Aldo Palazzeschi, Il re bello, 1921

non lo possa rientrare, e gli occhi anche parevano

fosse delle guance incartapecorite e gli scendevano giù giù

fanciullo. ¶ Il vecchio, freddo e indurito uomo di governo

senza potersi più contenere, e come assalito da follìa

si gettò sui cuscini e stretta la bella testa

il chirurgo lo assisteva e l'infermiera che aveva

membra nel latte caldo, e ne frizionava e profumava

caldo, e ne frizionava e profumava le tenere carni

il corpicino. — Presto! Via! — E quando fu bene mondo

quando fu bene mondo e ravvolto in flanelle e

e ravvolto in flanelle e ricoperto in un broccato

il balcone della Reggia e la porpora cadde, suonarono

al completo in fretta e senza sapere che facesse

oro alto nelle braccia e grida: Eccolo! È lui

braccia e grida: Eccolo! È lui! È lui! il

grida: Eccolo! È lui! È lui! il Re! ¶ Il

comprendere di quella scena. ¶ — È lui! È lui! Urlava

quella scena. ¶ — È lui! È lui! Urlava il maresciallo

delle campane delle trombe e del movimento delle folle

movimento delle folle accorrenti. — È lui! Il Re! Popolo

folla! Il tuo Re! — E si udiva ancora qualche

più fiato il Maresciallo, e aperto il broccato e

e aperto il broccato e lasciate cadere le flanelle

avvolgevano, scoperto il corpicino e apertene le coscine morbide

superando tutti i rumori:-è Ludovico! — urlò. ¶ Ma dalle

creatura nell'altra mano e fattosi al balcone urlò

che dal balcone scendeva e invasolo tutto — Evviva! Evviva

ai primi due — Evviva! — E alle facce che giungevano

corpi nudi nelle mani e alte le braccia verso

urlò ancora. Di lassù! — E l'urlo di tutto

un'atmosfera di leggenda e di mistero. ¶ Il Re

creatura fuori del sesso, e al disopra di ogni

n'ebbe più nuova, e certamente salì al cielo

il Regno della Vergine» e ancora: «il Regno del

si chiamarono Ludovico XIV, e Ludovico XIV e Mezzo

XIV, e Ludovico XIV e Mezzo, per il qual

maniera tanto mai esemplare, e furono così fratelli come

che l'uno temendo e rispettando il giudizio dell

mostrò sempre tanto cauto e pieno di riserbo che

ne risultò dall'unione. ¶ E fu per questa giustizia

il regno della bilancia, e con una bilancia appunto

che si sedettero maestosamente e piene di grazia al

pelo soltanto la grandezza e l'autorità di Ludovico

diciotto dei quali maschi e fu assicurato così per

Ludovichi. Per le lontane e più luminose capitali d

capitali d'Europa visse e vagò una certa contessa

tenne vita simpaticamente libera, e un poco licenziosa dicono

bellissima donna suscitò profonde e folli passioni in molte

conoscete il vostro popolo! ¶ — E cosa me ne importa

tremito delle sue labbra, e tutta una leggera deformazione

esso si maturasse, ingrossasse e colorisse soverchiamente. ¶ Anche nelle

affari urgenti del governo, e si recava nella camera

quasi costantemente per confortarlo e incoraggiarlo, oltre che per

il peso degli anni e del governo aspro e

e del governo aspro e difficile, coraggio. ¶ — Ah! Maresciallo

far compassione ai sassi. E quella povera Regina anche

quella povera Regina anche è compassionevole, disgraziata anche lei

lei, in che ginepraio è venuta a ritrovarsi. Non

venuta a ritrovarsi. Non è più che un'ombra

ingrosso tutti i giorni e lei sempre scema, è

e lei sempre scema, è tanto grullerella poverina. Eppoi

tanto grullerella poverina. Eppoi? E dopo?... Dove andremo a

mio, che facesti mai! E anche voi c'entrate

mantello. — Potevo essere felice.... e sono la più miserabile

a inondarlo di dolcezza, e subito un pensiero lo

che dolcezza sentirsi madre! E quando mi guardo con

con questi calzoni addosso.... e questa panciona grossa grossa

vita, vero sangue Ludovico è il vostro, sangue d

d'eroi! ¶ — Ah! questo è certo. ¶ — Coraggio, ricordate il

vostro padre, egli vede e benedice la vostra meravigliosa

dal cielo. ¶ — Benedice.... benedice.... e che cosa me ne

a me se benedice, e io sono così? Che

corti del mondo, vivono e godono, amano e sono

vivono e godono, amano e sono riamate, possono partorire

vogliono circondate di carezze e di affetto, io.... eccomi

un vulcano di gioia e di felicità, ed era

ed era invece grigia e muta in quell'alba

viali, a capo chino e scoperto. ¶ La festa rimaneva

i cuori, gelosamente custodita e il gaudio vi si

risanare il Sovrano adorato. ¶ E in quell'alba istessa

giunse con un'infermiera, e insieme si chiusero nella

poco tutto fu preparato e il conte Ercole Pagano

Ercole Pagano Silf andava e veniva per la stanza

in fondo all'anima e giungesse ora ad irradiarne

bianca, mentre il chirurgo e l'infermiera gli sottoponevano

alle narici affannosamente spalancate, e ne bagnavano con farmachi

patito a farci tutte e dodici, scalcinata come eri

gli bruciava in seno e gli dava la febbre

le coltri il chirurgo e ne scuoprì il corpo

era aperto. Tele cerate e topponi e ovatte gli

Tele cerate e topponi e ovatte gli furono destramente

destramente posti di sotto, e facendosi uno da un

dall'altro il chirurgo e l'infermiera presero le

gli sussultava dal petto e gli moriva nella gola

i due lasciavano operando, e si vide ad un

che si sia guastato e più non lo possa

diplomatico e corpi religiosi, e i cavalieri tutti della

della Rosa di Birònia, e dame e ufficiali, e

di Birònia, e dame e ufficiali, e furono i

e dame e ufficiali, e furono i paggi inginocchiati

il cuscino di porpora, e le voci bianche, accompagnate

plebi nella polvere protese, e presa la corona di

tale gesto sì solenne e grazioso ad un tempo

tempo potè avere mai. E fu un vero miracolo

la consueta aria seccata e distratta colla quale sbrigava

infallibile uomo di governo. ¶ E non appena questi fu

appena questi fu entrato e la porta fu bene

sempre: «poche parole» non è vero? ¶ — Così è Maestà

non è vero? ¶ — Così è Maestà. ¶ — Poche parole dunque

Che sciagura d'Egitto? E non si sa che

fanno i figlioli, che è una cosa nuova? ¶ — Sì

io. Così doveva finire. ¶ — E come fu? ¶ — Fu.... fu

il trucco? ¶ — Oh! ¶ — Già, e siccome la Regina poveretta

siccome la Regina poveretta è la più citrulla creatura

io sia il Re, e badate, non c'è

e badate, non c'è da dire che non

sono io, ma lei è tanto grullerella che non

non gli c'entra, è inutile. Ho tentato di

si cuopre la faccia e scappa inorridita con la

può farsene una ragione e non ha poi tutti

i torti, via.... convenitene, è un bel trucco, ma

Del resto nemmeno questo è bastato a convincerla, sì

popoli, vivete pure tranquillo. ¶ — E voi, Maestà, ne avete

quale forse.... sono così. E che da tante sere

tante sere sempre ritorna, e vuole ritornare, sempre lui

furfante, che animale Maresciallo! ¶ — E conoscete il suo nome

chiama.... si chiama.... Gastone. È bruno, con delle enormi

delle enormi sopracciglia nere e i grandi occhi fieri

i grandi occhi fieri e dolci, dove arriva quel

ragazzo con quegli occhi.... e la faccia oblunga, e

e la faccia oblunga, e i denti bianchissimi, quando

denti bianchissimi, quando ride è bello come il sole

io volli lui solo, e attende palpitante l'ora

l'ora del segnale, e di giorno mi beo

guardarlo, a fissarlo, quando è giù nel cortile a

povero bamboccione mio, nulla, e come potrebbe? Nulla ha

di chi abbia conosciuto. E guardate — alzò il capo

nella vostra lunga carriera, e io ne sono un

coraggio, pensateci un pochino e ne troverete un altro

Silf — Gennaio, Febbraio, Marzo.... — e calcava i mesi puntando

del mese. ¶ — Dio! Dio! È il centenario della costituzione

quindicesimo giorno di Agosto. ¶ — E cosa volete che ci

Rimandate le feste. ¶ — Rimandare.... è una parola. ¶ — Non mi

Settembre, a Ottobre, meglio, è più fresco. ¶ — Ma voi

e stringerti, possederti tutta, e abbandonarti svenuta fra le

anno! Pensa! Guardalo, com'è bello! Appena ha ombrato

spogliano se ti guardano e ti frugano e ti

guardano e ti frugano e ti arrivano fino in

fondo dove più non è vergogna e ragione, non

più non è vergogna e ragione, non è pudore

vergogna e ragione, non è pudore, hanno delle grandi

delle grandi sopracciglia folte, e ci sono i biondi

belli quanto gli altri, e sono cose tue, tu

il tuo desiderio vorranno, e con un solo cenno

la donna che ti è stata destinata te lo

stanotte istessa se vorrai, e potrai chiamarlo ancora e

e potrai chiamarlo ancora e sempre, quando vorrai, ed

vorrai, ed essere felice, e se ne vorrai un

un altro, potrai averlo, e un altro ancora, tutto

farlo uccidere se vuoi.... e puoi essere la sua

disperazione — io.... no! Nulla è per me, il deserto

per me, il deserto è nel mio cuore, la

la tortura più infame è nei miei sensi, io

l'indice al cielo e lo sguardo fisso, dilatato

Regina alzò la testa e lo guardò con tale

con tale faccia trasognata e rasciugata, spalancando gli occhi

resto. Era la follìa, e tentava ora istintivamente di

scomparire sotto il pavimento. E Ludovico XIII lasciandosi tutto

una di quelle ampissime e morbide poltrone rideva, rideva

Ah! Ah! Ah! Ah! ¶ *** ¶ E nell'ora dell'incoronazione

incoronazione la mattina seguente, e al pranzo di Corte

XIII di una grazia e di una gaiezza divine

cerea, un poco contratta e sofferente di chi non

affascinati dalla sua prodigiosa e pur delicata figura che

figura che tutto illuminava e riscaldava. ¶ — Come gli è

e riscaldava. ¶ — Come gli è bello! ¶ — E come è

Come gli è bello! ¶ — E come è felice accanto

è bello! ¶ — E come è felice accanto alla sua

di emozioni.... ¶ — Il viaggio.... ¶ — E la notte? ¶ — Dove la

di Birònia, tutti così! ¶ E intanto che la cerimonia

intorno col suo sguardo e il suo sorriso, sopra

piedi del baldacchino impettite e immobili per quattro ore

sua sposa. — Guardalo come è bello eh? È quello

come è bello eh? È quello di ieri. Sì

Regina ingollare un singhiozzo e gli occhi due lacrime

gli occhi due lacrime, e un «no» amarissimo parvero

sì. Come ti guarda! E guarda anche me, figlio

che ci sta sotto! ¶ E allorquando infine si avanzarono

Conte Ercole Pagano Silf, e da tutti i dignitari

i dignitari della Corte e dalle altissime cariche dello

altissime cariche dello Stato, e dal corpo diplomatico e

e dal corpo diplomatico e corpi religiosi, e i

ferma ne discende essa e il padre l'accompagna

sua in quella mano, e insieme sul broccato d

Nel silenzio della piazza e degli attigui viali, scoppiano

degli attigui viali, scoppiano e sussultano i singhiozzi di

saputo contenere il pianto. ¶ E quante volte volle poi

poteva mai sentirsene satollo. E quel popolo che aveva

l'incoronazione del Sovrano e della sua sposa. ¶ *** ¶ Congedati

quanto il corpo diplomatico e corpi religiosi, i giovani

mossa della più brusca e completa seccatura. ¶ Aveva proprio

un'ora di tranquillità e di riposo dopo la

matrimonio, il ricevimento ufficiale.... e il resto, non ne

era quello delle conversazioni e precedeva le stanze private

stanze private del Re e della Regina. Guardava assorto

Birònia seminati di ville e di villaggi, alzava di

dal quale attendeva vacillante e ignara una prima stretta

altra finestra, Ludovico XIII, e poi, come avesse dato

ad ogni suo pensiero, e si sentisse stanco e

e si sentisse stanco e seccato si lasciò andare

questa posizione, che scossosi e riaperti gli occhi, come

con lui nella stanza, e che forse aspettava proprio

poverina devi essere stanca e stonata quanto me, levati

come un salame, non è vero? Povera creaturina! Sposa

difficoltà delle proprie parole, e per nulla aiutato dal

un'ora sono qui e non ti abbraccio, non

a ricuoprirti di baci e di carezze, ora che

ora che sei mia, e non ci avvinghiamo insieme

Povera piccola mia, sai? — e più le si avvicinava

tiene nel suo pugno e ghigna e ride in

suo pugno e ghigna e ride in quest'istante

testa spaventata la Regina, e parve che gli occhi

mia mano troppo morbida, e troppo bianca? Ti pare

dividerai meco, questa ridicola e infame menzogna, questo solo

quello delle favole, non è vero? — Rise ancora torcendo

le braccia — proprio così — e le lasciò andare giù

sole. ¶ — Oh! Ma non è per te sì crudele

atroce che ci avvince e nel quale siamo insieme

qualche cosa di ignoto e di orribile era su

ch'ella avesse seguito e compreso il suo discorso

le andò ancora vicino e la prese per la

portò presso la finestra e le cinse il collo

cinse il collo affettuosamente e se la strinse al

guardia, vedi? Guarda come è bello nell'uniforme di

uniforme di gala, come è fiero, alta la testa

vent'anni, come noi, è uno dei giovani più

Regno, dei più forti, è perfetto come un cavallo

sembrano nude, lo vedi? e le mani forti stringono

sciabola, con quanta vigoria, e quanta grazia! Oh! s

pazzo di voglia, prenderti e stringerti, possederti tutta, e

Corte e le infermiere e cameriere, e di lì

le infermiere e cameriere, e di lì a poco

Maresciallo che aveva vegliato e forse sperato e pregato

vegliato e forse sperato e pregato, seguì in silenzio

ragione anche questa volta e pochi giorni dopo il

con farmachi, caffeina, morfina e cocaina e strofanto. Il

caffeina, morfina e cocaina e strofanto. Il Re rimase

pareva di atroce minaccia e di bestemmia, ora l

questi gli fu addosso e afferratolo per la nuca

squilli altissimi delle trombe e delle campane, e sventolare

trombe e delle campane, e sventolare di bandiere e

e sventolare di bandiere e di fazzoletti e cenci

bandiere e di fazzoletti e cenci tutti della Birònia

XIII era nato vivo e vitale! ¶ Solo allorquando l

mani del suo istitutore, e mai non doveva uscirne

uscirne, uomo straordinariamente dotto e rigidissimo appositamente fatto venire

d'essere tanto bello e tanto grande! ¶ Di tutti

era il più bello e il più sovrano, nella

trasfusa intera in lui, e in lui più grande

lui più grande risplendeva, e la si venerava già

presenza in ogni cosa, e infine il suo pugno

s'era fatto mansueto, e il conte Ercole Pagano

avrebbe salito il trono, e cinta la corona e

e cinta la corona e vestito l'ermellino! Gli

sposa degna di lui, e tutto ritornava a sorridere

dramma delle undici principesse, e della infelice Regina Sofia

anno le principesse crescevano e andavano spose alle più

spose alle più lontane e vicine corti, e venivano

lontane e vicine corti, e venivano per loro mezzo

loro mezzo strette nuove e salde amicizie, in tutto

era tornata la pace e la felicità. ¶ *** ¶ Compiva il

anno il giovine Principe, e Ludovico XII Re di

capezzale solo il figlio, e che proprio prima di

presso il morente Sovrano, e a fianco di quello

di quello che sorgeva. ¶ E per primissima cosa terminati

brevissimo, se pure angoscioso e sincero, fu deciso di

degna di tanto Re. ¶ E fu precisamente alla corte

una delle più pure e soavi principesse della terra

coltivò fiori nel campo e nel giardino, nell'orto

orto, sopra il balcone, e in un testo, nell

rosa per quel giorno e fu la Birònia un

reggia le guardie reali, e dipoi i componenti il

componenti il corpo diplomatico e corpi religiosi, i grandi

le trombe d'argento e il tutto s'apre

spalle per sentirsene schiacciato e posseduto. ¶ Altre trombe d

d'oro si muove e al volo s'avanza

sua mano la sposa, e appena la berlina giunge

appena la berlina giunge e si ferma ne discende

di una nuova gestazione e di un parto conseguente

il Re di Birònia, e non appena l'augusta

il suo poderoso slancio e la più ardente speranza

la sua ultima fatica e insieme il coronamento di

colla sicurezza nel cuore, e primo il Re, dopo

dovuta sostenere con farmachi, e quando il Gran Maresciallo

non sei altro, via! ¶ E questa nuova principessa fu

un'invocazione una minaccia e una bestemmia. ¶ Le nove

ultimo piano della Reggia, e venivano condotte a prendere

dolce istinto paterno che è in tutti gli uomini

che lo turbava dì e notte, proprio nel momento

erano fra le mani e non si sentisse lanciato

ramo bastardo dei Ludovichi, e che viveva fuori Regno

quattro secoli prima, vinti e cacciati da Ludovico il

con soli settantasette uomini. E sulla piazza dei Settantasette

la fine dei Ludovichi! ¶ E tutto perchè una donna

aveva in corpo costei? E quella che aveva adorata

quella che aveva adorata e stretta nelle estasi pure

Ludovichi, la pace, tutto! E sapeva che il popolo

sagge ed ottime spose, e migliori madri; giunse taluna

costituzione? ¶ — Mai! ¶ Il buono e saggio Maresciallo aveva anche

per salvare la situazione e il Regno dalla rovina

genere erasi usato. ¶ — Mai! ¶ E su questa faccenda il

al braccio del Monarca e il pugno Ludovico era

caduto disperatamente senza pietà e fuori di tempo. ¶ Non

un'ultima estrema prova e fu fatto. I medici

augusta donna al cimento, e avere cercato prima ogni

ogni mezzo per sollevarla e rinforzarla, si espressero che

farlo si poteva tentare, e fu l'avvento, il

decimo, della principessa Genovieffa. ¶ E siccome Sua Maestà aveva

non potersi più sollevare, e colla bocca sempre aperta

Consultati ancora una volta e chirurghi e ostetrici e

una volta e chirurghi e ostetrici e specialisti e

e chirurghi e ostetrici e specialisti e fattone venire

e ostetrici e specialisti e fattone venire uno apposta

per la sua patria! E il conte Ercole Pagano

conte Ercole Pagano Silf, e tutti i dignitari e

e tutti i dignitari e medici della corte, e

e medici della corte, e lo stesso monsignore Vicario

lo stesso monsignore Vicario, e Monsignora Superiora delle Clarisse

Monsignora Superiora delle Clarisse, e Monsignora Generalissima delle Rocchettine

ve l'avevano persuasa. ¶ E allorchè il Grande Maresciallo

possenti, folle di amore e di desiderio, vergine, forte

di desiderio, vergine, forte e bella, si sentì invaso

si placasse in cuore e vi rinascesse l'amore

ne uscì il Re, e vi entrarono con premura

con premura il medico e il chirurgo della Corte

il chirurgo della Corte e le infermiere e cameriere

un tremito nervoso. Andava e veniva davanti alla specchiera

enormi baffi orizzontali, neri e ferrigni, fulminando sè stesso

sento oggi più impaziente e imbarazzato di allora. ¶ — Tutto

imbarazzato di allora. ¶ — Tutto è pronto? — chiese il Re

a quel fatto soprannaturale, e non avrebbe voluto dopo

la formalità fosse adempiuta. ¶ E il conte Ercole Pagano

già da mezz'ora è genuflesso dinanzi all'altare

il digiuno di preparazione, e nella cattedrale fu adempiuto

di tutte le vergini e le madri di Birònia

Maresciallo aprì la porta e, passato il Sovrano, lo

basso per il lungo e deserto corridoio della Reggia

Maresciallo l'aprì, entrò, e fattosi a un passo

ampi ricchissimi cortinaggi, cordoni e galloni, sopra una chese

per l'ignoto viaggio, e li richiuse quasi subito

dette a girellare su e giù per il corridoio

giù per il corridoio, e fermandosi davanti ad una

davanti ad una finestra e levando in alto la

in alto la testa e le braccia parve volesse

varcati i quarant'anni, e regnava da dodici sul

vedeva in lui degnamente e fedelmente rispecchiata secondo quella

fra le turbe riverenti e si volgeva da destra

coi tremendi baffi orizzontali e gli occhi sgranati, terribile

protese a capo chino e scoperto se ne sentivano

ne sentivano invase beatamente e possedute tutte. ¶ — Come gli

possedute tutte. ¶ — Come gli è grande! ¶ — Come Lui — ognuno

Come Lui — ognuno diceva e pensava. — I baffi, gli

persona tutta! ¶ — Come gli è Re! ¶ — Che garbo da

un pranzo di gala, e si sarebbero sentiti tutti

sarebbero sentiti tutti pieni, e se taluno avesse toccato

quella della Regina, pallida e sofferente da varii anni

andava aggravando ogni dì, e la faceva rimanere sempre

Stato vi era costretta e gli compariva boccheggiando e

e gli compariva boccheggiando e dolorosamente sopita, ognuno guardandola

guardandola in espressione desolata e amorosa pareva supplicare: — Signore

quella dell'ultimo cittadino. ¶ E quando il Sovrano assorto

il pugno di Ludovico, e venivano a quel modo

decisioni supreme dello Stato, e il giudizio inappellabile del

regolatore di quel pugno, e faceva colla sua parola

quarti d'ora interi e a fargli dare il

il popolo all'avvento, e non molto tardò a

attendeva dall'augusta coppia e fu la principessa Angelica

delle principesse Giovanna Francesca, e Maria Carolina. E siccome

Francesca, e Maria Carolina. E siccome era tradizione dei

dei Ludovichi avere numerosa e fiera prole seguirono dipoi

Olimpia, Zelinda, Zaira, Colomba. ¶ E fin qui nulla avrebbe

pace del nostro Sovrano e del Regno tutto della

i medici del regno e quelli chiamati dai regni

riposo dai doveri coniugali, e sopratutto a che Sua

angelo. Lire 50 al crocifero e 25 ciascuno ai due portalanterna

da quattro fanciulle vestite e velate di bianco, e

e velate di bianco, e dietro uno sciame d

rosso, con cintura ali e corona di carta dorata

dorata come piccoli diavoli e diavolesse, in giallo, in

con due alette dietro e via. Cacione, un brindellone

l'angelo in collo, e lo tenevano voltato dalla

erano state messe davanti e gli ciondolavano dal collo

collo. Seguivano i fanciulli e le fanciulle della prima

le spose, le vecchie, e ultimi gli uomini. C

menati per la mano, e due donne che portavano

le sue quattro donne. ¶ E questo funerale percorreva la

al momento del bisogno, e girando su e giù

bisogno, e girando su e giù per l'andito

andito fra la chiesa e la sagrestia, borbottava, gestiva

lanciava. — Quel buon uomo è stato ingannato! È un

uomo è stato ingannato! È un povero baggiano, non

ha colpa! Quell'americana è matta da legare! L

nel peggiore dei casi. E si vedeva già in

donna piena di quattrini.... E vedeva già il vecchio

giù dei goccioloni freddi, e sentiva un liquido gelido

vi premessero per acquattarlo e schiacciarlo al suolo nell

quell'ora la piccola e povera chiesa balzavano nella

per sè, mezzo camposanto, e per l'anniversario della

pel loro intervento settanta e ottanta lire. Drusilla lo

lei aveva pagato tutti e aveva imposta qua e

e aveva imposta qua e là qualche tara, specie

passioncelle con gran cura e senza economia. ¶ Miss Globe

ogni settimana mandava doni, e forse almanaccava già pel

Fu accomodato l'organo e questo servì a richiamare

chiesa qualcuno di più, e Don Pasquale incominciò a

Pasquale incominciò a riaversi, e andava ripetendosi che non

non aveva nessun valore. E si ritranquillò, riprese, si

riebbe, tornò a sorridere, e la sua coscienza entrò

andata davvero in paradiso, e nelle allucinazioni del suo

sua... specie di portineria, e se lo teneva, gli

affezionato, gli faceva compagnia.... e gli faceva comodo, gli

ci voleva, era indispensabile. E la bestiola correva quando

non lo avesse riconosciuto.... e gli fosse saltato addosso

andato alle sue messe? E non era stato per

engenocchiato? ¶ TRE DIVERSI AMICI E TRE LIQUIDI DIVERSI ¶ Tolgo

come mi avrebbe dettato, e come avrebbe voluto il

voluto il mio cuore, e, lasciamelo dire, la mia

L'hai vista? ¶ — Sì. ¶ — È una bella donna, vero

marito in America.... Non è mica vero però che

il marito per mesi e mesi, figurati un po

hanno, talune per anni.... e sono giovani.... Che potrà

che un'altra ti è davanti.... questa solitudine finisce

vaneggiamenti. — È foenita! Ah!... È foenita!... Mie angelo! Mie

fazzoletto sopra lo specchio, e cogli occhi che sembravano

alla bocca della bestia e attese, nel freddo sepolcrale

vecchio prete: egli ansava, e si sforzava di tacere

fare alzare il prete, e quel torrente di parole

senza di lei parroco e serva sarebbero andati qualche

il tetto della chiesa e della casa del prete

in uno stato compassionevole, e quattro ne aveva donate

oro da cento lire, e accompagnava il gesto con

il gesto con monosillabi e sorrisi di altezzosa noncuranza

bravamente con due dita e strofinatoselo alla tonaca se

momento! Ignorantoni! Il prete è troppo vecchio, eppoi non

piedi di quel letto e non capiva nulla; Miss

bassotto morente con occhi e lagrime vetrificati.... — Ma che

sarà mica.... per quello? — e i suoi occhi rimasero

affondati nella schiena gonfia e lucida del cane. ¶ Iere

accorta della sua presenza. — È foenita! Signor Preore! Ah

mie.... angelo! Benedire!... Benedire!... È foenita!... — Il vecchio parroco

finalmente verso di lui e mirandolo coi due occhi

tre volte il prete, e spazientito andò difilato nella

per rimandarla senza spiegazioni, e se ne andò con

lo malmenò, girò su e giù per la stanza

erano suonate le otto, e alle sette doveva dire

a battergli sul nicchio e ruzzolò dipoi sotto la

Drusilla! ¶ — Ma che c'è? Si può sapere? Che

può sapere? Che c'è, vecchio scimunito? ¶ — Senti però

tabacco, colle gambe rotte, è morto. ¶ — La salamandra? ¶ — E

è morto. ¶ — La salamandra? ¶ — E volevano che facessi con

oro; hai capito Drusilla? E dire che l'ho

l'ho mezzo benedetto! È matta! È matta!... — Il

mezzo benedetto! È matta! È matta!... — Il vecchio tacque

tavola, inforcò gli occhiali, e con grandi movimenti delle

in quell'atmosfera aurea, e siccome il prete taceva

il prete taceva — Ohe! È sordo? Diecimila lire! ¶ — E

È sordo? Diecimila lire! ¶ — E che vuol dire? ¶ — Diecimila

il vescovo! ¶ — Zitta! Zitta! È il demonio questo! ¶ — È

È il demonio questo! ¶ — È la provvidenza divina! Ma

quest'americana siamo belli e buggerati! Ci lascian crepare

lascian crepare di fame, e ci ridon dietro! Non

l'ha capita lei? E questa matta ci può

t'ammazzo! ¶ — Questo cane è la provvidenza! È il

cane è la provvidenza! È il cielo che ce

che ce lo manda, è il nostro Signore che

po' po' di miseria! E lei lo vuol calciare

un cane.... ¶ — Nossignore non è un cane non può

si scopre, sono sicuro, e ci capiterà di peggio

Fermati sai, brutta stregaccia! ¶ — E allora vada lei, tincone

mille volte. ¶ — Sì.... senti.... e dice che stava tutto

quel demonio di marito? E come imbastire un divorzio

America, ma chi sa? È un'abitudine inveterata di

i due buoni esseri! ¶ E il tempo passava e

E il tempo passava e questa spina si conficcava

mentire in nessuna ora e con nessuno. ¶ E invece

ora e con nessuno. ¶ E invece il tempo, incalzando

era una giovinetta ora, e minacciava di farsi un

avrebbe domandato di più e di meglio al creatore

al creatore del cielo e della terra, che fosse

sua proprio, a voce e per iscritto; e che

voce e per iscritto; e che per la fanciulla

la cappa del cielo. ¶ E il tempo passava e

E il tempo passava e l'uomo sereno si

una fissazione. Il semplice e buon campagnolo non poteva

moglie al suo attivo, e una buona raccolta di

la Vera la domenica, e sfogava con la giovinetta

pezzo di diavolo grasso e rosso così triste, così

sovente dare in lacrime, e allora le lacrime di

ad unirsi alle sue e fondevano insieme la loro

egli lo era transitoriamente, e le forniva un appoggio