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interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «del»

nautoretestoannoconcordanza
1
1930
passo concitato e folle del Tarmito. ¶ Il Rio, dopo
2
1930
bollivano come la scorza del pino sgallata dal solleone
3
1930
notturno stemprò il sangue del Tarmito che, affagottati i
4
1930
affibbiandola sotto l’ossa del mento, acciuffò due mannelli
5
1930
pelle diacciandola, i risucchi del fondo gli intenerirono la
6
1930
dei tartufi. Lo sciapo del sangue umano gli si
7
1930
davanti agli occhi ottenebrati del Tarmito. ¶ Lo spettro del
8
1930
del Tarmito. ¶ Lo spettro del negro, la nenia melanconica
9
1930
che sputacchiava i detriti del gesso fece ridere il
10
1930
intenerire il cuore acerbito del Tarmito. In un attimo
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1930
scese lungo le sponde del fiume e si assise
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1930
e rimpianto il ponte del Diavolo che con le
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1930
diceva che la catena del suo orologio era una
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1930
mese erano la meraviglia del luogo. Lassù asserivano, che
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1930
situato sulla sponda opposta del fiume, ci fu uno
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1930
per magìa, l’acque del fiume corsero a precipizio
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1930
e arconi. Le scaturigini del fiume parvero eruttare pietrame
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1930
sul capo, le ripe del Serchio rompevano i tuoni
19
1930
acqua parevano una benedizione del cielo. ¶ Il padre di
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1930
li troveranno sul ratto del fiume affogati. ¶ Niccolao aveva
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1930
mani stecchite tenevano quelle del figlio diaccie come la
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1930
e della valle e del piano, che i ragazzi
23
1930
fossero condotti sulle strette del fiume. Il giorno fissato
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1930
molte contrade, le sponde del fiume erano stipite di
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1930
di ritornare alle traversità del mondo. Chi ben sa
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1930
fin sotto l’ossa del mento quadrato, chiuse gli
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1930
tu li faccia uomini del tuo stampo. Ho parlato
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1930
di paragonare le cose del mondo alle divine — disse
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1930
come fratelli, le sponde del fiume eran popolate di
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1930
portato al di là del mare, sofferse tutte le
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1930
da Isaia. Una insenatura del Paranà portava il suo
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1930
d’Isaia. Sui cigli del Rio, intricati d’arbusti
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1930
sulla tomba. I risucchi del Rio parvero gorgogli di
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1930
labbra aperte e molli del poncho, i capelli ben
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1930
rossa greggia. Delle femmine del Matocò erano raffigurate in
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1930
della tormentatrice, sul rimanente del giovine corpo erano impressi
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1930
nell’aria. ¶ Nelle vicinanze del Rancho alberi millenari di
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1930
Dormivo affranto sulle sponde del Rio a piè della
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1930
disperso per le vie del mondo. I loro padri
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1930
sono al di là del mare che scassano le
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1930
e sopportare i rigori del gelo e sopportare gli
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1930
di qui. Nei segni del vostro viso scorgo che
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1930
snebbierà. Lungo le sponde del Rio avrete scorto un
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1930
incinte. Se le connettiture del fasciame gemono acqua si
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1930
ogni proprietà, anche quella del suo corpo vivente, ha
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1930
sotto lo sgrondìo verde del salice piangente e d
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1930
con il tono umiliato del prete quando sull’altare
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1930
feroci Toba nelle foreste del gran Ciaco, di Almerida
49
1930
correva al di là del tavolato, lento come un
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1930
parvero la eco ingigantita del picchiottìo dei piccoli fusi
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1930
fusi che la madre del Tarmito percuoteva furiosamente insieme
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1930
tritolasse all’amplesso vigoroso del mare. ¶ — Insegnatemi la via
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1930
lastroni oltre la selva del porto partita da dense
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1930
Passatore. Vita e avventure del celebre brigante Mayno Della
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1930
di libro esposta per del tempo all’acqua e
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1930
fuori testo, un autografo del grande Michele Bakunin. – E
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1930
una mano sulla spalla del Tarmito. Quella di lassù
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1930
i due. La testa del Profeta pareva arsa, i
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1930
come fiammelle, la tazza del cranio dove ribollivano le
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1930
cumulo di teschi, quello del Profeta, sarebbe staccato per
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1930
chiamai alla nuda purità del sacrificio, mi urlarono: Vile
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1930
la fiaccola nella mano del cieco, questa fiaccola non
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1930
assuefatti all’acrimonia mordente del Profeta l’ascoltavano attenti
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1930
pendolo, sull’ebano lucido del viso le labbra parevano
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1930
Egli aveva l’andatura del ragazzo quando è introgolato
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1930
Aldilik! Aldilik! All’ingresso del negro successe un silenzio
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1930
lo incontrai sul canale del paese. ¶ — Quante volte in
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1930
due parlavano nella casa del libraio dove il Tarmito
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1930
l’omino. ¶ La stanza del libraio era piena stivata
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1930
non è stato vittima del libro ma dei libri
71
1930
plurale. Ed ora dacci del cibo, Argene. ¶ L’Argene
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1930
su per le canne del naso penetrava col frizzante
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1930
naso penetrava col frizzante del tabacco pizzichino. La zuppa
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1930
di pesce. Le croste del pane poltigliavano sotto i
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1930
dell’impiccato, il ciabattino del suo paese. La testa
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1930
testa gli s’era del tutto pelata, la febbre
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1930
spazzola batteva sulla cassetta del lustra-scarpe, bleso, per
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1930
balle di juta traboccavano del caffè verde, il disco
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1930
poltiglia simile alla pasta del calzolaio, le fodere gialle
80
1930
zoccoli e la rupe del capo. Degli studiosi maschi
81
1930
il mondo sul vertice del cono. Quando la palla
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1930
tavolo, priva della cassetta del becchime impalpo, pareva una
83
1930
dei denti alle massime del vero. ¶ In un canto
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1930
cura: si trattava invece del tetro casone mortuario dove
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1930
di domare i germogli del sangue. Dopo lotte gloriosamente
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1930
scorci tra le fosse del petto incrudito e le
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1930
nuvola passò nel cuore del Tarmito: — Sì. — Il suo
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1930
Tarmito provò il ribrezzo del gelo. Lo condusse in
89
1930
in cui nel cortile del Casone l’imbianchino che
90
1930
davanti al pensiero smarrito del Tarmito. Anche le marionette
91
1930
si piegò sulle braccia del Tarmito come sciolta dal
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1930
graniti, sostengano l’impalcatura del cranio, un pelame bestiale
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1930
vigorose, artigliò un braccio del Tarmito nella morsa di
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1930
in bocca il sapore del sangue umano sciapo com
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1930
fragore e l’ansima del mantice, l’alito il
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1930
cadenzato come il ritmo del cuore di un colosso
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1930
rimaneva sotto la ventola del lume, metteva una luce
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1930
scendevano, anellati dal rigore del ferro, sulle spalle. Le
99
1930
e vigorose: più grandi del vero. Le gambe, scoperte
100
1930
la comparsa, nel teatrino del suo paese, nell’opera
101
1930
tomba avremo ¶ nei vortici del mar”. ¶ si gettava nell
102
1930
della luce il viso del Tarmito parve raddoppiato come
103
1930
una lente; i fori del morbo dilatati come bulbi
104
1930
ambigua sotto la rupe del naso ingrandita. ¶ La ragazza
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1930
eri con la ciurma del “Cretic”. ¶ — Sì. ¶ — E perchè
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1930
Io quando capitano quelli del “Cretic” scappo di sopra
107
1930
marmo, sopra quelle roventi del Tarmito esclamando: — Come bruci
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1930
fitta fitta col linguaggio del proprio paese. Il Tarmito
109
1930
richiamava disperatamente sullo sfacelo del suo viso un lampo
110
1930
le mattìe sul fosso del paese. ¶ — Vieni in camera
111
1930
d’acciaio il viso del Tarmito sbiancò, palpitando. L
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1930
eliche rompevano il fondo del mare lasciando dietro la
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1930
cadenti scandagliavano la profondità del firmamento. Sopra una spera
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1930
le pietrificava sul silenzio del mare. La volta celeste
115
1930
perle. Sul gran piano del cielo, tra il fiorire
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1930
a vela a discrezione del vento. Sull’argento abbagliante
117
1930
nascosti nei parchi misteriosi del cielo che mettevano il
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1930
che mettevano il fremito del vento sul mare. La
119
1930
gittato nel fondo pauroso del mare. Gli orecchi trivellavano
120
1930
rupi. ¶ Sul gran piano del cielo, quieto e senza
121
1930
nevi disciolte sul giogo del Pirenèo al cui impeto
122
1930
di conoscere il moto del cielo e degli astri
123
1930
degli astri, le profondità del mare, il volere degli
124
1930
udì come il mugghio del toro che, spezzate le
125
1930
ingigantito, preso dal timore del castigo, che si fosse
126
1930
fosse gettato nelle acque del suo paese e, seguendo
127
1930
di poppa più turchino del mare. ¶ Una vela bianca
128
1930
pece le tre vette del Calvario e le tre
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1930
croci. ¶ Una gialla color del limone che porta in
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1930
la corona della regina del cielo. ¶ Passano vele grige
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1930
a ciuffi sulla spiaggia del mare. Una donna tutta
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1930
bagnata, inginocchiata sui sassi del fosso, trema come una
133
1930
Tarmito riconobbe la sagoma del padre. ¶ X. ¶ La nave
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1930
bianco freddi. Le fiancate del “Cretic” alzavano una muraglia
135
1930
il silenzio. I vaporetti del pilotaggio sguisciavano sull’onde
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1930
attimo che la lanterna del porto accecò, nel cielo
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1930
aggelava sulla schiena curva del viandante che l’alzava
138
1930
dell’onde. ¶ Sulle sponde del rio l’ossatura di
139
1930
luce rossastra. ¶ I calafati del paese travagliavano costì sul
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1930
travagliavano costì sul ciglio del gran fiume. A quell
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1930
Cristoforo Colombo? ¶ La favella del paese tramutò al Tarmito
142
1930
di là. ¶ Il rossore del fuoco s’era diacciato
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1930
da ponente. Le calate del molo si stendono sempre
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1930
sono allineate dalla foce del Magra a Bocca di
145
1930
alga commisto alla salamoia del baccalà. Illuminato di giallo
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1930
il mare. ¶ — Sulla linea del Sud ci sono gli
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1930
dei sacchi alle spalle del colore del cielo, seguiti
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1930
alle spalle del colore del cielo, seguiti da cani
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1930
lanterna. Al di là del Bisagno stavano i casoni
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1930
scafi profilandoli sul fondo del cielo abbagliante. ¶ Gli emigranti
151
1930
aia rorida lo svettare del sole per capovolgere le
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1930
per capovolgere le mucchia del concio. I ragazzi belavano
153
1930
della schiavitù. ¶ Le eliche del piroscafo sconvolsero l’acque
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1930
Amedeo per i crivelli del vaiolo parve accendersi a
155
1930
saliva al bianco silenzio del cielo, dei leoni di
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1930
intrepidi fissavano l’arco del mare: CRISTOFORO COLOMBO. ¶ Il
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1930
quando andava in cerca del nuovo Mondo, il braccio
158
1930
MAZZINI ¶ CHE FU GENIO DEL SECOLO ¶ INTEMERATO CITTADINO ¶ APOSTOLO
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1930
SECOLO ¶ INTEMERATO CITTADINO ¶ APOSTOLO DEL VERO ¶ Il Tarmito contemplò
160
1930
ossa calcinate: “L’Italia del Popolo”. Sopra un tavolo
161
1930
dentro e le sforacchiature del vaiolo lo trapuntarono di
162
1930
colore e la freddezza del teschio, i pensieri erano
163
1930
bianchi ravvolgessero il rimanente del morto. Una parola sembrò
164
1930
stile acuminato le cervella del Tarmito: borghese. Egli sentì
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1930
gli crivellò le parti del viso non ingiuriate dal
166
1930
Tarmito sentì dai fori del viso gemere un sudore
167
1930
ed ebbe il tormento del dissanguamento lento, si avvicinò
168
1930
loro parole affebbrate, quelle del cieco colto dal delirio
169
1930
pensiero il viso vivente del cieco. Anche su quel
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1930
era seduto al cospetto del mare e il vasto
171
1930
l’altro al Golfo del Leone. Un soldo guadagnato
172
1930
Piuttosto udire il fiato del cammello che le preghiere
173
1930
pensiero al piccolo porto del loro paese, alle barche
174
1930
il dialogo al battito del mazzuolo. Ognuno sognava la
175
1930
adagia, ¶ e col rumore del mare in burrasca ¶ l
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1930
disse lui nelle vicinanze del Volturno. Noi lo portammo
177
1930
paranza nominata “La Madonna del Soccorso”, lo caricammo qui
178
1930
a tre miglia fuori del porto, io in persona
179
1930
s’andrebbe? ¶ — Nelle vicinanze del Volturno. ¶ — Appena là ci
180
1930
superato si bevve vino del Monferrato. ¶ — Ragazzo — mi disse
181
1930
la fine della “Madonna del Soccorso” che andò sfasciata
182
1930
luce apparvero le fumate del “Cretic” come se si
183
1930
abbacinati i riflessi abbaglianti del mare; ravvolti i torsi
184
1930
scendevano sui paternostri scarniti del dorso due code di
185
1930
dalla Versiera, la moglie del Diavolo, vestito di setè
186
1930
otre contenente una bevanda del colore della creolina che
187
1930
Schiave simili a quelle del Levante, come inebriate di
188
1930
rapiva tra gli urli del parentato. ¶ La Rossa e
189
1930
bastrè capitò la ciurma del “Cretic” a cui si
190
1930
carnagione, allogata nella casa del Verdone: ¶ Io vi vorrei
191
1930
le contava i battiti del polso. ¶ — S’è anche
192
1930
vaneggiava. ¶ Tutti i marinari del “Cretic” s’erano appaiati
193
1930
si sciolse. ¶ Nell’animo del Tarmito era rimasto, come
194
1930
era una fredda parola del Cieco. Cinica e spietata
195
1930
Fra la grand’Alpe del Carchio, bicuspide sanguinante di
196
1930
aveva graffito nell’anima del Tarmito scabra e dura
197
1930
piene, guidava a’ pie’ del paese. ¶ Dalla strada maestra
198
1930
membra hanno la pesantezza del marmo statuario, coi volti
199
1930
una sassaia col rombo del cataclisma. In quelle fiancate
200
1930
fe’ balzare nell’anima del Tarmito un’immagine avvolta
201
1930
i segni dei romani del tempo che s’erano
202
1930
COLONNE ¶ L’UMILE STIPE DEL COLLEGIO ¶ PER LA LIBERTÀ
203
1930
Filiberto impallidirono. — C’è del nuovo — disse Federigo attizzando
204
1930
una zattera a discrezione del vento. ¶ — Pensate a tutte
205
1930
dal pensiero della partenza del figlio. Ella aveva sognato
206
1930
stata sommersa nella profondità del mare, con l’alghe
207
1930
preso l’acredine virulenta del sale marino e il
208
1930
è lei; la Madonna del Soccorso. — S’avvicinò alla
209
1930
gobba alla rovescia. Figlio del Diavolo! ¶ — Proserpina, emendati! ¶ La
210
1930
ultimo giorno di permanenza del Tarmito, nella casa, si
211
1930
pensiero sulla grande distesa del mare, il cuore invelato
212
1930
le mani sul manico del martello che usciva dal
213
1930
s’annodò al tronco del figlio singhiozzando. Federico, aggruppatosi
214
1930
una selva. ¶ Le vie del paese risentivano l’albore
215
1930
paese risentivano l’albore del cielo, le darsene specchiavano
216
1930
le donne alla pila del pozzo si sciabattavano il
217
1930
refe nero. ¶ I cipressi del cimitero, ammassati sulla camera
218
1930
i bovi. La cantilena del mare e il ronzìo
219
1930
come uccelli sulla battima del mare e leggevano senza
220
1930
terra addosso! ¶ All’arco del Magra, apparvero le vette
221
1930
ciclopici ruinavano sulla sponda del fiume. La groppa della
222
1930
implacabile rettilineo, al contrasto del treno, pietrificava le barche
223
1930
sacchi esalanti il lezzo del cacio di pecora; il
224
1930
sulla fisarmonica le nenie del paese, altri cantavano sul
225
1930
che per le fessure del vetrame spezzato empivano i
226
1930
dal campo, il paiolo del focolare che s’agitava
227
1930
della “Navigazione” sulle calate del porto. ¶ Amedeo, benchè intronato
228
1930
l’andàna dei bastimenti del suo paese ormeggiati uno
229
1930
chiese il padrone. ¶ — È del paese. ¶ — Ma di quali
230
1930
di quali? ¶ — Il fratello del Gobbo, quel giornalista che
231
1930
vecchio accennò la distesa del mare. Tutti tacquero un
232
1930
fortuna, verso il sacrifizio del Matto e delle Fazzende
233
1930
folla tragittava sullo sfondo del mare nero luttato d
234
1930
tutto lo spurgo umano del porto. Giù nelle gargotte
235
1930
con gli occhi opachi del pollo sbollentato, la bocca
236
1930
trattava come nelle fiere del Levante. ¶ Al di là
237
1930
saponata, alitava il dolciastro del lievito inacidito. Sul pietrato
238
1930
sgabello, un vecchio marinaio del paese che cercava carta
239
1930
serata vicino alla gente del suo paese. ¶ — Compagnero — gli
240
1930
l’immagine della Madonna del Soccorso a cui era
241
1930
Egli raccolse il corpo del giovane Capaneo, lo sollevò
242
1930
sentì aggelare il corpo del fratello caduto. ¶ Il martirio
243
1930
della menzogna, dell’iniquità, del male e della morte
244
1930
nella taverna. La testa del cieco abbrividiva sull’intonaco
245
1930
esposti alle improvvise piene del fiume. L’unico conforto
246
1930
conforto è il pensiero del suicidio. ¶ In una radunata
247
1930
farò giungere sull’ali del vento una mia parola
248
1930
pugno contro la luce del sole. ¶ La potente ossatura
249
1930
sole. ¶ La potente ossatura del cieco la trivellavano i
250
1930
i tarli, l’ossa del cranio roventivano. Egli si
251
1930
raccoglieva annodato sulla battima del mare e con le
252
1930
che aveva i tremiti del mare. Una vela nera
253
1930
Allineati lungo il corso del fiume c’erano i
254
1930
braccia stecchite; i colpi del teschio battevano sulle fiancate
255
1930
una prigione. La fiammella del lume a petrolio era
256
1930
della nostra miseria e del nostro ideale. Io cammino
257
1930
avvolto nella parabola ascendente del mio spirito liberato e
258
1930
venti e le feste del sole elaboro l’egoarchica
259
1930
e rombano i venti del pensiero, per poscia librarmi
260
1930
tra l’ardente fiamma del sole meridiano e divinarmi
261
1930
e paradossali, su quelli del libro: — Attratti dagli abissi
262
1930
nella calce; il motriglio del libro gl’impastava il
263
1930
nel Tamigi. ¶ Le trava del Casone sembrarono precipitate giù
264
1930
chiarì qualcosa negli orecchi del compagno, il quale guardò
265
1930
spia. ¶ L’uomo era del paese ma nessuno dei
266
1930
Tutti uscirono dalla parte del fosso per un vano
267
1930
fosso per un vano del muro. ¶ Il fosso straripava
268
1930
spogli, scandiva i rabbuffi del vento e impiccoliva gli
269
1930
poi entrando nella bottega del ciabattino disse risoluto: ¶ — Parlerò
270
1930
ungeva la lesina prima del punteggio. La moglie del
271
1930
del punteggio. La moglie del ciabattino spraccata al canto
272
1930
ciabattino spraccata al canto del fuoco alzò la testa
273
1930
occhi sopra un pertugio del muro. Da quel piccolo
274
1930
essere spia? ¶ Il terrore del castigo aveva invaso anche
275
1930
invaso anche l’anima del ciabattino e nel convulso
276
1930
La sera la testa del ciabattino era ceralaccata in
277
1930
gl’intellettuali, gli uomini del compromesso, e aveva proclamato
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1930
fattisti. ¶ Inchinarsi all’autorità del calzolaio, quando avevano necessità
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1930
scarpe, o a quella del medico, quando necessitava il
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1930
sembrava una statua egizia del Nilo. Con una mano
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1930
gran corpo di basalto del Nilo egizio. ¶ — Le leggi
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1930
parlava con la placidità del fiume gonfio che porta
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1930
addossandosi alla grand’alpe del Carchio, il vecchio apriva
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1930
sotto il casco temprato del Gabberi c’era accampata
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1930
alba radiosa d’autunno del 1896 i gabellotti della Barriera
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1930
spuntavano affasciati gli arnesi del muratore, il martello, la
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1930
che aspettassero lo svettar del sole per prendere il
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1930
celeste. ¶ Sotto le spoglie del pellegrino c’era ascoso
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1930
che scolava dal tetto del carro, beveva con le
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1930
e sentì il ribrezzo del teschio, un altro lo
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1930
portarono a bruciare fuori del paese, il carro trabalzò
292
1930
domenica mattina alla messa del Vangelo. Il tempio era
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1930
ascoltava, impietrita, le reprimende del sacerdote era rotto dai
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1930
agitato, sollevato dalla rievocazione del sacerdote, passò come un
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1930
gli uomini si eccitavano del loro lezzo. ¶ Il venerdì
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1930
eran claustrali, alte nude. Del giardino che quando fu
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1930
avevano messo il busto del Re che gli era
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1930
i topi all’apparire del gatto. Ma il Giallone
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1930
Giallone aveva gli occhi del nittalopo, quello che nella
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1930
non usciva la messa del mezzogiorno. ¶ Dopo mezzogiorno nascosti
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1930
ho rimesso all’onor del mondo e per ricompensa
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1930
calamitato sotto la gronda del cappello e guardalo fisso
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1930
gatti, sotto la cappa del camino. I congeneranti si
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1930
trasudante untume, le maniche del casacchino che aveva rimboccate
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1930
sarebbe attortigliato al collo del bimbo e sarebbe andato
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1930
torno torno alla gronda del cappello, anche una cappottina
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1930
feste comandate, nel cortile del Casone ci facevano il
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1930
caluginosi, i capelli avevano del colore delle penne del
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1930
del colore delle penne del canarino tuffate nel sole
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1930
che dava sulle calate del fosso. Da quella parte
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1930
Tostochè scorgeva sulle scalette del Ponte o su quelle
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1930
provi! Furetto! ¶ Le scale del fosso, per quello di
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1930
da mezzanotte al far del giorno, nella Casa e
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1930
coro le streghe. ¶ Quella del campione rufolava con le
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1930
segnato. ¶ — Te certo sei del cento; non impregnerai mai
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1930
sparpagliavano, arrancando, nei pertugi del Casone. ¶ Tutti i venerdì
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1930
gesuiti gli avevano somministrato del tossico. — Guardatemi l’unghie
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1930
loro danno i numeri del lotto. ¶ — E tu leggi
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1930
intridere entro una madia del fior di farina mondo
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1930
d’ombre gli anditi del Casone. ¶ Gl’incappati sembravano
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1930
cappuccio lampeggiavano come luminelle del gufo. A quella scena
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1930
gobba, con la noce del collo strangolata, fecero una
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1930
di precipitare dal tetto del Casone e d’esser
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1930
leggeri che la spola del tessitore e son venuti
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1930
vederlo sotto la volta del tempio col saio, la
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1930
di spine scintillanti sangue del nostro Signore, le tanaglie
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1930
della mummia, i pertugi del vaiuolo tamponati di calce
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1930
salvatori, ecco i padri del popolo. ¶ I governi apprestavano
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1930
i cacciati dal pungolo del destino per le vie
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1930
destino per le vie del mondo, quelli che hanno
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1930
guardare nel breve ambito del suo teschio, gli segnalava
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1930
aveva la inflessibilità rettilinea del destino. ¶ Due della Sicurezza
333
1930
delle manette. Il corpo del cieco era ben proporzionato
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1930
uno spillo sulla noce del collo. ¶ Quando passava il
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1930
nel cielo. ¶ Il petto del veggente era stato squarciato
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1930
era dilatato. Ai piedi del cieco nello schianto della
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1930
di spazio il rotolio del treno. I treni lontani
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1930
greti e i poggi del Magra, appariva color del
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1930
del Magra, appariva color del mare e vele aperte
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1930
fiumara ovattava il rotolio del treno; i campi d
341
1930
per misurare la profondità del firmamento. Quando l’alba
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1930
sul saluto. ¶ Sulle braccia del molo, immerse nella freschezza
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1930
molo, immerse nella freschezza del mare, spiccavano i due
344
1930
Fratelli, siamo in vista del paese? ¶ — Sì, fratello! ¶ — Datemi
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1930
della Dina, il fratello del gobbo Bavarocchio e di
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1930
di che classe sei? ¶ — Del settantacinque. ¶ — Allora noi non
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1930
tradotta rasentava il cimitero del paese. ¶ I soldati, appena
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1930
schiarivano dei primi riflessi del cielo, sui tetti pigolavano
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1930
ardito fu sull’arcate del ponte gli si presentò
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1930
alla marina. La prigione del paese: una torre di
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1930
acceso dalle prime saette del sole; occupava buona parte
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1930
sole; occupava buona parte del cielo. Le immagini che
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1930
salutava fremente. ¶ Dalla parte del fosso una donna scarnita
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1930
dell’avorio; il cobalto del mare tra le bifore
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1930
resero il bruciaticcio sanguinolento del Carso. Dei pipistrelli gli
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1930
gli percossero la voltata del teschio... Veliki, Faiti, Palikisce
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1930
sotto la grand’Alpe del Carchio. ¶ L’ardito agguantò
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1930
ardito agguantò una spranga del Faro ed ebbe l
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1930
sollevato dal vasto palpito del mare lo portasse verso
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1930
isposa da un marinaro del luogo a cui piacevano
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1930
bava sbiacciuchente. Federigo aveva del domenicano sofista, l’alito
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1930
rogo, perchè dalle trombe del naso gli faceva rimbocco
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1930
Federigo grandeggiava il promontorio del naso sanguigno asprito di
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1930
conosceva anche l’arte del negromante. Sapeva versare a
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1930
bionda come le foglie del tiglio al lume settembrino
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1930
aveva la dolcezza ambrata del miele. La donzelletta sfocata
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1930
donzelletta sfocata dalla cecità del gobbo, appariva con la
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1930
gli calò nel mezzo del petto, gli occhi sottovetro
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1930
accartoccio tutto. ¶ I peli del viso e i capelli
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1930
viso e i capelli del gobbo diventarono aghi, agrì
371
1930
augnano, tu ti duoli del disperato amore, lei s
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1930
faccia ingiuriata dalle crivellature del morbo era noto a
373
1930
pini, respirati dall’alto del ponte ov’egli lavorava
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1930
a compassione... le belve del deserto han più cuore
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1930
portava più il segno del cristiano addosso: lo scapolare
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1930
annaspava verso il ritratto del loro padre. ¶ — Il mare
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1930
chiamavano così il quartiere del Casone, s’alzava una
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1930
era situata nel fondaccio del Casone e l’acqua
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1930
dal fuoco. ¶ Nell’interno del Casone c’era anche
380
1930
a petrolio, il ritratto del Nolano, un tavolino, erano
381
1930
morte eran diventati color del vino di strizzo. Nelle
382
1930
tante galline sul baston del pollaio e croccolarono: — Quel
383
1930
Inopinato, dietro il capo del morto si levò il
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1930
piazza impietrata. La volta del tempio e il prete
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1930
gli anni sui trabalzi del recado. Il tempo ha
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1930
fremeva nelle pieghe larghe del poncio, Josè era assorto
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1930
Osservandolo, dava la tristezza del falco incatenato. Di fianco
388
1930
addiaccio improvviso nelle acque del Rio, assommarsi sulle sponde
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1930
altro che il battito del cuore. Nelle mani attanagliava
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1930
albero, sciolta nell’acqua del Rio, produce un inchiostro
391
1930
lontana veleggiò nel cuore del Tarmito: la Patria! ¶ XIX
392
1930
don Josè al vertice del corno destro Luciano al
393
1930
atterriva. Era il temporale del cielo che si apprestava
394
1930
si adagiavano sulle sponde del Rio come le barche
395
1930
foresta sconquassata dai sibili del vento che davano i
396
1930
rimaste intatte nella volta del cielo incenerita, allamparono da
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1930
innalzarsi nell’azzurro acquoreo del cielo profondo, riflettersi nel
398
1930
più rattenuto dall’intrigo del bosco, precipitava nella pianura
399
1930
guida e gli uomini del luogo si inginocchiarono e
400
1930
prunaie, pervenuti alla sponda del Rio, tappezzato di verde
401
1930
segni cabalistici, al fruscìo del fogliame, un prezioso tappeto
402
1930
far fuoco sulla nuca del primo che cercasse di
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1930
capo entro la bocca del forno bollente. Gli alberi
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1930
bianchi ebbero il genio del commercio, altri ricevettero la
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1930
si misero alla ricerca del Grande Spirito per lamentarsi
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1930
Percorsero il vasto deserto del Ciaco, parlarono a tutti
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1930
ci condurrai sul luogo del supplizio. ¶ L’uomo fu
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1930
gli stampi degli zoccoli del cavallo di Nicodemo. ¶ La
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1930
che conduceva al luogo del supplizio. Smemorato girò come
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1930
incrinavano sotto l’alito del vento. Ivi il bosco
411
1930
gli occhi aveva fuori del capo. ¶ — Nicodemo fu ucciso
412
1930
carovanieri pervennero sul luogo del supplizio. Si approssimava la
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1930
schiarivano. Nell’orbite vuote del teschio, orlate di luce
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1930
tronchi incuoiati, le ali del bacino schiantato saldate sul
415
1930
la sagola, il profumo del catrame, il palpitar della
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1930
precipitarono al di là del mare e gli fecero
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1930
bianco sul drappo nero del cielo. ¶ — Pensate alla porta
418
1930
sciambrottava nella parte posteriore del viso, sotto l’arco
419
1930
viso, sotto l’arco del mento, come l’acqua
420
1930
trasparenza e la fissità del cristallo. ¶ Isaia aspettando nei
421
1930
si portava al limite del “luogo” e di là
422
1930
Egli vedeva il teschio del Tarmito insanguinato, ancor coperto
423
1930
riassumevano tutta la baldanza del cuore ferrato. Due della
424
1930
la casa, i portatori del cofano lo precedevano: giunti
425
1930
due massime: Chi ha del ferro ha del pane
426
1930
ha del ferro ha del pane. La rivoluzione è
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1930
si scorgeva il rosso del tricolore; il torso parve
428
1930
e giorni il supplizio del cilicio. Il Tarmito la
429
1930
era assopito sulle sponde del Rio. ¶ La servente indiana
430
1930
passava sugli ultimi palpiti del giorno. ¶ — Vai. È il
431
1930
vita echeggi. ¶ Sull’anima del Tarmito balenavano lampi di
432
1930
la madre, l’ombra del padre, abissatosi nell’Oceano
433
1930
egli portò il peso del suo corpo tribolato sugli
434
1930
ogni lordura, tristi fratelli del peccato e della espiazione
435
1930
pena risonanti col metallo del verbo medesimo: Cammina! Quelli
436
1930
che ha la voce del sordo accecato quando si
437
1930
si collegavano nell’anima del Tarmito che risovvenendosi, mandava
438
1930
la loro indomabile curiosità del dubbio: quelli che nell
439
1930
si tolgono il profumo del latte materno dalle labbra
440
1930
sotto la soffice terra del piccolo cimitero sperso in
441
1930
onde rompere il tedio del viaggio: Le memorie politiche
442
1930
era impressa l’effigie del martire: — Le norme direttrici
443
1930
ignari delle reali condizioni del Paese. Le sorti della
444
1930
non già nei rivoluzionari del 1848 i quali per gli
445
1930
dove riposavano l’ossa del Santo: Giuseppe Mazzini. In
446
1930
notte stellata l’animo del Tarmito si schiarì, il
447
1930
schiarì, il celeste fondo del cielo parve sfebbrarla, i
448
1930
aveva mangiato il fiore del loto per obliare il
449
1930
due palmi più su del pietrato, gli teneva fermi
450
1930
aggrinzata la pelle, spelato del tutto il capo, tritata
451
1930
luminella, e i peli del viso e le sforacchiature
452
1930
viso e le sforacchiature del vaiolo nero intravide il
453
1930
l’Al di là del Bene e del Male
454
1930
là del Bene e del Male di Federico Niestzsche
455
1930
Federico Niestzsche, la Conquista del Pane di Kropotin, e
456
1930
la formula: Chi ha del ferro ha del pane
457
1930
ha del ferro ha del pane. ¶ Mentre Cesare riannodava
458
1930
aggrappò a una tasca del Tarmito e insieme salirono
459
1930
che cuoce sulle labbra del cieco accattone e su
460
1930
accattone e su quelle del compagno che lo conduce
461
1930
mostro d’acciaio ridesse del dialogo udito. ¶ Sulla coverta
462
1930
un abito color fungo, del colore medesimo egli aveva
463
1930
mordente riaffiorò sulle labbra del Profeta. ¶ — Noi, voi, — corresse
464
1930
aveva sconvolto la faccia del Profeta. Il Tarmito ascoltava
465
1930
la calafatatura sul risegolo del fasciame. Era sceso in
466
1930
poppavia: contro la luce del vespro aveva l’imponenza
467
1930
destino! Il Tarmito era del tutto estraneo, osservava attento
468
1930
sono la facile sapienza del popolo, passata traverso l
469
1930
Profeta. ¶ La grande particola del sole, in una raggiera
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1930
tuffarsi nel calice argentato del mare. La nave che
471
1930
dei sartiami alla volta del cielo. L’Oceano lentamente
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1930
acqua balenavano il fondo del mare. ¶ I passeggeri di
473
1930
era attristata dal profondo del mare, umiliata dalla sua
474
1930
ripa. ¶ — Al di là del mare è l’allegria
475
1930
sacco” nella stiva mostruosa del “Cretic”. ¶ Sdraiato sul cofano
476
1930
Mai più! ¶ I battiti del cuore andavan lenti. I
477
1930
di Nicodemo nella foresta del Gran Ciaco, e disse
478
1930
lo assistevano nell’ora del trapasso. ¶ La notte il
479
1930
all’indietro, la noce del collo, grosso come una
480
1930
fece sovvenire i bestioni del Gran Ciaco che gli
481
1930
poco udì la fiataccina del cane. Si volse e
482
1930
Tarmito fissò gli occhi del cane da vicino. La
483
1930
strozzato, dopo la schiena del cane, apparvero due uomini
484
1930
fece diacciare l’ossa del Tarmito. ¶ — Triste presagio! — egli
485
1930
viso l’alito caldo del cane. Il Tarmito s
486
1930
nel folto. ¶ Dal folto del giardino, dopo poco, si
487
1930
diresse verso le calate del carbone dove stanno, all
488
1930
si schiantava nell’anima del Tarmito: i ricordi franavano
489
1930
lutulenti e il marciume del porto: ma egli sarà
490
1930
avevano appesantito l’ossa del Tarmito, lentamente egli si
491
1930
mare. ¶ Gli occhi supplichevoli del cane ricordavano al Tarmito
492
1930
quelli affebbrati a stanchi del suo fratello più piccolo
493
1930
avrà resistito all’urto del tempo. Ne era passato
494
1930
scalpellato fitto. Nel cimitero del paese, sulle tombe dei
495
1930
il cielo, coi toni del cotone, sembravano una immensa
496
1930
ape nel gran bugno del cielo, il Tarmito stava
497
1930
gli apparve il pietrato del cortile. ¶ Di lassù tutto
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1930
di là si voltò: del tempo passato non vide
499
1930
commiste all’afato respiro del porto stigliavano la gola
500
1930
della caserma, dalla parte del mare scalpellava una cupola