Angelo Galli, Canzoniere, 1459

materia de respondere. ¶ 8 ¶ Già era desto el sol et

et bianche rose, ¶ né era de mortal occhi la

prefato illustrissimo Signior mio. ¶ 17 ¶ Era l'alta mia piaga

se mai bella ell'era pria, ¶ e 'l mio

Addam ancor creato ¶ non era quando, donna, te n

al dire el fare era inimico ¶ le stelle tucte

cotanto pigro, ¶ ché m'era sì favente el tempo

costei nacque: ¶ prima non era nobiltà de sangue. ¶ Gentile

più quel ch'egli era, ¶ el veste et va

domino meo Federico. ¶ 49 ¶ Bene era degna, non che del

Federico andando là dove era la sua amorosa non

como poco inanti gli era stato personalmente et poi

mia vita. ¶ Quanto senno era, inanze a la partita

che la sua amorosa era per maritarsi, da la

quando el papa Eugenio era a Siena. ¶ 111 ¶ Fosse io

che la sua Signioria era partita. Per la Casandra

mio illustrissimo Signore s'era partito. ¶ 168 ¶ Fuor molte le

donna sopra chiunqua ve era, ¶ né me fosse ella

dolceza el cor sepulto. ¶ Era sua vesta bianca un

monterolo ¶ si fe', ch'era pria basso et piccolino

podè vedere perché lui era in un cavallo alto

chiamato Orsino et lei era ne le bastughe. ¶ 171 ¶ Che

la sua amorosa, quando era cum viso turbato ritornava

una mosca che se era posta sul viso de

mosca traditrice che se era posta in sul suo

aconvien, quanto la merta, ¶ era bisogno fartela bramare ¶ per

racese el fuoco ch'era spento. ¶ In prima spesso

più che un pruno. ¶ Era contrario el suo volere

asciucto. ¶ Ah, quanto m'era el pianger dolce et

restoro, ¶ et quanto m'era più che morte amaro

trovando in me, perch'era in celo, ¶ remise nel

de l'andar non era meco: ¶ come andava io

io, se l'anima era seco? ¶ Respondeme talvolta et

rea fortuna ¶ là donde era discesa tornò al celo

agli inganni». ¶ Già me era cominciato a trarmi dal

Signor Berardino quale se era fugito de prigione del

Andando a Basilea ove era el Concilio 1442 di maggio

stato ¶ l'alma mia era; unde al suo factor

nell'amato si transforma. ¶ Era l'aspecto suo non

crescea la voglia, ¶ sì era al cor gelato cara

tirava ¶ l'amor ch'era un calor de mille

vostra vita lorda. ¶ Non era giunto Yesù a la

Lazar suscitato ¶ destata s'era alquanto la lor mente

suo acto et gesto era più sancto, ¶ et, s

socto se puse, ¶ ch'era a la humanità conveniente

che 'l suo core ¶ era impetrato, de gran doglia

suo dire imperfecto, ¶ unde era mosso da magior pietade

che siquivan sue pedate ¶ era la sconsolata de Giustitia

de gratia, ond'ella era poi ¶ de boni exemplo

lamento, ¶ pure la Carità era fra quelle ¶ che demostrava

non tenean nel pecto, ¶ era minor de numero et

dè a Moysè, ¶ dove era scripto omne suo precepto

omne suo precepto. ¶ Lì era de Addam et de

santa croce dependeva. ¶ Quanto era bella tucta questa gente

quanto splendeva et quanto era divina ¶ arenariase a dirlo

tucte quante». ¶ Io m'era accorto che 'l sancto

glorioso: ¶ l'aspecto gratioso ¶ era sì bel ch'ancora

son vivo, ché pria era morto! ¶ Come hai tanto

più quel che già era». ¶ Da ch'io la

uscia de la Marecchia ¶ era più bel che quel

humano. ¶ Et ferma opinione era la mia ¶ da non

a star constrecta». ¶ Non era io vinto già da

che 'l pensier mio era fermo ¶ de non volerla

clemenza provocato, ¶ poi ch'era tanto stato, ¶ porre un

in quelli dì se era partita et andata in

singulare belleza de costei era la mano etcetera. ¶ 279 ¶ Piange

renfrescasse la ferita, ¶ pure era agli occhi mei quasi

doleva che io non era sforzesco. ¶ 283[Di Aloige degli

Nelle tue lode io era el buono e 'l

amorosa et sua Signoria era a Milano. Al prefato

diceva che in Peroscia era na più bella che

Peroscia diceva che lì era una più bella de