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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Matilde Serao, Cristina, 1908

concordanze di «della»

nautoretestoannoconcordanza
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badò più. Sul parapetto della terrazza sei tovaglioli bagnati
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ora lunga e affannosa della siesta meridionale. Si piegò
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compiacenza. Rinchiuse i vetri della porta-balcone che dava
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sedette in un angolo della vasta e chiara cucina
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entrare nel collegio militare della Nunziatella, a Napoli, e
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Ciccinella — gridò lui, dandole della testa nel petto per
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per tutto il tempo della litania. Pregava per suo
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vestì col suo abito della domenica, di lana crema
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seguì sino alla porta della sua matrina, la signora
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L'indomani la leggenda della passione non corrisposta di
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portava Carmela, la figlia della portinaia Graziella, una ragazza
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zia Rosina era morta della sua asma e Carluccio
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corso al collegio militare della Nunziatella. La zia aveva
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da dirigere, la continuazione della vita che aveva sino
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parlarono di questa compra della casa Marangio. ¶ — Papà, capite
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tremò, vedendo nel vano della finestra la faccia di
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III. ¶ Nella poca luce della lampada che ardeva dinanzi
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un poco le dita della mano sinistra, lungo il
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la persona: ella arse della stessa febbre. Due volte
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pelle e la carne della mano, facendo una piaga
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e impallidiva. Il senso della realtà ritornava in lei
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di lotta, l'armonia della sua bellezza virile si
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consumandosi in una esagerazione della vitalità. Dell'antica bellezza
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facile e s'inebbriò della propria forza. Ma nella
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abbracciare i vasti orizzonti della scienza, la sua fantasia
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assurgeva al cielo immenso della poesia, egli invidiava intensamente
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affascinava con la soavità della voce vellutata, il cui
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aveva quel tacito disprezzo della donna, quel tacito disprezzo
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luce: ¶ — Forse la grandezza della vita è nell'amore
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sfuggito, il terrore bianco della solitudine. Amava, gagliardamente2, tenacemente
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cervello il divino raggio della follia. Tutto il suo
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donna era il perdono della fanciulla crudele e arida
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avendo smarrito la via della vita, non sentendo più
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la domanda, non curante della risposta. ¶ — Leopardi — rispose lei
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le lagrime, coi fremiti della gelosia che ancora le
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Lei raccontava, esaltandosi, inebriandosi della propria voce, ascoltandosi, come
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sfogare l'amarezza inesauribile della loro vita e la
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si sdoppiava, il dualismo della coscienza diventava evidente e
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peso e lo scorno della menzogna, dissero di volersi
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ignobile, pallidi, inetti, disgustati della rappresentazione, nauseati delle parole
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dolore, dandogli la forma della gelosia. S'ingiuriavano brutalmente
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deturparlo. Rifecero la via della passione, senza passione: rifecero
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ritratti: presi dalla follia della distruzione. Fino a che