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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Italo Calvino, Fiabe italiane, 1956

concordanze di «erano»

nautoretestoannoconcordanza
1
1956
carrozza. ¶ Arrivati là c’erano aranci, limoni, susini, ciliegi
2
1956
sorelle ai mariti. Mentre erano tutti insieme col Re
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1956
avevano un bambino, ed erano molto devoti a San
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1956
inutile perché tornavano ed erano tanti che non ci
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1956
San Michele e Peppi erano due soli, con le
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1956
Peppa, Nina e Nunzia. Erano poveri in canna, e
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1956
stanza. ¶ Nella stanza c’erano tante donne: chi ricamava
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1956
viste, da belle che erano si fecero gialle gialle
9
1956
donne della stanza, che erano tante Fate, andarono dal
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1956
saputo più nulla: così erano pieni di diffidenza verso
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1956
e d’accosto c’erano stalle e gallinaio. – Ho
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1956
Ieri a quest’ora erano giuste –. E si mise
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1956
ebbe di mangiare, c’erano lì la gatta e
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1956
un gregge. I pecorai erano disperati, perché ogni notte
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1956
A mezzanotte sentì parlare: erano i lupi, che chiamavano
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1956
gli domandò di chi erano quelle due bestie. – Nostre
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1956
il pertugio da cui erano entrati i serpenti: era
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1956
a morire: non c’erano medici che potessero guarirla
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1956
I figli partirono. Due erano più grandi, uno piccino
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1956
spalle, a dire che erano tutte sciocchezze, ma alla
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1956
Un giorno, mentre tutti erano a tavola, così parlò
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1956
sedettero a tavola. S’erano già tutti seduti, e
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1956
si racconta che c’erano due sorelle, l’una
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1956
si racconta che c’erano due compari mulattieri. Uno
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1956
Russia, tutti i medici erano adunati nella stanza della
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1956
svegliò le pere mature erano state tutte colte. La
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1956
e la Mamma-Draga erano chiusi nel forno. Di
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1956
gonfie vele. Le piante erano cariche di frutti, il
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1956
la bellezza del Reuzzo erano stati così forti che
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1956
e nella borsa c’erano cent’onze. ¶ Così seguitò
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1956
spuntate tante corna quanti erano i fichi che aveva
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1956
ne fece una scorpacciata. Erano così infervorati che non
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1956
Nasconditi! ¶ Lì sottostrada c’erano due ladri che squartavano
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1956
il suo cammino. ¶ C’erano due sposi che uscivano
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1956
tardi, venne notte che erano lontani da casa e
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1956
assalita dai banditi ed erano stati tutti uccisi. «Belli
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1956
la sua casa. C’erano luci alle finestre, ed
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1956
tagliò la focaccia: c’erano dentro i trecento scudi
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1956
figliola, bella infinita, ma erano poveri assai. Questa ragazza
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1956
Tra queste compagne c’erano figlie di Re, di
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1956
festa, che le campagne erano silenziose, senza un segno
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1956
mani quando vide che erano tutti senza occhi, e
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1956
I morti già gli erano dietro a inseguirlo, ma
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1956
le pestilenze che c’erano in giro e scaricò
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1956
le pecore che non erano tanto in gamba. Il
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1956
per terra quelle che erano cadute. Conta e riconta
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1956
che aveva intorno. – Contatele. ¶ – Erano mosche! Oh, oh, oh
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1956
piedi di Francesco c’erano un sacco ed un
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1956
gli altri uccelli che erano sull’albero si mossero
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1956
sette pani; i piatti erano pieni di mangiare e
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1956
mangiare e le bottiglie erano piene di vino. Egli
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1956
un posto dove c’erano tanti uomini che lavoravano
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1956
le porte del Cielo erano aperte, e la maledizione
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1956
in certi punti c’erano anche sorgenti d’acqua
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1956
e i meglio frutti erano tutti per lei. Se
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1956
si levarono: le botti erano stappate e il vino
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1956
sapere che questi panni erano del Reuzzo. Quando il
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1956
risciacquava, e dopo, quand’erano asciutti, li rammendava e
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1956
ricchezze di Baldellone c’erano davvero: e mandò a
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1956
di guardaportone. Entrò: c’erano stanze d’oro zecchino
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1956
la voleva in sposa. Erano tutti contenti, ma la
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1956
breve, dopo otto giorni erano marito e moglie. ¶ Dopo
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1956
lo portarono nel bosco. ¶ Erano due soldati, e quando
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1956
paura di sporcarli tant’erano puliti e lucenti. Gli
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1956
dei quartieri: dappertutto c’erano gioielli, pietre preziose, drappi
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1956
misero, a caricare. C’erano ventiquattro statue d’oro
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1956
portato via niente, perché erano corsari d’onore. Don
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1956
madre di Reuzzo quali erano, e li tenne con
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1956
a bocca aperta, c’erano i dobloni da dodici
70
1956
come non se n’erano mai viste. Per timore
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1956
le mammelle della cerva erano vuote e i cerbiattini
72
1956
la Regina: le finestre erano sempre chiuse. ¶ Un giorno
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1956
diroccato. Entra, e c’erano due Re seduti su
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1956
e il medico s’erano alzati. Il medico subito
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1956
consumava le sue provviste. Erano quasi finite, quando nel
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1956
pazzo e i popoli erano lì lì per rivoltarsi
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1956
d’affari che c’erano in sospeso, e ai
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1956
giardino! – e, malevole com’erano, acciuffarono la fanciulla e
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1956
sotto quell’albero s’erano dati appuntamento una Mamma
80
1956
e la Regina che erano disperati non sapendo più
81
1956
dei tre mercanti ¶ C’erano una volta tre figli
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1956
attorno: altro che pietre! Erano brillanti, diamanti e verghe
83
1956
quando affiorarono di nuovo erano dodici belle ragazze che
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1956
e zitto io. ¶ S’erano appena addormentati quando sentirono
85
1956
Quei poveretti, affamati com’erano, non se lo fecero
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1956
le povere anime che erano con lei, a vederla
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1956
figlio! – e partivano com’erano venute. Venne alla fine
88
1956
mare ¶ Una volta c’erano due compari. Uno dei
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1956
con tutto il cuore. Erano negozianti di mare, negozianti
90
1956
quello del padrino. ¶ Mentre erano in alto mare, ecco
91
1956
visto che non c’erano più bestie in giro
92
1956
città e quelle mura erano state alzate per difendersi
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1956
da quei nemici che erano diventati. Cominciarono a mangiare
94
1956
giornata, che alla fine erano stanchi tutt’e due
95
1956
le cose che s’erano dette, e che il
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1956
i piatti e tutti erano contenti: – Questa è lepre
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1956
l’ultima scopa ¶ C’erano una volta due mercanti
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1956
i contrabbandieri che s’erano accorti che il loro
99
1956
Brindisi. Al porto c’erano centinaia d’uomini che
100
1956
si fu assicurato che erano proprio i suoi, riprese
101
1956
stanze, e queste stanze erano tutte piene d’animali
102
1956
dito; alla sera, quand’erano soli, riprendeva il suo
103
1956
d’Otranto) ¶ 130 ¶ Pulcino ¶ C’erano un marito e una
104
1956
po’ gli uccelli s’erano portate via tutte le
105
1956
di Nanni-Orco quando erano a letto tenevano una
106
1956
verso di trovarli perché erano nascosti nella grotta. ¶ Stanco
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1956
passo dalla grotta dov’erano nascosti i sette fratelli
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1956
nascosero. ¶ Il giorno dopo – erano giusto due anni e
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1956
le bianche ce n’erano una bellezza. Appena furono
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1956
le foglie molli, ed erano scesi i Turchi e
111
1956
notizie della bella Fiorita. Erano tre anni che era
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1956
ramo del bosco c’erano posati uccelli, da un
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1956
albero all’altro c’erano uccelli che passavano a
114
1956
bosco. Udì voci altercare; erano tre ladri che litigavano
115
1956
i burroni della montagna. Erano i Venti che tornavano
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1956
Libeccio e già s’erano messi a tavola quando
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1956
Su quella quercia s’erano posati un colombo e
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1956
ogni sbatter d’ali erano penne di tutti i
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1956
curiosità di sapere cos’erano il suono e il
120
1956
canto e il suono erano scappati via tutti in
121
1956
mezzanotte. Tutti gli invitati erano là che aspettavano, e
122
1956
che una volta c’erano due fratelli. Uno faceva
123
1956
venne: invece di tredici erano dodici, perché uno era
124
1956
guardia, dato che s’erano accorti che qualcuno veniva
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1956
i soldi che le erano rimasti, comprò una taverna
126
1956
Intanto i briganti s’erano messi a girare il
127
1956
per vedere a chi erano rimasti i soldi. Uno
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1956
il giudice, capì che erano tredici briganti e diede
129
1956
così non se n’erano mai visti. Nacquero e
130
1956
che i figli gli erano stati dati in pasto
131
1956
subito che i bambini erano sani e salvi e
132
1956
il cocchiere intanto s’erano messi a cercarlo dappertutto
133
1956
lui e sua sorella erano figli di Re. Non
134
1956
di quale condizione essi erano, prese a commiserarli. Diceva
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1956
la vigilia di Natale, erano venuti i suonatori a
136
1956
con giustizia, e tutti erano contenti e gli volevano
137
1956
tra re, non s’erano mai visti in vita
138
1956
insieme, – disse il vecchio. ¶ Erano quasi alla fine della
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1956
mamma e due figlie erano avanti, e la figlia
140
1956
cavalieri, che ce n’erano a non finire. ¶ C
141
1956
a non finire. ¶ C’erano tanti re e altri
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1956
sposarono. ¶ Un giorno, mentre erano affacciati alla finestra sul
143
1956
Lo chiamava così perché erano sette abiti, uno dentro
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1956
le cose dolci, che erano oppiati, e disse: – Non
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1956
I due gobbi ¶ C’erano due gobbi, fratelli. Il
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1956
un cavallo. I ladri erano fuori ad aspettarlo, montarono
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1956
l’avevano trovato. S’erano stancati e dissero: – Peccato
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1956
oro. Al portone c’erano guardie vestite da pavone
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1956
non si capiva se erano uomini o uccelli. – Segreto
150
1956
accettare, ma due milioni erano tanti e pensò: «Quando
151
1956
alle due forche che erano state preparate per i
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1956
coratella; nella madia c’erano i tre pani. Continuò
153
1956
i lumi. Non s’erano ancora riavute dalla meraviglia
154
1956
le sorelle che s’erano svenute, le riportò su
155
1956
prudente. Le uova s’erano schiuse ed erano nati
156
1956
s’erano schiuse ed erano nati tanti ochini. ¶ Un
157
1956
e andò alla fiera. ¶ Erano appena le otto, e
158
1956
a nessuno, e partì. Erano appena le sei quando
159
1956
solo, tante bestie c’erano, ma la ragazza per
160
1956
mia. ¶ (Marche) ¶ 96 ¶ Quattordici ¶ C’erano una mamma e un
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1956
le contò in terra: erano cinquecento. Fece un cartello
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1956
il reggimento e s’erano dati alla campagna. Uno
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1956
colse il buio mentre erano in un bosco. E
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1956
guardò: tutti i soldati erano stesi in terra morti
165
1956
Chiamò le damigelle che erano nella stanza accanto, tutte
166
1956
figlia femmina, e tanto erano belli e biondi che
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1956
bocca aperta: mai s’erano sentite papere cantare a
168
1956
che le papere che erano state al pascolo con
169
1956
marito. Il marito, poveretto, erano anni che non s
170
1956
Nella fretta, però, si erano dimenticate di suonare il
171
1956
la pignatta. ¶ Ma intanto erano arrivati alla settima finestra
172
1956
di vino. Quelli che erano rimasti a tavola, aspetta
173
1956
terre del Re non erano mai state dissodate da
174
1956
in barca, di notte. Erano già al largo, quando
175
1956
e dodici ladroni s’erano fermati davanti a una
176
1956
ragazza, mentre i ladroni erano via, stava cantando alla
177
1956
cani abbaiare, li raggiunse; erano tutti a raspare con
178
1956
bianco puntasse gli zoccoli, erano più i passi che
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1956
casa a sua moglie. Erano marito e moglie ricchi
180
1956
tre Regine cieche ¶ C’erano tre figli di Re
181
1956
la balia disse che erano morte per disgrazia. I
182
1956
In una sala c’erano tre candele gialle accese
183
1956
Occhio-in-fronte ¶ C’erano due frati che andavano
184
1956
pentolino. ¶ Nel pentolino c’erano i denti. La bambina
185
1956
padella. ¶ Nella padella c’erano le orecchie. La bambina
186
1956
Il romito, che, poveretto, erano sette giorni e sette
187
1956
un buon vecchio, cui erano morti i figli e
188
1956
la moglie. ¶ – Sciagurata! C’erano cento ducati nascosti! ¶ L
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1956
burrasca. I pescatori che erano al largo non trovavano
190
1956
come non se n’erano mai viste. ¶ Un giorno
191
1956
le penne non c’erano più. Si guardava intorno
192
1956
Uncino ¶ Una volta c’erano tre mariuoli: Cricche, Crocche
193
1956
che Mago e Maga erano allegri e quasi quasi
194
1956
muraglione e i bastimenti erano legati ai merli. Pietro
195
1956
suo verso. ¶ Nel palazzo erano rimasti il cuoco e
196
1956
Ma se le donne erano allegre, Pietro non lo
197
1956
io, che quei brividi erano un brutto segno! Mio
198
1956
che non se n’erano mai visti di così
199
1956
meglio anche la notte. ¶ Erano pere molto pregiate, e
200
1956
in cui non c’erano altro che tre lucignolini
201
1956
con i morti c’erano tesori d’oro, d
202
1956
issava fino a sé. Erano le pelli d’animali
203
1956
intanto le dita le erano ricresciute, e diede agli
204
1956
genitori un po’ ne erano consolati un po’ tremavano
205
1956
che entrambe le lettere erano state scambiate chissà da
206
1956
tutti quelli che c’erano dentro. ¶ Le due donne
207
1956
due cognati traditori s’erano fabbricato un palazzo nuovo
208
1956
nuovo e regnavano tranquilli. ¶ Erano pastori ricchi, con una
209
1956
un giorno, mentre loro erano fuori, la Regina si
210
1956
giuramento. Accanto al Re erano i due fidanzati: e
211
1956
poverini, altro che carbone! Erano le bastonate che vi
212
1956
cassetti del comò, che erano tutti pieni di zaffiri
213
1956
figlie del Re che erano salite in cima alla
214
1956
un giardino in cui erano tutti i fiori e
215
1956
La lattaia regina ¶ C’erano un Re e una
216
1956
alla stalla. Le lenzuola erano piene di letame di
217
1956
bestia! ¶ Quelli di Ciciorana erano perplessi: – E adesso come
218
1956
tornati e i fagioli erano crudi come prima! ¶ – Piano
219
1956
e figlioli che gli erano venuti incontro: – Com’è
220
1956
ai figli che gli erano venuti incontro per la
221
1956
orbi su quanti preti erano lì intorno. Al Priore
222
1956
a bussare. Le cieche erano a pranzo ed egli
223
1956
più. Ma dalla testa erano cascate due gocce di
224
1956
come non se n’erano mai viste. E il
225
1956
alla cantina dove c’erano tanti lumi. – Queste sono
226
1956
prese da sgomento, perché erano tempi di sospetti, e
227
1956
con un giardino dov’erano tutte le meraviglie del
228
1956
Intanto, i bambini s’erano fatti giovanetti e la
229
1956
barcaiolo e sua moglie erano morti e loro, ricchi
230
1956
mi dicevo che qua erano tutte le bellezze del
231
1956
chiese come mai non erano venuti a desinare, che
232
1956
n’andò. I muratori erano lì pronti e finirono
233
1956
quelle non se n’erano mai viste. Allora si
234
1956
della cucina; le guardie erano alla porta grande, e
235
1956
quel momento i cuochi erano tutti andati a spiare
236
1956
e le meglio bottiglie erano tutte per lei; quando
237
1956
e la cantina stavolta erano piene di guardie. Leonetta
238
1956
quei vestiti che s’erano provati e riprovati tutta
239
1956
Leonetta, e capì che erano quelli spariti dal suo
240
1956
posso, e a notte erano tutti ubriachi morti che
241
1956
pieno d’animali. C’erano cani, c’erano gatti
242
1956
C’erano cani, c’erano gatti, c’erano asini
243
1956
c’erano gatti, c’erano asini, galline e perfino
244
1956
non lo vedeva mai. ¶ Erano passati già due mesi
245
1956
anello e andò avanti. Erano in una gran stanza
246
1956
e su un tavolo erano teste d’uomini, e
247
1956
e altre ce n’erano appese ai muri e
248
1956
e la barba gli erano cresciuti da non farlo
249
1956
riconoscere. Le unghie poi erano lunghe come pettini per
250
1956
che pareva un falegname. Erano sette anni che non
251
1956
sorelle, che non s’erano più viste. Andarono nella
252
1956
Allora Sandrino capì chi erano le due anime che
253
1956
E le due maggiori erano invidiose di lei. Quel
254
1956
nero e in faccia erano tristi. Va a un
255
1956
sale, lì ferme dov’erano. ¶ La Principessa, non vedendo
256
1956
non mancasse loro niente. Erano belle tutte e tre
257
1956
assennata, quanto le sorelle erano superbe, caparbie e dispettose
258
1956
signori! Quando sentirono che erano rimaste al verde, se
259
1956
Carolina in miseria, tanto erano spiacenti per quella povera
260
1956
Bellinda. E dappertutto c’erano cartelli che dicevano: ¶ La
261
1956
semplice legnaiolo. Dispettose com’erano, riuscirono a portar via
262
1956
i diciannove carcerati che erano là dentro lo accolsero
263
1956
coi suoi invitati s’erano appena seduti a banchetto
264
1956
cani, i gatti, tutti erano fermi. Andreino girando in
265
1956
che i tralci s’erano avviticchiati per tutta la
266
1956
da quella di prima erano un po’ stanchi. ¶ La
267
1956
e gli orsi bianchi erano spariti. Si presentò alla
268
1956
beccare. Dopo un minuto erano tutti e tre stecchiti
269
1956
vedere se i suoi erano vivi e si ricordavano
270
1956
si cambiasse. I cavalli erano fatati e fecero tutta
271
1956
le ricchezze. Adesso s’erano ridotti a pigione in
272
1956
esperti e veloci che erano ai suoi ordini. La
273
1956
mai in terra perché erano tutti ugualmente forti e
274
1956
alla coscia. Dapprima non erano sicuri fosse lui lo
275
1956
perché se non v’erano macchie sul suo onore
276
1956
che le ricchezze accumulate erano tante, che non c
277
1956
resistere, ma gli assassini erano in tanti e li
278
1956
e in Corte c’erano pareri contrastanti, il Re
279
1956
e sulla balaustra c’erano appollaiate tante scimmie, silenziose
280
1956
grembiule, e i convitati erano tutte scimmie coi cappelli
281
1956
la sera le vacche erano satolle, il fastello dell
282
1956
nozze, e gli invitati erano già tutti a tavola
283
1956
mesi. Gli altri non erano ancora arrivati. ¶ Anche il
284
1956
Posate, piatti e bicchieri erano d’oro e d
285
1956
tovaglia e i tovaglioli erano tutta seta trapuntata di
286
1956
le parti del mondo erano arrivati a Pietroburgo guerrieri
287
1956
fitti che non c’erano occhi che li potessero
288
1956
gli risponde. Per forza: erano morti! Smonta, e lì
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del mondo e s’erano date convegno sotto quell
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quel medico! Gli spilli erano una crudeltà della mia
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E nel bosco c’erano un uomo e una
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all’incontrario. ¶ – Dovevate arrestarli! Erano loro! ¶ E i soldati
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un orto, e c’erano un uomo e una
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all’incontrario. ¶ – Dovevate arrestarli! Erano loro! ¶ I soldati, galoppa
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soldati, galoppa e galoppa, erano di nuovo alle calcagna
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si stufarono. ¶ – Dovevate arrestarli! Erano loro! – gridò il Re
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domandò ricovero ai contadini. Erano seduti a cena, quando
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molto sapiente. ¶ Questi servi erano stati loro a rubare
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un mucchio d’ossa: erano le ossa del vecchio
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di Re! ¶ Ricchi com’erano, potevano far apparecchiare le
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la scatola, e c’erano dentro ossa di bambino
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s’accorse che c’erano i regali. ¶ Allora chiuse
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cavallo, e via. Appena erano usciti, rincasa il Mago
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panca dell’osteria c’erano Pomo, Scorzo e la
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parole, al povero Scorzo erano venuti i piedi e
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che le sue cameriere erano in giardino, la ragazza
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stabilito, tutti i commensali erano testimoni e ormai la
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tutti quelli che c’erano attaccati sparirono. ¶ Restò solo
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notte in Paradiso ¶ C’erano una volta due grandi
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invece che d’acqua erano di vino e la
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battere. Quei viandanti, che erano il Signore, San Giovanni
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voltò dall’altra. S’erano appena riaddormentati, quando capitò
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una colazione, ma c’erano delle fragole così buone
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e il gatto che erano rimasti lì, perché lui
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i muri delle case erano tappezzati di stoffe nere
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carrozze e i cavalli erano a lutto. – Che è
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tanti fazzoletti bianchi: s’erano tolti la lista nera
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sedie voltate nella sala erano ancora di più, e
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pigliasse sul naso ed erano cadaveri. Se ne andò
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paese: i drappi neri erano scomparsi e non si
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il bastimento salpò. ¶ Mentre erano già al largo, Bella
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insieme alla corona c’erano uno scialle di stelle
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e che le Regine erano prigioniere in un pozzo
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fondo al pozzo c’erano le due Regine prigioniere
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tutti disse: – Ancora! ¶ C’erano tre ragazzi in un
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e le tre notti erano finiti, e il più
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è tornata nel sacco. ¶ Erano tutte verità e il
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stalla, vide che c’erano due pecore e un
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sotto la tavola c’erano tre scodelle con la
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che i tre cani erano spariti e per quanto
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fece noto che c’erano tre bastimenti ancorati al
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le altre bambine s’erano mangiate tutte le frittelle
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bella, e le sorelle erano sempre invidiose. Quando il
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origliare, e capì che erano a cena. S’arrampicò
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una magnifica stanza dov’erano preparati abiti e gioie
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per il palazzo: c’erano stanze addobbate di giallo
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germanica; per gli «indianisti» erano le allegorie dei primi
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dai dialetti in cui erano state raccolte (o dove
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ne ho trovate o erano versioni troppo povere e
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in nella faccia, ed erano, Lucrezia di Roma, Isabella
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più importanti raccolte italiane erano uscite, ma l’avvocato
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e parecchie delle «sessanta» erano già state incluse nei
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raccolta Pitrè, più belli erano meglio lavoravo: traducendo letteralmente
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volumi di Laura Gonzenbach erano usciti con in frontespizio
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cinque fiabe umbre, ma erano testi troppo rudimentali. Spero
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in italiano, tranne uno) erano stati raccolti a Spinoso
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le funzioni pratiche cui erano legati, persero ogni significato
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una pietruzza. ¶ Sotto c’erano tre marmitte d’oro
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sarebbe finito, i viveri erano scarsi e dovevano tenere
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barca era piccola, ed erano in mezzo al mare
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un goccio di vino. ¶ Erano già quasi in vista
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del porto da cui erano partiti. Il capitano fece
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a tre piani ¶ C’erano marito e moglie poveri
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Topi, e tutti topi erano i suoi abitanti. Dissero
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Formiche, e tutte formiche erano i suoi abitanti. Neanche
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i due figuri, che erano sicari del Tignoso, trassero
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oltre gli sbirri c’erano anche le donne-sbirro
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sposo. ¶ Nella stanza c’erano anche bei vestiti e
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s’accorse che le erano del tutto sfuggiti di
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la ragazza. – Quanti anni erano che non davate niente
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che i Pocapagliesi non erano addormentati come si diceva
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per il fatto che erano gente tranquilla, che non
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Intorno al cortile c’erano seduti i soldati del
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E una sera, mentre erano raccolti come al solito
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cespugli; e poi c’erano quelle impronte di scarpe
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delle donne. ¶ I contadini erano stati a sentire in
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un forno. E c’erano tre donne che si
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un luogo dove c’erano tre cani mastini che
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del palazzo reale, c’erano le serve, il Re
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padre e le sorelle erano disperati dal digiuno, ma
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a capire da dov’erano caduti, perché la ragazza
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le sorelle sempre invidiose erano invitate anche loro alla
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perle e argento, che erano le lagrime della ragazza
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notte che i ladri erano andati a rubare da
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servitori ai suoi comandi erano d’oro anch’essi
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stivali, e i letti erano d’oro con tutte
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regina, non voleva rassegnarsi. Erano nati tre cuccioli alla
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passare cinque uomini: quattro erano maghi e il quinto
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I dodici buoi ¶ C’erano dodici fratelli che litigarono
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del bosco non s’erano arrese. Un giorno la
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invece, ben pagate com’erano, con tanto tempo libero
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I due giovani non erano mai stati così felici
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Le piume gialle s’erano tinte di sangue, il
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candela che s’avvicinavano. Erano quattro Masche, che venivano
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e quando i giocatori erano rimasti senza un soldo
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adesso. ¶ Tutti i giocatori erano tristi in volto. Solo
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dubbio: i suoi fratelli erano morti tutti da un
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pesci tornano uomini come erano prima, ed il gambero
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versi dell’indovinello, perché erano un po’ meno balordi
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contenevano le tre belle erano una noce, una nocciola
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dello spirito con cui erano narrate, e il suo
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alla fin fine non erano quei tristi che il