Vittorio Alfieri, Merope, 1782

voglio.... ¶ Polifonte ¶ O donna, ¶ dunque né tempo, né ragion

miei, nulla bastar può dunque, ¶ a raddolcir l´ira

e in vita resti? ¶ Dunque, in dar tregua a

risorger nuova ¶ letizia può: dunque cacciata in bando ¶ non

mostrarmi ¶ ottimo re. Tu dunque ai tempi adatta ¶ te

delle altrui sventure. ¶ Egisto ¶ Dunque di me pietà ti

il sei tanto più dunque ¶ d´affar sì lieve

or, chi sa?... — Respira ¶ dunque ancor la tua madre

piangere! ¶ Merope ¶ Tu nato ¶ dunque in Messene sei? Tuo

Polidoro ¶ ... Al fin... pur... dunque ¶ io ti riveggo... Al

non ne udisti ¶ mai dunque?... ¶ Merope ¶ No... Ma tu

vedi. ¶ Polifonte ¶ Ah! — Rimaneati dunque ¶ quel figlio, che negavi

come ¶ il sai tu dunque? ¶ Polidoro ¶ Ecco; il suo

io? ¶ Merope ¶ Se reo ¶ dunque non sei del colpo

l´attenda? È fermo ¶ dunque il destino mio: qual

uccisor... non sei. ¶ Egisto ¶ Dunque? ¶ Polidoro ¶ Nol sei... ¶ Egisto

tuo figlio. ¶ Polifonte ¶ Costui dunque ¶ il conoscea?... ¶ Merope ¶ Che

rio tiranno! or tutti ¶ dunque hai corrotti? anche costui

chi non vede?... ¶ Merope ¶ Dunque, se spento il vuoi

Oh padre!... ¶ Merope ¶ Va´ dunque tosto, o mio fedel

comincia ¶ a mostrarmisi or dunque in torvo aspetto? ¶ E

Or m´oda ¶ Messene dunque. — Io vincitor qui venni

figlio, ¶ col mio morir, dunque or si salvi: io

brevi detti. — Odi tu dunque, o figlio, ¶ gli ultimi

di più potrei. — Su dunque; in alto penda ¶ sul

momento!... La mia destra ¶ dunque... Ma, oh vista! insanguinato