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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
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1956
ebbe sedici anni, passò di lì il figlio del
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1956
diede alla balia tanti di quei quattrini finché questa
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1956
palazzo. Giunto all’età di quindici anni, il ragazzo
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1956
rispose: – Va’. ¶ S’alzò di buon’ora, prese un
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1956
mesi, il giovanotto, addolorato di questa cattiva accoglienza, gli
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1956
passare una montagna piena di leoni e di tigri
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1956
piena di leoni e di tigri che ti mangerebbero
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1956
per procurartelo. Cammina per di qua per un bel
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1956
e troverai un palazzo di marmo e un giardino
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1956
marmo e un giardino di fiori di pesco. Ci
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1956
un giardino di fiori di pesco. Ci saranno due
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1956
in un prato pieno di fiori che solo l
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1956
montagna piena d’orsi, di tigri, di serpenti, che
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1956
d’orsi, di tigri, di serpenti, che spiccarono balzi
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1956
montagna, cammina, cammina, vide di lontano un palazzo di
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1956
di lontano un palazzo di marmo, e disse: – Dev
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1956
ci faccia il piacere di rendercelo, perché ne abbiamo
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1956
cominciò a sentir odor di fiori e più andava
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1956
da un prato pieno di fiori. La Maga era
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1956
le andò vicino sempre di schiena, gli occhi nello
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1956
erano cascate due gocce di sangue che toccando terra
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1956
c’era il porto di mare. Vicino al mare
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1956
che alla Regina invece di nascerle un figlio le
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1956
sul terrazzo del Re di fronte una bella ragazza
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1956
a bussare al palazzo di fronte, e chiede della
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1956
io sono la madre di quella mela, e che
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1956
gli si poté dir di no per mantenere l
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1956
nascosto! ¶ Venne l’ordine di guerra e il Re
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1956
Gli piangeva il cuore, di lasciare la sua mela
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1956
Ti lascio la chiave di camera mia. Bada che
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1956
trafittura usciva un rivolo di sangue. La Regina matrigna
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1956
svegliò, non si raccapezzava di cosa gli era successo
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1956
e la trovò allagata di sangue. – Povero me! Cosa
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1956
le posò un po’ di polverina su tutte le
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1956
bambino, e aveva voglia di prezzemolo. S’affaccia alla
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1956
vede tutto un prato di prezzemolo. Aspetta che le
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1956
uscite, prende una scala di seta e cala nell
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1956
Fatta una bella scorpacciata di prezzemolo, risale per la
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1956
risale per la scala di seta e chiude la
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1956
uscite tutte, e una di noi invece resterà nascosta
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1956
la donna, – ho voglia di prezzemolo perché aspetto un
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1956
che le dicevano: – Bambina, di’ alla mamma che si
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1956
senza pensare, disse: – Sì, di’ che la piglino pure
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1956
siano già le Fate di ritorno e che sia
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1956
si guardarono tra loro. – Di’ la verità, Prezzemolina, qui
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1956
Memé, – queste due pentole di lardo; troverai una porta
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1956
lascerà passare. Bada solo di far svelta. ¶ Prezzemolina prese
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1956
su per due rampe di scale, vide la scatola
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1956
almeno trecento scudi. ¶ Quelli di Ciciorana misero le mani
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1956
casa dissero alle mogli di mettergli delle lenzuola sotto
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1956
Le lenzuola erano piene di letame di ciuco. – Campriano
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1956
erano piene di letame di ciuco. – Campriano ci ha
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1956
badili andarono a casa di Campriano. ¶ S’affacciò la
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1956
vogliamo morto! ¶ Esce Campriano di tra i filari: – Perché
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1956
per aver la forza di granire il denaro, non
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1956
a bollire una pentola di fagioli. Ma bada, quando
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1956
casa, devi far finta di tirarla fuori dalla credenza
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1956
capito? ¶ Con gli uomini di Ciciorana, andò alla stalla
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1956
tra le lenzuola piene di letame. – Mi meraviglio che
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1956
buona. Ma che maniera di fare! Se sapevo che
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1956
così! Povera bestia! ¶ Quelli di Ciciorana erano perplessi: – E
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1956
avuto. ¶ Arrivarono a casa di Campriano e trovarono la
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1956
dalla stalla, facendo finta di venire da fuori e
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1956
bollendo. ¶ – Come? – dicono quelli di Ciciorana, – la pentola che
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1956
se non fossimo sicuri di trovare la minestra già
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1956
macellaio, comprò una vescica di bue e la fece
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1956
e la fece riempire di sangue crudo. Disse alla
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1956
col coltello. ¶ Arrivarono quelli di Ciciorana con randelli e
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1956
essere stata quella sciagurata di mia moglie. Ora le
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1956
la moglie e dice: – Di’ la verità, hai barattato
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1956
un lago. ¶ I due di Ciciorana rimasero pallidi di
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1956
di Ciciorana rimasero pallidi di spavento. – Per una pentola
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1956
preso da un po’ di compassione. – Ma, poverina anche
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1956
rivivere, allora! – Tirò fuori di tasca una cannuccia, la
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1956
come prima. ¶ I due di Ciciorana, a occhi sbarrati
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1956
vento tramontano ¶ Un contadino di nome Geppone abitava nel
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1956
per colpa tua muoio di fame con tutta la
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1956
bosco e ripartì. ¶ Prima di casa trovò moglie e
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1956
pranzo tutti insieme. Finito di mangiare e bere, Geppone
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1956
a chiamare la moglie di Geppone. ¶ – È tornato, tuo
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1956
E che ha portato di bello? – E così, una
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1956
raccolti, e non ho di che mangiare. ¶ – Se mi
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1956
gli diede qualche sacco di sementi grame. Era di
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1956
di sementi grame. Era di nuovo allo stento e
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1956
bisogna dirlo, per colpa di sua moglie. – È per
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1956
me l’aveva raccomandato, di non dirlo a nessuno
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1956
dirlo a nessuno. Ora, di ripresentarmi a lui non
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1956
Te l’avevo detto di non darla a nessuno
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1956
scatola assai più bella di quell’altra. ¶ La moglie
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1956
altra e poi qualcosa di giunta. ¶ – Be’, andiamo: mi
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1956
visita del Titolare e di molti altri preti. Li
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1956
dicevano: – Vedrete, all’ora di desinare, apre una scatola
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1956
fuori sei omaccioni armati di bastone, e giù botte
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1956
gragnuola, cadde la scatola di mano e restò aperta
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1956
Padre e madre andavano di rado a trovarla perché
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1956
le venisse il pensiero di fuggire. ¶ Quando la ragazza
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1956
me… ¶ A sera, prima di ritirarsi con la sua
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1956
sua sposa, Fioravante pensò di andare a salutare la
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1956
e Fioravante le disse di sì. La mattina, quando
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1956
Non ti ricordi più di me… ¶ – Ma, cavallina… ¶ – Ecco
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1956
sposare a un mercante di Fiesole, e lui restò
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1956
e lui restò Re di Londra e di Parigi
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1956
Re di Londra e di Parigi e marito della
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1956
ma non aveva paura di nulla. Quell’uomo partì
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1956
portassero via la roba di casa. E lui: – Che
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1956
cos’è questa roba di casa? Io non ho
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1956
Io non ho paura di niente. ¶ Vengono i ladri
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1956
volete non ho paura di niente. ¶ Lo zio aveva
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1956
calasse un corbello pieno di candele accese e dicesse
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1956
morto, non aveva finito di morire, e l’ho
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1956
loro l’avvenire. – Contentatevi di scegliere, – disse, – tra avere
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1956
se ne andrà via di casa e non lo
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1956
cresciuta senza sapere nulla di quel che c’era
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1956
scese su una casa di campagna e abbandonò la
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1956
che luccicava sul tetto di casa. Salirono sul tetto
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1956
ragazza con una corona di brillanti in testa che
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1956
contadino), – andate dalla Regina di questo paese e fatevi
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1956
le diede un pezzo di canovaccio. La ragazza si
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1956
le portò un capolavoro di ricamo. La Regina le
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1956
ordinerò tutto il corredo di sposo di mio figlio
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1956
il corredo di sposo di mio figlio. ¶ Il figlio
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1956
figlio del Re, saputo di questa lattaia che gli
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1956
e dài, la prese di sorpresa e le diede
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1956
buona, e che dentro di sé capiva che la
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1956
cibi migliori della mensa di Corte. ¶ Da tre anni
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1956
da casa, portami via di qui. ¶ Vicino alla torre
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1956
ogni giorno ogni ben di Dio, e poiché il
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1956
del Re si sdraiò di nuovo nella cassa e
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1956
la ragazza fece finta di cascare dalle nuvole. Le
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1956
tornarono con un pugno di mosche; ma la sera
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1956
la prigioniera fosse cambiata di prigione. Andarono le guardie
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1956
la si vide uscire di prigione a braccetto del
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1956
portare. ¶ – Uh! Un fiasco di latte! – disse la prima
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1956
cognata diede il fiasco di latte, fiasco d’argento
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1956
cesta d’aglio, spicchi di brillanti e foglie di
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1956
di brillanti e foglie di smeraldo. ¶ – E a me
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1956
sposo. ¶ (Livorno) ¶ 82 ¶ La storia di Campriano ¶ C’era un
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1956
era un uomo, lavoratore di terra, che si chiamava
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1956
cui zappava passava gente di Ciciorana,10 e lo chiamavano
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1956
del ciuco. Passarono quelli di Ciciorana, e Campriano disse
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1956
loro discorrendo. Era tempo di primavera, le erbe sono
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1956
anche le bestie vanno di corpo facilmente. Cammin facendo
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1956
ciuco cominciò a dar di corpo a tutt’andare
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1956
corpo. ¶ Gli domandarono quelli di Ciciorana: – Come, Campriano? Il
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1956
e non trovarono niente di pronto. ¶ – Mah! Domani voglio
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1956
d’oro si stancò di ballare. S’aperse e
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1956
la scure, ma invece di colpire il ciocco menò
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1956
gli tagliò la testa di netto. Poi lo prese
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1956
per un momento smettevano di fargli vento si svegliava
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1956
che erano tutti pieni di zaffiri, diamanti e rubini
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1956
Adesso toccava al fornaio di farsi tirar su, ma
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1956
avevano fatto quel tiro di non dirgli nulla del
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1956
e alla fune invece di legare sé legò il
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1956
buone, e dite sempre di sì a quel che
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1956
era uscito un reggimento di soldati. ¶ Così, vestito da
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1956
e seguito dal reggimento di soldati, intraprese il viaggio
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1956
il viaggio dal mondo di sotto al mondo di
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1956
di sotto al mondo di sopra, e arrivò alla
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1956
male. – Ma cosa diranno di te? Un figlio di
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1956
di te? Un figlio di Re che s’innamora
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1956
al decoro? – E pensò di scrivere a suo fratello
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1956
a suo fratello Re di Parigi che si pigliasse
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1956
riempì d’un mucchio di nubi, il tuono mugolò
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1956
tane urlavano. Fioravante scese di sella e si coricò
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1956
voce rantolante, e dietro di lei comparve un omaccione
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1956
il figlio del Re di Londra e vado da
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1956
da mio zio Re di Parigi a imparare l
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1956
servitore, cosicché il Re di Parigi mi riconosca come
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1956
le pariglie più belle di tutti i Re del
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1956
mio servitore è capace di catturare tutte le pariglie
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1956
devi procurare una pariglia di cavalli dal suo branco
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1956
sentì una voce come di donna che diceva: – Fioravante
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1956
cavallina, con un battitoio di quelli da trebbiare, ridusse
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1956
Maestà zio, è meglio di no, perché s’è
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1956
una figlia, un occhio di sole, ma mi è
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1956
dice che è capace di riportarle questa figlia sana
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1956
e chiedigli una coppa di cristallo senza bolle, una
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1956
volo. – Mettilo nella coppa di vetro, adesso, – disse la
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1956
la figlia del Re di Parigi. La Badessa accese
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1956
ornata d’oro e di diamanti, fresca come fosse
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1956
via come un petalo di rosa. ¶ Fioravante andò a
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1956
dov’è lo spirito di Isolina. Quando riavrà il
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1956
e affrontare bestie feroci di tutte le specie e
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1956
e partì. ¶ Al porto di Parigi c’era il
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1956
figlia viva, uscì fuor di sé dall’allegria, e
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1956
Tutto come vuoi, però di’ al Re che al
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1956
intesero tutta la storia di Fioravante dal principio alla
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1956
assassino trascinato dietro. Coppie di calci, schizzate, botte contro
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1956
i sassi. Quando furono di ritorno l’assassino non
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1956
padre mi dà licenza di sposare la cugina, lo
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1956
lo farò. ¶ Il Re di Parigi scrisse a Londra
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1956
mai… ¶ – No, ti dimenticherai di me… ¶ A sera, prima
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1956
sarete come la padrona di casa, e non vi
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1956
capo e le disse di entrare. S’interrogarono l
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1956
sono figlio del Re di Portogallo, – disse il giovane
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1956
Io non ebbi coraggio di dirgli che amavo Adelaide
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1956
che ero così malinconico di natura. E la sposai
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1956
era un fanciullo vestito di bianco, con un gran
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1956
con un gran mazzo di fiori. Venne ai piedi
200
1956
prenderli, il paggetto trasse di tra i fiori un
201
1956
e portato al cospetto di mio padre: appena fu
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1956
trafisse il petto. Cercarono di soccorrerlo e s’accorsero
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1956
mio padre il perché di quella sua vendetta. Mio
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1956
riuscii con l’aiuto di una lunga fune a
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1956
sposiamoci. Pregheremo i pastori di darci due cavalli, e
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1956
la strada era piena di pericoli. Il cavallo della
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1956
peloso con un carico di bestie morte sulle spalle
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1956
moglie portò una tazza di brodo alla Regina. Appena
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1956
come facciamo a scappare di qui? – chiese la Regina
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1956
qui? – chiese la Regina, – di oppio non ne hai
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1956
uscio che a passar di lì si andava dritti
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1956
Scozia, e la chiave di quell’uscio l’aveva
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1956
della Regina era contento di dar la figlia al
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1956
la figlia al Principe di Portogallo, ma prima di
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1956
di Portogallo, ma prima di celebrare le nozze voleva
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1956
e difatti il Re di Portogallo mandò una buona
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1956
una buona armata. ¶ Prima di partire per la guerra
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1956
a tendere la spada di fronte a loro. Quando
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1956
suo marito il Re di Napoli, che invece di
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1956
di Napoli, che invece di morire nell’incendio s
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1956
al servizio del Re di Portogallo. ¶ Allora la Regina
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1956
è figlia del Re di Spagna, ed è pure
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1956
pure una moglie degna di voi. ¶ Il Principe si
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1956
a chiamare il Re di Portogallo con la scusa
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1956
spedizione contro gli usurpatori di Napoli, li vinsero, li
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1956
Lisabetta sposò il Principe di Portogallo e così felicemente
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1956
il fornaio era innamorato di lei. Ma come fare
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1956
me e ci andrei di mezzo anch’io. ¶ Ma
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1956
il Segretario, per levarselo di torno, gli fece: – Ebbene
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1956
che il Re era di buon umore, e gli
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1956
prima mi dovrebbe promettere di non prendersela con me
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1956
non prendersela con me. ¶ – Di’ pure, – fece il Re
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1956
dato la sua parola di non prendersela con lui
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1956
e allora diede ordine di arrestare le figlie, tutte
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1956
tutte e tre, e di tenerle chiuse a pane
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1956
meno riusciva a togliersela di torno. Alla fine, a
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1956
è il cattivo carbone di questi posti che m
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1956
prese a pedate sperando di togliersela di torno, finché
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1956
pedate sperando di togliersela di torno, finché non saltò
240
1956
e gli diede tante di quelle bastonate da mandarlo
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1956
vogliono prendere per mozzo di stalla –. Andò e a
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1956
Vuoi farti un mazzetto di fiori? ¶ Ma la cavallina
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1956
mamma, sono persuaso più di prima: è una donna
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1956
feste. Dopo un po’ di tempo la sposa aspettava
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1956
Principe prese la cavallina di sua moglie, raccomandò ai
246
1956
Ma la cavallina prima di partire diede tre dei
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1956
in seno. In caso di bisogno, spezza questi tre
248
1956
via. Era il figlio di quel Re, che s
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1956
fiatata: il messaggero cadde di sella addormentato. Allora il
250
1956
gli levò la lettera di tasca, la lesse, e
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1956
era in subbuglio contro di lei. Mise questa lettera
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1956
risvegliò non s’accorse di nulla, rimontò in sella
253
1956
quando la lesse, cambiò di colore in viso, ma
254
1956
serbatemeli e tenete conto di mia moglie». ¶ Sulla via
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1956
marinai ai remi, e di nascosto da tutti la
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1956
sbocca fuori un fiume di gran larghezza, copioso d
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1956
s’alzò una lama di fuoco che divampò in
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1956
gli occhi vide sopra di sé un grande palazzo
259
1956
che le faceva cenno di salire. Andò su coi
260
1956
tuo marito sul campo di battaglia e sono corsa
261
1956
d’in sul campo di battaglia. Pensò: «Qualcosa dev
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1956
e la madre pieni di rammarico ed ira gli
263
1956
Firenze e gli pareva di far la parte del
264
1956
Così gli venne voglia di viaggiare; non ebbe pace
265
1956
Non mi par vero di trovare compagnia. ¶ E la
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1956
saputo gli venne voglia di viaggiare anche a lui
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1956
casa avremo da raccontare di un Gigante. ¶ Il Gigante
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1956
per il Fiorentino, sebbene di fiorentini non ne abbia
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1956
a stare al servizio di un Gigante si vedranno
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1956
voleva perdere l’occasione di vedere cose interessanti, mise
271
1956
Già si stava rallegrando di quante cose straordinarie poteva
272
1956
venne una gran voglia di scappare, ma il Gigante
273
1956
gli disse che prima di sistemare lui voleva andare
274
1956
leghi a questa tavola di marmo; se no lei
275
1956
lasciò legare alla tavola di marmo. Quando fu legato
276
1956
e con la tavola di marmo legata sulle spalle
277
1956
Quanto vuoi per finire di guarirmi? Vuoi quest’anello
278
1956
il dito gli diventa di marmo, pesante da trascinare
279
1956
sollevare il dito. Cercò di sfilarsi l’anello dal
280
1956
Disperato il Fiorentino trasse di tasca il coltello e
281
1956
Firenze con un palmo di lingua fuor dalla bocca
282
1956
la voglia non solo di girare il mondo ma
283
1956
il mondo ma anche di raccontare dei suoi viaggi
284
1956
sposò con la Regina di Scozia. Poco dopo le
285
1956
il Re con loro. Di palazzo noialtri poi ce
286
1956
e furono in salvo. Di lontano si vedeva il
287
1956
cucina e i servizi di casa; le insegnarono anche
288
1956
latte. Alla mattina passarono di là due pastori, sentirono
289
1956
ogni tanto tirava fuori di tasca l’orologio e
290
1956
che aveva a portata di mano. Perciò rimandò la
291
1956
lume ed un cesto di cibi. Giuseppe, nascosto dietro
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palesarsi a quella compagna di sventura. Essa, visto nel
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della caverna il baule di Giuseppe, vi s’accostò
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è mai uscito vivo di qui. Come puoi sperare
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per ultimo il baule di Giuseppe, e alla fine
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Ma, benché non mancasse di nulla, e fosse diventato
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aveva sempre il desiderio di tornarsene a Torino, sua
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barca, con la scusa di servirsene per suo passatempo
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remò fino a perdere di vista l’isola. E
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della luna gli parve di scorgere un bastimento lontano
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destinata a far innamorare di sé il Sole prima
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sé il Sole prima di compiere i vent’anni
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fatto, fecero una catasta di sedie così alta che
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toccò, la ragazza attese di dare alla luce la
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portò in un campo di fave e ve l
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e ve l’abbandonò. Di lì a poco la
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bambina del Sole e di sua figlia in quel
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abbandonata in un campo di fave. ¶ Da quel campo
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vagiti, e s’impietosì di quella bella creaturina lasciata
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palazzo come fosse figlia di quel Re e di
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di quel Re e di quella Regina, insieme al
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loro figlio, più grandetto di lei ma di poco
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grandetto di lei ma di poco. ¶ Il ragazzo e
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Re cercò una fidanzata di famiglia reale per il
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vi do, per regalo di nozze? – disse; e portò
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Allora, cosa mi raccontate di bello? ¶ Gli Ambasciatori, coi
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come morti, stavano cercando di ritrovar parola, quando il
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Re per il pranzo di nozze. ¶ Quando gli Ambasciatori
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raccontarono con un fil di voce le cose che
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Ma la sposa, ingelosita di quella ragazza (tutti sapevano
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sì, certo, vedremo, – cercava di dire la sposa, ma
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bruciata. ¶ Dopo un po’ di tempo, il figlio del
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non s’apre dal di dentro. Mi tocca sempre
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il muro e aprirla di fuori. Ecco, ora potete
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Allora, che cosa preparo di bello, al figlio del
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passi su una tela di ragno. Ora scendo, – e
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tutti i miei vestiti di trine che mi facevo
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venne fuori un lago di sangue, tanto che morì
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era sempre più innamorato di quella ragazza. Finì per
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Sole, a me nipote di Re? ¶ – Ma tu sei
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sì. ¶ – E sei nipote di Re? ¶ – Io sì. ¶ – E
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figlio arrivato all’età di vent’anni, né un
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giorno né un’ora di più né di meno
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ora di più né di meno, prenderà moglie e
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le raccontò il destino di quel Principe. La Regina
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da regina e per di più da sposa; e
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senza riceverne un soldo di mancia. ¶ – Figlia mia, – disse
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Re. ¶ – Voi vi sgomentate di poco, – dice Caterina. – Date
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Re non aveva coraggio di tornarci, con quella ambasciata
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la Caterina, venne voglia di vederla. Disse: – Brava, questa
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palazzo, che ho piacere di discorrere un po’ con
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digiuna né satolla, né di giorno né di notte
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né di giorno né di notte, né a piedi
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appena (non era né di giorno né di notte
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né di giorno né di notte). Le guardie la
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condizione, ricordatela: bada bene di non entrare mai nei
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la sapeva più lunga di lui.) ¶ Quando lo seppe
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lasciami questi tuoi panni di lendinella che li terrò
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disse: – T’avevo avvertita di non mettere bocca negli
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non ci fu verso di far rimostranza: il Re
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Re le ha proibito di dare udienza. ¶ Il contadino
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è un lago che di questa stagione è secco
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e fate le mosse di pescare. Il Re, a
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tua, al tuo mestiere di contadina. ¶ Rispose Caterina, tutta
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chiedo solo una grazia, di aspettare a domani per
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a domani per partirmene. Di sera sarebbe troppa vergogna
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Cosa fa quella furba di Caterina? Ordina ai cuochi
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dietro. Guai a chi di voi dice parola, – e
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a serbarti i panni di lendinella. Sono sempre qui
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m’aveva detto, Maestà, di tornarmene a casa mia
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a casa mia e di portarmi con me la
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C’era nella città di Torino un uomo benestante
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in capo l’idea di fare un viaggio: voleva
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voleva vedere la città di Costantinopoli. Il padre, che
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con un baule pieno di robe e di arnesi
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pieno di robe e di arnesi e di quattrini
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e di arnesi e di quattrini, verso la città
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quattrini, verso la città di Costantinopoli. ¶ In alto mare
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pareva deserta, benché ricca di alberi e di frutti
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ricca di alberi e di frutti. ¶ Ma mentre Giuseppe
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sbuca fuori un branco di selvaggi vestiti di pelli
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branco di selvaggi vestiti di pelli d’animali. Giuseppe
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non c’era verso di farsi capire. Giuseppe tirò
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voleva darlo a nessuno di loro ma a qualcuno
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già una bella selvaggia di cui era innamorato, sia
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schiavo. E si pentiva di non aver dato retta
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poi non sapeva consolarsi di quella perdita, e non
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perdita, e non smetteva di piangere e lamentarsi. Per
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solo per la perdita di mia figlia, ma anche
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Non conosci le leggi di questi paesi? – disse il
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proteste ed i pianti di Giuseppe. Cominciò la processione
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il suo baule carico di ogni cosa preziosa; e
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la caverna. Era piena di morti, alcuni recenti, altri
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oro, d’argento e di pietre preziose. E lui
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si fece un capanno di frasche e cominciò a
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venir morsicate. Allora decise di far la posta di
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di far la posta di giorno, e alle undici
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non prendesse a odiarla. Di fatto, la Regina non
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Regina non si rifiutò di prender con sé la
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suo figlio le bellezze di questa donna dalle mani
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a visitare le Corti di molti paesi. Ma dopo
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mamma, non s’arrabbi. Di principesse, solo a volerne
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d’avere una nuora di stirpe ignota non andava
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all’Uliva, pur cercando di non mettersi in contrasto
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del suo Regno. Prima di partire, voleva affidare l
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il Re le raccomandò di scrivergli ogni giorno per
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il convento per informarla di tutto quel che succedeva
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Abbandonatela là che muoia di fame, – disse alle guardie
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la testa a chi di voi trasgredisce i miei
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sua moglie era morta di parto insieme alle sue
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fece fare tre fantocci di cera e dispose un
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non poteva darsi pace di quella disgrazia; e non
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fosse tutto un tradimento di sua madre. ¶ Ma torniamo
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sulle braccia, che moriva di fame e di sete
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moriva di fame e di sete. Camminò passo passo
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mi faresti la carità di strizzarmi uno dei tuoi
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per la gola? Muoio di sete. ¶ E la vecchina
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Uliva avesse potuto ringraziarla di quel gran benefizio. ¶ L
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focolare bolliva un pentolino di pappa e altri cibi
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lutto. Sua madre cercava di consolarlo, ma lui, più
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Intanto l’Uliva andò di là a preparare il
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loro piano, – quando torneremo di là, domandate che vi
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una novella. Io dirò di no, vi minaccerò anche
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no, vi minaccerò anche di un paio di schiaffi
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anche di un paio di schiaffi, ma voi insistete
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vi do un paio di schiaffi! ¶ – Perché, poverini? – intervenne
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poi, povera vecchia, credeva di fare gli interessi del
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che io le perdono di tutto il male che
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po’ insospettita. ¶ – In casa di buona gente, che mi
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morte dell’Uliva. Ma di’, mamma, è proprio morta
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Cos’è questo tono di sospetto? – disse la Regina
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disse la Regina rossa di rabbia. – Ti pare il
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e sotto la crosta di terra s’accorge che
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non si può dir di no. Ma se lo
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e magari ci andrete di mezzo voi. ¶ – E che
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lo condussero alla presenza di Sua Maestà. – Sacra Corona
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parso che fosse degno di stare soltanto nel suo
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dev’essere una ragazza di cervello fino. Voglio provare
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camicie per un reggimento di soldati. ¶ A quel comando
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comando il contadino restò di sale: ma comando di
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di sale: ma comando di Re non si discute
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altro che tre lucignolini di lino, e fatta la
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suo fido scudiero Tonino di montare a cavallo e
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Tonino. – Ho l’ordine di ricondurvi a palazzo. Avete
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a palazzo. Avete parlato di cose da donne! – Voltarono
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battaglia. ¶ – Agli stessi patti di tua sorella? ¶ – Agli stessi
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vuoi che mi fidi di te? ¶ – A provarmi che
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arrivarono al confine. – Prima di cominciare la battaglia, – disse
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ragioni della guerra prima di cominciare a battagliarsi. ¶ Arrivarono
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battagliarsi. ¶ Arrivarono al palazzo di questo Re, e lui
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caricavano. Il Re tornò di corsa da sua madre
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Se è donna, rifiuterà di sicuro. ¶ Lui fece l
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una lettera coi bolli di mio padre. E nella
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sto male, in fin di vita e ti voglio
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ti voglio vedere prima di morire». ¶ L’indomani andarono
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si sente uno zoccolio di cavalli, arriva lo scudiero
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ne fosse sincerato. ¶ Prima di partire Fanta-Ghirò era
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il tempo alla madre di rispondere, saltò in carrozza
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tutta carriera, sulle tracce di Fanta-Ghirò. ¶ Fanta-Ghirò
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Ghirò, giunta al cospetto di suo padre, l’abbracciò
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dal cortile un rumor di carrozza. Era il Re
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persona bella diventò regina di due Regni. ¶ (Montale Pistoiese
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Regni. ¶ (Montale Pistoiese) ¶ 70 ¶ Pelle di vecchia ¶ C’era un
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alla fiera e prima di partire domandò alle figlie
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l’altra un paio di stivaletti, la terza disse
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terza disse un cartoccio di sale. Le due prime
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E io la caccio di casa, – e così fece
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e così fece. ¶ Cacciata di casa, con la sua
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balia, con un sacchetto di monete d’oro, la
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la cucì su stoffa di cambrì e ci fece
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figlio del Re. – E di dove siete? ¶ – Del mio
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così perché quella pelle di vecchia aveva tutti gli
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a filare questo po’ di lino, tanto per far
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cucì la camicia tutta di trapunto, e sulla pettorina
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n’erano mai visti di così precisi. Gli altri
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bella come un occhio di sole. Il figlio del
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che tutta vergognosa cercava di coprirsi. – Chi sei? – le
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esser anche lei figlia di Re, cacciata di casa
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figlia di Re, cacciata di casa e maledetta. ¶ Il
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Ho trovato una figlia di Re per moglie. ¶ Furono
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allevare in una casa di contadini cristiani. ¶ Il contadino
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dovete farmi il favore di tenerla con voi, e
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un giorno all’altro di veder comparire l’Ebreo
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aspettato abbastanza; è tempo di dare il battesimo a
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non ve la diamo di sicuro! – gridarono a una
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Madonna, e le raccomandò di non dimenticarsi mai che
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fida cameriera intanto stava di guardia, perché suo padre
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a chieder un po’ di carità, ma tutt’intorno
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un pero burè, carico di pere mature. – Oh! se
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almeno mi toccasse una di queste pere! – esclamò l
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albero con l’idea di sparare all’uccellino appena
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uccellino era più furbo di lui e gli scappò
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l’uccello passò al di là e scomparve dalla
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da sporgere un ramo di là del muraglione; e
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prigioniero del giardino: cercò di uscire in ogni modo
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bel mezzo degli sforzi di Pietro ecco che comparve
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avuto neanche l’idea di guastarvi o di rubarvi
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idea di guastarvi o di rubarvi qualcosa. ¶ Ma il
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è la Maga moglie di quel Mago. Domanda: – Che
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Domanda: – Che c’è di nuovo, marito? ¶ Dice il
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e con prudenza cercava di contentare i due Maghi
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Mago disse a Pietro: – Di’, Pietro, ora devi vangarmi
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e mentre dava giù di schiena, cosa vede?: l
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mio vero figliolo, padrone di tutto quel che c
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gli disse: – Senti, uscire di qui non si può
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potrai partirtene con uno di quei bastimenti. ¶ Di mesi
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uno di quei bastimenti. ¶ Di mesi ne passarono parecchi
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si riempì le tasche di belle monete. ¶ L’indomani
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capitano: – Vado al porto di Spagna. ¶ – Bene! – disse Pietro
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disse Pietro, – al porto di Spagna andrò anch’io