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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Federigo Tozzi, Gli egoisti, 1923

concordanze di «era»

nautoretestoannoconcordanza
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1923
pensare. Il suo pensiero era come una punta che
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1923
in mente; e gli era impossibile rendersi conto d
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1923
forno. ¶ A trent’anni, era ancora costretto a farsi
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1923
lasciare quella città, ch’era anche la sua, per
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1923
gli riescisse naturale, s’era giurato di non procurarsi
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1923
saggio della sua intelligenza. ¶ Era inutile cercare la Roma
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1923
della monarchia democratica gli era troppo insignificante e antipatica
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1923
poteva nè meno pensarci! Era come se gli dicessero
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1923
cui aveva preso gusto. ¶ Era già vicino a mezzogiorno
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1923
della Pigna non c’era nessuno, ed egli si
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1923
a certe illusioni c’era avvezzo! Scosse la testa
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1923
ricoperta di stoffa verde era spalancata perchè entrasse di
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1923
qualche luogo, dove non era più possibile patire la
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1923
lo esaltava; affascinandolo. Quasi era lui che andava a
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Giachi non lavorava. S’era tolta la giubba; e
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sa quanti anni prima, era stata rossa, e ora
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1923
e ora quel colore era rimasto soltanto dove erano
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1923
che pensare. ¶ Il Giachi era piuttosto magro e pallido
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una sciocchezza; o forse era addirittura una sciocchezza il
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aspettativa. ¶ Ma al Gavinai era impossibile stare attento a
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Giachi capì che s’era offeso; lo prese per
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nostra anima. La solitudine era buona! Ma sentiva anche
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1923
a chiudersi in casa. Era anche sicuro che non
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1923
andava dove ancora non era stato mai; con una
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1923
ma, su la via, era stellato. Ad una terrazza
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1923
portone chiuso dove s’era fermato. ¶ Dentro il salone
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il salone Margherita c’era soltanto un barlume: dietro
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1923
non alzò gli occhi: era curioso di conoscere l
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1923
commuovere. E, da dove era, cercava di farle capire
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1923
sè. Perchè, dunque, non era stato a trovarla, se
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Egli doveva amarla come era amato; doveva essere degno
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1923
di una casa, c’era una Madonna entro un
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1923
faceva luce anche perchè era tutta sporca di polvere
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1923
schizzano in bocca. C’era, dentro un bicchiere pieno
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1923
sentimento di se medesimo era in pieno accordo con
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1923
qualunque cosa, e mai era separato da esso. Ad
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1923
restò alcun segno. Pure, era sicuro di averla sentita
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1923
una piazza dove non era stato mai; camminava a
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1923
se danzasse. La piazza era grande e non finiva
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1923
a mezzogiorno. La lampadina era restata accesa; ed egli
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per convincersi che s’era addormentato a sedere, con
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1923
restato intatto. ¶ CAP. III. ¶ Era certo di essere un
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1923
delle cose inutili; ed era anche essa, perciò, una
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1923
dirle tutto, ma non era più certo di essere
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1923
poco con sè. Egli era stupefatto a sentirsi in
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nè meno più ch’era andato a trovarla a
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1923
ricordo di quando s’era innamorato ritornava: con esattezza
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1923
innamorato ritornava: con esattezza. Era vestita di seta bigia
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1923
punte del petto riconoscibili. Era un poco scollata; e
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un brivido continuo. ¶ C’era una grande serenità piuttosto
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il momento di parlare era giunto; e non doveva
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stato per aprirsi quanto era largo il cielo. ¶ Allora
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parola, tutta la notte era stellata, e il pino
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1923
sforzo di attenzione. Gli era come proibito di prendere
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Tutte le volte ch’era riuscito a intervenire, questa
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intervenire, questa placidità s’era spezzata; ed aveva dovuto
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Quando non scrisse più era già giorno. Allora, uscì
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pende su la scalinata era pieno di uccelli; e
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quando si alzò, non era più capace a credere
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fatica. ¶ Addormentatosi vestito com’era, si destò dopo mezzogiorno
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a baciarla. ¶ Albertina s’era innamorata subito di lui
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tranquillo. Anche questa tranquillità era evidente e schietta come
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e che ad aspettare era meglio. E quando Dario
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anni, e non ne era capace; sebbene non parlasse
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anche il cronista. Non era stato sul punto di
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l’erba; che s’era ingiallita. Di verde c
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ingiallita. Di verde c’era rimasto soltanto un’edera
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Davvero? ¶ Ma il Giachi era tornato con la sua
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rivedeva il Carraresi, ed era ansioso di sapere quel
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nei suoi occhi c’era una ilarità beffarda ma
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fondo alla vallata, c’era la cupola di S
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nel naso come quando era invasato da qualche idea
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piante basse; a cui era restata attaccata la moticcia
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1923
a battezzare Cristo; ma era troppo distante e la
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1923
scalinata tutta grigia, c’era parecchia gente sdraiata o
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Ma ora, ogni lampo era sempre meno forte. ¶ Dario
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Roma, e non gli era possibile. Attese che il
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ancora; ma quegli s’era così distratto, a pensare
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impazienza: ¶ — Dove andiamo? ¶ Dario era imbarazzato; e rispose, come
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all’albergo. Quando s’era sfogato a quel modo
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debole. Eppure non si era mai sentito così giovane
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ella stessa. ¶ La campagna era deserta e quasi piana
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dove lungo la strada era rimasto qualche mezzo cespuglio
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a gomiti aguzzi, c’era un cavallo morto; e
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tondeggiante e turchino. ¶ C’era da per tutto un
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per gioco. Il gregge era sparso di buchi luminosi
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1923
tra le foglie. ¶ Dario era ancora stupito, benchè sentisse
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stupito, benchè sentisse ch’era per dimenticare il malessere
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1923
Il viso di lui era, dunque, per tornare come
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così in alto, dove era il turchino di quell
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con il quale s’era innamorato. Ma Albertina era
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1923
era innamorato. Ma Albertina era tanto buona! Perchè non
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1923
le braccia. Come gli era piaciuto vederla nella bella
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1923
Sul canapè rosso, c’era un mucchio di giornali
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1923
piegoline sottili. Non s’era fatta la barba, e
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il filo del discorso. Era anche seccato che Dario
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1923
scansare dove la gente era troppo fitta; e, quando
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fitta; e, quando c’era una carrozza, temeva sempre
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Montecitorio, il Carraresi s’era già ripreso, e disse
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con Dario. ¶ E Dario era quasi per ringraziarlo, quando
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quasi nero e belli. ¶ Era vestito sempre alla moda
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Il dolore di Albertina era sempre più vivo; soffriva
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uomo di cui s’era innamorata! Restava, invece, con
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dove del resto non era nessuno, e tutto pareva
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trovarono nella campagna deserta. Era, per lei, un piacere
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un ponte. Il fiume era torbo e verdastro; e
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parte di Roma, c’era una selvetta di pini
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tutto il monte, perciò, era senza forme. La pianura
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le cose ora c’era Albertina e ch’egli
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e ch’egli ne era preso fino ad essere
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1923
Dario, conoscere Albertina Marelli, era stata una fortuna; quantunque
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della sua vita. Si era innamorata senza preoccuparsi delle
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potuto lasciarlo solo? Come era possibile che il treno
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sempre di più? Perchè era salita in treno? I
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che, oramai, non c’era più rimedio. Avrebbe voluto
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fermarono. Fuori, non c’era nessuno; e la pioggia
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nessuno; e la pioggia era sola sola sopra la
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di sapere che non era più a Roma; e
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trasparenza tranquilla. Ma Dario era triste; benchè la sua
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tutte le strade dove era stato con lei. Dopo
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tramonto e la pioggia, era tornato un caldo afoso
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bassi tutti pendoloni. Dove era Albertina a quell’ora
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l’umiliava. Perchè egli era fatto a quel modo
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sempre bene? Questo dubbio era la sua punizione tormentosa
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sua punizione tormentosa. ¶ Non era più sicuro ch’ella
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lo amasse; e n’era addirittura geloso. Si sentiva
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amarlo più. Ma, tutto era, ormai, inutile; con una
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e scettico; ma non era possibile. Ed il pensiero
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chiarito ogni cosa; ed era impaziente di leggere la
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sensualità. ¶ Quando se n’era innamorato? Erano andati a
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una luminosità abbagliante. C’era poca gente; e, giù
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prese la mano, che era vicino a lui, dalla
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lo guardava. Non s’era ancora rimessa, seguitando a
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per tu; come s’era imposto a qualche persona
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nello stesso tempo, liberatosene, era lieto; e gli pareva
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avere raggiunto l’intento. ¶ Era già la metà di
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accorse che la luna era venuta su, provò una
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Mentre la luna, ora, era piccolissima; come se avesse
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XII. ¶ Da un mese era partita, e non gli
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gli disse subito ch’era un’attrice cinematografica. Poi
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colorito; e l’oro era anche dentro gli occhi
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dentro gli occhi. Questa era una dattilografa. Dario non
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Il Carraresi non s’era fatto più vivo, ed
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niente! ¶ Ma il Gavinai era preoccupato di ben altro
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fino in fondo. Non era possibile, dunque, essere amico
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di angoscia violenta. Ormai, era certo che non poteva
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con quanta soavità si era sentito amico del Papi
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fu sicuro che tutto era finito da sè. ¶ Ma
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fargli capire che gli era dispiaciuto: ¶ — Già, io sono
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di farlo soffrire; perchè era molto più giovane di
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suo modo di vedere, era una cosa che non
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male? Che importava se era più giovane? Sapeva tenerlo
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Albani. Nel cielo c’era una solitudine turchina che
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Ma anche il cielo era deserto come la campagna
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contro la morte; ch’era perfino nella luce immensa
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raccapriccio spaventoso. Non c’era, per lui, nessuna pietà
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la gente. Ma Roma era troppo vasta, ed egli
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anche restare dove ormai era? Forse, le piaceva assicurarsi
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colmata male; da dove era stata tolta una pianta
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cambiarle di posto! Eccola: era lì; in fondo alle
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stessi mattoni spezzati! Tutto era eguale ad una volta
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il giardino se non era più la stessa? ¶ Non
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desiderio si spegneva. Ed era possibile ch’egli pensasse
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prime impressioni, di quando era tornata, le sembravano sciocche
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Ormai, la sua vita era soltanto dentro l’anima
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anima; e il resto era così sbiadito ch’ella
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vedere più niente; perchè era staccata da ogni realtà
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perchè nelle mani le era restato come un desiderio
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qualche tempo Dario si era scordato da vero del
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dunque, doveva ucciderla? C’era come una forza, che
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se stesso, tornò dov’era stato una volta con
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uomo. ¶ Tutta la campagna era silenziosa; ma ad un
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benchè si riserrasse subito. ¶ Era possibile che avesse pensato
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voleva sopportare. Il rimorso era come un uncino, che
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caso un viottolo sconosciuto, era giunto dove voleva; prima
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da ragazzo. ¶ La fede era dinanzi ai suoi occhi
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cui prima non s’era accorto, pareva che due
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al gregge; che ora era fermo, benchè non pascolasse
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un’altra volta! Gli era parso che tutto obbedisse
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dimenticarsi di quella giornata. ¶ Era sempre lontano da Roma
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XV. ¶ A novembre, Albertina era già tornata. Fu per
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spersa; come non le era mai avvenuto. ¶ Tuttavia, credeva
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più le paresse difficile. ¶ Era piena d’impazienza; e
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da una scatola. Ma era già buio. La mattina
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nuovo che non s’era mai messo. Voleva essere
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non doveva dirgli niente; era una ragione di più
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un nastro che si era sollevato; si guardò allo
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camminava bene e che era sempre bella. ¶ Si mise
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verso Via Veneto. Perchè era escita? ¶ Le nuvole grigie
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Augusteo. La domenica c’era troppa gente nelle pasticcerie
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un palco. ¶ Anche Dario era al concerto. Per caso
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aveva visto; e si era sentita come cadere dentro
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cominciare a ricordarsi che era stata all’Augusteo; e
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Si riaddormentava soltanto quando era convinta di questa illusione
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di questa illusione. ¶ Dario era escito dall’Augusteo con
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trovato in Trastevere, dove era andato come se ce
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metà dell’altare; dove era un Cristo più alto
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del Re, l’aria era umida e nebbiosa. Un
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piene di altre ghirlande. Era una cosa bella e
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nell’acqua del fiume, era grigia. ¶ Egli stava attento
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farlo a pezzi. ¶ S’era convinto che Roma fosse
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un musicista; e, ormai, era già troppo anziano per
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amici di Roma; ma era indispensabile non commettere più
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indole di natura; ed era stato troppo credulo a
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libero. Ogni altro sentimento era stato d’impaccio. ¶ Anche
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dovevano cambiarsi completamente: o era possibile che si amassero
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tra loro. Il Papi era così lontano dal suo
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nulla con sè. ¶ Gli era agevole prevedere come sarebbero
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Roma, per essi, non era altro che una città
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a volgersi; e Albertina era già dinanzi a lui
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che vederla, capì che era lei; e l’abbracciò