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Bernardino Martirano, Aretusa, 1618

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
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per l'empia dipartita di Narciso; ¶ onde mai poi
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e Citerea. ¶ 3 ¶ Il successor di Cesar, che la chioma
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Cesar, che la chioma ¶ di tre corone glorïoso adorna
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glorïoso adorna, ¶ per cui di novo a dar le
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cercò Ulisse il figlio di Peleo; ¶ quando la prima
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la bella Sirena, ¶ gente di ferro e di valor
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gente di ferro e di valor armata, ¶ per racquistar
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a l'altre Ninfe di Sebeto il fura; ¶ con
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Proserpina sotterra, ¶ fuggissi piena di tema e di doglie
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piena di tema e di doglie ¶ e Partenope in
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e scudi ¶ spende il tutto il giovenetto audace
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alma sì fiera, ¶ fa' di tua man, non pur
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già determinato ¶ che vien di sua certissima partita, ¶ in
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ogni bisogna avea recato ¶ di marinari la turba espedita
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turba espedita. ¶ Già doi prima s'era egli
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e sospirando grida ¶ fuor di sé, com'il duol
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sol me aspetta e di partirsi brama; ¶ ecco ora
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Se da la benda di crudeltà sfasci ¶ li occhi
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che d'affanni e di doglia io non mi
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mirassi gli occhi miei. ¶ Di che t'ha da
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d'ogni altro pien di crudeltade; ¶ (forse di me
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pien di crudeltade; ¶ (forse di me gli incresce, o
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ha dimostro d'aver di me pietade?) ¶ Per te
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et io lasciai ¶ Crate, di virtù exempio e di
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di virtù exempio e di bontade; ¶ Crate, ch'avea
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e li divoti prieghi ¶ di questo buon pastor, dinanzi
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mio mal la cagione, ¶ di dolermi non ho (lassa
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senza speme alcuna; ¶ esser di te pietoso almeno impara
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sia l'alma tua di se stessa più avara
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avara ¶ e pensi ancor di non esser più d
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vedrai scuotersi forte ¶ pien di fiamme Tifeo sotto Ischia
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mostruoso gregge, ¶ che 'nvece di capelle, vacche e porche
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uomini ammacca a guisa di ranocchi, ¶ e facendone un
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l'orrenda bocca ¶ nembi di fiamme e di pietre
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nembi di fiamme e di pietre arse sbocca. ¶ 38 ¶ Questi
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chi cani ¶ e fur di tal valore e di
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di tal valore e di tal possa, ¶ ch'Olimpo
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ho detto ¶ a paragio di quel ch'ora vo
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de tiranni antico nido. ¶ 41 ¶ Di questi mostri l'un
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gridi: ¶ milli uncini ha di ferro lunghi e gravi
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uomini e navi. ¶ 42 ¶ Stassi di questo freto al lato
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con falce adonca. ¶ 43 ¶ Ha di vergine bella la figura
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bocca, insino al petto; ¶ di lupo il ventre e
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lupo il ventre e di can la cintura, ¶ ove
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il mar batte piena di dispetto. ¶ Ulula, latra il
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e soro. ¶ E se di te pietade aver non
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pietade aver non vuoi, ¶ di me t'incresca almeno
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ridi, ¶ empierai l'aria di dogliosi stridi. ¶ 47 ¶ Movesi da
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Movesi da la banda di Cirene ¶ tutto di foco
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banda di Cirene ¶ tutto di foco Scirocco orgoglioso, ¶ che
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gridare, ¶ ché vien contra di Cristo Maumetto. ¶ Star sù
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ché forza fia che di disagio peri, ¶ se dal
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Dona quattro o sei tempo a' mie' affanni
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pietà che tien ciascun di sé ¶ ogni suo fier
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mie querele ¶ al mancator di fede, empio e crudele
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Empio, crudele e mancator di fede, ¶ perfido e ingrato
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veder d'Etna e di Stromboli il foco, ¶ uopo
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mio male: ¶ coronati or di lauro alma spietata, ¶ e
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il titol per memoria ¶ di tanto illustre tua nobil
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sì tosto fia fuor di pregione ¶ l'alma, che
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e si tacque, ¶ ché di nuovo la lingua il
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in una pietra soda. ¶ Di nuovo il largo pianto
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ceden le sette meraviglie ¶ di che tanto si vanta
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opra fatta è sol di cocchiglie ¶ di color bianco
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è sol di cocchiglie ¶ di color bianco, nero, giallo
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egli ha il titolo, di sopra ¶ con una lancia
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che copra ¶ un epigramma di lettere culte, ¶ che 'l
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Intorno intorno a guisa di corona ¶ veggonsi i mesi
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qual caccia la sete. ¶ 74 ¶ Di qua e di là
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sete. ¶ 74 ¶ Di qua e di là son quattro donne
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l capo ha pien di fiori; ¶ la terza quel
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bruno. ¶ 75 ¶ Sopra un carro di foco esce d'un
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luoco ove esce fuora ¶ di Leucopetra il fonte, che
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acqua scendere et alzare, ¶ di bianco marmo il pastor
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altra pietra ¶ il nome di Aretusa e Leucopetra. ¶ 77 ¶ Così
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e Leucopetra. ¶ 77 ¶ Così onorò di sepoltura degna ¶ il buon
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e mesta. ¶ 78 ¶ E fu di tanto questa fama e
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tre giorni. ¶ 79 ¶ Or dirò di costei, che così il
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a l'altra pien di cortesia. ¶ E se tanto
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E se tanto potrò, di lei l'onore ¶ non
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gentil dal primo fiore ¶ di sua tenera etade in
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have il core ¶ pien di mille ferute per costei
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detto Sebeto. ¶ 82 ¶ Né men di lui Vesevo, il giovenetto
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che si veden fuor di speme, ¶ per fuggir de
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piena d'orgoglio e di durezza, ¶ pietosa, umana divenne
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abbraccia ¶ et or sta di Sebeto tra le braccia
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e dir il camin di Narciso, ¶ c'ha il
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già a man destra ¶ di Pausilipo la piacevol costa
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in Ischia andata. ¶ 90 ¶ Onde di novo sopra il legno
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più famosa e adorna ¶ di quante isole il mar
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che 'l titol tien di Francavilla. ¶ 91 ¶ Quivi l'avea
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la donna a cui di basso amor scintille ¶ o
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questa nostra etade ¶ exempio di bellezza e castitade. ¶ 92 ¶ Del
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Dedalo il saggio ¶ scolpito di sua mano ogni opra
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mano ogni opra chiara ¶ di quel gran cavalier, di
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di quel gran cavalier, di virtù raggio, ¶ che illustre
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stare a le difese ¶ di Bozzolo il famoso e
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l'ora che 'l luce ¶ finché la notte
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che riparo ¶ non pensa di trovare a sua possanza
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vede molta gente ¶ venir di Francia sotto l'Almirante
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pensava il gran guerrier di Spagna: ¶ Anton da Leyva
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fantaria. ¶ 104 ¶ Ed ecco uscir di Lodi il campo nostro
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oste francese avvicinarsi; ¶ e di Pavia nel venatico chiostro
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vede farsi; ¶ e sconfitto di Francia ogni barone, ¶ e
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glorioso duce, ¶ com'uno di color che 'n Campidoglio
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questa fiera a tradimento ¶ di virtude ogni raggio al
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donna ¶ dubita il mondo di nomarla spesso; ¶ Vittoria che
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marito ¶ non meno ella di lui si mostra a
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si mostra a dito. ¶ 109 ¶ Di meraviglia pieno e di
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Di meraviglia pieno e di stupore ¶ stava Narciso l
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l petto anelo, ¶ colma di sacra rabie, assai più
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rabie, assai più grande ¶ di quel che suole, piena
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a cui il possente ¶ di Latona figliuolo nulla nega
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farò fondar tempî maggiori ¶ di quel ch'appar ne
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le foglie non creda, ¶ di venti impetüosi scherno e
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così priega il giovenetto ¶ di Febo e Delia l
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anni; ¶ ecco che adorni di novo la chioma ¶ di
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di novo la chioma ¶ di tre corone e siedi
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il tuo Cesar, che di novo doma ¶ la terra
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vitto. ¶ 115 ¶ Veggio l'augel di Giove, che 'l Ponente
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ha il mar pien di legni e d'arme
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corsari ¶ ch'assaltar van di Cristo li ripari. ¶ 117 ¶ Ecco
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pede. ¶ 119 ¶ Li famosi trïonfi di costui ¶ non caperanno in
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l mondo è pieno di sua gloria, ¶ mentre sostien
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col suo forte Titide di Mendozza, ¶ che l'un
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circondato ¶ il valoroso eroe di Tuteville, ¶ e chi davanti
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insegna ¶ e fa Cesar di Cesare opra degna. ¶ 127 ¶ Ecco
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e d'Alarbi e di Turchi e di Africani
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e di Turchi e di Africani: ¶ il grande Idumeneo
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dentro il sangue nuota di que' cani ¶ e, mentre
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tra' nemici audaci ¶ cuopren di morti tutta la campagna
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Ecco, ecco: in compagnia di tanti eroi ¶ Cesare armato
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Pirata con un milïone ¶ di gente a piè e
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fugge, ¶ tanto il timor di Cesare gli sprona: ¶ eccoli
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real mani e che di novo rega ¶ il popol
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egli medesmo annoverato ¶ esser di Cesar vuol già tra
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suo presidio Cesar metta. ¶ 135 ¶ Di sue grand'ali star
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E veggio Cesar che di novo il mare ¶ co
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la qual ha speme di cogliere il frutto ¶ de
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grama e sola, ¶ esposta di Fortuna a tutti i
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la fama vola, ¶ così di tua pietade or spiega
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qui l'alte querele ¶ di chi sta per lasciar
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ecco la infelice, che di ninfa ¶ corre sotterra in
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linfa. ¶ 142 ¶ E non molto di poi per gran dolore
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rauco, ¶ Deifobe cantò, figlia di Glauco. ¶ 143 ¶ Narciso, ch'ode
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sarebbe vana ¶ ogni fatica di questo camino, ¶ ubidir pensa
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in un gran mar di pianto come il mergo
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E poi che molti per tutto corse ¶ in
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del canto, ¶ quando piena di Dio con sono altero
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caro nome, ¶ che Amor di propria man scritto nel
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fianco ¶ l'avea dal che gli carcò sue
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vita e costumi ¶ e di salir al ciel scorger
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parole, onde li fiumi ¶ di mel uscian, qualor la
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ingrata, ch'io mora di sete? ¶ Lasso! che per
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hai ragione, ¶ ch'io di questa inaudita tua sciagura
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sciagura ¶ sia stato, ahimè di quanto mal, cagione, ¶ per
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pesce in mare. ¶ Sol di pianti e sospir si
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acque, ¶ onde il principio di sua morte nacque. ¶ 158 ¶ Erano
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forma umana ¶ in compagnia di quel che 'l suo