parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Ada Negri, Di giorno in giorno, 1932

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
1
1932
pagine maggiori dell'opera del Santo. I capitoli delle
2
1932
debbo io appartarmi fuor del cielo e della terra
3
1932
Passo, entrando, dal calore del sole alla frescura della
4
1932
oscurità. Il padre Priore del convento, che m'è
5
1932
e unite nella venerazione del sepolcro. Ciascuna reca il
6
1932
chiavi salvaguardano la sicurezza del sepolcro. ¶ Fu Liutprando re
7
1932
celle d'oro, soglie del paradiso, stanze de' monaci
8
1932
con la medesima passione. Del tesoro di Sant'Agostino
9
1932
strenua sorveglianza le porte del monastero e della basilica
10
1932
parlava d'un'acqua del miracolo, sgorgante presso il
11
1932
col perdere la nozione del luogo esatto dove l
12
1932
esatto dove l'ossa del Santo erano con tanto
13
1932
a ricordare la sorgente del miracolo. Su un massiccio
14
1932
altre ossa venerate: quelle del corpo di Severino Boezio
15
1932
Incisa in un fianco del piedestallo, la terzina del
16
1932
del piedestallo, la terzina del canto decimo del Paradiso
17
1932
terzina del canto decimo del Paradiso, evocatrice dell'«anima
18
1932
Boezio, fra le pene del carcere e l'attesa
19
1932
carcere e l'attesa del supplizio, scriveva il trattato
20
1932
la cripta, l'illumina del suo splendore, la riempie
21
1932
suo splendore, la riempie del suo rombo d'ala
22
1932
non soltanto l'anima del filosofo Boezio regge e
23
1932
in fondo il perché del nesso logico che esiste
24
1932
all'aperto le caldaie del ranno. ¶ Passa un barcé
25
1932
ne voglion sapere, né del barcé né della bicicletta
26
1932
dell'ospedale: la cupola del Duomo, gigantesca, sovrastante a
27
1932
ago di Santa Maria del Carmine, il rotondo tiburio
28
1932
ritorna. ¶ Sí: lo spirito del sole ritorna. ¶ È un
29
1932
di sé gran parte del cielo. Le masse d
30
1932
fra loro la lavandaia del romanzo d'Alessandrina Ravizza
31
1932
quasi raggiunto la vòlta del ponte. M'indugio ancora
32
1932
le mani ai fuochi del ranno, e v'aggiungono
33
1932
vedono stelle. Sera mia, del mio paese, del mio
34
1932
mia, del mio paese, del mio essere. L'acqua
35
1932
sorgerà l'alba: mia, del mio paese, del mio
36
1932
mia, del mio paese, del mio essere. ¶ VIE D
37
1932
massimo. Fra i ragazzi del suo gruppo, la piú
38
1932
di luce: a sommo del capo s'inalberava sempre
39
1932
allegra banda, le ore del pomeriggio, nel viale un
40
1932
diavoli di ragazzi sapevano, del resto, benissimo difendersi: li
41
1932
delle vetture. Sui lastroni del marciapiede segnavano strisce col
42
1932
seggiola bassa nel vano del portone, teneva la testa
43
1932
nastri; ma i caratteri del viso le rimanevano duri
44
1932
fosse una storia misteriosa, del genere di quelle che
45
1932
le modellava la forma del capo, lasciandole ignuda la
46
1932
casa, curva al tavolo del tinello, arrovellarsi in silenzio
47
1932
piccola tiranna, temuto idolo del suo piccolo mondo, non
48
1932
diporto. ¶ Via Vallone, prosciugata del Naviglio e pel momento
49
1932
torricelle e alla punta del campanile. Chiesa lombarda con
50
1932
suoi mattoni, nella ricchezza del sangue che li rende
51
1932
la gola: l'euritmia del corpo risulta pur nella
52
1932
singolare positura. ¶ Una bambina del popolo; ma che diverrà
53
1932
un'amazzone sugli omeri del fratello, soverchiandolo con la
54
1932
se non il ricordo del suo primo fiore? E
55
1932
che condanna la vanità del corpo per redimere l
56
1932
d'impeto dalle spalle del fratello per fuggire, riccioli
57
1932
chiesa domina sola, padrona del tempo. ¶ GIOVANI E VECCHI
58
1932
po' come il passaggio del vento, che fa mulinare
59
1932
contro i muri caldi del riverbero di tutto il
60
1932
Ritta dietro il capo del falso defunto, una fanciulletta
61
1932
è mort! – Nella suggestione del gioco, che la riscalda
62
1932
ch'è la capa del gruppo quel grido violento
63
1932
per internarsi in meandri del piú fosco medioevo. ¶ Forse
64
1932
fatta invisibile a somiglianza del tempo, che, passato, non
65
1932
a ballare nelle osterie del confluente. E, da piccola
66
1932
Sola e pellegrina». ¶ ORME DEL FOSCOLO ¶ Alla casa che
67
1932
qui in Pavia fu del Foscolo (per otto mesi
68
1932
mesi soltanto, dal novembre del 1808 al giugno del 1809) m
69
1932
novembre del 1808 al giugno del 1809) m'avvio, stamattina, con
70
1932
degli orti. ¶ Il palazzetto del Foscolo, a circa metà
71
1932
la lapide a sommo del portone, a destra di
72
1932
Brunetti, il tre gennaio del 1809 (secondo volume dell'Epistolario
73
1932
l'intonaco, sul muro del doppio portico fra i
74
1932
in Pavia dal governo del Viceré Eugenio di Beauharnais
75
1932
Peccato. Fregi, mensole, specchiere del Settecento: una meraviglia. ¶ Ma
76
1932
meraviglia. ¶ Ma di lui, del Poeta, non credo debba
77
1932
mordenti noie, nella lettera del primo dicembre 1808 a Paolo
78
1932
piú allegra la fiamma del mio caminetto, che correggerà
79
1932
pieno, gustoso e sanguigno del quale ormai s'è
80
1932
notizia che il governo del Viceré ha soppresso molte
81
1932
aiuto e nelle raccomandazioni del Monti, in quel tempo
82
1932
gagliardo accanimento. La lettera del sedici dicembre è tutta
83
1932
le strade pavesi», e del «termometro abbassato sette gradi
84
1932
pronunciata il ventidue gennaio del 1809, a mezzogiorno, nell'Aula
85
1932
dell'estro, l'impeto del volo: crede, com'egli
86
1932
alla città. Si lagna del clima, dell'aria pavese
87
1932
a ricorrere alle cure del celebre oculista Scarpa, allora
88
1932
anche, lungo gli argini del Ticino. Parlava, concitato, alle
89
1932
poi chiamato l'Olmo del Foscolo. ¶ Negli ultimi anni
90
1932
con te?» – «Nell'Olmo del Foscolo.» – Morí; ma da
91
1932
il nome di Olmo del Foscolo, per diritto di
92
1932
buona guardia alla quiete del giorno e della notte
93
1932
mie mani sulla corteccia del tronco: ho ricordato i
94
1932
piazza, come Santa Maria del Carmine. Non si stacca
95
1932
ariosa: anche l'azzurro del cielo sembra farne parte
96
1932
monaci della Spagna e del Messico – che della basilica
97
1932
pensare ai primi martiri del cristianesimo, e nella cripta
98
1932
vòlte e gli archi del ponte coperto, saettato dalle
99
1932
Lanfranco, la glaciale tristezza del palazzo che il popolo
100
1932
riposo è veramente riposo del corpo e dell'anima
101
1932
aver dimenticato. Quei boschi del Ticino, che oltre i
102
1932
A un punto perduto del fiume, un guado: una
103
1932
sui fianchi dal nastro del grembiale: alti zoccoli, fazzoletto
104
1932
dalle cocche ai lati del viso, e, sul fazzoletto
105
1932
rustiche ma ridenti casucce del borgo, sulla riva destra
106
1932
riva destra a specchio del Ticino: fette di case
107
1932
mazzuola. Nelle prime ore del mattino, i reiterati colpi
108
1932
vogatori: collo e braccia del piú duro bronzo, uscenti
109
1932
spalle. ¶ Intorno all'epoca del dopoguerra, Paride e Marietta
110
1932
troppo: per l'andamento del traffico bastavano il prestigio
111
1932
i giovani si dànno del tu: non parlo di
112
1932
fiume dà a tutti del tu: la sua maestà
113
1932
oro. Sono i trofei del capo-dinastia e dei
114
1932
carezza. Passano interi giorni, del resto, senza ch'ella
115
1932
le avviene, per via del caldo, di sostare qualche
116
1932
idroscalo, sopra il confluente del Ticino col Naviglio, sorge
117
1932
in un diverso punto del cielo, uscendo sul far
118
1932
fu murato un portico del quale appaiono ancora, dietro
119
1932
annuncia loro l'Angelus del mattino, la sosta del
120
1932
del mattino, la sosta del mezzodí, l'ora dei
121
1932
d'un cortile laterale del palazzo principesco: il portone
122
1932
cornice e l'architrave del portone. I due fianchi
123
1932
due fianchi che scorgo del palazzo, l'uno sul
124
1932
ultimo tratto delle conche del Naviglio, sino al confluente
125
1932
ad accerchiarlo. Nell'ore del sole i monelli vi
126
1932
deve configgersi nelle profondità del terreno fino a raggiungere
127
1932
buio, silenzio, solitudine, sospensione del tempo, tregua dello spirito
128
1932
di moda: «Canta monello del marciapié...». Ma potrebbe strapazzare
129
1932
tutt'intenta al suono del tango, dalle finestre aperte
130
1932
già un po' radente, del vespro. ¶ L'asinello attaccato
131
1932
girando un giovine monco del braccio sinistro, dal viso
132
1932
nulla impacciata dal peso del bimbo. Poi alza il
133
1932
alla sua carne, fiato del suo fiato: gli occhi
134
1932
la resistenza, la scioltezza del passo d'una cerbiatta
135
1932
una carezza ai riccioli del pupo, e lei sorride
136
1932
occhioni vuoti, a ridere del suo riso vuoto e
137
1932
d'osservare la libertà del suo movere d'anca
138
1932
dal sottoportico nei pressi del Ticino. Il fiume è
139
1932
mi dà l'impressione del nulla. E allora? Allora
140
1932
Nulla. ¶ BAMBINA IN PIAZZA DEL CARMINE ¶ Questa piazza, quasi
141
1932
facciata di Santa Maria del Carmine, che ne occupa
142
1932
e la sanguigna intensità del suo colore. Ogni altra
143
1932
di cotto. In piazza del Carmine io ci vorrei
144
1932
per seguire il corso del sole sulla facciata della
145
1932
velo, fra le braccia del babbo e della mamma
146
1932
le rende resistenti piú del macigno, ma rese immateriali
147
1932
innumeri fiammelle piú vive del sole: in questo luogo
148
1932
rappresentare la durezza impervia del cammino di santità, l
149
1932
degli uomini, la mortificazione del corpo, la solitudine dell
150
1932
cosí tagliente dal resto del paesaggio, che solo potrebbe
151
1932
covile, è la grotta del Beato Antonio da Stroncone
152
1932
reso asciutto dal comando del Serafico, la grotta di
153
1932
gesti e le parole del giovane monaco hanno ripopolato
154
1932
Tutta la parte essenziale del convento è sotterranea, di
155
1932
mostra la scabra nudità del refettorio, dei corridoi, delle
156
1932
sin dal 1400, nella pietra del monte, tutt'intorno alla
157
1932
tutt'intorno alla grotta del Poverello. ¶ «Pietra? Anima» dico
158
1932
incontrano: scorrervi, al posto del torrente scomparso da secoli
159
1932
cielo, riempirlo di sé, del proprio spavento. Echi, vibrazioni
160
1932
piú accesa dal contrasto del buio in cui è
161
1932
di rosso la vetta del Subasio. Echi di campanacci
162
1932
che sporge a lato del sentiero: rotta in tutte
163
1932
stava nella certezza matematica del male che la condannava
164
1932
in cui la rabbia del morbo taceva. Il collo
165
1932
riguardasse piú – i tormenti del corpo. Dirò meglio: come
166
1932
ritorno, rotti i legami del linguaggio, della parentela, della
167
1932
tradizione, spente le immagini del ricordo, s'era sradicata
168
1932
dolcezza dell'amore e del perdono, e la potenza
169
1932
a far parte umana del suo cuore: fra essi
170
1932
Espagne» nell'alte montagne del Tibet. Lassú la vista
171
1932
in alto, la lista del cielo: come nell'esistenza
172
1932
Rocca e la valle del Tescio, ebbe mazzi e
173
1932
penombra e l'austerità del mobilio da parlatorio e
174
1932
inerti. ¶ Il cortile manca del portico; ma s'apre
175
1932
vista dei lontani boschi del Ticino. ¶ Il recinto di
176
1932
riempie l'intero vano del recinto. La notte sembrano
177
1932
meglio dei passeri o del filtrar del sole fra
178
1932
passeri o del filtrar del sole fra le stecche
179
1932
fiori, con la pergola del terrazzo a levante, con
180
1932
non si vede ma del quale si sente il
181
1932
meraviglia con gli edifizi del suo quartiere. A pochi
182
1932
interni, silenzio. A sinistra del portone, una via deserta
183
1932
la gran mole barocca del palazzo Borromeo: dietro il
184
1932
Borromeo: dietro il parco del palazzo si snoda un
185
1932
di gironzare in cerca del cuore di Pavia; e
186
1932
che grondano da loggette del quattrocento; e umili panni
187
1932
il passo sul resto del mondo: una pioggia di
188
1932
chiesa di Santa Maria del Carmine, luminoso di sole
189
1932
è lí, nella gloria del suo rosso colore ch
190
1932
anno portavano l'offerta del pesce all'altare del
191
1932
del pesce all'altare del Santo. Anche adesso è
192
1932
adesso è di gente del popolo; ma vi regna
193
1932
cosí simili ai vapori del cielo; e forse udí
194
1932
stanzone deserto. ¶ Al posto del letto d'agonia di
195
1932
fioriti ai quattro angoli del chiostro sottostante. Bàlzano dalla
196
1932
sottostante. Bàlzano dalla nudità del recinto, con violenza di
197
1932
rondini alla gran trave del dormitorio. ¶ Soavissima Santa, che
198
1932
della fuga dalle case del padre la sua vita
199
1932
anche dopo la morte del Santo e di fronte
200
1932
scrupolosamente fedele alla legge del Poverello, la fragile donna
201
1932
suprema gioia, la bolla del pontefice, sanzionante, alla fine
202
1932
nel bianco e nero del soggólo e del velo
203
1932
nero del soggólo e del velo, che le assomiglia
204
1932
obscurità de peccato». ¶ PORTA DEL SEMENTONE ¶ Ho lasciato dietro
205
1932
Tace, ora, il vento del sud, che durò l
206
1932
questa luce. La pietra del Subasio, di cui sono
207
1932
sopportare, verso la fine del giorno s'accende d
208
1932
turba l'appassionata unità del colore. ¶ Giungo alla Porta
209
1932
colore. ¶ Giungo alla Porta del Sementone. Austera, con l
210
1932
il Maestro al luogo del suo riposo continua ininterrottamente
211
1932
non è il carretto del contadino tirato dall'asino
212
1932
buoi, la curva persona del rurale e la tonaca
213
1932
rurale e la tonaca del consacrato. Non credo che
214
1932
È festa: la festa del patrono d'Assisi: che
215
1932
stoffa sono il baldacchino del vescovo e la sedia
216
1932
voci sole, una messa del padre Borroni: melodie d
217
1932
il ribrillare, a seconda, del piviale e della mitra
218
1932
vecchio avorio: il fazzoletto del capo, scivolando un poco
219
1932
vedono in certi ritratti del Memling. Il curvo e
220
1932
di preghiere! Piú ceree del viso: anch'esse di
221
1932
voltare automaticamente le pagine del libro da messa. Gli
222
1932
li vedrò. Alla campanella del Sanctus, ella scivola dallo
223
1932
in alto, nella Crocifissione del Cimabue! ¶ Non mi dà
224
1932
in uno stallo laterale del coro, dinanzi ad essa
225
1932
a testimonio dell'assassinio del Figlio di Dio, commesso
226
1932
è stato crocifisso. ¶ PIAZZA DEL VESCOVADO ¶ Nel giugno, quand
227
1932
Santa Chiara le ondate del loro profumo si mischiavano
228
1932
i tigli di piazza del Vescovado sono intristiti pel
229
1932
vescovo Guido, in presenza del popolo, a rendere conto
230
1932
ricoperse con un lembo del suo piviale. ¶ La liberazione
231
1932
indelebile impronta nell'atmosfera del luogo, che null'altro
232
1932
dal tempo. In piazza del Vescovado continua a vivere
233
1932
a vivere, nella maestà del suo insieme e nell
234
1932
insieme e nell'intensità del suo brivido, la scena
235
1932
mattino, nella chiesetta privata del monastero di San Giuseppe
236
1932
con una vivida mossa del capo, che mette in
237
1932
fermezza della bocca e del mento. Ma è una
238
1932
ai piedi dalle pieghe del velo: un tremore nuovo
239
1932
a fiorami d'argento del sacerdote celebrante. Egli celebra
240
1932
sprofondandosi nel dolcissimo abbandono del rendimento di grazie. Ora
241
1932
confusi l'accorata primavera del mandorlo con la libera
242
1932
con la libera estate del bosco. ¶ Il sole indiamantava
243
1932
anch'essere i fiori del mandorlo sognati sul far
244
1932
muro, il muro diruto del sogno; e intorno a
245
1932
aver restituito tanti morti del Carso e del Piave
246
1932
morti del Carso e del Piave ai loro parenti
247
1932
Era proprio una storia del Carso sanguigno. ¶ Vagava un
248
1932
fante ritrovato nella fossa del Carso dietro il segno
249
1932
Carso dietro il segno del pettirosso era certo stato
250
1932
azzurra per la violenza del contrasto, ne oscurava il
251
1932
s'abbandonavano al calore del giugno, all'ombra azzurra
252
1932
non derivava da quella del mio mandorlo? I fiori
253
1932
mio mandorlo? I fiori del mandorlo avevano chiamato i
254
1932
rivedere la muraglia sbrecciata del sogno. Non la rividi
255
1932
rose, quali i fiori del mandorlo. ¶ LA QUERCIA ¶ La
256
1932
Non passano i raggi del sole attraverso la fittissima
257
1932
svettando, verso il letto del torrente quasi asciutto. ¶ Che
258
1932
riposo; e la cagione del disinganno, della stanchezza, del
259
1932
del disinganno, della stanchezza, del desiderio di pace che
260
1932
di consolare, di aiutar del mio meglio le creature
261
1932
me! Sto nel mezzo del prato, esitante. Il prato
262
1932
e che il manto del suo fogliame sia tanto
263
1932
m'appoggio ai nodi del tronco, m'immergo nel
264
1932
l'aria dei gioielli del Faust, o «In quelle
265
1932
a nessuno: piuttosto, dà: del bene che compie non
266
1932
facevano tappeto dalla porta del teatro alla carrozza; e
267
1932
alla sua locanda. Brandelli del canto di Giuditta Grisi
268
1932
degli occhi glauco-verdi, del sorriso ch'è tuttora
269
1932
piú ancora, della completezza del suo distacco. ¶ Mi dà
270
1932
confida: – Ahimè. Queste maschiette del giorno d'oggi. Né
271
1932
calcinato sotto la veemenza del sole, con magri ciuffi
272
1932
strade della città e del contado. ¶ Oggi, dallo stesso
273
1932
deliziandosi alla frescura compatta del travertino, io scorgo, nella
274
1932
perdonato. ¶ Il fianco sinistro del Duomo, che non fu
275
1932
di grazia sul cipiglio del Grifo e del Leone
276
1932
cipiglio del Grifo e del Leone a guardia del
277
1932
del Leone a guardia del palazzo dei Priori, fanno
278
1932
pensare che dalla curva del loro volo gli antichi
279
1932
chiara, raccolta sul fianco del Subasio, simile a un
280
1932
i rondoni, nella trasparenza del tramonto, giri e giri
281
1932
ho udito i colpi del campanone di San Francesco
282
1932
cosí, con le bestie del buon Dio e il
283
1932
Ora, i festosi rintocchi del mezzogiorno chiamano i colombi
284
1932
maggiore, dinanzi al palazzo del Comune, per il pasto
285
1932
Ma dall'oro terreno del grano, – pane del corpo
286
1932
terreno del grano, – pane del corpo, – si leva l
287
1932
Sore Servitrici de fora del Monasterio, le admoniva che
288
1932
coretto, alla finestrella interna del refettorio: dove una crocetta
289
1932
il raccoglimento, il riposo del cuore non me lo
290
1932
a occupar buona parte del crinale. Pallida pallida la
291
1932
Certo appartiene ai signori del luogo: che d'esso
292
1932
entriamo sotto l'arco del portone, sormontato da bei
293
1932
alla memoria le colonne del nostro Duomo; ma è
294
1932
nell'oscurità, il ruglio del Lambro: non so di
295
1932
dinanzi alla trattoria, parlottano del piú e del meno
296
1932
parlottano del piú e del meno fra una boccata
297
1932
Domattina, svegliandosi al canto del gallo in una di
298
1932
queste casucce, la donna del pizzo a rete potrà
299
1932
vuoto: il palpito ritmico del loro passaggio quasi non
300
1932
qual ramo, sulla ghiaia del viottolo. Per qualche istante
301
1932
distanze. La geometrica precisione del disegno uguaglia la preziosità
302
1932
bruco, vicinissimo e lontanissimo, del quale tutto ignoro fuorché
303
1932
presenza di qualche animale del buon Dio aggiungeva dolcezza
304
1932
Rivedo la stanza terrena del palazzotto di Lodi, le
305
1932
le mani nel ciglione del prato, qui dove l
306
1932
piú basso, piú tenue del colore atmosferico, la salute
307
1932
bella città, la dolcezza del suo lago e delle
308
1932
rivolgermi ai bei declivii del Dolder, alle fresche foreste
309
1932
dovetti riprendere la strada del mio paese e del
310
1932
del mio paese e del giogo antico. Ora, seduta
311
1932
terra, l'abbiano intriso del loro sangue: è lo
312
1932
ogni paese l'arco del cielo è il medesimo
313
1932
ora, sul parco. ¶ Ora del tramonto: da me fedelmente
314
1932
fra il graduale trascolorarsi del cielo e il coro
315
1932
folto: negli obliqui riflessi del sole s'accendono: con
316
1932
vanno all'estremo limite del pathos melodico. Ma, oggi
317
1932
piano in questa camera del pianterreno, perché non poteva
318
1932
Di qui, al disopra del cancello, vedo la gente
319
1932
Ditelo piuttosto all'acqua del lago, che fa un
320
1932
della darsena. ¶ L'acqua del lago: – Ditelo piuttosto ai
321
1932
cicale, uccelli, motoscafi, acque del lago, automobili della strada
322
1932
in pace. ¶ L'erba del prato: – Questa sera bisognerà
323
1932
mano inerte, la moglie del giardiniere che prega in
324
1932
alberi e i fiori del giardino: – Che faremo noi
325
1932
La rosa rossa avverte del passaggio l'erba del
326
1932
del passaggio l'erba del prato, l'erba del
327
1932
del prato, l'erba del prato lo dice ai
328
1932
i gerani all'acqua del lago, l'acqua del
329
1932
del lago, l'acqua del lago a un battello
330
1932
reti: fino al levar del sole dondoleranno sott'acqua
331
1932
pena il colpo sordo del risveglio, per il quale
332
1932
Come se lo spirito del volo m'avesse spinta
333
1932
ero intimidita dalla leggiadria del miracolo, sentivo in cuore
334
1932
da smarrir la visione del sogno, troppo bello per
335
1932
Cosí, spalancando le imposte del balcone e rispondendo al
336
1932
di Nazzano sul crinale del colle, io confusi l
337
1932
sospesa sul bel mezzo del corso, d'un caldo
338
1932
gli occhi piú cangianti del solito in quell'incerto
339
1932
che la placida luna del plenilunio veleggiava dall'alto
340
1932
di seta all'occhiello del soprabito e le ciocche
341
1932
sul mare la via del paradiso: che giocava con
342
1932
insidie e dalle minacce del mondo: la nostra vita
343
1932
spalancare l'uscio-finestra del terrazzo. C'era, tutta
344
1932
di messa: dai vetri del balcone il sole invadeva
345
1932
pupilla, riflettevano il chiarore del sole e dei fiori
346
1932
giro, scomparendo dai vetri del terrazzo attraverso i quali
347
1932
occhi che lo splendore del ramo di pèsco: nel
348
1932
esitante, dinanzi alla maestà del ramo fiorito. Ma non
349
1932
ultimo tempo, nella contemplazione del ramo. Avrei voluto contarne
350
1932
lo portasse alle suore del Buon Soccorso, che hanno
351
1932
litanie; e gli uccelli del giardino le accompagnano col
352
1932
marzo è il mese del vento. A me piace
353
1932
arance vuota, a ridosso del muro, e suona il
354
1932
sventrate, ma non ancora del tutto abbattute dal piccone
355
1932
che era, per via del vento improvviso il cielo
356
1932
di fiori, nella polvere del marzo metropolitano: sterile arsione
357
1932
le labbra nella tasca del grembiale. ¶ Ritroverò sull'angolo
358
1932
sull'angolo il cieco del violino, seduto su una
359
1932
arance vuota, a ridosso del muro. Lo pregherò (riconosce
360
1932
bene che il cieco del violino non veda se
361
1932
formando siepe, sulle prode del laghetto, all'ombra dei
362
1932
la vita un dono, del quale il Signore non
363
1932
sgorgare, grave, dal cuore del ciliegio, come da un
364
1932
che sono nell'orto del curato, poco discosto di
365
1932
di spalliera che, invidiosi del trionfo del ciliegio, cominciano
366
1932
che, invidiosi del trionfo del ciliegio, cominciano a mettere
367
1932
lasciarmi riprendere dall'incanto del suo respiro segreto. Coglierle
368
1932
l'anima alle necessità del guadagno, della gara, dell
369
1932
miei nonni paterni? Vivere del poco, e oscura; ma
370
1932
illumina, dietro la vetrata del balcone, neri fantasmi scapigliati
371
1932
le tenebre: il sospiro del flauto è soffocato da
372
1932
raffiche della pioggia e del vento, mi tuffano sempre
373
1932
piú grigi, quasi argentei, del deodàra: piú oscuri, quasi
374
1932
secolari, che la fede del popolo onorava come sacri
375
1932
emana dava alle sentenze del re-uomo l'infallibilità
376
1932
re-uomo l'infallibilità del giudizio di Dio. ¶ Quanto
377
1932
a pochi passi fuor del paese, svoltando a sinistra
378
1932
ai cascinali. ¶ Dal lato del sentiero che la costeggia
379
1932
appaiono, curve, l'alghe del fondo; e strani fioretti
380
1932
specie dove i ciuffi del verde lasciano allo scoperto
381
1932
acqua, secondo l'ore del giorno e i capricci
382
1932
giorno e i capricci del sole, vi si sbizzarrisce
383
1932
per me, un poco del suo segreto, che me
384
1932
della loro umida freschezza, del loro pianto nascosto: dolce
385
1932
passata fra le rive del Naviglio. ¶ È divenuta quasi
386
1932
costeggia fino al ponte del Laghetto, dinanzi all'ospedale
387
1932
accesi, è ancor caldo del sole che ora va
388
1932
un giardinetto a filo del canale. Di là dal
389
1932
Non ha mai chiesto del custode; pure, il suo
390
1932
folta, che la spalletta del Naviglio non si distingueva
391
1932
senza fede, avidi solo del guadagno, che non la
392
1932
ugualissime ai magnifici corsi del centro, rumorosi come giostre
393
1932
coi sospiri. Allegrezza fatta del desiderio e della speranza
394
1932
di curiosità dell'ignoto: del prepotente spirito per il
395
1932
è qualcuno, nel senso del volere fortemente. ¶ Una ragazzona
396
1932
l'ombra della cipria, del belletto, del rosso-lacca
397
1932
della cipria, del belletto, del rosso-lacca sulle labbra
398
1932
stile, nel violento contrasto del rosso col nero, col
399
1932
un costume di donna del contado: càmice di grossa
400
1932
nella piega della bocca, del cui sangue pare ch
401
1932
liscia, della sottana corta, del pull-over e delle
402
1932
e solo per mostra) del costume di contadina bulgara
403
1932
con la morbida attrattiva del sesso e gl'innati
404
1932
allungato fra l'attacco del pollice e dell'indice
405
1932
indice e il principio del polso. Piú l'arco
406
1932
sera, mi aveva dato del tu. Del tu, dalla
407
1932
aveva dato del tu. Del tu, dalla sua bocca
408
1932
per un momentaneo arresto del sangue in tumulto. Ma
409
1932
della sua vita morale, del suo carattere, del suo
410
1932
morale, del suo carattere, del suo intelletto: che nulla
411
1932
sguardo scrutava le sinuosità del palmo, cadevano sulla carne
412
1932
della novità d'amore, del miracolo di felicità. Giorno
413
1932
non per l'attesa del miracolo? Anche Marco era
414
1932
vano d'una finestra del salone di musica. Mi
415
1932
sono: mille volte sciocco. Del mio destino il padrone
416
1932
in compenso, un pochino del cosiddetto color locale riesci
417
1932
doveri della professione e del grado: noi due, io
418
1932
raccontarti, giungemmo la sera del quattordici, dopo non so
419
1932
a galla sulle acque del mare: il nome era
420
1932
fissazione. Verso le cinque del pomeriggio mi son messa
421
1932
per un ospedale militare del Veneto. Di Irene Paloski
422
1932
Iside. ¶ “Ma l'incrociarsi del mio arrivo a Varsavia
423
1932
a soffermarmi sulle cose del passato; e mi piace
424
1932
asciutta e al fiasco del Chianti. Io, che sono
425
1932
parentorio: una buona cristiana, del resto, piena di salute
426
1932
le piú variegate tinte del legno: le mani sembrano
427
1932
al sublimato. ¶ La risata del Lègora! Somiglia agli occhi
428
1932
lo stile, uno stipo del Settecento, o una mensola
429
1932
o una credenza cremonese del buon tempo. Prezzi da
430
1932
d'un prozio, eroe del quarantotto; e de' cui
431
1932
dell'azienda. ¶ Il babbo del Lègora è morto da
432
1932
ordinate piccole cataste. E del ricordo non riesco a
433
1932
ricorda di nulla: né del bello, né del brutto
434
1932
né del bello, né del brutto: dal piú umile
435
1932
riporti qui gli arnesi del suo mestiere, e la
436
1932
meglio. – E i piedi del canapè, ch'egli ha
437
1932
gli contano la storia del taglialegna che ha buttato
438
1932
sé, della propria origine, del proprio mestiere, della propria
439
1932
unita alla precisa intuizione del caso speciale; e da
440
1932
verso la difficile ricerca del lavoro. Al Paternoster Calista
441
1932
la nettezza e probità del suo spirito incidersi nella
442
1932
le rimaneva l'uso del pollice e dell'indice
443
1932
fatica perché i muscoli del collo le s'andavano
444
1932
sentire, me le rivelava del medesimo sangue, e d
445
1932
per l'aggressiva energia del carattere, l'acutezza e
446
1932
argento della bara e del carro: ne ebbe – strano
447
1932
lo temeva. S'amavano, del resto, senza dirselo. Quanto
448
1932
minuscolo grammofono al posto del cervello: simile a tante
449
1932
preti e i prossimi del sangue». Improvvisamente le parve
450
1932
parve che le persone del corteo, lei compresa, non
451
1932
piú che, per via del fanciullo, separarsi non si
452
1932
anni dopo, nella casa del figlio, già ingegnere e
453
1932
era che l'ombra del bel tronco d'uomo
454
1932
accese la lampadina velata del tavolino da notte, si
455
1932
pensiero; e le parole del pensiero si sovrapponevano a
456
1932
si sovrapponevano a quelle del libro. Finché le pàlpebre
457
1932
la rese immobile. Privo del lume dello sguardo, e
458
1932
era apparso in casa del figlio, l'ultima volta
459
1932
è l'incancellabile segno del passaggio d'un individuo
460
1932
ma ella intanto piangeva, del pianto interno, inconsolabile, che
461
1932
rasoio sull'ultimo limite del sonno, già non piú
462
1932
insieme della vita e del sogno, quella bambina vestita