica

inventata. L’unica traccia del presente come era davvero

quindi, forse la fine del 1947, mi sembrano buone date

sano. Usava quella rotazione del braccio per dare sfogo

strisciando per l’ombra del corridoio, prestando orecchio alle

Ma oggi, mentre scrivo del bambino bruno con le

via, sento il peso del tradimento che in quei

sorvegliare se qualcuno, invece del film, gli guardasse la

non disturbare il resto del pubblico, ma per non

della strada, l’aperto del tardo pomeriggio, della sera

mi piaceva l’aria del cinema Stadio, fumosa, sudata

né i colori immaginari del bianco e nero né

né lo splendore vero del technicolor, ma tinte insignificanti

tempo altrettanto ipnotico, quello del racconto orale e scritto

l’ultimo racconto mensile del libro Cuore, sceglieva di

questa precisione, questo nitore del cinema, a renderlo meno

a renderlo meno potente del racconto orale e scritto

sfregio o una diminuzione del piacere. Ti sedevi e

all’ultimo spettacolo fregandosene del poco sonno e della

invece avevo preso cantonate. ¶ Del resto, devo dire, anche

li rileggevo per consolarmi del fatto che avessero una

faccio un’idea complessiva del testo e quindi decido

mi piacevano le porte del corridoio di destra che

si compiva il prodigio del soffitto che si apriva

rifacevo l’ultima scena del film. Il perfido maggiordomo

veniva lo spruzzo avvelenato del filmluce. ¶ Questa parola, come

come tante altre non del dialetto, sicuramente l’ho

per spiegarsi il piacere del cinema. Invece quale piacere

Luce fin dagli anni del fascismo, se non prima

insopportabile precedesse l’inizio del film vero e proprio

il filmluce aveva bisogno del buio in sala come

è esattamente il maremoto del Delfino verde, tanto che

è, sullo schermo sicuramente del cinema Stadio, ho visto

imporsi quanto la visione del film stesso, se non

imposti più delle voci del film, e nell’immaginazione

era estranea, i tratti del viso mi disturbavano, e

e dare uno spruzzo del suo latte anche a

però, nella fruizione, diciamo, del rapporto Tarzan-Jane, c

invece, a quelle uscite del marito, faceva un mezzo

così sempre, in casi del genere: di passaggio in

uscita dal cinema, parlando del film, ma poi il

dall’altro una moglie del tutto inventata dalla sua

è una brutta malattia del sangue, e che bisogna

come andavano le cose del mondo e preoccuparcene; solo

questa distinzione non è del tutto fondata. Anche io

Yvonne Sanson. Io stesso del resto avrei confessato qualsiasi

di calmare le incazzature del mio genitore. ¶ Incazzature, poi

in una scena domestica del Cucciolo che avevo amato

me, non gli era del tutto dispiaciuto. Anzi dopo

di pittore di manifesti del cinema, l’avrebbe tradita

in tutto come lui. ¶ Del resto, che lo pensasse

confusamente che la parte del tessuto che restava sul

radura accanto alla tazza del cesso, vale a dire

a dire la riva del fiume, che la mia

un passaggio delle Avventure del capitano Hornblower che mi

nel corridoio, dal lato del cesso e della camera

proprio dentro le dimensioni del panno teso. Altro tempo

entusiasta, diventai il responsabile del proiettore. Quando papà era

mi sembrava uno sciupìo del tempo vero, che per

film, Geppe per amore del proiettore, io per amore

in mezzo all’odore del tessuto mescolato con quello

avevano tentato la via del commercio aprendo chi un

quello operaio e quello del piccolo commercio, ma sospeso

fin da ragazzo scontentissimo del suo destino già luminoso

e passare a quello del promettente pittore in lotta

parevano gente dei bassi del Lavinaio, e un altro

sgobbava per gran parte del giorno, ma constatava ogni

per imbrogliare sul peso del provolone e della mortadella

vere, la farina abbagliante del suo sacco di artista

un’altra cosa fuori del comune: ci portò in

data: 1954, e il timbro del fotografo. ¶ Il marroncino esalta

condizione di un attore del cinema. ¶ «Ah». ¶ «Sì». ¶ Mio

umore fino al giorno del film perché nessuno le

fatevi bella nei limiti del possibile, se no ci

giacca estiva, i pantaloncini del prendisole, una borsa di

fare con la riproduzione del movimento. Fu lui il

dei film nello splendore del technicolor. Per un po

brutti, anche chi fuori del film era considerato bello

al cinema Stadio. ¶ Qualcosa del genere dovette provare anche

che speravo. I film del cinema erano, non so

che, disse, era meglio del proiettore e della macchina

sprofondare interamente nell’armonia del film. ¶ La televisione, esattamente

immagini riflesse nella specchiera del buffè, dalle merende e

la sifilide da studentesse del Bengala, tutti i grandi

e dalle parole povere del mondo dentro cui era

la sceneggiatura. ¶ Il personaggio del giallo, se ricordo bene

trappola per l’assassino. Del testo del telefilm venivano

l’assassino. Del testo del telefilm venivano riportati lunghi

altro livello che quelli del cinema Stadio. Mi sembrò

di Sillitoe, La solitudine del maratoneta, e quando, appunto

lasciò passare i signorini del college, pensai: voglio essere

impersonato una memoria adolescenziale del dormiente, una sua fantasia

lasciarla ulteriormente in balia del marito e dei figli

non riuscivo a liberarmi del contrasto tra il colorito

fin dalla nascita calda del calore della vita? Mi

mia moglie sullo schermo del computer, abbracciati per strada

esempio, che la moglie del pirandelliano Vitangelo Moscarda potrebbe

quando per uno scossone del treno ecco che si

si apre la porta del bagno, in comune con

nello specchio sulla porta del bagno, che si è

improvviso per gli scossoni del treno. ¶ Non so qual

di guancia, la punta del naso, le spalle un

un po’ dello sguardo del mio genitore quando mi

storia abbagliante e tormentata del genere umano, coloro che

tutto questo. L’uomo del tram mi ha seguito

frasi secondo le necessità del racconto fantastico con esiti

con esiti fantastici o del racconto realistico con esiti

con esiti realistici o del racconto fantastico con esiti

con esiti realistici o del racconto realistico con esiti

stamattina fisso lo schermo del computer, non si è

in mente l’uomo del tram numero 3. Ieri, mi

stato che l’uomo del tram non mi assomigliava

Questa persona è fatta del lavorio sul niente. È

solo quella. ¶ Come adesso, del resto, sullo schermo di

buio, guarda dal finestrino del treno, vede semafori o

due o tre clienti del suo studio che avrebbero

idea e la sostanza del lavoro. Quando mi sembrò

ogni settore della vita del regista, al culmine dei

disegnasse un quadro foschissimo del mio futuro lavorativo se

di Raggalli, né quelli del suo fidanzato malaticcio, l

fine, quando si fu del tutto sfogata, le dissi

e confezionati dalla storia del cinema e della letteratura

disse che il nocciolo del film – le condizioni di

a lavorare nella fabbrichetta del Ravennate, in condizioni veramente

guerra con un ispettore del Ministero che vuole ingiustamente

una vita al limite del sopportabile: ti pare che

detto no alla regia del sequel sulle Poste per

perdere un solo minuto del mio tempo se non

considerando il costo complessivo del film, gli avvocati di

volessi essere pagato più del lecito. Io? Più del

del lecito. Io? Più del lecito? La cosa mi

infanzia, amici e parenti del povero Giorgio; io prendevo

mi rovinò il resto del soggiorno. Guardai quella gente

avevo preso nel corso del sopralluogo. Ma nelle frasi

nascondeva dietro una poltrona del mio soggiorno e poi

di impiccarsi al filo del lampadario mentre io lo

scadenza contrattuale (prima stesura del soggetto e del trattamento

stesura del soggetto e del trattamento), mi chiusi in

convocavano regista e produttore del film sulla passione senile

dagli anni. Certi residui del cinema che mi aveva

a quella, mi pare, del suo violentatore assassino. Cosa

alla trama, alla psicologia del personaggio? Boh. A me

mi difendevo a proposito del killer che si allacciava

di rispondere al telefono. ¶ Del lavoro che faccio il

avvenimenti, luoghi, gesti, espressioni del viso, e senti le

l’ultima scena, quella del suicidio, mi sentii stremato

osservando il frontespizio sia del soggetto che del trattamento

sia del soggetto che del trattamento dove si leggeva

per farsi un’idea del nostro lavoro. Raggalli telefonava

unico evento rilevante, prima del suicidio del protagonista, era

rilevante, prima del suicidio del protagonista, era la morte

assassino è l’amante del guardiano, fine». ¶ Raggalli disse

avremmo rinforzato il personaggio del guardiano e ci saremmo

approntai una seconda stesura del soggetto e del trattamento

stesura del soggetto e del trattamento inserendo qua e

temeva che la moglie del suo amico nel vedere

a proposito della qualità del denaro Raggalli osservò: ¶ «Quando

sentivamo anche la responsabilità del compito che ci era

diffusi malgrado il tramonto del patriarcato: a riprova indicarono

e Jerry era farina del sacco di Woody Allen

Disse che l’idea del nostro film era buona

pub all’altro parlando del film, interrogandoci sul da

il film sull’impiccato del Ravennate. Guardai dal finestrino

stesura che nei limiti del possibile tenesse conto dei

per consolarmi, la scrittura del cinema è provvisoria per

in cui mi dava del lei e mi diceva

sua esistenza sulla realizzazione del nostro film, che se

sofisticata, appena appena sarcastica, del nostro malumore. Raggalli disse

abbiamo appreso nel profondo del ventre materno, sia il

Vi mando l’integrazione del contratto: ricordatevi di firmare

risultati estetici ed etici del nostro film e forse

che era innamorata solo del cinema, anche se a

e me: era quella del bacio che il futuro

altro modo. La percezione del gelo non si può

ai piedi di Ilaria del Carretto nell’opera di

quel cane di Ilaria del Carretto che saltava un

nuovo con l’aspetto del cane, per andare a

il problema della rappresentazione del gelo della morte o

incoraggiavano emozioni più abusate. Del resto che importanza aveva

e salute a differenza del fidanzato mingherlino, si rifaceva

cesso. ¶ Era la lettera del suicida. ¶ Ci lesse lei

a essere la materia del racconto; eravamo riusciti persino

della testa le matrici del già visto con tutte

che pareva un contadino del Sud. Nello cercò di

Raggalli indicandogli lo schermo del computer – è composto di

parliamo dei costi elevatissimi del cellulare. Finalmente un po

pubblico senza l’erogazione del quale (conta parecchio anche

provinato per il personaggio del guardiano». ¶ Che razza di

ho recitato la scena del suicidio, in piedi lì

tutt’altro che innaturale, del resto, succede sempre così

malattia fulminante. ¶ Meglio così, del resto. Adesso ero tutto

dalla mattina alla sera. Del lavoro sul set seppi

bravissimi; Raggalli nella parte del protagonista era perfetto e

avendoci messo più energie del solito, mi dimenticai presto

col giornale, o cose del genere. Vedemmo anche come

il magnate e capo del governo Silvio Berlusconi; per

chiamava Jimmy Stewart. E del resto che importanza aveva

televisiva alla vicenda umana del povero Campanella mi costava

di’ a quel cretino del tuo compare che mi

calmo, con la voce del doppiatore di James Stewart

preoccupato per la sorte del suo compagno. Pagai, mi

durata reale ma quella del cuore». ¶ Dopo questa frase

otto secondo l’orologio del cuore. Vero è che

dava suono alla lettera del suicida, mi vennero brividi

c’è il rumore del motore, a un certo

vedere la versione finale del film ad Alda, ma

una congiura dei maggiorenti del cinema italiano e della

Nello, col consenso entusiastico del regista, annunciò al mondo

genitori e alla vedova del suo amico suicida – mi

su per la gradinata del Casinò. ¶ Prima di arrivare

sì con la voce del disincanto, quasi allegro, per

di tutto, di loro, del film, del Festival di

di loro, del film, del Festival di Venezia, anche

santodio, è la moglie del suicida. Era molto diversa

che, nientemeno alla Mostra del Cinema di Venezia, potesse

che superalcolico. La madre del regista, una pediatra da

accarezzava piano un ginocchio del figlio con un’espressione

volta contro gli studenti del xiv secolo. Nello allora

stesso di tanta sofferenza. Del film di Raggalli mi

necessità della testa e del sangue. ¶ La conferenza stampa

dedicarsi alla vedova vera del suicida vero, che però

Raggalli e la vedova del suicida chiacchierarono tra loro

furia. Nessuno diceva male del film, anzi: importante il

lista delle più cretine del cinema mondiale; meno male

c’era la lettera del suicida, ben scandita dall

mettere su la biblioteca del carcere, coadiuvato da ladri

alla lavagna uno schizzo del campo, indicando la collocazione

della centrale elettrica. Feci del mio meglio, sotto trenta

trionfo». ¶ «Di che parli?» ¶ «Del vostro film: buone recensioni

questo gioverà all’uscita del film nelle sale». ¶ Mi

ironica e soprattutto stufa del suo lavoro di attrice

i tempi, abbiamo chiacchierato del più e del meno

chiacchierato del più e del meno, abbiamo deciso di

suo tono al limite del decifrabile, associato sempre a

cosa dirci, il trillo del mio cellulare o del

del mio cellulare o del suo era sempre una

rispondeva paziente: a discutere del soggettino. Nello temeva che

di slancio, compressi più del normale dalla forza di

deciso: basta, alla fine del mio film non ci

la fine, la fine del film, chi ha abolito

triste e laido torcersi del male? ¶ Siamo andati avanti

che bolliva nella pentola del cinema, mostrarsi informata sui

specie di Rosa purpurea del Cairo, Truman Show o

Clo, degli esami clinici, del tutto bene, poi del

del tutto bene, poi del qualcosa c’è, poi

qualcosa c’è, poi del ricovero in ospedale, poi

non passa nella forma del corpo trafitto, del bel

forma del corpo trafitto, del bel seno in cui

padre commissionò al fotografo del paesino di mare dove

senza accorgersene la faccia del confronto. Si capisce subito

a) manca l’inizio del film, b) manca la

anni fa a Napoli, del cinema Imperiale, dei salti

perderà, in un angolo del cervello non posso fare