parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Moresco, Gli esordi, 1998

concordanze di «della»

nautoretestoannoconcordanza
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1998
risalire al primo piano della villa. ¶ Mi avvicinai alla
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1998
veloci tra i colombi della piccionaia, avvertivo tutt’intorno
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1998
nel cerchio di luce della piccola torcia che la
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1998
a manovrare dalla sommità della scala. La spostava leggermente
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1998
piccolo fascio di luce della torcia. ¶ «È tanto che
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1998
essere già nella camera della Dirce e di Lenìn
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1998
occasione da un cassetto della Dirce. La seguivo tastando
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1998
la mano. Come quelle della scala e dello stanzone
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1998
perché tutto il resto della stanza era privo di
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1998
per illuminarmi col fascio della torcia. Dovevano esserci ogni
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1998
perché il piccolo fascio della torcia era adesso puntato
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1998
forse dalla vestaglia elettrizzata della Pesca, attiravano i miei
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1998
parte opposta. La torcia della Pesca si riaccendeva di
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1998
provocato che dal frusciare della sua vestaglia elettrizzata. Mi
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di vedere il cerchio della torcia allungarsi e deformarsi
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girati dalla stessa parte della testa, in fondo al
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1998
dal fascio di luce della torcia, si distingueva appena
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1998
negativo sotto la luce della torcia. Passavamo oltre. La
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1998
cuscini, quando la torcia della Pesca all’improvviso s
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1998
ruotare vicino alla testa della Pesca, tapparle la bocca
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sprofondare verso la zona della torcia, nella sua luce
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1998
gli occhi. Il bagliore della torcia rendeva tutto il
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1998
sotto una guancia addormentata della Pesca. Pochi istanti dopo
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1998
già passata gran parte della notte perché un frammento
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1998
vidi che il vano della porta si era illuminato
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girata verso il vano della porta, vedevo nell’altra
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Lo vedevo nel vano della porta, mentre leggeva da
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le dita una spina della luce. Poi vidi che
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1998
occupava l’intero vano della porta. Indossava l’abito
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Indossava l’abito scuro della festa, anche se aveva
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1998
Si aggiustò il nodo della cravatta, poi tornò di
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1998
nonostante tutti i rivolgimenti della notte. L’infilai molto
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1998
a una delle finestre della villa. ¶ Entrai quasi correndo
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prima in quella parte della villa. Sulle sue tovaglie
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1998
primo piano. La porta della mia stanza era socchiusa
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nella serra! Dal resto della villa venivano segni di
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migliore sotto il colletto della veste, aggiustandolo bene con
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sbattevano contro le maglie della rete, piombavano giù dall
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stesso, tenendosi il nodo della cravatta con due dita
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1998
alla voliera. Sulla porta della legnaia era apparso di
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altro sulla muraglia diroccata della massa, ondeggiavano sulle sue
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nuove correndo sulle immondizie della massa. ¶ Si era avvicinato
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stavano appollaiati sul davanzale della bifora, segno che i
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1998
contro uno dei lati della bocca, si era tolto
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per il continuo ruotare della Terra nello spazio, e
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1998
a uno degli angoli della serra. Attorno alla lunga
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1998
più irriconoscibili a causa della luce. Distinguevo appena qualche
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le lastre di vetro della porta, nelle loro intelaiature
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1998
il muro mezzo sfondato della massa. ¶ Stavano anche murando
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piccoli segni col taglio della cazzuola, per imitare la
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1998
raccoglieva con la punta della cazzuola una così piccola
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1998
ferro all’estremità sfilacciata della canna, la fece ruotare
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1998
istante sulle finestre gremite della villa. Fece ruotare ancora
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quello di Maciste e della Pesca, scivolava di lato
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spazio, dietro le finestre della villa qualcuno cominciava già
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in qualche punto profondo della terra. ¶ Sollevai leggermente la
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il muro di cinta della massa. ¶ Tra gli strati
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tempi lontani dalle finestre della villa e poi fracassati
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a lungo dal tetto della ghiacciaia, prima di decidermi
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una zampetta all’altezza della minuscola bocca, come per
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corpo nell’esatto momento della ricaduta. Vedevo il gatto
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nel centro tutto franato della massa. Con le gambe
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zona ancora più lontana della fossa. ¶ Cercai un punto
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di sotto del corpo della bestia e con un
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era appoggiata al muro della massa. Emetteva una nota
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quale pulivano le maniglie della villa. Sotto di lui
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1998
stanza per il cambio della fasciatura, chiudendo a chiave
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dinamo contro il fianco della ruota, che rallentava di
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forse persino dalle finestre della villa o da quelle
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1998
villa o da quelle della casa di Lenìn. Se
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sbandava sui bordi arrotondati della montagnola, balzava fuori e
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scaturivano dall’aria rovente della notte o se nel
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ancora sullo stesso gradino della scaletta esterna, e corrugava
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di recitare le orazioni della notte inginocchiato vicino al
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1998
ancora al solito punto della scaletta esterna. ¶ Continuai a
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a lungo dalla sommità della ghiacciaia. Ero molto lontano
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dei tonfi dalla parte della villa. Mi girai per
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1998
uguali. Fissai la facciata della villa. Una delle ante
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a respirare. I vetri della serra tremavano nelle intelaiature
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la porta tutta vibrante della serra. L’attraversai in
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il parco a cavalcioni della moto, mentre Lenìn gli
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1998
si era impossessato fulmineamente della zampa. ¶ Non l’avevo
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1998
se stessa nel vento della corsa. ¶ Nel cortile Lenìn
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più. ¶ Veniva dal resto della villa un suono di
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1998
doppio nodo all’inizio della fasciatura. La garza si
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sul pavimento, mi stupivo della sua incredibile lunghezza. ¶ Ero
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sentii che la maniglia della porta si stava abbassando
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piano, dall’altra parte della porta. ¶ “Chi sarà stato
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in un momento qualsiasi della giornata, un giro dopo
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alcuno spigolo al termine della fasciatura, prima di ritornare
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1998
fermo l’intero cilindro della fasciatura. ¶ 9 ¶ Le nozze ¶ Erano
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1998
dove sistemarli all’interno della villa. ¶ «Stanotte dovrai andare
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cena. ¶ Il primo piano della villa era quasi deserto
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1998
in una lunghissima pausa della conversazione. Guardai verso la
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1998
perché anche le finestre della villa erano state tutte
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delle ante. La porta della serra era stata bloccata
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1998
sbattere contro la colonnina della bifora. Ormai erano scesi
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1998
piccoli versi sul pavimento della piccionaia, accalcandosi attorno a
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era salito dalla parte della legnaia, arrampicandosi su quella
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scale, poi il suono della porta della serra che
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1998
il suono della porta della serra che veniva chiusa
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1998
Guardavo stupito l’interno della stanza, nel leggero rimbombo
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stanza, nel leggero rimbombo della porta appena richiusa, quell
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molti ospiti all’interno della villa. Alcuni si fermavano
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solo i dischetti lucenti della base. Sparava di nuovo
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potevo vedere dalla finestra della mia stanza, dal tetto
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mia stanza, dal tetto della ghiacciaia o della grotta
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tetto della ghiacciaia o della grotta. Arrivavano di prima
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sotto la trama sottile della pelle, e a volte
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1998
di fronte ai vetri della serra. Ne scendevano uomini
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Altri, ormai all’interno della villa, li guardavano senza
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nella villa. I fratelli della Pesca camminavano avanti e
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sullo zoccolo di vetro della serra. Arrivavano dalla cucina
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1998
stava salendo le scale della villa con la pentola
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i piedi dei fratelli della Pesca, che continuavano a
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sue maglie, come quelle della giovane coppia che fumava
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il fogliame, sul tetto della grotta, che nessuno poteva
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altrettanto invisibile ai piedi della montagnola o dietro il
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spegneva nell’acqua nera della vasca e tutto il
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1998
indugiava ancora nella cucina della villa, di fronte alla
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più intricati dalle parti della montagnola, sempre più bui
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cortile. Passavo all’interno della grotta, e poi sul
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intruppati verso la porta della legnaia spalancata, sospinti in
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1998
l’altra le finestre della villa, mentre i passi
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1998
corridoio penetrava nello spiraglio della porta, e Turchina teneva
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andarsene via nel corso della notte. ¶ Spegnevo la luce
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1998
salivo al primo piano della villa, vidi che la
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nel punto più alto della scala. ¶ La guardai. Era
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1998
dallo zoccolo di vetro della villa, fino alle metalliche
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porosità dell’intonaco esterno della villa, si fermavano sulla
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Circoncisione ¶ Seduto sul tetto della ghiacciaia col libro di
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discendere la scaletta esterna della casa. Era molto lontana
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una volta alla sommità della scaletta. La guardavo e
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il fogliame, il volto della Pesca mi appariva per
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Poteva appenderlo ai muri della propria casa o a
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casa o a quelli della legnaia e delle scuderie
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lo spigolo più nascosto della stessa villa, perché c
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e che il volto della Pesca era apparso di
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ondeggiava tra le mani della Pesca, la cui capigliatura
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1998
allo zoccolo in vetro della villa, lo Ziò intento
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una lente, all’interno della serra, mentre accanto a
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Dietro una delle bifore della piccionaia Lenìn stava camminando
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a una delle finestre della villa. ¶ C’era un
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ero intento al cambio della fasciatura giornaliero. Srotolavo la
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sotto il tacco lucente della scarpa. ¶ Girai l’angolo
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che portavano sul tetto della grotta. Mi sedetti su
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po’ fuori dal colletto della veste. Guardavo, spostando un
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volta sopra quella minerale della grotta, una fila di
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matte all’altro lato della strada deserta, polverosa, i
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marmo, in certi punti della montagnola e anche all
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e anche all’imbocco della grotta. Altri fili delle
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lato verso la porta della serra, un po’ sollevati
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a suonare nella zona della montagnola, una coppia stava
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a scendere dal tetto della grotta. Fuori dalla cupola
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gesto sembrava far parte della danza. Una coppia ballava
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tutto il cunicolo buio della grotta, i loro volti
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di coppie in direzione della montagnola. Anche il Nervo
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salito al primo piano della villa, ne stava scendendo
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corsa verso la zona della montagnola, un po’ chinato
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loro. Dal tono emozionato della sua voce e dal
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di danza a seconda della zona musicale, alzando i
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sollevati fino alla porta della serra. Altri fili erano
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no, perché la colonnina della bifora attraversava l’immagine
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che portava sul tetto della grotta, quando la Pesca
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cortile, neppure dal tetto della ghiacciaia merlata e della
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1998
della ghiacciaia merlata e della grotta. Non capivo in
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a finire all’interno della grotta perché sentivo un
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fatto sventolare. L’abito della Pesca, invece, frusciava senza
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1998
dita o col palmo della mano, avvertivo la sua
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1998
usciti dall’altra parte della grotta. Sul giradischi il
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1998
spiegò sorridendo, «come quella della pesca!» ¶ Venivano già dal
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1998
assieme contro la rete della gabbia, quando la moto
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1998
rapidamente declinando. I vetri della serra riflettevano già i
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borchiato era diventato color della brace, si stava spegnendo
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1998
vimini accanto all’imboccatura della grotta, col suo fucile
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1998
faceva riflesso sui vetri della serra. Non sembrava neanche
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1998
di fronte ai vetri della serra il piede dello
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1998
il tucano, dall’interno della loro teca di cristallo
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1998
Lenìn e i fratelli della Pesca avevano cominciato a
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1998
a parabola dalla bocca della statuina di terracotta e
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1998
e con le penne della coda tutte arruffate, stava
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1998
sasso giù dalla bifora della piccionaia. Credevo che si
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1998
manciate attraverso le maglie della rete, e gli uccelli
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1998
erano già nel cielo della villa. Li guardavo, pochi
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1998
e la macchia scura della mia veste avrebbero potuto
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immobile dietro la colonnina della bifora, con l’orologio
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1998
di vedere i fratelli della Pesca barcollare in mezzo
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1998
sopra del parco e della villa vibrava per l
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1998
inclinate del parco e della villa, le cui linee
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1998
il viaggio, le piume della sua testa erano indurite
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1998
in ginocchio sul davanzale della bifora. Dalla parte più
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1998
un saltello nel varco della bifora. Bortolana lo afferrò
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1998
Eravamo già nelle vie della città, dove molti sciamavano
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1998
del sedile nel vento della corsa. Vedevo la spina
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1998
sbalzare dal cuoio lucente della tuta. Chiudevo gli occhi
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1998
tale concentrazione all’inseguimento della motocicletta da cui era
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1998
midollo. Afferravo un lembo della mia veste con la
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1998
troppo vicino ai raggi della ruota. ¶ Poi qualcosa mi
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1998
seduto sul fanalino posteriore della moto, che doveva avermi
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1998
inerte sotto le ruote della moto. Imboccò un secondo
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1998
l’espressione del muso della fiera rampante sullo stemma
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1998
lo spigolo di vetro della serra. Camminavo tra due
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1998
lato dall’altra parte della rete. La luce cominciava
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1998
e pullulare in zone della corteccia sempre differenti, aumentavano
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1998
per la rotazione incessante della Terra nello spazio. ¶ Le
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1998
nello spazio. ¶ Le finestre della villa erano ancora chiuse
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1998
Mi accostai ai vetri della serra. All’interno i
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1998
mia veste. Le finestre della villa erano ancora tutte
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1998
avere scoperto un guasto della moto, perché si era
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1998
imprecare. Intanto la porticina della casa del custode si
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1998
apparsa spettinata alla sommità della scaletta esterna. ¶ Si guardò
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1998
qualche istante sulla macchia della mia veste al centro
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1998
si spalancò la porta della serra. ¶ «Vieni su a
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1998
portava al primo piano della villa. La Dea saliva
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1998
faceva strada. I disegni della sua vestaglia erano sfalsati
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1998
un punto molto alto della parete in fondo, composto
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1998
invisibili sotto l’orlo della vestaglia. ¶ «Questa è la
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1998
uno dei muri esterni della villa. ¶ Mi affacciai alla
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1998
ancora, all’imboccatura nera della grotta. ¶ «Devi portare su
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1998
del mattino, col collo della camicia slacciato e rovesciato
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1998
pochi istanti nel vano della porta. Non si capiva
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1998
piano piano. La macchia della mia veste nel vano
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1998
mia veste nel vano della porta doveva avere attirato
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1998
intero muro di cinta della villa. ¶ Ora tutte le
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1998
Ora tutte le finestre della casa del custode erano
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1998
villa, il tetto sfondato della legnaia e della casa
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1998
sfondato della legnaia e della casa adiacente del custode
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1998
altissimo sopra il fondo della legnaia ingombro di ogni
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1998
attraversava entrambi i piani della costruzione. C’era una
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1998
più, anche il volto della fiera ritta sulle sue
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1998
Stavo seduto sul tetto della ghiacciaia merlata, col libro
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1998
stradina la macchia nera della mia veste, perché il
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1998
veste, perché il tetto della ghiacciaia era coperto da
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1998
frantumava sotto le ruote della macchina, lanciava minuscole schegge
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1998
saluto. La porta vibrante della serra ondeggiava sui suoi
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1998
per imboccare il viale della grotta. Le loro voci
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1998
indistinte, attutite dai vetri della serra, anche i loro
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1998
pomeriggio, per il rifrangersi della luce sui tendoni. Qualcuna
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1998
in punti sempre diversi della serra. Qualcuno spremeva la
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1998
Qualcuno spremeva la brace della sigaretta sotto il tacco
241
1998
ore della sera e della notte, quando il lampione
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1998
risata persino all’interno della chiesa. ¶ Camminavo alle sue
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1998
recitava un’ultimissima preghiera della notte e stavamo già
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1998
leggermente con un angolo della salvietta mi pareva che
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1998
la bocca col palmo della mano. Ma non doveva
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1998
essere quella la causa della leggera vibrazione che investiva
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1998
sembrava non accorgersi neppure della mia presenza, quando gli
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1998
che l’erompere improvviso della sua risata in un
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1998
di marmo all’inizio della scala, erano stati cambiati
250
1998
a Ducale ¶ I lavori della nuova costruzione avevano preso
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1998
si staccava dal resto della palla e, quasi invisibile
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1998
più volte col palmo della mano. Quando arrivava il
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1998
Quando arrivava il cambio della biancheria, che le suore
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1998
potevano ferire l’interno della bocca in quattro punti
255
1998
fumava rannicchiato sul pendio della collina, ma anche la
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1998
luci filtrassero dal fondo della terra. ¶ Una di quelle
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1998
lungo la linea brillante della doratura. E uno spazzolino
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1998
determinavo in qualche zona della chiesa alle mie spalle
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1998
piattelli, dall’altra parte della valle. ¶ Si creavano di
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1998
minuscola zona fredda, radice della fiamma, mentre invisibili trucioli
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1998
fino al filo tagliente della lama, col suo discrimine
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1998
tratti di scorgere, invece della pisside, una scatolina di
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1998
per pronunciare le parole della consacrazione. Le guardavo, ogni
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1998
sezione del palato o della lingua, di certo attraversati
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1998
nuca la continuazione perfetta della crepa, sentii che mi
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1998
la mano sinistra, invece della pisside, la scatola del
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1998
con una leggera pressione della mano, e rimise in
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1998
di un’intera metà della sua testa. ¶ A ora
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1998
servire. Aprii lo sportello della giostra, infilai tutto il
270
1998
tratti il rapido gesto della mano nera e lucente
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1998
di minestra. Il cilindro della giostra rimaneva fermo a
272
1998
di preghiere nel solaio della nuova costruzione, seguendo un
273
1998
aria. ¶ Ancora a cavalcioni della moto, al centro del
274
1998
e corrugare la calotta della tuta all’altezza della
275
1998
della tuta all’altezza della fronte, quando non riceveva
276
1998
Si vedevano i lampi della sua cerniera dardeggiare distintamente
277
1998
più profonde e compresse della tuta, mentre il padre
278
1998
di imboccare la porta della vecchia costruzione. Camminavo con
279
1998
il segmento più corto della tavolata, accanto al padre
280
1998
taglienti dalla pelle lucente della tuta, lungo la linea
281
1998
a uno dei fianchi della moto. Lo guardavo, mentre
282
1998
alettoni verso il pedale della messa in moto. Aveva
283
1998
po’ screpolata dal vento della corsa. Ora il tacco
284
1998
corsa. Ora il tacco della sua scarpa stava lottando
285
1998
Nervo, già a cavalcioni della moto, faceva scattare il
286
1998
fanale aumentava l’intensità della sua luce, man mano
287
1998
punto per la pendenza della stradina che la testa
288
1998
in attesa ai lati della via, senza neanche fermare
289
1998
dita irradiate alla sommità della nuca. A capo chino
290
1998
scambiato qualcuno al termine della rasatura, e allora seguiva
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infilare sotto il collo della veste il pettino dai
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inturgidite, pulsavano nello squarcio della veste slacciata e priva
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diventare ciechi. ¶ Il resto della giornata trascorse gelida, sospesa
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all’armonio, in vista della messa di Natale. ¶ Ma
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silenziosamente pigiati nel vano della porta, mi parve di
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mentre oltrepassava la porta della chiesa, e l’altro
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buona metà dei bottoni della veste con un unico
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con un unico gesto della mano, senza fatica, perché
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che nella sua stanza della vecchia costruzione si stava
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volto col grande rovescio della mano, e nel far
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Arrivava fino alla scanalatura della bocca, mentre il resto
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resto del volto e della testolina erano asciutti. Forse
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trovavo in un punto della camerata che non permetteva
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dopo, un po’ prima della messa, mentre mi lavavo
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nelle porosità del muro della vecchia costruzione colpito dalle
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in frantumi le finestre della cascina. Un istante dopo
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lanciandolo con movimenti precisi della mano. Il vaso del
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agilità, quando la porta della chiesa rimaneva chiusa per
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con un gesto furioso della mano. Mosse il braccio
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quando, resistendo al dolore della bruciatura, si girò con
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come inchiodato al parapetto della ringhiera di marmo. La
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occhi verso il declivio della collina. C’era qualcosa
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capito che si trattava della brace di una sigaretta
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che vidi nel chiarore della boccata successiva non mi
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per cancellare l’odore della sigaretta. Le sue labbra
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senza sosta dall’interno della sua crosta molle, senza
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spostate rispetto al resto della fiamma, e mi pareva
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due sezioni appena tagliate della fiamma. Si veniva a
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una per ciascuna sezione della fiamma. ¶ Uno di quei
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trovavo, e i componenti della squadra dov’ero capitato
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altro modo...” ¶ Al termine della partita, eravamo rimasti per
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tracciando. Arrivato alla fine della pagina, sollevai la testa
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studio, sollevando un lembo della veste per non fare
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sua cattedra sul fondo della sala, ed estratto un
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con insistenza nella bocca della giostra, perché molti piatti
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polsi e dalla radice della testa, dove non erano
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ficcava nella finta tasca della veste, ma forse nella
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un istante nel punto della sua massima espansione, come
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lo stesso il fragore della sua incontenibile risata. Chi
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Arrivava fino alla bocca della giostra, ficcava dentro la
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dentro perché il suono della risata veniva da punti
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durante la breve ricreazione della sera, lo sentivo ancora
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là, e il suono della risata veniva da punti
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e inaspettati, dal fondo della piscina, da dietro la
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alto di una finestra della nuova costruzione o addirittura
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a salire nelle ore della sera e della notte
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ci intingevo la punta della spazzola, infilavo la mano
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serramenti di quell’ala della nuova costruzione, il cielo
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meglio i due capi della stola sotto il cingolo
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il cingolo, si accertava della solidità dei nodi che
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nascosti del parco o della nuova costruzione per poter
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muratori attorno alle fondamenta della nuova ala ancora in
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pugno, quando l’intensità della meditazione rendeva così assenti
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marmo, contro lo sfondo della città sterminata giù nella
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tigli per la meditazione della sera, e la ricerca
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gran numero di bottoni della veste, raggiungevo di nuovo
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ancora accese all’interno della sua crosta molle, come
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sacra al lato opposto della camerata. Pulsava impercettibilmente, si
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cortile, dietro uno spigolo della vecchia costruzione, per due
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lo stanzone a pianterreno della nuova costruzione. Seduto dietro
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sé un altro sacerdote della congregazione, un missionario. Quest
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con un cenno nervoso della testa. ¶ In cortile e
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stava collaudando sul fondo della piscina gli schettini nuovi
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piattello dall’altra parte della valle. Si accostavano, cominciavano
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ferma. ¶ Durante il servizio della messa, quando occorreva rispondere
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per tutta la durata della messa. Fuori dai finestroni
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vetro che il buio della notte appena trascorsa ha
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completamente il primo manifestarsi della luce. ¶ Anche all’inizio
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inizio del pranzo e della cena, in refettorio, quando
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con un semplice cenno della mano, potevo leggere interi
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quasi impossibile l’interruzione della mia lettura. ¶ Ascoltavo a
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guardavo, seduto sul bordo della piscina prosciugata. Avevo allacciato
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cortile, dietro lo spigolo della vecchia costruzione. ¶ L’uomo
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in tanto gli spigoli della nuova costruzione, che era
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a ciascuno il sacchetto della biancheria, segno che le
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passando accanto allo spigolo della vecchia costruzione, vidi che
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di uno dei segmenti della tavolata, accanto a quello
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allineati in punti fissi della tavolata. Esaminava e annusava
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con un cenno improvviso della mano e tutti cominciarono
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solo. Sfiorava col palmo della mano la sommità della
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della mano la sommità della ringhiera di marmo, senza
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Ma, arrivati allo spigolo della vecchia costruzione, il padre
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lucciole. Dopo le orazioni della sera, mentre raggiungevo in
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diresse verso il fondo della camerata, dove c’erano
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sugli inginocchiatoi. ¶ Al momento della comunione non accennò ad
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ai piedi sul bordo della piccola scarpata, immaginavo i
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finestroni, l’interno deserto della chiesa. Ci erano sicuramente
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più solenni nello stanzone della chiesa. Era caduta, canonicamente
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vitree dall’aria gelata della notte, avevo a volte
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contro il muro poroso della vecchia costruzione. I suoi
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ore del pomeriggio e della sera, di cogliere sulla
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nello stanzone a pianterreno della nuova costruzione, per la
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seggiole poste al centro della stanza. Si fermava, ogni
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attento a ogni movimento della macchinetta che quasi non
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sull’estensione perfettamente deserta della piazza “posso scendere e
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succede sulle superfici interne della bolla che sembra racchiudere
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dal tubo di scappamento della macchina, posso disincastrare con
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era per l’urto della vibrazione sonora o per
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dal tubo di scappamento della macchina col motore acceso
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che occupava gran parte della piazza. Guardai un’ultima
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distinguevo appena alla sommità della sua testa una cresta
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per via del fumo della macchina...» mi scusai di
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mia risposta. ¶ Il palmo della sua mano tastò il
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tutti i piccoli paesi della zona, dal lago fino
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le dita i poli della batteria, per non sbagliarsi
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in attesa al centro della piazza...» ¶ «Ma se poi
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con fragore sul pavimento della piazza. Mi guardavo attorno
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parte, mentre il corrimano della balaustra s’impennava invece
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qualche mio gesto eccessivo della mano. Mi guardavo attorno
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un saltello sul pavimento della piazza, e inforcare di
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mentre ripassavamo col secchio della colla e i manifesti
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svegliarsi per il frusciare della pennellessa, e muoveva la
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stava dormendo all’interno della casa russava di tanto
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con il rumore ritmato della pennellessa. ¶ «Sono da questa
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gelata lungo il filo della schiena, nelle ascelle, mentre
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aspetto diverso per via della colla che era rimasta
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svegliavo neanche quando qualcuno della casa si alzava dal
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finché uno scartare improvviso della folla lo strappava di
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più lontani in cerca della mia spalla, mentre la
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piccola ombra sul ciglio della strada, un po’ deformata
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poltiglia. ¶ Uno dei bordi della folla ripiegò due o
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soprattutto quelle del volto, della testa, si vedevano gocce
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parve che i capelli della ragazza avessero cominciato improvvisamente
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silenzio, verso l’imbocco della via. ¶ «Cosa succede?» domandai
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altri, e l’ultimo della catasta tenesse entrambe le
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sotto uno dei lati della cornice che ne vedevo
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ancora vuoti. Uno spigolo della cornice ancora arroventato mi
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o disegnata dalle ruote della macchinina gialla in quello
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di vapori. Il pavimento della piazza era molto bombato
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sul pavimento tutto bombato della piazza. ¶ «Non si potrebbe
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buio la forma lontana della portineria di una fabbrica
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alla porticina ormai chiusa della portineria. Il cieco aveva
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verso la portiera spalancata della macchinina. Ascoltavo come nel
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aderiva maggiormente al vetro della porticina, in quel poco
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più liberamente all’interno della macchinina...» ¶ Si fermava per
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al piano di base della macchinina, per dare tempo
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in silenzio dal porticato della piazza, mentre mille altre
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di colpo al centro della piazza, sotto le mani
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in alto del filo della piazza, la sagoma dell
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in certi punti lontani della piazza. Capivo che stava
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verso la parte centrale della piazza, lo teneva per
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teneva per il colletto della giacca, da dietro, come
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istante dopo nel vano della porta. ¶ La sua veste
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ma la tendina tirata della finestrella tratteneva ancora molta
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del chiostro, il biancore della fascia annodata attorno ai
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istante oltre un segmento della scala, e riapparire subito
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in alto sulla navata della chiesa e un istante
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canne, la piccola navata della chiesa si deformava distintamente
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città o dalla parte della valle, strappati di mano
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niente fosse sul manto della neve, in fondo alla
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e lucente all’interno della giostra. L’altro prefetto
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stanzone spalancato, nei giorni della tosatura. Le colline si
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nelle giornate senza contorni della prima estate. Passavano attraverso
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salire dalle cavità profumate della terra, mi traboccava un
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labbra sui capelli rasati della nuca, mentre le ombre
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singhiozzavo. ¶ Seconda parte ¶ SCENA DELLA STORIA ¶ 1 ¶ Al confine ¶ «Non
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muro un po’ diroccato della conceria. ¶ «Eccoli! Ce li
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auto inseguitrice. L’umidità della notte scorreva controluce dietro
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nel buio un po’ della sua luce. ¶ «Abbiamo schiacciato
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dopo, riapparendo nel vano della portiera spalancata. ¶ Le sue
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si staccò dal ciglio della strada. L’uomo calvo
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l’accendino la fine della sigaretta. Zigzagava a tal
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siamo quasi.» ¶ La punta della sigaretta era già stata
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tratteneva ancora un po’ della luce del giorno che
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a distinguergli il taglio della bocca, mentre attraversavamo di
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Gli indicavo la spia della benzina accesa da tempo
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precede il calare improvviso della notte, in cui è
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quei pochissimi istanti prima della cena. Scendevamo dall’auto
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motore, neanche il passaggio della corrente e la scintilla
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gli occhi il nastro della strada, dovevo stare attento
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un po’, nel vento della corsa. Rientrava di nuovo
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la cicca col tacco della scarpa. C’erano dappertutto
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in qualche punto lontano della rete un rettilineo si
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spegnevo gettandola nel secchio della colla, pigiandola contro il
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e forse il frusciare della scopa contro il muro
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muro svegliava gli abitanti della casa, passando e ripassando
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mi chiedevo. ¶ Il sedile della macchina di plastica si
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gli spuntoni quasi violetti della barba, mentre passavamo a
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illuminate, il pastone gelatinoso della colla che staccavo dal
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tutto il cilindro ghiacciato della colla. Lo spaccavo sbattendolo
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toccare punti sempre diversi della rete. ¶ Raggiungevo una casa
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dal piano di vetro della tavola. ¶ «Perché state piangendo
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in costruzione sembravano fatti della stessa sostanza, me ne
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ad alzarsi ai lati della strada, come bianco d
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a uno dei lati della piazzetta priva di marciapiede
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arruffati, all’ultimo tavolino della sala in fondo. ¶ «Cosa
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sederti su un lato della tua scarpa per arrivare
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volante, seguendo l’indicazione della sua mano un po
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aveva ravvivato la brace della sigaretta aspirando proprio in
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i morsetti ai poli della batteria. ¶ Uscii con la
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nelle striscioline tutte sguaiate della luce. ¶ Lo scorgevo ancora
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breviario, rasentando il muro della vecchia costruzione, dalla quale
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terminata anche l’ora della ricreazione, stavamo incamminandoci di
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un po’ del bianco della camicia priva di colletto
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d’inginocchiatoio al centro della stanza. ¶ La finestra era
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a tratti i polsini della mia camicia, che sporgevano
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dovevo puntellarli col peso della testa. Non riuscivo a
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istituto prima dell’ora della cena. Stava già liberando
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po’ sfuocata nella bocca della giostra, mentre servivo la
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inferiore più chiara, quella della palma. Mi sembrava che
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completamente diversi da quelli della cerata precedente, quando sentii
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neanche più i contorni della mia veste, neanche la
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e allargate ai lati della testa assumerei un aspetto
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un tratto un angolo della bocca, o di un
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attraverso i finestroni spalancati della chiesa, mentre camminavo in
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per imparare i gesti della messa. Muoveva la pisside
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si avvicinava. La bocca della giostra aveva recato infine
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costruzione, per lo scoprimento della chierica. Nelle mani dell
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li riaprivo. Nel cuore della notte mi svegliavo improvvisamente
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poca distanza la sommità della sua testa tutta ormai