parolescritte
interroga:  scripta  ·  bsu  ·  civita

il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Carlo Bernari, Speranzella, 1949

concordanze di «era»

nautoretestoannoconcordanza
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1949
dell’ospedale, dove Mastrovincenzo era stato ricoverato per un
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1949
gamba amputata. Mastrovincenzo s’era appena riavuto dalla narcosi
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la cassetta sul letto. Era piccolissima; sollevò il coperchio
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conservava quell’arto; ed era così piccolo rispetto al
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E, pure malata, gli era servita, fino all’ultimo
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fino all’ultimo gli era servita: per arrampicarsi sulle
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1949
le restituì. Disse che era uno scherzo per distrarmi
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quanta gente che s’era fatto il camioncino se
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piede Fido che s’era accucciato. ¶ «Speriamo» dice Mastrovincenzo
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nel tempo in cui era infermiere agli Incurabili; e
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dal tempo in cui era appena una mescita clandestina
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mescita clandestina, quando c’era in mezzo il letto
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la Elvira e Cicalio era ancora infermiere agli Incurabili
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Nazionali introvabili. Elvira non era brutta, ma non poteva
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un tornaconto: don Giosuè era un signore spiantato che
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in fondo la donna era contenta e orgogliosa di
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di servirlo, perché lui era un signore anche se
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dissipate. Si vedeva che era un signore anche dal
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le vesticciole che si era fatte a quindici; pareva
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lei dal suo spiraglio era gelosa di Elvira che
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abbiamo trattato persino quando era proibito, sul molo bombardato
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e bisognava capire qual era il sacco che era
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era il sacco che era stato sott’acqua e
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di averlo conosciuto, ed era vivo quando lui riuscì
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della prima comunione. Non era bello né brutto, era
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era bello né brutto, era un uomo; non più
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brevetto con l’onorificenza. Era ormai il comm. della
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1949
volto della paura, ed era tardi per trarsi indietro
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1949
il passo, seppure cauto, era tentato al cammino, perché
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domani si può morire” era sulla bocca di tutti
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S. Army over sea era sofisticata. Il caffè non
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1949
marito, cognato di Nannina. Era stato epurato dall’amministrazione
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alleati amministravano in città. ¶ Era questi il disgraziato che
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che dal troppo succhiare era diventato lungo e nero
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senza aprirsi in acquazzone. Era come un vuoto umido
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come un lungo ago. Era l’ago dell’inverno
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quarti e quinti piani era ancora ignuda: la vesticciola
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carezza il seno s’era gonfiato al contatto della
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vostra si nota che era una coperta americana…» ¶ «Zitto
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una matita che s’era cavati dal taschino di
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possedendo una casa le era difficile dire un indirizzo
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perché quella visita non era scritta nel libro del
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quella venuta improvvisa? Se era appena un avviso, come
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come tutto lasciava supporre, era da intendersi un segno
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domanda. Infatti niente le era accaduto. ¶ «E tu per
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collocarsi Nannina che non era creatura della sua carne
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tremula di pioggia dov’era scomparso don Giosuè «anche
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che ci voleva? Lui era un figlio di papà
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Domanda un poco chi era la figlia della cantinèra
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pozza e l’altra. Era spiovuto, ma dai vicoli
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fogne. La Speranzella ne era sommersa, ma saggiamente ridistribuiva
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tacchi, sugli alti tacchi era tutta la loro incerta
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appena un anno fa era negli occhi di tutti
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servire quel che c’era, zuppa di fagioli o
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una volta diceva che era un italo-americano. Parenti
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bene né in male, era troppo compromesso nei vicoli
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di casa. Ora non era più pellicciaio, ma del
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via la spalla che era rimasta gelata sotto la
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Nannina, che gli si era rifugiata contro il petto
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da pranzo del chiromante era angusta e i visitatori
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scatto a quella voce, era il signor Mele. ¶ «Che
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della donna in lutto. Era la cinquantenne vedova abruzzese
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di Nannina, che s’era quasi assopita. Fu richiamata
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spegneva esausta sul tavolo. Era una lampada portatile, di
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sfogarsi e dire chi era, chi non era e
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chi era, chi non era e chi la mandava
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chiromante: il suo sguardo era stato invece attratto da
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che il principe indossava era un miracoloso incontro di
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dileguare gli ultimi tacchi. Era impegnata in un’aperta
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poi chiudo». Ma non era mai l’ultima, né
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sul guanciale, Michele invece era disteso sullo strapuntino ai
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di che e si era gettato sul suo giaciglio
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l’odioso ragazzo dormiva, era venuto avanti di un
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Elvira in quella luce era già sveglia e in
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tenere e che invece era stata costretta sempre a
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sguardo sulla strada. S’era sempre smarrita alla vista
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perché appena arrivavano c’era subito un guaio da
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disattenzione col figlio ma era troppo sconcertata per parlare
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puro. La guardia notturna era stata licenziata dall’inizio
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inizio dei bombardamenti ed era ancora disoccupato e donna
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sabato faceva segretamente. Ma era un segreto di Pulcinella
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a me lu numero.» Era nata a Solopaca la
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1949
vecchia. ¶ Pascalotto che si era quasi alzato, appena vide
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porta, come incantato. C’era disperazione nel suo occhio
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Perché, dove se n’era andata?» ¶ «Debiti, ipoteche, fondiarie
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rispondere che per me era meglio se lasciavano le
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fastidio ci dava? Ed era sempre un fasto, una
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un fasto, una gloria, era una tradizione, insomma qualche
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quello prima occupato c’era pronta un’altra forma
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le linee. Ecco com’era fatta, lei! Ed era
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era fatta, lei! Ed era un’altra. Sentiva i
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Nannina trovò che quella era la parola giusta, che
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di Nannina che s’era fatta piccola sul sedile
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mostra dell’erbivendolo, donde era partito il primo allarme
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1949
ad inghiottirlo, lungo quant’era, perché non voleva piangere
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voleva piangere; non le era più possibile immaginarsi confusa
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le farà… La realtà era un’altra, ora… E
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consumati, frantumati. Dovunque c’era una lingua d’orina
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Come un ventaglio s’era aperto il vento e
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mare. La Villa ne era sollevata; una nube verde
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del giovane straniero s’era spaccata. Sulle sue gote
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pareva, l’occhio s’era fatto torbido al cospetto
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tennis, dove Nannina non era mai stata; mai si
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niente di bello. Perché era bello ciò che vedeva
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accorse che la Torretta era ormai alle loro spalle
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voltò indietro a guardarlo. Era sprofondato giù nell’insenatura
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a Nannina egli non era; ma neppure antipatico. Un
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americano. Tentare una schermaglia era puerile, perché il mammalucco
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il D.D.T. era sempre lo stesso; e
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cominciarono i prati. Napoli era dietro quel velo, in
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Anche il mare s’era nascosto e aveva ceduto
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suo imbarazzo. ¶ La mensa era già apparecchiata: una serie
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1949
di bere perché s’era accorta che il sergente
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lei, fumava. Nannina s’era tolto il bolerino, non
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calma. Quel che le era parso vaiolo in una
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degli occhi egli s’era appoggiata la bustina chiusa
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in tondo e s’era spenta. Nannina si piegò
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a lei e non era mai contento di ciò
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pericolo, ma nessuno che era intorno a lei capiva
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del malessere da cui era stata colta la Cafettèra
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poi, donna positiva, com’era, aveva fatto dell’idea
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chi s’immaginava che era una cosa passeggiera.» ¶ «Grazie
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illuminarle il cammino. S’era fatto buio; e in
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quel buio tutto s’era immiserito, la città aveva
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Onlyfor U. S. Army; era tornata la guerra con
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della sua maestra. S’era fermato sulla porta di
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Da solo a sola era un’altra faccenda, perché
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l’ex pellicciaio che era corso a chiamarlo col
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nell’ombra che s’era distesa per la Speranzella
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collo al petto, ch’era il debole di Elvira
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1949
ci pensava, perché non era ancora nel suo calendario
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agli occhi miei s’era fatta una luce, insomma
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anche buio e c’era un umido che levava
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ripiegato a stuoia c’era un cane spelacchiato, che
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don Vincenzo alla Torretta era fesso… Mi sto mangiando
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sì con la testa, era stordita. ¶ In questo entrò
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fondo all’androne c’era un terrazzo, e fra
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fatica riuscì a capire. Era una lettera di poche
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autografi, tutto il resto era stampato come una comune
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luogotenente e se così era doveva essere veramente un
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dell’altra!… Ma Nannina era anche stupita dalla sontuosità
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mia, che vita!”. ¶ S’era spento nella Cafettèra persino
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a far vedere chi era donn’Elvira”. Anche se
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una settimana di solitudine era assetato di litigi: con
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cinghiata accompagnava una frase: era come il prolungamento nell
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Permesso!» disse Nannina, ed era già dentro. ¶ «Favorite!» disse
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mezzo. In mezzo c’era Nannina, a cui Elvira
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capito subito che non era una fregatura! Ormai la
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Se quella sera passava, era salva: domani saprà affrontare
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vide che la cena era a buon punto, si
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riusciva a ricordare chi era, a momenti invece somigliava
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riusciva a rammentare chi era. Si fa guardare, pensava
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guardava una bambina, lui era sempre tentato di vestirla
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donna il suo sguardo era sempre tentato di strappare
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nuovo il discorso. ¶ Elvira era avvezza alle lunghe assenze
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logico” pur se ne era tentata, senza ammettere nel
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forchetta nella pasta. S’era incollata. ¶ Cominciò il cinematografo
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pulce, appena ieri… ¶ Nannina era annoiata; forse per quel
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sono?» disse Nannina che era salita su di una
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ripetuto “fate largo” eppure era rimasta, mescolata a quella
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ad avvertire che ognuno era un poco Luigino e
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po’ a tutti, ma era un mostro, faceva freddo
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nannina coll’americano non era molto meglio?» ¶ «Spiegatemi, io
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l’aspettavo neppure io. Era uscita da poco Nannina
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lasciarlo passare. ¶ Pascalotto s’era addormentato, con un piede
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Santissimo Rosario. La porta era stata chiusa, ma non
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del tutto. Un battente era appena accostato, per permettere
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ancora sveglia. ¶ Nannina s’era distesa sullo strapuntino di
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in quel buio si era sentito addosso lo sguardo
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proveniente dalla porta socchiusa. Era già finita la sua
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il ragazzo se n’era già andato, con un
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si udì dalla strada. Era don Luigi la vecchia
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sonno. Ma Michele si era ormai levato a sedere
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se il vecchio si era anche lui svegliato. ¶ «Michè
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ci rinunzia.» ¶ «Ma chi era, papà o mammà?» ¶ «Tutti
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sei pigliate. Ma s’era scordata che c’era
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era scordata che c’era Nannina, e papà non
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voleva, Mastrovincè, ci voleva.» Era umoristica la posa che
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grottesco, mostruoso e ne era sbigottito. ¶ «Ma tu, disse
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che in quel dialogo era cresciuto d’anni e
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fesso chi legge, ed era meglio se non capivi
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re stampato sopra…» Ma era visibilmente infastidito dell’indagine
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Ma questa volta le era piaciuto; lo schiaffo glielo
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al pari dello schiaffo, era cresciuto. Nel mestiere era
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era cresciuto. Nel mestiere era diventato “svelto” diceva Mastrovincenzo
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a divertire!» ¶ «Chi? Io?» era tutta la risposta di
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suo troppo pieno si era già ingorgato. Non poteva
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capo, e il colloquio era già finito. ¶ «Be’, ti
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rara a vedersi, si era alzato dal suo banchetto
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e appoggiandosi alla gruccia, era andato incontro a Michele
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manipolazione; quel che rimaneva era la carcassa, e il
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un claxon a pulsante. ¶ Era abbastanza per fabbricare un
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sorveglianza di Mastrovincenzo, si era dovuto faticare per trovare
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e fornelli. ¶ Pascalotto si era fatto perdonare più di
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non piaceva. Pascalotto si era ripresa la cordicella del
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sedia scontenta, se n’era andato senza consumare la
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aveva trattenuto; a nessuno era venuta l’idea di
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sapergli dire neppure chi era quel giovane che parlava
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di sguardo, egli c’era passato in mezzo a
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filo, ma non si era sentito visto, neppure il
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dietro con fracasso si era rivelato allo sguardo sottile
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verdura sul velluto rosso. ¶ Era arrivata l’imbasciata della
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e il giovane che era venuto a riferirla era
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era venuto a riferirla era imparentato con la donna
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che non gli piaceva era rimasto sulle sue, maggiormente
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matassa di cascami Michele era uscito sulla strada. ¶ «Ho
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ambasciatore…» ¶ «Vi ringrazio» si era limitato a rispondere Michele
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un saluto che si era tramutato in una carezza
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di brillantina. Dalla carezza era emerso poi il dito
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1949
principale accusatore, la Pizzicatella era ricorsa ad altri espedienti
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Piedigrotta o a Poggioreale, era sempre per alzarsi, dopo
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su un vapore, lontano”. Era marzo quando lei aveva
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1949
cosa?» ¶ La Cafettèra affannava; era dimagrita; e dei suoi
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1949
fondo; poiché la superficie era calma, di vetro. Quell
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1949
la Cafettèra se n’era aggiunta una più gravosa
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all’agnosticismo; come ultimamente era avvenuto per certi capi
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Croce Benedetta” o come era avvenuto per certi capi
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letto o riferito, ma era uguale per lei la
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sarà», dondolandosi nelle spalle era rimasto incerto su quale
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risposta buttarsi, infine si era limitato a scendere cautamente
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1949
poche volte che si era recato alla Speranzella don
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Speranzella don Giosuè si era ritenuto fortunato di trovarvi
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d’anni.» ¶ «Salute!» Nannina era sbigottita. «E voi ve
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Ma un’altra ombra era passata e già gridava
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sedere i vostri ragazzi!» era una voce nuova per
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1949
una terza ombra si era profilata nello schermo del
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1949
nello schermo del basso. Era l’ora in cui
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luminosa di quella voce era arrivata trafelata la Cafettèra
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1949
di pepe.» ¶ Nannina s’era affrettata ad uscire; sotto
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si trattava!» ma s’era turbato. «Mi hai fatto
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1949
buono mi vedrai. Anzi era proprio quello che ti
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vi vede!» ¶ «Elví…» ma era turbato: «Elví, a via
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chiedevo di quei soldi era per una ragione precisa
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1949
quell’impeso che si era mess’inmente? Dice: ma
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evocato dalla Cafettèra si era affacciato così dalla porta
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aveva appena intravisto. Gli era venuta la tentazione di
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1949
vecchio giornale sul tavolo, era uscito. ¶ «Addio, Elví, e
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che tutto il tempo era stata a comprare il
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muoversi dalla soglia, si era sentita sfiorare dal sacco
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pelle, vestito di gabardine, era andato negli ultimi tempi
241
1949
un basso, mentre lui era avviato verso la casa
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1949
Al sabato la Cafettèra era ricorsa dopo lunga riflessione
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1949
Il maggio intanto si era piazzato di traverso nella
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1949
padre superiore che non era uno qualunque ma era
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era uno qualunque ma era uno scicco assai. Ora
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1949
cosa: S. Antonio non era ancora Santo, era appena
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1949
non era ancora Santo, era appena Padre Ferdinando; ve
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1949
E se prima s’era detta, Madonna mia santissima
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1949
è bene cerca mazzate!… Era felice che le sue
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1949
Così, il discorso, che era partito dal cielo sereno
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1949
stimolata da altri pensieri. Era il cuore, ma lei
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1949
città, che ora si era infittita di gente vociante
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1949
quel Tizio non c’era e aveva dovuto aspettare
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1949
di un’ora, perché era andato alla Questura a
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1949
rionale; altrove Sempronio s’era squagliato perché ieri c
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1949
squagliato perché ieri c’era stato un serra serra
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1949
dai panni, se si era comportata a dovere oppure
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1949
a Nannina che essa era sotto sorveglianza, anche se
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1949
tutti l’angustiava ed era che Nannina, privata della
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1949
alla mensa di Parenti era sparito da qualche giorno
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1949
offeso, mentre lei fuggiva. ¶ Era andata liscia. Ma pochi
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1949
il prezioso indumento s’era scucito o lacerato; ma
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1949
il sogno della Cafettèra era quello di vedersi nel
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1949
camicie a mezze maniche». ¶ Era domenica, e c’era
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1949
Era domenica, e c’era vuoto per l’officina
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1949
sentì che qualcosa gli era rimasta attaccata alla punta
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anche quella prova si era conclusa positivamente: la ragazza
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avviso che lei s’era fatta leggere tempo addietro
269
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Mele. L’avviso però era in italiano, ma un
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che quel tale manifesto era dei traditori e che
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1949
a lacerarlo; ma non era mai sicura di quel
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1949
non capì immediatamente se era un bene o se
273
1949
un bene o se era un male, ciò che
274
1949
un male, ciò che era accaduto. Ma dovendo ripetere
275
1949
Diomede, il suolapianelle, che era accorso dal vico S
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notte alta. ¶ E non era ancora spuntata l’alba
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miseria e decrepitezza. ¶ Carmilina era la sola donna giovane
278
1949
Lei stava ferma, s’era fermata finalmente, tutt’al
279
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e a passi lunghi era già all’angolo della
280
1949
nella piazza. ¶ Largo Barracche era gremito, gente persino sulle
281
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di Taverna Penta s’era quetata, per lasciare ad
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si mostrava quale veramente era da qualche anno: una
283
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voleva dire che non era spontaneo quel concorso di
284
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a mò di gonfalone era stata fatta ai bei
285
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della Pizzicatella se n’era andata ormai in sudore
286
1949
al re. Dopotutto, non era questo che voleva lei
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camorra? La sua coscienza era una cera eternamente liquida
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vicolo, come appostato, c’era un gruppo di giovani
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mentre il corteo s’era quasi ricomposto, spente le
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bella guagliona mia… ¶ C’era anche Michele, fra quei
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la carica di polizia. ¶ Era in tuta azzurra, Michele
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l’apoteosi della Cafettèra era già conclusa. Bastò una
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giorno la Pizzicatella s’era sentito gelare il sangue
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e si chiese se era poi giusto pigliarsela così
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corteo? Sapeva forse dov’era l’occhio della Cafettèra
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guai altrui, d’altronde, era la sua ambizione; e
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sospirò, senti una trafittura, era sbiancata. ¶ «Non una parola
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più forte. ¶ «Ahi, ahiahiahia!» era felice di far chiasso
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tombino che se l’era inghiottita. Allora Ciccillo si
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l’asse su cui era attaccato il tabellone con
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grande effigie del re. Era proprio in quel làbaro
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si fece più uomo. Era sconcertato anche lui, forse
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salutato festoso dal corteo era rimasto fermo nell’aria
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può essere vergine?» Questa era stata l’ultima parola
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il dottore se n’era lavate le mani; un
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mani; un anno neppure era passato dal processo dei
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riguardo a Ciccillo, perché era Ciccillo, non denunziava il
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come Mastro Vincenzo, s’era mostrato dubbioso e aveva
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di ciò che le era successo. Tutti conoscevano la
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solo a lei essa era ignota, un groviglio che
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Ciccillo allora stolidamente si era deciso ad ammettere di
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punto il dottore s’era ricordato della paziente e
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dove tante volte essa era già stata. Nannina si
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già stata. Nannina si era levata e rassegnata attraversava
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sulle mattonelle traballanti. Non era un gabinetto attrezzato, ma
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casa di fronte. C’era anche un lavandino in
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aveva bisogno di noi…» Era una frase della Cafettèra
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Ma credo perché c’era la porta aperta.» ¶ «Dormi
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aperta?» ¶ «E per forza», era intervenuto a quel punto
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sempre le stesse cose era per un riguardo a
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a Ciccillo, e perché era Ciccillo non denunciava il
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la mano di Ciccillo era passata intanto alla spalla
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Non si muore», si era affrettato a dire rivolto
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a Nannina che s’era levata e guardava sbigottita
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pazzo…» ¶ «Va be’» si era stretto nelle spalle, Ciccillo
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la cosa Carmilina s’era affrettata a diseredarla con
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aveva intuito che quello era il primo passo da
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dottore. La bionda non era in casa; come sempre
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ragazze scomparvero, – l’una era passata da un bel
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posto!», la Cafettèra, se era in luna s’affrettava
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nel palmo che scottava era l’unica sensazione gradevole
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il basco, che s’era appena tolto, alla prima
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il chiromante, che ne era stato allontanato tre settimane
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e se la Cafettèra era lucida la ragguagliava di
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coi comunisti, in cui era intervenuta la forza pubblica
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pubblica e una donna era rimasta uccisa non si
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rimasta uccisa non si era saputo da quale arma
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pietre – diceva. La gazzarra era durata quarantott’ore, infine
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colonna dei monarchici s’era diretta all’assalto della
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chiromante (perché non c’era stato, lui); ma non
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chi essendo stato presente era tornato sconfitto nei vicoli
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di cui non s’era parlato presso il suo
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che la Pachiochia non era più sicura, perché si
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e già una sera era stato visto davanti alla
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detto che il re era massone e contrario alla
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a sua volta s’era fatto convincere da Michele
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diceva; e tutto le era noto, anche se non
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sempre, ignorò quel che era avvenuto a lei stessa
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una volta, ma qual era ridotta adesso su quel
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carrozzella a votare; ed era stata quella l’ultima
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che poco prima si era svolto nel chiuso della
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ci hanno tradito.» ¶ C’era andirivieni in casa della
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Un caffè» chiedevano. Ma era una scusa, volevano vedere
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già la stanza s’era riempita di nuovi visitatori
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la luce, ce n’era tanta di fuori che
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e svegliandosi ammise: «M’era parso di vederlo passare
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Che bel ragazzo s’era fatto!». ¶ Michele giunse di
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la Cafettèra. ¶ «Perché mammà… Era scorno…» ¶ «Scorno?… Di mamma
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stringerla nella sua, com’era diventata grande, e nera
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sembrava della parrocchia, tanto era vicina; suonava festosa per
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All’opposto, la parrocchia era fresca, come una mela
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disse Nannina trasognata. «Non era destino, si vede.» ¶ «Donn
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disse. ¶ La sua porta era stata sempre aperta ed
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solo perché alla Cafettèra era venuto il gusto di
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se la Cafettèra si era decisa ad andarsene o
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non piangeva, a lui era fisso lo sguardo della
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fai trovare, tu? Be’?» ¶ Era il signor Mele, col
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tutti quanti» disse Ciccillo. ¶ Era arduo in quel pianto
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giorno nell’aria c’era un rincorrersi di odori
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tutto, ma la borsa era vuota.» ¶ Le due e
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è venuta… Ma non era la Nannina delle a
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il fatto di Mastrosferra? Era uno secco secco, che
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contrastato.» ¶ «Perché questo, cosa era?» Donna Filomena non valuta
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malattia di Nannina, c’era poco da scherzare! Ma
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Ma forse è meglio! Era una disgraziata. Già, tutto