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esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Egisto Roggero, I racconti della quiete, 1896

concordanze di «ed»

nautoretestoannoconcordanza
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mani di mia madre ed ho anelato, con un
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a’ miei richiami dolorosi.... Ed io, nella triste carrozza
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cose e del luogo. Ed ella lavorava tranquilla e
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dovea essere alta, bionda, ed elegantissima. Oh sì! ella
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Il balcone era aperto ed io tenea gli occhi
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ristette un momento smarrita ed indecisa, poi con un
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e di ceri accesi, ed entrai. ¶ Nella stanza quieta
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subito la stessa ingenua ed accorata costernazione che già
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inquieto da due giorni.... Ed è tutto agitato. Non
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trono di in folio ed io ritornai quietamente lo
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ne’ calcoli più complicati ed astrusi! E come i
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complicata dalle più ardue ed ostiche formole, scopriva un
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altro, tra un coseno ed una tangente, tra i
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nulla. ¶ Agnese più costernata ed impensierita di tutti, perchè
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si fermò un istante ed io rispettai religiosamente il
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Passarono così cinque anni: ed io che la vedeva
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Essa aveva un amante.... Ed era un suo compaesano
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avventuriere.... e finì male.... Ed essa morì poco dopo
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volto austero e buono. ¶ — Ed ora dimmi, ragazzo mio
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terminati da quindici giorni ed io, grazie ai buoni
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Nörten era stato promosso. Ed ora il cielo sereno
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Delfina era tanto pallida ed i suoi cari occhi
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occhi verdi eran mesti ed abbattuti. La sera innanzi
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me, nella mia Italia. ¶ Ed ora, in un momento
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i suoi occhi amorosi ed afflitti avean dato il
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dato il più dolce ed efficace commento alla frase
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d’una dolcezza ineffabile. Ed ancor oggi, quando una
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strinse forte la mano ed io montai sul convoglio
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gli parve un lamento: ed egli si mosse per
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venticinque ne erano trascorsi! Ed era precisamente quella la
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vaso di erba novella. Ed anch’esso, lassù, sulla
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Forse per la prima ed ultima volta. Poi ripartirò
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breve rampa di scala. Ed ecco la nuova porta
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si tolse il cappello. ¶ Ed ecco la vasta sala
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agitarsi, risvegliarsi un momento. Ed egli ricordava, tra le
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misurata; egli si arrestò ed ascoltò il vecchio tic
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una scranna vicina, aperse ed entrò solo. ¶ * ¶ * * ¶ Era quivi
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appuntata tante volte, avida ed inquieta la sua anima
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inquieta la sua anima. Ed ora, ritto in piedi
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terrore di sapere, tutto. Ed ora che questo tutto
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tra le vetrate giallastre. ¶ Ed egli guardò. ¶ Guardò tutto
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grande inginocchiatoio di noce. Ed egli si ricordò bambino
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diritto, sicuro le stanze ed uscì. ¶ — Andiamo, Max, ritorniamo
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la robinia del nonno.... ed ecco il suo sedile
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giuocava ai suoi piedi.... Ed ecco il cespo delle
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mozzo del signor Conte, ed il rumore delle ruote
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il calessino si fermò, ed una voce giovanile chiamò
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alle brevi macchie fragranti ed alle alte siepi piene
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stesso. ¶ Altri due salti, ed ecco l’ultima viottola
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di robinie: ancora due, ed ecco il cancello maestoso
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ad aumentare il disordine ed il chiasso per quanto
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di quell’ora autunnale ed il parco pieno di
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avete scritti per me, ed io li voglio.... dateli
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portafogli di bulgaro. ¶ — Grazie. Ed ora datemi la mano
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era già sfuggita via ed era sparita tra i
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solo orticello ci separava. ¶ Ed io tutte le mattine
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caffè sulle ginocchia occupato ed attentissimo a stritolare i
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un bel vecchietto minuto ed asciutto, tutto bianco, il
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il caffè più pregiato – ed egli amorosamente, pazientemente, con
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suo cantuccio di verde. Ed egli se ne viveva
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gli era rimasta fedele ed amica: la spinetta. Oh
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grandissima maraviglia un’inaudita ed inaspettata trasformazione. ¶ La casetta
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sopra un sedile verde ed elegante, che leggeva un
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lui che da anni ed anni aveva perduto di
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aveva perduto di vista ed obliato tutti i giornali
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rapire da’ suoi bravi. ¶ Ed ecco la povera Giselda
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poderose l’avean afferrata, ed imbavagliata perchè non gridasse
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La porta si riaprì ed un giovane scudiero, nella
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potrete comandare come padrona.... ed io sono ai vostri
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del Conte per parlargli ed impetrare da lui stesso
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la sua nobile padroncina ed ella non si accorgeva
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in volto: un lampo: ed egli comprese che non
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giovane scudiero, molto triste ed abbattuto, annunciò alla damigella
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Ella si turbò tutta ed egli le disse, prima
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nel mezzo del praticello ed è, tutto all’intorno
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sono intrecciate all’indietro, ed ella mollemente vi posa
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Poeta padrone dello stagno. Ed ora la luna bacia
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sampogna e geme, prega ed implora. La dea sorride
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notte.... all’improvviso.... così.... ed ora muore! – Ora muore
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degl’italiani, la valle ed il villaggio, nascosto nel
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la messa del mattino ed era corso a dare
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occhiata ai suoi cavoli ed alle sue insalate. Quando