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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Francesco Biamonti, L'angelo di Avrigue, 1983

concordanze di «di»

nautoretestoannoconcordanza
1
1983
guisa di tappeto, disseminata di viole del pensiero. In
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1983
aveva al suo rifiuto di accompagnarla al passo roccioso
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1983
il volto deluso, come di ritorno (o strappato) da
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1983
cosa ne aveva fatto di quel tempo che gli
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1983
non erano mai venuti di quei rimpianti – ecco perché
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1983
porte: si annidava qualcosa di atroce nella sua polvere
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1983
polvere, il dolce letto di foglie morte che tutti
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1983
anziano. A Gregorio sembrava di conoscerlo, il suo volto
9
1983
il cui accento era di Avrigue. ¶ – Non c’è
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1983
gran festa. ¶ – Un tempo, di festa, io non restavo
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1983
Gregorio, che il risentimento di quell’uomo incuriosiva. ¶ – Difendevo
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1983
miei ulivi dai cacciatori. Di gennaio me li riducevano
13
1983
riducevano come l’albero di san Sebastiano: senza frutto
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1983
sopra la Comba. Ulivi di rocca. Olive piccole ma
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1983
Le olive davano piú di tre chili per quarta
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1983
strani mica antipatici, morti di fame scappati di casa
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1983
morti di fame scappati di casa. Tipi che sembrano
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1983
in confronto a quelli di prima. Si profondono in
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1983
del quaranta e giú di lí erano piú vandali
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1983
lustri. Era l’esercito di Ponzio Pilato. ¶ – Me lo
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1983
posto: ciliegie e pesche di vigna. ¶ – E questi? – chiese
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1983
contempo. – Secondo me vivono di rendita. ¶ Erano dunque vere
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1983
aveva mai visto qualcuno di nome Jean-Pierre. Glielo
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1983
stivaletti e un giubbotto di velluto cremisi, rosso infuocato
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1983
è che faccia parte di quella banda... ¶ – Mai! – tagliò
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1983
ci sono sempre, ma di tanto in tanto. Migrano
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1983
o delle abitudini solitarie di qualche suo antenato. ¶ Uscí
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1983
il ranco», per via di qualche suo avo che
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1983
raccomandava ad ogni fine di riunione. Erano riunioni piú
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1983
con gli usci disseminati di viole del pensiero, la
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1983
Da nord, dai venti di montagna, la proteggevano le
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1983
venti della Manica o di Biscaglia. Mai piú avrebbe
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1983
Mai piú avrebbe immaginato di ripercorrerla e di ritrovare
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1983
immaginato di ripercorrerla e di ritrovare quei vecchi con
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1983
indagine. Era al punto di partenza, come quando lo
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1983
primo ritano nell’ombra di un poggio. Ne salí
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1983
poggiato a un muretto di sole, nella radura ai
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1983
e nel paese vasi di fiori per i carruggi
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1983
non ricordi. Una parte di gioventú si è sempre
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1983
vi fosse una caterva di suicidi o di morti
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1983
caterva di suicidi o di morti per droga. ¶ – Chi
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1983
Gregorio si informò ancora di quelle scritte. Erano proprio
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1983
nel bunker e carico di delitti, quel gruppetto legato
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1983
a tanto. Un suicidio di gruppo attingeva a un
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1983
attinto a un’animalità di gruppo, non ne era
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1983
l’antesignano. ¶ Uno stormo di gracchi solcò il cielo
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1983
ali aperte sulla punta di un mandorlo. Gracchiava sommesso
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1983
corallino; il suo manto, di un nero consunto. ¶ – È
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1983
che già si gremiva di stelle. Non l’adoperò
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1983
e pietre. Un residuo di crepuscolo gli bastava su
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1983
bastava su quella traccia di sentiero che ormai conosceva
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1983
una pietra. Spirava brezza di terra, che attutiva il
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1983
quasi silenziosa per via di quella brezza, saliva per
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1983
una mimosa in stato di avanzata fioritura, gialla e
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1983
fioritura, gialla e alonata di pulviscolo. Era una Denis
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1983
dicembre negli inverni piovosi, di scirocco, e ritardano a
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1983
morte d’incuria e di roveti. Ne era rimasta
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1983
sorgeva la vecchia frazione di Avrigue sotto le rocce
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1983
sarebbe stato un nascondiglio di refurtive. ¶ Stava attento. Passava
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1983
travetti avviluppati da cordoni di vitalba. Nessuna traccia di
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1983
di vitalba. Nessuna traccia di vivente presenza umana. ¶ La
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1983
un tempo dai pastori di Avrigue. Alle maniche era
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1983
morso dai topi, striato di bava di lumaca o
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1983
topi, striato di bava di lumaca o di salnitro
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1983
bava di lumaca o di salnitro, orlato di ragnateli
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1983
o di salnitro, orlato di ragnateli, il suo nero
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1983
pietre; si vedeva al di là del serro una
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1983
dal tetto scoperchiato. Cercò di esaminarlo facendovi il giro
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1983
un muro a fior di terra tra il ripostiglio
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1983
scala del lavato, pieni di giunchi e di mentastro
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1983
pieni di giunchi e di mentastro. Ma (impressionante in
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1983
e raccolse minutissime schegge di vetro. Sembravano frammenti di
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1983
di vetro. Sembravano frammenti di una fiala. Si rifugiava
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1983
Non ebbe il coraggio di bussare e si appostò
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1983
strano, come un rumore di frana di pietrisco, dai
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1983
un rumore di frana di pietrisco, dai dirupi del
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1983
una clausola del trattato di pace. Ma l’impresario
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1983
era specializzato negli appalti di palazzi e altre opere
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1983
fece lattescente una striscia di cielo sul mare. Tutto
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1983
nel ricordo con stridio di martinicche per la carraia
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1983
curve. ¶ Era l’ora di andarsene? ¶ Ma che cos
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1983
ricordo. Che cosa credeva di vedere in una visita
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1983
bel notturno, qualche granello di polvere cosmica. ¶ Ma di
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1983
di polvere cosmica. ¶ Ma di Jean-Pierre e della
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1983
sua fine, nessun indizio di ciò che poteva aver
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1983
mare in un’impressione di vuoto tremolante in una
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1983
tremolante in una sorta di vento. ¶ 10. ¶ – Che ora è
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1983
Martine coricata e intrisa di sonno faticava e forse
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1983
acqua marina erano tempestate di pagliuzze luminose; le labbra
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1983
meno. ¶ – Per un po’ di febbre... Mi hanno fatto
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1983
volere? ¶ – Oh, niente! niente di sicuro. Noi abbiamo solo
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1983
uscire. ¶ Avrebbe voluto dirle di mandare giú il marinaio
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1983
giorno non aveva intenzione di tornare al bar dell
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1983
caso o sulla scia di labili impressioni; doveva, riflettendo
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1983
nella notte. ¶ I carruggi di Avrigue avevano cambiato aspetto
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1983
sugli usci, a guisa di tappeto, disseminata di viole
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1983
ad essi il volto di Maria, ancora assillato e
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1983
ancora assillato e pieno di delusione. ¶ 6. ¶ Laurence si avvicinò
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1983
stai pensando, mi pare di capire. ¶ – Hai anche tu
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1983
mai venuta sulle rupi di questa costa? ¶ – Come puoi
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1983
oramai? ¶ – Quel pittore dice di conoscerti. È già stato
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1983
stato crudele a cercare di convincerla a non andare
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1983
passo roccioso, a rifiutarsi di accompagnarla. Avrebbe potuto anche
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1983
trattato, in fondo, che di una lunga passeggiata. ¶ Prima
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1983
una lunga passeggiata. ¶ Prima di sera lei lo aveva
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1983
lei lo aveva pregato di portarla al treno. ¶ Non
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1983
dall’aria angelica. ¶ Adesso di ritorno dalla stazione, camminando
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1983
svegliato da brevi raffiche di arma automatica. Era chiaro
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1983
che gemeva. ¶ Le raffiche di prima gli parvero quasi
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1983
poi il suolo, cercò di rivedere tutti i suoi
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1983
in arrivo. Sui greppi di Crairora il cielo tremolava
112
1983
cielo che tremolava, per di piú, dietro la sua
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1983
ritirò fuori quel po’ di spagnolo appreso nei porti
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1983
non «doliente». ¶ Sentiva già di nuovo la stanchezza scendergli
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1983
a conversare. ¶ Era amica di Martine, disse, e le
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1983
che aveva chiesto loro di posare coricate al sole
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1983
sole sulla nuda terra, di cui voleva fare una
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1983
dopo si irritò. ¶ Era di nuovo partita a parlare
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1983
sua testa, tutte macchiate di ruggine. ¶ Stamattina, aveva fatto
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1983
altro giro inutile. Ma di tornare a casa non
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1983
finisce la mulattiera! Erte di nude terrazze sopra gli
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1983
non finire su frammenti di fasce. ¶ Nubi... gli parvero
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1983
parvero nubi le pecore di un gregge a cui
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1983
con occhi tristi, occhi di colleghi, di habitués delle
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1983
tristi, occhi di colleghi, di habitués delle solitudini sulle
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1983
c’era ancora tanta di quell’erba, tutta l
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1983
per fuggire l’aria di neve (l’auro de
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1983
in sangue, in sangue di dio. ¶ Parlava provenzale in
129
1983
con tristezza un drappello di capre fuori del gregge
130
1983
bisaccia e bastone, e di colpo sfilò il bastone
131
1983
come gli antichi portatori di sale, e forse per
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1983
a tutto quel sangue di dio la cui vita
133
1983
gerbidi rocciosi, nelle macchie di lentischi. ¶ Andava inesorabile. Non
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1983
la bluiour) la vita di tutto quel sangue urge
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1983
visto il fuoco al di là della stellata tenebra
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1983
a leggere nel libro di un muto. ¶ Loro non
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1983
prolungava su una sorta di terra-grembo. ¶ Sentí dei
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1983
scorciatoia, ma non cercò di rientrare di nascosto e
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1983
non cercò di rientrare di nascosto e si lasciò
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1983
morbida visione delle zolle, di quel guanciale. ¶ Laurence l
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1983
Continuava l’ora viola di là dai vetri, mentre
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1983
davanti agli occhi zolle di terra, grembo affettuoso, giaciglio
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1983
euforica, – e ti direi di venire, se per te
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1983
nere. Era arrivata una di quelle tristissime sere in
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1983
fiume scendeva una canna di falasco. Rompeva lo specchio
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1983
Io non ho freddo. ¶ – Di notte nella valle spira
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1983
il bar dell’olandese. ¶ – Di qui ci si può
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1983
in mente il passo di Ester, altrettanto lungo e
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1983
A sud una falce di luna bastava in quel
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1983
orti brillava un muro di calcina. ¶ Salirono per carruggi
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1983
Dentro, i soliti giocatori di belote sotto la ghiandaia
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1983
fosse imbarcato sarebbe morta di crepacuore... Ma quel giorno
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1983
oh, li aveva visti di certo! – i marinai polacchi
154
1983
bene. ¶ La debole luce di quella falce sembrava sollevare
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1983
naviga? ¶ – Un po’ piú di vent’anni. ¶ – Chi viene
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1983
le accendeva un po’ di fuoco, lei si abbandonò
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1983
un «Buona notte!» intriso di sonno al suo saluto
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1983
suo saluto. ¶ Ma prima di andarsi a coricare egli
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1983
Ester piangeva. Il pianto di Ester si fece piú
160
1983
Jean-Pierre aveva sofferto di un’insonnia, «chimerica» a
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1983
non prendeva: egli andò di nuovo ad attizzare. ¶ – È
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1983
Prima che arrivi! ¶ – Dilaga di colpo, da quel crinale
163
1983
sulla collina, nei confronti di quella lentissima sul mare
164
1983
La vita era piena di miraggi, di falsi scopi
165
1983
era piena di miraggi, di falsi scopi: uno valeva
166
1983
e l’altra era di Ester. ¶ Mio caro, – lesse
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1983
Sentivo solo il bisogno di scriverti. Mi sembra di
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1983
di scriverti. Mi sembra di essere con te stamattina
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1983
anche una grande paura di cui ti dirò a
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1983
idea, – pensò, – che idea di chiudere un biglietto con
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1983
tenerezza sí, ma priva di ogni nostalgia: non gli
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1983
li guardava dalla porta di casa, due fasce sopra
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1983
Salirono per le fasce di limoni. ¶ – Camminavate con un
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1983
scrimoli. ¶ Lassú un eccesso di azzurro, che nel suo
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1983
focolare, per un fuoco di fuscelli. Il fumo invase
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1983
invase il locale e di là dai vetri polverosi
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1983
poi se ne andò di colpo. Tenne aperto ancora
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1983
con occhi irrequieti, materiati di tristezza. Le chiese se
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1983
un volo o vento di follia dignitosa. ¶ Dopo il
180
1983
sole, e i tetti di Avrigue si coprivano di
181
1983
di Avrigue si coprivano di fugaci bagliori. ¶ – Non ti
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1983
per via del morbo di Parkinson, di inciampare per
183
1983
del morbo di Parkinson, di inciampare per i petreti
184
1983
inciampare per i petreti di Crairora. ¶ – Com’era? – domandò
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1983
diceva a suo figlio di adorarlo e poi di
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1983
di adorarlo e poi di odiarlo e con un
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1983
Pierre veramente si compiaceva di infierire con le parole
188
1983
illuminava uliveti e boschi di roveri. Anzi, di roverelle
189
1983
boschi di roveri. Anzi, di roverelle, che trattengono ai
190
1983
il bavero del giaccone di marinaio e si stese
191
1983
donna con una punta di disprezzo. – Ma io ho
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1983
colto Ester: il nespolo di Spagna, simile a un
193
1983
da un ragazzo pieno di vita, pagarlo perché si
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1983
aveva gli occhi pieni di lacrime. Sterpaglie ed erbe
195
1983
era parlare o sognar di morte, altro morire. ¶ E
196
1983
non cerco il colpevole di un suicidio, ma un
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1983
stesso in lacrime intrise di sole. ¶ – Ora smetta di
198
1983
di sole. ¶ – Ora smetta di piangere e mi aiuti
199
1983
altro, che oramai sperava di essere condotto fuori d
200
1983
tremava per la disgrazia di Jean-Pierre o per
201
1983
uno molto piccolo, bianco di calcina. Ve n’erano
202
1983
calcina. Ve n’erano di piú grandi, tinti in
203
1983
il cielo si scorticò di nuovo, e accrebbe la
204
1983
un motivo alla morte di Jean-Pierre piú vero
205
1983
sonnifero confortata dalla presenza di Laurence. ¶ – È salita una
206
1983
ufficio. ¶ – Gli hai detto di Jean-Pierre? ¶ – Non me
207
1983
mia madre ai margini di una landa. Mia madre
208
1983
al rubinetto. Qualche pallino di mimosa le si era
209
1983
parlare con lui, raccomandargli di dormire... sussurrargli: dors, dors
210
1983
sentiero della rupe, rondini di montagna. ¶ Una donna sbucò
211
1983
rupe) poi gli sembrò di udire un coro e
212
1983
l’angelo della Compagnia di Avrigue. La bara attraversava
213
1983
una mestizia solitaria. ¶ Cercò di nuovo con gli occhi
214
1983
un cielo come questo di adesso, tormento delizioso degli
215
1983
su quei greppi lucidi di vento. Un tipo simile
216
1983
quest’oggi), una canzone di Avrigue. ¶ Credevano che fossero
217
1983
lenzuola bianche lenzuola bianche di lino ¶ Era il canto
218
1983
del contrabbando, in tempi di passaggi con muli per
219
1983
muli per le montagne. Di muli con campanacci e
220
1983
muli con campanacci e di mulattieri con bianchi mantelli
221
1983
le donne: fanno roghi di vascelli». ¶ E adesso come
222
1983
mite, quasi lunga estate di San Martino, doveva essersi
223
1983
città costiera e decisero di scendere insieme, di farsi
224
1983
decisero di scendere insieme, di farsi compagnia lungo il
225
1983
lunga... – Finí per proporre di accompagnarlo sino al bar
226
1983
posto. ¶ Passarono un dirupo di crete e arrivarono a
227
1983
punta dagli spini luccicanti di salino. ¶ Poco lontano la
228
1983
Roya solcava la marina di fronte a un ammasso
229
1983
fronte a un ammasso di palazzoni. Divorato l’arenile
230
1983
sulle rocce e cercavano di strozzare anche il fiume
231
1983
sembrava ora un caravanserraglio di studenti, vestiti in modo
232
1983
contempo pensava agli anni di un vociare ben piú
233
1983
sí, in una luce di bontà e in un
234
1983
e in un che di leale. ¶ – Sí, adesso ricordo
235
1983
E dove possiamo andare? ¶ – Di sotto, c’è meno
236
1983
a chiocciola. Nel fumo di tabacco uno spinello diffondeva
237
1983
non ne so piú di lei, o di qualsiasi
238
1983
piú di lei, o di qualsiasi altro. ¶ – E della
239
1983
languidi e leali. ¶ Meditava di rinunciare, tanto l’altro
240
1983
come in un moto di rimprovero. – Ma quella sera
241
1983
dall’oscurità il bosco di querce e l’uliveto
242
1983
un sentiero da capre di serro in serro. Gli
243
1983
talvolta gli era parso di vedere il crepaccio del
244
1983
mondo spariva. L’onda di roccia invece proteggeva: ferma
245
1983
proteggeva: ferma lassú, piena di luce. ¶ Sotto il crinale
246
1983
e aringa. ¶ – Eh! noi di fame non si muore
247
1983
dei bricchi. Gli sembrava di conoscerli, egli disse. ¶ – Ci
248
1983
C’era anche penuria di nomi ad Avrigue? ¶ – E
249
1983
uomo. – Sembra il cigolio di un carro. ¶ Poi l
250
1983
ce n’è ancora di vivi a quel bar
251
1983
interlocutore prese un’aria di leggero stupore: – Hanno la
252
1983
nutrirsi scolpivano il dirupo di radici. L’uomo che
253
1983
con la barba grigia di due o tre giorni
254
1983
sull’orlo del muro di sostegno. ¶ – Io la conosco
255
1983
Se è nella banda di Avrigue suonerà la «numero
256
1983
quasi vuoto. ¶ Sperava che di lí a poco sarebbe
257
1983
quelle parole a fior di labbra: «épargne-moi ce
258
1983
donna aveva un mazzo di «vedove celesti» o «fiori
259
1983
fiori dei frati», fiori di petraia. ¶ Sedettero fuori del
260
1983
visti issare un cieco di guerra su un podio
261
1983
altro cieco, il cieco di Avrigue. ¶ Rivedeva via Torre
262
1983
per prendere un diploma di mare, e gli aveva
263
1983
aveva insegnato un po’ di latino e di francese
264
1983
po’ di latino e di francese. Era un uomo
265
1983
rinunciare al suo progetto di diventare segretario comunale. Aveva
266
1983
là fuori si muoveva. Di nuovo quelle braccia orizzontali
267
1983
mani posate sulle spalle di quell’uomo buono e
268
1983
cirri non piú grandi di falchetti, quasi un tetto
269
1983
vento, che nell’illusione di un varco aperto, spargevano
270
1983
Lo scosse un frastuono di motociclette e poco dopo
271
1983
della costa un pezzo di città con casermoni e
272
1983
venuto nel pomeriggio o di sera. ¶ – Che silenzio! – disse
273
1983
sul mare. Che vuole di piú? ¶ – Non vede che
274
1983
lassú dà un senso di desolazione, è piena di
275
1983
di desolazione, è piena di corvi. ¶ – Ripara dalla tramontana
276
1983
rupe vivessero alcune coppie di gheppi e i corvi
277
1983
i corvi vi comparissero di tanto in tanto. E
278
1983
per niente, con resti di muretti e sabbia e
279
1983
sentito un mese fa di quella ragazza che è
280
1983
già cosa vedrei: cespi di spini, bunker, gallerie. ¶ – E
281
1983
Pierre non s’interessava di politica, la politica non
282
1983
per il cervello? ¶ – Voglia di non far niente... Non
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mi faccia parlare male di chi ha indossato l
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ha indossato l’abito di legno. ¶ – Glielo hanno fatto
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un fissato. Si lamentò di Martine e dell’amica
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spiegarle. ¶ ... ¶ – Lei è capitano di mare? ¶ – Il mare non
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ha capitani: è terra di mano morta. ¶ – Capisco... «Homme
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Noi andavamo sul mare di notte. È tutto qui
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freddo con quell’aria di montagna. Ester mise nella
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mise nella stufa legna di pino, che, a differenza
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pino, che, a differenza di quella d’ulivo, anche
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è vecchia. ¶ Era fatta di puddinga, della stessa pietra
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una stalla vuota. Sapeva di dignitosa miseria. L’aveva
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dell’esistenza i bagliori di una strana quiete. Aveva
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e la felicità voluta di chi è infelice. ¶ Ester
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aveva lasciato un residuo di luce sopra un crinale
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roteavano gli occhi doloranti. ¶ Di un geco scoperto su
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avevano fatto quasi oggetto di culto. ¶ Rifece la scala
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esterna, ripassò sulla sponda di una fascia. Si vedevano
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sguardo potesse fermarvisi, sarebbero di nuovo un austero approdo
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Era un pianoro orlato di pini, cresciuti inclinati e
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strappato. L’ultimo gesto di Jean-Pierre si stampò
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Pierre. Su quello spuntone di roccia l’aria tremava
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suo pianoro era irto di pietre e infestato di
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di pietre e infestato di erbacce. Un rosmarino oscillava
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del diavolo. Ai piedi di questa, scoprí un altro
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nel suo alone: mozziconi di «senior service» spenti con
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mondo non si preoccupa di un incendio di sterpi
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preoccupa di un incendio di sterpi e forse nel
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aveva fumato le sigarette di Jean-Pierre per non
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Non c’erano tracce di violenza. Erano andati insieme
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locale il solito gruppo di giovani stranieri radunati intorno
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Uomini e donne, vestiti di palandrane e frangiati giubbotti
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parlava già stancamente, come di fatti lontani, di umana
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come di fatti lontani, di umana polvere. ¶ Si levò
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conosceva probabilmente l’uso di quella benda che all
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caduto... Sono una famiglia di sbadati, colla testa nelle
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la mattina in pratiche di frontiera e forse lo
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Danimarca... e dal trono di dio. ¶ – Ma non le
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della «Comba», abbandonato borgo di Avrigue, e ulivi scheletriti
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suoi confronti, da esperto di insidie sfingi e scogliere
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insidie sfingi e scogliere di miraggi sparse sul mare
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nelle molte parole, indizi di suicidio (di volontà di
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parole, indizi di suicidio (di volontà di farla finita
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di suicidio (di volontà di farla finita) non ne
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colto intento al sogno di vivere. ¶ Quando giunse all
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notte! Laurence. ¶ I compagni di viaggio di Jean-Pierre
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I compagni di viaggio di Jean-Pierre dormivano: poggiava
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salita a Narbonne, rovesciato di lato sul sedile lo
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teso, pur se impastato di sonno. Sull’impermeabile bianco
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il soldato in una di quelle radure tutte sfumature
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sperone. Le succedeva sempre di sentirlo appena sveglia, poi
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si aggirava tra rimasugli di ricordi. Niente sogno. Destinato
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nella borsa una foto di Jean-Pierre. Magari si
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augurata, quando un vento di miraggi batteva mare e
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alba, nella mattinata rauca di brezza. Mentre prendeva il
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bar dell’olandese dove di solito lo aspettava Jean
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vuoto, finestre semidivelte... nulla di male: nidi di miseria
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nulla di male: nidi di miseria spariti! Nidi di
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di miseria spariti! Nidi di silenzio, ora, e di
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di silenzio, ora, e di topi. Avrigue era decisamente
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vi regnava la fame di sempre che ora pareva
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rassegnati. Portava un sacco di pigne, che le sue
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da lontano; dalle alture di scisti e sabbie con
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mare da lassú è di un azzurro immobile e
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ed uniti all’idea di questa fatica, da sola
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in una qualsiasi forma di felicità terrena, al di
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di felicità terrena, al di fuori dal possedere una
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qualsiasi ora e mese di qualsiasi anno. ¶ I fatti
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dei nipoti: un triennio di Siccità, un intero anno
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Siccità, un intero anno di Piogge, il Maestrale, la
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vuota, facevano un po’ di cronaca (come furono loro
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stessi a dire) parlando di rapine sequestri omicidi e
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del giorno». ¶ La pensione di cui vivevano, chiamata «la
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ancora. ¶ – Con un landò di lusso, andata sola. ¶ Avevano
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tomba e ancora voglia di scherzare, gli immutabili vegliardi
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Non assomigliava ai preti di un tempo, eccessivi nel
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in sacrestia, ancora alonati di reverente paura. ¶ – Ha sentito
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è caduto dalle rocche di Crairora. ¶ Disgrazia? suicidio? si
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premunirsi contro il divieto di funerali religiosi. Sovente il
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Si immisero sullo stradone di Crairora. ¶ La tunica ingombrava
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buon prete, non uno di quei tipi sbrigativi e
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nascosta da un cespo di rosa canina. ¶ – Ora non
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fronte intatta. Un’elitra di libellula lo accarezzava ad
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precipitato, un orlo rado di pini aleppensi e un
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madre. Si sarebbe detta di pietra se non avesse
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con gli occhi pieni di lacrime. Non aveva avuto
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o chissà cos’altro, di chiudergli gli occhi velati
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un botro e monticelli di creta bianca, poi un
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e quasi funebre. ¶ Al di là del ritano, sulla
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del ritano, sulla sponda di un terrazzo, due girasoli
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secche. ¶ Il suo bosco di ulivi era inchiodato da
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Piú lontano la collina di Avrigue era avvolta da
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ulivo, tetti e profili di colli evocavano nella sera
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argentee. ¶ Entrò in casa di notte. ¶ Accese la stufa
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la cucina si riempí di fumo. L’amaro fumo
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compagnia. Non aveva nulla di lieto a cui pensare
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le dieci) gli parve di riconoscere il motore della
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il motore della macchina di Ester e accese le
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proprio dietro la cima di Marie Angeré. ¶ Ester lasciò
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fisicamente, voglio dire: solo di vista, – si corresse. ¶ – Ti
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Ester manifestò il desiderio di uscire. ¶ Il golfo d
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C’era un po’ di luna. ¶ Un vento di
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di luna. ¶ Un vento di montagna scosse il cespuglio
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un miliziano sulle colline di Huesca. ¶ – Una volta non
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ancora una volta tentò di rivedere quel volto posato
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fuoco. Era vecchio vino di vigna vecchia. ¶ – Senti il
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soprana, roccioso, un’erta di cespugli e roverelle dorate
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posò sul telo prima di annodarne i canti. La
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Non permise a Gregorio di portargli il telo e
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per un breve lasso di tempo anche la campanella
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inquieto riattraversò la valle, di ritorno dalle rocce marine
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grandi pupille. ¶ Quando furono di nuovo all’aperto, giunse
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d’avorio, un cordone di nubi. ¶ Rintronava una musica
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una musica, che cessò di colpo, e giunse confuso
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spada spezzata dal portico di Ardegunda. (Che mania ad
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contrastate da un vento di montagna, leggero ma costante
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silenzio. ¶ A Gregorio sembrò di vederla la processione che
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Il Santo nudo fiammeggiava di gocce rubine, il suo
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oscillava, coi posticci capelli di stoppa, sui camici dei
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nere mantiglie, sui portatori di stendardi e di affumicati
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portatori di stendardi e di affumicati fanali. ¶ Si disponevano
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si levasse un coro di bis. L’aveva portata
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dalle prove, un trionfo di cui l’autore non
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già cominciata. Passava, gravato di mestizia, un boato ripercosso
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frantumava in una sorta di singhiozzo. ¶ Grave e segreta
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Non vedeva l’ora di arrivare per raccontarla. È
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con le braccia tatuate di rose e cavalli, opera
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rose e cavalli, opera di un prigioniero ungherese. ¶ – Un
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prigioniero ungherese. ¶ – Un campo di artisti! ¶ Ma era già
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a Tolone nelle mattinate di sereno – avevano grandi ombrelli
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spalla una vecchia palandrana di tela incerata. Salutò Edoardo
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avrebbe preso una sbornia di tre o quattro giorni
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raggiungere il mulo. Andava di fretta come un’anima
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stava per svanire, carico di brividi, specie nel folto
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trattenne: non poteva raccontarle di avere impedito a una
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una donna, una polacca, di seguire le tracce di
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di seguire le tracce di un ricordo, né che
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quelle effimere e larvate di un tragico fatto. Cercò
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lasciata?); ma si ricordava di ciò che v’era
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ostile era il silenzio di Ester. Ma la loro
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cerchino il mare. Cercano di raccapezzarsi. Trovano molti cambiamenti
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decapitata, lo stesso vigore di prima accanto al cespuglio
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costa basca, i boschi di eucalipti inzuppati di pioggia
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boschi di eucalipti inzuppati di pioggia? ¶ – Certo che mi
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casetta bianca, una piazzetta di terra battuta e pietrisco
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Ho negli occhi campi di grano infestati di papaveri
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campi di grano infestati di papaveri. ¶ – Era inverno. Il
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si vedeva uno strato di cenere bianchissima (cenere di
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di cenere bianchissima (cenere di quercia). Albeggiava. ¶ La sera
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discosta, dentro un boschetto di lecci, che percorsero a
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inverno; non aveva nulla di pronto. Potevano aspettare, disse
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ordinò del vino. ¶ Sapeva di sabbia da eriche, di
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di sabbia da eriche, di terra da brugo. ¶ Ester
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Ester vuotò il bicchiere di colpo e ne bevette
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Mi dovresti raccontare qualcosa di lieto, – ella disse. ¶ – Ne
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capace! ¶ – Allora raccontami qualcosa di terribile... poiché io sto
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Ester tornò a guardare di là dai vetri. ¶ – Ne
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Forse due. ¶ – Mi permetti di domandarti chi sono? ¶ – Non
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Chissà cosa sarà avvenuto di lui! – egli rispose con
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ti dica? Recita versi di un suo conterraneo, di
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di un suo conterraneo, di un poeta di famiglia
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conterraneo, di un poeta di famiglia già regnante. Rimpiange
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parlavi al presente! come di un vivo. ¶ – Sembra di
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di un vivo. ¶ – Sembra di abolire le distanze, – egli
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fuori. ¶ – Hai proprio deciso di non parlarmi di te
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deciso di non parlarmi di te, – poi mormorò all
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ravvivare una spenta tenerezza. ¶ Di ritorno, salendo a piedi
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Sembrava molto turbata. ¶ Parlò di un suo trasporto a
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vista per un ragazzo di vent’anni... S’era
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Una donna s’accorge di certe cose. ¶ – E quando
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bianca, a folate. ¶ – Cerca di dimenticare la storia che
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piú. ¶ – Ne hai spesso di queste storie? ¶ Presero il
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passavano quegli incroci, prima di posarsi e svanire. Neve
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guardava la lamiera tempestata di purissimo gelo sospesa sopra
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Ma quando lui fu di nuovo sulla porta di
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di nuovo sulla porta di casa i verdoni erano
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stufa e ancor prima di sonnecchiare cominciò con le
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false! ¶ Ecco il cieco di Barcellona che una sera
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Barcellona che una sera di nevischio percorreva le «ramblas
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doppio» la testa disseminata di fiocchi. ¶ Ma che razza
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fiocchi. ¶ Ma che razza di partenza era, stavolta, se
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passo del ragazzo malato di Ester?... Non andava nel
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giorno non si mosse di casa. ¶ 13. ¶ Scendevano dal bar
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su pietre e chiazze di brina. Laurence si chinò
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Laurence guardava la macchia di cespugli. ¶ – Salgono sempre qui
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e non si curano di nascondersi. ¶ – Chi sale? ¶ – Quei
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non hai il coraggio di cacciarli? ¶ – Adesso? in pieno
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Martine capí, ancor prima di leggerla e di guardare
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prima di leggerla e di guardare la firma, da
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le vedove celesti sembravano di cristallo. Qualcuno aveva cercato
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cristallo. Qualcuno aveva cercato di strapparne un cespo. Le
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ma non gli dicevo di venire. ¶ – Che egli venga
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bene... Ne parlerete... Capirà di sicuro. ¶ Camminavano piano e
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tanti anni nell’abbazia di Fontfroide. ¶ – È un benedettino
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degli angeli», le fece di nuovo sognare la terra
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nuovo sognare la terra di nessuno dove i morti
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Si appoggiò al muro di una terrazza. Brillava la
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stella in un cielo di fuoco oltre Cap Ferrat
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le rimordeva aver pensato di poterlo ritrovare ogni sera
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in lei nello specchio, di scorcio, qualche ora prima
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ragazza, in una sorta di rimorso per quel lampo
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rimorso per quel lampo di narcisismo. ¶ Si staccò dal
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Davvero non hai voglia di dormire? Accendo la luce
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tavolo verde. ¶ – Si tratta di essere rapidi. C’è
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toccata da una sorta di primavera mentre altrove era
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mentre altrove era tempo di geli. C’era neve
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nel barlume della luna, di quella luna mattiniera che
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il pigiama e sedette di nuovo sulla sponda del
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ti ha piú chiesto di posare? ¶ 14. ¶ Gregorio s’era
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erano sempre piú scarni, di una bellezza quasi minerale
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palpebre erano incartapecorite, orlate di piume gialle di pianto
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orlate di piume gialle di pianto, le zampe rigide
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riso il loro conato di canto? ¶ Notò che aveva
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Gli venne quasi voglia di togliersi il berretto prima
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togliersi il berretto prima di proseguire. ¶ Ma dove stava
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vallone della Comba no di certo: troppo impervio e
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aveva lavato ogni traccia di Jean-Pierre, della sua
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scorsi e quello spolvero di neve durato un attimo
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come se pregasse. ¶ Al di là della rupe, sul