Vittorio Alfieri, La congiura de' Pazzi, 1789

me nel pianto lasciando, di tutti i lievi mondani

la intitolo. ¶ Parigi, a dì 20 Decembre 1787 ¶ VITTORIO ALFIERI ¶ PERSONAGGI

il parteggiare i cittadin di Flora, ¶ ch'ogni moto

forse? ¶ Vivon costor, che di paura pieni, ¶ e di

di paura pieni, ¶ e di sospetto, e di viltà

e di sospetto, e di viltà, lor giorni ¶ stentati

in sposa. Omai securi ¶ di libertà più non viveasi

solo incolpo, o padre, di aver misto ¶ al loro

ma, vedi or frutto ¶ di tal viltà: possanza e

sarebbe la somma dolcezza ¶ di Bianca: al fin padre

tu fra gli affetti ¶ di marito e di padre

affetti ¶ di marito e di padre, il viver queto

forse i tiranni impreso ¶ di torle a me: tanto

Se' tu quel desso, ¶ di cui non ebbe il

ardente ¶ la patria un dì? Quanto in servir fa

questo ostel, già sacro ¶ di libertade pubblica ricetto? ¶ Bianca

tua non disdegna aver di pace ¶ stromento in me

accogliere omai: desio verace ¶ di prisca intera libertà non

allevata io in grembo ¶ di nascente tirannide, i sostegni

a me la impresa ¶ di farti almen, se lieto

come a tiranno debba ¶ di un cittadino favellar la

non vegg'io forieri ¶ di pace in te. ¶ Raimondo

Bianca ¶ Oh cielo! ¶ e di che amore!... A vera

così, com'io rammento ¶ di padre il nome, oggi

o per me? Tu di tener favelli ¶ uomini a

costor? se tali ¶ fossero, di'; ciò che siam noi

stato, ¶ ma sotto aspetto di privato il tenne. ¶ Non

che son gli stolti, ¶ di lor perduta libertà le

è d'ardir, non di pesare. Acchiuse ¶ già Cosmo

pochi ed egri ¶ suoi dì, che al padre ei

o spenti ¶ nemici ogni dì; sforzati, e avvezzi ¶ ad

or, che omai tutto ¶ di Cosmo a compier la

ad estirpar que' semi ¶ di libertà, che in cor

Lorenzo ¶ E il sangue ¶ di costoro vogl'io? La

era perciò; ma cinti ¶ di satelliti e d'armi

e d'armi e di sospetto, ¶ Caio, e Nerone

tanti ¶ altri assoluti imperator di schiavi, ¶ da lor svenati

costor; ma servi ¶ neppur di un solo. — Intorpidir dei

leggi; ¶ il modo poscia di chi regna; e in

un sol si attenta ¶ di resisterci, un solo; e

dessi? ¶ Giuliano ¶ Feroce figlio di mal fido padre, ¶ da

giovin fero ¶ vo' tor di grado; e a suo

ucciso? oh! quale, ¶ qual di triplice ferro armato petto

Raimondo ¶ Non niego ¶ io di renderla a lui: né

de' miei sensi ¶ trovar di voi... ¶ Lorenzo ¶ Son noti

alto ardir, la forza. ¶ Di'; tal sei tu? ¶ Guglielmo

tal sei tu? ¶ Guglielmo ¶ Di nostra stirpe il capo

voi qual manca ¶ pregio di re? voi l'arti

che lice, ¶ finché costor di cittadini il nome ¶ tratto

Lorenzo ¶ Tardi sei cauto: ¶ di frenarlo, in mal punto

l giuro; ¶ esser vo' di tirannide crescente ¶ vittima sì

tuo stesso. Al par di lui ¶ tu pur ci

figlio, il veggio. Eppur di padre ¶ ognor con lui

arte ancora: ¶ degno è di scusa il giovenil fallire

Giulian, che alquanto ¶ sei di fortuna e di poter

sei di fortuna e di poter men ebro, ¶ tu

fea riviver Roma, ¶ pria di Roma e di Bruto

pria di Roma e di Bruto altri pur cadde

poco innante si va: di nostra altezza ¶ fia il

soglio ¶ arrender sempre; e di provartel spero. — ¶ Ma lagrimosa

v'era ¶ già un dì; sorella ognor vi sono

vedessi ¶ dalla feroce oppression di tutti ¶ esente, un solo

è che il torgli ¶ di perder sé, più che

perder sé, più che di offender noi. ¶ Anzi, tu

si corra. ¶ Vittima fui di vostre mire; io il

il mezzo ¶ fui, non di pace, d'indugio a

l'alma ¶ assumer voi di re. Fra i pari

pari vostri, ¶ ogni vincol di sangue è tolto a

Bianca ¶ ... Ecco i doni di principe; il non torre

mio pianto: usbergo ¶ han di adamante al core. Al

Al piè si rieda ¶ di Raimondo infelice: ei non

prence ¶ sagrificar, non che di suora al pianto, ¶ di

di suora al pianto, ¶ di tutti al pianto una

Eccomi: è questo il dì prefisso: io riedo; ¶ e

inoltrarsi, aspetta ¶ da noi di sangue il cenno. Or

ancor parlar l'udresti ¶ di sofferenza. Il mio pensier

securo puoi: già pria di terza ¶ han mal compiuto

lor pubblic'opra. ¶ Del dì l'avanzo, essi in

fero alto proposto, ¶ o di dar morte o di

di dar morte o di morir, ch'è in

oppressor son essi. ¶ Fia di gran peso a indur

Guglielmo il sacro ¶ voler di Roma: in cor senil

ei suole, il successor di Piero ¶ dei tiranni è

altr'arme, il successor di Piero. ¶ Raimondo ¶ Duolmi, e

impresa: ¶ la via sgombrar di libertà, col nome ¶ di

di libertà, col nome ¶ di Roma, or stanza del

far velo io deggio di private offese. ¶ Di basso

deggio di private offese. ¶ Di basso sdegno il volgo

mi spaventa, ed empie ¶ di fera doglia or l

ceppi; ¶ non che bramar di uscirne. Ai servi pare

degna ¶ fia l'impresa di te. Liberi spirti ¶ tornare

la propria vede ¶ schiava di crude ed assolute voglie

or qui venga armato ¶ di sofferenza, o di men

armato ¶ di sofferenza, o di men vile usbergo? ¶ Salviati

vile usbergo? ¶ Salviati ¶ Vengo di fera e d'implacabil

ira ¶ aspro ministro: apportator di certa ¶ vendetta intera, ancor

me, col mio ¶ furor, di Sisto il furor santo

ha chi m'impon di ritornarti in mente, ¶ ove

assai più saldo aiuto, ¶ di Ferdinando la regal bandiera

bandiera, ¶ cui le migliaia di affilati brandi ¶ sieguon di

di affilati brandi ¶ sieguon di pugna impazienti, e presti

quel del figlio, e di noi tutti ¶ la libertà

pro? Finora ¶ larghi soltanto di promesse vuote, ¶ lenti amici

Tebro, e al lito ¶ di Partenope fui? ch'io

trarre ¶ posso i miei dì, ch'io non le

tutta; e in un di me, de' miei ¶ non

me padre, al par di me nimico ¶ sei de

lor vilipeso ¶ più assai di me: tu cittadin fra

ognun ci scorga ¶ ben di servir, ma non di

di servir, ma non di viver, degni. ¶ Finché non

nuove ingiurie serba; ¶ e di falsa pietà per me

mio; tal ben sei: di te non meno ¶ fervido

Ogni più dubbia spene ¶ di vendetta, non fia cosa

assai che a te. Di mia giornata appena ¶ giungo

miei. Dolce consorte, ¶ parte di me miglior, sempre piangente

e piango anch'io di furto... — ¶ Ma, d'ogni

aure io lascio ¶ spirar di vita a qual ch

il solenne inesorabil giuro, ¶ di estirpar la tirannide, e

tuo nobile sdegno, ove di nostre, ¶ non d'armi

e chi cacciarli poscia ¶ di qui potrà? Di libertà

poscia ¶ di qui potrà? Di libertà non parmi ¶ nunzia

re la fede, ¶ né di Roma la fede, io

sciorla a vicenda, è di chi regna ¶ solito ufficio

che suolsi ¶ ragion nomar di stato, oggi ti affidi

lor non entra ¶ pietà di noi; né ciò diss

all'opre. ¶ Teme ciascun di lor, che insorga un

tosche, ¶ che all'un di loro a contrastar poi

vantaggio, amici ¶ si fan di noi. S'altro motor

miei pungenti detti ¶ contro di me i tiranni. A

compagni io trovo, se di me sol parlo; ¶ se

possente, ¶ libera, intera, e di virtù capace ¶ la oppressa

il fin, degno è di noi. Tu, padre, ¶ di

di noi. Tu, padre, ¶ di cotant'opra or tu

or sei. — L'onor di tanta impresa ¶ tutto fia

il mio nome, tu di'? tu il nome mio

arruota, ¶ che al nuovo dì... Ma chi mai viene

Che veggio? ¶ tu fuor di te sei quasi? Or

sventura forse?... A qual di noi?... ¶ Guglielmo ¶ Se angoscia

è pinto. ¶ Bianca ¶ Ma, di tremar qual cagion nuova

figliuol, che impetuoso turbo ¶ di violenti discordanti affetti ¶ era

esorti. ¶ Temi, ma non di noi. — Ben disse il

tu il cor così di tutti noi: dei crudi

Or, perché muove ¶ costui di Roma? e in queste

età men forte, ¶ coglier di detti lusinghieri all'esca

oblivione ho il nome ¶ di cittadino: io so, quanto

in nostra man depose ¶ di libertà il soverchio; onde

ad arte parolette accorte, ¶ di senso vuote? Ha servitù

assai Lorenzo è caldo ¶ di giovinezza e di possanza

caldo ¶ di giovinezza e di possanza: uscirne ¶ di te

e di possanza: uscirne ¶ di te, del figlio, e

te, del figlio, e di tua stirpe intera ¶ può

la rovina nostra. ¶ Non di Lorenzo, qual fratello, io

vedessi tu; che allor di noi faresti? ¶ Guglielmo ¶ Io

faresti? ¶ Guglielmo ¶ Io stimerei di tanto altrui pur sempre

fatto avrei per lieve. ¶ Di libertà qual minor parte

tiranno, assai ben, parmi, ¶ di tirannide a te l

io forse ¶ al par di te, questo tuo figlio

leggi: ¶ dal solo amor di sé, dall'util certo

più vera prenda ognun di noi sua norma. ¶ Lorenzo

non stai tu più di me? non veggo io

saldo in onda scoglio, ¶ di quel che sieno in

Pochi anni hai tu di vita; ¶ ma questa (il

hai... ¶ Vuoi tu serbarla? di'. ¶ Guglielmo ¶ Timor di padre

serbarla? di'. ¶ Guglielmo ¶ Timor di padre, ¶ e timor di

di padre, ¶ e timor di tiranno in lance porre

insospettirti il solo ¶ ripatriar di un cittadino inerme, ¶ ch

se antiveduto viene. — ¶ Voi, di Roma satelliti, qui lascio

più rimota etade. — Andiam. — Di gioia ¶ mi balza il

il tergo sdegni ¶ ferir, di sangue or tornerai digiuno

mio figliuol mi affida. ¶ Di lui si cerchi... Eccolo

non temerli. In essi ¶ di me sospetto generar non

generar non volli; ¶ pien di timor mi credono. — Ma

mi apposi. ¶ Al nuovo dì corre Lorenzo al campo

d'ira alti e di core. Alberto, Anselmo, ¶ Napoleon

figliuol tuo. ¶ Rinato vil, di nostra stirpe ad onta

ei da tanto! ma, di vizi scevro, ¶ virtù non

All'alba, ¶ pria che di queste mura escano in

Vero parli; ma pur,... di umano sangue ¶ contaminar gli

quel de' tiranni? Essi di sangue umano ¶ si pascon

cui trarremo il ferro, ¶ di Roma eccheggi entro il

è ver, fra noi di Roma il nome. ¶ Ma

il nome. ¶ Ma, qual di voi l'onor del

a questi altari un dì. Furor m'incende, ¶ più

certo il vil Giuliano ¶ di ascosa maglia il suo

più scabra impresa, ¶ io di svenarlo. Avrai Lorenzo; avrommi

entro quel petto, ¶ nido di fraude e tradimento, il

estrema esser ne dei ¶ di servaggio, o di vita

dei ¶ di servaggio, o di vita, il corso affretta

assai, ma assai, diffida ¶ di Bianca: in cor di

di Bianca: in cor di donna è scaltro amore

Raimondo ¶ Nol puoi. ¶ Bianca ¶ Di poco amor, me così

scacci. Il suono ¶ dunque di questa mia voce non

lungi almeno... ¶ Raimondo ¶ Ma, di che temi? o che

troppo io veggio, che di me diffidi. ¶ Raimondo ¶ Ogni

tacilo. Ti chieggo ¶ sol di seguirti; e il nieghi

il volto ¶ tinto or di fuoco, ora di morte

or di fuoco, ora di morte;... ah! tutto, ¶ tutto

mille volte stringergli, e di caldi ¶ baci empiendogli, in

loro i tenerelli petti ¶ di un largo fiume di

di un largo fiume di pianto paterno... ¶ tu, sì

Bianca ¶ E pregne ancora ¶ di pianto hai le pupille

destin degli infelici figli ¶ di un oltraggiato padre. Il

vi abbraccio, ch'io di ciò non pianga... ¶ Sposa

finché non parli. Se di me diffidi, ¶ svenami; se

E a me tu di seguirlo vieti? ¶ crudo... ¶ Guglielmo

a sì viva parte di me spetta? ¶ Ah! voi

Ah! voi pur troppo di qual sangue io nasca

sangue io nasca, ¶ più di me il rimembrate. Ah

vita. ¶ Bianca ¶ Oh ciel! di vita anco in periglio

non è tempo or di ritrarci. Al cielo ¶ porgi

piace: intanto ¶ lo uscir di qui non ti si

in ver, ben festi ¶ di a me celar sì

credea capace; ¶ non mai di un vile tradimento, mai

tremi la terra!... Oh di quale alto ¶ fremito l

l'aria rimbomba!... distinto, ¶ di libertà, di libertade il

rimbomba!... distinto, ¶ di libertà, di libertade il nome ¶ suonami

immensa... ¶ Raimondo ¶ Immensa, ¶ sì; di mia man me la

io caddi: ¶ lo empiei di tante e di tante

empiei di tante e di tante ferite, ¶ che d

O dolce sposa... ¶ parte di me;... rimembra, che sei

infame; ¶ infra le braccia di sua donna ei fugge

ei muore... ¶ Raimondo ¶ Or,... di che il preghi? — ¶ Se

aveva nascosto al giunger di Lorenzo. ¶ Bianca ¶ Oh ciel

voglio.Strappa il ferro di mano a Guglielmo, che