Lorenzo Venier, La puttana errante, 1531

che approno le orecchie del core alla gran tromba

core alla gran tromba del quinto evangelista san Giovanni

che cava l'anime del limbo, e 'l corpo

inferno, e le borse del purgatorio. Onde io, alluminato

De lo stupendo ingegno del Veniero. ¶ Che più? Per

Venetia mia, che sei ¶ Del sol più chiara candela

l'orecchie a favore. ¶ Del mondo le prigioni tutte

de le forche e del foco. ¶ Ma la sfacciata

et a belletti, ¶ E del cul incantato son più

e de' confetti: ¶ Diventan del gran cul più ghiotti

ferrarese, ¶ E quella incoronâr del mio paese. ¶ XXIII ¶ Com

Com'a lo spicchio del sol i furfanti ¶ Corrono

cazzi; ¶ E 'n destrezza del cul maestro Muccio ¶ Perderebbe

doglia, ¶ E l'acquistò del mese di genaro ¶ Da

fuoco ¶ In quella paglia del cavall'errante: ¶ Ecco il

De la potta e del cul la minor parte

fe' tanto, ¶ Che sferrò del gran cul la chiave

comitiva; ¶ Promesse visitar peregrinando ¶ Del mondo ogni bordello a

miracolosamente ¶ La scanfarda cavò del fiume, e poi ¶ Dietro

forse ¶ Per l'allegrezza del cazzo novello, ¶ E pel

piva ¶ Stette su' Altezza del boia onorando, ¶ Senza mangiar

schiva ¶ Com'i romanzi del cantar d'Orlando, ¶ A

bocconi, ¶ E un mezzo del cazzo e de' coglioni

gaglioffa ria, ¶ Ch'ingaglioffito del su' amor gaglioffo ¶ Stassi

augusta eroica puttana, ¶ Che del suo cul il Culiseo

cuoco sciagurato, ¶ Ch'era del mal francioso il cimitero

di spavento. ¶ XXXII ¶ Come del gran bordel la Semidea

Semidea ¶ Sentì 'l colpo del cazzo traditore, ¶ Contra Rinaldo

faceva l'amore; ¶ Menò del cul la cristiana giudea

mena ¶ De le chiappe del culo ismerdolate, ¶ Ch'al

sté miga al rumor del padre sorda, ¶ Né stette

E sotto félla andar del baldachino. ¶ XXXIX ¶ Gì per

quell'uomo da ben del marzocco ¶ Vide l'alfana

altri bestiali infoiati leoni ¶ Del fotter a l'odor

Ma torniamo a colei del chiasso gemma, ¶ Del cazzo

colei del chiasso gemma, ¶ Del cazzo anello, centura e

amalato ch'esce san del letto, ¶ Quanto quel toro

o 'l frate, o del frate il poltrone ¶ O

Burchiello, ¶ Che nel Digesto del pesce di lona, ¶ Che

secchie ¶ Tengon l'acqua del pozzo, così ella ¶ È

falsari et usurai, ¶ Madre del tempo e suora di

suora di Megera, ¶ Moglie del morbo e figlia a

a la sciagura, ¶ Piscio del mondo e sterco di

e quaranta roffiani, ¶ E del fotter ben bene ho

de l'uomo e del cazzo. ¶ XXXIX ¶ Fra l

uomo. ¶ Or, secondario parlando del cazzo, ¶ Priemieramente parlerem de

ch'insegna madonna Palmiera ¶ Del fotter a cavar qualche

per colui, ch'è del capretto ghiotto, ¶ E schiffo

vole, et ogni otta, ¶ Del suo culo gentile e

presente più che volentieri ¶ Del culo e de la

giorno, ¶ Ch'era maggior del grande stuol moresco, ¶ Che

favello. ¶ XXVI ¶ L'ordine del trionfo or vi diviso

vessillo imperiale, ¶ I piaceri del qual fatt'ha 'l

Orpheo ¶ Donare le regaglie del letame. ¶ O salvatico Quinto

puttane gaglioffe use. ¶ XXXIX ¶ Del suono di fersòre e

fersòre e di padelle, ¶ Del batter de le man