parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «della»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
un po’ di domandargli della mia figliola, che è
2
1956
su per il buco della fontana ma facendo adagio
3
1956
Dovrebbero schiacciare la testa della biscia sotto la palla
4
1956
signori e spiegarono loro della biscia. E la fontana
5
1956
Orco s’era accorto della sparizione della giovane e
6
1956
era accorto della sparizione della giovane e correva per
7
1956
ancora vivo nelle mani della moglie che lo gettò
8
1956
la donna, il brodo della lessatura datelo da bere
9
1956
l’annunzio degli sponsali della Principessa con il carbonaio
10
1956
allora addenta una cocca della tovaglia e giù: tira
11
1956
ci badò troppo; radunò della legna secca e con
12
1956
per gli uccelli arrostiti, della crusca per il cavallo
13
1956
per il cane e della sugna per ungere la
14
1956
delle sue nozze e della sparizione. ¶ La notte andando
15
1956
il cane e perfino della sugna per ungere le
16
1956
per segarle le canne della gola; sicché la vecchierella
17
1956
senza misericordia; l’incantesimo della selva fu rotto e
18
1956
fu preso dalla rabbia della gelosia, sfoderò la spada
19
1956
che sbagliava, e spiegandogli della spada in mezzo al
20
1956
i mercanti più ricchi della città a chiederle per
21
1956
parte una dall’altra della porta e diventarono due
22
1956
posso far la prova della scatolina. Se mi dà
23
1956
sull’istante. ¶ La prigione della Reggia era proprio sotto
24
1956
il Re scese. Seppe della scatolina e: – Vuoi vendermela
25
1956
ragazzotto. – Per ordine espresso della Principessa, che le finestre
26
1956
sentito? Per ordine espresso della Principessa, andate via e
27
1956
Re comparve nella camera della figlia, lei gli disse
28
1956
trova soltanto nella città della Regina Marmotta, ed è
29
1956
chiese: – E la città della Regina Marmotta sarà là
30
1956
remote? – Rispose un anziano della Corte: – Finché non la
31
1956
rincrebbe, poi la compagnia della dama gli fece scordare
32
1956
perduta s’aggiunse quello della perdita d’un figlio
33
1956
fratelli e dell’acqua della Regina Marmotta. – Anche tu
34
1956
devo trovare l’acqua della Regina Marmotta e nulla
35
1956
dove fosse la città della Regina Marmotta, ma pareva
36
1956
più gravi nell’Isola della Regina Marmotta, che porta
37
1956
con sé il nome della disgrazia, perché la chiamano
38
1956
città; da una parte della via stava un ciabattino
39
1956
alcun modo d’accorgersi della sua presenza. A giorno
40
1956
arrivato fino alla città della Regina Marmotta e ho
41
1956
l’acqua era quella della bottiglia sostituita dai fratelli
42
1956
a trovare l’acqua della Regina Marmotta, ma noi
43
1956
suo cuore. Ne va della vostra testa. ¶ I soldati
44
1956
era più l’incantesimo della Fata Morgana e gli
45
1956
un arpione sulla porta della città, con la scritta
46
1956
ma quando sulla porta della città vide pendere la
47
1956
è appesa sulla porta della città. Se c’entravo
48
1956
la chiamarono l’Isola della Contentezza. ¶ (Montale Pistoiese) ¶ 62 ¶ Il
49
1956
dalla montagna col corteo della gente liberata ed entrò
50
1956
ancora. ¶ (Trentino) ¶ 44 ¶ La scienza della fiacca ¶ C’era una
51
1956
suo figlio la scienza della fiacca. ¶ – Omo, – gli disse
52
1956
loro: – Ma queste sono della figlia del Sultano! Non
53
1956
Io sono la madre della Bora. Aspetta qui che
54
1956
il mondo alla ricerca della Fata Alcina. La vecchia
55
1956
era sopra il letto della Fata Alcina. E poi
56
1956
dov’era il palazzo della Fata Alcina e dov
57
1956
sapere che il giardiniere della Fata Alcina è mio
58
1956
non trovò il palazzo della Fata; addormentò il guardiano
59
1956
passare. Entrò nella stanza della Fata, che stava dormendo
60
1956
e suona. La zia della figlia del Re che
61
1956
ragazzo, comprendendo il tradimento della sorella, chiamò: – Spezzaferro! Schiantacatene
62
1956
e uno dalla parte della testa. ¶ Quando i cani
63
1956
feste. Venuto il giorno della partenza, si divisero augurandosi
64
1956
chiudere tutti i buchi della casa perché Zio Lupo
65
1956
più bella, ¶ Ma quella della seta le vince tutte
66
1956
oro è bella, ¶ Quella della seta è più bella
67
1956
argento è bella, ¶ Quella della seta è più bella
68
1956
Giricoccola era in casa della Luna e non era
69
1956
andò sotto le finestre della Luna, gridando le sue
70
1956
camicia uguale a quella della statua, e mentre il
71
1956
se no ne andrà della tua testa. ¶ – Ma come
72
1956
S’arrampicò alla finestra della camera da letto, entrò
73
1956
Tabagnino corse in casa della donna, e le disse
74
1956
nella parete di legno della stalla e riuscì a
75
1956
di lesina alla pancia della cavalla. La cavalla scalciava
76
1956
bambagia riempì i sonagli della cavalla e le fasciò
77
1956
quel birbone era pressapoco della mia statura. Potete prendere
78
1956
adesso proviamo se è della grandezza giusta –. L’Uomo
79
1956
e farete la vita della gran signora. ¶ Stellina diventò
80
1956
sentendo d’aver intorno della gente che la serviva
81
1956
tiene sotto il cuscino della poltrona –. E appena dette
82
1956
si presentò al Re della città per sentire se
83
1956
ne sia di più della somma pattuita. ¶ – Fa niente
84
1956
da tutti i gioiellieri della città a prendere quel
85
1956
tremava. ¶ – Ma siccome invece della tua anima me n
86
1956
Diavolo aveva preso invece della sua. ¶ (Bologna) ¶ 54 ¶ Bene come
87
1956
in mente la risposta della sua figliola, che gli
88
1956
Il piccolo dormiva ancora della grossa; s’alzò tardi
89
1956
a tutti gli animali della terra, e adesso domanderò
90
1956
portò proprio nella camera della Regina. ¶ Appena si videro
91
1956
una mano nella sporta della vecchia, e tirò fuori
92
1956
fecero festa, gli chiesero della salute dell’Arciprete e
93
1956
mosche! – E col manico della zappa sfondò il coperchio
94
1956
il fiasco, col manico della zappa fece saltare il
95
1956
Ringraziate il signor Arciprete della premura. ¶ L’Arciprete aspettava
96
1956
invece, prese il codino della scrofa, e tira tira
97
1956
nel letto, al posto della sorella di novantaquattro anni
98
1956
ore seduta sull’orlo della peschiera in giardino, a
99
1956
in punto, nel mezzo della vasca spuntò fuori dall
100
1956
al Re regolare domanda della mano della Principessa e
101
1956
regolare domanda della mano della Principessa e poi raccontò
102
1956
niente, poi le raccontò della sua maledizione, e che
103
1956
si fece il segno della croce e andò via
104
1956
voleva sentire più parlare della sposa; di darle un
105
1956
Re era lo sposo della giovane, e lei allora
106
1956
del Re: a quella della settimana, o a quella
107
1956
figlio alla fantesca: quello della fantesca bianco e rosso
108
1956
di mela, e quello della padrona bianco bianco come
109
1956
a spasso, sentono dire della figlia d’un Mago
110
1956
alla sposa, e saputo della lite con Scorzo, tanto
111
1956
le mascelle, le disse della maledizione del biscione. – Ma
112
1956
che per gli occhi della figlia, arriva coi cavalli
113
1956
giorno, passando dalla strada della strega, questa lo vede
114
1956
di tutti i signori della città, e quando i
115
1956
Quando tutti i signori della città furon seduti sui
116
1956
di tutti i poveri della città, – e il Re
117
1956
venne anche il padre della sposa. Il Mezzo, ricevendoli
118
1956
Ne va la dignità della Corona! O tu la
119
1956
con te ne va della dignità della Corona! ¶ Infatti
120
1956
ne va della dignità della Corona! ¶ Infatti, arrivati al
121
1956
Per sapere il destino della figlia, chiamò dodici astrologhi
122
1956
Mi trovo in casa della tal Regina e c
123
1956
a fare il verso della quaglia. Passò un cacciatore
124
1956
nemmeno se ne andasse della mia vita. ¶ Al Re
125
1956
parlò di quel patto della Principessa. Un ragazzo con
126
1956
guardano brutto per via della tigna. Datemi tre pani
127
1956
crepapancia. ¶ Sul più bello della risata generale, l’oca
128
1956
stava lamentando sulla soglia della porta, perché quell’unico
129
1956
del Re più potente della terra o la più
130
1956
arrivato pigliò il manico della scopa e giù bastonate
131
1956
sarai solo nella camera della figlia del Re, prendi
132
1956
da solo nella camera della figlia. Appena è solo
133
1956
camminato per le strade della montagna, capitarono in casa
134
1956
vedova, invece di pentirsi della sua prepotenza e di
135
1956
e fece il segno della croce: la fiamma si
136
1956
aveva che l’imbarazzo della scelta: un po’ pensava
137
1956
preferì bere nel cavo della mano. E così per
138
1956
proprio dirimpetto alla finestra della bellissima ragazza. Si sorrisero
139
1956
parte. Arrivarono al palazzo della sposa traditrice che era
140
1956
laggiù dove è quello della mia sposa traditrice, e
141
1956
giù nel bel mezzo della pianura e quello di
142
1956
poi tutte le damigelle della Corte e tutte le
143
1956
stregoni, diventerebbe il padrone della città. ¶ – Voglio provare io
144
1956
entrarono ancora più numerose della sera prima. – Solo oggi
145
1956
quinto era il figlio della Regina loro prigioniero che
146
1956
e liberarono il figlio della Regina. E la Regina
147
1956
volle sposare il figlio della Regina. Si contentò d
148
1956
il mignolo nella toppa della chiave, e io lo
149
1956
buttarono testa e corpo della strega in un burrone
150
1956
bosco, capitò alla casa della ragazza e se ne
151
1956
passeggiava sotto la pergola della vigna con suo fratello
152
1956
coglierlo salì sul muretto della cisterna: la vecchia le
153
1956
nessuno sentiva i lamenti della Principessa di laggiù in
154
1956
aveva preso la forma della Principessa e s’era
155
1956
Principe sentì la voce della moglie che chiamava. ¶ – Che
156
1956
mi dà da mangiare della carne, gli faccio un
157
1956
tutte le altre porte della città, così non si
158
1956
la matrigna era gelosa della figlia e parlava sempre
159
1956
un momento in camera della ragazza. – E così, stai
160
1956
bel canarino nel palmo della mano e di baciarlo
161
1956
andò. ¶ Appena la carrozza della Regina si fu allontanata
162
1956
gli occhi alla finestra della sua innamorata ancora atterrita
163
1956
fretta seguire le prescrizioni della Masca. Si mise a
164
1956
Principe con lo stemma della famiglia, la bandiera del
165
1956
gli occhi alla finestra della Principessa. Lei prese subito
166
1956
lei fosse la causa della sua disgrazia. ¶ La ragazza
167
1956
spilli erano una crudeltà della mia matrigna! ¶ Il Principe
168
1956
anche il Re padre della Principessa, senza saper nulla
169
1956
sentire tutte le disgrazie della figlia, fu preso dalla
170
1956
spasso per le vie della città e si sporcò
171
1956
C’era la casa della madre del Tuono che
172
1956
una nocciola come regalo della madre del Tuono. ¶ Dopo
173
1956
vendere sotto il palazzo della Principessa. La Principessa s
174
1956
andò sotto alle finestre della maestra a vendere pesce
175
1956
pesce per la cena della maestra. ¶ Al pomeriggio quando
176
1956
apparve tra i vasi della terrazza, il signore dal
177
1956
un bacio alla coda della mula, prese la cintura
178
1956
lo ficcò nel cuore della bambola. La vescica scoppiò
179
1956
è dolce il sangue della mia Stella Diana! E
180
1956
s’avvicinò ai vestiti della più bella, e glieli
181
1956
si fece il segno della croce. ¶ – Sei anni, sono
182
1956
e andò alla casetta della Giulia. Bussò, e lei
183
1956
spalancò l’uscio, e della Giulia ne fece un
184
1956
mondo». ¶ In sul far della notte il lupo venne
185
1956
lupo venne alla casetta della Marietta. ¶ – Chi è? ¶ – Sono
186
1956
arrivò a Borgoforte prima della bambina. Entrò in casa
187
1956
bambina. Entrò in casa della madre ammalata, la mangiò
188
1956
Re. ¶ Torna a casa della sposa, suona il campanello
189
1956
per vedere quel dito della mia sposa. ¶ – Sì, sì
190
1956
vedrà per questo buco della porta. ¶ E la sposa
191
1956
palo per un lembo della camicia da notte. ¶ Quella
192
1956
vede, posata sul pergolato della vigna, una bellissima giovane
193
1956
in mente certi gioielli della poesia popolare umbra, specialmente
194
1956
religiose, sparsi in numeri della «Rivista delle tradizioni popolari
195
1956
in un recente numero della rivista «La Lapa» (Roma
196
1956
dal 1883. ¶ 39. Gli undici «cunti» della Basilicata pubblicati nel volume
197
1956
sebbene riguardi la fortuna della «novella» nella letteratura italiana
198
1956
rinnovata, specialmente per opera della riscoperta (in America e
199
1956
V.J. PROPP, Morfologia della fiaba, Einaudi, Torino 1967), e
200
1956
A.J. Greimas e della sua scuola. ¶ Il libro
201
1956
una recente edizione (Edizioni della Regione Siciliana, Palermo 1969). ¶ 1971 ¶ Fiabe
202
1956
da ammazzarla, ma invece della triglia colpì il gabbiano
203
1956
un remo la veste della figlia del Re. Dalla
204
1956
io sono il capitano della nave, e quello là
205
1956
Furono fissate le nozze della figlia del Re col
206
1956
mantello nero sulla porta della chiesa e gli dissero
207
1956
saltò fuori il compagno della sera prima armato di
208
1956
come raggiungere l’isola della Principessa. Gli s’avvicinò
209
1956
il giovane ai piedi della montagna. Il giovane diede
210
1956
a brulicare sulle pendici della montagna, e la ricoperse
211
1956
Re festeggiava il ritorno della figlia con un grande
212
1956
altra e i denti della terza non si capiva
213
1956
cavallo si metteva paura della sua ombra. Allora s
214
1956
Principe, che, essendo nuovo della città, non era ancora
215
1956
dal più grande orefice della città e gli comandò
216
1956
anche a lui domandò della bella Bargaglina. L’uomo
217
1956
via. Ma i campanellini della gabbia suonarono, la vecchia
218
1956
in tasca al posto della mezza mela; la Brutta
219
1956
si ripresentò a casa della lavandaia. – Il lavoro a
220
1956
c’è il sacco della roba da lavare. Ma
221
1956
lui a questa storia della virtù di vedere da
222
1956
andò difilato a casa della madre di Lucia. – Vostra
223
1956
dirgli che voleva notizie della madre. ¶ E lo mandò
224
1956
quella storia delle notizie della madre. Il Diavolo, s
225
1956
solito attorno al falò della piazza, Masino ritornò. Figuratevi
226
1956
raccontare tutti i particolari della storia della Maschera e
227
1956
i particolari della storia della Maschera e poi disse
228
1956
terra, perché sono quelle della Maschera Micillina, che non
229
1956
Re e tutti quelli della Corte, e Perina diede
230
1956
che erano le lagrime della ragazza. Il cavallante le
231
1956
era la più bella della festa. Il Re se
232
1956
per mangiare la focaccia della figlia del Re». Ma
233
1956
giostra aveva la mano della figlia. Il pastore aperse
234
1956
E diede a ognuno della canapa perché gliela riportassero
235
1956
per traverso il lavoro della fornaia e della tessitrice
236
1956
lavoro della fornaia e della tessitrice, aperse la noce
237
1956
vide che il cane della fornaia era diventato un
238
1956
gli era mancato; quello della tessitrice, tenuto più a
239
1956
di fico, la pelle della rana e quattro gusci
240
1956
di un albero fuor della finestra un bel pappagallo
241
1956
si sostituisca la nozione della divisione del mondo in
242
1956
a illuminarci. Le ricerche della scuola finnica per ora
243
1956
caratteristiche dell’elaborazione popolare della fiaba in Italia. Guardate
244
1956
Italia. Guardate quanto senso della bellezza in quelle comunioni
245
1956
fiabe (sorelle tra loro) della Ragazza mela (fiorentina, cfr
246
1956
cfr. la mia 85) e della Rosmarina (Palermo, cfr. la
247
1956
l’immagine di freschezza della mela e della ragazza
248
1956
freschezza della mela e della ragazza, o delle pere
249
1956
mia 11). ¶ La naturale «barbarie» della fiaba si piega ad
250
1956
è continuo il senso della crudeltà, dell’ingiustizia anche
251
1956
malvagio (o, più spesso, della malvagia): la «camicia di
252
1956
la «camicia di pece» della trista tradizione dei roghi
253
1956
proposito dei «cunti» siciliani, della fortuna del tipo «Amore
254
1956
rispetta e la cera della candela accesa dalla curiosità
255
1956
che hanno del sortilegio, della maledizione. Ma gli innamoramenti
256
1956
durante l’ultimo periodo della loro iniziazione; ha rapporti
257
1956
sottolineare la diversa destinazione della fiaba nei vari livelli
258
1956
sono oggi i requisiti della letteratura infantile. ¶ La spinta
259
1956
intento moralistico. La morale della fiaba è sempre implicita
260
1956
ma nell’istituzione stessa della fiaba, nel fatto di
261
1956
alla mancanza di libertà della tradizione popolare, a questa
262
1956
rispetto di convenzioni e della libertà inventiva. Dato il
263
1956
Profissura…». Ed è caratteristica della fiaba siciliana che i
264
1956
Ma la situazione «realistica» della miseria non è solo
265
1956
un motivo d’apertura della fiaba, una specie di
266
1956
indicazioni sia nel campo della novellistica popolare che in
267
1956
popolare che in quello della dialettologia. ¶ 1. Cfr. nota alla
268
1956
raccolte da una ragazza della campagna di Bibbiena. ¶ 5. Letture
269
1956
studi e delle interpretazioni della fiaba. Un ampio e
270
1956
in una generale storia della cultura, e per l
271
1956
metodo e i risultati della «scuola antropologica» in una
272
1956
suo Canzoniere italiano, antologia della poesia popolare, Guanda, Bologna
273
1956
Cfr. il cap. XX della citata Storia del folklore
274
1956
racconto popolare come elemento della vita sociale. La persona
275
1956
del più importante esponente della scuola sovietica, MARK K
276
1956
dal COCCHIARA alle pp. 567-72 della citata Storia del folklore
277
1956
d’originale. ¶ 20. «… Le briciole della poetica e della tecnica
278
1956
briciole della poetica e della tecnica del Decamerone e
279
1956
sopra i Parlari Vernacoli della Toscana: Vernacolo Montalese (contado
280
1956
Riccardo Forster). Qualcos’altra della Venezia Giulia si trova
281
1956
Veneto-Giuliani del Babudri, della collana scolastica Trevisini: e
282
1956
fu Carolina Pigorini-Beri). Della Romagna c’è una
283
1956
nella sua Romagna solatia della collana Trevisini riporta tre
284
1956
più illustri studiosi viventi della scuola finnica, Walter Anderson
285
1956
D’Annunzio trasse molta della sua documentazione sulla vita
286
1956
Trevisini, il volume piemontese, della Clotilde Farinetti, ha fiabe
287
1956
con solo venti pezzi della Riviera italiana e di
288
1956
d’interessante nel volume della collana Trevisini Dolce terra
289
1956
la Storia.17 ¶ Così, protagonista della raccolta del Pitrè è
290
1956
il Pitrè nella prefazione della raccolta descrive la sua
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che ti fa indovinare della sua straordinaria memoria e
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conosce. Se la eroina della novella càpita, povera e
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si alloga, il linguaggio della Messia è così informato
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ha perduta un’ombra della antica schiettezza, disinvoltura e
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parola; ma la narrazione della Messia più che nella
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delle braccia, negli atteggiamenti della persona tutta, che si
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atto che essi compiono. Della mimica delle narrazioni, specialmente
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mimica delle narrazioni, specialmente della Messia, è da tener
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la narrazione perde metà della sua forza ed efficacia
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ebbero solo una volta. ¶ Della tipica novellatrice siciliana, la
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realistico, da una rappresentazione della condizione del popolo; e
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idea passiva e chiusa della donna che si pensa
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che si pensa tradizionale della Sicilia. Non ha invece
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motivo di tanta parte della fiabistica mediterranea sin dalla
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ricca immaginazione di meraviglie della fiaba siciliana si dispiega
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La descrizione del palazzo della Regina comprende persino un
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vecchio18 degli altri folkloristi della generazione «scientifica») aveva cominciato
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aver ritrovato il filo della tradizione orale alla quale
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una diretta «discesa» vernacola della più picaresca novella del
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fiabe (i tre quarti della raccolta vengono da lei
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e le altre voci della raccolta, quelle di Ferdinando
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al nostro Governatore novo della città. I’ vi metterò
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invece nei testi siciliani della raccolta Pitrè, più belli
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credo d’avergli tolto della sorpresa a gustarle. ¶ Toscana
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una delle prime testimonianze della fortuna del Pentamerone di
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così goduta, un piacere della deformazione grottesca, che paiono
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Francia, il dotto autore della storia della Novellistica, ha
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dotto autore della storia della Novellistica, ha trascritto una
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campagna, al paese. Poco della Lombardia,33 e che non
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impegno, «per ridere». Pochissimo della Liguria34 (e per me
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il Boccaccio!). Poco abbiamo della Lucania,39 e mi pare
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grottesca e giocosa.41 ¶ 4. Caratteristiche della fiaba italiana ¶ La questione
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a esaminarlo sul piano della storia del gusto letterario
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significato? Tutto il problema della fiaba va riportato in
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fiaba e i riti della società primitiva dànno risultati
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sorprendenti. Che le origini della fiaba siano là mi
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come vogliono i fautori della «poligenesi»? Considerando la complessità
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oggi. Ho già detto della scuola storico-geografica o
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storia e i caratteri della fiaba popolare italiana. Ma
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sedimentazione molto più profonda della più recente spolveratura originata
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storia, diversa da quella della fiaba, ma le due
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dei momenti più importanti della vita «storica» della fiaba
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importanti della vita «storica» della fiaba, quello dell’osmosi
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delle istituzioni, dell’etica, della fantasia feudal-cavalleresche (e
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fantasia feudal-cavalleresche (e della contaminazione religiosa cristiano-pagana
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come all’arbitraria geografia della fiaba si sostituisca la
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incrinatura dialettale allo stampo della prosa boccaccesca. Nel Seicento
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e sforzato: l’ora della fiaba batteva intanto già
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Grimm. Il culto patriottico della poesia dei volghi si
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diligenti studiosi di folklore della generazione positivista, perché ci
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rubrica Favole ed Apologhi della «Cronaca Bizantina», alcune novelline
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distacco da un «problema della fiaba» più scottante. ¶ Stando
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come il Cola Pesce della leggenda. Per i Grimm
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d’una antica religione della razza, custodita dai volghi
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selvaggi; per i seguaci della «scuola finnica» delle specie
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dominato coscientemente come quello della pigra e passiva tradizione
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ero catafratto dall’impermeabilità della distinzione crociana tra ciò
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al posto di quello della Brutta Saracina, e il
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soltanto eccitata dal progredire della mania, andava scoprendo che
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umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi
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moderno, che si valga della maggiore coscienza storica e
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tutto diverso da quello della fiaba, le narrazioni sono
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Nizzardo e non quelle della Val d’Aosta,10 quelle
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con quello del resto della Calabria; e poi mi
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senso: anche gli studiosi della scuola «finnica» o storico
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appunto verso la determinazione della zona d’origine di
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appunto il criterio preferenziale della mia scelta. ¶ Sono le
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del Monferrato, delle Marche, della Terra d’Otranto, ma
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o delle Marche o della Terra d’Otranto, perché
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dalla passione «comparatistica» propria della cultura letteraria dell’epoca
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sul diverso, sulla testimonianza della diffusione mondiale d’un
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luogo, del tempo e della personalità di chi narra
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soltanto dal riferimento bibliografico della nota. ¶ Prevedo già molte
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sarà la fondamentale, quella della legittimità del mio intervento
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conta. La fiaba gode della maggior traducibilità che è
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e, se vogliamo, limite) della narrativa; e questo libro
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compiere per le fiabe della Toscana. Perché quelli parlati
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e incoraggito dagli sberci della moglie, a bruzzolo il
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a me, su spunti della tradizione; per le fiabe
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un nome ai personaggi della fiaba, solitamente anonimi e
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un altro nella scala della partecipazione poetica. ¶ In tutto
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in tutti i dialetti della Sicilia, con gran cura
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bei testi quasi sconosciuti della letteratura italiana, in cui
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di tutte le province della Sicilia (la raccolta in
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la raccolta in tedesco della Gonzenbach era limitata alle
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Qual è il segreto della raccolta? È che con
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entrò poi nei canoni della raccolta «scientifica» ed è
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attraverso i venticinque volumi della «Biblioteca delle tradizioni popolari
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siciliane» (1871-1913), le ventiquattro annate della sua rivista (l’«Archivio
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popolari», 1882-1906), i sedici volumi della collana «Curiosità popolari tradizionali
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sono ora nei padiglioni della «Favorita» a Palermo? Quella
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il folklore prende coscienza della parte che nell’esistere
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ogni villaggio o borgo – della novellatrice o del novellatore
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il sempre rinnovato legame della fiaba atemporale col mondo
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può dire lo spavento della povera giovane, quando vide
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passò vicino alla carrozza della Turca-Cane, che allargò
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cristiana, fatti il segno della santa croce. ¶ – In nome
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palazzo che è quello della Turca-Cane ce n
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voce, uscirà la cameriera della Turca-Cane e ti
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da sola col marito della Turca-Cane. Il marito
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Turca-Cane. Il marito della Turca-Cane, sai chi
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sempre sotto l’incantesimo della Turca-Cane, ma ora
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la Turca-Cane dormisse della grossa, salirono tutt’e
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e due sul cavallo della Reginotta e via. ¶ Quando
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al palazzo del padre della Reginotta. Il padre era
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finestra». ¶ Difatti, la mattina della vigilia, la vecchia s
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mise superbia. Diventò invidiosa della cognata, che faceva da
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nel suo carrozzino aveva della stoffa, gliela offerse, per
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sapere cosa dovevano fare della Regina. ¶ Il Re, mezzo
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però, che volevano disfarsi della Regina a tutti i
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campagne. ¶ Intanto il fratello della Regina, dal momento in
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che era stata causa della sua ingiustizia, la fece
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Erano quasi alla fine della cena, quando il vecchio
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e raccontò il resto della storia, da quando sua
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si sentì la voce della mano che diceva: – Sono
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le chiavi, tranne quella della stanza degli ammazzati. ¶ Per
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si ricordò dell’avvertimento della moglie. Tornò subito al
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il Re cercava notizie della padrona del Sett’abito
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dritto, fino al palazzo della Bella dei Sett’abiti
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lui risuscitò. Domandò subito della sua sposa, e ricordandosi
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fatto entrare nella camera della Bella, dove passarono la
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marito che dormiva ancora della grossa, s’era rivolta
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festa. Venne il giorno della nascita, e le nacque
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moglie era la matrigna della ragazza, e non vedeva
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Imperatore andò sulla tomba della madre e le chiese
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questo, e alla fine della terza notte io diventerò
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rifiutato tutti i notabili della Corte, la Principessa si
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portare sotto le finestre della vicina. La vicina, vedendolo
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un po’ di latte della leonessa. Lui andrà a
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a cercare il latte della leonessa, se lo mangerà
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un po’ di latte della leonessa, muoio. ¶ – Sì, mamma
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un po’ di latte della comare leonessa, che ne
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che vuoi il latte della tigre. Stavolta non potrà
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per cercare il latte della tigre. Quando lo vide
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figlio con la catena della stalla. Il brigante saltò
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Al mattino, a fianco della pietra, c’era la
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minore affacciato al balcone della locanda, e attaccarono discorso
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gridare sotto la finestra della Principessa: – Chi vuol cicoria
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aperte, e la maledizione della madre andò a segno
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disse: – Gettati dalla cima della Torre del Faro. ¶ La
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era ricordato l’incantesimo della figlia disse: – Capitano, mi
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ci vengo, – la sera della prima festa da ballo
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Neanche loro sapevano nulla della bella Fiorita, e indirizzarono
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punto ai due lati della strada cominciò a vedere
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Così arrivò al palazzo della terza sorella che gli
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giovane arrivò al paese della bella Fiorita, che era
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con gratitudine il fratello della sua benefattrice. Dalla finestra
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sua benefattrice. Dalla finestra della casa della vecchia il
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Dalla finestra della casa della vecchia il giovane Re
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si presentò al padre della bella Fiorita a chieder
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in una località deserta della spiaggia, dove lui sarebbe
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per raggiungere il castello della Fata Aquilina, passò in
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l’ultima delle serve della Fata Aquilina era così
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Fata Aquilina. I nobiluomini della Corte restarono abbagliati, fermi
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tristemente verso la porta della città, quando, udendo un
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cerca asilo. ¶ La porta della casetta s’aperse, e
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ululato tra i burroni della montagna. Erano i Venti
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arrivò l’ultimo figlio della Voria, Scirocco, che era
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sua storia. ¶ Quando seppero della ricerca della Fata Aquilina
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Quando seppero della ricerca della Fata Aquilina, ognuno rifletté
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Sono io lo sposo della Fata Aquilina e non
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Quello è il balcone della tua bella –. E Scirocco
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appena respirò il fumo della bollitura si sentì diventar
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diventar madre. I figli della Regina e della cuoca
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figli della Regina e della cuoca nacquero lo stesso
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un tavolino. ¶ Il bambino della Regina si chiamava Emilio
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chiamava Emilio e quello della cuoca Cannelora. Crebbero come
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avevano tagliato la punta della coda, per vederla muovere
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io. Guarda: in segno della punta della coda che
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in segno della punta della coda che m’hanno
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la punta del mignolo della mia mano sinistra. E
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addosso. Cosa vide? Invece della serpe, c’era steso
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Andarono a quei posti della Fata senza la punta
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salvarlo da quella maledizione della madre, avevano fatto sì
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braccia, e per colpa della sua maledizione, si strappava
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li ammazzò. Dall’alto della quercia, vide un lumino
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del Sangue, il Fiume della Bile, e poi entrando
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d’Oro, tutto commosso della sua fedeltà, disse: – Ebbene
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bicchieri!» E al Fiume della Bile: «O che latte
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d’Oro al braccio della Principessa. In quel momento
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quel momento, il campanile della chiesa: «Toc, toc, toc
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terra sotto i piedi della Principessa e la si
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a empirsene le tasche della giacca, poi le tasche
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casa, tra gran pianti della moglie e dei figli
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hanno squartato. Il marito della taverniera. ¶ Così i banditi
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acqua è le lagrime della Madre mia, il sangue
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bosco è le spine della mia corona, l’uomo
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Re bussando alla porta della figlia non intese risposta
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disperazione del Re e della Regina. Poverina, la figlia
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maschietto trovò la mano della mamma e si mise
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Ma quando al momento della partenza la vide arrivare
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un posto di trinciatore della Real Casa di Francia
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solo per il gusto della caccia. ¶ Così il Re
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a Parigi. Sulla porta della città, videro scritto: ¶ Chi
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ho letto la scommessa della figlia del Re. Voglio
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anello a te prima della corsa, e quando l
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al malato un biglietto della Reginella, che si compiaceva
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quest’anello per ricordo della sposa del tuo amico
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visto umiliata la superbia della Reginella. ¶ E quando infine
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presentò a Palazzo. Fuor della sala trovò un consigliere
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e la rovesciò fuori della finestra con tutte le
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d’Otranto) ¶ 128 ¶ La scuola della Salamanca ¶ C’era una
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Tata, ho sentito dire della scuola della Salamanca, dove
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sentito dire della scuola della Salamanca, dove s’imparano
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quello è il Maestro della Salamanca. ¶ Detto questo, fecero
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gli insegnerò i segreti della scienza, e alla fine
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padre continuò la via della Salamanca. Giunto sulla cima
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Salamanca. Giunto sulla cima della montagna, batté con la
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Mancava poco alla fine della fiera quando piano piano
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e subito s’accorse della povera colomba perseguitata dal