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il corpus scripta


esplorazioni verbali


invenzioni verbali


Massimo Carlotto, Il mistero di Mangiabarche, 1997

concordanze di «ero»

nautoretestoannoconcordanza
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di cattivo umore». ¶ Lo ero davvero. ¶ Per scoraggiare ulteriori
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Padova, probabilmente per sempre, ero stato contattato da un
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in Sardegna non c’ero mai stato. ¶ Dopo la
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Col tempo però, mi ero stancato di passare le
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Au roi des bandits. Ero così rientrato in Italia
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e da lì mi ero imbarcato per la Sardegna
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buon musicista. Non mi ero sbagliato. Possedeva una voce
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mio nome. Sapeva chi ero e il motivo per
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vero motivo, per cui ero stato contattato finché non
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progetto monumentale che – ne ero quasi certo – non avrebbe
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un po’ di calma. Ero furibondo con me stesso
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me stesso. Non mi ero comportato da professionista e
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disse che non c’ero riuscito. «Ho l’incarico
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doveva averli avvertiti che ero un tipo un po
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bassa che altrove. Non ero affatto d’accordo ma
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tentò di ricordarmi chi ero e che cosa potevo
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mi piaceva affatto, ma ero sicuro che avrebbe scelto
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di questi appuntamenti». ¶ Non ero d’accordo: «E se
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Il naso di Benoit». ¶ Ero furibondo con Beniamino e
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Per quanto mi riguardava, ero disarmato e avevo i
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di chiedere come mai ero capitato proprio là. ¶ «Perché
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guardare la televisione. ¶ Quando ero lucido la mente tornava
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gli indizi e mi ero lasciato sviare dall’immagine
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assolutamente procurarmene una copia. Ero raggiante ma l’entusiasmo
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all’amore. ¶ Quella sera ero triste e preoccupato per
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morivo di curiosità ed ero sollevato di rivederli sani
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suo. Chiusi dicendo che ero noto per scoprire sempre
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sempre quello per cui ero stato pagato e che
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e non me lo ero mai perdonato. ¶ Due ¶ Il
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e la mia professione, ero diverso da loro. Alcune
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era conciato davvero male. Ero rimasto al colpo di
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su di me «Perché ero un pivello» come ebbe
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con i suoi Superpartes. Ero già bello “carico” quando
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il consiglio che mi ero permesso di darti?». ¶ «Certo
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e amatissimo blues, ma ero felice di essere stato
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quel posto, quel giorno. ¶ Ero davvero in uno strano
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scopo di dimostrare che ero un pazzo irresponsabile. ¶ Lo
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la mia Gina. ¶ Mi ero ripromesso di non bere
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mi svegliai di soprassalto. Ero in ritardo e mi
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po’. Aveva ragione, mi ero comportato in modo inqualificabile
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sentirmi troppo in colpa. Ero felice. Come solo l
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bar di via Roma. Ero certo che sapesse che
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coperto da un giornale. ¶ Ero teso e stavo ripassando
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Parlavano la stessa lingua: ero sicuro che si sarebbero
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di pessimo umore. Io ero dell’idea che ci
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in mano. ¶ Non mi ero sbagliato. L’indice generale
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allora?». ¶ «Perché finora le ero più utile da vivo
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ancora voglia di pensare. Ero troppo scosso dall’ultima
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dire. Qualunque cosa fosse, ero già sufficientemente ubriaco e
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allo stesso tavolo dove ero stato l’ultima volta
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fatica, tutto preso com’ero dal tentare di capire
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a nulla, impegnato com’ero a reprimere un conato
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conato di vomito: non ero sicuro di una delle
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Perciò non me ne ero mai separato. Fino a
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si rivolse a me. Ero la sua ultima speranza
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del resto, visto che ero il titolare dell’indagine
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scandalizzarsi: io non ne ero più capace. ¶ Quando mi
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nella loro vita. Eppure ero certo che si trovasse
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rossa mi avvisò che ero in onda. ¶ Mi schiarii
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di lana grigio spiegazzato. Ero certo che la storiella
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capire che secondo lui ero ammattito del tutto. ¶ Alle
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La sera prima mi ero tolto il vestito da
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impiegato di banca ed ero tornato a indossare i
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anni di questa solfa ero stanco e deciso a
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quattro volte l’anno ero costretto a venire qui
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per averti aiutato?» domandai. ¶ «Ero certo che non le
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motoscafo. Due giorni dopo ero a Santo Domingo. ¶ «Era
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pentiti, di confessare che ero il loro fornitore di
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assolti... e poi io ero a Santo Domingo». ¶ «Già
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di approfondire la questione. Ero già troppo indaffarato a
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la facilità con cui ero caduto nella sua trappola
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ridere, gli disse che ero arrivato con Rossini e
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parlato non sapeva che ero amico del milanese, altrimenti
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tornò al mio tavolo, ero già sbronzo. Ma sufficientemente