Federigo Tozzi, Gli egoisti, 1923

che cominciava e finiva dentro lui stesso. Non partecipava

e il sole ficcarsi dentro le cose. ¶ In Piazza

il pezzo di specchio dentro un cassettaccio; nettò sopra

sentì un’altra volta dentro quella solitudine, che pareva

che cosa c’è dentro. ¶ La voleva conoscere, senza

non aveva da mangiare. Dentro, cantavano accompagnandosi con una

in mano, vi frugava dentro. Mentre una donna, seduta

dove s’era fermato. ¶ Dentro il salone Margherita c

sopra le ciglia, quasi dentro gli occhi, gli sgocciolava

in bocca. C’era, dentro un bicchiere pieno d

intonazioni che Dario completava dentro di sè. ¶ Sentiva che

Dio! E per inginocchiarsi dentro a qualche chiesa, gli

l’altezza che sentiva dentro di sè. Il gran

santi perchè portano Dio dentro di sè, i briganti

lucida e nera: intravidero, dentro, i cappelli di due

così distratto, a pensare dentro di sè, che si

si sentì scoraggiato; ma, dentro di sè, lo approvò

due cani randagi, e, dentro un castro, un porco

campagna fino agli orizzonti; dentro i quali sembrava addensarsi

odio; un odio cresciuto dentro a lui per anni

le baciò le mani, dentro le palme; come se

a quando siamo entrati dentro al caffè! ¶ Non potendosi

con chi ci sta dentro; e anche il Quirinale

della sigaretta si rifletteva dentro i suoi occhi, che

nascosti fino alle spalle dentro un fosso che la

qualche rama sporse fin dentro il davanzale; ed altre

le sue mani entravano dentro i capelli: si sentiva

anima. Sembrava la portasse dentro di sè; come una

l’oro era anche dentro gli occhi. Questa era

sua vita era soltanto dentro l’anima; e il

pareva che vi sparisse dentro avviluppato dalla solitudine e

era sentita come cadere dentro il teatro. ¶ Guardandolo uscire

dalle ghirlande, quasi affondato dentro; e, dietro c’erano

che tentava di mettere dentro la coscienza tutto il