Federigo Tozzi, Tre croci, 1920

vivevano tutti insieme con due giovinette orfane, loro nipoti

Che mangiata! Vorrei avere due ventri! Uno non mi

da Cicia, e compra due chili tra mele e

niente. ¶ Ma tutti e due doventarono silenziosi. Soltanto dopo

dovuto difendere precipitosamente le due nipoti. Pareva che non

aspetto là tutti e due. Vieni presto! ¶ Ma Giulio

quel che ho capito, due fogli da cento. ¶ Niccolò

discorsi mi fate? Dei due, domandiamolo a chi volete

anche se siete in due contro di me. ¶ Giulio

di smettere, tutti e due. È una vergogna, tra

giorno dopo che i due fratelli avevano pianto, domandò

dello stesso rosso, con due cipressi accanto; scuricci e

perché a nessuno dei due era venuto in mente

fissò in viso i due fratelli; che si affrettarono

il suo denaro dentro due mesi! ¶ Al Nicchioli questa

voglia di ridere. Le due nipoti lo guardavano con

più bene. ¶ Tutte e due bruttine, nàchere e tracagnotte

migliore. ¶ A tutte e due piacevano le passeggiate in

sebbene non più di due volte la settimana, le

congiunte alla Porta, cominciano due muraglie; d'un rosso

della Misericordia. Ma le due giovinette, dopo averlo domandato

le boccacce. Poi, incontrarono due preti: uno basso, tarpagno

d'oliva. E alle due sorelle venne da ridere

aveva ingannata. ¶ Ma le due sorelle volevano fare la

erano ben certe. In due, si sarebbero fatte coraggio

pare un casotto; con due scalini corti, di pietra

una finestrucola nella porta. Due statuette, come due fantocci

porta. Due statuette, come due fantocci di pietra scortecciata

cima; in mezzo a due cipressi. Due donne, accoccolate

mezzo a due cipressi. Due donne, accoccolate sul ceppo

sorella, piangeva; sebbene quelle due donne la guardassero. ¶ — Io

più. ¶ Modesta, benché quelle due donne, incuriosite, ridessero, prese

in dubbio, a quelle due bambine, perché ti rifiuti

figuri: ho parlato con due miei amici, che sapevano

lui... Una di quelle due signore, la più brutta

in bestia tutti e due. ¶ Ma il padrone della

Egli sapeva che quei due erano piuttosto amici dei

erano appunto tutti e due, cercò di dire subito

vedremo chi di noi due ha più cervello! Per

rimbeccò: ¶ — Sbagliate tutti e due. ¶ Niccolò disse al Nisard

dette la mano ai due fratelli, si tolse il

sempre di più: ¶ — Come! Due uomini non siamo capaci

di quella che avevo due o tre anni fa

il cavaliere? ¶ — Sì: quasi due ore. C'è qualche

cambiale, c'è ormai due ore sole! ¶ Niccolò, che

altra firma falsa. ¶ I due fratelli, che s'aspettavano

fece lo stesso altre due volte. ¶ Enrico gli disse

mi calmi! ¶ Gli altri due fratelli, appoggiati agli scaffali

andare? ¶ — Vado a giocare due o tre briscole; perché

in quel punto le due nipoti afferrarono Giulio, e

altra; e nessun dei due pareva disposto a capire

la legatoria; e i due o tre operai, saputo

Dentro uno spiazzo, tra due mura sporgenti accanto alla

Istituto Anatomico. Ma, dopo due giorni, fu dato il

imbullettate; da contadino. ¶ I due fratelli stavano a capo

aspettare. ¶ Il becchino chiamò due compagni; e misero il

con le pale. I due fratelli piangevano tappandosi gli

E in meno di due ore si misero d

forse meditato in quei due giorni, e poi venuto

dell'anno, a pena due mesi dopo il suicidio

e, poi, la notte, due o tre giovinastri, vagabondi

stanno male tutti e due; ora. Bisogna pensare alle

agli amici: ¶ — Quelle sono due angeli. Ho riguardo soltanto

gli olivi. Poi, con due compagni, a portarle in

di dire alle mie due nipoti, che verranno a

e Chiarina gli misero due mazzetti di fiori sul