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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Antonio Scurati, La letteratura dell'inesperienza, 2006

concordanze di «e»

nautoretestoannoconcordanza
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il primo libro non è scritto, si possiede quella
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lontano dall’essere definito; e questa definizione poi dovrai
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fondo, il primo libro è il solo che conta
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forse bisognerebbe scrivere quello e basta, il grande strappo
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più. Forse la poesia è possibile solo in un
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nidi di ragno, riveduta e corretta rispetto alla prima
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corretta rispetto alla prima, e che subito divenne un
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lette molti anni fa, e nel ricordo non cessava
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dallo scrittore oramai maturo e consacrato – tra le due
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intellettuale delle false partenze e ripartenze, conteneva, delineata con
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delle operazioni di scrittura e di lettura) e l
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scrittura e di lettura) e l’esperienza stanno oggi
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di una tessera spezzata e non più ricomponibile. Non
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Anzi, la parola esatta è “indifferenziate”. Sono i due
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tempi immemorabili per conoscersi e riconoscersi – ma sono anche
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comunicazione tra lo scrittore e il suo pubblico [...] ci
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queste parole di Calvino è per noi oggi più
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comunicazione tra lo scrittore e il pubblico”, sono tutte
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non esistono più ma è come se fossero state
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ha rese increate. Ed è accaduto molto semplicemente, con
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mia generazione, quelle condizioni è come se non fossero
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posto di ciò che è assente. Non consentono la
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Non ci sono. Punto e basta. ¶ Forse quella “voce
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di che cosa scrivere, e quello a esso collegato
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a quei che verranno, e che soli saranno degni
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saranno degni d’udirvi, e forti da vendicarvi”, perseguitate
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al tempo del risarcimento e della riparazione. Il futuro
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riparazione. Il futuro, giustizia e vendetta. ¶ E allo stesso
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futuro, giustizia e vendetta. ¶ E allo stesso modo la
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buona parte del diciannovesimo e del ventesimo secolo, in
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fratellanza tra spiriti nobili e infelici, prigionieri dell’angustia
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Ma oggi non c’è eco più spenta di
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sulla Terra. Non c’è oggi idea più estinta
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nozione che ne abbiamo è di carattere antiquario. Non
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carattere antiquario. Non c’è nemmeno più un sacrario
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dove piangerne la scomparsa. È un’idea tombale senza
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L’idea dei sepolcri è senza sepolcro. Il lavoro
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queste parole ancora appartengono, è obsoleto anch’esso. D
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rivoluzione invocata da Marx è giunta sì, ma con
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un secolo di ritardo, e ha seppellito i vivi
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l’idea del futuro è divenuta oscena, il culto
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echi spenti di Foscolo e di Marx, le idee
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buona pace di Marx, è generalmente priva di un
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di un contenuto. Ne è a tal punto priva
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che la parola stessa è caduta in disuso. Non
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arbitrari. Ciò che manca è quella “elementare universalità dei
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extra letterari tanto massiccia e indiscutibile da sembrare “un
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un dato di natura” e da far sì che
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per il giovane Calvino e per i suoi contemporanei
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letteraria quel mondo che è per noi l’assenza
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Il mondo non c’è, e per questo diventa
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mondo non c’è, e per questo diventa urgente
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Negare di essere qualcosa e negare questa negazione. Siamo
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a Calvino: “Le letture e le esperienze di vita
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interpretata chiama certe letture e si fonde con esse
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possibilità che le letture e le esperienze di vita
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due universi ma uno, è esattamente questa la chance
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rapporto stabilitosi tra realtà e immaginazione, tra il reale
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il reale, il simbolico e l’immaginario o, meglio
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che non vivremo mai. È come se questi romanzi
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diretta. Tutto, di qua e di là del labile
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finzione, suona spropositato, strepitoso e noioso come la farneticazione
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Ma a mancare non è il talento. Non sono
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che ci fanno difetto e non è nemmeno la
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fanno difetto e non è nemmeno la bellezza ad
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ad averci abbandonati. Si è infranto lo specchio in
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contemplarla. Oggi, le letture e le esperienze di vita
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i confini tra realtà e finzione si vanno sfocando
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vanno sfocando, le letture e le esperienze di vita
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all’inconsistenza dell’immaginario, e dunque negati alla possibilità
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avendo un contenuto immenso e inaggirabile da raccontare, doveva
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di nullatenenza assoluta” – patito e ostentato dai giovani della
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giovani della sua generazione – e la ricchezza di esperienza
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dei nidi di ragno, e tutta l’arte del
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indigenza del ‘troppo giovane’ e l’indigenza degli esclusi
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l’indigenza degli esclusi e dei reietti” perché, appena
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tante cose da raccontare’”. È soltanto in relazione a
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si stendono, nel bene e nel male, sull’intero
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l’esperienza, la fonda e si fonda su di
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Ma, come si diceva, è proprio questo rapporto a
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esser venuto meno. Ed è venuto meno non per
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poco il mondo” ecc. – è la struttura stessa dell
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oggi non “si vive”, e la sua conoscenza non
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Al contrario, l’inesperienza è la condizione trascendentale dell
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esperienza attuale. L’inesperienza è la nuova forma di
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oggi. L’inesperienza, questo è il nostro stato di
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quantità di beni superflui e troppo presto soddisfatta”. Oggi
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L’assenza di mondo è per sua natura onniversatile
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alcuni aspetti violenti, estremi e salienti dell’esistenza vengono
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pratici della vita quotidiana, e confinati entro le mura
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la morte, la nascita e la malattia; il carcere
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guerra). I media elettronici, e la televisione in particolare
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esperienze di vita violenta e di violenza estrema che
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cultura di massa, che è la specifica cultura della
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la “esteriorizzazione multiforme, massiccia e permanente della violenza”, riscontrabile
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delle sue esperienze simboliche e delle sue pratiche di
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proliferazione di violenze immaginarie. ¶ E qui veniamo al punto
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genealogia dell’inesperienza moderna è la medesima della cultura
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Oggi la profezia si è avverata. Ci piaccia o
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di una grandezza passata). E non possiamo più farlo
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dello spettacolo “il vero è un momento del falso
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effetto di realtà, ma è un guadagno che dà
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per assenza di mediazioni e diaframmi (in televisione esiste
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si racconta da sé e fornisce in ogni immagine
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in vita (la televisione è il contrario dell’arte
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propria possibilità di mentire. E questa è l’unica
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di mentire. E questa è l’unica menzogna imperdonabile
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il mondo dell’esperienza, e all’esperienza il ruolo
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si era vissuto. Ma è proprio quest’autorità del
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la modernità ha screditato e che la medesima modernità
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di scrittori ha dovuto e deve affrontare il problema
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all’autorità del vivere e della testimonianza. ¶ Per me
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il quale la guerra è stato uno spettacolo televisivo
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experimentum crucis dell’inesperienza, è inevitabilmente legato alla questione
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occidentale negli anni ottanta e novanta, non era, infatti
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Una serata di morte e distruzione trascorsa comodamente adagiati
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costruire un romanzo storico e di decostruirlo attraverso una
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fuoco nel basso Rinascimento (e di come la “rivoluzione
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autore del romanzo storico e dei motivi per cui
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delle guerre tra Francesi e Spagnoli tra la fine
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la fine del Quattrocento e il principio del Cinquecento
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il principio del Cinquecento) e, al tempo stesso, denunciare
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scarto fra la finzione e la realtà che le
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che l’ha concepita e il pubblico a cui
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il pubblico a cui è diretta, è caratteristica di
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a cui è diretta, è caratteristica di tutta l
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poetica occidentale. Dichiararsi finta e dichiarare di avere un
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cosa dalle cose naturali e sapersi figlia dell’uomo
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discrimine tra la finzione e la menzogna. Ed è
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e la menzogna. Ed è proprio in virtù di
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contrario della falsità non è la verità ma, per
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ciò che in letteratura è sublime nella vita reale
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sublime nella vita reale è nevrosi. L’inautentica piccineria
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che, come scrisse Bachtin, è riposta sempre e soltanto
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Bachtin, è riposta sempre e soltanto nel passato. A
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cui nasceva, senza occultarla e senza aggirarla, avrebbe recato
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mi sembravano, cioè, necessarie e sufficienti a opporre una
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di questi era, ed è, l’avvento di una
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oggi la sua iperbole, e la sua epitome, nel
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capo a un autore e dichiara la propria artificialità
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regime confusivo di realtà e finzione: usurpa le prerogative
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finzione (ma senza dichiararle) e quelle della coscienza individuale
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nuovo statuto dell’immaginario è la grande novità culturale
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A ben guardare, oppositori e fautori della cultura di
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di massa bisogna resistere, e bisogna farlo per gli
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di dover fare attrito è quello in cui la
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La confusione tra reale e immaginario, la sfocatura tra
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la sfocatura tra realtà e finzione, serve, in ultima
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esperienza della propria mortalità, e ad affrancarlo dalla responsabilità
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bolo di immaginazione realizzata e di realtà immaginaria, cresce
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della morte, di conoscerla, è sempre soddisfatto dal proliferare
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di massa, scrive Morin, è il luogo in cui
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gli altri che muoiono e non io”. La felicità
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di massa, breve felicità e ingannevole, abbisogna del riflusso
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realizzare i nostri sogni, e per derealizzare le nostre
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persino a letto assieme e il giorno dopo rimanesse
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le strade già battute, e su quel cammino mi
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il senso del finale e, spero, anche il senso
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senso del suo finire (e dunque il senso del
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il suo ambiente sociale è un ambiente immaginario. La
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di confine tra fittizio e immaginario e dunque quelle
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tra fittizio e immaginario e dunque quelle tra reale
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dunque quelle tra reale e fittizio, se l’inesperienza
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erano state l’arte e la vita, traviando entrambe
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quotidiana l’immaginario non è più perimetrato dal reale
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letterarietà della letteratura non è più una trincea critica
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sentiero da percorrere. Non è un caso che il
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si dovrà tenere conto è che oggi, in piena
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lettori-scrittori di Foscolo è tratta dalle Ultime lettere
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in molti sui libri e in particolare in quello
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edizione completa dei Romanzi e racconti a cura di
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grandezza epica in Estetica e romanzo (trad. it., Einaudi
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trad. it., Feltrinelli, Milano, 1982) (1956) e in Id., Lo spirito