Grazia Deledda, Leggende sarde, 1894

dove con la scusa di vendere le uova chiedeva

nesso: erano piuttosto frammenti di pensieri, brani di idee

frammenti di pensieri, brani di idee semplici che si

riposare. Era stanca, stanca di quel suo viaggio che

scricchiolarono e una cascata di paglia bagnata e di

di paglia bagnata e di gusci bianchi inondò il

accoratamente, come una bimba di dieci anni. ¶ Da qualche

trent'anni io viaggio, di giorno e di notte

viaggio, di giorno e di notte, per guadagnarmi un

per guadagnarmi un tozzo di pane. Ah, come sono

mi era giammai capitato di cadere: ma ora invecchio

io ho lavorato più di qualsiasi altra creatura cristiana

vide quella povera palma di piede ridotta ad una

ridotta ad una specie di cuoio grossissimo, nero, screpolato

qua e là macchiato di sangue. ¶ "È orribile", mormorò

s'udì un passo di cavalli, in lontananza, nel

attimo prese un biglietto di banca, lo diede alla

provò uno strano sentimento di terrore, ma di terrore

sentimento di terrore, ma di terrore arcano, misto a

La chiamarono, ed uno di essi smontò da cavallo

credettero pazza, le chiesero di far vedere il biglietto

contro un bandito accusato di omicidi, grassazioni, vendette, rapine

perché avete il cuore di pietra. ¶ C'era dunque

nera e misteriosa, composta di cento e una stanza

per servirlo, una nipotina di quindici anni, chiamata Mariedda

più bei capelli neri di tutta la Sardegna, e

per un ultimo scrupolo di coscienza non voleva farle

i quindici anni, pensò di sbarazzarsene maritandola a un

le piante del giardino di don Juanne e pose

zio abitavano, un paio di corna e due grandissime

Impossibile descrivere l'ira di don Juanne, e l

rimase, come suol dirsi, di stucco, poi esclamò: ¶ "Ma

dal papa il permesso di sposarmi con chi voglio

prete. E ho deciso di ammogliarmi con chi mi

donna bellissima, tutta circondata di luce, vestita di raso

circondata di luce, vestita di raso e di velo

vestita di raso e di velo bianco, con un

a quello della regina di Spagna. ¶ Donde era entrata

voce che sembrava musica di violino: ¶ "Io sono Nostra

tuo zio otto giorni di tempo, e se in

il suo pensiero, chiamami di nuovo. Conservati sempre buona

stanza come una luce di luna e un odore

luna e un odore di gelsomino. ¶ Mariedda, che provava

suo zio otto giorni di tempo. Sebbene a malincuore

quale perdurava la luce di luna e l'odore

luna e l'odore di gelsomino. Passati però gli

ora aveva un vestito di broccato d'oro e

oro e un diadema di perle come quello della

costa. Era una specie di assedio. ¶ I saraceni spiavano

saraceni spiavano il momento di poter passare sui monti

fede religiosa, un giorno di festa solennissima i Dorgalesi

Vedevano una immensa fila di persone vestite a vivaci

sfilare per le vie di Dorgali, incamminandosi come alla

lontano, parve un esercito di soldati armati che si

alberi della montagna. Uno di questi alberi mi pare

leggenda gentile dei monti di Dorgali, immortalata da una

principali, che in memoria di tal fatto si chiama

gli occhi neri circondati di rughe, e vestito di

di rughe, e vestito di rozzi pannilani e di

di rozzi pannilani e di pelli. ¶ Il vecchio si

non so l'etimologia di tal nome, ma ritengo

d'oriente, con barche di predoni; e dico anch

dico anch'essi perché, di tanto in tanto, sul

disegnavasi l'ala rossastra di qualche vela fenicia, sbarcava

d'uomini pallidi, vestiti di corte tuniche grigie, coi

aveva turbato la vita di quei primi pastori sardi

interno dell'isola, giungeva, di quando in quando, qualche

armille e altri gioielli di bronzo: in cambio riceveva

lana, miele, formaggio, unghie di pecora, e ripartiva. ¶ Le

mare. Nonostante la pace di quegli ultimi anni, non

unico conforto, spesso, era di suonare certi flauti di

di suonare certi flauti di canna, molto rozzi e

suonava i suoi flauti di canna, Sadur dimenticava ogni

si spandeva un'espressione di tenerezza e di bontà

espressione di tenerezza e di bontà. ¶ Al suono melanconico

sentiva il cuore empirsi di care ricordanze, tutto gli

gli sembrava dolce, sognava di maritar Greca con qualche

con qualche giovine gagliardo, di lasciar lei e la

una forte protezione, e di morir tranquillo, sotto una

una quercia, al sole di aprile. ¶ Egli aveva parecchi

accadde questo fatto. ¶ Era di maggio: un giorno egli

pecore e banchettarono. Alcuni di loro volevano legare e

banchetto, comandò al vecchio di suonare. Sadur prese i

e comandò a Sadur di suonare tutti assieme i

e riprova, gli riuscì di suonare abilmente una melodia

addormentò, e gli parve di non aver mai gustato

in luogo più ameno di quello. ¶ Svegliandosi, disse al

Svegliandosi, disse al vecchio di chiedergli tutto ciò che

delle sue donne, fosse di ritorno. ¶ Desiderava sentire ancora

dei flauti riuniti e di addormentarsi ancora una volta

assieme, i suoi flauti di canna. ¶ San Michele Arcangelo

grande distesa della pianura di stoppia, la luna gettava

era azzurro quasi come di giorno, e solo ad

mare. ¶ Zia Biròra viaggiava di notte perché viaggiava a

esigui da non permetterle di viaggiare a cavallo. ¶ Figuratevi

dentro quel cestino intessuto di canne che ella recava

valore storico, specialmente quelle di talune chiese e di

di talune chiese e di qualche montagna. Senza ombra

qualche montagna. Senza ombra di fantasticheria, senza fronde, senza

tre fratelli7 ¶ Nella catena di monti che circondano Nurri

abitanti del villaggio, stanchi di aver raccolto olive tutta

ragionando tranquillamente fra loro di cose di campagna, e

fra loro di cose di campagna, e cenando con

più vecchia si levò di tasca una tovaglia e

tu vorrai. E sopra di essa ti comparirà ogni

ti comparirà ogni ben di Dio". ¶ La seconda delle

io non ho altro di meglio, ma vedrai che

renderà un servigio maggiore di quello che renderanno ai

I tre giovani, possessori di quei talismani meravigliosi, non

non avendo più bisogno di lavorare, presero a viaggiare

dell'isola in cerca di avventure e di piaceri

cerca di avventure e di piaceri. ¶ Da per tutto

per tutto lasciavano tracce di beneficenza e di generosità

tracce di beneficenza e di generosità - giovani di buon

e di generosità - giovani di buon cuore come erano

e strapotente intimò loro di lasciar l'uso dei

quindi essi non avevano di che temere. Alle replicate

che aveva l'incanto di far ballare con la

strada fu piena zeppa di gente che pareva impazzita

forca. Una fiumana immensa di gente, anche dei paesi

tre fattucchieri. ¶ Sul punto di morire i tre condannati

chiesero ai magistrati presenti di accordar loro una grazia

chiedevano. ¶ Il primo chiese di offrire un pranzo a

sul palco. Ogni sorta di pietanze, di frutta, di

Ogni sorta di pietanze, di frutta, di dolci e

di pietanze, di frutta, di dolci e di vini

frutta, di dolci e di vini squisiti compariva sulla

ne consumava più grazia di Dio abbondava sulla tavola

fratello chiese la grazia di distribuire del denaro. Figuriamoci

in monete e lettere di cambio (i biglietti di

di cambio (i biglietti di banca non esistevano ancora

a quei poveri diavoli di soldati, di contadini e

poveri diavoli di soldati, di contadini e di pastori

soldati, di contadini e di pastori che mai avevano

per formalità, la grazia di suonare. Sperando un altro

sbranarono con ogni sorta di scorrerie, di espilazioni, di

ogni sorta di scorrerie, di espilazioni, di saccheggi e

di scorrerie, di espilazioni, di saccheggi e di rovine

espilazioni, di saccheggi e di rovine. Le coste dell

isola erano costantemente piene di pirati e di guerrieri

piene di pirati e di guerrieri saraceni, e i

ne soffrivano. Gli abitanti di Dorgali, grosso villaggio nel

grosso villaggio nel circondario di Nuoro, vicino alla costa

tenevano sempre un gruppo di uomini forti e valorosi

sardi. ¶ È sulla chiesa di S. Pietro di Sorres

chiesa di S. Pietro di Sorres, vicino a Torralba

mille, un giovine mastro di Sorres, artista, poeta gentile

mese un arazzo intessuto di astri, di figurine e

arazzo intessuto di astri, di figurine e di foglie

astri, di figurine e di foglie d'alloro, sventolava

solo una soavissima voce di donna cantare "come un

cantare "come un canto di cigno che muore", e

muoversi leggero delle spole di un telaio. ¶ Arso dalla

lui insisteva lo consigliò di ricovrarsi nella chiesa vicina

perdutamente della misteriosa abitatrice di Sorres che gli aveva

costruzione della chiesa, deciso di adempiere la sua promessa

la sua promessa pur di giungere a conoscerla, dipinse

propose al giovine mastro di Sorres di edificare il

giovine mastro di Sorres di edificare il tempio. Egli

Nella notte precedente il dì della consacrazione, mentre tutto

andavano cangiando, in intrecci di rabeschi e figure perfettamente

e disegnate. Nel mezzo di dette stoffe, immutabile campeggiava

immutabile campeggiava la chiesa di San Pietro di Sorres

chiesa di San Pietro di Sorres. In un canto

e nelle mani rami di alloro con le bacche

lasciò andare una foglia di lauro, ed egli si

sentì un gelo come di sfinimento per le membra

guardandola morì! ¶ La scomunica di Ollolai ¶ Radicatissima è ancora

del papa o magari di un semplice sacerdote, apporti

un villaggio del circondario di Nuoro c'era un

sardo: allora un gruppo di giovini un po' scapestrati

e senza pregiudizi decise di far qualche tiro ai

favorì stranamente. Un giorno di festa, in cui nella

cadaverino e lo gettarono, di notte, in un pozzo

alla corte del Giudice di Logudoro questi, d'accordo

partirono raminghi. Ma prima di andarsene essi scagliarono le

in ogni tempo su di esso, e, ciò non

suo possedimento ai frati di non ricordo più qual

il suo spirito, vaga di tanto in tanto fra

nostrane alle spirituali lettrici di Vita Sarda. Ora le

Ora le leggende sono di moda, e nella rinascente

viventi e il germe di quella delle generazioni future

e per un volume di amena lettura, spumoso, elegantemente

all'infuori dei cicli di leggende sarcastiche, vòlte a

e misteriosa, è piena di leggende. Ogni chiesa campestre

chiesa campestre, ogni rovina di castello o di chiostro

rovina di castello o di chiostro, ogni villaggio, ogni

villaggio, ogni cussorgia (tratto di regione che ha un

le fiabe, - ed una di queste è la prima

oggi ho il piacere di narrarvi, - al verosimile mescolando

dopo la dominazione romana, di cui soltanto i Sardi

Malaspina, sono i giudici di Torres, i vicerè aragonesi

un fondamento, e qualcosa di vero. ¶ Il castello di

di vero. ¶ Il castello di Galtellì - la Civitas Galtellina

con un cerchio magico di credenze strane, fra cui

dei suoi tesori nascosti. ¶ Di giorno è invisibile, ma

circondato dal vaporoso collare di lattughe trapuntate. Qual fato

maniero, ritrovo un giorno di letizia e di splendida

giorno di letizia e di splendida potenza? Non si

anzi, attraversando grandi catene di montagne, fiumi e pianure

campagna con un fascio di legna sulle spalle, sopravvenutagli

signore che si permetteva di passeggiare tranquillamente in tal

signore allora si accorse di lui e si fermò

Era biondo e soave di volto, con due grandi

appannati, immersi nel dolore di una eterna tristezza. "Chi

per liberarsi dalla fama di ladro o che, dovette

castello e aveva provveduto di legna, per tutto l

abitanti invisibili e spirituali di quelle rovine. In cambio

me. Si ha bisogno di voi!". ¶ Essa, che era

che trovava pochissime occasioni di tentare la fortuna, non

Venite e non temete di nulla!", rispose lui. La

introdusse nelle sale sotterranee di cui essa aveva tante

sale erano uno splendore di lusso e di magnificenza

splendore di lusso e di magnificenza. Coperte di arazzi

e di magnificenza. Coperte di arazzi e di cortinaggi

Coperte di arazzi e di cortinaggi di broccato, ammobigliate

arazzi e di cortinaggi di broccato, ammobigliate come deve

candelabri d'oro e di perle preziose. In una

perle preziose. In una di esse v'era un

una gran borsa piena di monete d'oro. ¶ "Per

le leggende del castello di Galtellì, "per ciò ora

ciò ora i discendenti di quella donna sono fra

del paese!" ¶ La leggenda di Gonare ¶ I santi, Nostra

chiese, specialmente le chiesette di campagna, le piccole chiese

Gonare, presso il villaggio di Orane, a 1120 metri sul

picco azzurro, in forma di piramide, si scorge da

leggenda è questa: Gonario di Torres, giudice del Logudoro

Sardegna, promise alla Madonna di edificarle un santuario su

su la prima cima di monte che scorgesse, se

lo salvava dal pericolo di naufragare. Fatta appena la

esser vicina al villaggio di Orane. L'anno stesso

montagna prese il nome di Gonario, che a poco

si ridusse in quello di Gonare. ¶ La Madonna gradì

signore che si degnò di scendere nella Sardegna per

traccia lasciata dalle spalle di Nostra Signora. Le donnicciuole

Madonna discendeva dal monte di Gonare, incontrò Santa Barbara

mai!5 ¶ Infatti la chiesa di Santa Barbara fu edificata

fu edificata nel villaggio di Olzai, vicino a Gonare

panorama godentesi dalle cime di Gonare. ¶ San Pietro di

di Gonare. ¶ San Pietro di Sorres ¶ Questa leggenda la

dal castello alla chiesa di San Giovanni di Viddacuia

chiesa di San Giovanni di Viddacuia, sita all'altra

alla messa nei giorni di festa. ¶ Un marciapiede conduce

dalla torre alla Conca di la muneta, dove, si

sia una grande cisterna di una immensa profondità: nel

è piena in fondo di pietre, e quindi la

dei curiosi avessero riempito di sassi il fondo della

vide una grande porta di ferro serrata: questa porta

conduceva a San Giovanni di Viddacuia, la zecca dalle

la zecca dalle porte di ferro e l'alto

o figlia non so, di un cavaliere al servizio

maniero, si innamorò perdutamente di Andrea. Ma per quante

quanto ciò ripugnasse al di lui carattere cavalleresco e

la respinse rudemente, minacciando di espellerla dal castello se

che ne può più di me!..." ¶ La dama acconsentì

le diede la potenza di trasformarsi, di fare dei

la potenza di trasformarsi, di fare dei malefizi e

ancora, in ogni modo, di procacciarsi l'amore d

quindi le ultime lusinghe di lei. Allora l'amore

suo volto in quello di una vecchia, si vestì

Doria, con qualche cavaliero di seguito, si recava alla

a te San Giovanni di Viddacuia, per dirti; bada

campi del Coghinas ricoperti di cavalli e cavalieri verdi

gola su gli spalti di Castel Doria!..". ¶ Ciò detto

castello e attese, sicuro di non lasciarsi vincere. Per

lavorava... Venuto il mese di maggio, allorché i campi

del Coghinas erano coperti di asfodelo e di fieno

coperti di asfodelo e di fieno altissimo, ella compì

montati da guerrieri armati di scudi e di lancie

armati di scudi e di lancie verdi, vestiti da

gola su gli spalti di Castel Doria!... ¶ Mai! Mai

Mai! Prima sarebbe morto di mano sua! E infatti

diabolico, un triste riso di anima dannata. Era la

del fratello, la sorella di Genova, che conservava le

morì: sepolta nelle tombe di smeraldo del Mediterraneo, nessuno

più aprire la Conca di la muneta, e i

anni dopo la morte di Andrea, un pecoraio, passando

splendido negozio, immenso, ripieno di tutti i generi che

una bellissima donna, vestita di veli bianchi e piena

veli bianchi e piena di gioielli, stava dietro il

stava dietro il banco di alabastro. "Piddani e lassanni

che aveva molto bisogno di biancheria, non prese che

prese che una pezza di tela e se ne

e silenziosa! ¶ Il castello di Galtellì ¶ Una notte dello

scorso dicembre restai più di due ore ascoltando attentamente

ascoltando attentamente una donna di Orosei che mi narrava

le leggende del castello di Galtellì4. ¶ Il suo accento

bizzarre storie a base di soprannaturale, che corrono pei

condusse alla fossa... Prima di morire rivelò la causa

verso la corda minacciando di romperla e di far

minacciando di romperla e di far precipitare il pastore

suo compagno! ¶ La leggenda di Aggius ¶ Al finire del

Gallura - due ragazzi, figli di due famiglie nemiche, che

e belli entrambi, grandi di vent'anni, e si

mortale soffiava negli animi di entrambe: ad una apparteneva

notturni nella stessa casa di lei. Usavano le più

scoperti e il padre di lei, ardente d'ira

notte solenne, una notte di Pasqua, trucidò il misero

e desolati, gli abitanti di Aggius, armati di carabine

abitanti di Aggius, armati di carabine e di pugnali

armati di carabine e di pugnali, stavano per azzuffarsi

allorché al primo colpo di archibugio, tirato dal padre

battaglia. E la causa di tanta rovina, oltre quella

triste e fremente romanzo di Enrico Costa Il Muto

Enrico Costa Il Muto di Gallura: ¶ "Egli - il diavolo

Gallura: ¶ "Egli - il diavolo - di tanto in tanto si

piaceva affacciarsi ai massi di granito per guardare con

per guardare con occhio di fuoco il sottostante villaggio

recava dal Limbara ricoperto di neve il suo alito

E mentre gli abitanti di Aggius sentivano il corpo

anime loro, suscitandovi pensieri di odio, di vendetta e

suscitandovi pensieri di odio, di vendetta e di sangue

odio, di vendetta e di sangue! Si diceva che

preso stanza sulla reggia di granito, ch'era la

compiaceva nelle notti insonni di tribolare quei poveretti. ¶ Le

poveretti. ¶ Le vecchie tremavano di paura nel loro letto

e candu sarà la di chi ti n'aggiu

era designato a morire di morte violenta. Così almeno

Aggius, venne l'ispirazione di piantare una croce di

di piantare una croce di ferro sul monte (che

chiamato poi il Monti di la cruzi) per far

precipitare dai monti più di un masso di granito

più di un masso di granito. Tutte le case

volesse rinunziare alle anime di cui aveva giurato la

venti a trenta metri di altezza, e che forma

origine quella croce era di ferro, e vi durò

sostituita con un'altra di legno, che viene rinnovata

Madonna è una specie di nicchia naturale scavata nel

è una gran lastra di granito a base convessa

continuo, come il mugolìo di un tuono in lontananza

lontananza. Il gran tamburo di Aggius ha molta analogia

colla famosa pietra ballerina di Nuoro; la differenza è

morta, o deve morire di morte violenta! ¶ La leggenda

morte violenta! ¶ La leggenda di Castel Doria ¶ Interessanti sono

torre a cinque angoli, di pietre rettangolari saldate l

Coghinas, il castello godeva di un grande panorama, e

meravigliose, smarrite nella nebbia di epoche diverse dalla nostra

in se stesso qualcosa di misterioso e di leggendario

qualcosa di misterioso e di leggendario, con le sue

è seriamente immaginoso, pieno di superstizioni bizzarre e infinite

infinite. Nella stretta mancanza di denari in cui si

si trova ha bisogno di figurarsi tesori immensi, senza

che il sotto-suolo di tutta l'isola è

l'isola è sparso di monete d'oro e

monete d'oro e di perle preziose. ¶ Ogni montagna

Ogni montagna, ogni chiesa di campagna, ogni rudere di

di campagna, ogni rudere di castello, ogni bosco ed

che la maggior parte di questi tesori, rimasti nei

che, se alla fine di un certo tempo gli

perle, tanta bella quantità di carbone o di cenere

quantità di carbone o di cenere. La leggenda dei

ai tesori, e più di un proprietario fa, all

sue terre, in cerca di queste ricchezze meravigliose. ¶ Ogni

leggenda è a base di tesori nascosti: e tradizioni

ha già segnato più di una vendetta. È la

del sovrannaturale, il terrore di cose che non si

abbondano: sono uomini morti di ferro poco tempo dopo

una notte entro una di queste grotte; pastori che

perduto tutto il gregge di malattia misteriosa, banditi di

di malattia misteriosa, banditi di cui non si trovarono

quei luoghi fatali. ¶ Più di un vecchio pastore, scampato

miracolosamente dalle disgrazie, afferma di aver veduto il diavolo

assume forme umane o di animale. ¶ Nelle piccole montagne

animale. ¶ Nelle piccole montagne di Nuoro, le verdi e

verdi e granitiche montagne di Orthubene, che sono forse

grotta misteriosa e profonda, di cui nessuno, si dice

e coi suoi capelli di sole, nella mia infanzia

dirò storiche, che corrono di paese in paese, di

di paese in paese, di monte in monte. Talune

diavolo cervo ¶ Nei monti di Oliena, nei contrafforti calcarei

calcarei dai picchi acuti di un azzurro latteo che

esistono grandi crepacci - ricordi di antichissime convulsioni vulcaniche - di

di antichissime convulsioni vulcaniche - di alcuni dei quali non

dell'inferno col mondo. Di là escono i diavoli

bianche montagne in cerca di anime e di avventure

cerca di anime e di avventure. Fra le altre

era dunque un pastore di Oliena, molto devoto e

al male, si vendicò di lui in questo modo

inseguirlo. Il cervo balzava di rupe in rupe, velocissimo

ramate erano alte più di sei palmi. A un

si trovò sull'orlo di una nurra spaventosamente profonda

saliva un'eco tetra di sogghigni infernali. Il misero

in persona e cercò di fuggire, ma la neve

presa una grande quantità di corde si avviò con

come quello della Regina di Francia. ¶ "Dormi, Mariedda, e

voce che pareva musica di rosignuolo. "Prendi questo rosario

rosario, che ha virtù di guarire i malati, e

nella fortuna non dimenticarti di me, se non vuoi

primaverile e una fragranza di garofani. ¶ Mariedda non aveva

estasiata baciò il rosario di madreperla lasciatole dalla divina

giorni e tre notti di viavai da una porta

porta all'altra, morente di fame e di stanchezza

morente di fame e di stanchezza, non aveva ancora

in volto e piena di dolore. ¶ "Bel soldato", chiese

il figlio del Giudice di Arboréa, e nessun medico

Giudice era il re di Arboréa; quindi il figlio

il più bel cavaliere di tutta la Sardegna. ¶ Mariedda

questo possedeva la virtù di guarire i malati. ¶ Senza

Bada, fanciulla dagli occhi di stella, se tu c

perduto. ¶ Ma la nipote di don Juanne Perrez mise

e, inginocchiatasi sulla pelle di cervo stesa davanti al

in volto e pieni di meraviglia, videro un miracolo

la sua fronte rifulse di vita; sorrise; si alzò

salvato?". ¶ Il Giudice piangeva di gioia, piangeva tanto che

la sua barba gocciolava di lagrime come un albero

occhi hanno una luce di luna. Tu sarai la

dalle Fiandre i vestiti di broccato che stavano ritti

a dimenticare la raccomandazione di Nostra Signora del Buon

del Buon Consiglio, cioè di pregarla e ricordarla sempre

Spagnoli invasero il regno di Arboréa, e don Mariano

don Mariano, lo sposo di Mariedda, dovette partire col

presso a diventare madre di un bel principino. ¶ "Addio

baciandola in fronte, prima di montare sul suo gran

dalla gualdrappa rossa, "sta di buon animo, e fa

sua partenza, divenne madre di un bellissimo bambino. Questo

bambino era tutto color di rosa, e aveva i

a odiarla ferocemente, giurando di vendicarsi. Ma per quante

della fanciulla dagli occhi di stella; e don Juanne

lo accettarono per medico di Corte. Mariedda non lo

ma lo lasciò morir di fame; perciò ancor oggi

Monsiù Juanne, in memoria di questo fatto. ¶ Intanto nella

popolana a diventar madre di un cagnolino nero, brutto

Giudicessina, che aveva vestiti di broccato, i quali stavano

in vita sua, pianse di dolore. E forse egli

in quell'ora tremenda di disperazione, ella ricordò finalmente

e remota della casa di don Juanne, ecco si

a quello della Regina di Spagna. ¶ "Mariedda, Mariedda", disse

tu ti sei dimenticata di me, e per ciò

e non dimenticarti più di me." ¶ Ciò detto sparve

si sparse una luce di sole nascente, le siepi

brillarono; un soave profumo di puleggio passò per l

aria, e una fila di merli dal becco giallo

bellissimo bambino tutto color di rosa, le cui manine

Per un momento pensò di tornarsene in Corte con

bambino; ma le parole di Nostra Signora del Buon

rose salivano grandi fiori di corallo. Mariedda picchiò. ¶ Una

costume, con la sottana di scarlatto fiammante, il corsetto

scarlatto fiammante, il corsetto di broccato verde-oro e

essa fu la padrona di quella casetta verde nascosta

uva che sembrava grappolo di perle; la carne che

e correva su cavalli di canna, ai quali, sebbene

casetta verde una comitiva di cacciatori, che si erano

sorpresa e la gioia di Mariedda nel riconoscere il

suo sposo nel capo di quei cacciatori smarriti! ¶ "Ecco

accoglienza e della bellezza di Mariedda e di Consiglio

bellezza di Mariedda e di Consiglio. A tavola don

monti e le valli di Sardegna, e che, non

dimostrò come la giustizia di Dio si riveli nelle

pose dentro la scarpina di marocchino ricamata di don

scarpina di marocchino ricamata di don Juanne. Poi se

così ricompensato l'ospitalità di questa nobile dama. Lo

d'oro nella scarpina di marocchino ricamato di don

scarpina di marocchino ricamato di don Juanne. Invano questo

in penitenza, gl'imposero di viver sempre nella casetta

non si mosse più di là; mentre Mariedda, Consiglio

Consiglio col suo cavallo di canna, la serva col

che volate, ¶ In compagnia di me, ¶ Andate e ritornate

diavolo cervo", "La leggenda di Aggius", "La leggenda di

di Aggius", "La leggenda di Castel Doria", "Il castello

Castel Doria", "Il castello di Galtellì", "La leggenda di

di Galtellì", "La leggenda di Gonare", "San Pietro di

di Gonare", "San Pietro di Sorres", "La scomunica di

di Sorres", "La scomunica di Ollolai", "Madama Galdona", sono

lasciane." ¶ 4 Castel Roccioso. ¶ 5 Barbarina di Olzai, / Dove ti metteranno

grosso villaggio del circondario di Lanusei, dalla gentile signora

Grazia Deledda, a cura di M. Ciusa Romagna, Nuoro

Sandon, Palermo, 1899. ¶ 10 Antico nome di Oristano.