parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Alessandra Arachi, Coriandoli nel deserto, 2012

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
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giornale. ¶ Troppi i morti di quelle bombe per poterli
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Ho seguito l’esempio di Tommaso. ¶ Sono uscito. ¶ Non
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chiamava Carlo, gli sembra di ricordare. ¶ Non ha saputo
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del giornale. ¶ Sul quotidiano di oggi c’è scritto
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importante. ¶ Tu sarai capace di sintetizzare al mondo perché
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argento con un fascio di neutroni. ¶ Il cuneo di
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di neutroni. ¶ Il cuneo di piombo doveva servire solamente
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rimasti a parlare più di due ore. ¶ Lui mi
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Lui mi aveva pregato di arrivare presto per il
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fatto a Parigi prima di lui, usando come proiettili
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anni all’Università Normale di Pisa. ¶ Mi ha parlato
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in mano il cuneo di piombo spesso cinque centimetri
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le mani una rivista, di nascosto. ¶ Una rivista pornografica
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però. ¶ Come quella sera di marzo, nell’anno del
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neutrone, davanti al Tempio di Adriano. ¶ Betty. ¶ Tommaso non
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primario che ha scelto di fare la rivoluzione si
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realtà, sarei più contento di sapere cosa dicono le
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Adesso, comunque, sono contento di rivedere Rita. ¶ È raggiante
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continuando a scarabocchiare bozze di lettere in stile adolescenziale
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trascurando i suoi interruttori. Di qualcuno non si occupa
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il portone del bordello di via Capocci. ¶ Non ci
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Nemmeno il suo coraggio di frequentare il bordello di
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di frequentare il bordello di via Capocci, apertamente. ¶ Signore
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mia bocca. Piccoli fiotti di sangue. Brevi. ¶ Rita non
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non ha avuto bisogno di mettermi il sondino. Mi
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capelli rossi. Ha smesso di essere scorbutico. ¶ “Daje Enrico
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tu il più fico di noi. Non te sei
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lasciato una confezione doppia di biscotti al miele sul
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che sono in punto di morte. ¶ Non mi sono
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sotto lo stesso tetto di suo marito, ma la
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oceano e un continente di distanza fra me e
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faceva un cratere foderato di cadaveri in quel porto
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ha regalato un libro di Marcuse...” ¶ “Marcuse?” ¶ “Sì, Herbert
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stai benone.” ¶ “Avete parlato di me?” ¶ “Sì, quando siamo
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che stai benone.” ¶ “E di cosa ha bisogno per
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qualche giorno, ha intenzione di dimetterti. Forte, no? Magari
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criterio decide le dimissioni di un paziente, di solito
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dimissioni di un paziente, di solito?” ¶ “Non ci ho
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Un primario che decide di dimetterti saprà quello che
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Voglio raccontarle la storia di una fisica austriaca che
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conosce nessuno. Ma senza di lei niente sarebbe accaduto
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elettrico si è fermato di colpo. Mi ha visto
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scrivere e ha smesso di ruotare gli interruttori della
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del 16 luglio 1945, nel deserto di Alamogordo erano coriandoli quelli
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in aria. ¶ Piccoli pezzi di carta. ¶ La prima bomba
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aveva trasformato quella porzione di terra in un cratere
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spostamento dei piccoli pezzi di carta rispetto alla verticale
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bomba. ¶ Con l’errore di un epsilon. ¶ Senza mai
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è stata una lentezza di necessità. Anche quella dei
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i nuovi esami prima di lunedì. ¶ Non mi ha
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ho sostituito nel cuore di Enrico Fermi il fratello
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era amore negli occhi di Lise Meitner quando ha
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fissione in quella goccia di neve che si sdoppiava
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Svezia meridionale. ¶ La goccia di neve come il nucleo
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dell’uranio. ¶ L’amore di Lise come il mio
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classi della specie. ¶ Niente di più. ¶ Il 19 luglio 1928 Laura
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in Campidoglio per più di un’ora. Immobile nel
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girato lentamente la testa di profilo. ¶ Mi ha scrutato
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in avanti, ma poi di colpo piegava bruscamente all
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sotto una corazza impenetrabile di timidezza. ¶ Non mi ero
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del mio naso, prima di quel giorno. Avevo sempre
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giorno. Avevo sempre cercato di nascondere le mie orecchie
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qualsiasi traguardo avessi cercato di raggiungere. ¶ Naso o non
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zigomo è appena velato di azzurro, adesso. ¶ “Deve soltanto
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chiesto all’angelo biondo di farmi un regalo. Un
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un regalo. Un pacco di fogli bianchi e grandi
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ha portato un mucchietto di fogli, arrotolati e nascosti
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sarei iscritta alla facoltà di Fisica, professor Persico.” ¶ Il
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professor Persico.” ¶ Il mucchietto di fogli lo ha rubato
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ad insegnare. ¶ Più bravo di Enrico Fermi, lo giuro
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Quando torna la mamma di Tommaso la voglio raccontare
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a lei la storia di Lise Meitner. La Maria
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chiamava Einstein. ¶ La mamma di Tommaso capirà. ¶ Le donne
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il Kaiser-Wilhelm-Institut di Berlino-Dahlem. ¶ Otto sapeva
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anni. ¶ Trent’anni fatti di ogni mattina uno accanto
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provette intonando i Lieder di Brahms, e sperando che
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durasse fino all’ora di cena, e impegnasse anche
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la notte. ¶ La speranza di Lise. ¶ Sempre e soltanto
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sua. ¶ Quando nella vita di Otto è arrivata Edith
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si sarà persino premurata di scegliere un pensiero per
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una valigia trent’anni di vita e fuggire in
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in Germania un giorno di più. ¶ L’ariano Otto
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nel luogo dell’esilio di Lise. ¶ Otto Hahn ha
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essere brillata negli occhi di Lise, come un’apparizione
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un’apparizione. ¶ Una goccia di neve che si strozzava
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divideva in due parti, di uguale grandezza. ¶ Come il
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bicicletta. Dal suo istituto di suore orsoline polacche attraversava
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occhi per far finta di non vederla. Per non
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pigro nella mia casa di Torino, inutilmente grande. Non
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Roma. ¶ Schegge come fiocchi di neve. La morte come
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La morte come vicina di casa. ¶ Il terrore come
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notte. Sicuramente aveva bisogno di aiuto. ¶ Io non mi
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rimasto seduto nel salotto di casa mia. A misurare
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A misurare sulla pianta di Roma la distanza fra
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la Capitale. ¶ Quale raggio di azione. ¶ Le bombe del
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programmate per una devastazione di tipo chirurgico. ¶ Ma io
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perdere tempo a discutere. Di fisica. Figuriamoci di politica
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discutere. Di fisica. Figuriamoci di politica. ¶ Eppure, se non
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non voleva più saperne di tornare indietro. ¶ Sarebbe stato
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lui balbettava al cospetto di Majorana. ¶ Ettore risolveva a
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complicatissime sui suoi pacchetti di Macedonia. ¶ Fumata l’ultima
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la più importante teoria di Majorana mai pubblicata: le
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arbitrario. ¶ Ho dovuto fingere di essere lui quando ho
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saputo. ¶ Ventotto ¶ La mamma di Tommaso è arrivata davanti
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istinto chiedere il nome di quel neonato nell’ascensore
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Era lui, il tono di voce uguale a sempre
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ho composto il numero di casa sua. Inutilmente. La
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composto pazientemente il numero di via Panisperna. Mi ha
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già l’iscrizione: ¶ VITTIMA DI UNA RIVOLUZIONE BORGHESE. ¶ Non
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suo cuscino. Cinque millimetri di grazia divina. ¶ Panico. Confusione
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ambulanze e alle urla di una manifestazione senza più
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a parlare. Il letto di Tommaso è vuoto. ¶ VITTIMA
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Lo stanzone si riempie di infermieri. ¶ Finalmente. ¶ “Professor Persico
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ascolti. Adesso mi occupo di lei. Ma lei cerchi
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lei. Ma lei cerchi di rimanere sveglio più che
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angelo mio. Non prima di aver detto ogni cosa
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confusione gli aveva impedito di rimettersi al suo posto
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vuole che gli prometta di raccontargli tutta la storia
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dà fastidio la presenza di tua madre. ¶ Ma Tommaso
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suo letto, mesto. ¶ Pensava di essere stato molto furbo
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serio il migliore amico di Enrico Fermi. ¶ Trentuno ¶ Quando
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del neutrone. ¶ Era uno di quei giorni quando l
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Nella stringere il braccio di George Placzek, il fisico
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una passeggiata, sebbene fingendo di ignorare la mia tristezza
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Siamo arrivati in piazza di Pietra. Ed eccole: due
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con timidezza. ¶ Il Tempio di Adriano era sbarrato da
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appena usciti dall’istituto di via Panisperna. ¶ Continuava adesso
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essere lo stupido sogno di qualsiasi alchimista, non dovevo
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riusciva a farlo smettere di parlare nemmeno con un
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in faccia al Tempio di Adriano. ¶ Non ho mai
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mai avuto il coraggio di chiedere a lui da
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Betty. ¶ L’unico regalo di Enrico Fermi. ¶ Trentadue ¶ “Antonio
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detto guardando la mamma di Tommaso preoccupato. Non sbaglierà
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guardare tutte le tabelle di quell’appello quotidiano dei
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Mirella non aveva bisogno di camomille. ¶ Voleva che il
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Voleva che il tumore di Tommaso se lo portasse
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primario che ha scelto di fare la rivoluzione. Mirella
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non era in grado di mettere le mani dentro
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fare anche la mamma di Tommaso senza bisogno di
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di Tommaso senza bisogno di primari. ¶ Giovanni Castellano al
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Mirella lo ha baciato di nuovo come fosse il
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sbattere contro i nuclei di idrogeno contenuti nella lastra
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idrogeno contenuti nella lastra di paraffina. Urti multipli. ¶ Bang
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le battute sempre sarcastiche di Nella. Urti pungenti. ¶ Ahhh
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espressione. ¶ È la mamma di Tommaso. Mi ha offerto
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ha offerto un pezzo di focaccia calda. ¶ Ha disegnata
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gli occhi sono biglie di vetro. ¶ Le hanno appena
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anche capire che tipo di tumore ho.” ¶ “Dove ce
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Chi trovava il modo di rendere radioattivo stabilmente un
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perché lui, al piano di sopra, mi stava aspettando
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l’esperimento: un fascio di neutroni avrebbe dovuto essere
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argento e un cuneo di piombo, spesso cinque centimetri
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dire misurare la diffrazione di un fascio di neutroni
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diffrazione di un fascio di neutroni sparati contro un
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cosa comportò il cambio di elementi davanti al fascio
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elementi davanti al fascio di neutroni. ¶ Lui quella mattina
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mattina in laboratorio decise di farlo, all’improvviso: via
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piombo, ecco la lastra di paraffina a schermare i
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quanti d’amore” pur di spingerti tra le mie
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flussi continui ed indistinti di attenzioni ed emozioni passionali
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accorta. ¶ Ti ho proposto di fare i bagni nell
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come tu adoravi. ¶ O di salire e scendere i
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parola “fisico”. ¶ La lastra di paraffina che lui mise
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sai, ebbe l’effetto di rallentarli moltissimo e quindi
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rallentarli moltissimo e quindi di far andare in tilt
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della mano, rivolto verso di me. ¶ Quattro, non cinque
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Franco Rasetti ai danni di quel grande giornale. ¶ Al
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falde delle Alpi Apuane di fossili dell’era azoica
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storia antica, la mattina di quel lunedì 22 ottobre 1934. ¶ Lui
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Lui accarezzava il cuneo di piombo e rideva. Rideva
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canestro per un campione di basket. ¶ Lui, però, non
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che quella dello studio di Nella. ¶ Sono corso da
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seduto accanto al letto di ritorno dal bagno. ¶ Ho
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volta, in diciannove anni di conoscenza, il custode Giovanni
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custode Giovanni ha dimenticato di premettere il titolo accademico
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mio cognome. ¶ Mai prima di oggi lo avevo visto
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doveva permettersi mai più di chiamarmi professore, gli ha
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era stato in grado di trovare qualcuno che lo
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giorni. ¶ Non ho niente di grave, è convinto. ¶ In
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risultati delle radiografie. ¶ Prima di andare via Giovanni mi
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pigiama pulito, i vestiti di ricambio. ¶ Mi ha detto
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Mi ha detto anche di essersi permesso di pagarmi
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anche di essersi permesso di pagarmi due bollette che
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urlare durante le manifestazioni di piazza. ¶ “Slogan”, li ha
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che aveva un mucchio di quei fogli in mano
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Aveva trent’anni più di Tommaso. ¶ Non ho fatto
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volta. ¶ L’ho preso di peso e l’ho
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esperimenti. ¶ Misurare l’accelerazione di gravità. ¶ Il campo magnetico
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noi a doverne scrivere di nuovi. ¶ Quel pomeriggio, però
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non avevamo mai parlato di noi. ¶ Non è successo
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minuti. ¶ Non aveva bisogno di altro, mi disse. Aveva
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lui anche una questione di amicizia non era diversa
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mani. ¶ “Hai la pelle di un ragazzo. Dev’essere
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seguito da un raggio di luce è quello che
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Sono io l’autore di un importante studio sull
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equivalenza fra i raggi di luce e gli impulsi
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ha nemmeno gli zigomi di Zanchi. Neanche le sue
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era venuto, quel pomeriggio di settembre. ¶ Il mio mocassino
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mocassino sotto il naso di Emilio Segrè, il suo
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del suo primo corso di fisica. ¶ Uno studente impertinente
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in gita al mare di Ostia. ¶ Un piccolo evento
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non aveva mai smesso di provocare il suo maestro
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invece, si era inebriato di quel dibattito. ¶ Ecco dunque
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mocassino, sporco della sabbia di Ostia. ¶ Ecco la domanda
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sbattuto sotto le narici di Emilio Segrè. ¶ Un’altra
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anche a me sembrava di poter essere un po
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sui gradini nel mezzo di Campo de’ Fiori. ¶ Come
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Eravamo diventati due docenti di ateneo. ¶ I professori di
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di ateneo. ¶ I professori di fisica. ¶ Lui aveva l
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Lui srotolò una pergamena di fogli: ¶ “Appunti per una
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che quando si parla di un sentimento chiamato amore
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era inventato il modo di applicare all’amore i
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anni che si occupava di me. ¶ Mi diceva che
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dovevo. Secondo lui, parlare di questi argomenti con te
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dentro gli atomi quantici di Niels Bohr. ¶ Era soltanto
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si potrebbe fare nessuna di tutte queste lastre negli
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l’impulso: quello spazio di tempo epsilon che è
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tuo padre a portata di mano. ¶ Sono rimasto inebetito
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e lui ha smesso di controllare i miei fogli
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comodino. ¶ Ha smesso anche di rivolgermi la parola. ¶ Devo
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radiografie. ¶ Domani gli parlo di lui. ¶ Quando parlo di
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di lui. ¶ Quando parlo di lui nessuno si annoia
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si annoia. ¶ Quando parlo di lui non c’è
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stanzone. ¶ Dev’essere curioso di me. Almeno lui. ¶ Chi
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ventisei anni, lui uno di meno. ¶ A cena abbiamo
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comprare apposta nella macelleria di piazza della Maddalena. ¶ Ci
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Che idiota. ¶ Quel concorso di fisica teorica lo avremmo
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lui toccò la cattedra di Roma. ¶ Ad Aldo quella
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Roma. ¶ Ad Aldo quella di Milano. ¶ A me quella
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Milano. ¶ A me quella di Firenze. In esilio. ¶ Via
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doloroso. ¶ Lui all’Università di Roma, ad accompagnare nella
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pianeta. ¶ Io nelle campagne di Arcetri circondato da giovani
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capelli rossi. ¶ Non discutevano di malati, ne sono certo
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dell’infermiere un mucchio di fogli colorati, stampati con
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a passo svelto. Quasi di corsa. ¶ Subito dopo l
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più basso il pacco di fogli colorati. ¶ Uno, il
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per mangiare. Ha più di mezz’ora di ritardo
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più di mezz’ora di ritardo. ¶ Eppure non si
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si sente un fiato di protesta fra i malati
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Gira il busto verso di me. ¶ È molto attraente
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L’unico in grado di veicolarli, dalla culla alla
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voluto stappare un fiasco di vino del Chianti subito
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aereo tornavo dall’Università di Laval, Québec, Canada. ¶ Era
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e oltre vent’anni di vita prima di ritrovare
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anni di vita prima di ritrovare il mio posto
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elettrica quando ho varcato di nuovo il cancello dell
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importava il suo caschetto di capelli diventato candido. ¶ Non
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mezzo al verde brillante di un giardino tropicale, dottore
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al Pincio i tetti di Roma stavano prendendo il
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con me una bottiglia di Chianti. ¶ È successo otto
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portati con la leggiadria di un’adolescente. ¶ Era il
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del direttore dell’istituto di Fisica, ma mentre parlavo
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Perché basta una frazione di secondo a far scattare
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quel caldo sabato mattina di luglio... ¶ Adesso non mi
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Tommaso vede i pezzetti di carta sul comodino. ¶ Ho
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mai capito quando cercavo di spiegargli la potenza della
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imbecille? ¶ Ho amato Nella di un amore prepotente, incrollabile
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donna fisica dell’istituto di via Panisperna. ¶ Non lo
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Sento che avrò bisogno di molto altro spazio prima
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molto altro spazio prima di trovare la cifra della
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sarei conquistato un posto di prestigio nella fisica accanto
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gli eventi in grado di scompaginare un’esistenza. ¶ La
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scrivania del Cavendish Laboratory di Cambridge aveva l’aria
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facesse tornare un po’ di colore sulle guance. ¶ Avevo
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la lettera. ¶ Un vaso di Pandora. ¶ Nella mi aveva
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Nella mi aveva scritto di una gita in aeroplano
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Centocelle e a Vigna di Valle. ¶ Del suo cinguettare
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ben tre anni prima di lui. ¶ Ma che, a
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Ma che, a differenza di lui, lo raccontava come
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aver conquistato il posto di docente dentro un ateneo
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rigorosamente freddo nella vasca di casa. ¶ L’unica ebrea
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bicicletta nel pieno centro di Roma. Nel pieno corso
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si è voltato verso di me prima di uscire
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verso di me prima di uscire dallo stanzone. Mi
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ha fatto un cenno di saluto. ¶ O almeno così
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riescono a rilevare alcunché di malato. ¶ I miei organi
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strusceranno sulle caviglie. ¶ Invece di una lettera avrò spazio
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Gli ho fatto cenno di avvicinarsi. Ha preso il
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su, con grande forza di volontà. ¶ Lui non smette
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volontà. ¶ Lui non smette di gettarmi negli occhi il
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infermiere si è voltato di scatto, senza replicare. Ha
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capelli rossi è andato di persona a prepararglielo nelle
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Io ho fatto finta di dormire. Non mi piacciono
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Ho cominciato a parlargli di Nella, invece. ¶ Gli ho
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spiegato che le molecole di Nella erano penetrate dentro
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Nella erano penetrate dentro di me come per osmosi
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sentito parlare del principio di Fermat, quello sul percorso
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sul percorso dei raggi di luce. ¶ Non ha risposto
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si sprechino i fogli di carta.” ¶ Mi concentrerò bene
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Mi concentrerò bene prima di scrivere nuovamente a Nella
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schiena. Mi ha chiesto di tossire. ¶ La sua fede
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che il sangue venga di nuovo fuori dalla bocca
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è lo stesso vassoio di ieri. ¶ “Se non riesce
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anche con l’approssimazione di più o meno una
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Posso mettermi addosso qualcosa di più leggero e di
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di più leggero e di meno ruvido di questo
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e di meno ruvido di questo camice dell’ospedale
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ha portato il cambio di un pigiama pulito?” ¶ Qualcuno
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suo fratello. ¶ Inutile cercare di avvicinarsi: il mondo di
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di avvicinarsi: il mondo di quei due non era
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avrei avvicinato, all’uscita di scuola. Ma fu proprio
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inizio. ¶ Si sarebbe appropriato di tutto il resto, poi
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operazione sbagliata. ¶ L’ingiustizia di una morte a quindici
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mio letto – si è di nuovo addormentato. ¶ Non voglio
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altra volta i mucchietti di carta sul mio comodino
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Bice è l’opposto di quella che ha legato
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posto nel prestigioso istituto di Fisica di via Panisperna
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prestigioso istituto di Fisica di via Panisperna. ¶ Lui me
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ci sono entrato prima di lui. ¶ Io gli ho
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Otto ¶ Ha gli zigomi di Lodovico Zanchi. Anche le
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della biblioteca. ¶ Segretario. ¶ Tecnico di laboratorio, all’occorrenza. ¶ Zanchi
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mie visite all’istituto di via Panisperna. ¶ L’aveva
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mi procuravo le molliche di pane. ¶ Lei si divertiva
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Aveva sette anni più di me Nella Mortara, eppure
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pesci rossi erano quelle di una bambina. ¶ A me
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all’istante. Mi liberai di tutte le molliche attaccate
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in ginocchio se serve. ¶ Di spostarmi al letto numero
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c’è un microangolo di luce sopra il letto
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lo stanzone. ¶ Ho bisogno di luce. ¶ Concedetemela. ¶ Ho vissuto
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alla fine ti convinci di poter brillare anche tu
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vano, quel tuo gruppo di periferia non verrà ricordato
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ricordato in alcun libro di storia. ¶ È lui il
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il capo dei ragazzi di via Panisperna. ¶ E questo
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Mi basta una goccia di luce. ¶ Almeno adesso. ¶ Dieci
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che hai fatto uso di droga?” ¶ “Non ho parlato
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droga?” ¶ “Non ho parlato di ribes.” ¶ “Quanti anni hai
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madre ne parla spesso di quelle bombe.” ¶ “Una era
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mia madre era incinta di me quando sono scoppiate
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l’unico in grado di realizzarla davvero la bomba
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e che per colpa di Mussolini...” ¶ “‘Per colpa di
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di Mussolini...” ¶ “‘Per colpa di Mussolini’, cosa?” ¶ “Enrico Fermi
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dice che la moglie di Fermi era ebrea...” ¶ “È
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fisso ogni notte, sperando di riuscire ad incontrare il
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Li conosceva sicuramente meglio di loro. ¶ In America hanno
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una tabellina. ¶ Cercavano così di trovare il valore della
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pila. ¶ Aspettavano il battito di una sua palpebra. ¶ Tic
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che da questa boccetta di fleboclisi esce il liquido
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Qualche dose non tossica di clordiazepossido. Anche lo stomaco
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nelle viscere come morsi di un dobermann inferocito. Non
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affanno ad inseguire microangoli di luce. ¶ Rimane questo scampolo
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ho sempre avuto bisogno di lui. ¶ Il mio ventriloquo
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a vedere la fine di questo stanzone. Nemmeno l
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hanno montato una scatoletta di metallo. ¶ Non è centrata
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cuore. ¶ Quando si avvicina di nuovo al mio letto
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Inutile. ¶ Quando si avvicina di nuovo al mio letto
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ho mai avuto nulla di mio. ¶ Ridatemi almeno il
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chiedo molto. ¶ Un minimo di pudore. ¶ È importante, il
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perché era molto sporco di sangue. ¶ Sputavo sangue quando
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era, il mio pigiama di cotone scozzese. ¶ Mi hanno
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aspetto. È la visita di reparto. Ma io lo
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Il dobermann ha smesso di masticare le mie viscere
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sul naso un paio di occhiali tondi, e leggeri
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caro, qui al reparto di chirurgia d’urgenza ha
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il perimetro del quartiere di casa mia e della
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anche con l’approssimazione di un delta di più
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approssimazione di un delta di più o meno dodici
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e tropicali hanno fogli di carta e penne biro
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barella lungo i corridoi di questo policlinico sono due
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Non una porzione acuta di luce in questo nuovo
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questo nuovo stanzone. ¶ Cerco di immaginare lui se fosse
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era conquistare l’Università di Roma. ¶ Prendere il mio
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spiegazioni. ¶ Ho sempre finto di essere all’altezza. ¶ Rotare
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un amore più semplice di Nella, cioè. ¶ Era l
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vita autonoma e carica di legami. Quindi di affetti
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carica di legami. Quindi di affetti, secondo i suoi
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biro e un mucchio di fogli già usati dall
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era solamente un gioco di parole, senza alcun senso
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ben chiaro. ¶ Mi ordinava di trovare informazioni sul concorso
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concorso per la cattedra di Roma. ¶ Le voleva tutte
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era il mio modo di vivere. L’unico che
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Nella, ¶ le tue lacrime di quel pomeriggio di settembre
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lacrime di quel pomeriggio di settembre nella nostra biblioteca
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settembre nella nostra biblioteca di Fisica sono impresse nella
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a fuoco. ¶ Del fuoco di quelle bombe. ¶ Era un
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successe davvero, quella mattina di lunedì 22 ottobre 1934 nel laboratorio
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storia. Già. ¶ Ma prima di allora? ¶ Nella cara, ¶ tra
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le valigie per Marina di Massa, anche quest’anno
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questa stagione prossima. ¶ Problemi di salute, ma non è
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salute, ma non è di questo che volevo parlarti
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degli scienziati nell’istituto di via Panisperna? ¶ Il mio
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Panisperna? ¶ Il mio vicino di letto mi ha lanciato
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ha lanciato uno sguardo di traverso. È il terzo
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È il terzo foglio di seguito che straccio, in
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inutile. ¶ Il mio vicino di letto è un giovane
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atomiche con i nomi di due giocattolini. ¶ Non ci
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vita il suo sogno di trasformare il piombo in
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bambino, non si curava di quello che i grandi
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aveva lo stesso ghignetto di soddisfazione di quel lunedì
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stesso ghignetto di soddisfazione di quel lunedì mattina in
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fecero esplodere i contatori di radioattività Geiger-Müller. ¶ Il
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sbattendo contro i nuclei di idrogeno. ¶ Davanti al nucleo
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sono fermato il tempo di un amplesso. ¶ Capisci l
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si insinua nella mente di un genio al momento
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un genio al momento di una scoperta? ¶ Negli oggetti
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Ha scoperto la legge di gravità perché una mela
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l’immagine della goccia di neve che si sdoppiava
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la fissione del nucleo di uranio. ¶ Enrico Fermi non
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a togliere il cuneo di piombo davanti al suo
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davanti al suo fascio di neutroni per metterci la
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per metterci la lastra di paraffina. ¶ Non al mondo
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gesto d’amore verso di te, Nella, avesse illuminato
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Aveva ordinato una bottiglia di Chianti. ¶ Era inebriato. ¶ Ho
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primario che ha scelto di fare la rivoluzione. Mi
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ho paura che venga di nuovo fuori il sangue
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È notevole la variazione di pressione sullo sterno quando
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sgabello accanto al letto di Tommaso e non ha
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nemmeno offerto un pezzo di focaccia calda. ¶ Mirella ha
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Mirella ha quel tipo di percezione che diventa così
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l’errore del numero di letto corrisponda all’errore
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all’errore della diagnosi di Tommaso?” ¶ Mi tiro su
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è uscito un goccio di sangue dalle mie labbra
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Stava leggendo il libro di Marcuse che gli ha
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Sembra molto anziana. Più di me, sicuramente. ¶ Il soffitto
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semplici linee. È intonacato di fresco. Candido. ¶ Il vestibolo
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avvisato che avevano deciso di farmi ripetere gli esami
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a spiegare che prima di farmi le radiografie avrebbero
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stomaco a produrre onde di calore. Insopportabili. ¶ La signora
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sguardo. ¶ Neanche un battito di ciglia. Non è possibile
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Quarantotto ¶ È un battito di ciglia il confine con
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Quella mattina non smettevo di toccarti le labbra. ¶ Ero
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della biancheria degli scienziati di via Panisperna. Quando ti
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mi avrebbe catapultato su di te con veemenza. ¶ Ti
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occhi il volto paonazzo di Enrico di quella mattina
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volto paonazzo di Enrico di quella mattina. ¶ Un fotogramma
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non ha mai smesso di suonare. ¶ Te lo ricordi
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colpo disintegrava i sogni di una vita. ¶ Della mia
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Enrico Fermi aveva fretta di consegnare quell’attimo all
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a te l’importanza di quell’attimo. ¶ Quarantanove ¶ Non
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vezzo il suo modo di lavorare. È una necessità
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interruttore. ¶ La stessa eleganza di Zanchi. La stessa sensibilità
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abbassate tutte un po’ di più le luci dello
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Bice. La trascurabile amica di Nella. ¶ Futile. ¶ Sbiadita. ¶ Seguiva
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con Nella a Marina di Massa c’era lei
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sono mai voltate verso di me, per tutto il
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specchietto retrovisore, sperando almeno di incontrare lì lo sguardo
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incontrare lì lo sguardo di Nella. ¶ Non mi hanno
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mi hanno neppure chiesto di cantare insieme con loro
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Nella amava: ¶ ...Quel mazzolin di fiori... ¶ Non mi hanno
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parola, fino a Marina di Massa. ¶ Io non sapevo
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ha letto due volte di seguito i risultati delle
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signora che ha smesso di battere le ciglia nel
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ripetendo che devo sforzarmi di mangiare. Di dormire. ¶ Il
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devo sforzarmi di mangiare. Di dormire. ¶ Il cibo è
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Inspiro. ¶ Ho un po’ di catarro che ingolfa le
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mio sia un male di stagione. ¶ L’arrivo dell
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cattiva alimentazione. ¶ Qualche bicchierino di troppo. ¶ Stravizi poco adatti
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stato il migliore amico di Fermi, lo so.” ¶ “Lo
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l’altro senza timore di essere giudicati.” ¶ “Ottimo.” ¶ “Ottimo
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E lui?” ¶ “Ho creduto di sì, fino ad un
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Amaldi?” ¶ “Uno dei fisici di via Panisperna.” ¶ “E cosa
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voluto confidarsi con me, di quanto gli era successo
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dalla lettura dei giornali di qualche settimana fa avrai
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capito a quale genere di lavoro ci siamo dedicati
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È stato un lavoro di notevole interesse scientifico e
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una guerra che minacciava di tirar avanti per mesi
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è stato indubbiamente motivo di una certa soddisfazione. ¶ Noi
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che l’uso futuro di queste nuove invenzioni sia
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serva a qualche cosa di meglio che a rendere
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internazionali ancora più difficili di quello che sono state
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pubblicato un certo numero di dettagli sul lavoro di
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di dettagli sul lavoro di questi ultimi anni e
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ne sono state costruite, di grande potenza. ¶ Dal punto
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grande potenza. ¶ Dal punto di vista della fisica, come
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rappresentano una ideale sorgente di neutroni che abbiamo usato
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altro, per molte esperienze di fisica nucleare e che
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probabilmente verranno usati ancora di più per questo scopo
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ucciso tutte le salamandre di Rasetti, quel pomeriggio. ¶ Si
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ha esitato. Aveva bisogno di confermare il suo esperimento
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confermare il suo esperimento. ¶ Di verificare la potenza dei
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avesse impiantato un allevamento di salamandre. ¶ Il primo fascio
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salamandre. ¶ Il primo fascio di neutroni le ha uccise
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è in quella strage di salamandre che si può
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Franco si sarebbe rifiutato di collaborare alla costruzione della
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mai perdonato ad Enrico di non aver seguito l
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aver seguito l’esempio di Lise. ¶ Di non aver
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l’esempio di Lise. ¶ Di non aver saputo opporsi
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avevo mai sognato, prima di stanotte. ¶ Cinquantaquattro ¶ Hanno arrestato
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lui fosse il capo di una banda violenta, ma
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tumore. ¶ Prende il libro di Marcuse, invece. ¶ Se lo
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Non sa cosa farsene di una confortevole, levigata, ragionevole
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avessi paura dei fiotti di sangue gli prenderei la
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questa civiltà industriale priva di libertà. ¶ Se ne avessi
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Ha sbattuto il libro di Marcuse sul comodino e
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e si è alzato di nuovo, con uno scatto
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allo stanzone. È uscito di corsa. ¶ Aspetto che ritorni
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pacatezza. ¶ È inutile cercare di arrestare il progresso della
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solitudine è quello spazio di tempo delta che è
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terra più a lungo di tutti gli altri giorni
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gli altri giorni. ¶ Questione di energie, dicevi, e sorridevi
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o inverno, nel giardino di via Panisperna uscivi sempre
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seguivo con le molliche di pane tra le mani
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fontana. Tiravi le molliche di pane e facevi le
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e facevi le smorfiette di una bambina. Il mio
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e chiedo la cortesia di togliermelo di dosso. ¶ Cinquantasei
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la cortesia di togliermelo di dosso. ¶ Cinquantasei ¶ È tornato
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al mio letto. Sorride di nuovo. Mi parla. ¶ I
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scusa. Si è permesso di sistemarmelo lui in salotto
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dalla fioriera. ¶ Si scusa di nuovo, Giovanni. Mi dice
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un cartoncino prezioso, bordato di rosso e con caratteri
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hanno portato nel reparto di terapia intensiva. ¶ È venuta