Alessandro Baricco, Castelli di rabbia, 1991
concordanze di «erano»
n | autore | testo | anno | concordanza |
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1 | 1991 | e insondato fenomeno che erano i viaggi del signor | ||
2 | 1991 | un unico lago, si erano dispersi nella limpida verità | ||
3 | 1991 | volto di Jun. Gli erano entrate negli occhi, quelle | ||
4 | 1991 | e incredibile – non c’erano labbra più belle – e | ||
5 | 1991 | come vivevano, e com’erano. Ci si sarebbe potuti | ||
6 | 1991 | e in quello che erano c’era qualcosa – per | ||
7 | 1991 | Che era bello. ¶ Così erano il signore e la | ||
8 | 1991 | è una storia bellissima. ¶ Erano le tre del mattino | ||
9 | 1991 | incognite dell’esistenza (che erano, appunto, tali): guardava il | ||
10 | 1991 | il suo, se qui erano le 14 e 25 là potevano | ||
11 | 1991 | per centinaia di giorni”. ¶ Erano i tempi in cui | ||
12 | 1991 | stazione di Buffalo c’erano tre orologi, ognuno con | ||
13 | 1991 | e sei ce n’erano nella stazione di Pittsburgh | ||
14 | 1991 | tramonto – tutto il resto erano attimi confusi in un | ||
15 | 1991 | non perdonava. Se c’erano sette minuti di differenza | ||
16 | 1991 | viaggi in carrozza non erano mai riusciti a scoprirli | ||
17 | 1991 | Rainhill. In gara c’erano altre tre locomotive, ciascuna | ||
18 | 1991 | di quando i treni erano per la prima volta | ||
19 | 1991 | posto delle canne c’erano delle persone. Ogni persona | ||
20 | 1991 | d’ottone, e invece erano uomini. In effetti se | ||
21 | 1991 | sapeva di che colore erano i rumori, uno per | ||
22 | 1991 | sarebbe potuto pensare che erano riusciti a fregargli un | ||
23 | 1991 | nel marcio della notte. ¶ Erano undici rintocchi, schioccati nel | ||
24 | 1991 | era allontanato da lui. Erano soli, meravigliosamente soli, lui | ||
25 | 1991 | meravigliato entusiasmo – d’altronde erano lacrime o gocce di | ||
26 | 1991 | lungo il corridoio c’erano ormai sul pavimento abbastanza | ||
27 | 1991 | le domestiche che ancora erano bambine, e il signor | ||
28 | 1991 | E dire che invece erano poi solo uomini, uomini | ||
29 | 1991 | duecento metri di binari: erano venuti a montarli, qualche | ||
30 | 1991 | vicino e dire poi, erano trenta centimetri, anche meno | ||
31 | 1991 | contro la meraviglia. C’erano cose che uno qualunque | ||
32 | 1991 | Mormy, quelle stesse cose erano prodigi, esplodevano come incantesimi | ||
33 | 1991 | Lui collezionava immagini che erano e basta. ¶ – È matto | ||
34 | 1991 | nei suoi silenzi, che erano ammutolita emozione, riposavano i | ||
35 | 1991 | la vita. Chissà com’erano le ali dell’angelo | ||
36 | 1991 | a raccontare. Raccontava come erano morti. La vedova di | ||
37 | 1991 | Chrinnemy. E così via. Erano passati sei anni da | ||
38 | 1991 | cristallo che avrai rotto erano solo vita... non sono | ||
39 | 1991 | mise a leggere. Non erano che poche righe. Dicevano | ||
40 | 1991 | diligente architetto dublinese c’erano talmente tante assurdità che | ||
41 | 1991 | Vetrerie Rail – scoprì – c’erano ancora. Distavano un paio | ||
42 | 1991 | occhi di suo padre: erano occhi meravigliati. Nello stupore | ||
43 | 1991 | sorrise. ¶ – Chi lo sa... ¶ Erano giù, alla vetreria, a | ||
44 | 1991 | e tutto il resto. Erano lì quando Hector Horeau | ||
45 | 1991 | i finestrini dei treni erano di vetro. Si chiedeva | ||
46 | 1991 | testa e basta. C’erano. Tutto lì. E però | ||
47 | 1991 | ma era solo che erano amici... non c’era | ||
48 | 1991 | cambiava, cose così, ma... erano sempre musiche di qualcun | ||
49 | 1991 | mezzo alla gente... sola... erano anni che non la | ||
50 | 1991 | vedrebbe anche un cieco... erano le mie rotaie... mi | ||
51 | 1991 | non ne sbagliava una, erano loro che lo tradivano | ||
52 | 1991 | più. ¶ – Cosa dici? ¶ – C’erano quelli della ferrovia, gli | ||
53 | 1991 | della ferrovia, gli operai, erano inferociti, gridavano contro di | ||
54 | 1991 | gridavano contro di noi, erano in quaranta, forse di | ||
55 | 1991 | cercato di fermarli ma erano in troppi, e allora | ||
56 | 1991 | con noi... ¶ – Cosa dici? ¶ – Erano inferociti, quelli della ferrovia | ||
57 | 1991 | tutti di scappare, perché erano troppi, ed è gente | ||
58 | 1991 | fatta, ma non c’erano più, gli occhi, non | ||
59 | 1991 | deserto. Tutti spariti. C’erano nove chilometri e quattrocentosette | ||
60 | 1991 | guardarsi intorno non c’erano che prati e colline | ||
61 | 1991 | casa: silenziosa. Non si erano mai più visti. Anni | ||
62 | 1991 | dietro ai vetri che erano stati già montati. Non | ||
63 | 1991 | parlava di fontane. C’erano anche i disegni. E | ||
64 | 1991 | con dolce imperturbabilità. ¶ – C’erano otto musicisti che provavano | ||
65 | 1991 | sera tardi, e c’erano solo loro, nel Crystal | ||
66 | 1991 | da nulla. Due sorveglianti erano corsi immediatamente e si | ||
67 | 1991 | tutto. Ma alcune cose erano vere. E bellissime. Jun | ||
68 | 1991 | Quinnipak non se n’erano mai viste. È per | ||
69 | 1991 | gente lo sapeva – c’erano i matti. Con le | ||
70 | 1991 | di legno. Ma c’erano anche quelli che giravano | ||
71 | 1991 | suo comodino non c’erano libri, non c’erano | ||
72 | 1991 | erano libri, non c’erano ritratti. Nessuno mai lo | ||
73 | 1991 | bianco con cui tutti erano abituati a vederlo girare | ||
74 | 1991 | clarinetto, ma a sostituirlo erano sopraggiunti un paio di | ||
75 | 1991 | dal libro. Davanti c’erano chilometri di colline e |