parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Scurati, La letteratura dell'inesperienza, 2006

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
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si possiede quella libertà di cominciare che si può
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tutta la vita, cercando di darne conferma o approfondimento
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non importa) la scelta di ripubblicare, a pochi anni
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ripubblicare, a pochi anni di distanza dalla sua prima
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licet, a queste parole di Italo Calvino. Sono parte
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Il sentiero dei nidi di ragno, riveduta e corretta
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ricordo non cessava mai di commuovermi la straziante contraddizione
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mai scritto. Si tratta di una lacerazione tragica, perché
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volta diede, per via di traslazione, della vita: cette
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a una meditazione malinconica, di tono esistenziale, quando, andandomi
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a rileggere la Presentazione di Calvino, mi sono accorto
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come insieme delle operazioni di scrittura e di lettura
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operazioni di scrittura e di lettura) e l’esperienza
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due metà non combacianti di una tessera spezzata e
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manchi la commessura tra di esse ma perché sono
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Sono i due frammenti di una totalità infranta – di
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di una totalità infranta – di un antico contrassegno in
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sono più le metà di un simbolo eloquente. Rimane
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un simbolo eloquente. Rimane di loro soltanto la materia
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risalire attraverso una serie di negazioni. Sembra proprio, infatti
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che i settant’anni di storia che ci separano
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Il sentiero dei nidi di ragno abbiano proceduto, almeno
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questa linea, per via di sottrazione. ¶ Ecco come Calvino
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immediato dopoguerra, la fertilità di quel clima per l
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prendendo il nome arbitrario di neorealismo: “Quello di cui
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arbitrario di neorealismo: “Quello di cui ci sentivamo depositari
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nessuno, stabiliva un’immediatezza di comunicazione tra lo scrittore
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si strappava le parole di bocca [...] ci muovevamo in
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in un multicolore universo di storie.” ¶ Inutile, anzi fuorviante
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aggiungere altro. Nessun prolungamento di queste parole di Calvino
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prolungamento di queste parole di Calvino è per noi
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dell’epoca”, “l’immediatezza di comunicazione tra lo scrittore
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non occupano il posto di ciò che è assente
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la sua eco era di nuovo già spenta quando
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prima volta il problema di che cosa scrivere, e
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avvenire, fedele alla profezia di Marx a sua volta
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è eco più spenta di quella che riverbera in
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una stella morta milioni di anni prima che apparisse
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oggi idea più estinta di quella della posterità. L
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che ne abbiamo è di carattere antiquario. Non c
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ma con un secolo di ritardo, e ha seppellito
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dote gli echi spenti di Foscolo e di Marx
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spenti di Foscolo e di Marx, le idee estinte
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un’altra cosa fondamentale di quello dei nostri giorni
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letteratura, con buona pace di Marx, è generalmente priva
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Marx, è generalmente priva di un contenuto. Ne è
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ci siano libri ricchi di contenuti (molti ne sono
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del dopoguerra, quella presenza di elementi extra letterari tanto
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da sembrare “un dato di natura” e da far
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risolvesse in un problema di poetica: “Come trasformare in
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per noi l’assenza di un mondo. Il mondo
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una doppia negazione. Negare di essere qualcosa e negare
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Siamo, insomma, ancora prigionieri di una litote. ¶ Torniamo a
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letture e le esperienze di vita non sono due
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ma uno. Ogni esperienza di vita per essere interpretata
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soltanto allora la stagione di cui racconta, la stagione
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letture e le esperienze di vita non siano due
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o, meglio, dall’assenza di tale rapporto. Questo concetto
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i romanzi oggi tanto di moda su intrighi, complotti
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complotti, trame oscure, narrazioni di cospirazioni cosmiche mai verificabili
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verificabili, presunte cartografie lacunose di un mondo che ci
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come se questi romanzi di genere – se questo genere
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genere – se questo genere di romanzo – invece di ricongiungerci
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genere di romanzo – invece di ricongiungerci alla nostra vita
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spalle, raddoppiando il senso di inautenticità che già avvolge
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esistenza quotidiana diretta. Tutto, di qua e di là
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Tutto, di qua e di là del labile confine
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noioso come la farneticazione di un ubriaco. ¶ Attendiamo, però
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come l’insensata farneticazione di un folle o di
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di un folle o di un ubriaco. Ma a
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letture e le esperienze di vita sono destinate a
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letture e le esperienze di vita finiscono per configurare
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dunque negati alla possibilità di stabilire tra di essi
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possibilità di stabilire tra di essi un rapporto autentico
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essi un rapporto autentico, di interpretazione reciproca o di
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di interpretazione reciproca o di qualsiasi altro tipo. ¶ Altrimenti
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poteva definire “le esperienze di vita”. Sigillando in una
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solo risolvere il problema di trovare la forma adeguata
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videro contenutisti più disperati di quei formalisti che siamo
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stabilisce tra il “senso di nullatenenza assoluta” – patito e
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generazione – e la ricchezza di esperienza di cui era
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la ricchezza di esperienza di cui era carico chi
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Il sentiero dei nidi di ragno, e tutta l
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letteratura dal suo “stato di povertà”, attingendo a una
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scrivere “dopo un’esperienza ‘di quelle con tante cose
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questa centralità della nozione di esperienza che la riflessione
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esperienza che la riflessione di Calvino può assegnare alla
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primo libro la caratura di un evento fatidico, un
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intero arco della vita di uno scrittore. L’opera
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L’opera d’esordio di un autore conserva un
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e si fonda su di essa. ¶ Ma, come si
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andata distrutta nelle condizioni di vita della società tardo
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è la nuova forma di indigenza, il nuovo senso
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indigenza, il nuovo senso di “nullatenenza assoluta” da cui
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è il nostro stato di povertà oggi, da cui
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società sommersa dalla “quantità di beni superflui e troppo
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l’esperienza. ¶ L’assenza di mondo è per sua
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il diffondersi dei mezzi di comunicazione di massa. Nel
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dei mezzi di comunicazione di massa. Nel corso del
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Novecento, l’imponente crescita di forme di esperienza mediata
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imponente crescita di forme di esperienza mediata produce un
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entro le mura imperscrutabili di istituzioni specialistiche (l’ospedale
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in tempo reale esperienze di vita violenta e di
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di vita violenta e di violenza estrema che accadono
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anni sessanta, la cultura di massa, che è la
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distingue dalla tradizione immaginaria di tutte quelle che l
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e delle sue pratiche di consumo culturale. La scarnificazione
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viene compensato dalla proliferazione di violenze immaginarie. ¶ E qui
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al punto. La cultura di massa. La genealogia dell
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la medesima della cultura di massa. Nel 1964, quando Calvino
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sua Presentazione, la cultura di massa in Italia era
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ci piaccia, la cultura di massa siamo noi. Non
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Novecento, cioè la tattica di “sottrarsi all’evento”, di
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di “sottrarsi all’evento”, di negarsi al presente in
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in vista del futuro, di rifiutare la falsa pienezza
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della vita in nome di una vita a venire
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sorella (o della memoria di una grandezza passata). E
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lo svuotamento della pienezza di vita, la cancellazione delle
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strategiche proprio della cultura di massa. Tutti i principali
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producono anche la cultura di massa come cultura specifica
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una ottimizzazione dell’effetto di realtà, ma è un
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crescere esponenzialmente l’aura di autenticità delle immagini. Grazie
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sé in un regime di sovranità assoluta del referente
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immediatezza sorretta dalla forza di una constatazione (l’ho
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propria autenticità per assenza di mediazioni e diaframmi (in
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immagine il proprio certificato di stato in vita (la
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verso, proprio perché portatrice di questa ideologia dell’autenticismo
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come immagine prefabbricata, finge di non essere una finzione
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nega il proprio statuto di rappresentazione infinitamente manipolabile. Mente
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Mente sulla propria possibilità di mentire. E questa è
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si strappava le parole di bocca”, la tramontata autorità
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dipendeva invece dal prevalere di un orizzonte culturale in
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che il mondo aveva di rivestire un senso risiedeva
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narrazione il compito fondante di dischiudere il mondo dell
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esperienza il ruolo fondante di conoscenza del mondo sotto
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testimonianza era il racconto di chi aveva vissuto ed
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ed era sopravvissuto, prima di essere il racconto di
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di essere il racconto di ciò che si era
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modernità non cessa perciò di vagheggiare. ¶ Ecco. Ciò che
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che mi sto sforzando di esprimere con il concetto
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esprimere con il concetto di inesperienza si potrebbe riassumere
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questo, la mia generazione di scrittori ha dovuto e
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deve affrontare il problema di come trasformare in opera
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opera letteraria l’assenza di un mondo eclissatosi assieme
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violenza, del suo statuto di realtà: uno come me
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era, infatti, completamente privo di una qualche esperienza della
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parecchia, ma si trattava di una esperienza mediata, principalmente
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sua esperienza. Una serata di morte e distruzione trascorsa
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sul divano del salotto di casa sorseggiando birra fresca
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basarsi su questo tipo di inesperienza. La soluzione che
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questo paradosso fu quella di costruire un romanzo storico
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un romanzo storico e di decostruirlo attraverso una vicenda
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nel basso Rinascimento (e di come la “rivoluzione della
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raccontava degli ultimi cavalieri di ventura nell’Italia delle
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Non c’era nulla di nuovo in questa mossa
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è diretta, è caratteristica di tutta l’ars poetica
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Dichiararsi finta e dichiarare di avere un autore, queste
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sempre le due mosse di autentificazione della finzione occidentale
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sapersi figlia dell’uomo, di una divinità minore, questa
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minore, questa generosa ammissione di colpa traccia il sottile
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è proprio in virtù di ciò che, nella nostra
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lettore il facile piacere di una lettura che lo
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immergeva in un universo di finzione avvolgente, ma guastarglielo
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epica rinascimentale alle frustrazioni di un professore di liceo
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frustrazioni di un professore di liceo di fine Ventesimo
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un professore di liceo di fine Ventesimo secolo, volevo
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opera letteraria la massima di Harold Bloom secondo la
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effetti perversi della cultura di massa nella sua fase
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fase matura. Il principale di questi era, ed è
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ed è, l’avvento di una forma fuorviata di
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di una forma fuorviata di immaginario. Il triplice trionfo
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sua epitome, nel trionfo di ciò che tutti noi
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singoli individui come qualcosa di distinto, che consenta l
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istituendo un regime confusivo di realtà e finzione: usurpa
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il tempo della cultura di massa. ¶ A ben guardare
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e fautori della cultura di massa ne condividono l
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mio giudizio, alla cultura di massa bisogna resistere, e
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resisterle come minimo su di un punto, il che
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punto in cui sento di dover fare attrito è
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in cui la cultura di massa dà luogo a
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a caso, la cultura di massa prosegue la tradizione
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con la morte, propria di tutte le altre culture
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della violenza. La cultura di massa, questo bolo di
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di massa, questo bolo di immaginazione realizzata e di
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di immaginazione realizzata e di realtà immaginaria, cresce lì
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lì dove il bisogno di fare esperienza della morte
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fare esperienza della morte, di conoscerla, è sempre soddisfatto
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sempre soddisfatto dal proliferare di violenze misconosciute, reali ma
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come immaginarie. La cultura di massa, scrive Morin, è
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uomo-immaginario dalla cultura di massa, breve felicità e
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questa cultura ha bisogno di rigettare “nella periferia proiettiva
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piccolo, resistere alla cultura di massa, pensai di aggredirne
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cultura di massa, pensai di aggredirne il grande rimosso
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rispetto alla sua realtà di riferimento. Volevo rispondere con
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romanzo che non ripudiasse di nascere al tempo della
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al tempo della cultura di massa ma che non
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un metalivello, una zona di riflessione della finzione su
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oltre a un lavoro di revisione stilistica, ho eliminato
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debba resistere alla cultura di massa, credo ancora che
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Ma se la cultura di massa realizza l’homme
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immaginaire incenerendo le linee di confine tra fittizio e
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a eliminare ogni soluzione di continuità tra ciò che
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l’ha aggirata. Invece di prenderla d’assalto, l
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eccezione de La storia di Elsa Morante del ’74) sia
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acuto studioso della cultura di massa proprio negli anni
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segnava il trionfo. ¶ Ciò di cui in futuro si
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Il sentiero dei nidi di ragno viene oggi normalmente
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interna ai lettori-scrittori di Foscolo è tratta dalle
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tratta dalle Ultime lettere di Jacopo Ortis, qui citata
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che riproduce l’edizione di Londra del 1817 (Einaudi, Torino
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Torino, 2004). Le straordinarie doti di scrittore di Marx si
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straordinarie doti di scrittore di Marx si possono apprezzare
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qui, ossia Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte (trad. it
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Luigi Bonaparte (trad. it. di Palmiro Togliatti, Editori Riuniti
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Roma, 1964). Una questione privata di Fenoglio fu dato alle
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nelle sue varianti, corredato di abbondanti apparati critici, nell
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2006
e racconti a cura di Dante Isella (Einaudi-Gallimard
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2006
l’intera opera genealogica di Michel Foucault, che mostra
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a mio giudizio ancora di bruciante inattualità, nonostante gli
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2006
degli specialisti in comunicazioni di massa (Buchet-Chastel, Paris
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Chastel, Paris, 1967). La massima di Harold Bloom si trova
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Spirali, Milano, 1985), la riflessione di Michail Bachtin sulla grandezza
223
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dei sogni (trad. it. di A. Soldati, Eleuthera, Milano