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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

concordanze di «dell»

nautoretestoannoconcordanza
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1930
poneva uno a spigolo dell’altro per misurare la
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1930
aveva l’acceso candore dell’avorio; il cobalto del
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1930
parvero esultare nel fondo dell’andito scuro. ¶ La voglia
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1930
nere marcavano la cresta dell’orbita, gli occhi ardenti
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1930
ribevve. Tirati i ganci dell’arsaglino il gobbo fu
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1930
aveva sposato l’idea dell’Anarchia. La signora Dina
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1930
campo fangoso. Dai fori dell’impiantito spuntavano teste di
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1930
beveva con le cavità dell’orbite e receva l
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1930
il petto. Sui candeli dell’altare volandole gialle, alitavano
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1930
scolavano come il pennello dell’attacchino. ¶ — Mi avete a
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monache: anche le mura dell’orto eran claustrali, alte
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1930
che fai più ribrezzo dell’olio di ricino. ¶ — Bada
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Specchiati. — Era la stampa dell’età dell’uomo, quello
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1930
la stampa dell’età dell’uomo, quello scaleo aperto
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dietro e davanti, con dell’olio lavato nell’essenza
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morissero tutti i diavoli dell’inferno io non erediterei
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il Crocifero, i ragazzi dell’affogato si tirarono sulla
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1930
erano certo segni manifesti dell’insidie di Satanasso. ¶ — I
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il Caldaro. Sul muro dell’orto: Morte ai frati
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1930
tavolo, feriva il volto dell’antesignano e gli apriva
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città. Là il seme dell’idea era stato gettato
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1930
armi contro la resurrezione dell’uomo. Sui monti, nei
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1930
conio della potenza e dell’audacia. Le occhiaie sotto
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1930
tra le nude pietraie dell’isola di Tremiti e
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1930
alla carne il pallore dell’avorio. La trama delle
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1930
gli uomini della menzogna, dell’iniquità, del male e
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1930
i salicastri sul ciglio dell’Arno sembrano d’argilla
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Là giacciono i forti dell’idea esposti alle improvvise
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1930
uomo toltosi il berretto dell’antico viandante lo sgrondò
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1930
neri, sotto la rupe dell’osso frontale si scheggiavano
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1930
della iniquità, le fosse dell’impotenza, il misterioso graffito
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1930
briglie alla pura nudità dell’istinto tra il contrasto
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1930
assurdo e sublime mistero dell’universo. Io irrompo tra
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divinarmi nel palpito dionisiaco dell’istinto amoralistico. ¶ I ragazzi
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che aveva la dignità dell’Apostolo. Egli traeva di
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Ora abbiamo la caduta dell’uomo. ¶ L’apostolo si
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1930
dei sensi, il delirio dell’amore per la compagna
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buoi. ¶ Lo sconnesso esaltatore dell’io, turbinato dalle allucinazioni
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1930
fogliame di una magnolia dell’orto dirimpetto. Una ventata
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assiderato, di sul sogliolo dell’uscio, avvincò il capo
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1930
occhiello. L’uomo aveva dell’imbalsamato. Una barbetta patita
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l’effigie nella rubrica dell’infamia. ¶ Il padrone conturbato
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1930
s’avvicinò al volto dell’uomo, lo scrutò e
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1930
aveva proclamato la signoria dell’istinto. ¶ Quelli della Delenda
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atto alle imprescindibili ragioni dell’istinto con il fatto
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aver fatto la vita dell’uomo-natura. ¶ Nell’isola
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1930
Nilo egizio. ¶ — Le leggi dell’uomo cambiano, le leggi
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Quando veleggiò al largo dell’isola aveva le vele
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1930
udiva anche l’ondeggiar dell’erbe e il fremito
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1930
incamminato verso lo sfacelo dell’Apocalisse. ¶ I campi scassati
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immaginari che nei furori dell’impotenza si scagliavano contro
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1930
omero poggiato sulle fiancate dell’Altissimo, come un gigantesco
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1930
si vedevano gli alberi dell’orto fioriti di celeste
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1930
disse: ¶ — Io, in coscienza dell’anima, non ho da
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riposo, pensò alle sepolture dell’Oceano, il cimitero sterminato
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1930
calcati giù dal gravame dell’acque, respinti su dai
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1930
apparvero le vette ignude dell’Alpi. Le fiancate a
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sacchi, appoggiati al manico dell’ombrello, tenevano in collo
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insidrite come la scorza dell’olivo nel verno, dai
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spalancate al di là dell’Oceano. Ora questa plebe
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pollacconi; commiste alle altre dell’alfabeto impastate dal vento
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1930
ormeggiati uno a fianco dell’altro. Coll’istinto della
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suol fare la gente dell’Oriente, mangiava una ciurma
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1930
camminerai quanto il pensiero dell’uomo e ti sembrerà
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fluttuare continuo, col ritmo dell’eternità, riempiva l’intrico
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mai messo piede fuori dell’uscio, pensò: Come faremo
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1930
porto alitava il dolciastro dell’alga commisto alla salamoia
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1930
si sedette sulla testa dell’arganello guardando la città
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altro; sparpagliati sul rimanente dell’impietrato, giacevano uomini neri
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1930
che aspettasse l’ora dell’arrembaggio alla città alta
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1930
s’alzava dalla spera dell’acqua vacua e fumante
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1930
messi uno a spigolo dell’altro, qualcuno pareva ruzzolato
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1930
la fissò attento: — Uno dell’antichità. ¶ La testa della
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1930
sopra pensiero. La città dell’interno era grigia, nera
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1930
orza perchè l’impeto dell’acque rompeva il governo
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1930
della terra, il vento dell’Alpe, il fogliame, gli
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1930
questa età, a repentaglio dell’onde infide. Me lo
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1930
al mare. ¶ Le lamentazioni dell’avvinazzato fecero pensare tutta
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1930
verso le terre estreme dell’Alaska. Tutti avevano circonnavigato
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1930
apparsa sulla linea palpitante dell’orizzonte. ¶ Amedeo stazionava verso
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1930
al collo. I battiti dell’acqua sulla calata, davano
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1930
fatto; uno di quelli dell’Indie basse che sembrano
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1930
diacciò come il ferro dell’ancora, tremò sospeso sopra
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1930
che aveva lo sciapo dell’alga, con la testa
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1930
pesante come il maniglione dell’ancora, e le gambe
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1930
la testa al gancio dell’argano, sollevato e gittato
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1930
mare echeggiava il battito dell’ugne. ¶ VIII. ¶ Su di
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1930
si sgretolava al battito dell’onde, una chiocciata di
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1930
sonore come le scalpellature dell’onda, il braccio di
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1930
dal sonno al dondolìo dell’Oceano. Il ghindò col
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1930
metteva addosso il ribrezzo dell’abisso. ¶ Le vittime delle
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che, spezzate le strambe dell’ammazzatoio, fuggisse impazzito sul
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erano apparsi sulla linea dell’orizzonte. ¶ IX. ¶ Tra la
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la notte. ¶ Sulla panchina dell’orizzonte, di basalto lucente
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1930
Oceano ha lo strepito dell’ossario rimosso. ¶ Il salmastro
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di catene; un tonfo dell’ancora e si fermò
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1930
argento erano al dondolìo dell’onde. ¶ Sulle sponde del
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1930
di “pinga”, all’apparire dell’ospite si voltarono dipinti
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1930
rosso lupinaro. Le mani dell’omino gentili gentili come
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1930
una mano sul torace dell’omino che lo copriva
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vili, indegni della libertà, dell’uguaglianza, della giustizia.. ¶ — Parole
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1930
corso alla dialettica amara dell’uomo sagginato. Gli ascoltatori
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1930
andarono verso la casa dell’impiccato per rilevare i
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c’era la casa dell’impiccato. Il Tarmito rimase
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sgabello, vide lo zio dell’impiccato, il ciabattino del
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lultrascalpe lultrascalpe. ¶ La famiglia dell’impiccato trafficava con un
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1930
sul nero. La moglie dell’impiccato aveva il viso
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stato calzato dallo spettro dell’impiccato e si fosse
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pareva ravvolgere il cadavere dell’impiccato. ¶ Il concime dotto
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1930
voce rischiarata dalla freschezza dell’ora, pareva venire di
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1930
e sangue. La testa dell’arnese era una di
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1930
polla stillata dalle barbe dell’albero, il sottile taglio
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1930
domenica e le prime dell’altro giorno, saldate nel
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1930
sotto vetro, coi palpiti dell’onde di bianco stemprato
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1930
s’aggrappò ai vilucchi dell’altra sponda, saltò sull
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1930
denti occipitali, le cervella dell’ossa tufosa si rimpolparono
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gigantesco. ¶ Il quadro tragico dell’impiccato, il groviglio dei
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1930
tesoro entro il coppo dell’olio, un altro sotto
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1930
morti stagnanti nel centro dell’America, tra le boscaglie
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1930
e leggeva la trama dell’ossa nella pinguedine. Il
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parlava con la sicurezza dell’Oracolo. Tutto lustrente d
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l’uscio col manico dell’ombrello. S’aprì. Niccolao
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si ravvolge al piè dell’albero con la testa
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stoppie e l’urlo dell’uragano saliva nell’aria
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si assise al posto dell’ospite, Isaia si volse
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bisognerebbe spalmare le fessure dell’anima con pece bollente
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in eterno sulla soglia dell’ignoto. — Isaia lesse: — Solo
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una parte all’altra dell’orizzonte desolato. ¶ I carovanieri
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sogliono gettarsi nelle vicinanze dell’acqua. Abbeverati i cavalli
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limo giallo; sulle sponde dell’insenatura sgrondavano i noci
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si dette alla ricerca dell’uomo. ¶ Una calma spaventosa
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1930
gravava sulla boscaglia foriera dell’uragano che all’orizzonte
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furono piantate sulle tempie dell’indiano: ¶ — Confessa il luogo
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membra assuefatte all’asprezza dell’addiaccio, non tolleravano più
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gruzzaie, al di là dell’Estancia, v’era la
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muovere il ritmo alternato dell’acque. Presentimenti oscuri alitavano
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sul libro. Ai piedi dell’ometto c’era una
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le Lezioni d’astronomia dell’Aragò, il manuale di
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a mettervi al servizio dell’umanità la quale oggi
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che nelle ore estreme dell’ultimo certame si fa
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fissò le cavità vuote dell’orbite ed esalò: — Mai
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per salvarlo sull’orlo dell’abisso in quella bestia
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verso il giardino deserto dell’Acquasola. Gli uomini persero
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andana, una a murata dell’altra, le chiatte. Appena
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della merceria, l’agro dell’anilina, il collame della
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pantaloni guardò la travatura dell’andrione uguale, il pensiero
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della voragine, la vertigine dell’abisso, avevano trovato uno
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egli aveva udito gente dell’antichità che combatteva a
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pietrato, la ciarpa celesta dell’ufficiale metteva uno sdriscio
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inastate contro la resurrezione dell’uomo. La mitraglia fe
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nel cuore il profumo dell’erba Santa Maria, quella
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ralle-ra lla-là. ¶ Dell’acqua corrente incanalata nella
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quel cieco dal mal dell’anguilla. ¶ — Sì. ¶ — Poi fu
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una e il diaccio dell’ossa lo fece rimanere
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carne annerisce come quella dell’uccello di rapina. ¶ — Son
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sogno con la dolcezza dell’adolescenza; quando per la
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il lino sul pietrato dell’aia. Gli eterni battiti
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condurranno tra i falaschi dell’Adria vicino al mare
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dal falasco. Lo sciapo dell’alga palustre ritemperava l
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aria salmastra. Nel verde dell’erbe scoppiettavano lucciole. ¶ Al
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l’arcate della loggia dell’organo speculava sulla stazione
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una bodda. ¶ Il diaccio dell’alba che serenava sui
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cielo levava i bollori dell’acqua sotto il fremito
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il corpo: i panucioli dell’unto introgolavano loro la
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mascelle serrate schizzavano fuori dell’orbita due occhi d
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sepolcri, sotto i rovesci dell’acqua, rimettevano fuori l
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il pane nella ciotola dell’aia dove beccano le
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rospo saltella sull’umidore dell’erba. ¶ — Chi semina con
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grano marzuolo, delle bietole, dell’ortaglie, delle carote, del
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piovana scolava dal convesso dell’elmo sulle fosse del
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ferme e al disopra dell’arco di vetro, schizzavano
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dove sfiatava il puzzo dell’uova corrotte. ¶ Nello sguardo
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Quelli colti dal furore dell’inedia si percuotevano il
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gittò ginocchioni sul pietrato dell’aia. ¶ Nel cimitero del
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femmina con la risoluzione dell’assassino. ¶ XXXIX. ¶ La terra
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fanterie. ¶ Santippe e Verginella, dell’orrido Casone, Saffo e
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messe la pamela luttata dell’esercito della salute e
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motore aveva i sospiri dell’agonia. Le bombe scamozzavano
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nel morire. ¶ Gli schizzi dell’acqua piovana, il pietrisco