Lorenzo Viani, Ritorno alla patria, 1930

scopriva un filare di denti, gli occhi aveva sforbiciati

parlavano poco e a denti serrati. L’uomo, navigatore

ciò faceva stridere i denti della signora Dina che

la bocca, scalciata dai denti, digrumava di continuo. Federigo

eran spenti, guardava coi denti: sulla fronte tumefatta ci

viso infiammato e i denti si ripercotevano convulsi, poi

acqua dal telaio dei denti. Quando i cavalli ebbero

e uno infiammato, i denti cariati e neri, e

Guardatemi l’unghie, i denti, gli occhi, — diceva trafelato

gelo della saliva. I denti intatti d’avorio grattugiavano

pancone, il taglio dei denti recise a tutti un

Cieco, e ripercosse i denti come ferri diacci sulla

madre stringeva fra i denti s’intrideva di lacrime

sommuoversi. I castelli, come denti di titani cariati dai

il boccone tra i denti, lo ingozzò, protese la

con una boccata di denti che parevano voler sputare

altri che digrignassero i denti, i levantini sogghignavano e

Negri che ripercuotendo i denti parlavano con altri negri

sangue in fondo altomare, denti diacci scintillanti sopra un

pipa spenta fra i denti scrutava l’abisso. Da

con una impalcatura di denti d’avorio, con su

della tinta rossa, i denti graniti, incuneati nelle gengive

una ghiaia con i denti. ¶ — Oh! — disse ella sospirando

ghindò col tremito dei denti gli metteva addosso il

vetta e batte i denti dal freddo come una

pane poltigliavano sotto i denti come cartone incartapecorito rinvenuto

da un tremito di denti, poi resuscitò dalla caverna

scarpe, bleso, per i denti scalciati, sciangottava: lultrascalpe lultrascalpe

davano la rasiera dei denti alle massime del vero

fermare il ripercuotersi dei denti. ¶ Fuori rimasero soli. Egli

che sorridono e i denti graniti, sostengano l’impalcatura

due porcini spuntarono sui denti occipitali, le cervella dell

e la tritolò coi denti come un chicco di

io non ho più denti in bocca, ho perso

mendi ¶ e martellò i denti come presa da tremito

dalle mandibole armate di denti acuminati come i cani

insieme alla chiostra dei denti, i capelli criniti esplodevano

di tre ordini di denti. Tutto il corpo egli

delle ghiove mordendole coi denti. Isaia lo percuoteva con

scabra si affilava i denti incisivi. Tra costoro v

dilatati, la chiostra dei denti scalciati pareva fiatasse speranza

teschio, l’impalcatura dei denti pareva gli sorridesse, per

profondi e paurosi, coi denti serrati dall’angoscia, con

il teschio i cui denti profumavano ancora di loto

tutto pellame, ossa e denti, gli si parò davanti

e inchiostro e i denti avorio trampolavano su degli

schizzano boccate di fuoco. Denti verticali spezzano l’armatura

argilla secca bianchivano i denti, gli occhi schiacciati dal

loro l’impalcatura dei denti, avvampati dal sole, ardevano

teschio stringeva fra i denti, e pareva roderlo, il

naso fiatando palpitavano, i denti infissi negli archi delle

secchio, glieli proffergeva sui denti d’acciaio. ¶ Gli allupati

tutti bocca armata di denti e lische, occhi incagniti

montone alleccurito, martellava i denti e strappava l’erba

soldati parevano inceneriti coi denti gessati. La marcia li

rovesciata, stretta tra i denti, pescava col capo. ¶ Tutto

gli occhi e i denti bianchi. In una mano